mille argomenti di timore sorvennero. E sono passate poche ore!
Pure fra la prima e l’ultima si è fatto un vuoto di dieci anni; ci
sentiamo invecchiati; ci domandiamo se è stato un cattivo sogno; tra
i nostri occhi e tutto quel che ne circonda si stende ancora un velo;
in mezzo al silenzio mortale dei soldati che camminano con noi, tra
quell’unico e sordo rumore di passi che rende quel silenzio più tristo,
un’eco confusa del fragore della battaglia ci rumoreggia ancora
all’orecchio come voce lontana e sommessa, che ci rimbrotti e ci
accusi. Passano e s’avvicendano nella fantasia stanca, facce orrende
di nemici intravvisti dappresso tra il fumo, e visi di compagni
trasfigurati dalla morte, e chiaro e distinto il punto dove giacevano, e
tutto quello che avevano intorno: quel sasso, quella traccia di
sangue, quella pianta, quell’arma abbandonata...... Poi l’occhio ed il
pensiero cadono sul soldato che ci viene accanto, su quello che lo
precede, su quello che lo segue, più in là, intorno, vicino, lontano, su
tutta la colonna che s’avanza silenziosa e quasi furtiva, come fiume
raccolto e rapido; tutti stanchi, discinti, senza armi, a capo scoperto;
a tutti manca qualcosa, e nessuno ci bada, ed il giorno prima era un
delitto. La campagna è seminata di armi, di cappelli, di tracolle, di
pennacchi; si passa e si calpesta; è desolante; tutte quelle robe
sparse sono i rottami della disciplina, dell’ordine, della forza. Quanto
tempo e quanta fatica prima che ogni cosa sia ricomposta!
Un giorno, un’ora infortunata sperperò il frutto del lavoro di tanti
anni, di tante cure, di tanti sacrifici; l’esercito, l’orgoglio e l’amore
della patria, su cui si accumulavano tante speranze e tante
trepidazioni, è rotto e umiliato; i nostri amici e i nostri figli, che ieri ci
sfilavano dinanzi splendidi e superbi, guardateli, li hanno vinti, non
cantano più, non parlano, chinano a terra quelle care e altiere fronti
giovanili che noi baciammo quando partirono, pensano e soffrono, e
non vorrebbero più tornare fra noi; oh no! tornate; siete sempre
nostri; noi vi stringeremo al cuore collo stesso affetto di prima;
sollevate la fronte, la vittoria non è sempre dei valorosi, coraggio,
guardateci no, non vogliono, fanno cenno di no, continuano a
camminare in silenzio, piangono. Oh è duro, è desolante, è uno
spettacolo che strazia l’anima.