rendervi ansiosi e per farvi apparire a forza di passaggi da uno all’altro come incontentabili, ipocondriaci o peggio); evitare naturopati,
omeopati, esperti di candidosi intestinale, idrocolonterapia e caduta dei capelli e non avere cieca fiducia in chi fa il test immediato per
candida vaginale e terapie costose non esistenti in convenzione; evitare le case di cura del tutto finché è possibile; evitare gli ospedali per
le visite (in particolare quelle in cui si deve spogliarsi) e anche per gli esami diversi da holter, prova da sforzo, test allergici, TAC, RMN,
angiografia, clisma opaco e quant’altro richieda mezzo di contrasto e comporti rischi (sto considerando solo gli esami più comuni);
reagire aggressivamente alla mancanza di rispetto delle segretarie sul momento o, se non vi si è riusciti, almeno in seguito (al limite al
telefono); se un medico o tecnico di reparto fa domande insistenti o irrispettose, non rispondere altro dopo aver riferito in breve tipo e
sede esatta del dolore o le azioni che lo provocano, ma invece con calma essere pronti a rinunciare all’esame (o terapia) pagato purché vi
sia consegnato un rifiuto scritto firmato su carta intestata o comunque venga in qualche modo dimostrato che vi siete effettivamente
presentati all’appuntamento e non dipende da voi l’averlo fatto invano, coinvolgendo al limite il direttore/responsabile di quel reparto
ospedaliero per ottenerlo; nel porre domande ricordare che chi esegue un esame non di rado non è un medico ma un tecnico con
conoscenze molto più limitate (il medico in tal caso scrive il referto sulla base dell’immagine risultante, se non sbaglio); in caso recarsi in
ospedale sia inevitabile insistere per allontanare medici, infermieri, ecc. che non siano necessari e/o non si siano presentati e per non avere
ingressi imprevisti, vigilando su questo anche attraverso un accompagnatore pronto ad intervenire soprattutto se viene richiesto di
spogliarsi; dopo una brutta contusione recarsi al Pronto Soccorso solo se indispensabile e dopo aver assunto Spididol o Buscofen, usato
acqua fredda e ghiaccio spray e essersi armati di pazienza; recarsi al pronto soccorso solo in caso di urgenza reale e possibilmente entro le
ore 18 e accompagnati; al Pronto soccorso non dire di aver subito violenza fisica se è possibile evitarlo e se non si tratta di stupro
(soprattutto in caso di precarietà economica e sociale e di assenza di una residenza stabile) e comunque non dire ai medici chi ne è il
colpevole e non accettare in quella sede colloqui con psicologi, psichiatri o persone che si presentano come medici ma della cui identità si
dubita; non accettare mai un ricovero in casa di cura e, se non si è impossibilitati a muovervi, nemmeno in ospedale per quanto vi sia
consigliato al Pronto Soccorso; durante una normale degenza ospedaliera o presso casa di cura non telefonare, rifiutare sul modulo
apposito visite da tutti coloro in cui non si può avere molta fiducia, non tenere addosso l’ago da flebo se non ne è evidente la necessità,
rifiutare farmaci di cui nulla è detto o mostrato, non accettare mai di fare una visita psichiatrica o un colloquio con uno psicologo o con
chi non si conosce, non parlare di cose personali con amici o parenti in visita o al telefono, non scrivere nulla e non conservare in borsa e
possibilmente nemmeno nello smartphone scritti e qualsiasi altro materiale di carattere personale; informarsi su come va fatto un esame
prima di farlo e su dove si svolgono visite e esami ben prima dell’appuntamento; prima di qualsiasi visita, ecc. anche in regime privato
prepararsi a reagire anche prevedendo gli abusi elencati nei paragrafi successivi e comunque impliciti in questi consigli, molti dei quali
appaiono comprensibili appena si considera che telecamere e apparecchi per l’amplificazione del suono a distanza nascoste del tipo non
molto diverso da quelle microspie vendute a poco prezzo anche su Amazon sono presenti in tutte le stanze adibite alle visite mediche e di
degenza abusivamente o meno, proprio come accade nei negozi, dove ci sono telecamere permesse (quelle delle corsie) e illegali (quelle
nei camerini). Un ulteriore consiglio valido può ben essere quello di rivolgersi a specialisti in ginecologia donne e con specializzazione
adeguata al problema e di scegliere un medico del proprio sesso per riuscire a reagire più facilmente alle eventuali aggressioni (è un
valido consiglio solo generalizzando e naturalmente non va seguito da chi sente di non stare bene con la maggioranza degli individui del
suo stesso sesso o da chi per seguirlo dovrebbe aumentare molto le spese di trasporto o ancora da chi ritiene opportuno fare una visita in
convenzione per poter reagire con un’azione formale ed efficace più facilmente, prevedendo abusi a causa della difficoltà della diagnosi o
dell’abuso di uno specialista privato visto precedentemente). Evitare le terapie sperimentali proposte dagli ospedali è prudente e
probabilmente lo è proprio di più quando è maggiore l’insistenza del medico, sia che essa si manifesti esplicitamente sia che essa si
esprima attraverso il ricatto (“non faremo la terapia tradizionale forse per anni”) o facendovi fretta (“lo studio sperimentale avrà inizio tra
breve, lei è buon candidato, ma solo ora che la malattia è/non è in fase attiva”). Un consiglio da seguire solo in certi casi è di rispondere
alle domande iniziali di uno specialista su malattie, farmaci e interventi solo negativamente e di inventarsi un lavoro comune se
disoccupati per evitare che la raccolta dei dati sia utilizzata per perdere tempo, per aggredire e come test psicologico e solo alla fine della
visita, salutando, avvertire se necessario di aver mentito perché ultimamente non si ha voglia di ripetersi su questi argomenti. Chi ha
malattie croniche si informi sulla possibilità di farsi fare dal medico di base un certificato medico con indicate le malattie presenti (esso
andrà consegnato all’INPS tramite un patronato dietro appuntamento per richiedere una pensione d’invalidità o almeno giorni in più di
permesso e inserimento in liste di categorie protette a scopo lavorativo; il passo successivo è rivolgersi al Centro per l’Impiego che ha
altra sede). Ricordate che l’indirizzo mail dei medici in genere è
[email protected], che quello dei medici di base è in genere
registrato anche al distretto sanitario dell’USL della zona (è possibile consultarlo anche di persona) e che i file che contengono scansioni
possono essere convertiti in PDF e così occupare poco spazio negli allegati delle mail. Ciò che conta maggiormente comunque è di
troncare il prima possibile i rapporti con chi nel tempo si contraddice e anche con chi afferma il contrario di quanto è affermato, con le
parole o l'espressione del viso, dal collega che lo accompagna: fatelo presto, senza cercare prima di capire, ricordando che è possibile e
più sicuro comprendere comportamenti simili leggendo di casi analoghi con il tempo, che anche creare confusione può essere un'arma per
trattenere e colpire e che il “metodo del bastone e della carota” ha molte applicazioni e peraltro è spesso attuato nella variante dei due
“complici”, con un espediente che in un libro ho trovato indicato all'incirca come “ la solita pagliacciata del tizio buono col collega
cattivo”…E dovete tener presente che un’azione legale può essere impossibile almeno o soprattutto se si vuole agire contro un medico
incontrato in regime privato, se è vero ciò che un avvocato di recente mi ha detto sulla necessità e sul costo elevatissimo dell’intervento
del perito legale anche nelle controversie originate dall’abuso più semplice da dimostrare e considerando che a nulla del genere può mai
portare il segnalare il caso sul sito dell’ordine dei medici della città in questione, al centro medico o in una recensione online (per quanto
siano iniziative raccomandabili tutte se è davvero evidente l’abuso subito) e che infine credo si possa rivolgersi al tribunale per i diritti del
malato ospedaliero e al direttore ospedaliero solo per le visite in convenzione.
In questo periodo non posso controllare se esiste ancora negli ospedali il “tribunale per i diritti del malato” ora citato e che io che ho
conosciuto 15 anni fa (se non è presente, informatevi sull’eventuale esistenza di un’istituzione analoga).
Un aspetto della prevenzione è tenere presente le descrizioni online dei sintomi delle emergenze più comuni (angioedema, shock
anafilattico, trombosi, embolia polmonare, ematoma cranico, ictus, ecc.) senza farsi fuorviare dai luoghi comuni e dalle mezze verità
circolanti al riguardo (ad esempio riguardo ai sintomi di infarto nelle donne pare che le convinzioni dei più siano errate). Tutti dovrebbero
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