— A Giugno, sicurissimo, si fa casa nova! — esclama soffiando,
gonfiandosi le gote, prima di mettersi a tavola. — Questa volta,
duchessa Remigia, tocca a lei: se l'onorevole D'Orea, volesse fare
ancora l'ostinato, da brava, una tiratina d'orecchi!
E il conte Narciso Gambara, vice-presidente del circolo monarchico,
innamorato un giorno sì e l'altro no, a vicenda, della regina e della
dama d'onore, e il cavalier Marco Bragotto portabandiera dei Nuovi
Veterani di S. M., e autore di versi patriottici a rime obbligate, che
parole mormorano, sospirando, tenendole stretta la mano?... —
Queste:
— Ah!... Siamo alla vigilia di perderla, duchessa Remigia!
Persino il colonnello Baldassare De' Taddei!.... Messo da un anno e
mezzo a riposo, con la scusa dei limiti d'età, mentre si sente ancora
così giovane e forte... di stomaco, da divorare l'Italia in un boccone,
tanto è il suo dispetto di averla fatta per uso e consumo di quei
camorristi dello Stato Maggiore, lo stesso colonnello Baldassare De'
Taddei, che giura e spergiura di non aprir più bocca a proposito di
politica, perchè quella che si fa da un anno e mezzo in Italia, è una
schifezza, esclama digrignando gli occhi, — denti non ne ha più:
— È ora di finirla!... Allons! Marche, la camorra!... Piazza pulita!
Il Maggio infocato più del Giugno da un sole che brucia fino alle nove
di sera, volge intanto alla fine con una nitida e immota serenità di
cielo... Ma è laggiù, nelle Puglie, che si addensano grossi nuvoloni di
scioperi e mugge il temporale. A buttar giù davvero il Ministero, a
Roma, a Montecitorio, non ci pensa ancora nessuno. È proprio lo
stesso Ministero che si butta giù da sè... per voler stare troppo ben
su!
Scoppiati i primi disordini, cerca barcamenarsi tra i partiti:
appoggiandosi di qua, appoggiandosi di là, troppo debole prima, poi
troppo forte, perde l'equilibrio e va con le gambe all'aria!
Remigia lo sa per la prima, quando ancora non lo si sa nemmeno a
Bologna, da un telegramma di suo marito: