elenco dei più comuni comportamenti aggressivi e di consigli per reagirvi.pdf

nadinebenedetti1981 31 views 114 slides Dec 04, 2024
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** DI QUESTO TESTO ESISTE LA VERSIONE BREVE http://www.slideshare.com/piccola-guida-per-difendersi-dagli-altri


QUESTO TESTO È ORGANIZZATO NEL MODO SEGUENTE:
*ELENCO DELLE PRINCIPALI TECNICHE DELLA VIOLENZA

*ELENCO DELLE TECNICHE PER NON RISPONDERE

*TECNICHE DI PERSUASIONE

*PROMEMORIA DI COSA P...


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Corretto e completato il giorno 3 dicembre 2024
GUIDA PER DIFENDERSI DAGLI
ALTRI
** DI QUESTO TESTO ESISTE LA VERSIONE BREVE
http://www.slideshare.com/piccola-guida-per-difendersi-dagli-altri
QUESTO TESTO È ORGANIZZATO NEL MODO SEGUENTE:
*ELENCO DELLE PRINCIPALI TECNICHE DELLA VIOLENZA
*ELENCO DELLE TECNICHE PER NON RISPONDERE
*TECNICHE DI PERSUASIONE
*PROMEMORIA DI COSA PUÒ CAPITARVI IN CASA E SPECIALMENTE SE CONDIVIDERETE UN APPARTAMENTO CON CHI NON È NÉ IL
VOSTRO PARTNER NÉ UN AMICO CHE MERITA FIDUCIA (UNO SOLTANTO)
*ELENCO DEGLI ABUSI FREQUENTI PER STRADA, NEI NEGOZI, NEI MEZZI DI TRASPORTO PUBBLICI, IN BANCA, IN POSTA E NELLE
CASERME DEI CARABINIERI
*COSA PUÒ CAPITARVI A SCUOLA: SINTESI RELATIVA IN PARTICOLARE AL BULLISMO DEGLI INSEGNANTI
*IL MOBBING, GLI PSICOLOGI E LA PRIVACY SUL LUOGO DI LAVORO
*COSA ASPETTARSI DAGLI "AMICI"
*SINTESI DEI PRINCIPALI PROBLEMI DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE, DI CIÒ CHE DEVE PREOCCUPARE RIGUARDO A
OSPEDALI, PSICHIATRIA, PSICOLOGI E PERITI DEL TRIBUNALE.
*LIMITI DEGLI STRUMENTI DELLA CITTADINANAZA ATTIVA
*MESSE DI GUARIGIONE E PELLEGRINAGGI
*IN CASO DI OSTRACISMO GENERALE GLI ABUSI DA PREVEDERE
*ELENCO DELLE PRINCIPALI DISTORSIONI DEL GIUDIZIO
*CITTADINANZA ATTIVA: GLI STRUMENTI
*CONSIGLI SU COME REAGIRE AGLI ABUSI PIÙ FREQUENTI NEI NEGOZI
*CONSIGLI UTILI SE SI É PREOCCUPATI PER LA VIOLENZA AL LAVORO
*CONSIGLI UTILI SE SI É PREOCCUPATI PER LA VIOLENZA A SCUOLA
* BREVE ELENCO DI STRATEGIE DI COPING E PROBLEM SOLVING
*"36 STRATAGEMMI " A CURA DI M. FACCIA
*BREVE SINTESI DI UTILI CONSIGLI SU COME GESTIRE IL RAPPORTO CON I MEDICI
* CONSIGLI PER LE DONNE CHE SUBISCONO O RISCHIANO DI SUBIRE GRAVI VIOLENZE DA PARTE DEI FAMILIARI
*INFORMAZIONI UTILI PER AVER CURA DEL PROPRIO CORPO (TENETE BEN PRESENTE CHE NON HO AFFATTO STUDIATO MEDICINA
E CIÒ CHE SCRIVO VA SENZA DUBBIO VERIFICATO DA CHI NE HA LA POSSIBILITÀ)
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*ELENCO DI SOLUZIONI PER RISPARMIARE IL PIÙ POSSIBILE IN CASO DI VIOLENZE IN FAMIGLIA, DI "OSTRACISMO GENERALE" O
IN QUALUNQUE ALTRA SITUAZIONE LO RENDA NECESSARIO
*SELEZIONE DI LIBRI UTILI PER CONOSCERE LE PRINCIPALI LEGGI DELLA VIOLENZA NELLA QUOTIDIANITÀ
*LETTURE UTILI SULL'OSTRACISMO (ESCLUDENDO LA NARRATIVA PER BREVITÀ)
*BREVE SELEZIONE DI LIBRI UTILI PER CONOSCERE LE LEGGI DELLA VIOLENZA IN AMBITO POLITICO E IN GUERRA
*SELEZIONE DI LIBRI E PAGINE ONLINE SULLA MALASANITÀ ATTUALE
*LETTURE SU ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO E SIMILI
*LIBRI UTLI PER RICONOSCERE NEGLI ALTRI E IN SÉ LE PIÙ COMUNI DISTORSIONI DEL GIUDIZIO
*BREVE ELENCO DI LIBRI PER DIFENDERSI DA CHI USA TEST PSICOLOGICI PER GIUDICARE GLI ALTRI IN FRETTA APPENA
CONVENGA
*COME NON ATTRIBUIRSI A CASO MALATTIE PSICOSOMATICHE
*GUIDA ALL'UTILIZZO DEL DIZIONARIO M,EDICO
*LETTURE UTILI AL BENESSERE PSICOLOGICO
*UNA TESTIMONIANZA UTILE
GUIDA PER DIFENDERSI DAGLI ALTRI
Aulo, ti stupisci che il nostro Fabullino si faccia ingannare così spesso? Un uomo onesto ha sempre molto da imparare. (Marziale)
Chi è incapace di commettere un grande delitto non ne sospetterà facilmente gli altri (...) Dovremmo meravigliarci soltanto di poterci
ancora meravigliare. (La Rochefoucauld)
A spiegare perché il disonesto, e talora anche lo sciocco, riescano quasi sempre nella vita meglio dell’onesto e dell’intelligente, vale il
fatto che il disonesto e lo sciocco trovano meno difficoltà a entrare in sintonia col mondo che, in prevalenza, è solo disonesto e stupido, a
differenza dell’uomo onesto e accorto che, non potendo con identica velocità armonizzarsi con l’ambiente, perde tempo prezioso alla
realizzazione della propria fortuna. Gli uni sono come i mercanti i quali, al corrente della lingua del paese, riescono a vendere e
approvvigionarsi rapidamente, mentre altri sono costretti a imparare la lingua dei loro fornitori e clienti (…) Non riesco a concepire una
saggezza priva di diffidenza. La Scrittura ha detto che la paura del Signore è l’inizio della saggezza, ma io avrei detto la paura degli
uomini. (de Chamfort)
Chi non sa pensare criticamente è in realtà esposto a tutte le influenze, le suggestioni, gli errori e le menzogne che vengono diffuse e che
lo indottrinano sia dall’inizio. Non si può essere liberi, autodeterminarsi e scoprire la centralità del proprio essere se non si sa pensare
criticamente, diventando in un certo senso anche un po’ cinici (…) Il pensiero critico non è un hobby, ma una facoltà (…) E per critico
non intendo assolutamente ostile, negativo o nichilista. È esattamente il contrario: il pensiero critico è al servizio della vita, e in
particolare serve, a livello individuale come a livello sociale, a rimuovere gli impedimenti che ci paralizzano o che sono di ostacolo (…)
Pensare criticamente è possibile persino a chi vive sotto una dittatura. Chi non vuole mettere a repentaglio la vita non manifesterà la sua
critica, ma potrà sempre pensare in modo critico, e si sentirà un po’ più felice e libero di chi è prigioniero di un sistema di pensiero, nel
quale non crede neppure lui. Si potrebbero scrivere interi libri sul rapporto tra pensiero critico e salute mentale. (Fromm)
Ogni uomo che possiede l’intelligenza del proprio fare e ha raggiunto così l’accesso all’inconscio esercita involontariamente un’azione
sul proprio ambiente. L’ampliamento e l’approfondimento della coscienza genera l’effetto che i primitivi chiamano mana. Si tratta di un
influsso involontario sull’inconscio degli altri, in certo senso di un prestigio inconscio (…) Lo sforzo verso l’autoconoscenza non è mai
vano. (Jung)
Dobbiamo (…) conoscere la storia e conoscere la psicologia (…) Ogni tanto ci guardiamo in faccia e ci chiediamo come abbiamo fatto a
bruciare le streghe in piazza o mettere i bambini sui treni per Auschwitz. Ci siamo riusciti grazie al conformismo (…) Non solo in ridicoli
film, ma addirittura sui libri di scuola il fascismo e il nazismo sono descritti come branco di lupi su un inerme popolo di agnelli (…) La
realtà è l’opposto. (De Mari)
2

NOTA: Le ripetizioni rispetto agli altri miei testi online si notano, ma sono motivate dal fatto che ritengo questa strana guida il testo più
originale e utile che ho scritto, anche se non il migliore, e vorrei che contenesse delle sintesi di tutto ciò che giudico più importante
conoscere per vivere con prudenza o combattere se si è appena diversi dalla maggioranza: per chi ha poca energia o tempo da dedicare alla
lettura, questa guida dovrebbe insomma poter sostituire tutti gli altri miei testi e non pochi dei libri in essa citati e nello stesso tempo
arricchirli di tutto ciò che pertiene a un'autodifesa basata sulla consapevolezza ovvero su una precisa conoscenza delle più diffuse
manifestazioni di violenza fisica e psicologica in molti diversi ambienti.
Gli altri miei testi online più rilevanti sono i seguenti:
http://www.slideshare.com/citazioni-utili-per-avviare-un-processo-di-maturazione
http://www.slideshare.com/come-conoscere-bene-la-storia
http://www.slideshare.com/guida-per-gli-utenti-delle-biblioteche
http://www.slideshare.com/guida-alla-salute-nel-particolare-contesto-italiano
http://www.slideshare.com/lo-stato-attuale-della-psichiatria-italiana
http://www.slideshare.com/guida-alla-scelta-dei-libri-per-bambini-e-ragazzi
http://www.slideshare.com/scuole-italiane
Documenti brevi sono http://www.slideshare.com/piccola-guida-per-difendersi-dagli-altri-versione-breve
http://www.slideshare.com/riflessioni-sulla-fede-religiosa http://www.slideshare.com/citazioni-sulla-psichiatria
http://www.slideshare.com/come-gestire-emozioni-e-sensazioni-fisiche-spiacevoli http://www.slideshare.com/citazioni-su-intelligenza-e-
coraggio http://www.slideshare.com/meccanismi-di-difesa-e-altre-distorsioni-del-giudizio http://www.slideshare.com/test-psicologici
http://www.slideshare.com/analisi-dei-sogni-con-mitologia-e-alchimia http://www.slideshare.com/simboli-dell-astrologia
http://www.slideshare.com/simboli (quest’ultimo raccoglie insieme il testo sull’analisi dei sogni, quello sull’astrologia e le analisi del
testo che fanno riferimento prevalentemente a nozioni di psicologia e alchimia)
LE PIÙ IMPORTANTI TECNICHE DELLA VIOLENZA: la violenza ottiene i migliori risultati proponendosi quanto segue:
- mirare a far impazzire di terrore con l’imprevedibilità e la ferocia delle aggressioni o sfruttando fobie e debolezze particolari;
- spingere la vittima a rimanere o a sprecare troppe energie per comprendere la personalità o i metodi dell’aggressore o per sforzarsi di
contraddirlo;
- creare e aumentare via via la distanza dalla vittima (formalità, divisa, camice e lessico settoriale hanno anche questo scopo; un esempio
tipico nei saggi sulla violenza è quello del pilota di aerei da guerra che sganciano le bombe);
- mettere a fuoco alcuni particolari ed evidenziarli per ridurre la possibilità di una visione d’insieme e di un giudizio obiettivo o
indulgente; se possibile anche disumanizzare;
- colpevolizzare di ciò che le aggressioni stesse hanno creato per sentirsi più liberi nello scaricare l’aggressività sul prescelto (è la tecnica
del capro espiatorio ed è tipica dell’ostracismo) oppure rivoltare sistematicamente l’accusa (affermare che la vittima ha fatto
all’aggressore il danno che ha in realtà da questi subìto);
- annientare progressivamente autostima ed energia personale nella vittima ignorandola, fissandola con insistenza od odio, facendo in sua
presenza discorsi su di lei o almeno per lei, rivolgendolesi come se fosse un incapace, un bambino o un cane, relegandola in posizione
marginale, avvicinandole un malato di mente, impedendole di prendere decisioni, cercando di intimidirla e/o di farla apparire pericolosa
con il rivolgersi a lei accompagnati da molte più persone del necessario oppure da uno o più uomini alti e fisicamente prestanti, attraverso
lo sfruttamento sessuale, con la violenza fisica, ecc. (le violenze più gravi sono in genere precedute dalle minori di queste violenze, azioni
che hanno la funzione di test per valutare la capacità di difendersi della vittima);
- parlare alla vittima dei problemi altrui per non risolvere i suoi quando il ruolo che si riveste lo imporrebbe;
- fornire alla vittima rispetto a parole e/o aiuti di poca importanza o troppo tardivi perché possa approfittarne e ciò per poter più a lungo
negarle beni essenziali, cioè per trattenere la vittima con la confusione e l’incertezza creata dai piccoli aiuti mentre la si danneggia
gravemente e per renderne meno credibili le accuse in generale o di fronte a un pubblico scelto (lo stesso si ottiene comunemente anche
presentandosi in coppia e assegnandosi un ruolo opposto come in ciò che è stato definito “la solita pagliacciata del poliziotto buono e del
poliziotto cattivo”);
- sfruttare, colpire anche pesantemente e diffamare affermando di farlo per il bene della vittima ed esprimendosi con molta cura in questo
senso senza esibire in modo diretto le malevole intenzioni: ciò si fa spesso nello scritto e nelle comunicazioni della cui privacy non si è
certi con chi potrebbe denunciare una manifestazione di aggressività aperta e facilmente dimostrabile, di fronte alle persone delle quali si
desidera addormentare le capacità di giudizio, con coloro ai quali non si desidera fornire un pretesto per sentirsi in dovere di difendere la
vittima o di criticare il comportamento dell’aggressore;
- mettere le vittime in uno stato precario e indefinito e attaccarla su più fronti (con l’appoggio di leggi inique, colleghi, allievi, amici,
parenti, ecc.);
- creare privazioni (quindi necessità) e soprattutto illusioni offrendo e poi negando alla vittima qualcosa dopo avergliela fatta apparire
come un valido sostegno o impedendo alla vittima di usufruire di un bene davvero essenziale prima permessole (es. dieta variata e
salutare, movimento, incontro con i figli o altre persone importanti, letture utili, ecc.), tutto ciò con lo scopo di poter colpirla più a fondo
attraverso la delusione e il senso di bisogno (nelle carceri e nei manicomi ciò un tempo era prassi, ma questa tecnica è tutt’ora tra le più
usate e apprezzate ovunque sia applicabile);
- premiare e punire (è la tecnica del bastone e della carota, probabilmente quella più usata in assoluto);
- dimostrare di poter ascoltare e/o osservare ininterrottamente o in momenti imprevedibili la vittima per limitarne spontaneità e libertà,
oltre che per sfruttarne ciò che se ne viene a conoscere, così riducendone però la concentrazione, esasperandone il bisogno naturale di
privacy e in ultima analisi minandone equilibrio, autocontrollo e attività di buon livello (questo sistema “panottico”, da sempre tipico dei
manicomi, è parzialmente anche alla base del funzionamento delle attività di controllo di certe attività lavorative e nelle scuole; i
condomìni e alcune abitazioni condivise con familiari ed estranei possono esserne gli esempi più deleteri anche grazie alle nuove
tecnologie).
3

Comunque da sempre si tortura e si ammazza soprattutto con la mancanza di informazione.
P. S. Questo paragrafo elenca con semplicità spregevoli pratiche di sempre che si possono rintracciare nei classici della letteratura e in
saggi di ogni tempo e tipo e ciò che è emerso chiaramente dalla mia esperienza. Non esiste ambito in cui queste tecniche non vengono
impiegate e, sebbene esse non esauriscano quelle esistenti, non ve ne sono di più applicate e deleterie di queste: esse possono essere alla
base del comportamento di un genitore, fratello, partner, vicino, compagno, collega, stipendiato o titolare di negozi, bar e pub, impiegato,
segretario, datore di lavoro, insegnante, infermiere, medico, psicologo o psichiatra quanto la costante individuabile facilmente nelle
decisioni di un regime dittatoriale.
TECNICHE PER NON RISPONDERE (con riferimento a Psicologia politica di P. Catellani): 1) ignorare la domanda; 2) riconoscere la
domanda senza rispondere; 3) rispondere con un’altra domanda; 4) attaccare la domanda; 5) attaccare l’intervistatore; 6) rifiutare di
rispondere magari con la scusa di non voler farsi spingere a fare profezie; 7) affrontare una questione più ampia; 8) dare una risposta
incompleta, anche troncando a metà una frase per passare a fare esempi o ad altro; 9) ripetere la risposta a una precedente domanda; 10)
affermare che la domanda ha già avuto risposta; 11) scusarsi (anche dilungandosi).
TECNICHE DI PERSUASIONE: Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni), che ai cap. 1, 6 e 7 accenna a controllo attivo e
passivo del comunicare e a persuasione subliminale ed elenca regole della persuasione facenti appello alle norme sociali di reciprocità,
lealtà e senso di giustizia mediante varie tecniche come omaggio, porta in faccia (proposta di qualcosa di totalmente superfluo e/o molto
costoso in termini di denaro o tempo a cui si prevede un fermo NO ma che farà apparire per contrasto più vantaggiosa la seconda proposta
e che spingerà il cliente a essere più conciliante dopo la fermezza anche per lui un po’ fastidiosa del netto rifiuto), colpo basso (offerta con
forte sconto ritirata il giorno del pagamento), piede nella porta (proposta iniziale conveniente che però si rivela sempre più complicata e
costosa dopo il primo accordo), impegno malinteso, escalation di impegno, giustificazione o riparazione, novità, presentazione
accattivante. Il libro elenca anche tecniche miranti a sfruttare le emozioni (quelle positive o negative e la paura) o implicanti l’uso della
logica, tenendo conto di effetti tipici (es. contrasto o attivazione) e di diverse reazioni quali sono modello motivazionale o reazione di
evitamento difensivo. Riguardo alla persuasione subliminale Di Giovanni istituisce un confronto con le sindromi cliniche neglect,
blindsight, agnosia di consapevolezza e accettazione acritica con riferimento all'ipotesi di Gilbert.
Io ne ho letto anche in Tecniche proibite di persuasione di Allen e in Comunicazione e persuasione di N. Cavazza.
PROMEMORIA DI COSA PUÒ CAPITARVI SE CONDIVIDERETE UN APPARTAMENTO CON CHI NON È NÉ IL VOSTRO
PARTNER NÉ UN AMICO CHE MERITA FIDUCIA (UNO SOLTANTO) , perché nella grande maggioranza dei casi nessuna tolleranza è
concessa fin dall'inizio o a lungo a qualsiasi forma di diversità o ignoranza di certe norme non scritte e anzi si rischiano realmente non
solo grandissimi ostacoli nella convivenza ma anche gravi e durature diffamazioni in ambienti molto diversificati e quindi serie difficoltà
sociali e soprattutto nel trovare e mantenere un lavoro. Tra i problemi minori e tipici di ogni convivenza tra persone non legate da affetto,
ci saranno probabilmente i seguenti, che elenco perché vi prepariate, dato che anche in famiglia sono tutti molto comuni e alcuni di essi
anche in coppia (quando il partner ha intenzione di vendicarsi di qualcosa o di spingervi a lasciarlo), ma avverto che, nel fare questo
elenco, non considero nemmeno l'eventualità di dividere anche la stanza da letto (una cosa simile è una follia per una persona che
conosce i forum online in cui ci si sfoga sui problemi della convivenza): 1) la menzogna sulle leggi che regolano la possibilità di lasciare
casa nel caso dei contratti per studenti e in particolare il tacere che per andarsene bisogna prima trovare un sostituto 2) approfittare dei
contratti irregolari per lavoratori in cui si affitta anche a studenti per andarsene senza avvisare tutti i coinquilini, cioè dare preavviso del
trasferimento solo al proprietario e magari a uno dei coinquilini in modo che l'inquilino ignaro si ritrovi spinto dal proprietario a pagare
anche la sua quota (per non farlo dovrebbe dare subito il preavviso di andarsene a sua volta o contestare l'irregolarità del contratto, con
tutte le conseguenze tipiche, cioè spesa per l'avvocato (l'iscrizione annuale al sindacato per gli inquilini in alcune città è costosa) e ripicche
del proprietario (diffamazione attraverso amici, conoscenti, dipendenti, allievi, eventuali agenti immobiliari se il contratto è gestito con la
loro intermediazione, ecc.). 3) la sporcizia e il rifiuto sia di pulire che di pagare un addetto alle pulizie o le richieste assurde di divisione
del denaro per il materiale per pulire fino ai centesimi e di turni precisissimi o richieste di pagare qualcosa in più se ospitate a volte il
vostro fidanzato/a 4) l'uso delle vostre stoviglie e gli ingressi inopportuni in cucina mentre cucinate oppure i commenti su cosa mangiate,
magari del tipo che fanno i vegani o i vegetariani intolleranti 5) l'impedimento dell'uso del bagno 6) l'infastidire, cercando di aprire la
porta chiusa a chiave o battendola, mentre siete nella doccia 7) l'uso del vostro bagnoschiuma, cibo, ecc. 8) il chiamare ad alta voce da
un'altra stanza un conoscente comune mentre si trova con voi 9) l'urtarvi mentre vi incontrate nei corridoi 10) le pretese di presentare loro
chi viene a trovarvi, pur non contraccambiando, e i controlli sulle vostre risposte 11) le domande personali 12) le proposte di
accompagnarli o le offerte di un passaggio in auto per approfittarsi del tragitto insieme per fare commenti sgradevoli su di voi o su altri o
per sfogarsi oppure per farvi degli stupidi test o anche per avere modo di fermarsi a salutare un amico per strada così da avere una spalla
per aggredirvi più facilmente o l'occasione di mostrarvi 13) gravi violazioni della privacy del bagno o della vostra stanza per mezzo di
telecamere nascoste molto economiche e facili da reperire per alcune persone (soprattutto per chi è in buoni rapporti con studenti di
psicologia e soprattutto di medicina) 14) diffamazione dalle conseguenze molto pesanti ed estremamente durature 15) comportamenti e
reazioni molto nevrotici (per esempio manie e vere e proprie pretese riguardo all'igiene e all'abbigliamento e schemi mentali rigidi e
ignoranti, tutte caratteristiche che è particolarmente frequente riscontrare in studenti di medicina e scienze infermieristiche, ma che non è
impossibile riconoscere in molti altri tipi di persona). A tutto questo vanno aggiunti 16) i fastidi anche non indifferenti causati da incidenti,
guasti e altri imprevisti quando si condivide in tanti un bagno o in presenza di comuni quanto malattie da raffreddamento o malattie in
genere croniche e fastidiose dell’intestino, senza contare il Covid. In qualche caso si può avere a che fare con persone mentalmente
disturbate o esagitate che danneggiano i mobili attirando su tutti l’ira del proprietario o che tengono in casa droga, soldi falsi (magari
nella vostra stessa stanza) o anche solo merce rubata per gioco (per esempio cartelli stradali).
Da parte del partner in vena di vendicarsi potete aspettarvi anche altro ancora (rimando a pagine online sul cosiddetto revenge porn).
4

NEL CASO ABBIATE AVUTO LA DISCUTIBILE IDEA DI PRENDERE IN AFFITTO UNA STANZA IN UNA CASA PRIVATA,
potreste invece subire piagnistei e sfoghi personali da parte di chi affitta e limitazioni molto numerose dei giorni in cui permanere, di orari
e della possibilità di vedere persone.
NEI CONDOMINI l’abuso più frequente è forse quello del condomino che accusa il vicino dei rumori che causa invece egli stesso o
discute su riparazioni necessarie (ad es. alla caldaia), ma capita spesso anche che un condomino suoni citofono o campanello o bussi a
varie ore della notte o del giorno e si impegni ad ascoltare e magari anche commentare ogni discorso e non sono rari i casi in cui un vicino
sporca la porta o la zona di ingresso, vi attacchi fogli a scopo diffamatorio, colpisca il muro confinante come a intimare silenzio in assenza
di forte rumore o quando l’eccesso di volume delle voci è un episodio isolato e non avviene di notte; è più raro ma capita anche che il
condomino telefoni aparenti del vicino recuperando il numero dall’elenco o perché informato sul loro luogo di lavoro o che riesca a
telefonare al cellulare del vicino stesso; la violenza fisica purtroppo è da mettere in conto, anche se sui giornali vengono commentati solo i
casi più gravi; un abuso particolarmente irritante e frequente è quello dell'artigiano che viene in orario diverso da quello comunicato per
far apparire ai condòmini che è chi lo ha convocato a essere strano o poco disponibile oppure che disdice all'ultimissimo momento magari
più volte o che rimanda di molto un servizio davvero urgente per cercare di provocare reazioni d'ira da ridicolizzare o per rendere la
vittima più conscia dell'ostilità di cui è bersaglio; il tecnico condominiale, il parente o il falso amico in visita, ecc. che con espressione
sprezzante o aggressiva comunica il contrario di quanto dice a parole, o fa domandine che sono una parodia di test psicologici o
riguardano un argomento che interessa a qualcuno e tutto ciò lo fa perché parla per chi ascolta negli appartamenti e nelle stanze confinanti
o attraverso opportuni apparecchi che amplificano il suono o lo trasmettono.
Tra le modalità di aggressione NEI NEGOZI applicate negli altri ambienti ci sono sicuramente le seguenti: senza ragione evidente
rivolgersi all'interlocutore come ad un bambino, a un individuo “incapace”, malato di nervi, fisicamente indisposto o invalido, a un cane,
ecc. (facendogli fretta, con il tono o la scelta del lessico o degli argomenti, inventando ridicole scuse, dando assurdi nomi al rapporto,
fingendo premura, interpretando a caso silenzi o brevi risposte, facendosi accompagnare da uno studente di Psicologia o Psichiatria
all’appuntamento, ecc.); trasformare il malcapitato in “oggetto”, approfittandone in modo particolarmente sfacciato e nello stesso tempo
cercando di danneggiarne l'immagine (per esempio causandogli un danno estetico provvisorio, vendendogli una sua foto mal fatta o mal
scelta, curiosando tra il materiale consegnato, facendogli proposte ridicole o dannose, colpevolizzandolo di un incidente avvenuto in
negozio e avanzando la pretesa che vi rimedi di persona, truffando sul prezzo inventando difficoltà, sfruttandolo per farsi pubblicità o per
diffondere una lamentela, ecc.); avvicinarsi al cliente mentre si trova con qualcuno e ascoltare quanto dice, nascondendolo attraverso lo
svolgere intanto qualche attività che richiede poca concentrazione o mediante le chiacchiere superficiali con un collega/amico; organizzare
incontri con amici o colleghi dove il cliente si è recato o inviarlo da loro; invitare amici nel magazzino da dove ascoltare l'importo della
spesa fatta dal cliente e osservare con i commessi nel suo camerino attraverso le telecamere usate in quasi tutti i negozi di abbigliamento;
entrare nel camerino occupato dal cliente o aprirne di scatto la tenda; far suonare l’antifurto quando il cliente esce, senza mai controllare o
trovare oggetti rubati; fornire risposte lunghe su questioni ovvie o semplici a domande in realtà non poste; sollecitare senza necessità il
cliente a pagare o consegnare; chiedergli di passare un oggetto o di andare in una stanza dando indicazioni confuse o sbagliate; rimarcare
il tempo necessario a semplici e legittime operazioni richieste (es. quella di acconto) o far commenti sul tipo o sullo stato (anche se
ottimo) del denaro consegnato o della borsa; far pagare per un lavoro non svolto o consegnare dopo una certa attesa un lavoro svolto a
metà o che disattende le indicazioni lasciate approfittando del fatto che la consegna non è fatta di persona dal cliente, di un preventivo non
regolare o di una presunta difficoltà a difendersi del cliente; rifiutare a parole o nei fatti di fare arrivare merce in negozio su ordinazione;
invitare a far passare avanti altri clienti o a permettere di occuparsi d'altri durante il suo turno; chiedere, dando il “tu”, che il cliente parli
dando il “lei” o non ricambiare l'uno o l'altro oppure passare dal primo al secondo quando si vuole mancare di rispetto davanti agli altri o
si pensa di poter così acquisire autorità e intimorire; lasciare solo un cliente in negozio restando a lungo in magazzino, se lo si è visto
entrare, o andando là o fuori con qualche scusa senza tornare in tempi brevi, per vedere cosa fa il cliente e per far sì che chi entra lo trovi
solo e quindi in condizioni generalmente adatte per rubacchiare; chiedere il numero di telefono senza reale necessità o con una
motivazione diversa da quella data, fare domande personali o creare un clima di complicità da sfruttare in seguito per dare consigli deleteri
o interessati in modo esplicito o indirettamente o per applicare comode etichette; presentarsi in coppia assumendo premeditatamente
opposti comportamenti e ruoli; assumere deliberatamente comportamenti opposti a seconda delle altre persone presenti o alla seconda
visita del cliente rispetto alla prima; diffamare il cliente per proteggersi dalle giuste reazioni e intanto infastidirlo riempiendo proprio
l'espositore o gli scaffali che egli sta osservando o mandando dei clienti amici a fingere di osservarli magari smuovendoli nervosamente o
con fare aggressivo, alzando molto il volume della musica quando è l'unico cliente, tenendo chiuse le porte automatiche quando il cliente
deve uscire finché egli si volta o accenna a tornare sui suoi passi, ridendo, fissandolo a lungo o focalizzandosi su un suo difetto fisico
irrilevante o su una sua debolezza nota di quel periodo, proponendogli di fare cose assurde o imbarazzanti, parlando al suo arrivo con
amici e colleghi di psichiatria, di furti nei negozi o di conversazioni spiate in casa sua dai condomini oppure, quando si sa che il cliente
visiterà il negozio, facendogli trovare lì adolescenti o perfino bambini invitati ad aggredirlo oppure un malato di mente che si sarà prima
invitato a imitarne un comportamento o a fargli complimenti e altre dichiarazioni indicanti un'affinità.
Le tecniche di vendita vere e proprie e poco oneste sono un argomento a parte, per conoscere il quale rimando al paragrafo sulle tecniche
di persuasione più indietro. Tuttavia vorrei ricordare anche qui quella chiamata “colpo basso”, che implica l’offerta di sconti ritirata al
momento del pagamento appositamente rimandato con qualche espediente, perché è degno di nota che siano molti coloro che non sanno
difendersene nonostante il fatto che siamo tutti continuamente esposti a offerte e omaggi.
ABUSI FREQUENTI NEI MEZZI DI TRASPORTO E NEGLI UFFICI O NEGOZI IN ZONA STAZIONE: Chiunque abbia qualcosa di
cui lamentarsi o da pubblicizzare può parlarne con un amico in autobus o con l'autista contando sul fatto che la conversazione sarà
ascoltata anche da una persona notoriamente molto spiata in casa propria da persone che la danneggiano e spesso portano lontano alcuni
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dei suoi discorsi. Chi condivide con voi la carrozza del treno, l'autobus, ecc. può ascoltarvi attentamente, ridere di voi senza però
guardarvi, rispondere a domande poste al vostro compagno fingendo di parlare ad altri e al limite può registrare o filmare con lo
smartphone ciò che dite al vostro vicino di posto o al telefono, magari facendo discorsi pochissimo impegnativi con altri per dissimularlo
se vi è poco discosto. Chiunque può vedere dove il nuovo arrivato o il diffamato si reca e osservarne gli spostamenti e non troppo di rado
lo fa d'accordo con altri, tra i quali non manca mai di solito un controllore del biglietto delle Ferrovie, impiegati e commessi delle stazioni
e tassisti. L'impiegata di un ufficio informazioni del servizio autobus ad una vostra affermazione (di qualunque genere) può rispondere
come se aveste fatto delle domande la cui risposta è ovvia o comunemente nota o implicanti da parte vostra giudizi offensivi o pretese di
vario genere (di tempo non dovutovi, di non pagare, di non firmare certi biglietti del treno che lo richiedono) e ciò al fine di agitarvi e
soprattutto di diffamarvi presso la gente in coda o in attesa, la quale sentirà la sua "tirata" senza aver potuto udire quanto voi avevate detto.
L'autista dell'autobus può offendere il passeggero con critiche dirette o domande impertinenti o tentare di metterlo in ridicolo nei modi a
lui possibili, per esempio dicendogli di chiedere ai passeggeri di vendergli un biglietto se il suo non è in condizioni perfette e quindi non
viene obliterato. Il tassista può avere modi scortesi, tenere aperto il finestrino in pieno inverno ignorando le vostre lamentele (magari
quando state tornando da una visita medica) o può farvi scendere nel luogo sbagliato approfittando del fatto che non siete del posto.
ABUSI TIPICI PER STRADA: è frequente il caso del passante che "si offre" o accetta di dare indicazioni stradali o accompagnare sul
posto per vedere dove il nuovo arrivato o il diffamato si reca. I passanti possono osservare gli altrui spostamenti, anche d'accordo con altri.
Il passante che chiede gentilmente facili indicazioni stradali in luoghi che conosce bene può farlo per osservare, giudicare e mostrare
l'eventuale mancanza di chiarezza e disinvoltura nel darle, il fatto che ci si senta assurdamente in dovere di farlo, il modo brusco di
rifiutarle o il corrispondere modi e accenni confidenziali. In certe situazioni sono molti i passanti che danno indicazioni sbagliate o
volutamente molto confuse circa il luogo dove recarsi per ridicolizzare con altri i movimenti del cliente o fargli perdere tempo. Non
mancano mai gli sfaccendati e i ragazzi del paese che immancabilmente arrivano in gruppo dovunque la persona diffamata si sieda
all'aperto per infastidirla in modo diretto (con sguardi insistenti, espressioni del viso aggressive ecc.) I condomini e la gente del paese
possono recarsi sotto casa della vittima di turno o nell'appartamento confinante e ripetere alla lettera cose da essa dette in casa. Non
mancano nemmeno gli uomini e i ragazzi del paese che sciolgono dal guinzaglio uno dei loro più grandi cani addestrati e lo mandano solo
ad intimorire la persona diffamata in una strada un po' fuori mano di paese dove non ci siano passanti e dove gli abitanti, avvertiti, stiano
in casa oppure che comandano al cane di abbaiarle contro da vicino per strada mentre lo tengono al guinzaglio.
Decidendo di servirvi di una banca tenete presente che il rischio di perdite al crollo delle Borse è maggiore e ciò che si sa di come alcune
BANCHE siano state coinvolte per lo meno in investimenti ad alto rischio consigliati mentendo o pretesi in cambio di mutui o prestiti,
riciclaggio di denaro sporco, evasione fiscale, aggiramento della legge sulla quota legittima di successione e, almeno con una legge-truffa
di alcuni anni fa spiegata su Rai 3, anche furti di grande conseguenza portati a termine grazie al solito sotterfugio della comunicazioni ai
clienti scritte in carattere minuscolo e senza preavviso . Le banche possono prestarsi al furto dei parenti, se questi propongono di bloccare
dei soldi in un conto a parte (es. della “cassa peota”) di un parente (del figlio per esempio) fino al raggiungimento di un certo obiettivo
anche se quest’ultimo dipende anche da fattori estranei alla volontà o è dubbio che il conseguirlo sia utile e quindi davvero nelle intenzioni
di quel parente.
ALLE POSTE i comportamenti negativi possono essere in parte simili a quelli tipici degli altri impiegati e segretari a diretto contatto con i
clienti e a quelli frequenti nei negozi (rimando al precedenti paragrafi sugli abusi negli uffici in zona stazione e nei negozi), ma, almeno se
si vive in un momento difficile che ha provocato una debolezza appariscente, ce ne possono essere altri che sfruttano il fatto che non si sta
di solito poco tempo allo sportello: i soliti sfaccendati (in genere molto giovani) o altre persone ostili si raccoglieranno durante l’attesa in
coda e attaccheranno quando il loro bersaglio è allo sportello e ciò sia in modo diretto che indirettamente (tipiche sono le risate fatte senza
guardare la vittima ma sottolineanti ogni singola parola aggressiva dell’impiegato che aveva preparato l’incontro a questo scopo); a volte
il lungo tempo richiesto da alcune operazioni dà modo di fare molti commenti fastidiosi non apertamente aggressivi cui è difficile per tutti
reagire (in questi casi impiegati e direttore approfittano di confidenze origliate da altri e in genere da condòmini del loro cliente). Sono
situazioni che si possono verificare in qualunque caso si sia bloccati per diverso tempo in un luogo (se si è BARISTI, BANCONIERI o
CASSIERI, si avrà quasi certamente qualche esperienza simile).
Uno dei problemi frequenti solo in posta è invece che gli impiegati non informano a voce per tempo del fatto che non vi si può fare il reso
di alcuni oggetti acquistati online (es. cellulari con pile al litio).
ALCUNI ABUSI POSSIBILI ALLA CASERMA DEI CARABINIERI: Con maggiore o minore frequenza e non sempre a seconda delle
situazioni personali, in una caserma potrebbe capitare di incontrare i seguenti casi: in coppia uno dei carabinieri fa il duro mentre il
collega finge di cercare di rendere più accomodante il collega e magari dà qualche consiglio o informazione ovvia o comunque non
risolutiva oppure tace fingendo – male – compassione per chi li ha chiamati (preparatevi perché è quasi prassi, tanto che in un libro ho
trovato questa performance, della quale ho esperienza personale, sotto il nome di “la solita pagliacciata del poliziotto buono e di quello
cattivo”); il carabiniere sconsiglia di denunciare minimizzando il reato quando non è molto grave oppure approfittando della difficoltà di
reagire di chi ha subito un grave abuso; il carabiniere rifiuta di fornire informazioni chiare di sua competenza e consigli utili o ne dà di
false; il carabiniere lascia intendere che accusa chi desidera denunciare un reato (es. un furto alla moglie) proprio di quel reato; il
carabiniere ride delle violenze riferite o rifiuta comunque di fare qualcosa per fermare chi ne ha minacciate di gravissime dopo tanti abusi
minori; il carabiniere telefona a un collega del vecchio comune di residenza della persona che gli si è rivolta motivando la telefonata
inventando di sana pianta che la persona gli ha parlato molto di lui e ciò per incoraggiarne la comunicazione di informazioni sommarie e
per avere parte e conferma di impressioni del momento basate su stantii pregiudizi; allo scopo di intimidire o creare disagio, uno dei
carabinieri finge di prendere chissà quali appunti o di mettere per iscritto chissà quali commenti mentre una persona sta parlando al
collega; per intimidire o per fare dei test sulla capacità di reazione, il carabiniere parla del potere, dell'ingiustizia e della violenza
legalizzata della Psichiatria e di quella permessa ai genitori (ad esempio afferma di rimpiangere i tempi in cui nei manicomi si entrava
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ancora più facilmente e non si usciva che in casi rari, parla di ragazze abbandonate dai familiari per strada e poi internate in seguito a
colloqui di cinque minuti non filmati, dice di obbligare i suoi figli minorenni a vivere con lui, ecc.); con intenzioni malevole il carabiniere
consiglia un certo medico, un certo ospedale o un tale avvocato, perchè chi si rivolge a lui è stato diffamato, è noto per essere in contrasto
con persone dotate di una certa autorità oppure semplicemente ha delle apparenze poco favorevoli a un giudizio positivo e obiettivo; il
carabiniere risponde a una seconda chiamata al 112 fatta in un breve arco di tempo e non manda nessuno sul luogo, perché la vittima di
aggressione alla prima occasione non è stata in grado di spiegarsi bene in presenza dell’aggressore a causa dell’agitazione o anche di
difficoltà particolari nell’esprimersi e perché questa seconda volta l’aggressore tace durante la telefonata perché non più sorpreso come era
stato durante la prima (in questi casi i carabinieri possono arrivare anche a mettere in giro la voce che la persona in questione abbia delle
allucinazioni nonostante la situazione familiare e personale difficile della vittima sia abbastanza nota a molti da tempo e sebbene durante il
primo sopralluogo né aggressore né testimoni abbiano negato l’aggressione fisica); il carabiniere, che ha accettato infine di avviare una
denuncia, avvisa che i tempi saranno lunghi e poi rimanda di anno in anno, perché prevede che il cittadino non insisterà non sapendo come
procedere, disponendo di poco denaro o non dando sufficiente importanza alla faccenda (tipico è il caso di chi vuole il nominativo di chi
lo ha infastidito al suo telefono fisso, perché la Telecom non lo dà se non previa denuncia anche quando il cliente è già stato più volte
importunato nello stesso periodo in questo e altri modi).
FUORI DALLA CASERMA ciò che è più prevedibile in certe situazioni è di essere seguiti dalla loro auto più volte mentre si è nella
propria o in autobus o che la loro auto si fermi dove si sta attendendo l’autobus o, ripetutamente, davanti alle strisce pedonali che si sta
attraversando: lo scopo è diffamare e intimidire.
Tutto ciò accade a prescindere dal rispetto della legge della persona presa di mira.
Questo elenco riguardante i carabinieri proviene dalla lettura di articoli di riviste comuni e pagine internet e anche dall’esperienza
personale o riferitami. Naturalmente seleziono le esperienze negative allo scopo di aiutare le persone a prevenirle, prevederle e reagirvi
con più facilità, ma ciò non significa che si debba aspettarsi spesso questo tipo di negligenza e di abusi dalle forze dell’ordine.
COSA PUÒ CAPITARVI A SCUOLA SE SIETE DEI DIVERSI: Riguardo al bullismo, vorrei far riflettere su come a scuola non viene
mai inquadrata l’aggressività crudele con cui psicologi e psichiatri e, grazie soprattutto alla loro connivenza, moltissime persone in ogni
ambiente trattano bambine e ragazze che appaiano loro incapaci di gestire la propria emotività e si finge di ignorare le nozioni
particolareggiate al riguardo dovute all’esperienza e allo studio della storia e dei miti e divulgate da libri specializzati e onesti. Viene da
chiedersi, di fronte all’accanimento della maggioranza degli insegnanti stessi sulle studentesse emotive (spesso peraltro tali soprattutto
perché vittime di gravi abusi da parte dei familiari e dei compagni di classe, oltre che dell’età), perché essi non riportano mai notizie che
possano far comprendere la portata di un disprezzo tanto generale in ogni società, come per esempio quando a proposito dell’Inquisizione
medievale non dicono che venivano bruciate come streghe anche le bambine. In scuole di ogni livello comunque si vedono professori
poco competenti negli aspetti dell’istruzione umanistica meno formali e superficiali e inoltre instabili e aggressivi: nel giudicare i ragazzi,
maestri e professori sono in genere indifferenti rispetto alle loro condizioni di vita e reali possibilità e agiscono in contraddizione con i
messaggi dei testi e dei programmi e con ciò che di più essenziale si richiede a un educatore (leggete in proposito almeno Lo sviluppo
della personalità di C. G. Jung). Ci sono anche casi di professori che contattano la psichiatria a proposito dei loro studenti (rischiando
quindi di rovinare loro la vita intera) senza sapere assolutamente nulla di dove, come e con chi passano le loro giornate o senza tenerne
conto e facendosi guidare meramente da antipatia personale, magari provocata proprio dall’esigenza, normale in un bambino e in un
ragazzo molto trascurato o maltrattato dalla famiglia, di ricevere dai suoi insegnanti informazioni essenziali sugli aspetti quotidiani del
vivere e una vera cultura, al posto delle quattro nozioni vuote che gli vengono ripetute a scuola, oppure suscitata da quell’emotività
eccessiva che è lo stato normale di chiunque da giovane viva da diverso tempo una situazione di estremo disagio. E non ho mai conosciuto
un insegnante che tenesse conto del fatto che un ragazzo non è un adulto che può aver superato quelle difficoltà nel rapporto con l’autorità
tipiche della maggior parte dei ragazzi e che sono particolarmente difficili da dominare e accentuate in quelli tra loro che sono stati
maltrattati dai familiari. Avverto che quanto ho scritto su maestri e professori bulli non è un fatto discutibile e che insegnanti nevrotici,
ignoranti e aggressivi sono quasi la norma a ogni livello dell'istruzione scolastica, anche a quello universitario: si concedono moltissime
libertà, indifferenti ai regolamenti scolastici e a volte alle minime norme di buona e sana condotta, tanto non vengono in genere denunciati
e, quando lo sono, al massimo vengono semplicemente trasferiti in una nuova istituzione scolastica (magari perfino in una scuola o
università più vicina alla loro abitazione). Inoltre non vanno mai sottovalutate le parzialità comuni a insegnanti di scuole di ogni livello,
pregiudizi e comportamenti interessati che portano questi ultimi a esaltare violenti rozzi e dall'intelligenza scarsa o notevole ma oltremodo
arida e rigida (debole quindi anche se perfetta per tutte le università e la maggior parte dei lavori) purché abili nel rispettare norme non
scritte. Gli insegnanti in genere sono sempre pronti a tacciare di stupidità gli emotivi al loro primo blocco ostinato - con il disprezzo dei
libri di Bettelheim e dei padri della psicanalisi che ci si può ben aspettare - e ad ostacolare con ogni mezzo gli emotivi e i nevrotici più
imprudenti o più irritanti a causa della loro diversità e fragilità o del loro bisogno di giustizia: si può affermare che la causa principale del
bullismo e delle sue conseguenze, spesso gravi anche dal punto di vista fisico, sono gli insegnanti, al punto che a volte lo provocano dal
nulla con critiche continue alla vittima scelta, così cercando di spingere gli alunni ad allearsi nel bullismo in cambio di voti più alti e aiuti
di ogni genere all’esame finale.
E bisogna tener presente anche il fatto che molti degli individui che più contano socialmente cercheranno probabilmente sempre di
impedire a emotivi e nevrotici (più spesso ragazze che ragazzi) di ottenere il diploma (soprattutto liceale) e laurea o di far dare loro un
voto finale basso, perché in generale non si vuole che queste persone considerate inferiori si presentino agli altri come diplomati e inoltre
perché si vuole rendere loro con ogni mezzo difficile difendersi (il giusto rancore inevitabilmente accumulato da simili vittime è per gli
intolleranti pericoloso) e lavorare (li si vuole umiliati e sfruttati...del resto qualcuno deve pur esserlo, dal loro punto di vista!). Si cerca a
volte di fare lo stesso, del resto, con chi ha qualche deficit di apprendimento o non sa concentrarsi e studiare: so che ci sono insegnanti di
scuole elementari e medie alla caccia costante di questi limiti e che chiedono con insistenza incredibile che ogni studente appena sotto la
media venga isolato in classi a parte con chi ha veri e propri handicap o venga definito clinicamente come portatore di un deficit
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intellettivo e assegnato a un insegnante di sostegno e lo fanno giustificandosi con il bisogno di non far restare indietro gli altri, come se si
trattasse di un’azienda! Considerate che il troppo impegno e l’ansia alle scuole superiori hanno già compromesso la salute fisica,
l’equilibrio mentale e tutta la vita sociale e lavorativa di molti giovani. Né dai compagni né dagli insegnanti i più deboli e i “diversi” sono
ben accettati a scuola nemmeno al Liceo Scientifico e Classico o alla facoltà di Lettere, dove chi è sensibile agli stereotipi presume
assurdamente che debbano raccogliersi persone sensibili o per lo meno istruite, educate e tolleranti, al punto che niente vi salverà in questi
ambienti se non potete evitare di farvi notare e di essere giudicati dei diversi, nemmeno se studiate con disciplina e possedete interesse
spontaneo, tenacia, sensibilità e intuito letterari, qualche abilità nello scrivere e doti intellettuali di collegamento, di analisi, di sintesi, di
logica, se non proprio una buona memoria meccanica: anche chi inizialmente si stupirà delle vostre capacità e si dimostrerà tollerante
evitando di aggredirvi o dandovi voti alti e giudizi scritti elogiativi, finirà col tempo certamente per credere di essersi illuso o di essere
stato ingannato da voi e per considerarvi stupidi o per considerare insignificanti le capacità innegabili dimostrate, cioè per vederle in
qualche modo annullate dal vostro stato di pazzi, di “mezzi pazzi” (“idioti”, borderline) o perfino “ritardati”, perché la nevrosi degli
adolescenti e dei giovani è forse l’argomento su cui hanno più e ben scritto Jung e Fromm e le capacità di chi ha il centro cerebrale a
destra sono state chiarite da Millètre, eppure quasi tutti vivono come se non fosse mai stata fatta e scritta alcuna osservazione al riguardo.
Le ragioni del disprezzo saranno un’interrogazione andata particolarmente male, strane brutte copie dei compiti in classe, tic verbali o
fisici, pianti o infantilismi passeggeri in momenti di stress, parole o azioni contraddittorie, molti momenti sovrappensiero o episodi di
timore, ansia, aggressività e pretese non spiegati per timidezza, ecc.. Salvo rare eccezioni, nessuno vuole accettare che una persona con
alti (magari molto alti) possa avere bassi tali da apparire ai più incomprensibili anche in una persona mediocre (per quanto occasionali tali
“bassi” siano), perché ciò fa sentire costretti o spinti a sopportarne le debolezze imprevedibili: quasi tutti sono alla costante ricerca di
qualcuno con le caratteristiche adatte a fare da valvola di sfogo e anche da comodo oggetto di paragone per esaltare se stessi e inoltre
quasi tutti possono tollerare un violento criminale infinitamente più facilmente di una persona spesso debole e ridicola (dal loro punto di
vista), che non diverte, non si arrangia, non fa fare bella figura, non condivide alcuni loro gusti od obiettivi, non si adatta (magari anche
solo per un forte e innato senso di giustizia), non sa recitare sempre la stessa parte e chiede o sembra chiedere loro comprensione e aiuto
più ancora che tolleranza e giudicarli per la mancanza di tutto ciò (e il motivo per cui una persona è in un certo periodo in modo
appariscente e fastidioso debole e/o diversa non ha mai importanza per la stragrande maggioranza delle persone che né cerca tale motivo
né lo accetta se le viene infine spiegato).
SINTESI SU COSA SI DEVE ASPETTARSI DAGLI INSEGNANTI IN OGNI TIPO DI SCUOLA: Riguardo al bullismo tipico di molti
insegnanti e in particolare degli insegnanti di Italiano, si deve considerare peraltro che esso può significare subire aggressioni continue che
sono a volte molto serie e concentrate su un unico studente, altre volte più spensierate ma letteralmente al livello dello sfottere dei
tredicenni: conosco insegnanti che non si sono certo negati il piacere di tacciare di stupidità e tormentare anche dopo l'abbandono o la
conclusione della scuola qualunque studente nevrotico esasperatosi per queste loro abitudini indipendentemente dalle lodi e dai voti alti
assegnatili prima di quello sfogo magari pure indiretto; ci sono comunque insegnanti che hanno concentrato sistematicamente le loro
"battutine" su almeno quattro o cinque studenti in ogni loro classe, sottolineandone nel modo più volgare la timidezza o debolezza, il non
essere apprezzati dai compagni, il non essere più vergini e l'avere mestruazioni, malattie e tic fisici e verbali e ovviamente i difetti fisici o
dell'abbigliamento (una ragazza né bella né fashion deve aspettarsi, perfino negli ultimi anni di liceo, di essere definita "brutta" dalla
cattedra a più riprese e può subire violenze anche fisiche durante le lezioni... magari in palestra). Non mancano però gli insegnanti (di
liceo, universitari, ecc.) che si concentrano su un solo studente, fissandolo costantemente o comunque con insistenza in aula mentre fa
lezione a tutti. Ci sono insegnanti che arrivano a difendere un preteso diritto alla violenza fisica dalla cattedra, subito dopo il verificarsi di
un atto di bullismo violento su uno degli studenti, per esempio parlando in questi termini della violenza negli stadi, spostando il discorso
sulla violenza di genere oggi o nella storia (quest’ultimo caso capita ovviamente se la vittima della violenza è una studentessa!). Gli
insegnanti a volte sono persone prive di vita personale o sociale che investono troppo sulla scuola, fino a imporsi di continuo, a
partecipare alle feste di compleanno degli studenti sedicenni fuori dell'istituto, telefonare a casa di alcuni, inviare mazzi di fiori a
studentesse di bell'aspetto, andare a letto con una studentessa durante una gita scolastica, fare spostare di banco periodicamente tutti
facendo sempre in modo di avvicinare studenti incapaci di difendersi ai bulli più aggressivi, dare voti fantasiosi (un esempio che conosco
è “Uno meno meno“, voto dato dall’insegnante di Italiano a un mio compagno di liceo, e un altro esempio è -1, -2, ecc. ovvero la serie
sotto zero ottenuta da un’insegnante liceale di latino togliendo un voto per ogni singolo errore nella traduzione) oppure, nel giudizio di
fine anno, fare la "media" tralasciando un voto scritto alto (dicendo magari di aver perso il componimento), giudicando arbitrariamente le
interrogazioni di uno studente con voti alti negli scritti (dichiarando che il modo di dare le risposte esatte nell'orale non è di loro gusto o
interrogando chi è chiaramente fisicamente indisposto) dando voti bassissimi a compiti sì mal fatti ma riguardanti libri del tutto inutili e
inadatti agli studenti scelti in base a gusti personali, esasperando con l'obbligo a tradurre dal greco o dal latino sempre lo stesso paragrafo
o perfino decidendo il voto di uno degli studenti di ogni classe in base a criteri di giudizio folli (ad esempio il criterio di un mio insegnante
fu di dividere per tre il numero di temi svolti a casa) e tutto ciò senza mai il minimo timore di una denuncia. Ci sono anche insegnanti che
fanno leggere ai compagni di classe, ai colleghi e a psichiatri i temi di alcuni studenti per sfruttarne i giudizi personali lì espressi a loro
svantaggio, magari anche sfruttando l’articolo 57 sullo stato di necessità se lo studente mostra depressione o si esprime sul suicidio. Il
fatto è che il governo e le consuetudini rendono difficile denunciare un professore se non è la classe intera a richiederlo e a documentare
gli abusi (il che è raro) e soprattutto ciò che gli studenti possono ottenere dalla denuncia si limita al trasferimento altrove del docente (per
gli insegnanti non c'è mai un danno economico e anzi ciò può tradursi per alcuni di loro in un vantaggio, con un risparmio notevole sulla
benzina se la nuova scuola è molto più vicina alla loro residenza). Quasi sempre questi insegnanti sono sostenuti attivamente da studenti
aizzati di varie classi e dai colleghi, alcuni dei quali partecipano alla diffamazione, all'umiliazione e agli altri abusi nei confronti della
vittima che più è presa di mira. A volte alcuni studenti arrivano a contattare per anni ogni tanto i genitori di un compagno a sua insaputa se
li vedono indifferenti o ostili al figlio e desiderano approfittarsi delle apparenze che gli sono contro (come accade in genere in famiglie
simili) a suo danno. Per quanto riguarda i docenti, spesso si tratta di insegnanti con una competenza fittizia (magari si vantano di
conoscere a memoria la Divina Commedia o... i pochi libri di testo in programma!), di persone troppo prive di coscienza e sensibilità per
leggere, comprendere o accettare gli insegnamenti elargiti dai capolavori della letteratura, della filosofia e della storiografia di ogni tempo,
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da saggi e manuali di psicologia, dai manuali di politica mondiale e a volte anche dai testi recenti su questioni di attualità. Bisogna
ammettere che frequentemente gli insegnanti di Italiano di licei e università sono persone prive di un bagaglio personale di buone letture,
perché in Italia ci si laurea in Lettere e ci si specializza senza essere tenuti a leggere; inoltre ci sono insegnanti che quasi si vantano di aver
letto e di leggere poco, magari affermando di essere troppo impegnati a prepararsi per continui concorsi pubblici quanto prima della laurea
per gli esami: la situazione è insomma agli antipodi di quella delle migliori università americane di Lettere, se è veritiera la descrizione
che ne fanno alcuni romanzi come Il mondo secondo Garp di Irving. Ci sono anche insegnanti di Italiano che basano la loro convinzione
di essere intelligenti e competenti sui loro risultati in alcune materie scientifiche o sulla loro capacità di memorizzare in fretta dati non
legati da concetti (numeri di telefono, il vocabolario di un'altra lingua, gli ingredienti di un cocktail, ecc.), come se ciò avesse qualche
attinenza con le capacità innate e acquisite necessarie agli insegnanti di tale materia (forse i saggi di Jung, Gardner e Millètre potrebbero
dar loro qualche delucidazione al riguardo, ma gli insegnanti non sono tenuti dalla legge a adeguare ad essi le loro convinzioni
narcisistiche e arroganti). Ciò in genere torna loro utile quando seguono la prassi della maggioranza degli "insegnanti" di Italiano, che non
insegnano in genere a fare una ricerca e nemmeno come scrivere un buon tema, un saggio breve e ben argomentato, una lettera di
carattere formale o il risultato di una ricerca con tanto di adeguata presentazione e grafici o almeno una buona risposta sintetica e precisa e
si limitano a ripetere quanto è scritto nei soliti pochi libri di testo e a dare quasi quotidiani “giudizietti” del tutto arbitrari di fronte a un
pubblico di sottomessi o cinici spesso incapaci o ignoranti. Nelle università è poi frequente agli orali il disporre per ultimi gli studenti
presi di mira se li si sa preparati o abili in modo da poter più facilmente porre loro domande al di sotto del livello medio o insensate e per
poter nascondere agli altri le loro capacità e i voti inadeguati. Nelle università capita spesso anche che gli studenti vengano disposti senza
il dovuto ordine casuale tra due insegnanti dello stesso corso quando il programma di uno dei due sia notoriamente molto più semplice.
Ciò che più è importante ricordare riguardo alle conseguenze del contatto con gli insegnanti è comunque, secondo me, il rischio che
corrono gli studenti privi dell'appoggio della famiglia e ansiosi o con una vera e propria nevrosi (rimando al paragrafo precedente).
Informatevi comunque su BES e DSA - categorie in uso nelle scuole da qualche tempo per classificare gli studenti - e chiedetevi come la
maggioranza in genere si serve e si è sempre servita di ogni "etichetta" affibbiata agli altri e cosa possono comportare per lo sviluppo
psicologico e per la salute fisica le sovra-diagnosi di un disturbo mentale (sempre più frequenti di quanto non si creda, dato che è
particolarmente difficile giudicare bambini e ragazzi e che, se per qualsiasi giudizio umano esiste la possibilità dell'errore, tanto più gli
sbagli sono possibili quando non c'è interesse a non farli a causa della posizione di debolezza in cui si trovano gli alunni rispetto agli
adulti.
Tenete presente anche che la legge italiana stabilisce che per i minori di 14 anni non sia mai prevista la galera qualunque reato compiano e
che per i ragazzi tra i 14 ei 18 anni la possibilità e il tipo di pena per i reati dipendano dall'arbitrio del giudice. In questo contesto non
stupisce che al telegiornale spesso non si metta in evidenza la vera natura dei casi gravi di bullismo e che le riviste sminuiscano il ruolo, in
realtà decisivo, degli insegnanti, attribuendo la colpa ai genitori e a TV, Internet e videogiochi.
Sul bullismo dei compagni di scuola online e sulla grande aggressività su Facebook e altrove in rete leggete gli articoli sulle riviste, pagine
internet e almeno Il mondo nuovo. Manuale di educazione civica digitale (A. B. Saladini).
INADEGUATEZZA DELLA SCUOLA A PREPARARE ALLA VITA: Potreste considerare i seguenti testi: lettera 49 di Lettere a Lucilio
(L. A. Seneca); Della pedagogia nei saggi (M. de Montaigne); Senofonte e Machiavelli in Operette morali (G. Leopardi); il secondo
capitolo di La scuola dei dittatori (I. Silone); anche solo per un inquadramento storico il capitolo L’università di massa: espansione, crisi
e trasformazione e soprattutto il capitolo Cambiamento senza riforma: la scuola secondaria superiore negli ultimi trent’anni in Fare gli
italiani. Scuola e cultura nell’Italia contemporanea (a cura di S. Soldani e G. Turi) del 1993 e possibilmente anche un testo analogo più
aggiornato da ricercare a Scienze Politiche o altrove; la seconda metà del capitolo La lettura in Walden, o la vita nei boschi (H.D.
Thoreau); i capitoli sull’istruzione scolastica di Avere o essere (E. Fromm) e Lo sviluppo della personalità (C. G. Jung); Educare al
comprendere. Stereotipi infantili e apprendimento scolastico (H. Gardner); Come un romanzo (D. Pennac). Da sempre sono stati scritti
libri di ogni genere contenenti critiche ai programmi scolastici inutili per i più giovani, che hanno bisogno prima di tutto di conoscere la
natura umana e le leggi della violenza e della stupidità che regolano la vita sociale (il testo più antico che ho letto in proposito è Satyricon
di Petronio, che attacca la scuola nelle prime pagine). Informatevi anche sul giudizio che in genere si riserva o si riservava alla
banalizzazione tradizionale della poesia di Francesco Petrarca e a Dante Alighieri nelle scuole italiane prerisorgimentali e all'estero
(rimando almeno a Il Pentameron di W. S. Landor, al giudizio di Goethe in Viaggio in Italia e all'introduzione di Guido Bezzola a Rime di
Petrarca nell'edizione BUR). Segnalo Scuola e società (J. Dewey) e il programma di Lipman che, negli anni '70 del '900, riprese alcune
delle idee di Dewey, le quali sono da considerare insieme alla citazione da Bruner nel primo modulo di La dimensione psicologica per
ultimi anni del liceo delle scienze umane (per la critica al metodo sia di Bruner che di Dewey) ma anche insieme al paragrafo 1-2.3 di
Dialoghi ininterrotti (P. Bastianoni) sul laboratorio espressivo closlieu di Arno Stern e imitatori; Il mondo è la prima scuola (Comenio).
Leggete per intero il paragrafo 7 del capitolo 4 di Progettare la ricerca empirica in educazione (Coggi-Ricciardi) oppure pagine onlinee
altre fonti di informazioni sui molti limiti (del resto intuibili o noti a tutti per esperienza) di predizione (a livello lavorativo) e di
valutazione (obiettiva!) delle prove scolastiche tradizionali e soprattutto sulle innovazioni utili seguenti tra quelle già sperimentate da
qualche tempo almeno in America: scale prodotto e tabelle sul modello Guildford per assegnare il voto, "portfolio" (show case o di
presentazione), prove "semistrutturate" come gli utilissimi saggi brevi su eventi e situazioni determinati su cui argomentare con specificati
criteri di elaborazione (es. 10 righe, 2 esempi concreti, almeno 5 argomentazioni) e stesure di testi diversi dai temi e tra loro (es. un
messaggio informativo, una descrizione, una lettera di consigli, un testo pubblicitario, un saggio a carattere personale, un elaborato con
uno stimolo di natura visiva, un riassunto, ecc.), "reattivi di profitto", prove "oggettive" con risposte prestrutturate e standardizzate nella
loro creazione e valutazione, prove "strutturate di classe" (create dall'insegnante, ma abbastanza simili a quelle oggettive) e soprattutto
prove di problem solving applicato a situazioni di vita corrente a carattere interdisciplinare (prove proposte dal movimento detto della
valutazione autentica) e programmi di alternanza scuola-lavoro (es. PCTO). È auspicabile che le inchieste di INVALSI e IEA possano
rilevare un utilizzo sempre crescente di queste nuove forme di valutazione anche in Italia. Tutte le nuove prove introdotte di recente
sarebbero probabilmente davvero utili se si accettasse di ridurre molto il numero di quelle tradizionali (in particolare temi a casa e in
classe e interrogazioni orali) e se inoltre si accettasse di svecchiare i programmi (andrebbero alleggeriti di tutto ciò che è ripetitivo,
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lontano dalla vita e inadatto all'indirizzo di scuola superiore e universitario prescelto) oltre che d'inserire in ogni scuola primaria e
secondaria di primo e secondo grado corsi indispensabili per la salute psicofisica e per la vita pratica e lavorativa (informatica, educazione
civica, diritto, economia, servizi sociali, psicologia e medicina). Se ci si decidesse a questo, basterebbe a rendere l'istruzione qualcosa di
razionale che ogni singolo studente, in anonimato o in consiglio di classe, avesse la possibilità di denunciare e documentare (con filmati
autorizzati, ecc.) un abuso ripetuto da parte degli insegnanti (qualora fossero molto aggressivi o si discostassero nella valutazione dalla
prescrizione – presente nei manuali di Scienze dell'Educazione e della Formazione – di annotare i quesiti, socializzare con gli studenti i
criteri di valutazione e utilizzare per essa testi modello, criteri, livelli prestabiliti e standard imposti dal Ministero).
Ciò che più conta è che siano fornite dalle scuole di ogni livello per adolescenti importanti nozioni di psicologia, medicina (non
semplicemente biologia), informatica, economia, diritto ed educazione civica e ai servizi sociali. Si tratta di accennare ai contenuti
rilevanti, fornire titoli di testi dove lo studente interessato possa approfondire e soprattutto aprire le menti degli alunni coltivando in loro
almeno il dubbio riguardo ciò di cui pochi hanno esperienza diretta.
ALCUNE SCUOLE PRIVATE: Vi consiglio di raccogliere una serie di testimonianze su chi, pur non essendo ciellino, ha frequentato per
uno o più anni una scuola privata di CL (sono scuole che possono rovinare la vita intera a chi non appartiene al Movimento Comunione e
Liberazione). Informatevi su chi ha cambiato scuola superiore in seconda o terza classe o ha lasciato una facoltà universitaria dopo aver
sostenuto alcuni esami.
I LICEI: Sembra consigliabile non limitarsi a studiare, ma fare durante l'estate e qualche pomeriggio della settimana alcune esperienze
lavorative prudentemente prive di contatto diretto con il pubblico in modo da affrontare lo studio senza rischiare di prenderlo troppo o
troppo poco sul serio e da avere maggiore probabilità di trovare una soluzione o saper abbandonare tempestivamente se la situazione nella
classe della scuola si rivelasse insopportabile o troppo rischiosa. Si deve anche darsi il tempo di leggere quanto è più adatto a rafforzare se
stessi: i romanzi di formazione e i saggi di psicologia e di storia reperibili in biblioteca e su Amazon ed eventualmente le pagine online
sulla dieta sana, sulle malattie più comuni, sull'arredamento, sugli affitti, sul lavoro, sulle leggi sugli abusi dei genitori e sul modo
migliore di documentarli in modo da difendersene o da preparare in segreto la difesa prima della maggiore età quando i rischi possono
essere maggiori. Bisogna aver chiaro che si perde moltissimo tempo, molta energia e si può perdere la salute per sempre con le letture e i
compiti che costituiscono i programmi dei licei e di altre scuole superiori (assolutamente essi non preparano alla vita). In ogni caso dopo
le scuole dell'obbligo un ragazzo dovrebbe scegliere di fare le superiori di più di tre anni solo se si è nutrito con un'alimentazione sana fino
ad allora e gode di buona salute, se è certo di cosa entrambi i genitori vogliono in realtà (al di là delle menzogne che spesso si dicono per
dare una certa immagine ai vicini o ai clienti), se ha già compreso qual'è il metodo di studio più adatto a sè (chi ha un cervello con il
centro cerebrale a destra o ha forme note o poco note di dislessia ha necessità particolari) e soprattutto se ha ormai valutato bene le proprie
capacità di autocontrollo, appreso le abitudini essenziali per avere sempre un aspetto fisico abbastanza curato e dotato l'armadio di abiti
adatti (ciò per evitare problemi con compagni di classe e insegnanti, che, oltre a essere rogne inutili - dato che non si viene nemmeno
pagati per sopportarle -, sono in genere anche più grandi e difficili da gestire di quelli che possono sorgere svolgendo dei lavori ripetitivi e
privi sia di contatto diretto col pubblico sia di contatto frequente con colleghi e titolari). Lavorare fa maturare e radica nella realtà più che
la scuola e di radici soprattutto si ha bisogno prima della maggiore età. Raccogliete informazioni online e in Sinossi di Psichiatria su come
un minorenne già abbastanza indipendente e con un progetto chiaro e prudente abbia anche per legge maggiori diritti e protezione dalle
decisioni autoritarie dei genitori rispetto a un ragazzo molto poco autonomo nel lavoro e in altri aspetti di vita pratica.
I licei in generale vanno, secondo me, sempre sconsigliati ai più per i seguenti validi motivi: sono impossibili o molto difficili da
conciliare con un lavoro contemporaneo o estivo e rilasciano il tipo di diploma meno utile nel mondo del lavoro; si può accedere a molte
se non tutte le Università con qualunque tipo di diploma (o quasi: informatevi) compresi quelli delle o di alcune scuole professionali, che
offrono anche senza essere seguiti da laurea molte più possibilità nel mondo del lavoro di quelli liceali (il diploma liceale non seguito da
laurea è certamente poco o per nulla utile e, se il liceo è di tipo impegnativo, è certamente un titolo conseguito con un impegno
infinitamente sproporzionato alle opportunità lavorative che offre); eccetto Lettere e Filosofia, tutte le università sono molto costose e
affollate; lo studio delle materie affrontate nei licei è in generale in gran parte inutile, tranne forse nel caso di quello linguistico, che però
non è da preferire a scuole che insegnano diverse lingue in meno anni e insieme all'uso del computer; in ogni tipo di liceo non si offre
alcuna guida riguardo alla lettura di quei classici che aiutano chi desidera davvero migliorare nell'arte di scrivere e ragionare (il liceo delle
scienze umane sotto quest'ultimo aspetto è migliore degli altri, ma non in tutti i libri di testo e a prezzo di moltissime inutili ripetizioni).
Se parzialità e pregiudizi sono propri di scuole di ogni livello, le scuole superiori di 5 anni e in particolare i licei espongono di continuo al
contatto da una parte con insegnanti non solo particolarmente nevrotici e aggressivi ma anche in certi casi molto influenti anche al di là
dell’ambiente scolastico e dall’altra con figli di persone mediamente benestanti e dotate di un certo potere. E qualche volta a far
propendere, se non certo decidere, un insegnante per l'ostracismo di uno studente basta davvero poco, come il trovarlo spesso
sovrapensiero e sconcentrato durante i momenti meno impegnativi della lezione o incapace di risposta pronta alle aggressioni o il notare in
lui poca attitudine per le lingue straniere, una scarsa memoria per le liste di nuovi vocaboli, una brutta calligrafia, una difficoltà particolare
in disegno o i movimenti scoordinati in educazione fisica (gli insegnanti non dubitano che queste siano ragioni valide per diagnosticare
"stupidità" o peggio e per tormentare e danneggiare il prescelto e non sono tenuti a informarsi al riguardo, nonostante i testi che
combattono questo tipo di giudizi non manchino di certo). Si consideri l'aggressività dei molti lavoratori convinti che il liceo fatto
seriamente non sia che una sorta di hobby rispetto a qualsiasi lavoro. Non va sottovalutata nemmeno l'invidia piena di astio pericoloso di
coloro che, non diplomati o con diverso diploma, invidiano i liceali (a volte perfino i figli): poichè moltissimi scambiano per intelligenza
il fatto di essere meglio adattati, inseriti, forti e fortunati quanto a famiglia, costituzione e salute fisica, questa invidia è pericolosa
soprattutto quando il rancore che essa alimenta ha come oggetto quegli studenti e soprattutto quelle studentesse che non è raro sentir
parlare a sproposito o nelle quali non si vedono pronte reazioni e risposte: all'amore per lo studio a volte si accompagna una sensibilità
eccessiva innata e immodificabile, che predispone a nevrosi ed è causa frequente dell'insorgere, in alcune situazioni, di automatismi e di
una sorta di angoscia inspiegabile che impedisce di parlare e rende difficile muoversi, una sorta di paralisi con sintomi in parte simili a
quelli degli attacchi di panico (essi un tempo erano più propriamente chiamati crisi di angoscia e non si credeva che fossero accompagnati
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da palpitazioni nella maggioranza dei casi). Non dimenticate, infine, quegli uomini semi analfabeti che odiano le donne che leggono (non
di rado padri di donne che per natura e necessità hanno bisogno di studiare).
Invito a leggere i testi di tre vecchie canzoni italiane: Pigro (Ivan Graziani), Dopo il liceo che potevo far (Edoardo Bennato) e Il niente di
Marco Masini, sempre che sia quest'ultima quella sua canzone in cui si parla di disoccupati avanzi dei licei. Queste canzoni potrebbero
accompagnare un utile confronto tra i programmi vuoti delle materie umanistiche delle scuole medie superiori e dei licei scientifico,
classico, linguistico e artistico da un lato e quelli densi di temi di attualità scottanti e di pagine dedicate allo sviluppo della personalità del
liceo delle scienze umane, che pur tra tanti difetti andrebbe imitato in tutte le scuole superiori di primo e secondo grado.
Nel capitolo sulla scuola secondaria superiore del vecchio libro di testo di Scienze Politiche Fare gli italiani: scuola e cultura nell'Italia
contemporanea del 1993 a cura di Soldani-Turi si esprimeva tra le righe il desiderio comprensibile che l'età in cui concludere la scuola
dell'obbligo venisse estesa ai 16 anni (provvedimento preso in seguito) e fosse ridotto il divario tra scuole professionali e licei, ma non si
considerava che a fare la differenza non è affatto la durata di un corso di studi ma sono gli insegnamenti (i programmi e il controllo sulla
preparazione e sul comportamento degli insegnanti al lavoro) e che sono davvero molti i problemi e i rischi comportati da una spesa
eccessiva per la formazione in termini non solo di denaro ma di energia (la salute e il benessere di un adolescente sono ben più fragili di
quanto credono i più), senza considerare poi che ormai perfino nei manuali creati per i test d'ingresso all'Università, cui dovrebbero
preparare alcuni pesanti licei che non danno alcuna informazione utile a livello pratico, si sconsiglia esplicitamente qualsiasi Facoltà non
scientifica con l'eccezione di Giurisprudenza d'indirizzo attinente alla comunicazione, consiglio giustificato se si considera la lughezza
eccessiva di molti corsi di laurea, ottenuta con continue inutili ripetizioni nei manuali dello stesso indirizzo e iper-frammentazione in
indirizzi, le alte percentuali di laureati disoccupati o male occupati e ciò che si sa delle raccomandazioni e del rischio che si corre a
dipendere dai genitori a 18 o 19 anni. In fondo che la tendenza a protrarre gli ITS da uno a tre anni sia considerata da molti contro ogni
buon senso e allarmante non è senza ragione. Comunque l'imposizione di studi troppo lunghi è oggi una delle ragioni principali addotte da
chi non è benestante per giustificare agli altri la decisione di non avere figli.
Tuttavia credo che si debba riflettere sui problemi analizzati nel capitolo citato del vecchio manuale universitario per valutare quanto sia
oggi ancora valido di quanto vi si affermava nei paragrafi che riporto qui di seguito: "La classe politica per conservare improvvisa e tende
ad appiattirsi sul presente (...) Basta far finta di sperimentare facendo diventare tutto sperimentale, (...) accettare (...) anche soluzioni molto
avanzate confidando che, per il loro stesso essere tali, rimarranno bloccate nell'iter parlamentare tutte (...) salvo eventuali e caotici
provvedimenti d'urgenza (...) Al carattere di urgenza viene spesso associato l'attributo di sperimentale (...) e un certo provvedimento
sperimentale resta di fatto in vigore a tempo indefinito, indipendentemente da riscontri e verifiche (...) Per via amministrativa invece si
possono fare (...) pezzi di riforma (...) incisivi, ma, (...) mancando un progetto d'insieme, c'è una carenza di visione complessiva, che
ostacola la partecipazione italiana ai programmi della CEE, rende difficile il reciproco riconoscimento di titoli di studio e ignora il
problema di una definizione di una comune politica dell'istruzione (...) L'ostruzionismo della maggioranza rappresenta uno dei fattori
principali dell'immobilismo, insieme alle resistenze degli insegnanti e all'immutabilità della burocrazia ministeriale". Il capitolo in
questione metteva sotto accusa anche le asserzioni non provate e le argomentazioni slegate da riscontri pratici di alcuni politici e
pedagogisti, dai quali ogni tanto si è isolato qualche esempio anche pochi anni fa (ricordo ancora un caso discusso a Che tempo che fa),
mentre tralasciava di ricordare le gravi responsabilità di chi ha i propri interessi localizzati nel mercato librario nel persistere delle
consuetudini dannose delle scuole superiori, oltre che delle Università. Il capitolo si apriva per altro ricordando che in Italia la scuola
secondaria di secondo grado era rimasta inalterata in linea di massima dal 1923, sottolineava quindi che essa era la stessa da sette decenni,
alla data di pubblicazione del testo (1993), salvo alcune modifiche non attinenti ai programmi soprattutto degli anni '60... Dal 1993 in poi
non mi risulta che i programmi o altro siano stati riformati, a meno che non si consideri terza prova, cambiamenti apportati da informatica
e nuove tecnologie, PCTO anche nei licei, calcolo del voto di maturità tenendo conto anche della media degli ultimi tre anni e tentativo
recente di adeguarsi ad alcuni test standardizzati provenienti dall'estero tra ovvie e meritate difficoltà di ogni genere. Mentre i programmi
restano retrogradi con qualche elemento in genere facoltativo di novità, credo che si continui a rifiutarsi di applicare norme scritte e
condivise standard nell'attribuzione dei voti (il bullismo degli insegnanti delle materie umanistiche ne sarebbe forse troppo colpito). Al
massimo ci sono state sperimentazioni isolate senza riforma generale, le quali peraltro potrebbero essere a volte criticate decisamente: è il
caso, ad esempio, di un tipo di liceo scientifico ridotto da cinque a quattro anni aumentando il numero di ore settimanali in un corso di
studi già molto pesante senza eliminare il superfluo e senza introdurre tecniche necessarie e soprattutto materie che dovrebbero essere
considerate indispensabili in ogni scuola (rimando ai paragrafi pertinenti di questo testo sui limiti dei programmi in uso); ed è anche il
caso del mio liceo scientifico i cui organizzatori negli anni '90 hanno consentito di evitare il corso di latino solo a chi fosse disposto a fare
superflue ore in più di matematica, senza tenere in alcuna considerazione che questa materia si studiava già in modo approfondito e il fatto
che si tratta di una matematica molto astratta della quale nessuno sforzo dei libri di testo e degli insegnanti fa mai apparire l'utilità, al
contrario di quanto all'estero spesso si fa perfino con i bambini, e di cui è impossibile scorgere un qualunque esito pratico per chi non si
laureerà in Ingegneria, al contrario di quando si potrebbe affermare di corsi ben fatti di psicologia, economia, diritto, ecc.
L'egoismo dei burocrati allergici al nuovo, anzi a qualunque cambiamento di routine, e in generale la pigrizia speciale di chi è indifferente
al bene comune e ha il gusto del potere hanno, del resto, già bloccato in Italia a lungo molte iniziative culturali importanti, come ad
esempio la riorganizzazione di molte biblioteche, che all'estero invece sono spesso ben fornite e organizzate e non di rado di straordinaria
efficienza (so che in passato gli studenti italiani venivano dirottati all'estero per le loro ricerche e forse è ancora così).
Riguardo il liceo scientifico, quello classico e quello delle scienze umane trovate maggiori dettagli in http://www.slideshare.com/scuole-
italiane, da consultare anche per il paragrafo “Cosa si dovrebbe insegnare a scuola”.
Progettare la ricerca empirica in educazione (Coggi-Ricciardi)
"Nelle interrogazioni orali (...) la serie di domande costituisce spesso un campione accidentale (...) e anche la formulazione dei quesiti non
è sempre attenta agli obiettivi e alle competenze di cui si intende verificare il raggiungimento nè alla loro importanza, (...) oltre a non
essere sempre chiara, tanto che in alcuni casi può pilotare la risposta o contenere trabocchetti voluti, (...) e al non avere sempre lo stesso
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grado di difficoltà (...) Altri fattori di distorsione possono derivare (...) dal fatto che l'insegnante potrebbe assumere toni più e meno
cordiali a seconda della stima e delle attese nei confronti dei diversi studenti (...) Inoltre interferiscono effetti di selezione legati per
esempio alla memoria e all'attenzione dell'insegnate, che, non annotandosistematicamente l'andamento del colloquio, rischia di prendere in
considerazione solo gli aspetti che l'hanno impressionata maggiormente. Linterpretazione dei risultati, infine, spesso non avviene sulla
scorta di criteri predefiniti e quindipuò ancorarsi all'opinione pregeressa che il docente ha dello studente o a qualche sua caratteristica
particolare, come la fluidità verbale, la sicurezza, l'appartenenza socio-culturale, il genere, ecc. (...)
Le interrogazioni scritte tradizionali (...) sono sottoposte a critiche in parte simili a quelle evidenziate per le interrogazioni orali (...)
Nel tema in particolare (...) le capacità comunicative (...) sono controllate in situazioni non spontanee e su argomenti che possono avere
diversa rilevanza emotiva per gli studenti. Le tracce inoltre possono richiedere conoscenze ed esperienze, che sono presenti in modo
differenziato negli stessi (...) Dalle tracce generiche (...) sono stimolati (...) divagazioni e sviluppi imprevisti non adeguatamente valutabili
(...) Se la formulazione include titoli e passi di libri noti, (...) questo può rendere ovvio lo svolgimento (...) É stato messo in evidenza
riguardo al tema anche ciò che segue: la mancanza nei valutatori di un criterio stabile per la correzione; la carenza di fedeltà nelle
rilevazioni; gli effetti di alone nel giudizio; gli effetti di ordine nella correzione dei compiti; gli effetti di ancoraggio di giudizio che mette
in relazione un protocollo con quello precedente; le difformità presenti nella formulazione dei giudizi.”
Rivista Io donna marzo 2022 (questa citazione non tratta di bullismo e pertanto l’autore dell’articolo non sminuisce la gravità
dell’accaduto)
“É lui per primo che chiede conto ai genitori. Ha 21 anni ed è stato ai domiciliari con l'accusa di aver stuprato Bianca (...) durante la notte
di Capodanno (...) La madre, dal figlio informata, non denuncia (...) Un altro genitore legato al caso si affida a un boss di periferia per
togliere il figlio dai guai. Nessuno spende una parola per Bianca, la sedicenne stuprata da un gruppo (...) La difesa impulsiva di un ragazzo
da parte del genitore è interpretata come tacito assenso (...) A scuola vediamo adulti (...) che liquidano come ragazzate il gesto di un figlio
che butta il compagno in un bidone della spazzatura (...) Ci sono tanti episodi simili (...) in cui si tende ad attaccare e sottomettere chi si
identifica come portatore di una fragilità intollerabile, una ragazza, un disabile, una persona diversa per il colore della pelle o altro. É stato
sempre così (...) La fatica oggi è vissuta come un peso (...) e l'insofferenza per il non vedere subito ripagato l'impegno genera nei ragazzi
comportamenti inadeguati (...) Per trovare un'identità autonoma i ragazzi si rifugiano in quella di gruppo. Se si sentono inadeguati o
confusi, nel gruppo scelgono comportamenti devianti per fare propria un'identità forte e compensativa (...) I reati sono spesso possibili per
i meccanismi di disimpegno morale, quei trucchi che la mente usa per minimizzare ciò che si fa, attribuire la colpa alla vittima o
deumanizzarla (...) La sopraffazione è alimentata anche da una sottocultura mediatica (...) Secondo Lancini, se dopo i 20 anni non usi
internet sei spacciato e sotto i 20 anni se lo usi sei dipendente (...) La rete è un luogo dove puoi sentirti onnipotente a patto che per esistere
tu l'abbia fatta grossa (...) L'individualismo, ovvero la cultura del successo anche sui social, la competizione e l'assenza di dialogo sono i
modelli che proponiamo. I genitori ascoltano di più i figli, ma non i loro fallimenti (...) E se c'è gente pronta a chiamare i vigili in pieno
pomeriggio per 10 minuti di percussioni suonate da un ragazzo, quando branchi di adolescenti minacciano o fanno chiasso a tarda notte
restiamo in silenzio e immobili per paura di ritorsioni (...) La cultura dello stupro è alimentata poi dal porno, dalle pressioni dei pari e da
moderne e sbagliate idee sulla sessualità maschile (...) E il modo in cui trattiamo i bambini ne modella il cervello. Chi si sente amato e
accudito sarà in grado di resistere meglio alle pressioni del branco (...) Non è giusto ricorrere a giustificazioni semplicistiche come "i
maschi sono maschi", I maschi non hanno sentimenti”, "il testosterone rende i maschi sconsiderati e nervosi" (...) e affermare che i maschi
non parlano è solo un alibi. Uno sguardo di dolore non ha bisogno di parole.”
PSICOLOGI SUL LUOGO DI LAVORO: I n Interviste e colloqui nelle organizzazioni, il recente e incoerente manuale di Castiello
D'Antonio, pieno di affermazioni ripetitive sull'importanza – non riconosciuta in Italia – dell'approccio clinico ideale nel mondo del
lavoro, l'autore arriva ad affermare in un paragrafo che c'è separazione netta tra malattia e salute mentali, pur affermando l'assurdità di tale
opinione alcune pagine dopo, e inoltre raccomanda diffidenza per le conclusioni rapide e per gli schemi rigidi per osannare, poco dopo, il
DSM V e le linee guida del 2013 di Nussbaum per un colloquio psichiatrico in 30 minuti (con ipotesi diagnostiche nei primi 5) arrivando
ad affermare perfino – unico tra tutti gli autori di cui conosco la definizione di disturbo di personalità – che anche tra chi lavora
stabilmente si riscontrano molti affetti da tale patologia e che esso è presente addirittura in ben 2 persone su 10 (e ciò specificando subito
dopo che si tratta di malattia mentale molto seria, cronica, ecc.)... Ricordate che in Italia tuttora con questa diagnosi si può essere rinchiusi
in manicomio per anni (quindi, date le condizioni dei "servizi", anche a vita, vecchi o giovani che si sia). Secondo Castiello D'Antonio in
un colloquio (di lavoro o clinico) ci si può comportare secondo il nervosismo suscitato esclusivamente dal colloquio imposto oppure nel
modo che rispecchia i tratti più stabili della personalità, come se non esistesse anche un'altra possibilità ovvero quella di esibire
caratteristiche determinate da una situazione, da certe condizioni di vita, da mancanza di informazioni essenziali, ecc. Mischel scrisse già
molto tempo fa che non ha senso parlare di personalità e che si deve parlare di comportamento, ma nessuna delle numerosissime critiche
al DSM e alle diagnosi di disturbo di personalità fa mai breccia nelle menti chiuse di alcuni sedicenti esperti. Eppure la categoria “disturbo
di personalità” e il modo di diagnosticarlo sono il bersaglio più frequente delle critiche al DSM in tutte le pagine online e in tutti i manuali
di psicologia che lo criticano con obiettività e non pochi giudici hanno rifiutato di tenere conto di questa diagnosi nel loro lavoro
motivando con il fatto che è troppo complesso attribuirlo e che in molti casi questa diagnosi si è poi dimostrata sbagliata (per quest’ultima
osservazione rimando a La perizia psicologica di Sammicheli).
“Le persone che si imbracano in gruppi, come ogni generale sa bene, sono più facili da guidare, controllare, domare (…) L’apparizione
nella società dell’uomo etero-diretto = l’uomo che tende sempre più a vivere la vita del gruppo – venne accolta con molto favore da un
vasto settore dell’industria (…) Nel 1956 la rivista Newsweek pubblicò (…) “I segugi dell’industria non vogliono né topi di biblioteca né i
fuoriclasse. Meglio un ragioniere di un filosofo – dicono – i geni è meglio che si dedichino alla ricerca pura”. Ma anche in quest’ultimo
campo, a quanto sembra, i geni non si illudano (…) La ricerca collettiva è alle porte (…) Charles Wilson, una creatura della grande
industria americana disse: “Chiunque non faccia il gioco di squadra e si permetta di metter fuori la testa, può venirsi a trovare in una
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situazione pericolosa” (…) La rivista Fortune (…) si servì del termine orwelliano “pensiero collettivo” per definire alcuni aspetti di tale
tendenza (…) Si è giunti alla conclusione che l’individuo non ha di per sé nessun valore se non in quanto appartiene a un gruppo (…) C’è
un numero sempre crescente di “social engineers” sempre disponibili (…) all’idea di manipolare esseri umani (…) E ben presto si videro i
risultati (…) perfino nei romanzi, nelle trasmissioni televisive, nei libri per l’infanzia (…) In fabbrica social engineers (…) applicarono ai
problemi del personale tecniche della dinamica di gruppo (…) Uno psicologo definì le persone ostinate (a non annullarsi nel gruppo) (…)
ribelli deplorabilmente “suscettibili e permalosi” (…) e le loro esigenze “capricci” (…) Varie aziende assunsero uno psichiatra (…)
Cominciò a diffondersi l’uso di psicanalizzare in vari modi i dipendenti durante il lavoro. In un grande magazzino di Boston le commesse
servivano sapendo che alle loro spalle uno psicologo li teneva in osservazione registrando ogni loro azione (…) sorrisi e minimi gesti (…)
su uno strumento (…) Alcune aziende cominciarono a sottoporre tutti gli aspiranti a cariche direttive a dei test psichiatrici (…) Talvolta la
valutazione e la terapia avvengono all’insaputa degli interessati (…) In apparenza i test sono questionari di ordinaria amministrazione (…)
Uno dei metodi è conversare dopo un paio di cocktails (…) Un altro è lo psico-dramma (…) In molte aziende viene psicanalizzata anche
la moglie dei dirigenti (…), che deve essere adattabile e socievole, perché il tempo e le energie del marito sono soprattutto dell’azienda
(…) Nel 1954 la rivista Changing Times previde che entro il 1964 (…) una ristretta casta (…) avrebbe diretto ogni attività.” (I persuasori
occulti di V. Packard)
MOBBING E SUE PEGGIORI CONSEGUENZE: Il mobbing comporta in genere reiterazione ed escalation di pettegolezzi, maldicenze,
isolamento, assegnazione di compiti al di sotto o al di sopra della professionalità o senza strumenti e/o spiegazione adeguata, critica
continua e ingiustificata circa il lavoro svolto, insinuazioni circa un forte disagio mentale, minacce e a volte anche violenza fisica e
sessuale. Se non ci si licenzia per tempo i sintomi fisici e psichici si aggravano e si arriva a un reattivo distanziamento emotivo, che rende
difficile essere ricettivi anche nei confronti del calore familiare e delle manifestazioni di amicizia. La maggior parte della gente conosce il
danno al clima ed economico che fare mobbing procura e lo accetta senza far nulla per arrestare l’escalation di abusi, per quanto
immeritate e gravi siano le conseguenze (malattia, povertà e a volte suicidio).
"Bisogna considerare straining, (...) bossing (...) e stalking sul lavoro (...) Non c'è accordo se le molestie sessuali siano considerabili
mobbing (...) La classificazione proposta dal Finnish Institute of Occupational Health sintetizza i comportamenti di mobbing in:
pettegolezzi e maldicenze; isolamento sociale; assegnazione di compiti al di sotto della professionalità; critica continua e ingiustificata
circa il lavoro svolto e i risultati raggiunti; violenza e minaccia di violenza; insinuazioni circa un forte disagio mentale(...) I sintomi
conseguenti fisici e psichici spesso permangono a lungo dopo l'uscita definitiva dall'ambiente lavorativo (...) Uno degli esiti gravi e
pericolosi è infatti il minare l'immagine che la vittima ha di sè e il creare la percezione di non poter uscire dalla situazione. È uno degli
esiti finali, (...) perché nell'ultima fase, di aggressione e distruzione, l'unico obiettivo del confronto diventa quello di distruggere l'altra
parte anche a costo di subire delle perdite (...) e c'è reiterazione ed escalation delle vessazioni (...) Essa segue alla fase di razionalità e
controllo nell'affrontare il conflitto e (...) quella di sospetto e ostilità reciproci (...) con ricerca di supporto da ognuna delle parti per
difendere la propria posizione (...) È difficile riconoscere il mobbing nelle fasi iniziali e, (...) dal punto di vista giuridico, (...) non basta
documentare la consequenzialità tra comportamento (azioni mobbizzanti) ed evento (danno patrimoniale, biologico o altro), ma è
necessario che l'evento rappresenti (...) una conseguenza normale del comportamento, il che è un elemento difficile da dimostrare, (...)
perché (...) il mobbing è multideterminato da fattori di varia natura (...) Inoltre in Italia manca l'approvazione di una normativa specifica
per il mobbing e (...) alla frequenza di attivazione (...) degli sportelli mobbing, (...) non corrisponde sempre efficacia in considerazione
delle competenze di chi li gestisce e dell'obiettivo (...) Non sempre infatti c'è un obiettivo definito e chiaro (...) e non sempre il consulente
è qualificato in funzione degli obiettivi dichiarati (...) (consulenza psicologica (...) o legale e organizzativa) (...) Vi sono anche molte
tendenze sia nei lavoratori sia nei responsabili del personale (...) a considerare (...) i comportamenti discriminatori e vessatori (...) come
responsabilità delle persone coinvolte e delle loro caratteristiche e non dei processi organizzativi sottostanti. Questo rappresenta un
ostacolo rilevante alla possibilità di apprendere dai propri errori, oltre al fatto che per accertare le responsabilità personali effettuare
un'analisi delle precondizioni organizzative è necessario, in realtà." (Mobbing di D. Guglielmi)
"Si deve prendere in esame le seguente aree, oltre alle forme di stress e sovraffaticamento professionale: mobbing, bullying e bossing,
stalking e straining, harassment, conflitti distruttivi, forme di sadismo e masochismo morale, aggressioni psicologiche e fisiche,
competizione distruttiva, invidia generazionale e professionale, manifestazioni di angoscia e depressione, uso di sostanze psicotrope e
psicofarmaci, dipendenze da caffeina, tabacco, alcol e sostanze, work-addiction e dipendenze digitali (...) L'invidia si manifesta (...) anche
collegata ad aspetti soggettivi e personali (...) Sentimenti non positivi devono essere considerati fisiologici nella vita soprattutto oggi, se si
considera l'esistenza di una sorta di normale inciviltà diffusa nelle situazioni sociali e di lavoro, ma quando una persona non riesce a
contenere la propria distruttività e l'ambiente lascia fare si creano situazioni di forte sofferenza istituzionale (...) I manager dovrebbero
intervenire pesantemente, dopo essere stati formati nella gestione dei conflitti (vedi Rahim, 2002). Spesso si innescano in relazione a
fusioni e fasi di ridimensionamento, ma in realtà molti altri si innescano sull'incredibile diffusione del fattore stupidità (...) Carlo M.
Cipolla declinò le leggi fondamentali della stupidità (...) Nel nostro Paese (...) Psichiatria Occupazionale e Criminologia del lavoro sono
aree non particolarmente frequentate, né approfondite (...) In troppi casi le rilevazioni di disturbo lavoro-correlato (...) hanno visto, da un
lato, datori di lavoro a dir poco disinteressati e, dall'altro, pseudoesperti di stress occupazionale, che hanno sbrigativamente somministrato
questionari di dubbia provenienza (se non inventati lì per lì o scaricati dalla rete), ottenendo risultati (...) distorti o distorcenti (...) È
comunque sulla motivazione al cambiamento che è consigliabile concentrare gli sforzi (...): ciò significa (...) soprattutto indagare i motivi
di soddisfazione e insoddisfazione lavorativa all'interno del contesto attuale (...) È dubbio che una tale apertura possa verificarsi nei
confronti di chi – esponente della direzione del personale – potrebbe un giorno utilizzare le informazioni ricevute per altri fini inerenti alla
valutazione del soggetto (...) o per altre azioni (...) In Italia (...) anche l'outplacement rischia di essere maneggiato
superficialmente." (Interviste e colloqui nelle organizzazioni di A. Castiello D'Antonio)
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POCA PRIVACY è concessa dalla rete Internet a chi cerca lavoro o un’altra sede lavorativa, come in molte altre situazioni a causa di
prassi, legislazione e internet. A circa metà del gruppo “Crudeltà della psichiatria e diritti e possibilità dei diversi” di
Http://www.slideshare.com/citazioni-utili-per-avviare-un-processo-di-maturazione ho inserito varie citazioni sulla possibilità di privacy in
generale tratte da Wikipedia, da un articolo del 2021 della rivista Io donna, dal codice deontologico degli psicologi, da Modelli di
colloquio in psicologia clinica (Del Corno), La perizia psicologica (Sammicheli), Test della personalità (Sanavio-Sica), Interviste e
colloqui nelle organizzazioni (Castiello D’Antonio), Politica dei servizi sociali (Ferrario) e Sinossi di psichiatria (Kaplan e Sadock).
Riguardo alle conseguenze della violazione grave della privacy, nelle scuole si dovrebbe mettere in chiaro il rapporto tra spionaggio di
ogni genere e pratica del boicottaggio e dell’ostracismo, rimandando agli storici e ai narratori che in ogni tempo ne hanno scritto: quando
Saint-Simon descrive le iniziative più autoritarie del Re Sole, si sofferma sulle leggi sulla leva e sulla carriera militare e così arriva presto
a parlare anche dell'ostracismo organizzato per chi non obbediva, come ogni storico che descrive una dittatura finisce col fare e non c'è
famiglia o paese piccolo abbastanza o città troppo vasta perché quattro imbecilli non possano riuscire a fare altrettanto e non si sentano in
diritto di farlo quanto Luigi XIV, Napoleone o Stalin. Sono questioni fondamentali in un’epoca in cui politici, stilisti, imprenditori e
commercianti dipendono tutti dagli stessi esperti del settore pubblicitario (psicologi specializzati e senza scrupoli nell’uso indiscriminato
di test, inganni e di gravi violazioni della privacy), mentre in ogni Paese probabilmente le aziende conservano schede illegali su dipendenti
attuali e potenziali che fanno rabbrividire se si pensa al carattere personale dei dati che contengono e a come essi devono essere stati
raccolti (io ricordo l'eco dello scandalo delle schedature della azienda italiana Fiat di qualche decennio fa) e soprattutto considerando che
oggi sia psichiatri e medici che persone comuni (parenti, coinquilini di appartamenti in affitto, artigiani, ospiti, ecc.) invadono più spesso
di quanto non si creda spazi privati (attraverso microspie con e senza telecamera che oggi si trovano a buon prezzo anche su Amazon) e
Packard non è l’unico a cui si dovrebbe rimandare gli alunni in proposito. Considerate inoltre quanti spazi all'aperto sono provvisti di
telecamere con la scusa della sicurezza o di certi studi sulla natura, proprio come negozi (con sistema CCTV e telecamere anche illegali
cioè nei camerini), ospedali, ecc. E non è detto che i mezzi per controllare ogni spostamento di un individuo particolare si limitino a questi
e all'enorme numero di persone disposte a osservare e ascoltare persino dalle proprie case per poi riferire per determinati interessi (chi
scrive gli articoli delle riviste trae spesso da questo spunti e informazioni) o per abitudine, dato che il progetto disumano descritto negli
ultimi capitoli del libro di Packard non è nella fantasia dell'autore e che per documentare gli spostamenti degli animali oggi si dispone di
una tecnologia avanzata, mentre è significativo che su internet -vera o no che sia la notizia – si scrive di microchip impiantati anni fa nelle
braccia di alcuni impiegati nella sicurezza e che sulle cosiddette cimici non mancano certo le pagine online o i libri da leggere.
Consiglio di leggere dei libri utili per difendersi da CHI USA TEST PSICOLOGICI per giudicare gli altri in fretta appena convenga e
pertanto rimando al paragrafo pertinente più oltre e almeno alle citazioni pertinenti di http://www.slideshare.com/citazioni-utili-per-
avviare-un-processo-di-maturazione (cercate quelle di Sanavio e leggete alcune di quelle in loro prossimità su test e colloqui effettuati da
psicologi, assistenti sociali e ciarlatani tratte da Wikipedia, Sinossi di psichiatria, Packard e dai manuali universitari di Castiello ‘Antonio,
Allegri e altri). Sul testing psicologico dovreste ritenere soprattutto quanto segue: secondo i libri universitari in programma attualmente e
altri saggi meno recenti quando i test psicologici sono applicati sul singolo individuo il loro valore non dovrebbe risiedere in una loro
capacità ideale di permettere giudizi certi o definitivi e in fretta, ma piuttosto nel far riflettere la persona su determinati aspetti e problemi
e sulle ragioni che l’hanno spinta a non essere sincera o esauriente riguardo a una domanda particolare posta o riguardo a un test intero
rispetto ad altri test fatti nello stesso periodo; i test sulla calligrafia non sono ammessi e quelli sullo stile nello scrivere sono giudicati non
scientifici; quelli sui gusti in fatto di musica (per molti solo un sottofondo d'atmosfera o uno scudo contro il rumore), villeggiatura e
residenza non sono nemmeno contemplati dato il loro livello bassissimo di attendibilità; in genere non vengono fatte domande sulle
preferenze politiche e religiose; i test devono essere preparati quanto a contesto e modalità di somministrazione e quindi strutturati e
volontari per permettere riflessione e naturalezza-sincerità; il grado di affidabilità di molti dei test formalmente accettati e in uso è
classificato o come basso in generale o di troppo difficile somministrazione e soprattutto valutazione per essere davvero utilizzato da
psicologi e soprattutto da assistenti sociali, educatori, psichiatri; il loro uso in Psichiatria e nei processi dovrebbe avere senso solo per
limitare gli abusi dei clinici riducendone l'influenza. Il fatto che la prassi generale sia un’altra non può cancellare queste osservazioni.
Tenete presente che da un po' di tempo si riscontra la consuetudine di portarsi uno studente o un laureato della facoltà di Psicologia o
Scienze dell'Educazione all'appuntamento con un nuovo conoscente con il compito di testare in 10 minuti o più il nuovo incontro e che a
volte lo si fa anche prima di chiudere con un amico/a o fidanzato/a e questo quando non ci si serve di tali sedicenti esperti per fare di
peggio con l'aiuto di telecamere economiche nascoste. I test più diffusi tra chi non ha letto o non vuole tener presente i libri universitari
sono inviti a firmare qualcosa (rimando alla parentesi più sopra sulla grafologia) o a parlare o a scrivere in inglese con qualche pretesto
oppure semplici domande sui gusti in fatto di musica e luoghi ideali di villeggiatura o residenza e sulle preferenze politiche, oltre che sulla
quantità di amici di cui si dispone (la difesa migliore consiste nel fare il possibile per non far conoscere esplicitamente o indirettamente i
propri gusti e le proprie capacità a chi non è un amico intimo e non si desidera o non è probabile lo diventi, anche a costo di continue
attenzioni alla privacy anche in casa, di silenzi frequenti, di risposte generiche e noiose troncate dal fare le stesse domande,
dall'allontanarsi o dal dire poche parole che chiariscano una propria precisa conoscenza dei libri universitari sui test psicologici e di
livello).
Riguardo ai lavori che spesso sono svolti da ragazze molto giovani, come quello di BANCONIERE IN GELATERIA , dovete tenere
presente che la ripetizione di metodi/comportamenti/suggerimenti dei titolari di queste attività suggerisce che qualcuno dia loro direttive
su come comportarsi con le giovanissime: premesso che è sempre sconsigliabile svolgere questo lavoro essendo molto dannosa e penosa
in questa fascia d’età la diffamazione causata spesso dai lavori a contatto diretto con il pubblico e comportando esso moltissime ore
solitarie e del tutto vuote nei pomeriggi, se lavorerete in una gelateria probabilmente il titolare sarà molto simpatico le prime due
settimane e insopportabile in seguito se il suo comportamento cameratesco vi avrà fatto sbottonare troppo o se per altre ragioni non avete
superato questo suo test; il titolare certamente vi consiglierà di indicare un inesistente conflitto con il/la collega come motivo scritto di
dimissioni se deciderete di andarvene; il titolare che ha già parlato male di voi a molti, nel negarlo, vi dirà che non lo farebbe mai per
timore di essere denunciato per diffamazione, convinto che la dipendente sia troppo inesperta e sola per sapere quanto sarebbe ridicolo, se
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sincero, il timore di un’accusa così difficile da dimostrare e tenuta in tanto scarsa considerazione dal sistema giudiziario soprattutto in
Italia; se una ragazza già impiegata lì vorrà ampliare il numero di ore che vi lavora e essere sicura che nessuno sia incaricato di fare il
gelato o gli ordini degli ingredienti al suo posto, questa collega probabilmente vi dirà che il titolare è deciso a pagarvi meno del pattuito o
qualche altra menzogna, oltre a spettegolare malignamente della sua vita privata, perché una vostra conferma negli anni o incarichi in più
per voi la condannerebbero a rivivere i noiosissimi pomeriggi dei suoi inizi, oltre a ridurle il guadagno o la speranza di avere un aumento.
È esperienza diffusa e su cui non vale la pena soffermarsi il fatto che al momento del bisogno GLI AMICI si rivelino ben altro e anzi
spesso divengano improvvisamente molto offensivi e aggressivi nel timore di subire a lungo le prevedibili richieste di aiuto e nella fretta
di mettere davanti agli altri una distanza tra le loro capacità e la fragilità della vittima, ma i casi che finiscono sui giornali e sulle riviste
meritano invece attenzione in quanto offrono una selezione delle peggiori tra le innumerevoli forme di tradimento attribuibili agli
individui che troppo facilmente si proclamano o sono considerati amici, perciò ne riassumo alcune cominciando dalle più gravi: usare la
violenza fino all’omicidio come reazione a danni modesti o banali da parte di amici oppure per noia o misoginia; nascondere della droga
nell’auto di proprietà di un amico/a ignaro/a con cui si ha condiviso una vacanza all’estero oppure chiedere ad amici di procurare un po’ di
droga per uso personale all’estero in vacanza o a festival e concerti; concedere un prestito a un amico/a di vecchia data e poi diventare
strozzini minacciando peraltro di rivelare tutto sui problemi economici che, indebitandosi, l’amico/a aveva cercato di nascondere per
valide ragioni (per esempio per tenere aperta un’attività aperta da poco o attraversante un periodo di crisi); farsi soci di un’attività in
proprio e poi abbandonare; chiedere un prezzo eccessivo per un lavoro svolto approfittando della mancanza di preventivo dovuta al
rapporto di amicizia; diffamare su ampia scala con conseguenze anche economiche sfruttando confidenze strappate fingendo intimità
(riportando quelle fatte a tu per tu, facendo ascoltare ad altri delle telefonate, divulgando mail ricevute, ecc.) o inventandone facendo leva
sul confidarsi che gli altri possono dedurre da una lunga frequentazione tra due persone.
Vorrei sottolineare in particolare i punti dell’elenco attinenti al rinvenimento di sostanze stupefacenti e specifico che il pericolo che si
corre nel maneggiare droga è grande soprattutto nei Paesi poveri, dove esiste in proposito un vero e proprio sistema di sfruttamento
dell’accusa di spaccio finalizzato ad attirare denaro dagli Stati più ricchi, al punto che le vittime sono numerose (il numero degli arresti è
tale che è impossibile credere che le accuse siano sempre fondate): un giovane recante con sé della droga per uso personale a un festival o
altro evento viene accusato di essere uno spacciatore, arrestato, ignorato del tutto – se non conosce la lingua del posto – e quindi
imprigionato in carceri dove si risiede a spese dei parenti e dove le condizioni di vita molto dure (celle molto affollate tra topi, scarafaggi
e turca intasata dalle feci al centro) devono spingerlo a chiedere con toni disperati e insistenza aiuto ai genitori sotto forma di denaro per
cibo, traduttore, avvocato del luogo e forse persone che mediano col Consolato, mentre naturalmente vengono ignorate le leggi che
prevedono la possibilità del trasferimento in carceri italiane e molte delle pratiche elaborate dagli avvocati; nel caso alla dogana di un
Paese povero sia rinvenuta della droga nel mezzo di trasporto o nella valigia spesso il rischio è analogo indipendentemente dalle proteste
di innocenza sincere, anche perché non mancano tra i rappresentanti delle forze dell’ordine coloro che prendono iniziative gravi e illegali
(sequestro in appartamento, violenza, minacce) al fine di ricattare autonomamente la vittima o la famiglia. Quando una persona accusata a
torto di spaccio a causa del tradimento di un amico affronta invece l’accusa in Italia va incontro a difficoltà diverse ma crescenti perfino
quando tra i colleghi e i datori di lavoro nessuno dubita della sua innocenza (è facile che venga licenziata da un titolare che afferma di
essersi improvvisamente reso conto di averla sempre ritenuta persona stupida, ingenua, ecc.)
Io credo che questo paragrafo sull’amicizia e quelli sul mobbing e sull’ostracismo generale siano i più adatti a dimostrare fino a che punto
sia importante accettare di convivere ogni giorno con la dura consapevolezza che la maggioranza delle persone con cui ci relazioniamo è
capace di tutto, anzi di tutto tranne che di fedeltà e onestà. Si dovrebbe riflettere su ciò mentre ci si informa sui test psicologici in uso
attualmente in Psichiatria: la loro inadeguatezza appare chiara anche perché essi sottolineano di continuo il fattore relazioni e utilizzano
spesso il termine “amici”, oltre a indicare come indice di normalità lo stile di vita estroverso di cui i viaggi in coppia o di gruppo, la
partecipazione a eventi come fiere, partite di calcio o concerti, la disponibilità con gli estranei e la fiducia sono una tipica espressione.
Meglio tornare a valorizzare chi è nato introverso, è riservato per natura, sa stare da solo o è divenuto diffidente (prudente ?) a causa della
conoscenza di questo difficile ma innegabile stato di cose. E sarebbe ora anche di smettere di prestare credito ai genitori, che definiscono i
figli dei bravi ragazzi semplicemente perché lavorano e hanno “amici”!
IN SINTESI GLI ABUSI NEGLI AMBIENTI DELLA SANIT À: Le visite che in genere comportano rischio maggiore di abusi sono
quelle presso medici di base e del Pronto Soccorso, case di cura, dermatologi, dentisti, odontoiatri, fisiatri, fisioterapisti, ginecologi,
urologi, neurologi e allergologi, tutti coloro che consigliano interventi chirurgici e i rappresentanti di Cesare Ragazzi e i sedicenti esperti
di idrocolonterapia, candidosi intestinale, naturopatia, omeopatia, agopuntura e test immediato della candida.
Quando si considera la malasanità italiana si deve riflettere soprattutto su quanto segue: i ginecologi attirano le critiche online più aspre,
rancorose e meritate in assoluto per gli anni di ritardo nelle diagnosi di malattie dolorose e/o serie per i rischi che comportano (compresa
la loro evoluzione in malattie sempre o potenzialmente letali o comunque gravi), per la prescrizione di farmaci e di interventi chirurgici
pericolosi senza la dovuta informazione e per l’esecuzione di esami dolorosi senza anestetici o perfino brutale o di test-truffa come alcuni
di quelli immediati per la candida non ospedalieri e terapie costose e prive di evidenza scientifica (es. Monnalisa, radiofrequenza, ecc.),
senza contare che non sono pochi i processi intentati per negligenza o imperizia nell’assistenza al parto con esiti molto gravi e permanenti
su bambini fino a quel momento sani (anestesie, monitoraggi mal eseguiti, ecc.); i fisiatri (e i fisioterapisti) sono inutili e dannosi in
moltissimi casi, anche se spesso i dottori di base prescrivono visite fisiatriche quando non vogliono occuparsi di un disturbo anche molto
doloroso di un paziente (spiccano quelli delle prescrizioni di massaggi, busti o anche interventi chirurgici per scoliosi, di pilates e
manipolazioni per i fibromialgici e di agopuntura); i dermatologi a volte dicono di far controllare dopo 6 mesi un neo normalissimo,
spesso consigliano i prodotti in base a interessi economici personali nel prescrivere un certo marchio e ancora più spesso prescrivono
inefficaci e superflui interventi, integratori e creme senza cercare le cause del problema prescrivendo esami del sangue e dell’intestino e
informandosi sull’alimentazione del paziente e sui prodotti da lui usati per pelle, capelli e denti; gli allergologi non fanno prevenzione di
altre allergie e delle malattie correlate (es. quelle della pelle oppure autoimmuni), non informano sempre sui farmaci disponibili e
soprattutto a volte non fanno test completi e non dicono cosa evitare per curare le allergie (confondono, intenzionalmente o meno, allergie
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da contatto con quelle da alimenti riguardo a un elemento isolato dal test, danno indicazioni solo riguardo ad alcune delle allergie emerse
oppure informano solo in una busta chiusa separata dai referti così capita che le istruzioni non vengano lette) oppure parlano a vanvera per
ragioni di mercato spingendo a spendere per alimenti senza glutine o lattosio e depuranti da tossine o da candidosi intestinale o a fare
un’inutile idrocolonterapia, proprio come fanno diversi naturopati; i dentisti sono pericolosi soprattutto quando prescrivono apparecchi
per denti (es. i bite), chirurgia per la mandibola ed estrazione di denti non cariati (es. quelli del giudizio) senza specificare nè i rischi e la
durata del trattamento né la necessità di un apparecchio finale immobilizzatore a vita oppure dando a intendere che non esistono rimedi
alternativi e che le ragioni per questi interventi e apparecchi non sono di tipo meramente estetico; non pochi gastroenterologi non
informano sui sintomi delle infezioni intestinali batteriche coloro che, avendo stipsi cronica, rischiano di fraintenderli e soprattutto non
prescrivono adeguata terapia a pazienti con stipsi, colite e sindrome del reflusso gastroesofageo, nonostante la gravità delle conseguenze a
breve e lungo termine; se molti proctologi prescrivono la manometria senza alcuna motivazione clinica (per interesse economico), alcuni
di loro fanno la visita creando disagi in realtà evitabili, prescrivono una preparazione con peretta in genere impossibile (le perette in
commercio oggi sono fatte in modo da essere pressoché inutilizzabili), non prescrivono terapie efficaci per la stipsi e a volte perfino per i
disturbi anali visitati, non sono subito precisi nella diagnosi solo per spingere a una seconda visita con loro e non informano
sull'inefficacia degli antidolorifici prescritti in Italia per trattare le conseguenze della chirurgia nella sensibile zona anale; gli endocrinologi
non di rado prescrivono l'Eutirox troppo facilmente provocando una dipendenza dalle conseguenze rilevanti e che si potrebbe evitare
quando i sintomi hanno cause diverse e non sono molto rilevanti; i neurologi prescrivono spesso esami e farmaci inutili e molto dannosi e
non informano sui metodi migliori per trattare il dolore cronico; i cardiologi vanno temuti se prescrivono farmaci prima degli esami e se
rinviano per un esame a un luogo diverso dall'ospedale; gli urologi sono pericolosi soprattutto quando non si accorgono o non rilevano a
voce e per iscritto che esame delle urine e urinocoltura non sono tra loro coerenti (referto da annullare per errore di consegna), prescrivono
tamponi uretrali alle donne e non informano le donne con tenesmo e/o gonfiore e dolore in zona clitoride-uretra o vescica che questi
sintomi sono propri anche di malattie della pelle vulvare, infezioni vaginali, endometriosi o infiammazione pelvica di competenza del
ginecologo e del patologo vulvare e che chiunque lo ignori e stia soffrendo può facilmente confondere piccole perdite ematiche vaginali
con quelle che accompagnano la cistite (soprattutto se non ne ha mai avute prima); qualunque medico prescriva antibiotici e raggi,
psicofarmaci e psicoterapia oppure consigli qualcosa su ciò che non riguarda la sua specializzazione o consigli o “prescriva” solo a voce
esami e terapie o insista nel proporre terapie sperimentali può fare e spesso fa danni notevoli e duraturi; in generale diversi medici
prescrivono interventi chirurgici inutili o in centri ospedalieri non adeguati (non specializzati) e probabilmente ancora oggi non pochi non
informano sui rischi maggiori di alcuni tipi di anestesia (impedendo così al paziente di sceglierla quando possibile) e sul fatto che il testo
da firmare per il consenso informato elenca solo i rischi più probabili; la negligenza di un chirurgo può essere letale in ogni momento
della sua attività, compreso quello delle dimissioni dall’ospedale; i medici del Pronto Soccorso, come quelli delle case di cura e come gli
psichiatri, attribuiscono molto spesso a caso la diagnosi di somatizzazione da stress nonostante conseguenze gravi e letali con sistematico
sprezzo delle norme prescritte dai manuali di Medicina e inoltre coloro che lavorano al Pronto Soccorso molto spesso consegnano esami
del sangue altrui approfittando dell’abitudine dei pazienti di non leggere subito l’intestazione dei referti e non sempre tengono conto delle
prescrizioni da seguire in caso di incidenti (in caso di trauma cranico, per esempio, credo abbastanza frequente che non lo facciano); tutti
gli specialisti possono essere dannosi quando sfruttano la raccolta dei dati che precede la visita vera e propria o per perdere tempo o per
aggredire o come test psicologico; i medici di base possono creare code interminabili con la disorganizzazione, allontanare i pazienti dopo
che hanno atteso per chiudere in orario e creare problemi con i permessi lavorativi o altri certificati, ma sono davvero pericolosi
soprattutto se rifiutano un nuovo paziente per raccomandata con indifferenza per la legge che richiede per questo atto l’esistenza di ragioni
serie e sfruttando il postino per diffamarlo oppure quando si fingono incompetenti o si mostrano intenzionalmente negligenti e offensivi
allo scopo di spingere il paziente a cambiare medico o quando suggeriscono a voce e senza compromettersi questo passaggio e tutto ciò
allo scopo di palleggiarsi tra loro il paziente per indebolirlo e farlo apparire incontentabile e ipocondriaco, per impedirgli di concentrarsi
solo su uno di loro nei suoi tentativi di difendersi o per solidarietà di casta; gli internisti, come i medici di base, spesso non solo fingono di
ignorare fibromialgia e sindrome della stanchezza cronica, ma a volte non prescrivono né consigliano esami e non rimandano agli
specialisti giusti in caso di sintomi importanti di malattie serie e soprattutto non informano sulla dieta essenziale e sana per tutti,
sull’importanza degli integratori (quelli di vitamina D in inverno e quelli di B12 e acido folico servono a tutti), sulla prevenzione delle
allergie più comuni e sulle più gravi conseguenze di virus da MTS, alcolici e nicotina (in particolare sulle donne e sugli under 18) e non
curano le malattie comuni (anemia, stipsi cronica, colite, squilibrio della flora batterica, bruxismo, cefalea, reflusso gastroesofageo,
sintomi da allergia, candida, herpes labiale, tiroiditi e ipotiroidismo, su cui qualsiasi farmacista e buon lettore in genere ne sa di più) e
questo sia negli adulti che nei bambini; gli oncologi e i medici che si occupano dei malati di patologie neurodegenerative e di AIDS sono
pericolosi quando prevedono con sicurezza entro 6 mesi una morte che non avverrà nemmeno dopo anni e, in Italia, sono oltremodo
dannosi e inumani quando assecondano i colleghi più ignoranti e il ministro della Sanità senza adeguata ribellione o addirittura con
indifferenza fino a lasciare la maggior parte dei malati terminali senza né un farmaco letale né oppioidi e quindi senza alcun antidolorifico,
abbandonandoli a mesi di sofferenza sempre crescente e alla morte tra dolori costanti e letteralmente atroci.
Da medici, infermieri, impiegati e operatori di call center si deve prevedere sempre anche i seguenti comportamenti: modi bruschi;
domande invadenti, inappropriate o insistenti; richieste illegittime (assumere farmaci consegnati senza ricetta e senza spiegazione durante
il ricovero o senza ricetta regolare durante la visita o per più giorni del dovuto o senza corrispondenza ben chiara con esami molto recenti,
fare la visita in una stanza diversa da quella prevista, urinare nella stanza usata per la visita per un “campione” di urina, spogliarsi senza
necessità del tutto o quasi con presenti medici e infermieri o in modo da esibire il petto in corridoi affollati o esposti agli sguardi,
allontanare gli accompagnatori durante le visite, far passare avanti nel turno chi lavora in ospedale o altri pazienti, ecc.); cattivi consigli
(un collega o un luogo cui rivolgersi, una terapia, ecc.); l’affermare da parte del medico di non trovare tra le stampe consegnate dal
paziente un referto che invece ha ben visto o di non leggervi annotazioni essenziali del paziente (ad esempio quelle sulla fase di un ciclo in
cui è stato fatto un esame del sangue) presumendo che il paziente sia troppo debole per protestare; invasione di conversazioni e spazi
privati e delle visite mediche stesse con la tecnologia e altri abusi della privacy (l’ingresso di medici e infermieri non necessari durante
esami imbarazzanti come quelli ginecologici è comune in ospedale, ma capita anche che venga aperta e passata sotto ispezione la borsa
mentre si dorme); truffe anche plateali e ripetute (ad esempio, come già accennato, è prassi o quasi consegnare esami del sangue intestati
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ad altri pazienti al Pronto Soccorso e a volte lo si fa anche nelle case di cura); “accomodamenti” rischiosi (farmaci consegnati gratis al
Pronto Soccorso con la prescrizione regolare ma in dosaggio diverso da quello prescritto); errori causati da silenzio e passività (sono
quelli involontari nella consegna degli esami e dei loro allegati – es. esame delle urine di un individuo e urinocoltura di un altro - e nella
loro esecuzione nei tempi giusti provocati da guasti di computer o attrezzatura medica non riparati né fatti conoscere al pubblico e quelli
conseguenti all’iniziale omertà verso sbagli e abusi di colleghi e di superiori); negligenza dalle conseguenze serie o umilianti (pazienti in
coda da tempo e presenti grazie a permessi lavorativi rari o bisognosi di una firma mandati via in massa dal medico di base con l’accusa
d’esser arrivati con poco anticipo per ridurre la loro attesa, pazienti in sedia a rotelle non accompagnati al bagno, urgenze rimandate,
appuntamenti “spostati” di poco con messaggi alla segreteria telefonica, mancanza di informazione essenziale su esami da fare e - il che è
ancora più grave - su esami fatti e poi su specialisti cui rivolgersi, utilità, rischi e alternative di interventi chirurgici - ad es. laparoscopie -
e effetti collaterali gravi di farmaci anche molto prescritti come la pillola anticoncezionale, il Gutron, gli antibiotici, gli integratori e le
benzodiazepine come lo Xanax); incompetenza (trovare medici incompetenti più ancora che indifferenti in endometriosi, lichen sclerosus
vulvare, vaginismo o fibromialgia è la regola, ma in generale sono deprimenti tutti gli interventi nei forum online di chi ha malattie
croniche o rare specialmente se femminili); menzogne plateali mirate ad accrescere le spese del paziente (si è indirizzati a fare
privatamente terapie e esami costosi che esistono in convenzione e magari regolarmente prescritti oppure non utili per la salute ma solo
per l’estetica e lo si fa creando allarmismi con informazioni inventate lì per lì o di prassi oppure affermando che in convenzione tali esami
e terapie non esistono). La negligenza è frequente in generale, ma è più prevedibile in caso di sintomi di malattie rare o che comunque
comportino almeno in alcune regioni esenzione per visite, esami e farmaci di più di una categoria: essa è il tal caso dovuta sia a
indifferenza che al desiderio di far risparmiare il Sistema Sanitario Nazionale (il fatto di non conoscere una malattia non giustifica che ci
si astenga di farne notare i segni più evidenti e gravi e di rinviare subito il paziente allo specialista del caso). Da chi non è né medico né
infermiere si può comunque aspettarsi soprattutto dispettucci infantili ma fastidiosi, come il tenere bloccate le porte automatiche quando il
paziente sta per uscire finché si volta o torna sui suoi passi, il rifiutare o, peggio, dare sbagliate le informazioni su come raggiungere un
reparto, i bagni, l’uscita, ecc.
Aggressioni, l’assenza di privacy e la passività sono la prassi degli impiegati agli URP (soprattutto o almeno quello dell’USL che si
occupa dei problemi con i medici generici) in diverse circostanze e possono comprendere, oltre a modi volgari, richiesta dell’impiegato di
accomodarsi mentre sta mangiando qualcosa e/o su una sedia posizionata al centro della stanza e altre iniziative dello stesso ridicolmente
basso livello (se esistono eccezioni non ho problemi ad ammetterle, ma devono essere ben rare tutto considerato).
Da alcuni avvocati delle associazioni e indicati come i punti di riferimento nei casi di malasanità può capitare, anche spostandosi in città
confinanti, di sentirsi rispondere che i medici in questione sono loro amici e concittadini e di essere indirizzati a un medico legale dello
stesso studio e anch’egli “amico”...
In situazioni particolari si deve aspettarsi però anche ben altro, a cominciare da ciò che segue: essere rifiutati come pazienti da parte del
medico di base (anche tramite raccomandata e senza spiegazione e perfino se tale medico è una conoscenza molto recente); assentarsi del
medico prima del proprio turno dopo che si è atteso e si è pagato la visita (almeno in ospedale); consegna di referti che non contengono
gran parte di ciò che durante la visita medica si è detto compresi una delle diagnosi e alcuni dei sintomi ad essa connessi o della loro
origine; mancata esecuzione di una o più terapie prescritte nell’impegnativa e esecuzione al loro posto di altro (a chi non poteva
difendersi per carattere e solitudine o problemi economici è successo); richieste di pagare il ticket ad alta voce fatte senza necessità e
rimproveri immotivati (il tutto fatto per le persone in attesa nella fila); mancato riferimento da parte di segretarie dell’annullamento di una
visita (nel caso delle visite private accade anche questo, ovviamente con lo scopo di creare tensioni con il medico); aggressioni verbali o
create con il numero dei medici e infermieri presenti durante una normale visita; ispezione del contenuto della borsa anche solo se si è
impossibilitati a muoversi per intervenire, oltre che mentre si dorme; violenze fisiche (tipiche e più frequenti di quanto si immagini in
genere sono penetrazione rapida e di forza durante visite ginecologiche e la scelta di non usare fin dall’inizio un gel lubrificante in quelle
proctologiche), esecuzione di test in modo arbitrario pericoloso (può essere il caso anche dei test allergici cutanei con cerotti).
Crimini molto gravi sono più infrequenti, ma non rari e non si deve escludere quelli seguenti: farmaci iniettati con la flebo e senza
consenso soprattutto o solo durante il sonno (è facile se il paziente accetta di tenerne l’ago); farmaci dannosi consegnati senza ricetta a
mano o consigliati facendo presente che la farmacia X è disponibile ad anticiparli senza regolare ricetta occasionalmente; falsificazioni
intenzionali dei referti degli esami soprattutto durante ricoveri ospedalieri, PAC e DH (magari per coprire errori e reati precedenti propri o
di colleghi della stessa ASL e non); modifiche radicali nella cartella clinica definitiva rispetto a quella provvisoria senza spiegazioni e
senza ragioni oneste; consigli e/o pressioni per fare interventi chirurgici non necessari e pericolosi e/o in ospedali inadatti. Non più
infrequenti, ma anzi la prassi generale sono gli abusi attraverso o contro le poche leggi su assistenza sociale e su ASO, su ricoveri
obbligatori e su ”cure” psichiatriche (sono spesso coinvolti gli psichiatri sempre presenti negli ambulatori MTS per i test anonimi sulle
malattie a trasmissione sessuale e al Pronto Soccorso, quelli ospedalieri in generale, i neurologi e i volontari in Psichiatria avvocati oppure
medici soprattutto se generici e attivi anche alla Guardia Medica e il sabato): nonostante le loro conseguenze devastanti, è esattamente ciò
che accade ovunque qui, perché l’Italia non ha seguito le grandi nazioni europee all’epoca della riforma psichiatrica della fine degli anni
‘70 e si disinteressa delle affermazioni al riguardo della Commissione europea e in proposito si deve tenere presente che nei manicomi
non vengono in genere diagnosticate o ben curate le malattie fisiche e che i maltrattamenti sono tali e tanto diversificati (contenzione in
stanze buie, droghe a dosaggi elevati, terapia elettroconvulsiva tuttora) da far spesso ammalare fisicamente in modo cronico o a volte con
esiti letali perfino i giovani.
SINTESI DEI PRINCIPALI PROBLEMI DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE DI CUI SI DISCUTE NEI TESTI
UNIVERSITARI E IN ALTRE BREVI PUBBLICAZIONI E CHE SI DEVE TENERE PRESENTI: Credo che in particolare sia
importante sfogliare Politica dei servizi sociali di Ferrario, Leggi e salute mentale di Fioritti, Psicopatologia dello sviluppo: storie di
bambini e psicoterapia di Celi, Il colloquio nell’assistenza sociale di Allegri e Dialoghi ininterrotti di Bastianoni, i capitoli su
malpractice, pregiudizi, limiti dei test psicologici, effetti avversi degli psicofarmaci e terapie implicanti stimolazione elettrica o
contenzione in Sinossi di psichiatria dei Sadock, le pagine della cronaca e quelle scritte anche da medici di forum e associazioni di malati
riguardanti i ritardi di anni nella diagnosi di molte malattie anche per niente rare, le pagine online sulle cure palliative, sul biotestamento,
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sull’amministratore di sostegno per fare applicare la propria decisione riguardo alle cure mediche e soprattutto sui pochi casi di suicidio
assistito in Italia e sull’associazione Luca Coscioni che lavora per ottenere il diritto all’eutanasia anche in Italia, il testo Volontariato, il
dossier di circa vent'anni fa di Famiglia Cristiana o forse altri sul volontariato, La perizia psicologica di Sammicheli, le pagine sull’uso
dei test psicologici in tribunale online e di Sanavio-Sica, Il tribunale del medico a cura di IRFEA e infine le pagine online con la
dichiarazione del dott. Costantino Benedetti sull’uso degli antidolorifici e in particolare degli oppioidi in Italia (da confrontare al limite
con il protocollo online d’uso clinico degli analgesici es. del Veneto, con le notizie online sulla difficoltà di far applicare la legge sul
suicidio assistito in Italia e con Il dolce morire, saggio degli anni ‘90 a cura di De Santis e altri meno aggiornato sulla situazione
all’estero): sono davvero letture fondamentali secondo me. Si può trovarvi spunto di riflessione o notizia su quanto segue: l’evoluzione
della psichiatria nei secoli e quella della resistenza alla riforma avviata con la legge 180 da Basaglia e la legge 833/1978 (riforma
sanitaria) con un riepilogo dei decreti di legge che negli anni ‘90 si sono susseguiti con insistenza perché mai applicati (Progetti Obiettivo
e leggi regionali); notizie sulla bassissima percentuale di pazienti psichiatrici ammessi nelle cooperative sociali di tipo B e in gruppi
appartamento ridotti; l’effetto che sui malati di mente, reali e non, ha il fatto che il governo abbia assegnato alle Regioni i servizi sanitari e
quelli delle grandi strutture residenziali (non quindi dei servizi sociali, comprese le iniziative di inserimento lavorativo e sociale); rifiuto
totale di qualsiasi riforma razionale e morale degli istituti psichiatrici per persone che hanno compiuto reati (anche piccoli e motivati da
disagio socio-economico oltre che personale) e obbligo in Italia per tutti noi delle “cure” psichiatriche o di ciò che fu definito “supplizi
terapeutici” contro le norme della commissione europea e di altre nazioni (es. Inghilterra); durante il tipo peggiore dei TSO italiani
mancanza abituale di rispetto delle poche leggi esistenti; assenza delle molte norme di tutela di altri paesi dagli abusi e di protezione dagli
effetti più pesanti in tutti e tre i tipi di TSO italiani e in generale durante i contatti con psichiatri e psicologi; gli effetti sull’affidamento
familiare e sull’adozione della permanenza dei minori in grandi istituti; la prevalenza dei modelli psichiatrici vecchio stampo forti solo in
senso quantitativo e poveri tecnicamente (diagnosi e trattamento); il concetto di razionamento nella sanità; gli effetti della trasformazione
delle Usl in Asl e perché il modello di mercato e industria imposto nella sanità sia tanto dannoso; gli effetti dello stigma sociale; rischi
connessi all’uso di psicofarmaci (in particolare dipendenza, dolore e danni fisici, prescrizioni insensate per ridurre fastidi di insegnanti e
genitori e rischio per i giovani ignari di avere dal loro miscuglio con gli alcolici gli stessi effetti dell’overdose da eroina) e loro
equivalenza alle droghe illegali quando esse corrispondano nella composizione a ciò che dice chi le spaccia); il tecnicismo eccessivo delle
prescrizioni ai volontari e le pretese del governo di assumere in queste attività laureati in Psicologia e altre università attinenti al campo
sociale, il tutto vissuto come una persecuzione burocratica (es. leggi sulle mense gratuite, sulla trasformazione di spazi pubblici e
condomini per favorire i disabili o sulle case per orfani); l’accanimento dei medici nel tenere in vita bambini con gravissime lesioni
cerebrali per poi abbandonarli ai genitori e dare loro così la responsabilità di accudire eterni neonati esposti a rischi e abusi in ogni istante
(tema affrontato anche in Tv anni fa); gravi conseguenze del divieto dell’eutanasia; le leggi che obbligano all’accoglienza le scuole
dell’obbligo, ma danno l’insegnante di sostegno solo in caso di diagnosi adatta e che quindi impongono uno stigma sociale spesso
rivelantesi poi errato o comunque dannoso anche solo per offrire un po’ di aiuto nei compiti (non mi è chiaro cosa abbia cambiato la
recentissima legge sui BES); assenza di leggi di tutela dagli abusi delle normativa sul mantenimento di ex mogli e figli minorenni con
conseguenze anche gravi e con la scusa che tanto c’è un’assistenza sociale che di fatto spesso manca del tutto; il fatto che la legislazione
che impedisce di denunciare i medici per la maggior parte dei loro abusi e il grande ritardo frequente e anzi tipico nelle diagnosi di molte
malattie fisiche anche non rare comportano anche che la legge che permette ai genitori, fratelli, ecc. di non mantenere un diciottenne né
lavoratore né studente permette nella pratica di uccidere persone anche giovanissime e peraltro perfino quando malate proprio a causa
delle decisioni dei familiari in merito alla loro alimentazione, a spiegazioni, esami e cure delle loro malattie e anomalie congenite e di
patologie conseguenti ad esse o all’incuria, alla loro protezione dai criminali e da eccessi di violenza anche in casa, ecc.; i costi
elevatissimi del fare figli anche quando non presentano malattie serie, costi aumentati molto soprattutto a causa dell’entità degli affitti e
dei lunghissimi anni di formazione scolastica imposti oggi; l’aumento del numero di stupri e altre violenza su donne e minori e quello dei
suicidi e dei crimini di adolescenti, anche a causa della legge assurda sull’impunibilità dei minori di 14 anni sfruttata da mafie tradizionali
e tali di fatto; la mentalità egoista della maggioranza subodorata dal governo e sue conseguenze con esempi tratti dalla cronaca; tra le
leggi regolanti i processi e la preparazione universitaria dei giudici, quelle che aumentano di più la probabilità degli errori e degli abusi
dei periti nelle questioni attinenti la salute (soprattutto mentale) nei tribunali; la difficoltà di avere giustizia nei pochi processi in cui è
possibile almeno per alcuni procedere contro un medico per grave negligenza o incompetenza; la condanna a morte tra dolori atroci per
almeno 90.000 residenti in Italia ogni anno a causa della colpevole inerzia riguardo alla prescrizione di oppioidi, oltre che riguardo al
suicidio assistito e all’eutanasia, dei medici italiani.
CIÒ CHE COMPORTA ANDARE IN QUALSIASI OSPEDALE : in convenzione a ogni visita presenza di un medico diverso, mentre è
bene che sia lo stesso individuo a fare i controlli e le seconde visite; in convenzione impossibilità di scegliere persino il sesso del medico
(per chi ha bisogno della convenzione, questa scelta e possibile nei piccoli poliambulatori convenzionati dove lo specialista addetto
all'esame è uno solo o ha giorni prestabiliti fissati annualmente); in certi casi da parte degli organizzatori scelta sistematica del medico
peggiore per competenza e soprattutto carattere se si vuole esasperare e diffamare un paziente che ha lamentato un danno serio e gravi
rischi corsi a causa di medici ospedalieri e dell’USL; impossibilità che il pagamento non sia anticipato (nei poliambulatori privati spesso,
se non addirittura sempre, si paga dopo e si può decidere di non pagare se il referto è molto incompleto o inattendibile in modo facilmente
dimostrabile); obbligo di pagare quel si è prenotato in ogni caso, perché l'impegnativa necessaria per prenotare in ospedale ha un codice
che fa sì che per legge si venga obbligati a pagare la visita o l'esame prenotato anche se non ci si presenta a meno che non lo si disdica ben
tre giorni prima, nonostante che possano essere molti gli eventi che impediscono di recarvisi (es. un imprevisto in famiglia o, per una
donna, un ciclo mestruale irregolare, doloroso o abbondante); il fatto che gli specialisti visti in ospedale in convenzione spesso non
ricevono i moduli che per legge dovrebbero avere per fare le impegnative in modo da evitare al paziente di andare dal medico di base;
possibilità di sentirsi dire da alcuni medici che chi fa la visita in convenzione non vuole davvero fare una visita "seria" (lo affermo per
esperienza personale); possibilità per il medico di assentarsi e abbreviare o rifiutare la visita già pagata con un pretesto qualsiasi
facilmente a sua disposizione (urgenze, richiesta della sua presenza da parte del primario o direttore, ecc.); possibilità per ogni medico di
farsi trovare con infermieri o altri medici o psicologi o psichiatri in studio durante la visita senza necessità diversa dal creare disagio e
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ansia nel paziente e di avvalersi dell'assistenza di tali individui per atti che non sono certamente previsti dalla visita; alta probabilità che
durante la visita/esame un estraneo entri (e può trattarsi di un infermiere maschio durante un test con una ginecologa...); maggiore facilità
per i medici di predisporre la registrazione abusiva dell'incontro oppure quella delle conversazioni dei pazienti che precedono la visita,
oltre che di fare ascoltare quanto si dice nello studio dai colleghi da una stanza confinante; impossibilità per i medici ospedalieri di
addurre la scusa dell'ignoranza della volontà dei colleghi, quando costoro intendono trovare pretesti per negare visite e esami obiettivi a
pazienti che abbiano subito negligenza o abusi più gravi da parte di altri medici e siano in condizioni in cui è generalmente molto difficile
informarsi su questioni di salute e/o denunciare; necessità di muoversi in un ambiente grande, deprimente e dove lavorano anche
individui squilibrati o almeno nevrotici e comunque non di rado dalla mentalità criminale, anche perché le leggi non li obbligano a
documentare ciò che dicono e hanno posto infiniti ostacoli alla possibilità di licenziare chi ha un impiego statale (i casi di cronaca nei
giornali e online non consentono di mettere in discussione o attenuare tale affermazione, per quanto sia spiacevole leggerla per segretari,
impiegati, infermieri e medici ospedalieri e, se è vero che i medici che visitano in regime privato quasi sempre lavorano in ospedale,
tuttavia almeno nei centri privati non li troverete circondati dai colleghi e inoltre, potrete farvi un'idea della loro competenza dalla lista di
attesa); affollamento di persone che vi si recano per visite ed esami e sono in ospedale spesso più aggressive (non è raro che sfruttino il
loro rapporto con gli infermieri o comunque vi si rivolgano per sfogare senza esporsi delle antipatie per un certo individuo o tipo di
persona o che cerchino di ottenere con delle domande indiscrete informazioni su altri pazienti da riportare a medici o infermieri in cambio
di favori di qualche genere); maggiori difficoltà a orientarsi a causa delle dimensioni dell'edificio e del fatto che il personale in genere non
è disponibile a dare informazioni; presenza di telecamere nascoste nei bagni e nelle stanze dove si dorme mentre si è ricoverati in ospedale
(non serve a niente sognare che non sia vero e nemmeno protestare); uno stato di cose tale da dare quasi la certezza che vi vuole male chi
vi presenta la possibilità appuntamenti in convenzione con psicologi ospedalieri (per non parlare degli psichiatri) come un meraviglioso
dono utile per affrontare un brutto periodo, mentre chi vi suggerisce addirittura una richiesta di pensione d'invalidità per motivi di natura
psicologica vi vuole forse morti e in ogni caso disoccupati o male occupati, depressi e soli a vita. Ricordate infine che esiste almeno in
Italia la possibilità di internamento in manicomio per le vittime di violenza – soprattutto familiare, ma non solo - che si presentano al
pronto soccorso e che gli ospedali di una regione vengono messi sull'avviso quando una persona si trova ad essere particolarmente
diffamata in uno degli ambienti della sanità e che in ogni caso coloro che vi lavorano sono di norma disposti a calpestare ogni
regolamento in alcuni casi se anche solo alcune persone segnalano loro la presenza a breve di un individuo che non sia nella condizione di
difendersi o se ve lo accompagnano per poi andarsene (specialmente, ma non solo, se questi si reca al Pronto Soccorso).
MALASANITÀ NELL'AMBITO DELLA PSICHIATRIA O ATTINENTE PAZIENTI PSICHIATRICI (CITAZIONE DA UN
MANUALE DI PSICHIATRIA A SCOPO RIASSUNTIVO): "Le possibilità di malpractice sono molte (...) Nello split treatment, lo
psichiatra prescrive i farmaci, mentre un terapeuta non medico conduce la psicoterapia (...) e lo psichiatra deve mantenersi pienamente
informato dello stato clinico del paziente, come anche della natura e della qualità del trattamento a cui il terapeuta sottopone il paziente
(...) dedicandovi tempo sufficiente (...) periodicamente (...) Lo split treatment è usato sempre più dalle compagnie di assistenza sanitaria e
rappresenta un campo minato per potenziali casi di malpractice (...) Una relazione in cui il medico svolge solo il ruolo marginale di
prescrittore di farmaci non soddisfa gli standard (...)
La psichiatra è tenuto a fornire il trattamento appropriato (...) ma, in caso di stipula di assicurazione privata, le polizze di assistenza che
non rimborsano appuntamenti di follow-up frequenti potrebbero indurre lo psichiatra a prescrivere delle elevate quantità di farmaci (...)
Da un punto di vista pratico, sono vari i problemi specifici che coinvolgono gli psichiatri. Tra questi violazione dei confini sessuali e non
sessuali, violazioni della riservatezza e attività illegali (assicurazioni, fatturazione, negoziazione di titoli da parte di un insider). Le
violazioni dei confini non sessuali sono di natura approfittatrice e gratificano il medico alle spese del paziente. Esse possono essere
raggruppate in alcune categorie sovrapponibili o mutualmente esclusive: business, discussioni ideologiche, ambito sociale, ambito
economico (...) Una condotta professionale non corretta è anche definita una pratica fraudolenta e con negligenza o incompetenza marcata
o nonostante la capacità di praticare sia ormai compromessa (...) da disturbi psichiatrici o medici o da abuso di sostanze (...)
Quando un paziente è senza denaro (...) abbassare la parcella (...) può provocare un controtransfert rancoroso (...)
Nel caso di stipula di assicurazioni private sull'assistenza sanitaria, gli psichiatri devono essere attenti a non dimettere pazienti violenti in
modo prematuro solo perché la compagnia che fornisce le cure assistenziali non approva un ricovero troppo prolungato (...) Inoltre con il
bisogno di inviare report periodici (...) per il rimborso del trattamento, alcuni psichiatri potrebbero esagerare la sintomatologia (...) così un
medico consultato in seguito leggerà delle note cliniche fuorvianti (...) La divisione della parcella è illegale (...) facendo infatti sembrare
che un proprietario dell'ufficio sfrutti il fatto di procacciare pazienti per un collega dell'ufficio (...) Questo si applica anche agli avvocati
che segnalano ai clienti uno psichiatra forense (...)
Il consenso informato del paziente al trattamento dovrebbe essere ottenuto ogni volta che viene modificata una terapia e viene introdotto
un nuovo farmaco (...) Da un punto di vista pratico, tuttavia, il paziente querelante che non è stato informato non otterrà molto dalla giuria
a meno che il trattamento non abbia prodotto conseguenze avverse (...)
Nel caso dei minori, il genitore o il tutore sono abilitati a fornire il consenso (...) In condizioni di emergenza, un medico può trattare un
minore senza il consenso dei genitori (...)
In America le corti hanno emesso sentenze multimilionarie contro professionisti della salute mentale. Un'accusa fondamentale in questi
casi è che il terapeuta aveva abbandonato la posizione di neutralità per insinuare, persuadere, obbligare a instillare falsi ricordi di abuso
sessuale nell'infanzia (...)
L'ipnosi e l'uso dell'Amytall vanno evitati se non chiaramente indicati e previa consulenza (...)
Si stima che (...) forse fino al 50% dei pazienti trattati con farmaci neurolettici per più di un anno mostri sintomi di discinesia tardiva (...) I
pazienti con discinesia tardiva potrebbero non avere l'energia fisica e la motivazione psicologica per iniziare una causa (...)
Le persone affette da disturbi mentali sono spesso percepite dal pubblico come in controllo delle loro disabilità o responsabili di averle
causate (...) Anche quando vengono viste da un medico, le loro malattie fisiche spesso rimangono non diagnosticate. I fornitori di cure
primarie potrebbero interpretare erroneamente le lamentele mediche di questi soggetti come "psicosomatiche" o potrebbero non essere in
grado di trattare con questa popolazione o sentirsi a disagio nel farlo (...) Inoltre i professionisti sanitari potrebbero non avere esperienza
nel trattare con le loro necessità, minimizzare o interpretare erroneamente i sintomi somatici e utilizzare in modo inappropriato misure di
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contenzione o sedativi o non considerare le possibili interazioni tra farmaci psicotropi o altri farmaci. Molti psichiatri non sono in grado o
non vogliono effettuare esami fisici e persino neurobiologici o non sono aggiornati sulla gestione di malattie fisiche anche comuni (...) In
caso di stipula di assicurazioni private, le persone affette da malattia mentale hanno una probabilità doppia di vedersi negare
l'assicurazione a causa di una condizione preesistente rispetto alle persone non affette da questi disturbi"(...)
Questa citazione è stata tratta da Sinossi di psichiatria di Kaplan-Sadock’s.
ALTRO DA SAPERE SULLA PSICHIATRIA: Leggete almeno Leggi e salute mentale di Fioritti, pur tenendo conto che alcuni decreti
legislativi più recenti (es. quelli sui detenuti con disturbi mentali) non vi sono considerati.
Importante è ricordare soprattutto che le sostanza psicotrope creano dipendenza, marchiano socialmente, cronicizzano nevrosi e altri
problemi superabili, coprono certi sintomi di malattie fisiche (che si potrebbero invece curare, se diagnosticate in tempo), causano
angoscia, insonnia, incapacità di restare fermi, tremori, a volte paranoia oppure un'ancora peggiore impossibilità o difficoltà di pensare e
muoversi e l'alterazione della personalità (e questo elenco di conseguenze basti, anche se ho tralasciato i danni peggiori, quando cioè
malattie fisiche sopraggiunte in seguito richiedono altri farmaci che possono interagire male con essi e soprattutto aggravare, con la loro
somma, gli effetti collaterali su peso, sistema nervoso, muscoli, testa, stomaco, fegato, reni, intestino, densità ossea, ecc.). Soprattutto
molti psicofarmaci creano malattie fisiche croniche (frequenti sono diabete e disturbi al cuore) o gravi, non pochi provocano anche
malattie pericolose per la vita e alcuni causano imprevedibili morti improvvise. Bisogna anche sapere che la prassi in psichiatria è che se
non c'è adeguata risposta ai farmaci se ne aggiungono altri o li si sostituisce o si ricorre all'ECT (la terapia elettroconvulsiva) oppure sono
proposte altre aggressive "terapie" di stimolazione cerebrale con l'elettricità, alcune delle quali invasive e la chirurgia ablativa, per le quali
credo sia necessario il consenso quando non si riesca a metterle in atto senza: gli effetti collaterali sono quelli elencati nelle citazioni
riportate in http://www.slideshare.com/lo-stato-attuale-della-psichiatria-italiana ovvero soprattutto amnesie, confusione, stato epilettico,
infezioni ed emorragie se non la morte e le conseguenze inevitabili sono lunghi trattamenti, invalidità periodica, degenze e controlli
frequenti e molte spese. La stanza d'isolamento e la contenzione (legare il "paziente") sono considerate per molti casi una terapia
complementare a quella farmacologica in ogni psichiatria. Gli effetti avversi da me elencati dei farmaci citati sono quelli più comuni e
gravi descritti dai manuali e quindi non sono tutti quelli elencati nei bugiardini e possibili. Trovo allarmante riguardo al quadro generale
dato della farmacologia che anche nei manuali universitari recenti non si faccia cenno ai casi di danno epatico provocati dalla duloxetina
(Cymbalta), dato che nel bugiardino e nei forum online sono riportati casi davvero preoccupanti.
Nei manuali si afferma che le interazioni degli psicofarmaci con le malattie organiche non sono in genere conosciute da molti medici
generici e specialisti. Inoltre, non solo l'esperienza generale, ma anche i manuali di psichiatria della Facoltà di Medicina stessi
sottolineano che è molto difficile avere diagnosi obiettive e terapie per le malattie fisiche (perfino per quelle più diffuse) negli ospedali
comuni se si afferma o è risaputo che si sta assumendo psicofarmaci, e d'altra parte spesso gli psichiatri o non sanno o non vogliono
diagnosticare con esami e trattare con terapie aggiornate le malattie fisiche nonostante gli studi fatti. Ricordate anche che chiunque assuma
antidepressivi viene tenuto sotto controllo fuori dalla Psichiatria anche con autorizzazione legale (in caso di psicofarmaci diversi o altre
situazioni il permesso degli psichiatri è considerato invece molte volte superfluo…). Ora sapete cosa accade quando si decide di "provare"
gli psicofarmaci perché consigliati o per pigrizia pur disponendo dei titoli dei migliori saggi di psicologia (anche forense) e farmacoterapia
e cosa consegue al giudicare responsabilità eccessive sia una sana diffidenza verso medici, psicologi e psichiatri sia l'apprendere e
l'applicare da soli pazientemente le tecniche comportamentali e cognitive e le conoscenze sull'inconscio e sull'arte di vivere offerte dai
libri giusti e dalle ricerche online. Ora sapete anche che tipo di persone sono coloro che consigliano o prescrivono psicofarmaci senza
nemmeno essere psichiatri e a cosa danno il consenso i familiari delle persone dichiarate incapaci e i tutori e gli insegnanti dei minorenni.
E sapete infine cosa comporta, anche solo per ignoranza e ingenuità, consigliare psicologi e psicofarmaci ai genitori rimasti vedovi o non
vigilare sulle prescrizioni di psicofarmaci a genitori anziani. Sapete ora soprattutto cosa permette il governo agli psichiatri nei casi di
violenza sulle donne adulte da parte dei familiari o del partner qualora esse non possano mantenersi e se è davvero giusto che sia permesso
il TSO quando un figlio esasperato e impossibilitato a pagare un affitto perde una volta la pazienza coi genitori, mentre quasi mai lo
subisce un genitore abusante e instabile (nemmeno in stato di mania violenta). Ora potete capire cosa significa spingere con le minacce e
con l'inganno a firmare per una pensione d'invalidità psichica (credo proprio che essa implichi l'obbligo di assumere psicofarmaci a vita,
dato che non sono ammesse forme d'internamento senza trattamento e che gli psichiatri non ne considerano le altre forme e inoltre fanno
tutto il possibile per mantenere la cosiddetta popolazione clinica in stato di dipendenza). La legge attuale prevede TSO con farmacoterapia
pesante obbligatoria anche per chi non è pericoloso né per gli altri né per sé, ma di certo le informazioni di questo paragrafo vi consentono
di essere obiettivi, nel vostro stesso interesse, in particolare riguardo alla legge che prevede ricovero obbligatorio anche molto prolungato
e prigionia in cella d'isolamento buia e vuota con telecamere e legacci per chi, a qualunque età, abbia tentato il suicidio, sebbene di solito
chi lo fa sappia controllarsi senz'altro e decida di morire a causa di insuperabili problemi oggettivi (malattie terminali o croniche,
impossibilità di pagare un affitto, lutti ripetuti, età avanzata, violenza domestica, bullismo in fasce d'età in cui l'abbandono scolastico non
è possibile o è molto difficile). E non dimenticate che la legge permette tutto questo anche quando l'idea suicidaria è solo sospettata, che i
maltrattamenti e la prigionia creano anche nella persona più forte ed equilibrata episodi depressivi ed esasperazione e che in tali casi i
"supplizi terapeutici" si diversificano e arrivano a comprendere la privazione della libertà di fare scelte di vita autonoma (la violenza più
distruttiva della personalità e forse più dolorosa che si conosca anche quando non implichi la rinuncia a degli affetti, a letture e alla libertà
in presenza di malattie fisiche gravi), stimolazione cerebrale con elettricità e, se riescono a carpire il consenso o ad aggirare il problema
della sua necessità, anche chirurgia (il tutto seguìto da terapie farmacologiche ancora più pesanti e pericolose, rese necessarie da questi
complessi interventi). Essere interdetti e sottoposti ad un tutore comporta una gravissima limitazione della libertà ed assenza di privacy e
spesso porta a subire abusi gravi, dei quali possono dare un’idea le riflessioni esplicite ed implicite di Larsson contenute in La ragazza
che giocava col fuoco e l’autobiografia di Britney Spears. E non bisogna dimenticare nemmeno che l'incompetenza degli psicologi
italiani, specialmente in fatto di tecniche cognitivo-comportamentali, e la loro mentalità sono in genere tali che rivolgersi a uno psicologo
risulta spesso un passo avanti solo nella direzione che porta ad assumere psicofarmaci e al contatto con gli psichiatri. Mi è stato detto più
di una volta che la maggioranza delle persone e, in particolare, degli psichiatri, ritiene – per usare le stesse espressioni da me raccolte –
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che "si può stare di qua o di là ma che non si può stare in mezzo" e che la psichiatria, con i mezzi illegali tanto diffusi e quelli legali, mira
soltanto a "portare le vie di mezzo di là e a mantenercele" e non credo che l'intenzione sia solo di liberarsi di un individuo fastidioso e
guadagnare con i farmaci, gli interventi chirurgici e gli stipendi statali, ma che al fondo ci sia un miscuglio micidiale di sadismo vero e
proprio e ignoranza deliberata, per quanto i manuali di psichiatria non mostrino sempre questo atteggiamento riduttivo e criminale e siano,
sotto alcuni aspetti, apprezzabili. Vorrei anche sottolineare non a sproposito che ad esempio in America nel 1994 per primo lo Stato
dell'Oregon ha approvato il suicidio assistito almeno per i malati terminali il cui decesso sia previsto in 6 mesi, che tra il 2008 e il 2011
anche Washington, Montana e Vermont e che non solo due terzi degli americani sono favorevoli ma l'opposizione precedentemente
uniforme dei medici si è sgretolata e solo le associazioni degli psichiatri APA, AMA, ABA e AAS continuano a opporsi.
Il suicidio deve essere una scelta razionale e deve essere pianificato scegliendo i luoghi adatti (alture di montagna e collina, grattacieli,
ponti e torri di città) e il momento adatto (non si deve mai farlo impulsivamente per via di una forte emozione, ma anzi è necessario
attendere sempre di avere una visione molto distaccata e ampia degli eventi che hanno fatto maturare il desiderio di morire). Non se ne
deve ovviamente parlare a nessuno (meno che mai a componenti della famiglia d'origine o amici) e se lo si fa col coniuge ciò deve
avvenire solo con estrema prudenza nella scelta della modalità. Bisogna anche tener conto del fatto che fare testamento, trovarsi in grave
disagio economico e avere una malattia fisica terminale invalidante o cronica sono tutti considerati dagli psichiatri "fattori di rischio" e
motivi di "legittimo controllo". Soprattutto si deve assolutamente considerare quanto è stupido e folle tentare il suicidio con metodi sui
quali non ci si è informati e che possono risultare inefficaci (i sonniferi, gli antiepilettici e quasi tutti i barbiturici attualmente in
commercio, i mix di farmaci o di farmaci e alcolici con cui altri, con peso e salute diversi, si sono suicidati o le droghe illegali vendute da
chi non è affidabile in proposito e ovviamente l'inutile tagliarsi le vene) o causare dolore fisico intenso e percepito troppo a lungo o
umiliazione (veleno per topi, pesticidi, annegamento dove lo sbalzo di pressione e le più rapide e fredde correnti delle profondità dei laghi
e del mare accrescono il dolore del soffocamento e dell’aggressione dell’acqua ai polmoni, ecc.) o smettendo di mangiare, perché, se tra la
gente, finireste in manicomio e lì sareste alimentati a forza (attraverso cannule inserite nel naso) o spinti a mangiare (con droghe che
creano ansia, angoscia o fame nervosa o con la minaccia di essere legati e chiusi in una stanza buia almeno per diverse ore al giorno) e
inoltre subireste più di una volta come minimo l'ECT (la terapia elettroconvulsionante oggi più promossa che mai nei manuali universitari
soprattutto per casi simili), mentre se isolati, sareste spinti a mangiare dalla fame ossessiva degli ultimi stadi oppure rischiereste di venire
divorati ancora vivi dai topi che sono sempre attratti dai moribondi.
Di fatto spesso coloro che affermano che il suicidio è sbagliato in sé e doverosamente illegale e che esso richiede il TSO sono quelli che
fanno di tutto per spingere altri al suicidio e che a volte lo consigliano anche esplicitamente quando si sentono sicuri da determinate
orecchie o protetti dall’anonimato se sono in gruppo. In molti comunque oggi consigliano il suicidio con abili parole ad adolescenti e
giovani: lo si fa online (mi sembra sia la Polonia lo stato dove fu chiuso un grande social network dopo un buon numero di suicidi,
consigliati dagli utenti intervenuti per discutere problemi giovanili tipici e non); lo si fa in film recenti rivolti a ragazzi (in Lavorare con
lentezza una coppia di ragazzi nelle ultime scene si suicida per "vedere cosa c'è dall'altra parte", dato che la polizia ha reagito con
l'omicidio alle manifestazioni e che lo Stato ha dato come uniche due soluzioni ai problemi economici diffusi il suicidio o la rassegnazione
ad accettare tutto passivamente); lo si fa nei gruppi informali di amici e conoscenti ("Che si suicidi!", "E allora suicidati!" sono frasi che
si sentono dire molto spesso); lo si fa negli studi degli psicologi (è questo uno dei motivi principali per cui la legge dovrebbe vietare di
rivolgersi a loro prima dei 25 anni e per cui gli incontri dovrebbero essere fatti precedere da letture sui tre principali indirizzi della
psicoterapia e sui titoli di studio da esibire e dovrebbero essere di numero e programmi prestabiliti fin dall'inizio, limitati e, in caso di
dubbi sulla procedura, anche filmati); lo si fa negli spazi, privati e non, dove leader di gruppi di facciata cristiana si raccolgono insieme ai
loro accoliti (si tratta di gruppi dove le persone hanno a volte pochissimo in comune, anche perchè spesso le quasi sempre giovanissime
prede sono attirate al loro interno con pretesti diversi da quelli religiosi - ad esempio la psicoterapia - e vi sono mantenuti dall'accoglienza
successiva dei genitori, a volte contro espliciti patti, o dalla dipendenza che spesso creano gli psicologi e da altre circostanze connesse
all'età, perciò non tutti possono essere "formattabili" quanto li si pretende: nasce facilmente in chi ha formato questi gruppi il desiderio di
eliminare in ogni modo possibile chi vi è stato troppo danneggiato)... Io credo che tutta questa insistenza sia un motivo in più per resistere,
cercare soluzioni innovative e pazientare a lungo prima di prendere tale decisione irrevocabile, orribilmente definitiva, soprattutto da
giovani, perché la gente merita di essere scontentata almeno in qualche cosa ogni tanto. La vita a volte sorprende davvero e per molti a 28
anni circa c'è una svolta.
ELENCO DELLE PIÙ FREQUENTI CAUSE DI BIAS PER LO PIÙ INVOLONTARI DELLO PSICOLOGO CLINICO, DELLO
PSICOTERAPEUTA E DELLO PSICHIATRA ELENCATE NEI MANUALI UNIVERSITARI ( I NUMEROSI CASI DI ABUSI
PREMEDITATI NON SONO MAI CONSIDERATI IN QUESTI MANUALI): 1) scegliere un'ipotesi perché è la prima venuta in mente o
quella cui sono legati gli esempi più numerosi che si ricordano o un articolo letto da poco tempo; 2) fare ipotesi troppo generiche o farne
per ogni indizio rilevato, magari dando anche soluzioni immediate per ogni problema emerso; 3) accumulare troppi dati senza metodica
semplificazione; 4) adottare un'ipotesi sbagliata per semplificare la comprensione e facilitare la decisione; 5) non tener conto di quanto è
difficile per ogni paziente dare risposte sia chiare che corrette; 6) non considerare o non richiedere il giudizio del paziente sull'esito del
colloquio o dell'eventuale test o trattamento e sulla sua volontà/capacità di sottoporvisi; 7) fare troppe domande chiuse e all'interno dello
stesso schema di riferimento, sacrificare alla teoria informazioni discrepanti e in generale abusare di termini, teorie e prototipi di stili di
personalità e di disturbi mentali, facendosi condizionare dal supervisore per ansia da prestazione o ambizione, dal proprio orientamento
professionale, da stanchezza e preoccupazione, dall'abitudine a osservare un certo disturbo in ospedale, da narcisistica convinzione di
infallibilità, da bisogno di mantenere il potere in un'istituzione ecc.; 8) mettere in atto una psicologizzazione rituale, cioè "da compito" e
non decisa di volta in volta in base alla situazione e al paziente; 9) fare colloqui e test troppo lunghi o troppo corti generando
approssimazione; 10) sopravvalutare o sottovalutare l'incidenza di un disturbo o il carattere patologico o normale – in certe situazioni e
con certe personalità – di un comportamento; 11) valutare un disturbo dell'umore in base a un tono d'umore standard e non allo standard
individuale; 12) dare per scontato che il collega criticato dal paziente sia adeguato o inadeguato oppure non tenere conto delle aspettative
e delle ambivalenze di tale inviante o ancora evitare una corretta collaborazione con lui per difficoltà di carattere personale; 13) mostrarsi
sempre molto intelligenti o molto incoraggianti e attenti per ansia, subire un contagio emotivo – in modo lineare o meno - , liberarsi
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rapidamente di emozioni fastidiose senza prima analizzarle, lasciarsi indurre ad assumere un ruolo inadeguato (per esempio da genitore),
farsi sedurre, permettersi di sedurre o di lasciar trasparire disprezzo o rabbia nell'atteggiamento e in generale "vivere" il colloquio, quindi
non utilizzare tutte le informazioni e le emozioni (anche quelle personali disturbanti) per conoscere meglio il paziente e il problema; 14)
ostentare freddezza e distanza per apparire neutrali oppure, per fastidio o ansia, spingere all'autonomia precocemente e rifiutarsi a
legittime richieste o ancora mantenere per partito preso o pigrizia una posizione di attesa passiva creando nel paziente senso di abbandono,
confusione, ansia e conseguenti discorsi sconclusionati e vagolanti o perdita di fiducia; 15) non tenere in considerazione la necessità che,
idealmente implicata dalla diagnosi psicodiagnostica e dalla psicoterapia, di confrontarsi con altri colleghi, di usare anche strumenti
diversi dal colloquio e standardizzati e di mantenere nel paziente un atteggiamento fiducioso e attivo attraverso programmate e periodiche
"restituzioni" dei risultati dei colloqui e dei test e valutazioni dei possibili interventi o dell'eventuale interruzione del rapporto; 16)
giudicare eventuali risultati contraddittori dei test o discrepanze tra colloquio e strumenti alternativi senza chiederne spiegazione al
paziente, senza tener conto dell'ansia e della stanchezza che molti test creano di per se stessi o in rapporto ai test precedenti, delle diverse
reazioni provocate da interlocutori e ambienti diversi, dai diversi orientamenti teorici, da spiegazioni insufficienti o date in un linguaggio
tecnico, ecc.; 17) farsi condizionare da opinioni e rivelazioni di familiari, amici e colleghi del paziente; 18) non rilevare le contraddizioni
nella comunicazione o la poco frequente ma molto importante discrepanza, in alcuni individui e in certi frangenti, tra comportamento e
conversazione; 19) accettare dei termini nelle descrizioni dei sintomi da parte del paziente senza verificare che il significato da lui
attribuito loro corrisponda a quello che esso ha per gli psicologi e non verificare di aver capito bene di fronte a idee insolite o ad abitudini
eccentriche; 20) fare domande ingenue, cui molto spesso conseguono falsi negativi nelle risposte, anche a causa di inadeguate scale e
interviste semistrutturate (io aggiungerei anche falsi positivi, perché le domande che il mio manuale sui colloqui clinici riporta per la
diagnosi del delirio di persecuzione sono in modo evidente assurde, indipendentemente dal giudizio dei suoi autori, dato che tutti hanno
nemici più o meno dichiarati). Il bias più comune è quello detto anche autoconvalida o errore di persistenza
Gli autori dei manuali di psicologia clinica e simili non solo si limitano ad elencare biases intesi come errori non intenzionali tralasciando
di occuparsi di abusi e crimini premeditati, ma sembrano inoltre tutti concordi nel non voler rilevare che raccogliere in un computer dati
altrui molto personali e coinvolgendo in ciò familiari, amici e colleghi -specialmente senza consenso o se senza la dovuta informazione
del paziente sui rischi per la sua privacy a ciò connessi – è sia immorale sia deleterio per la alleanza diagnostica, che essi pure reputano
indispensabile. Soprattutto comunque nei manuali si evita accuratamente di trarre dal lungo e coraggioso elenco di bias l'ovvia
conseguenza che, per usare poche parole di Erich Fromm, si potrebbe riassumere così: "Rivolgersi a uno psicologo è spesso un grave
errore, perché si tratta di una professione troppo difficile". Senza dubbio la maggior parte delle persone, con qualunque titolo di studio,
non ha proprio nulla a che vedere con la figura davvero ideale che la diagnosi psicodiagnostica e la psicoterapia richiedono e le
conseguenze di questo dato di fatto sul paziente sono non di rado molto gravi. Inoltre è ancora tutta da dimostrare la necessità/utilità,
continuamente ribadita nei manuali, di accumulare "segreti di famiglia" e dettagli su fatti personali e di attribuire un'etichetta diagnostica
("etichetta", perché il risultato è questo anche quando il processo diagnostico è di tipo "comprensivo-interpretativo" e non si basa quindi
solo sull'assurda catalogazione "nosografico-descrittiva" e sull’eccessivo numero di disturbi del DSM). In Le belle immagini, Simone De
Beauvoire espone il problema in modo insieme acuto e semplice, dimostrando che il fatto che uno psicologo, mediante test e colloqui,
arrivi a conoscere un individui bene - anche meglio di un genitore attento e amorevole - non implica affatto che poi costui sappia
suggerire soluzioni adatte e moralmente accettabili ai suoi problemi e informazione utile (quella che si può trovare in documenti come
questo e che è valida per tutti). Il libro della Beauvoire è secondo me importante e andrebbe davvero letto insieme ad almeno L'arte di
ascoltare di Fromm e alle pagine in cui Jung ha sconsigliato la psicoterapia e invitato all'autoanalisi quotidiana e alle altre pratiche
autonome utili che si possono intraprendere e rendere efficaci appoggiandosi ai libri giusti. Io conosco diversi casi di recenti abusi gravi
del codice deontologico degli psicologi e molti di essi hanno non poco in comune purtroppo con quelli descritti in Psicoterapie folli
(Lalich-Singer), per il quale rimando alla recensione online di de Mango avvertendo che la facciata “cattolicizzante” di molti psicologi è
davvero solo una maschera che copre crimini anche gravi).
Recensione online di L. de Mango a Le terapie folli: come riconoscere terapeuti e pseudoterapeuti su Psicoterapie folli: conoscerle e
difendersi di M. T. Singer e J. Lalich, a cura di P. Michielan
“Non si sa (...) quanti siano gli psicologi/psicoterapeuti che non sono né accreditati né autorizzati, per non parlare di quelli che, nonostante
siano in possesso di titoli, propongono terapie bizzarre e che svolgono attività che hanno ben poco a che fare con quanto viene
generalmente definito "aiuto". Queste terapie folli fondano il proprio successo sulla conquista della fiducia del paziente, fragile e confuso
(...) Tra i Crazy Therapist, Singer e Lalich annoverano nella loro guida per riconoscere un incompetente (...) immorale o ciarlatano, lo
sfruttatore (...) che ha già capito il problema senza fare l'anamnesi, il nevrotico che parla al paziente dei propri problemi (...) e cerca di
farlo lavorare per lui. E ce ne sono tanti altri, che abusano della fiducia che le persone ripongono nella figura del terapeuta, attivando su
esse abusi, soprusi e manipolazioni emotive e mentali (...) Hanno (...) in comune di porre spesso (...) la causa (...) in qualche evento
traumatico del passato, (...) la profonda mancanza d'interesse per la verità o per la precisione e la (...) proposta di una tecnica terapeutica
unica e uguale per tutti (...) Alcune delle metodologie e degli strumenti di cui si servono sono (...) l'allontanamento del paziente dalle sue
relazioni (...) e il ricorso a riti magici o spirituali.”
Citazione del codice deontologico degli psicologi
"Lo psicologo (...) deve prestare particolare attenzione ai fattori personali, sociali, organizzativi, finanziari e politici, al fine di evitare l'uso
non appropriato della sua influenza, e non utilizza indebitamente la fiducia e le eventuali situazioni di dipendenza dei committenti e degli
utenti destinatari della sua prestazione professionale (...) Nell'esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla
riservatezza, all'autodeterminazione ed all'autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze,
astenendosi dall'imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione (...) La violazione dell'obbligo di
formazione continua, determina un illecito disciplinare (...) Riconosce i limiti della propria competenza e usa, pertanto solo strumenti
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teorico-pratici per i quali ha acquisito adeguata competenza e, ove necessario, formale autorizzazione. Lo psicologo impiega metodologie
delle quali è in grado di indicare le fonti e riferimenti scientifici, e non suscita, nelle attese del cliente e/o utente, aspettative infondate (...)
Non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale (...) Lo psicologo, nel caso di intervento su o
attraverso gruppi, è tenuto ad informare, nella fase iniziale, circa le regole che governano tale intervento. È tenuto altresì ad impegnare,
quando necessario, i componenti del gruppo al rispetto del diritto di ciascuno alla riservatezza (...) Lo psicologo adotta condotte non lesive
per le persone di cui si occupa professionalmente e non utilizza il proprio ruolo ed i propri strumenti professionali per assicurare a sé o ad
altri indebiti vantaggi (...) Lo psicologo, nella fase iniziale (...) fornisce (...) informazioni adeguate e comprensibili circa le sue prestazioni,
le finalità e le modalità delle stesse (...) Se la prestazione professionale ha continuità nel tempo, dovrà esserne indicata, ove possibile, la
prevedibile durata (...) Lo psicologo si astiene dall'intraprendere o dal proseguire qualsiasi attività professionale ove propri problemi o
conflitti personali, interferendo con l'efficacia delle sue prestazioni, le rendano inadeguate o dannose alle persone cui sono rivolte (...) Lo
psicologo valuta ed eventualmente propone l'interruzione del rapporto terapeutico quando constata che il paziente non trae alcun beneficio
dalla cura e non è ragionevolmente prevedibile che ne trarrà dal proseguimento della cura stessa (...) Lo psicologo evita commistioni tra il
ruolo professionale e vita privata (...) Costituisce grave violazione deontologica effettuare interventi diagnostici, di sostegno psicologico o
di psicoterapia, rivolti a persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene relazioni significative di natura personale, in particolare di natura
affettivo-sentimentale e/o sessuale. Parimenti costituisce grave violazione deontologica instaurare le suddette relazioni nel corso del
rapporto professionale (...) Allo psicologo è vietata qualsiasi attività che, in ragione del rapporto professionale, possa produrre per lui
indebiti vantaggi diretti o indiretti di carattere patrimoniale o non patrimoniale, ad esclusione del compenso pattuito (...) Lo psicologo
presenta in modo corretto ed accurato la propria formazione, esperienza e competenza. Riconosce quale suo dovere quello di aiutare il
pubblico e gli utenti a sviluppare in modo libero e consapevole giudizi, opinioni e scelte".
BIASES FREQUENTI AI PROCESSI NELLE VALUTAZIONI COMPIUTE DA GIUDICI (DI MERITO) SULLE PERIZIE ANCHE
PSICOLOGICHE: La valutazione dell'attendibilità degli enunciati della scienza è aperta a vari pericoli: la mancanza di cultura scientifica
dei giudici; gli interessi che talvolta stanno dietro le opinioni degli esperti; le negoziazioni informali o cculte tra i membri di una comunità
scientifica; il carattere distruttivo delle affermazioni scientifiche in particolare nel processo accusatorio; la complessità e la drammaticità
di alcuni grandi eventi e la conseguente difficoltà di uno sguardo neutro; la provvisorietà delle opinioni scientifiche; la manipolazione dei
dati; la presenza di psudoscienza; gli interessi dei committenti delle ricerche; contrasto possibile tra le perizie svolte all'inizio di
un'indagine e quelle svolte a livello dibattimentale, tra quelle del perito d'ufficio e quelle del perito di parte e tra quelle del primo e del
secondo grado; la presenza nella psicologia di antinomie, diversi indirizzi e novità derivate dalla strumentazione (neuroimaging, ecc);
incertezza non rara su quale esperto di psicologia è più adatto a pronunciarsi (medico legale, psichiatra forense, psicopatologo forense,
ecc.).Una scienza inoltre può essere recente (...) e il giudice si deve comportare come un buon epistemologo nel valutarla. Il tentativo di
trovare nei tribunali una soluzione alle antinomie della psicologia è fallimentare, anche perchè è un errore confondere il piano dei
significati del comportamento con il piano della loro biologia (...) Se la decisione di fare una risonanza magnetica funzionale può essere
condivisa, possono non esserlo le conclusioni tratte da essa sulla coerenza anatomo-funzionale tra lesioni cerebrali evidenziate e disturbi
del comportamento rilevati. Il giudice può valutare se accettare come valida una scienza non consolidata, ma non può fare l'arbitro di
scienze consolidate in conflitto tra loro.
A questo riguardo sono importanti le precisazioni di Sammicheli (La perizia psicologica) e altri sulle leggi che rendono questi biases
frequenti e l'ingiustizia diffusa, soprattutto non imponendo un linguaggio comune a periti, avvocati e giudici, il massimo rilievo alle
analisi e alle discussioni precedenti l'incontro in aula (partecipazione, filmati, registrazioni scritte) e una precisa attribuzione di ruoli.
Su come gli appelli vengano a volte strumentalizzati per fare evitare – con la legge sulla prescrizione – il carcere a manifesti colpevoli e
per arricchire gli avvocati potete leggere, oltre al citato libro di Sammicheli, Il tribunale del medico (IRFEA), utile anche per riflettere sui
falsi dichiarati dai medici legali evidenti solo in appello.
"Argomenti adoperati dagli studiosi contrari all'introduzione della perizia psicologica in fase processuale prima dell'accertamento di
colpevolezza:
a) difficoltà dell'osservazione scientifica della personalità, oggetto complesso e solo parzialmente esplorabile; b) particolare difficoltà di
tale indagine allorché non si possa esser certi della collaborazione del soggetto; c) (...) particolare emotività dovuta alla condizione
dell'imputato; d) (...) il condizionamento dell'esame a causa (...) dei tempi tecnici e per esigenze formali; e) difficoltà ad avere un quadro
sufficientemente esatto dei fattori ambientali e situazionali; f) rischio dell'effetto sfavorevole che si può esercitare sull'accertamento di
colpevolezza." (La perizia sulla personalità del reo di Pannain-Albino)
P. S. Vorrei anche accennare alle PRINCIPALI CONTRADDIZIONI CHE FACILMENTE SI POSSONO RILEVARE NEL MODO IN
CUI SENTENZE DISCUTIBILI DEI TRIBUNALI VENGONO GIUSTIFICATE DA MOLTI : la galera peggiora le persone (nel caso si
discuta se imprigionare un criminale); la galera migliora le persone (nel caso si discuta se liberare l'autore di un crimine particolarmente
efferato prima del termine previsto o se non dare l'ergastolo); gli immigrati criminali non sono cattive persone ma povere vittime della
loro cultura o di traumi e i giovani italiani violenti non sono che povere vittime di Internet, della televisione, dell'età e dell'assenza di
figure genitoriali autorevoli (gli immigrati e i giovani che si conformano alle regole nonostante famiglie, vissuti e situazioni non ideali non
spingono ad alcuna riflessione); non è giusto tenere i bambini lontani dai genitori (i bambini uccisi da criminali o dagli stessi genitori e
quelli rapiti anche a causa delle condizioni familiari dei casi di cronaca su tutti i giornali non sono presi in considerazione); chi lavora è
comunque utile alla società (il futuro lavorativo delle vittime dei lavoratori violenti, disonesti e ladri non è contemplato); è troppo difficile
giudicare quando si tratta di coppie (allora sarebbero di conseguenza insensati i processi stessi che portano all'assoluzione di partner
estremamente violenti); le galere comportano una spesa ingente per lo Stato (sono considerati insignificanti i costi economici, morali e
sociali dell'assenza di punizioni – quindi di regole – e non sono nemmeno presi in esame lavori forzati, pena di morte ed eliminazione
delle poche ma costosissime carceri di lusso presenti in Italia); per i familiari delle vittime nessuna pena è sufficiente (si sorvola sul fatto
che non sono affatto solo i famigliari delle vittime ad aver bisogno e volere che in uno Stato ci siano regole e che di conseguenza i
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criminali vengano puniti); la legge del taglione non è giustizia perciò ergastolo e pena di morte non sono giusti (si finge di dimenticare che
l'ergastolo è nato come provvedimento mite rispetto alle torture fisiche di innumerevoli tipi tradizionalmente previste per i criminali e che
la pena di morte è un procedimento sia economico che giusto quando la violazione delle leggi della società è dimostrata e grave o
recidiva).
LIMITI DEGLI STRUMENTI DELLA CITTADINANZA ATTIVA: Il mio manuale di cittadinanza attiva è del 1998 e potrebbe non
essere perfettamente aggiornato, ma l'andamento del rispetto dei decreti legislativi italiani nel tempo è così caratteristico che dubito che ci
siano stati cambiamenti sostanziali nell'ultimo ventennio. Comunque vorrei rimandare qui al precedente paragrafo sulle pagine di questo
manuale relative al campo sanitario e segnalo che anche le pagine che tale manuale dedica ad altri ambiti sono poco incoraggianti per i
cittadini, nonostante informino sul tanto tempo e denaro che vengono investiti in corsi e incontri. E i paragrafi sui tanti comitati di ogni
genere per organizzare varie attività che si leggono nei testi per concorsi statali o nei libri su problemi ricorrenti e di interesse generale (ad
esempio quelli sul mobbing) forse trasmettono non solo a me la stessa sensazione di essere presi in giro senza rimedio e continuamente.
Per comprendere più in dettaglio ciò riguardo a campi diversi dalla malasanità, si dovrebbe considerare almeno quanto segue: la
normativa degli anni '90 sui piani di protezione civile è rimasta a lungo sulla carta e forse lo è ancora (all'epoca quasi tutti i comuni colpiti
da calamità non avevano questo piano e chi lo possedeva non lo aveva comunicato al pubblico); le leggi sui servizi minimi in caso di
sciopero non sono state rispettate nel settore trasporti in quegli anni e le cose tuttora non sono cambiate; alla fine degli anni '90 la maggior
parte dei Comuni non aveva ancora nominato un difensore civico come avrebbe dovuto fare per legge e una legge successiva ha attribuito
a esso una funzione che prima era dei comitati di controllo regionali snaturandone così il ruolo di difensore dei diritti dei cittadini;
l'"azione popolare" di giudizio del sindaco (rappresentante dei cittadini) è stata poco utilizzata negli anni '90 perché poco conosciuta e
costosa; alcuni statuti di Comuni e Province ancora negli anni '90 non prevedevano le consulte previste per legge per la tutela dei cittadini
e dove erano previste spesso non sono state convocate per ignoranza di esse o dell'ufficio responsabile o del mezzo per vincere l'inerzia
delle amministrazioni; non tutti gli statuti prevedono i forum dei cittadini, istituiti credo negli anni '90; nelle sedute aperte del Consiglio
comunale nella maggior parte dei cittadini non possono prendere la parola; ci sono regolamenti coperti dal segreto dell'amministrazione,
anche se in teoria il cittadino può prendere visione di qualsiasi atto amministrativo; l'amministrazione spesso non risponde alle richieste
scritte di partecipare a un procedimento amministrativo e non tutti i giudici hanno riconosciuto il diritto di parteciparvi alle organizzazioni
di cittadini, che del resto dovrebbero dimostrare di rappresentare la popolazione interessata e non si vede come; tutte le forme di
organizzazione di cittadini (compresi semplici comitati e associazioni) richiedono il notaio e ci sono obblighi giuridici molto complessi
per cooperative e fondazioni; la raccolta di firme è di per sé insufficiente se non si tratta di referendum nazionale, ma è quasi impossibile
organizzare quest'ultimo per le organizzazioni di cittadinanza attiva; vengono privilegiati sindacati e partiti e i politici tendono a gestire i
problemi tra loro e non con il cittadino; ci sono a volte visioni negative e riduttive che ostacolano l'azione delle organizzazioni di cittadini;
l'accesso ai fondi europei (anche quello sociale) è difficile e richiede capacità di progettazione che mancano sia alle organizzazioni di
cittadini che alle amministrazioni pubbliche italiane e quando tali fondi sono concessi vanno integrati con altri e comunque finiscono per
essere gestiti con le modalità italiane, che sono tipicamente e, sembra, irrimediabilmente, iperburocratiche; i contratti con le
amministrazioni sono resi difficili da una regolazione iperdettagliata e molto restrittiva (es. apertura al pubblico nelle ore del mattino,
necessità di più visite e forse costi per il materiale fotocopiato se ancora oggi sono richiesti i fogli bollati) e quindi dai protocolli detti a
ragione "capestro"; non è molto chiaro come e non è quindi molto facile far approvare ai Comuni quei regolamenti che stabiliscono quale
ufficio debba occuparsi degli istituti di tutela e come vanno convocati o spingerli a nominare le persone richieste; quando è
l'amministrazione pubblica a chiedere l'intervento di organizzazioni non profit nei servizi d'interesse generale c'è il rischio per
l'autonomia, per controlli e soprattutto per la qualità, soprattutto perché si rischia di affidare i servizi al massimo ribasso; ci sono davvero
molti termini per definire gli incontri tra personale delle amministrazioni, ad esempio tavoli di concertazione e protocolli d'intesa (a tema
od operativi), ma per lo più in essi si discute a favore dei cittadini e non con loro e con pochi risultati visibili.
Della querela penale e in generale dell'intervento giudiziario il mio manuale citato riporta che da solo esso spesso non è efficace, che da
decenni il sistema giurisdizionale italiano è caratterizzato da tempo infinito per arrivare a una decisione, inadeguatezza delle risposte,
difficoltà di vedere eseguite le sentenze e alti costi delle cause e che solo in alcuni casi una pronuncia di un giudice riesce a evitare che
non si ripetano disfunzioni organizzative, conflitti tra categorie e violazioni di diritti. Riguardo all’esposto si deve considerare che esso è
poco impegnativo rispetto alla querela e che la sua archiviazione non è segnalata se in esso non si fa esplicita richiesta di esserne avvisati,
mentre della costituzione di parte civile si deve ricordare che spesso i giudici riconoscono solo il danno morale (lesioni di valori e
interessi difesi da un’organizzazione civica).
Il tribunale dei diritti del malato suscita poca fiducia perché è situato negli ospedali e perché la grave situazione della sanità italiana
dimostra che poco ha ottenuto, nonostante tanti corsi, commissioni conciliative, il progetto di tutela nato nel 1996 (PIT), tanti
professionisti coinvolti, nonché rapporti e bollettini periodici e relazioni annuali (rimando a un manuale di cittadinanza attiva, anche se
probabilmente anche online si trovano informazioni precise). Esistono in teoria (o esistevano, controllate) oltre agli URP e a tale tribunale
dei diritti del malato, diversi istituti di tutela per il campo sanitario, quali APQ (analisi partecipata della qualità), VRQ (società per
l'analisi e la revisione della qualità), Comitato permanente dell'azienda sanitaria per la qualità dei servizi e conferenza dei servizi, tavoli di
concertazione (es. quello denominato – credo – "Alleanza per la qualità"degli anni '90) e comitati per il buon uso del sangue: ovviamente
le persone coinvolte, alcune delle quali stipendiate, non sono poche, ma non si vedono risultati apprezzabili e inoltre non è stato stabilito
né sembra lo sarà mai come di un medico si possa stabilire se voglia davvero partecipare a corsi e attività attinenti per la dichiarata
"volontà inequivocabile" di agire per il rispetto dei diritti dei cittadini e non invece solo per intrecciare relazioni utili alla carriera e
inserire nel curriculum l'attestato di partecipazione a essi; il mio manuale di cittadinanza attiva è solo del 1998 ma lo credo ancora valido
(comunque controllate) e afferma che la conferenza dei servizi è solo in teoria almeno annuale dato che l'amministrazione spesso si rifiuta
di indirla o parteciparvi anche dopo sollecito e ricorso all'autorità superiore e inoltre il mio manuale chiarisce che essa spesso è stata
strumentalizzata per soffocare proteste molto fondate dei cittadini; delle commissioni conciliative lo stesso manuale afferma che sono
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state poche quelle costituite, che inoltre non sempre esse si sono rivelate efficaci, che il responsabile del danno ha a volte rifiutato di
presentarsi e che con esse si mira comunque a ottenere al massimo scuse oppure ammissione con pronuncia pubblica della commissione;
alla costituzione dei comitati per il buon uso del sangue previsti per ogni ospedale ci sono stati in pratica molti ostacoli; della querela
penale e in generale dell'intervento giudiziario in casi di malasanità il mio manuale citato riporta che da solo esso spesso non è efficace,
che da decenni il sistema giurisdizionale italiano è caratterizzato da tempo infinito per arrivare a una decisione, inadeguatezza delle
risposte, difficoltà di vedere eseguite le sentenze e alti costi delle cause e che solo in alcuni casi una pronuncia di un giudice riesce a
evitare che non si ripetano disfunzioni organizzative, conflitti tra categorie e violazioni di diritti.
Riassumendo, sono innumerevoli gli ostacoli cognitivi, normativi, organizzativi, professionali e politici che limitano o annullano le
attività del cittadino che desidera agire anche direttamente senza farsi rappresentare da sindacati e partiti, la cui indispensabilità era in
passato più motivata da un livello generale d'istruzione più basso e da una possibilità più limitata di ottenere informazioni sicure e precise
da soli.
La citazione seguente è tratta da La nuova manomissione delle parole di Gianrico Carofiglio e serve bene allo scopo di dare un’idea di
quali sono i principali strumenti di azione politica proposti agli italiani. Ecco a cosa si è ridotto il sistema dei rappresentanti politici eletti
e dei partiti in Italia.
“Una collettività politica si unisce intorno a ciò che ha in comune: storie, valori condivisi, simboli. Non richiede uniformità di vedute, ma
riconoscimento di ciò che è comune (…) Julienne scriveva che a differenza dell’uniforme il comune non è il simile (…) La stessa realtà
(…) viene osservata da diversi punti di vista. Da ciò derivano (…) sistemi di credenze molto diversi (…) tutti muniti di elementi di verità
(…) Coerente con questo pluralismo (…) è il concetto di comunità (…) “Popolo” è invece parola (…) ambigua e pericolosissima (…) Per
i populisti, il popolo è sempre unito e moralmente nel giusto e può essere rappresentato da un solo rappresentante (…) Salvini e (…)
Grillo si presentano come salvatori del popolo (…)
La lingua (…) è per natura ricca perché si piega a esprimere tutte le esigenze, tutti i sentimenti, (…) ma la lingua totalitaria, invece, è
povera (…) Se la lingua nazista è costruita sulle frasi fatte, forte della loro ripetizione stolida, (…) la politica negli ultimi trent’anni in
Italia è stata più che mai dominata dalla ripetizione di slogan volgari virali (…) Berlusconi e Bossi sono stati particolarmente abili a
sfruttare slogan grossolani (…) Il linguaggio di Berlusconi è stato volto a infantilizzare il pubblico con la metafora del calcio e ad aizzare
le parti con la metafora della guerra (…) e con contrapposizioni elementari e vuote (amore-odio, vecchio-nuovo, bene-male) (…) in una
coesistenza fra (…) rivendicazione di buoni sentimenti e violenta indiscriminata aggressione. Con Grillo (…) il registro linguistico si è
abbassato fino al (…) turpiloquio e hate speech (…) Con svuotamento analogo delle parole, (…) la parola “bacioni” da parte di Salvini
(…) è brandita come una parola d’ordine (…) per scatenare campagne di denigrazione e odio, (…) è un nulla osta all’aggressione social
da cui sono derivati anche (…) auguri di stupro e irripetibili insulti (…) È anche il caso dell’uso di parole come “amici”, “sorriso”, “voler
bene” (…) da parte di Salvini (…) e Renzi, (…) mentre foto di gattini appaiono di tanto in tanto sui profili social di Salvini (…) E
manipolazione retorica sono anche le metafore trite come “testa alta” (…) e “non accettiamo lezioni”, (…) espressioni (…) di ottusa
coerenza comportante (…) incapacità di riconoscere la fallibilità (…) È una lingua totalitaria quella che (…) nutre con le parole le
minacce, le allusioni a complotti e i tentativi di creare tensione e (…) fa appello a emozioni elementari, (…) a istinti e non al
ragionamento” (…)
Nel 2003 veniva approvata la legge 140, (…) poi dichiarata incostituzionale, (…) denominata lodo Schifani e (…) diretta a impedire la
celebrazione di ogni processo a carico dell’imputato Berlusconi (…) Non si trattava di lodo (un compromesso in una controversia (…)
proposto da una persona imparziale) (…) Era un’imposizione, (…) non esisteva controversia e (…) il proponente era persona di
riconosciuta parzialità, (…) ma chiamando lodo ciò che lodo non era si comunicava falsamente un’idea di bonaria, imparziale, autorevole
sistemazione con reciproca soddisfazione delle parti in causa (…)
Nel 2010 la Cassazione (…) confermò la sussistenza del reato di corruzione dell’avvocato di Berlusconi in atti giudiziari, del quale reato
però dichiaravano la prescrizione (…) Ma Il Giornale (…) definì l’avvocato “praticamente assolto” e informava che Berlusconi non
avrebbe più dovuto “presentarsi in tribunale per discolparsi” (...)
Nel 2001 la legge 367 (…) e la legge 61, (…) nel 2002 la legge 248, (…) nel 2003 la legge 140 e (…) la legge 352, (…) nel 2004 la legge
112, (…) nel 2005 la legge 251, (…) nel 2008 la legge 124, (…) nel 2010 la legge 51 (…) e la legge 73 (…) Sono leggi approvate per
difendere gli interessi di Berlusconi, soprattutto relativamente ai processi in cui era imputato (…) La metodica adozione di leggi personali
ha messo in crisi il principio (…) di uguaglianza formale di tutti i cittadini davanti alla legge, enunciato (…) nella nostra Costituzione e
(…) pilastro dello stato di diritto in ogni paese democratico (…) La nozione di democrazia è stata esposta storicamente alle manipolazioni
più pericolose, (…) come ha segnalato fra gli altri Luciano Canfora (…) Giovanni Sartori disse: ‘Se uno stesso vocabolo può nobilitare
pratiche tanto opposte e ripugnanti, è chiaro che quel nome non significa più nulla e che non sappiamo di cosa stiamo parlando’.”
In Psicologia politica di Catellani (o forse - non ricordo bene - in Psicologia della politica, il volume di più autori) ci sono citazioni di
affermazioni del tutto contraddittorie fatte da Silvio Berlusconi in momenti diversi a distanza di poco tempo che da Travaglio sono state
accostate a analoghe contraddizioni di Prodi.
MESSE DI GUARIGIONE E PELLEGRINAGGI: Tutto è anche un peso e ha vantaggi e svantaggi, ma a conti fatti l’impegno nella
lettura e nel cambiamento di abitudini ci costa meno di tante altre iniziative. È pericoloso e poco utile, infatti, affidarsi completamente agli
psicofarmaci o anche solo chiedere agli altri molto, che si tratti di un familiare, di un amico o del medico generico (quanto agli psicologi
rimando ad altri paragrafi e spero non serva avvisare ancora di tenersi alla larga dagli psichiatri e appena è possibile e aver poca fiducia
nei giudici). È ancora più pericoloso e in genere inutile, poi, affidarsi al caso o ad opportunità irrazionali oppure comunque rarissime e
basate su ciò che si è sentito dire, come i miracoli di Lourdes e delle messe di guarigione e gli effetti dei pellegrinaggi in Terrasanta,
Medjugorje o altrove: queste esperienze spesso 1) peggiorano le condizioni fisiche dei malati (a causa delle fatiche e dei disagi del
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viaggio, della permanenza in luoghi cui non si è abituati o dove il clima è diverso e anche dall’aumento della probabilità di subire contagi
a causa dell’affollamento e della provenienza molto varia dei pellegrini); 2) appesantiscono e amareggiano con la delusione quasi
inevitabile (se la maggioranza dei visitatori ottenesse guarigione o miglioramento in questo modo, l’afflusso a questi luoghi sarebbe
costante e immenso); 3) deprimono o avviano rapporti insinceri e dannosi (a causa degli incontri che in questi luoghi si fanno con persone
con serie malattie oppure mentalmente poco equilibrate); 4) implicano il rischio di subire gravi violenze fisiche (quelle di terroristi e di
gruppi di satanisti, che possono colpire anche gli accompagnatori); 5) espongono al pericolo di essere manipolati, umiliati e derubati da
criminali travestiti da santoni (a volte si fingono missionari o filantropi e sono benestanti laureati la cui capacità di raggiro e diffamazione
è grande); 6) comportano spese e stress proprio quando il denaro e l’energia sono particolarmente necessari a causa delle necessità che
spingono di solito i credenti a queste esperienze (problematiche richiedenti cure mediche o altre soluzioni impegnative).
Tutto questo a volte consegue anche all’entrare a far parte di gruppi di preghiera, come dimostra l’esperienza purtroppo.
La ricerca del miracolo è una scorciatoia quanto lo è l’appoggiarsi troppo ad altri individui non certo molto meno deboli o fallibili di noi,
ma nella vita solo pochi fortunati ottengono risultati senza sforzo e anzi in genere è già difficile ottenere molto quando ci si impegna ogni
giorno per anni in un progetto faticoso avviato nella soluzione giusta… passo dopo passo. In genere si può affermare che ha direzione
giusta il percorso che passa per la via dell’accettazione mediante un po’ di autoironia oltre che di stoicismo, senza approdare al lassismo: i
classici e i migliori saggi recenti su psicologia e arte di vivere se non altro non se ne allontanano.
So che non sono poche le persone diplomate o anche laureate e non anziane che frequentano le messe di guarigione e che si recano più
volte alle mete mondiali del pellegrinaggio in cerca di un miracolo o della soluzione a un problema, ma decisamente ciò non è un punto a
favore dell’istruzione scolastica superiore e universitaria. Se gli adolescenti appena diplomati spesso vi sono trascinati da familiari o
manipolatori, i laureati sono a volte giovani colpiti da una malattia fisica che frustra i loro grandi progetti o persone di mezza età prive di
amicizie o attività soddisfacenti in cerca di surrogati: ho visto in questi adulti una cocciuta mancanza di riflessione e un’insistenza troppo
a lungo ottusa perché si possa essere fino in fondo indulgenti con loro riguardo a queste loro iniziative anche quanto nate non dalla solita
ambizione frustrata, ma da una ben più rara disperazione profonda e comprensibile. Il pentimento tardivo, quando c’è, non rimedia l’aver
peggiorato in modo irragionevole le condizioni proprie, dei familiari o di coloro che costoro hanno scelto e trascinato in questi luoghi solo
per riempire il vuoto che avvertivano.
IN CASO DI OSTRACISMO GENERALE gli abusi nei negozi, per strada, in casa, in ospedale, presso i Carabinieri, ecc.,
precedentemente descritti potranno accadervi tutti se non gestirete la situazione in modo opportuno e tempestivo. Inoltre possono
verificarsi abusi fastidiosi nei luoghi più difficilmente evitabili come ad esempio IN COMUNE, quali velate scortesie o marcata freddezza al
rinnovo dei documenti, o NELLE BIBLIOTECHE, i cui impiegati, oltre che a commenti non richiesti sui libri scelti, possono arrivare a ignorare
ogni regolamento fino a presentarsi a casa delle vittime per un lieve ritardo nella restituzione di un libro o negare l’avvenuta riconsegna
nel tentativo di farle pagare il libro o addirittura una consistente multa e di rifiutare altri prestiti. L'ostracismo generale è cosa assai seria,
dato che oggi, come sempre, comporta impossibilità di lavorare e di avere le cure mediche ed enormi difficoltà di stringere amicizia,
perciò, se sarete vittime di questa forma di ostracismo radicale, farete bene a prevedere molto per tempo anche la seguente serie di
comportamenti da parte di conoscenti e soprattutto di estranei, tenendo conto che in tali situazioni capita di venire aggrediti molto spesso
per i pretesti più diversi e anche per motivi del tutto opposti fra loro da persone diverse e a volte dallo stesso individuo (nel primo caso
anche spontaneamente, nel secondo caso di solito per calcolo), perché il disprezzo generale non è che mera decisione e pertanto non ha
bisogno di fondarsi e è privo di riferimenti, così si diventa l'equivalente di uno spazio vuoto dove tutti sono tentati - e molti convinti - a
gettare sassi. Un esempio di quel che può accadere è che si venga considerati intolleranti della libertà e della privacy altrui da chi usa la
propria libertà per privare altri della propria con la reclusione immotivata e la tortura fisica e psicologica o sostiene chi la fa (tra psichiatri
e affini ciò è prassi). Ancora più tipico è che si venga da molti considerati pretenziosi e maniaci dell'estetica a causa della necessità
obiettiva di uniformare il proprio aspetto alle convenzioni dei più per sentirsi più a proprio agio tra le critiche generali che ovviamente si
appuntano prima di tutto sempre sulle debolezze più appariscenti come capelli e abiti inadeguati, dettagli che in questi casi si è allora
portati a osservare negli altri e che non si potrà imitare né in fretta né con discrezione proprio perché si sarà stanchi ed esasperati dal
doverlo fare senza reale interesse per l'esteriorità o mentre si è confusi dall'insostenibile situazione: davvero in situazioni così traumatiche
la cura dell'aspetto spesso peggiora come conseguenza del peggioramento del rapporto con le emozioni, con l'inconscio e quindi con il
corpo e si tenderà a trascurare alcune delle norme igieniche e e a tingere o tagliare i capelli senza criterio e, se già precedentemente non ci
si era vestiti con cura, si tenderà in primo tempo a vestire molto male oppure, se si è donne, si indosseranno a volte abiti troppo provocanti
o volgari per reazione istintiva all'insicurezza divenuta estrema, e, se si è uomini, si vestirà in modo poco adatto all'età e con quei colori
vivaci da cui l'inconscio viene più attratto, e tutto ciò quando a entrambi i sessi non accada invece di cominciare improvvisamente a
vestire in modo davvero infantile per una automatica regressione della libido di fronte agli ostacoli insormontabili; in ogni caso, dato che
la pressione psicologica sarà portata fin dentro casa dai vicini di appartamento, la sofferenza indebolirà al punto che verranno in mente
riguardo all'aspetto, all'arredamento e alla gestione della casa, come riguardo ad alcuni problemi di salute, idee stupide o confuse che non
si aveva mai avuto e si sarà vittime per un po' di una certa confusione, che i consigli malevoli finiranno con l’aumentare). Altre cose che si
prestano ad essere fraintese in modo simile sono l'impulso a parlare spesso e senza veli di sé, di quanto si sta vivendo e di problemi sociali
comuni e quello a migliorare se stessi e chi si ama, impulsi naturali e ovviamente particolarmente forti in coloro nei quali l'altrui
repressione ha acuito il bisogno di autoaffermazione; è poi frequente che si venga giudicati da alcuni a caccia di compassione o di aiuto –
magari proprio per le conseguenze visibili dell’impossibilità di risolvere i problemi in un momento, come se conoscenze precise e alcune
altre condizioni non fossero necessarie sia per superare i problemi sia per nasconderne agli altri le conseguenze vistose fastidiose
(dall’abbigliamento inadeguato ad alcune debolezze) – e che si sia considerati da altri invece disperati di ottenere comprensione da
chiunque per atteggiamento "negativo" o noncuranti di ricevere essa come ogni approvazione a causa di un'indifferenza innata per le
opinioni della maggioranza; c'è poi chi accuserà l'altruismo, la sensibilità e il senso di giustizia come qualità ridicole e infantili e chi, con
reale o simulato disprezzo, presumerà indifferenza per ogni sfortuna, sofferenza ed esigenza altrui, un'indifferenza che verrà attribuita "a
caso" o per via del modo di esprimersi "diverso" tipico di molte persone deboli o eccentriche (non sarà ben interpretato né il fissare per un
minuto una persona in difficoltà né il mantenere un contegno distaccato...); non solo avranno serie conseguenze sulle reazioni della gente
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tutte le appariscenti difficoltà nell’esprimere le emozioni e in particolare quelle nel manifestare dolore e tristezza, ma qualunque sia il
modo in cui la sofferenza sarà comunicata la gente reagirà in fondo allo stesso modo, dato che se a volte di fronte ad altri non riuscirete a
trattenere il pianto la gente dirà che siete dei bravissimi attori o dei pazzi e se piangerete troppo a lungo in casa diranno che siete eccessivi
e capricciosi come bambini o che non avete riguardo per chi deve sorbirsi in qualche modo la cosa, e ciò mentre al contrario saltuari pianti
isterici nei violenti e nei criminali, di cui siete stati o siete la vittima, verranno subito e per sempre considerati espressione di sofferenza
profonda per tutto il caos che voi avete provocato da sempre o per il grave disordine che voi rappresentate in quanto voi stessi (in
particolare si dirà che siete falsi o pazzi tanto più se non saprete esprimere la vostra tristezza con precise e pacate parole o se manifesterete
il dolore con sbalzi d’umore, cioè alternando momenti di grande abbattimento morale e fisico ad altri in cui canterete e riderete per timore
istintivo di sprofondare in depressione o magari in conseguenza degli abusi dei familiari, dato che chi è stato maltrattato durante la crescita
è stato presto anche abituato a venire a ogni espressione di dolore ignorato o umiliato e condotto inconsciamente a nascondere
istintivamente le emozioni negative e a esprimerle attraverso l'attività); se poi reagirete con forza e maturità la gente dirà che non state
soffrendo affatto né avete mai realmente sofferto e che non c’è quindi motivo di credere che abbiate alle spalle realmente una lunga serie
di abusi, malattie, problemi, ecc; ogni vostro gesto di esasperazione (innocuo oppure sbagliato quanto mai compiuto prima che i traumi
recenti vi ci conducessero) e ogni vostra legittima difesa (dal continuo spiare e importunare dei condòmini, dagli attacchi per strada o nei
negozi, dalla negligenza e dagli altri abusi per quanto gravi di medici, ecc.) scatenerà reazioni molto aggressive quasi generali, non
limitate solo a coloro dai quali vi siete difesi; se sentirete il bisogno di evadere un giorno o più, come moltissime persone fanno
ubriacandosi a volte nei pub o sfruttando il fatto di essere in case private tra amici, non potrete e ogni vostro atto e parola ridicolizzabile o
sfruttabile per diffamarvi verrà usato; se vi siete sposati con l'unica persona che vi ha aiutato a sopravvivere e siete donne si dirà che siete
puttane e parassite e lo si farebbe anche qualora con il partner non aveste rapporti sessuali, non riceveste da lui informazioni e molto
denaro e aveste con lui anzi un rapporto di aiuto reciproco (ciò almeno o soprattutto se non potete lavorare a causa dell'ostracismo stesso,
di malattie cronicizzatesi o che non potete curare); se non fate sesso e il vostro partner ha bisogno piuttosto del vostro consiglio e del
vostro affetto si userà ciò per dipingere o voi come nevrotiche affette da vaginismo o il vostro matrimonio come il gioco di due bambinoni
tardi (quasi certamente saranno dette entrambe le cose in periodi diversi dalle stesse persone o da persone diverse nello stesso periodo). Se
sarete vittime di ostracismo generale, potete dare quasi per scontato che i genitori del vostro fidanzato/a o coniuge tenteranno di farvi
separare, il che sarà facile e potrà avvenire senza spesa e senza che la legge ostacoli la cosa in alcun modo anche se vi siete sposati, dato
che probabilmente sarete privi di famiglia, amici e lavoro e allora al partner che lo volesse basterebbe farvi internare in manicomio con un
pretesto qualunque (le vostre affermazioni sulle violenze subite e non documentate; i sintomi derivanti da costituzione o di malattie
organiche o funzionali simili a manifestazioni nevrotiche che vi impediscono di lavorare; la rabbia, il dolore profondi e spesso fasi di
reazioni violente in casa, cioè le note conseguenze inevitabili di gravi abusi e violenze che possono essere interpretate come espressioni di
una malattia mentale ogni volta che ciò convenga, ecc.) e anzi questo è ed è sempre stato il mezzo per divorziare più spiccio e più
economico. Infine ovviamente dovete prevedere che o gni quali tà di una vittima di ostracismo (generale o ristretto a un certo ambiente)
verrà sempre negata o trasformata in difetto: chi ha letto fin dall'adolescenza e legge ancora molti classici di storia, letteratura e psicologi a
verrà identificato con quegli individui negli artigli della psichatria, che, non avendo nulla da fare ed essendo privi di basi culturali,
riempiono il tempo leggendo a caso anche un libro al giorno; c hi p er sbloccare l'emotività scrive in privato scempiaggini in un periodo di
forte stress verrà giudicato solo da esse quanto a capacità, e ciò anche se contemporaneamente ha dato prova di capacità ben diverse in
esami universitari, discussioni, ecc.; chi parla con amare zza in casa propria delle leggi del governo che gli hanno rovinato la vita verrà
paragonato a quei pazzi che per strada parlano, da soli o a pochi, un po' a caso di quanto è cattivo il governo e di ciò che tutti dovrebbero
fare; chi i mpiega tempo per scrivere una serie di scritti molto lunghi, originali e complessi e li completa e riordina solo dopo varie versioni
piene di errori, con alcune parti mal scritte e nell'insieme dalla forma poco chiara e poco piacevole a vedersi (a causa della mole del
lavoro, della necessità di usare il PC tra vari ostacoli, del loro carattere “nuovo” e privo di riferimenti, delle grandi conoscenze necessarie
e della quantità di emozioni e ricordi dolorosi da mobilitare) verrà giudicato da ciascuna di quelle brutte copie, e ciò anche qualora i
risultati finali dovessero essere eccellenti. Tenete presente che chi diffama qualcuno gravemente e riesce a scatenargli contro l'ostracismo
generale mira sempre – subito o nel tempo – a privarlo della possibilità di lavorare e ciò sia per costringerlo a svolgere lavori che molti
considerano umilianti e adatti solo a incapaci - come pulizie di bagni, ospedali, ecc. - o che lo caricano di odori - come aiuto cuoco e
simili - (per danneggiarne l'immagine e farlo soffrire si preferirà ovviamente che ottenga tali lavori da psichiatri, che infatti “elargiscono”
soprattutto proprio tali mansioni alle proprie vittime), sia per controllarlo mettendolo nell'impossibilità di risparmiare denaro e dimostrare
le proprie doti, sia per spingerlo al suicidio che spesso consegue alla povertà, sia per usare il fatto che non lavora per ispirare invidia di lui
in chi non stravede per il proprio lavoro o per dipingerlo come un ladro o un parassita anche come spiegazione dell'ostracismo in atto falsa
quanto più adatta ad essere espressa platealmente e con tutti della vera ragione (è nell'interesse di persone dotate di potere quali possono
essere dei medici, degli insegnanti o perfino dei semplici negozianti agiati, i ciellini e gli altri esponenti di gruppi simili, ecc.). Una delle
conseguenze più gravi dell'ostracismo generale è che se ne sarete vittima non avrete le cure mediche, specialmente se non vi difenderete
prontamente con molta informazione, filmati e avvocati: dei medici, sfruttando la vostra ignoranza e il fatto che la legge non li obbliga a
documentare nulla di quanto affermano, non vorranno diagnosticare le vostre malattie e quindi pur sospettandole non vi prescriveranno
esami indispensabili, non vi indicheranno lo specialista da contattare o non le dedurranno da esami di controllo che pure le attestano
chiaramente e, se esse verranno comunque diagnosticate attraverso esami fatti di vostra iniziativa e non contraffatti, non vorranno
spiegarvene i sintomi e curarle con i farmaci necessari; se un medico farà qualcosa di davvero grave per errore o volutamente, i suoi
colleghi lo sosterranno con ogni mezzo approfittando del loro potere e della grande debolezza creata in qualsiasi vittima di ostracismo,
arrivando a falsificare almeno alcuni esami del sangue e urinocolture, a non eseguire con cura ecografie e altri test o a non chiarirne tutti i
risultati, a darvi farmaci molto dannosi ripetutamente a mano, a dirvi di prendere dei farmaci per più giorni di quanto è permesso, di farvi
consegnare dalla farmacia farmaci inadatti e pericolosi per voi prima senza ricetta per un loro contrattempo o infine anche motivando la
prescrizione sulla base di esami falsati o su nulla (magari parlandovi di malattie rare che non risultano dai test comuni).. Insomma date per
certo che, una volta dato il via all'ostracismo generale, tutti tutto potranno dire e fare purché possano sentirsi del tutto liberi da qualunque
dovere, che si tratti di quello di rinunciare a sognare che “la vita è bella”, di quello di fornire qualche aiuto o semplicemente di quello di
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rinunciare al piacere di “dire e pensare tutto il peggio possibile della vittima” (per citare un noto romanzo dell’800 che trattò anche il tema
dell’ostracismo) o di sfogare istinti violenti senza conseguenze.
"L'influenza normativa da parte dei gruppi (...) induce l'individuo a conformarsi alle aspettative che gli altri hanno nei suoi confronti (...)
per evitare reazioni repressive (...) o pensando che verosimilmente la maggioranza ha ragione, (...) anche quando non è così (...) Ciò
accade anche se non c'è motivo di temere ritorsioni successive, (...) cioè quando ci si trova tra perfetti estranei (...) A volte si segue quella
che Chaiken chiama euristica del consenso ("se tutti la pensano così è vero") (...) Inoltre, per il fenomeno di polarizzazione, qualunque sia
la discussione, i gruppi si (...) spostano verso uno dei poli estremi (...) per le conferme ricevute (...) o per stanchezza (...) In generale in un
gruppo il dissenziente spesso viene ignorato o è oggetto di comportamenti repressivi (...) e di ritorsioni a distanza (...) Quando poi
l'esigenza di evitare i dissensi e di salvare la coesione prevale su quella di capire come stanno veramente le cose, si afferma un pensiero
condiviso che unisce i membri del gruppo, ma è illusorio e può sfociare in gravi errori di giudizio o decisioni disastrose (...) secondo la
teoria del groupthink (...) specie se c'è un leader impositivo e (...) se il gruppo è piuttosto isolato o sotto stress (...) Gran parte della
comunicazione è automatica. Ci sono però passaggi che richiedono attenzione, come interpretare un atto di cortesia scortese o rendersi
conto che si è in un vicolo cieco dell'interdipendenza cognitiva (vedute inconciliabili compromettono l'aiuto reciproco nel costruire
ognuno la propria visione del mondo e il benessere della relazione) o che si sta sprofondando in un groupthink (...) Inoltre spesso i
comuni biases (...) e difetti di sintonia (...) ci fanno commettere errori di inferenza (...) riguardo ai significati impliciti da afferrare presenti
in ogni comunicazione (...) La sintonia è indispensabile nella comunicazione (...) e, se non si è sintonizzati, il ricevente arriva a
conclusioni sbagliate, perché non ha in mente le stesse cose che ha in mente l'emittente (...) E in generale non possiamo correggere
malintesi e (...) comunicazioni inefficaci (...) se attribuiamo male la causa di essi (...) Quando poi una comunicazione non perfettamente
riuscita (miscommunication) è coperta anche da ideologia (...) distorcente, può facilmente passare inosservata, (...) Solo se si mette in
discussione l'ideologia, (...) certe disfunzioni sono percepite (...) Vi rientrano quelle che mantengono disuguaglianze sociali." (Psicologia
della comunicazione di P. Di Giovanni)
ELENCO DI TIPICHE DISTORSIONI DEL GIUDIZIO CHE SI DOVREBBE SAPER RICONOSCERE IN SÉ E NEGLI ALTRI :
Conoscere bene ciò che distorce di solito il nostro giudizio e le protezioni che per noi sono più distintive è il primo passo per poterci
liberare sia di questi automatismi che dei sintomi nevrotici e imparare a scegliere davvero; conoscere le riflessioni e le azioni che si sono
dimostrate più utili per la maggioranza di coloro che hanno deciso di intraprendere questo percorso (le tecniche definite oggi cognitivo-
comportamentali) e quindi leggere i libri sottolineati nella prima parte di questo documento, è il naturale passo successivo. Conosco
persone divenute abbastanza obiettive e abili nella risoluzione di problemi e incombenze dopo aver subìto per molti anni alcuni dei più
deleteri di questi processi mentali coatti. Credo che, oltre a conoscere di ognuna delle reazioni elencate gli esempi più rappresentativi nelle
nostre azioni passate e nel presente, ci permetta di liberarcene anche riflettere su ciò che Jung scrisse su cos'è in generale una nevrosi e su
quali ne siano più spesso l'origine e la soluzione, perché i sintomi nevrotici sono esagerazioni dolorose molto difficili da gestire di reazioni
inconsce comuni a tutti (un progetto è meglio concepito e realizzato quando si ha una visione d'insieme: ecco perché può aiutarci leggere i
commenti in corsivo della prima metà di questo documento dedicati soprattutto a Jung e al suo concetto generale di nevrosi come difesa
della personalità spesso nata nell'infanzia a causa delle decisioni più negative dei genitori, una reazione involontaria deleteria e duratura).
Tenete presente che molti libri sulla meditazione e alcuni saggi sul buddismo indicano come meta ideale di ogni individuo proprio
l'emancipazione della coscienza dall'automatizzazione e anch'essi citano esempi di chi l'ha gradualmente raggiunta. Purtroppo però ancora
oggi molti psichiatri sfruttano soprattutto la maggiore inconsapevolezza e presenza in alcune persone di tali meccanismi di distorsione o
difesa (oppure la loro ingannevole apparenza) per diagnosticare un disturbo di personalità, cioè una malattia incredibilmente vaga, ma
classificata come cronica pressoché costituzionale e grave e riguardo alla cui origine e al cui trattamento i manuali di psichiatria e la prassi
nota non si pronunciano se non per far internare e costringere a psicofarmaci estremamente dannosi i disoccupati (anche giovani) e chi
non riesce a pagare l'affitto (la disoccupazione è considerata uno dei principali sintomi di questi disturbi fin dalle prime e classiche loro
definizioni, anche se oggi c'è chi vede persone con patologie mentali gravi e croniche ovunque e anche tra i lavoratori).
L'io e i meccanismi di difesa (A. Freud)
"Dietro ogni attività inibita per cause nevrotiche si nasconde un desiderio istintuale (...) Ogni aumento di pressione dell'istinto intensifica i
sintomi nevrotici basati sulla resistenza dell'Io a esso (...) Per resistere all'Es, l'Io rimuove, sposta, nega e inverte gli istinti, rivolgendoli
verso il sé, provoca fobie e sintomi isterici e vincola l'angoscia con idee e atteggiamenti ossessivi (...) Comunque durante la sua
formazione ed evoluzione (...) l'io subisce sempre nello stesso tempo l'assalto degli istinti e quello degli stimoli esterni (...) e modifica le
sue armi a seconda del bisogno (...) Sembra che le situazioni tipiche in cui l'io ricorre al meccanismo della "negazione" siano quelle
associate con le idee (...) di perdita degli oggetti amati (...) e che la "rinuncia altruistica" delle pulsioni dell'istinto sia un mezzo per
superare un'umiliazione (...) La "rimozione" serve a eliminare i derivati dell'istinto e la "negazione" gli stimoli esterni. La "formazione
reattiva" preserva l'Io da una riapparizione dall'interno degli impulsi rimossi, mentre le "fantasie in cui la situazione reale viene capovolta"
impediscono che la negazione venga demolita dall'esterno. L'"inibizione" degli impulsi istintuali corrisponde alle "restrizioni" imposte
dall'Io onde evitare ogni sofferenza proveniente dal mondo esterno. L'"intellettualizzazione" dei processi istintuali, che ha la funzione di
proteggere da un pericolo interno, equivale allo stato permanente di "vigilanza" dell'Io contro i pericoli esterni. Tutti gli altri meccanismi
di difesa che, al pari della "trasformazione nel contrario" e del "rivolgimento contro se stessi", implicano un'alterazione vera e propria dei
processi dell'istinto, trovano la loro contropartita nei tentativi fatti dall'Io per fronteggiare i pericoli esterni con un intervento attivo
tendente a modificare le condizioni esistenti nel mondo circostante (...) Gratificazioni sostitutive e formazioni di compromesso mancano
negli adolescenti, che (...) alternano tendenze opposte (...) e reagiscono alla forza dell'istinto in se stessa e non a un istinto in particolare
(...) "Idealismo", "ascetismo" e intellettualismo adolescenziali mirano al dominio degli istinti intensificati dalla pubertà (...) Negli
adolescenti è frequente anche l'"identificazione" in diversi partner, amici e guide (...) anche per contrastare una tendenza al narcisismo (...)
L'"intellettualizzazione" (...) associa infatti i processi istintuali a delle idee che possono essere affrontate coscientemente (...) La
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"sublimazione" di un istinto è possibile agli stadi avanzati dello sviluppo (...) Si può affermare che il pericolo istintuale rende intelligenti
(...) come il pericolo reale e le privazioni (...) Le misure difensive però non di rado non raggiungono l'obiettivo di arginare dolore e
angoscia (...) In bambini e adulti (...) ogni ritorno di pulsioni rimosse è indice di una sconfitta dell'Io (...) L'intelletto deve funzionare
liberamente e devono permanere alcuni rapporti sani (...) l'Io può essere considerato vittorioso quando, grazie a una trasformazione degli
istinti, le misure difensive gli permettono una certa gratificazione anche in circostanze difficili stabilendo, per quanto è possibile, un
accordo tra le esigenze di Es, Super-io e forze del mondo esterno."
Falsi ricordi, misure di sicurezza e meccanismi di autodifesa inconsci: Ciò che impedisce al nostro sguardo di essere limpido e offusca il
nostro giudizio degli altri e delle vere cause dei comportamenti e dei problemi è di solito una mescolanza poco consapevole di tendenze al
prestigio e al controllo autoritario, è vedere tutto bianco o nero semplificando, a giudicare in fretta o a partire dalla corrispondenza con il
nostro modo di vivere e in base alle simpatie, quando non secondo l'esperienza (quella più recente o quella di una vita), l'abitudine o gli
stereotipi... e insomma l'impulso a non mettere la logica distaccata tra le nostre priorità. E poi ovviamente umore, necessità o urgenza
influenzano ciò che possiamo vedere. I meccanismi di difesa inconsci invece si attuano in modo del tutto o per lo più automatico per
mantenere la stabilità interiore ed evitarci, a prezzo della verità, sensazioni spiacevoli: non ne siamo responsabili, finché non ne
diventiamo consapevoli, abbiamo bisogno di cambiare e otteniamo i mezzi per farlo (soprattutto informazioni chiare, precise e scritte).
Essi sono in genere responsabili di un grande numero di sintomi nevrotici e di alcune psicosi, ma quando sono attivi in misura moderata
sono utili allo sviluppo fino alla crescita e, nel caso della rimozione, necessari all'esistenza mentale stessa. Quello a cui ricorriamo più
facilmente e che si innesca più direttamente è proprio l'espulsione dalla coscienza di un'idea o di un sentimento dolorosi già esperiti o che
cercano di accedervi (nell'infanzia tale rimozione è quasi inevitabile). La rimozione può consistere anche solo nel tipico dimenticare un
appuntamento preso con una persona sgradevole. Si può però ricordare bene un evento spiacevole o traumatico, ma non provare
un'emozione nel viverlo e/o nel ricordarlo, come se dalla nostra mente essa fosse stata separata e "isolata" dall'accaduto. Uno presente in
ogni patologia psichiatrica è un processo di ritorno ad una modalità di essere precedente meno ansiogena, ma alcuni comportamenti
regressivi li manifestiamo quasi tutti quando troppi ostacoli ci sbarrano la strada e non per questo ci si può considerare dei malati di mente
veri e propri. Molto diffuso è l'attribuire ad altri desideri, sentimenti e motivazioni rifiutati dall'io, proiettandoli al di fuori di sé, ma è
comune anche il semplice rifiuto a riconoscere pulsioni e tendenze inaccettabili. Un esempio di proiezione consiste nel giudicare invidioso
un amico perché lo invidiamo. Il movimento difensivo più istintivo per noi però può essere a volte quello della direzione opposta: per
esempio possiamo fare nostri i valori di un'altra persona (un genitore, un insegnante, ecc.) se essi ci vengono imposti con severità e ciò per
sfuggire la sensazione di essere sottomessi al volere altrui. In un caso analogo se la severità è tale da generare in noi rabbia o agitazione,
possiamo volgere contro noi stessi una vera e propria aggressività fino al punto di farci fisicamente male se non possiamo aggredire
l'aggressore. Se da bambini siamo però molto maltrattati dai familiari, ci accade anche di attaccarci maggiormente a chi ci maltratta: è una
reazione automatica che hanno anche i cani picchiati e trascurati dal padrone. Ad adulti torturati soprattutto psicologicamente in modo
grave e prolungato nelle dittature (lavaggio del cervello) è capitato di idealizzare chi li perseguitava e a donne sole che hanno subìto a
lungo violenze di vario genere è accaduto di non trovare in sé la forza di esprimersi e si sono attaccate al persecutore, spinte dall'emergere
di una paura eccessiva dell'ignoto, al punto di non saper chiudere un rapporto nemmeno quando possibile, di bloccarsi fino a non riuscire a
concepire soluzioni per migliorare la propria condizione, a distaccarsi emotivamente da tutti. Reazioni simili sono frequenti, proprio
perché quasi automatiche, anche nella maggioranza delle persone che subiscono per diverso tempo bullismo a scuola e soprattutto
mobbing, tanto è vero che quando ci troviamo in tali situazioni dobbiamo aspettarci da noi stessi sia tali comportamenti irrazionali, sia un
distanziamento emotivo reattivo che si estende in genere al contesto non scolastico e non lavorativo e che può portarci a non essere più
ricettivi nemmeno del calore dei nostri amici e familiari. Anche quando da adolescenti o in giovane età ci rechiamo da uno psicologo per
uno o più problemi seri e non ci informiamo per tempo sulla psicoterapia, spesso fatichiamo a chiudere il rapporto anche se lo psicologo
non ci dà né spiegazioni né soluzioni e si approfitta di noi rubando di fatto o coinvolgendoci in attività fuori dallo studio pericolose o
dannose, contro ogni regola deontologica. Illusioni più o meno aggredite dal buonsenso e dall'osservazione e una dedizione senza
fondamento caratterizzano chi viene coinvolto in gruppi e movimenti religiosi (ad esempio di facciata cattolica) o politici, spesso e quasi
sempre la tossicodipendenza e ciò al punto che c'è chi, una volta riappropriatosi dei propri spirito critico, libertà e tempo, ha paragonato
spontanemente adepti, affiliati e drogati. Se pensiamo a quanto spesso finiamo col cedere anche solo alle insistenze dei commessi nei
negozi se ci troviamo in un momento di debolezza conseguente a un lutto recente o a un trauma, ci è più facile intuire cosa ci può accadere
in situazioni di sofferenza psicologica e/o fisica davvero molto prolungata e intensa. Se invece reagiamo con rabbia e il nemico è troppo
forte (un'istituzione, un gruppo, ecc.) accade frequentemente che la confusione, il dolore o il panico ci accechino e che assumiamo un
atteggiamento insistente senza pianificare con metodo, cambiamo spesso porte cui bussare o con impazienza e imprudenza ci rivolgiamo
quasi subito a chi sta al posto più alto di un'organizzazione, sia essa una scuola, un ospedale, un servizio sociale, un'associazione religiosa
ecc. Quando siamo attaccati in situazioni in cui le forze in campo sono meno impari, una reazione istintiva può anche essere quella di
cercare di assomigliare al nostro aggressore, perché questo ci appare un mezzo per tornare a sentirci forti, attivi e padroni della situazione
e fuggire la passività impostaci (da bambini soprattutto tendiamo a imitare i bulli). Ma l'aggressività e la rabbia verso un compagno, un
collega, ecc., espresse o meno in un'azione precisa, possono provocare senso di colpa e, per una reazione ad esso, spingerci a divenire
gentili e particolarmente pazienti con la persona con cui ci siamo arrabbiati o con tutti in una sorta di annullamento retroattivo o con una
trasformazione nel contrario: queste reazioni possono accompagnarsi a rimozione del desiderio iniziale o alla sua proiezione su altri
(anche fino a identificazione) e avvengono nei casi più svariati e sopratttutto durante la crescita e rispetto ai desideri dimostrati
nell'infanzia, soprattutto se i genitori sono stati troppo inibenti rispetto a essi (può accadere perfino che una bambina molto interessata agli
abiti e al divenire madre da grande diventi in età adulta sciatta e apparentemente poco ambiziosa e resti nubile per vivere i vecchi desideri
attraverso le amiche e gli amici ammirati, interessandosi cioè di continuo ai loro figli, vestiti, relazioni sentimentali e carriera). Ambizione,
aggressività, desiderio di sottomettere gli altri possono però anche subire il processo, più positivo, provocato da un altro meccanismo
difensivo ed essere in qualche modo sublimati, quindi trasformati in capacità sportive, artistiche o intellettuali, che consentono di
primeggiare in modo non dannoso per lo stesso tipo di elevazione che porta chi teme le malattie a coltivare un interesse scientifico per le
terapie e a divenire capace di curare corpo e mente. Un'altra reazione positiva c'è quando trasportiamo un conflitto affettivo interno verso
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l'esterno, più che verso l'alto, pur continuando a servirci dell'intelletto come principale difesa: possiamo ad esempio dimenticare in parte
un problema angosciante con un genitore sviluppando un interesse intellettuale per questo genere di conflitti. A volte è solo inconscio il
tentativo di giustificare sentimenti e azioni inaccettabili, anche mantenendone inalterato lo scopo. Gli effetti più evidenti e pericolosi la
nostra separazione inconscia da un'emozione/pensiero/situazione li ha quando il risultato è costituito da depersonalizzazione, schizofrenia,
stati di fuga, isteria e sdoppiamento della personalità, ma la stessa causa è alla base del semplice e più comune sonnambulismo. Quando
sono i nostri desideri sessuali ciò che vorremmo negare, a causa dei problemi che ci provocano, allora possiamo essere portati a un
controllo pressoché totale dei nostri impulsi e a comportamenti eccessivamente riservati, quasi ascetici, soprattutto se siamo adolescenti
(una fascia di età in cui questi impulsi provocano ovviamente particolare turbamento). Un meccanismo di cancellazione anche
istituzionalizzato è quello che ha creato il rito cattolico della confessione e che un tempo si attuava attraverso riti tribali sacrificali. Dopo
un trauma o una separazione sono possibili in tutti amnesia e allucinazioni, e ciò anche senza la compresenza di patologie. Anche i falsi
ricordi sono più diffusi di quanto non si creda. Abbastanza comune è lo spiazzamento di un sentimento dal suo oggetto reale interno e il
suo spostamento su un altro esterno (forse ciò è alla base anche delle fobie e dell'autolesionismo). Spesso le nostre fantasie della veglia
sono così brevi e attirano così poco la nostra attenzione da potersi considerare inconsce, quindi si tratta di gratificazioni che otteniamo
passivamente dall'immaginazione. Può capitarci di sopravvalutare qualcuno a causa di un notevole nostro investimento affettivo e ciò ci
porta anche a tendere a emularlo in modo conscio o anche del tutto inconsapevole e possiamo finire con l'internalizzare ciò che
ammiriamo (trasferendolo dentro di noi in via simbolica, qualche volta fino al delirio), perché non possiamo fare a meno di desiderare di
essere accettati e amati. Però una difesa può anche sfruttare l'intelletto: esso diviene il mezzo con cui inconsciamente cerchiamo di
allontanare la realtà, e il risultato è che danneggiamo la nostra parte affettiva fino a che diventiamo quasi degli automi con cui non si può
ragionare, oltre che scambiare affetto. Il nostro bisogno di piacere ad altri e a noi stessi può portarci anche a perdere sempre più lucidità
nel giudizio, fino a crearci un'autostima irrealistica (il cosiddetto falso sé) o a giungere perfino alla megalomania oppure può renderci
troppo aggressivi. L'aggressività e l'autoaffermazione ci sono necessarie, ma chi non ne riconosce sempre in sé il bisogno o la
manifestazione, rischia di illudersi su se stesso e di perdere rapporti importanti (gli aggressivi-passivi indispettiscono, deludono molto e
allontanano chi più è attratto dalla flemma che li contraddistingue, spesso scambiata per calma, disponibilità o gentilezza). Anche
l'altruismo e il conformismo possono nascere da un bisogno inconscio di difendersi e il più delle volte non causano problemi, ma è
particolarmente dolorosa negli esiti la spinta inconscia a manifestare comportamenti del tutto opposti a necessità o tendenze poco
consapevoli o rifiutate, perché esprimere il rifiuto con la sollecitudine (compiacendo troppo chi ci è vicino o facendo spesso ciò che non è
adatto a noi) oppure con la dipendenza ci porta inevitabilmente a deprimerci e a perdere il controllo. Quando ci sentiamo a lungo tristi e
fiacchi e quando dopo un certo tipo di incontri e attività accettati solo per abitudine o perché spinti da altri o da motivazioni confuse, a
volte quel che accade è che il nostro inconscio sta cercando così di comunicarci che è urgente che facciamo chiarezza in noi con
l'autoanalisi (l'inconscio con il calo dell'energia crea simbolicamente l'introversione che esso desidera e inoltre ci mette nella condizione di
farci e fargli delle domande per poter poi esprimerci di più, cambiare decisione, ecc.) Spesso però la stanchezza fisica improvvisa o
prolungata immotivata e l'agire meccanicamente esprimono invece una paura non ancora cosciente e sono reazioni inconsce che ci
invitano ad arrestarci e cioè ad abbandonare una persona o un'attività che rappresenta un grande pericolo non riconosciuto, e ciò è vero e
va ricordato sebbene non di rado sia proprio questa passività indotta a farci cadere in trappola (chi ha avuto a che fare con dei criminali
comprende certamente bene cosa intendo affermare). Spiacevoli sensazioni fisiche, disagio improvviso, mancanza di spontaneità e
generale perdita o riduzione d'iniziativa sono di frequente simili reazioni di difesa inconsapevoli, a volte controproducenti quanto sensate
secondo la logica dell'inconscio e quindi da ascoltare soprattutto nei rapporti di coppia e se siamo alle prese con le prime esperienze
sessuali e relazioni, anche perché chi non lo fa va incontro a incidenti, ad alcune somatizzazioni fisiche e spesso infezioni. Le vere e
proprie malattie psicosomatiche molto durature e dolorose hanno ovviamente una certa attinenza con questo tipo di reazioni, anche se
hanno rapporti tanto complessi con le malattie organiche funzionali che non è possibile operare comode semplificazioni, anche perché,
quando ad ammalarsi sono gli altri, è fin troppo facile dimenticare che le vie dell'inconscio non sono le nostre, che esse non sono quelle
dell'io. Quando cadiamo e troppo a lungo rimaniamo vittime di mobbing, bullismo, maltrattamento familiare o del partner o di un'altra
situazione angosciante senza ritorno, può capitare facilmente che a un dato momento reagiamo automaticamente con un distanziamento
emotivo che riduce il dolore ma non ci permette di accogliere l'affetto e il sostegno quando ancora presenti o possibili e a volte non
riusciamo nemmeno a elaborare altri tipi di aiuti e soluzioni, per quanto apparentemente raggiungibili o magari perfino ovvi. Di fronte
all'autorità in noi scattano misure protettive di solito non del tutto inconsce, ma poco meditate, per cui reagiamo tacendo oppure
sorridendo tra tante parole che non dicono quasi niente e/o mostrando apertamente aggressività. Se siamo stati ingiusti, violenti, ecc. a
scattare possono essere invece i cosiddetti meccanismi di disimpegno morale, almeno in mancanza di empatia naturale, coscienza o
abitudini di autosservazione o riflessione: obbedendo soprattutto alla tendenza naturale in tutti a evitare a se stessi ogni dolore, si attribuirà
la colpa alla vittima, la si disumanizzerà e spregerà, magari la si aggredirà nuovamente e ciò anche – e forse ancor più – se l'ingiustizia
della propria iniziale aggressione è palese, come quando si è voluto colpire con la violenza un'altrui fragilità considerata di per sé
intollerabile (i diversi appaiono deboli) oppure approfittarsi della debolezza di un altro per procurarsi qualche forma di piacere o
puntellare la propria debole identità su quella di un gruppo aggressivo.
I testi di riferimento sono stati per me il testo liceale degli ultimi anni Intrecci. Psicologia e Pedagogia ai manuali Test psicologici di
Sanavio-Sica, Sinossi di psichiatria Kaplan e Sadock’s, Manuale di psichiatria di Sarteschi -Maggini, Interviste e colloqui nelle
organizzazioni di Castiello d’Antonio, Tecniche dell’intervista e del questionario di Zammuner, Modelli di colloquio in psicologia clinica
di Del Corno-Lang e Il colloquio nell’assistenza sociale di Allegri, dei quali ho riassunto e tradotto nel linguaggio comune i concetti più
importanti, da loro espressi con troppo numerosi, inutili e respingenti tecnicismi .
Distorsioni percettive, errori di giudizio e attribuzione errata di cause e relazioni: Tutti avvertiamo la pressione a conformarci alla
maggioranza, anche quando non rischiamo gravi ritorsioni. L'esigenza di evitare dissensi a volte sfocia in decisioni disastrose soprattutto
se subiamo stress e pressione a che il nostro gruppo dia un parere unanime e decida in fretta. Gli errori più comuni che commettiamo nel
giudicare, trovare soluzioni o prendere decisioni sono tuttavia di altro genere. Spesso infatti per arrivare alle conclusioni non
sottoponiamo i discorsi e la qualità delle argomentazioni ad attenta analisi, ma vi arriviamo attraverso delle scorciatoie presenti nella
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nostra mente. Pensiamo ad esempio "lo dice un esperto, sarà vero". Le informazioni che ci giungono dall'ambiente caso per caso
stimolano questa e altre "euristiche", queste economie di pensiero (ad esempio una fonte autorevole stimola l'euristica dell'esperto). Esse
ci espongono sempre ad errori, ma vi tendiamo per semplificare i problemi. Soprattutto tendiamo a giudicare dalle cose che ci vengono
alla mente facilmente o in base all'idea che abbiamo di una categoria di persone o di eventi o per via del ricordo di un evento simile
recente o di qualche fonte e lo facciamo anche quando si tratta di riferimenti arbitrari. Per di più, una volta che ci siamo formati una
convinzione, tendiamo a conservarla anche a dispetto di prove contrarie! Si possono contare decine di altre tendenze della nostra mente
potenzialmente fuorvianti e tali "biases" influiscono anche sui giudizi professionali per ansia o fretta e perché abbiamo una razionalità
limitata e bisogno di coerenza, ma soprattutto perché tendiamo, nell'attribuire cause e altre relazioni, ad accomodarci le cose in conformità
con i nostri interessi (per chi è onesto e interessato all'altro il processo è inconscio e viene frenato con un po' di allenamento). A volte però
ci facciamo semplicemente influenzare dal parere dei più, ci convinciamo e cioè cadiamo nell'euristica del consenso ("se tutti la pensano
così, è vero"), anche se probabilmente anche in tal caso siamo inconsciamente spinti da interesse per la pressione al conformismo alla
maggioranza (questo accade infatti soprattutto se siamo tenuti a far sapere agli altri la nostra opinione). Inoltre, quando c'è una discussione
tra più di due persone tendiamo a spostarci verso posizioni estreme per le conferme ricevute o per stanchezza e ci allontaniamo da iniziali
posizioni moderate. Soprattutto comunque quando in ogni comunicazione non facciamo in modo e non controlliamo che il nostro
interlocutore sia in sintonia con noi (nel senso che abbia chiaro di cosa parliamo, abbia in mente le stesse cose che abbiamo in mente noi),
egli arriva inevitabilmente a conclusioni sbagliate: per tutti noi lo sforzo di comunicare è vano a volte, anche se ciò capita più di frequente
a chi ha un disturbo mentale. E in generale non possiamo correggere malintesi e comunicazioni inefficaci quando, come a volte avviene,
attribuiamo male le cause di essi (di solito prima crediamo che la causa sia l'incompetenza di alcuni interlocutori, poi una intenzione
generale della controparte, poi differenze culturali) o quando la causa è nascosta da un'ideologia distorcente non messa in discussione (ad
esempio la mentalità per cui le donne sono in posizione un po' subalterna rispetto agli uomini può spingerle a tacere se un uomo le
interrompe o contrasta deciso e l'avere poca consapevolezza di questi pregiudizi diffusi può fare sì che gli uomini non tengano abbastanza
conto che anche le loro intenzioni migliori sono fraintendibili e non ne spieghino nulla). Ovviamente infine siamo facilmente indotti ad
errori di giudizio anche dalle consapevoli menzogne altrui, che smascherare è molto più arduo di quanto tendiamo a credere per ignoranza
e pregiudizi diffusi: crediamo spesso che esistano specifici indizi di menzogna, mentre essi possono sempre significare anche tutt'altro,
abbiamo talvolta teorie assurde sulla personalità dei bugiardi e soprattutto abbiamo udito dire troppo spesso che il corpo non mente e che
ne è prova il fatto che gli animali sono sinceri, quando invece con gesti ed espressioni molte persone mentono bene, anche se in modo
imperfetto a causa della difficoltà del compito, e tra gli animali gli inganni sono molto diffusi e favoriti dall'evoluzione, perciò al massimo
possiamo puntare sul cogliere i segnali fugaci e rari di menzogna nel movimento dei piedi e di altre parti del corpo, più ancora che nel
viso, sempre presenti quando il potenziale bugiardo è sotto stress a causa delle conseguenze gravi di quanto dice e/o in preda a una delle
emozioni primarie (felicità, rabbia, paura, disgusto, tristezza, sorpresa e forse fiducia e trepidazione) tenendo presente che le donne vi
riescono meglio in genere, se solo l'interlocutore non è una persona cara. Proprio nei rapporti di coppia e familiari è facile che ci
blocchiamo anche di fronte a un altro noto ostacolo, quello consistente nello scontro di punti di vista che ci appaiono inconciliabili su una
questione importante quando continuiamo a desiderare e ad avere molto bisogno di condividere valori e visione del mondo: di solito
purtroppo in queste situazioni crediamo di non avere scelta tra la rinuncia a uno dei due nostri bisogni fondamentali (integrità e stabilità
personale o benessere nella coppia) e non vediamo la piccola ma reale terza possibilità.
I testi di riferimento con cui mi sono informata sulle distorsioni della percezione e del giudizio sono stati Psicologia della comunicazione
(Di Giovanni), Interviste e colloqui nelle organizzazioni di A. Castiello D'Antonio (un libro che non consiglio per gli altri argomenti
affrontati), Il colloquio nell'assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca) e Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock). Anche in questo caso ho
riassunto e tradotto nel linguaggio comune i concetti più importanti, da loro espressi con troppi tecnicismi .
Modelli di colloquio in psicologia clinica (Del Corno), un testo davvero odioso, è utile per leggere qualcosa di più sulle euristiche e per il
lungo, chiaro e dettagliato elenco di cause di bias tipici del clinico che contiene (non è infatti solo la maggioranza degli psicologi e degli
psichiatri a ritenere di poter avere certezze sugli altri e su di sé e per giunta in fretta), ma trovate tali biases riassunti nel paragrafo
apposito più sopra in questo documento.
CONSIGLI
CITTADINANZA ATTIVA: GLI STRUMENTI UTILI
Premetto che ho poca fiducia in molti degli strumenti della disobbedienza civile, perché discorsi in pubblico non autorizzati e sit-in non
sono compresi affatto dalla polizia e spesso sono un messaggio debole o un fastidio per la popolazione, mentre gli scioperi della fame e i
"balletti" a tema per strada possono apparire ridicoli ed essere facilmente neutralizzati (ricordate i casi di alimentazione forzata in carcere).
Tuttavia è vero che le azioni simboliche di sensibilizzazione o dimostrative e provocatrici possono essere utili quanto o più della raccolta
di firme: il mio manuale cita sottoscrizioni per l'acquisto di macchine elimina-code, secchi di cibo immangiabile per i pazienti presso le
direzioni sanitarie, fornelli da campo alle case di riposo private di impianto idrico di acqua calda e fredda, lenzuoli sulle facciate di
ospedali con scritti i tempi d'attesa, fiocchi gialli sui portoni delle case sfitte. Nelle pagine Internet sul pertinente celebre libro di Zinn e in
quelle sulla disobbedienza civile e sulla cittadinanza attiva e inoltre nel capitolo sulle minoranze e nell'ultimo di Psicologia della politica
(a cura di Catellani-Sensales) trovate altri esempi tratti dal contesto mondiale.
Comprendo chi sciopera solo se garantisce i servizi minimi per non colpire troppo duramente chi non è colpevole delle condizioni di
lavoro altrui e se, insieme a chi organizza lo sciopero, è aperto alla possibilità delle negoziazioni con le organizzazioni dei cittadini.
Quanto alle manifestazioni, credo che la storia recente dimostri che non hanno come esito l'indifferenza o delle violenze anche gravi solo
in certe zone e in certi regimi o se vengono sciolte molto presto accontentandosi di mostrare il numero di persone attivatesi (mi baso su
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diverse letture). In ogni caso le manifestazioni (cortei o comizi) sono in genere organizzate da partiti e sindacati e non spontanee, anche
perchè spesso non appaiono ai cittadini utli per raggiungere uno scopo preciso e concreto.
Informatevi su petizioni, istanze e raccolta di firme sebbene non possano mai essere sufficienti di per sè per ottenere ciò che dipende da
decisioni altrui se non nel caso del referendum nazionale, che ha costi elevati. La raccolta di firme e adesioni in genere si fa per esempio
per ottenere la rimozione di un amministratore, l'apertura di un servizio, l'adesione a un'iniziativa e il consenso su un programma.
I referendum alla portata dei cittadini sono quelli previsti a livello regionale o dagli statuti comunali, che possono essere abrogativi,
propositivi o di altro tipo secondo il regolamento e prevedere o meno l'obbligatorietà della loro "autentica".
Per quanto riguarda la possibilità a partecipare a delle elezioni come elettori e anche come candidati senza appartenere a
un'organizzazione, il mio manuale cita quelle civiche del MFD (Movimento Federativo Democratico), per costituire i congressi di una
regione, ma bisogna tener conto che il mio manuale è datato. Altrove potete informarvi su iniziative particolari un po' più recenti che in
genere vengono raggruppate sotto il nome di "democrazia partecipativa/deliberativa" cominciando con il raccogliere notizie sulle elezioni
primarie del 2005, su Open Space Technology, giurie di cittadini, sondaggi deliberativi, electronic town meeting (io ne ho letto in
Psicologia della politica a cura di Catellani e Sensales).
Segnalo le carte dei servizi e della qualità e le analisi partecipate della qualità (sono utili come riferimento per gli standard dei quali si
percepisce la violazione) e consiglio di informarsi sulle utili carte dei diritti del tipo della dichiarazione sui rischi civili che cittadini e
amministratori hanno a volte sottoscritto dopo un'assemblea pubblica seguita a una calamità naturale (es. quella in Valtellina).
Riguardo agli obblighi giuridici delle forme più complesse (cooperative, fondazioni) e più semplici (comitati, associazioni) di
organizzazioni civiche rimando sempre al precedente paragrafo sui limiti degli strumenti della cittadinanza attiva e qui segnalo che ci sono
nomi diversi per caratterizzare le organizzazioni a seconda di chi le compone e degli scopi, per cui si va da semplici gruppi uniti da valori
a comitati per uno scopo preciso, coordinamenti di associazioni, comunità terapeutiche o di servizio, associazioni articolate dal punto di
vista istituzionale, cooperative per un lavoro più solidale, centri per l'informazione e network per lo scambio di informazione.
Informatevi in un manuale di cittadinanza attiva e online sugli strumenti della "diffida" (serve per imporre l'adempimento di un obbligo –
es. una nomina, un contratto o una pronuncia su una questione – a un'amministrazione o a un privato), dell'esposto (per segnalare abusi di
carattere collettivo se il soggetto che l'utilizza è un'organizzazione civica e si accetta che sia la Prcoura a individuare tipo di reato e
responsabili), dell'atto di citazione (per chiedere risarcimenti, rispetto di un contratto e simili), del ricorso al pretore del lavoro (per
accedere a farmaci o prestazioni sanitarie o per questioni inerenti al diritto del lavoro), del ricorso all'art. 700 del Codice di Procedura
Civile (in situazioni d'urgenza per chiedere ad esempio pensione, indennità d'accompagnamento, visita medica in caso di lunghe lista
d'attesa, farmaci previsti solo in situazioni particolari, la cessazione di un'attività inquinante), della costituzione di parte civile (se il
soggetto è un'organizzazione civica e si vuole il risarcimento di un danno di più persone), dell'intervento ad adiuvandum (quando
un'organizzazione civica vuole intervenire a sostegno di un soggetto debole danneggiato), del ricorso al TAR (tribunale amministrativo
regionale) con richiesta di sospensiva (per richiedere l'annullamento di un atto che impedisce di accedere ad esempio a un farmaco o
servizio), della conciliazione (il cittadino delega a decidere di un problema una commissione di rappresentanti dell'ente di servizi di
pubblico interesse e dei consumatori come le telecomunicazioni o i trasporti) o, se essa non ha buon esito, dell'arbitrato (uno o più soggetti
terzi vengono nominati dalle parti litiganti perché decidano di una controversia civile o commerciale), della negoziazione (accordi tra
rappresentanze sindacali e organizzazioni civiche interessate a evitare uno sciopero) e infine del giudice di pace (senza bisogno di avvocati
se l'importo del valore in causa non è molto alto, un magistrato competente in materia civile decide di controversie relative a beni
immobili, incidenti, problemi nei condomìni, prestiti, prodotti difettosi e contenziosi con le banche).
Rimando a quanto ho scritto più sopra nel paragrafo sui limiti degli strumenti della cittadinanza attiva e in quello sui biases frequenti ai
processi per informazioni sui limiti di esposto e costituzione di parte civile e su quelli del ricorso a difensore civico, protocolli d'intesa,
tavoli di concertazione, procedimenti amministrativi, URP, consulte, forum dei cittadini, sedute aperte del consiglio comunal, piani
comunali di protezione civile e querela nel particolare contesto italiano. Allo stesso paragrafo rimando per agevolare la riflessione sul
pericolo rappresentato da periti, CPT e CPV disonesti.
Segnalo che in genere alla querela si ricorre per gli errori medici e per i danni causati da ritardi della pubblica amministrazione a un
singolo, ma che è stata utilizzata anche per rafforzare posizioni individuali in questioni importanti per tutti come salute e ambiente.
Informatevi su patronati, sindacati per i lavoratori come CGIL, CISL, UIL e UGL, sindacati per gli inquilini come SICET, liste protette
per l’inserimento lavorativo (rif. CAAF e Centro per l’Impiego), pensioni d’invalidità o comuni, indennizzi per infortuni, bonus, NASPI,
assegno familiare, assegno unico e universale, assegno mensile, indennità (di accompagnamento, ecc.), case popolari, Consorzi Fidi con
fondo di prevenzione anti-usura, associazioni di categoria (es. Confartigianato), associazioni di volontariato con note iniziative (ad
esempio il banco alimentare cui partecipano anche ditte e cooperative e che coinvolge Croce Rossa, Caritas e altri), cooperative e altre
iniziative dell'economia sociale (terzo settore) e servizi sociali.
Riguardo al volontariato e in generale alle organizzazioni civiche che difendono interessi generali o di persone svantaggiate rimando al
paragrafo sulle associazioni più oltre nella sezione "letture utili".
IN DETTAGLIO MODALITÀ CON CUI SOLITAMENTE IL PROPRIETARIO DI UN NEGOZIO E I SUOI DIPENDENTI
DANNEGGIANO UN CLIENTE CON CONSIGLI SU COME REAGIRE
È utile elencare i modi (pochi e sempre gli stessi) in cui solitamente il proprietario di un negozio e i suoi dipendenti possono danneggiare
un cliente (che sia in atto o meno un ostracismo generale a scopo diffamatorio e intimidatorio), perché ciò può fornire una comoda base
per osservare da sé quanto accade comunemente (non si tratta certo ovviamente di credere a me, ma appunto di osservare) e per
prepararsi; inoltre per chi li conosce già bene, vedere elencati questi schemi di comportamento può essere interessante.... Tutti sono sia
modi di offendere e di danneggiare sia test per vedere le reazioni della vittima. Questo elenco serve anche a spiegare perché io consiglio –
almeno alle donne – di tagliarsi i capelli da sole con l'aiuto di due specchi e una macchina fotografica digitale con autoscatto (e magari
anche del partner, di un familiare o di una amica), di comprare abiti, scarpe, ecc. nei negozi online con paypal e, quando possibile, di
mandare un familiare o il partner a fare la propria spesa al supermercato insieme alla sua, in farmacia e in biblioteca. Tra parentesi
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osservo che secondo me i cassieri del supermercato aggressivi sono una delle categorie di persone peggiori in assoluto, dato che nessuno
può evitare di comprare nei supermercati ed è solo un sogno la possibilità di comprare cibo sano, detergenti, ecc. da distributori senza
prezzo aggiunto o in supermercati tutti dotati di alcune casse automatiche supervisionate solo da telecamere e personale distanziato e
silenzioso per regolamento...E se qualcuno trova che con questo commento miro ad esaltare una soluzione che toglierebbe ingiustamente
il lavoro a chi ne ha bisogno, questi dovrebbe considerare quanto sono gravi gli effetti di aggressioni continue in situazioni di malattia
fisica o in caso di nevrosi post-traumatiche e che grande rischio o fastidio si prova spesso restando in coda alla cassa a causa di malattie
contagiose e odori o semplicemente per il contatto ravvicinato con estranei e per le chiacchiere.
Spero si noti che, sebbene io abbia disposto i vari punti prendendo come misura l'intero “alfabeto” con intento ironico, questo elenco si
basa assolutamente sulla realtà ed ha il serio scopo di fornire un aiuto valido.
a) rivolgersi senza ragione evidente all'interlocutore come ci si rivolge in genere solo ad un bambino o a un individuo “incapace”, malato
di nervi, fisicamente indisposto o invalido oppure ad un cane interpretando una breve risposta o il suo silenzio nervoso come più facondo,
facendogli fretta, intimandogli di sedersi, dicendogli di essere un "amico", chiedendogli con sfacciata e calcata premura se sta male e ha
bisogno di qualcosa, parlandogli di dolci o invitandolo a mangiarli, usando i diminutivi, facendogli domande al di sotto della sua
intelligenza, inventando scuse ridicole per giustificare l'assenza di qualcuno (un viaggio, ecc.), facendosi accompagnare a un
appuntamento con lui da uno studente di Psicologia o di Psichiatria, ecc. (interrompetelo subito senza lasciarlo finire e dite forte e chiaro
che la smetta di parlarvi con quel tono, pronti ad andarvene se non lo fa immediatamente; eventualmente fate altrettanto con aggressività
e distacco insieme);
b) trasformare il malcapitato in “oggetto”, approfittandone in modo particolarmente sfacciato e nello stesso tempo cercando di
danneggiarne l'immagine – non solo di fronte ad altri, ma davanti a se stessi, per cercare di sentirsi più legittimati nella violenza grande o
piccola che si sta facendo - con i mezzi alla portata: il parrucchiere, il commesso, ecc..che parlano di argomenti del tutto fuori luogo
(quando dal parrucchiere vi sedete per il taglio dite subito con tono fermo e gentile che preferite eviatare sia di chiaccherare che di
ascolatarlo, perché abituati a farvi sistemare i capelli ascoltando musica e sfogliando riviste oppure, prima di entrare in questo come in
qualsiasi altro negozio, preparatevi a interrompere discorsi inappropriati) o mancano apertamente di rispetto (fatevi accompagnare da
qualcuno che possa testimoniare e tenetevi pronti a reagire e uscire); il fotografo che scatta per la fototessera nell'unico istante in cui gli
occhi guardano in basso e che poi suggerisce di scegliere proprio quella foto tra altre venute bene o che mette a disagio con i modi sgarbati
e con la fretta per provocare un'espressione rigida o che vi dice che non dovete nemmeno accennare un sorriso o che dovete scoprire molto
il viso, mentendo sulle leggi circa le foto nei documenti (preparetevi a questi comportamenti, valutate la foto da scegliere in autonomia e
vietate al commesso tutto ciò che vi mette a disagio, pronti ad anadarvene subito senza fare la vostra foto nel caso persista); il commesso
che tenta di vendere con modi gentili o con un'autorità frettolosa non tanto gli articoli più costosi quanto proprio i meno adatti a voi o i più
brutti e fuori moda del negozio magari con l'aiuto di clienti amici – ad es. una coppia di donne che ne parlano bene tra loro – (ignorate
sempre i commenti che i clienti o gli estranei davanti alla vetrina si scambiano in confidenza apparente o reale; quando entrate in un
negozio richiedete al commesso l'articolo che volete e, se vi propone altro, lasciatelo parlare e poi ripetete la vostra richiesta iniziale
ignorando completamente quanto vi ha detto; interrompete il cliente bruscamente solo se vi parla con autorità o in modo sgarbato) o che
ne consiglia un uso dannoso (ad es. il caso degli erboristi che prescrivono il Tea tree oil per uso interno, anche se così è tossico;
informatevi bene in più luoghi e non solo online sui prodotti per la pelle e soprattutto su quelli da ingerire); il parrucchiere che consiglia
un cattivo taglio o colore o che invita a lavarsi i capelli solo là e ad acquistare una piastra o almeno uno shampoo definendo con nome
poco noto il problema comune per cui tali prodotti sono indicati o affermando che una piastra può essere utilizzata ogni settimana o
addirittura ogni giorno senza danneggiare i capelli anche se in realtà in genere si può usarla solo ogni 15 giorni, ciò per interessare e
allarmare il cliente quanto per attirare l'attenzione altrui sulla presa in giro (andate dal parrucchiere più di rado possibile, decidete
prudentemente di non acquistare mai niente in quelle occasioni e rifiutate ogni sua offerta con garbo e fermezza interrompendo la sua
parlantina da venditore sul nascere, evitando quindi anche di ascoltarlo, soprattutto se sono presenti dei colleghi o dei clienti); il
parrucchiere che evita di proteggere il viso quando taglia i capelli e non avverte il cliente che ha il viso ricoperto di pezzi di capelli tagliati
(se durante il taglio della frangia il parrucchiere non mette una mano sopra la vostra fronte per proteggere il viso, chiedetegli di fare in
modo di non cospargervi il viso di pezzetti di capelli; portatevi specchietto e salviette umide o struccanti per controllare e eventualmente
risolvere il problema prima di uscire) o che vende un decolorante dosandone di persona e male la polvere (acquistatelo solo
preconfezionato e preferibilmente in negozi come Acqua e Sapone oppure online); il cartolaio o il tabaccaio, che, mentre maneggia il
materiale da rilegare o fotocopiare o stampare o faxare, lo legge o lo mostra ai presenti dopo aver allontanato il cliente, magari con la
scusa di cambiare gentilmente i soldi al bar vicino (ogni volta che potete fate dei buchi con una perforatrice ai fogli e inseriteli in un
quaderno ad anelli; fotocopiatevi il materiale da soli dalle nuove stampanti con fotocopiatore incluso; mandate fax da cartolerie e
tabaccai solo se indispensabile; fate rilegare solo materiale di carattere impersonale e da cui non sia possibile dedurre giudizi su di voi;
restate presenti durante il lavoro e, se il commesso vi chiede di cambiare i soldi altrove, ditegli di farlo lui oppure dite che tornerete un
altro giorno; allontanate i clienti se curiosano; dite con calma al commesso che eviti di leggere il vostro materiale se lo scorgete a farlo,
pronti a rivolgervi a un altro negozio se persiste) ; il commesso del negozio di stampe economiche o vernici che nell'occasione di un
acquisto di pochi euro si “offre” di venire a vedere luce e ambiente di casa per consigliare bene la scelta, allo scopo almeno di ridicolizzare
poi con i conoscenti l'eventuale assurdo assenso e il gusto e le possibilità dell'arredamento (rifiutate allegramente e sottolineate con ironia
piena di grazia il suo “zelo”); il negoziante o artigiano che, non potendo fare di più, usa il cliente per sperimentare le normali tecniche di
vendita e per farsi pubblicità o che cerca di divulgare tramite suo situazioni o piccole lamentele, parlandone, se non a lui, ad altri mentre
egli è vicino (acquistate di regola solo ciò che avete deciso prima di entrare in negozio; tollerate la pubblicità al negozio ma non
prestatevi a farla se non portando fino all'auto o a casa la borsa col marchio del negozio; evitate di parlare di quanto udite presso i
negozi dovunque possano udirvi persone non amiche o non riservate); l'artigiano che truffa sul prezzo (sarto, calzolaio,ecc.) inventando al
momento delle difficoltà per giustificare il prezzo elevato (nei casi di tentata truffa sul prezzo si può semplicemente evitare quel negozio
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oppure fingere ingenuità, denunciare e tornare per documentare legalmente tutto quanto è utile alla denuncia); il farmacista che tratta
come ipocondriaco chi misura la pressione più di una volta per evitare di assumere troppi farmaci per alzarla in un periodo in cui può
risentire dei loro effetti collaterali; il farmacista che pretende che un cliente che ha sporcato di urina o di vomito il pavimento della
farmacia lo pulisca anche se è normale che in una farmacia si rechi anche chi sta male e sebbene sia evidente che chi è in quelle condizioni
non può farlo e che in ogni caso al massimo può essere tenuto a pagare la necessaria pulizia;
c) fare domande personali o invitare il cliente ad assumere un tono rilassato con aria innocente, tono intimo, frasi fatte o confidenze false o
generiche o con inviti assurdamente bruschi, per poter poi usare le eventuali concessioni e risposte – una volta manipolate – al fine di
creare un clima di complicità da sfruttare in seguito per dare consigli deleteri o interessati in modo esplicito o indirettamente (parlando di
conoscenti o chiaccherando sull'argomento in generale, al fine di instillare ina determinata idea) o per applicare comode etichette sulla
base di test imbecilli, pregiudizi vecchi quanto stupidi o puro arbitrio (in questi casi forse si dovrebbe farli parlare e poi davvero rider
loro in faccia; in generale comunque è sempre bene far parlare gli stronzi per un po', mantenendo un atteggiamento calmo in apparenza,
e interromperli a mezzo di una frase con un rifiuto garbato e definitivo senza commenti oppure stornare loro con fare indifferente le
domande indiscrete che hanno rivolto);
d) fornire risposte lunghe su questioni ovvie o semplici a domande in realtà non poste e ciò per far apparire agli altri il cliente stupido o
ingenuo oppure per evitare risposte di propria competenza e quindi, teoricamente, doverose (dite forte e chiaro che non avete fatto quella
richiesta, pretendete le scuse, fatevi dare il nome del commesso e intimate rispetto per le prossime occasioni);
e) in vitare amici nel magazzino da dove ascoltare l'importo della spesa fatta dal cliente e osservare con i commessi nel suo camerino
attraverso le telecamere usate in quasi tutti i negozi di abbigliamento (un modo per verificarlo è cercare confidenze in proposito da
commessi oppure osservare l'entrata e la cassa del negozio per vedere se esso si riempie di qualche cliente nuovo dall'interno quando ce
ne siamo andati; potete entrare con una scusa qualsiasi e far notare che il negozio prima vi “sembrava” vuoto oppure far loro sapere
indirettamente in seguito che lo sapete; per ogni evenienza curate sempre in modo particolare trucco, capelli, abbigliamento e intimo
quando sapete che dovrete provarvi qualcosa in un negozio);
f) m angiare in presenza del cliente (rifiutate di parlargli e, finchè non ha finito, aspettate fuori); chiedergli di passare un oggetto o di
andare in una stanza dando indicazioni confuse o sbagliate (chiedete indicazioni solo se indispensabile e solo a chi è tenuto a darvele;
possibilmente fate le vostre richieste accompagnati da un amico o da un parente; se vi accorgete che le indicazioni sono troppo confuse,
state calmi ma non muovetevi e ditelo pretendendo che ve ne dia di chiare o che vi accompagni); infastidirlo riempiendo proprio
l'espositore o gli scaffali che egli sta osservando o mandando dei clienti amici a fingere di osservarli, magari smuovendoli nervosamente o
con fare aggressivo; infastidirlo alzando molto il volume della musica quando è l'unico cliente presente da solo nel negozio; fissarlo soli o
in gruppo magari parlando a mezza voce oppure parlare al suo arrivo con clienti amici o colleghi di psichiatria, di furti nei negozi e simili;
senza guardare il cliente, ridere forte in gruppo o soli delle cose uditegli dire a un amico o delle offese fattegli o delle sue reazioni ad esse;
guardarlo o parlargli con sarcasmo, magari focalizzandosi su un suo difetto fisico irrilevante cercando di farglielo apparire enorme o su
una sua debolezza nota di quel periodo; quando si sa che il cliente visiterà il negozio, fargli trovare lì un malato di mente che si sarà prima
invitato a fare a quel cliente dei complimenti e altre dichiarazioni indicanti un'affinità o a imitarne un comportamento; approfittare della
coda alla cassa e di omaggi o offerte per rompere le scatole con richieste, domande personali, ecc. nei supermercati e nei negozi di
abbigliamento ai saldi; tenere chiuse le porte automatiche quando il cliente deve uscire finché si volta o torna sui suoi passi per dire ai
commessi di aprirle; proporre al cliente di fare cose assurde o imbarazzanti contando su una sua presunta incapacità di dire di no oppure di
comprendere il carattere umiliante o ridicolo delle azioni proposte e l'intenzione offensiva nel proporle (se l'offesa è solo nello sguardo e
avviene fuori del negozio mentre avete fretta o se viene da più gruppi di clienti e commessi allora la reazione più conveniente è
l'indifferenza, ovvero evitare di essere curiosi e distogliere subito lo sguardo mantenendo un atteggiamento almeno esteriormente calmo;
quando non è possibile ignorare la cosa a causa della vicinanza, allora guardate gli stronzi con il disprezzo e l'odio che meritano – chi
non sa sempre esprimere l'aggressività quando serve non si preoccupi e ci provi, perché chiunque ci riesce insistendo nei tentativi – e
eventualmente rivolgetevi a loro con accondiscendenza o con modi che usereste con un bambino piccolo o con la premura e cautela
tipiche di chi sta parlando a un malato mentale o a un invalido, secondo il punto “a)” di questo elenco; evitate il più possibile di parlare
delle vostre fobie o paure e delle vostre mancanze in luoghi dove possano udirvi estranei - in condominio, treno, bus, per strada, ecc. – o
compagni di classe o familiari o altri di cui non potete fidarvi; ricordate che non dovete piacere ai commessi e inoltre che davvero quasi
tutti al mondo sono pieni di debolezze anche molto appariscenti, per quanto non sempre note a molti, e che del resto con il tempo potrete
certamente eliminare molti dei vostri difetti, se vi sforzerete di imparare prima a gestirli e ad alleviare i loro effetti sulla vostra vita e sugli
altri (e solo dopo tenterete di eliminarli), se migliorerete gradualmente le vostre condizioni generali di vita (fino a ricavarne l'energia
necessaria a cambiare) e infine se vi accetterete intanto come siete senza drammi e giudicando voi stessi solo dall'insieme; tenete presente
che potete sfruttare l'aggressività altrui per mettere a fuoco i vostri limiti e superarli pur disprezzando coloro che ve li fanno pesare e
vendicandovi del fatto che hanno pretese da voi senza aiutarvi a corrispondervi e senza tener conto della causa delle vostre difficoltà;
g) chiacchierare in presenza della vittima di turno in cassa con conoscenti per provocare discussioni che attirino l'attenzione sulla zona
della cassa e così anche su di lei o per farle capirecosa si pensa e si dice in giro di lei attraverso l'argomento e i particolari della
conversazione (in questi casi uscite per tornare in seguito oppure spostatevi, velocemente ma con calma e senza correre, in una zona dove
non possiate ascoltarli, magari dopo aver sorriso con sarcasmo se vi viene spontaneo; potete anche tornare dopo pochi giorni presso la
vetrina o addirittura in negozio con un amico/a e fare altrettanto sparlando del commesso che ha organizzato la scena. fatelo con grazia e
in modo indiretto, ma con velenosa precisione e scegliendo un momento in cui non sia solo);
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h) sol lecitare senza necessità il cliente a pagare o consegnare per far sembrare che si stia rifiutando o stia chiedendo sconti (mettete
d'abitudine in fretta i vostri acquisti sul banco; in ogni negozio appena giunti in cassa togliete dalla borsa e mettete bene in vista il
portafoglio, preparati a esibirlo e a rimproverare il commesso apertamente in caso vi faccia fretta);
i) organizzare incontri con amici o colleghi dove il cliente si è recato per appuntamento indicando loro il nome del cliente interpellandolo
come per caso, o consigliargli negozi del posto, così mirando a farlo conoscere e a sfotterlo con e/o attraverso quegli amici o i dipendenti
di quei negozi (una reazione per loro particolarmente frustrante è farli parlare e poi dire che quel prodotto che consigliano di acquistare
in tal negozio lo si può trovare facilmente in un altro, meglio se comune – ad esempio un ipermercato – , vedendo al momento se col tono
indifferente o di chi conosce questi schemi di comportamento idioti); chiedergli cosa preferisce tra due articoli o di indicarne il colore
preciso o il modello per giudicarne gusti e conoscenze di fronte ad altri (ricordate che si tratta di conoscenze piuttosto inutili riguardo
cose insignificanti e che nemmeno nei negozi online i colori sono sempre indicati con il nome giusto);
l) entrare – commesso o cliente – nel camerino o aprirne di scatto la tenda quando questo è occupato mentre magari intorno c'è ressa (un
motivo valido per non spogliarsi mai nei camerini se non è strettamente indispensabile e senza accompagnatore a montarvi la guardia);
m) i nvitare con moine particolari o con l'offerta di qualche informazione, sconto o prodotto ad andare di nuovo in un negozio appena
conosciuto e alla seconda visita aggredire la vittima per colpirla di più e vederne e/o mostrarne la capacità e il tipo di reazione (siate
d'abitudine del tutto indifferenti alle gentilezze degli estranei). Anche se le poco oneste tecniche di vendita tipiche non sono argomento di
questo elenco, può essere ricordata qui quella in parte pertinente del "colpo basso" in cui un'offerta viene ritirata al momento opportuno e
ad esempio l'impiegato di un'agenzia di viaggi o il commesso di un negozio di automobili propone al cliente intenzionato a spendere poco
di cambiare preferenza per approfittare di un grosso sconto e al momento del pagamento lo informa di essersi accorto che l'offerta è in
realtà scaduta da un giorno o due dopo aver preso tempo per coinvolgerlo maggiormente con qualche espediente (per esempio dicendo al
cliente di dover fare prima richiesta di giorni in più di permesso dal lavoro per quella vantaggiosa proposta nel caso dell'agenzia di viaggi
o proponendo di provare l'auto e di compilare dei moduli senza impegno nel caso del negozio di automobili);
n) a ccusare il cliente che ha subìto il danno di essere l'artefice di quel danno o di un danno analogo o diverso o di paranoia se parla dei
reati subiti, che, per loro natura e per quella di certe leggi, sono difficilissimi o impossibili da dimostrare senza l'aiuto di persone
competenti e fidate (vedete i paragrafi sulle truffe e sulla reazione possibile ad esse e ai reati di ingiuria e diffamazione e i siti indicati al
punto “s” dell'elenco precedente. In ogni ambiente chi reca un danno a qualcuno, in seguito mira di solito a diffamarlo o indebolirlo per
proteggersi dalle giuste reazioni di costui. Bisogna considerare anche che una reazione comune da parte dei negozianti accusati a ragione
dal cliente è spargere la voce, assolutamente senza fondamento, che il cliente li abbia derubati, tanto non ha alcuna importanza la realtà per
la gente se l'interesse sta nel nasconderla o crederla diversa: questo è solo un motivo per evitare il più possibile di comprare di persona
anziché online e per denunciare subito alla seconda offesa ricevuta in negozi anche diversi ma vicini (e alla prima offesa, se grave). Del
resto capita che chi è preso di mira da molti, dopo un bel po' di tempo, arrivi all'esasperazione (è difficile documentare e trovare giustizia a
quasi ogni tipo di danno e in ogni situazione) e che essa lo porti a rubare davvero cose da pochi euro fino al ritorno della calma e della
lucidità, e nel caso è facile che egli sia fatto passare come un vero ladro di mestiere, anche per divulgare una motivazione più comoda
della reale alla maleducazione, alle offese e alle truffe di cui la vittima è da tempo oggetto e ormai notoriamente. In casi simili per sapere
la verità, basta chiedere notizie e prove dei continui e costosi furti di cui si spettegola e ragionare sulle date dei due o tre furtarelli sicuri
confrontate con quella della guerra fattagli dai negozianti. Per saper se i furti o altro sono la causa delle truffe economiche riuscite o
tentate dai negozianti e delle loro ripetute offese è utile anche far attenzione a cambiamenti di umore plateali dei commessi per uno o due
periodi limitati ma non occasionali (intendo frequenti sorrisi smaccati e saluti gentili davanti a tutti – non è così quando le moine servono
a nascondere certe avversioni ad alcuni clienti o ad attirare la vittima per poi poter danneggiarla di più in seguito – consigli validi e
sconti consistenti fatti sorridendo e quasi ammiccando e senza alcun motivo), perché questi sono dovuti a inversioni della parola d'ordine
basate sul passaparola in una fase mediana dell'ostracismo (che conduce nell'ultima fase a rifiutare qualsiasi sforzo di essere razionali e
quindi “mobili” nei giudizi sulla vittima). In questa fase peraltro la diffamazione si è così estesa che non è più completamente giudata e
controllabile da chi ha il principale interesse a estenderla e peggiorarla indipendentemente dalle affermazioni della vittima: a casa propria
quest'ultima avrà confidato al convivente o ad un amico opinioni e fatti che la hanno fatta apparire momentaneamente più in linea con la
mentalità generale e che saranno stati spiati e divulgati da condomini o altri (la tirannia non consiste nel privare la vittima di tutto ma nel
beneficare e danneggiare a caso o in fretta e giudicando senza distacco, senza quindi un vero criterio). Questo tipo di giudizi sono così
interessati e superficiali che subiscono i più rapidi e incredibili rovesciamenti che io abbia mai visto, al punto che essi mutano anche più di
una volta e che giudizi della vittima o fatti che la riguardano noti o spiati o riportati da essa stessa, creduti o capiti da molti in un periodo,
provocano il favore diffuso per poi essere ritenuti falsi o travisati, fino a rinnovare in tutti l'odio, il quale perdura e si autogiustifica anche
quando diventa razionalmente impossibile smentire o mal interpretare proprio quei passati giudizi e tali fatti (ho osservato personalmente
tutto ciò e garantisco che è questo ciò che accade). Il perseguitato dovrebbe comunque prepararsi a possibili perdite di lucidità nel
perdurare dell'ostracismo e, nel caso non sia riuscito a evitare di rubare qualcosa dopo i tanti torti subiti in sartorie e le offese
esasperanti nei negozi, non deve parlarne a nessuno (nemmeno a persona fidata e intima) e dovrebbe giudicare se stesso considerando la
situazione in cui si trova: semplicemente eviti da quel momento le situazioni in cui potrebbe essere tentato di rifarlo e stia relativamente
tranquillo, perché le telecamere possono peggiorare la diffamazione solo quando essa non è già a un livello estremo (che è l'unico che
può spingere a rubare una persona normale e onesta, soprattutto quando si tratta di articoli da 2 a 10 euro) e perché legalmente quei
filmati possono dimostrare il furto solo se l'addetto alla sorveglianza interviene al momento, si reca sul posto e vede svolgersi il furto
davanti a sé (si può obbligare un cliente a mostrare l'interno della borsa ormai già chiusa solo se all'uscita l'allarme suona e, per quanto
riguarda la visione successiva dei filmati e la loro conservazione nel tempo per i curiosi, ricordate che il ladro filmato potrebbe essere
un'altra persona, che assomiglia soltanto a quella tanto odiata dai più). Comunque anzichè sfogarsi in questi modi dannosi, la vittima
tenga presente che può farlo scrivendo utili (ma non ai bastardi) documenti come questo, istruendosi sul tema dell'ostracismo (nei libri di
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storia, nei saggi di psicologia e nei capolavori letterari i giudizi su chi lo ha praticato e lo pratica non sono lusinghieri...) e magari
preparando almeno una o due denunce ben fatte e ben condotte dei persecutori più odiati o più scoperti!
o) ri marcare il tempo necessario a semplici e legittime operazioni richieste (es. quella di acconto) o far commenti sul tipo o sullo stato
(anche se ottimo) del denaro consegnato o della borsa nel tentativo di far sembrare o sentire anormali o importuni (siate preparati a questi
comportamenti e quindi a rispondere subito a tono, tenete sempre in ordine i vostri accessori e controllate periodicamente che siano in
buono stato);
p) f ar suonare l'antifurto all'entrata o all'uscita del cliente per far credere che rubi abitualmente negli altri negozi e nel negozio stesso (in
questi casi notate, magari anche a voce, che l'antifurto suona sempre o quasi ogni volta che ci siete voi/ che c'è quel cliente e che mai si
controlla o si dimostra il furto);
q) umiliare attraverso i ragazzi del posto montati allo scopo e invitati da negozianti e commessi in negozio per sfruttare il fatto che sono
più difficili da isolare e da denunciare rispetto a un adulto (in generale se l'offesa viene dai clienti occorre fingere di non accorgersene per
smontarli oppure, quando non si può ignorarla, interpellarli con calma facendoli esporre con domande dirette; per i ragazzi possono
rispondere i genitori e i loro nomi può richiederli il carabiniere, una volta fatto intervenire; considerate che non a tutti piace esporsi da
soli o in pochi, a ogni età; potendo, andate nei negozi in giorni e orari in cui i ragazzi sono per lo più a scuola). Posso garantire che nei
paesini peggiori ci sono genitori, insegnanti o animatori che aizzano perfino i bambini (siate preparati e reagite con fermezza, ma senza
durezza eccessiva, soprattutto insistendo con calma per farvi dire da loro chi li ha montati e cercando di farvi accompagnare presso i
genitori o dal responsabile del gruppo; non fate loro prediche inutili, ma dite chiaro che solo i cani possono eseguire simili ordini contro
persone che non conoscono affatto; se la cosa persiste e diventa una persecuzione comunque, usate ogni mezzo a voi possibile, anche la
violenza);
r) presentarsi in coppia assumendo premeditatamente comportamenti e ruoli opposti oppure a ssumere comportamenti opposti con la
vittima a seconda del tipo di pubblico per disorientare la vittima o – ed è il caso più frequente – dare una certa immagine ai clienti “non
amici” circa le proprie intenzioni riguardo al calunniato e riguardo la sua eventuale difesa aggressiva, che verrà fatta passare per attacco
ingiustificato, paranoico oppure “furbo” a seconda dei momenti, tanto il contraddirsi non limita mai la capacità degli stronzi di aderire a
una parola d'ordine (non siate mai aggressivi se non nel momento esatto in cui venite offesi in modo evidente o dimostrabile; mostratevi
particolarmente indifferenti ai modi gentili di chi precedentemente è stato con voi scortese, ma non siate sgarbati e non fategli notare la
contraddizione);
s) sminuire le esigenze legittime e comprensibili del cliente parlando di richieste altrui maggiori o invitando un amico a parlare al cliente
di necessità simili alle sue; in generale far pagare per un lavoro non svolto o consegnare dopo una certa attesa un lavoro svolto a metà o
che disattende le indicazioni lasciate approfittando del fatto che la consegna non è fatta di persona dal cliente, di un preventivo non
regolare o di una presunta difficoltà a difendersi del cliente - e sono belle occasioni, queste, se tale presunzione è sbagliata [questo è un
buon motivo per ritirare di persona le tende e gli abiti lasciati dal sarto, la cintura e le scarpe lasciate al calzolaio, il vostro nuovo
prodotto di artigianato artistico, ecc. In sartoria, dovete fare attenzione ai prezzi, (come tutti gli artigiani, possono evitare listini con i
prezzi e anche il dettaglio nei preventivi, che per altro di solito non rilasciano spontaneamente). È utile, soprattutto se non si ha un sarto
di fiducia e se non si sono trovate sartorie con listini e che rilasciano ricevute e preventivi, seguire i seguenti comportamenti prudenti: a)
informarsi sui prezzi in media dei servizi più frequenti di 2/3 città (non la propria): cioè orlo (accorciature) e riduzione della larghezza a
maniche, pantaloni, maniche e fianchi di giacche e cappotti; b) consegnare un capo o due alla volta (meglio se con l’etichetta e
conservando lo scontrino all’acquisto, se è nuovo), e, se ci sono stati dei “problemi” e non si può risolvere nulla con sicurezza cambiando
negozio o se l’importo è alto, segnare sul preventivo firmato misure, prezzo e data. É meglio imparare a prendere da sé le misure con
spilli sottili e pazienza, ricordando osservazioni ovvie ma a volte poco presenti, come quella che le maniche si accorciano, quando si
stringono giacche e camicie ai lati e che bisogna misurare i centimetri da eliminare dalle manche dopo aver piegato le braccia c)
osservare bene i capi nei particolari prima di pagare. Provare i capi nel camerino prima di ritirarli a volte è una precauzione da
considerare, come quella - in alternativa - di richiedere, oltre al preventivo, scontrino attaccato su ricevuta firmata e precisa
nell’indicare il tipo di servizio (ricordare che si può pretendere il preventivo tramite lettera formale dell’Adiconsum) d) Ritirare
comunque sempre di persona. Se per qualche ragione non potete andare da un sarto per un certo periodo, tenete presente che i pantaloni
possono essere facilmente accorciati provvisoriamente a mano da chiunque se essi sono "a sigaretta" (modello skinny o comunque
aderente al polpaccio): per una accorciatura provvisoria dei pantaloni, rimboccare per tre cm internamente il tessuto e fissarlo con tre
punti dati con filo resistente e del colore del pantalone lungo le due grandi cuciture laterali e con un punto sulla zona centrale della
gamba fronte e retro. Pensate a vantaggi e svantaggi prima di denunciare al fisco il sarto che non rilascia scontrini, ma non minacciate a
vuoto nemmeno in privato]. È molto frequente il rifiuto a parole o nei fatti di fare arrivare merce in negozio su ordinazione, soprattutto da
parte dei commessi delle librerie, dei negozi di stampe d'arte economiche e CD. A volte, anche per far apparire agli altri il cliente stupido o
ingenuo, il commesso alla cassa scelglie di invitare la vittima a far passare avanti altri clienti o a permettere di occuparsi d'altri durante il
suo turno, facendo leva sul presupposto dovere da parte sua di essere accondiscendente, sui suoi presunti desiderio e convinzione di
apparire, in tale modo assurdo, gentile e sul risultato di dare ai presenti l'idea che essa nutre queste aspettative anche se non è così (fate
rispettare sempre il vostro turno e in generale non assecondate mai nessuna richiesta). Un comportamento in parte riconducibile a questi
è una tecnica di vendita di molti agenti immobiliri che consiste nello stancare intenzionalmnte l'acquirente/cliente mostrandogli su quattro
case almeno due che sa inadeguate alle esigenze da lui dichiarate, in modo da rifilargli una casa che egli vuole vendere o affittare per
motivi inerenti esclusivamente gli interessi del momento dell'agenzia (trovate tutto ciò meglio descritto nel noto saggio di Packard). Nei
bar un comportamento pertinente è quello del barista che – in aggiunta o meno all'aperta scortesia frequente in bar e locali – ignora
l'ordinazione fatta al banco dal cliente prima di accomodarsi e invita i camerieri a evitare il tavolo a cui tale cliente attende;
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t) ch iedere, dando il “tu”,che il cliente parli dando il “lei” o non ricambiare l'uno o l'altro oppure passare dal primo al secondo quando si
vuole mancare di rispetto davanti agli altri o si pensa di poter così acquisire autorità e intimorire (bisogna o pretendere il “lei” reciproco
in tutti i rapporti non di amicizia con persone oltre la trentina e, in alcuni contesti, anche con chi è più giovane, oppure dare il lei
accettando il tu per sentirsi a proprio agio ma sapendo passare subito al tu in caso di mancanza di rispetto, perché è meno facile mancare
di rispetto partendo da queste distanze);
u) lasc iare solo un cliente in negozio restando a lungo in magazzino, se lo si è visto entrare, o andando là o fuori con qualche scusa senza
tornare in tempi brevi, per vedere cosa fa il cliente e per far sì che chi entra lo trovi solo e quindi in condizioni generalmente adatte per
rubacchiare (in caso di assenze del dipendente è meglio aspettare fuori dal negozio);
v) richiedere, con qualche scusa e senza necessità reale, il numero di telefono per diffonderlo (non lasciate nei negozi il numero di
telefono, a meno che non abbiate ordinato un articolo o lasciato un acconto e non date in questo caso comunque il numero della scheda
che usate con gli amici o i colleghi) o chiedere delle comunicazioni telefoniche per dare consigli con agio o per iniziare un qualche
rapporto su chissà che basi, magari chiedendo pure di chiamare dopo che si sia ricevuto lo squillo e ricercando in questo modo più volte in
presenza di amici la comunicazione telefonica per farla ascoltare, in modo da divulgare confidenze o da improvvisare cattivi consigli utili
a qualcuno dei presenti (non dimenticate mai che gli altri non lavorano per voi e che la norma per la maggioranza delle persone è
l'indifferenza naturale per il dolore anche estremo altrui).Eventualmente avvicinarsi al cliente mentre si trova con qualcuno e ascoltare
quanto dice, nascondendolo attraverso lo svolgere intanto qualche attività che richiede poca concentrazione o mediante le chiacchere
superficiali con un collega/amico (nei negozi state zitti oppure parlate solo se indispensabile per comunicare cose di ordine pratico legate
a quanto state visionando o acquistando). Un comportamento in parte attinente è la prassi di molte agenzie immobiliari di assumere in
nero almeno due telefoniste con il compito di contattare, spacciandosi per potenziali acquirenti, i vicini di casa di proprietari di case che
hanno esposto il cartello di vendita per averne da loro informazionie e il nemero di telefono scrittovi e per telefonare quindi ai proprietari,
ignari di chi sia l'interlocutore, per averne dettagli sull'abitazione utili all'agente immobiliare che in seguito li contatterà al momento
opportuno battendo la concorrenza e dando un'impressione di efficienza che spera sarà divulgata ma è distorta, avendo in realtà l'agente
ottenuto tempo prima le necessarie informazioni;
z) Un certo negoziante e dei suoi clienti possono essere offensivi solo per un disprezzo basato sull'aspetto fisico o su pettegolezzi oppure
per fredda solidarietà interessata o timorosa a una persona che crede possa tornargli utile o con la quale è in relazione o che ha un certo
potere (ad esempio, un medico o un banchiere che teme una giusta denuncia o che reagisce arbitrariamente a considerazioni ignoranti o
interessi). Una reazione tipica della gente in questi casi è l'evitare i negozi frequentati dalla vittima o quelli di cui essa parla (bene e male,
in casa e fuori): lo scopo è di crearle dei nemici tra i negozianti, colpiti nelle vendite, e tra certi loro clienti abituali, limitati nei loro
acquisti dalla parola d'ordine ricevuta (una difesa per la vittima è evitare come prevenzione e reazione di parlare di negozi o di farlo
chiamandoli col vero nome o in modo da farlo capire; magari tirarne in ballo il nome apposta per danneggiarli per un po', inizialmente
fingendo ingenuità, può essere una piacevole vendetta, ma è più utile evitare di acquistare di persona ogni volta che si può, abituarsi a
non nominare qualsiasi negozio o marchio della città, fuori città e online). In caso di guerre simili la gente manipolerà qualsiasi giudizio
su qualsiasi categoria di persone o oggetto o argomento espresso a voce dalla vittima perfino in casa propria a voce bassa (ricordatevi che
non lo è mai troppo nei condomìni), perché non esiste nulla che non possa essere sporcato e utilizzato per estendere l'ostilità; la gente
userà forse anche i social network a questo scopo (tenete presente che comunicazioni gravemente diffamatorie tra gli iscritti di Facebook
ecc. possono essere scoperte, denunciate e dimostrate e che a denunce di casi simili possono corrispondere risarcimenti non indifferenti;
limitate i giudizi su conoscenti ed estranei uscendo poco; concentratevi su interessi e attività che possano essere poco comprese dai più;
occupatevene e parlatene soprattutto per iscritto, con misura e dopo sufficienti riflessioni).
Potete provare - c'è chi lo consiglia nei forum online – a rivolgervi ad un ufficio particolare dei vigili che dovrebbe occuparsi anche di
queste situazioni, ma quando la campagna diffamatoria è ben sostenuta, l'ostracismo in genere coinvolge anche Comune, Carabinieri,
vigili ecc. Ricordate che vigili e carabinieri non informano via mail e quasi mai per telefono. Ricordate che mostrare a chi non è il
proprio avvocato le registrazioni non autorizzate formalmente dai Carabinieri, dalla Polizia o dalla Magistratura è illegale, che per i
reati di ingiuria e diffamazione bisogna rivolgersi ai Carabinieri e non all'Adiconsum e che in caserma occorre essere distaccati (senza
mostrare la rabbia e il nervosismo – anche giusti) e nello stesso tempo fermi nella decisione di denunciare. Tenete presente anche che la
legge permette ai carabinieri di accogliere solo vere e proprie denunce e mai segnalazioni. L'ideale è sempre recarsi nei negozi con uno
o, meglio, più amici che possano testimoniare in Questura. In ogni caso per favorire la denuncia e per mostrarsi forti occorre non fiatare
sull'accaduto finché ciò conviene, sia in casa che fuori (condomini e passanti spesso sono molto “curiosi” pur dissimulandolo).
Una reazione utile alle aggressioni nei negozi, come del resto a quelle che avvengono altrove, è aspettarsi ovunque azioni basate
sull'inganno e sull'approfittare più vile delle debolezze altrui sulla base di pregiudizi di ignoranza spaventosa o di parole d'ordine e
osservarle bene quando le vediamo accadere ad altri oltre che mentre le viviamo personalmente, ciò in modo da farci l'abitudine e da
superare per gradi eventuali blocchi nel difendersi e per evitare sia fantasie paranoiche che ottimismi dovuti a ingenuità difensiva
istintiva o ad abituale cecità semivolontaria, perché, ripeto, non bisogna credere a me, ma solo osservare.
Nei casi di offese dirette gravi o ripetute è meglio scrivere una recensione del negozio negli appositi spazi online (se viene rifiutata,
rimandatela ridotta e spezzata da un punto Internet e con altro account, se stamparla specificando il rifiuto di Google Maps e attaccarla
nei dintorni del negozio e nelle piazze vi sembra sbagliato) e acquistare altrove oppure, se ciò non è possibile, si dovrebbe richiedere il
nome e il cognome del commesso/cassiere/artigiano/impiegato (da appuntare sul cellulare o a penna al momento, insieme a ora e data) e
richiedere anche le sue scuse e che la cosa non si ripeta in quel negozio da parte sua o dei colleghi (se si prende di mira solo uno dei
dipendenti ci si troverà comunque tutti i colleghi contro), informando con calma che altrimenti si informerà il titolare e si sporgerà
denuncia (è importante sentirsi e restare disponibili a denunciare, ricordando che querele simili sono sì quasi mai concluse con successo
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ma sono comuni, non recano molto disturbo e, anche quando si accumulano, sono utili per cercare di evitare che le cose degenerino e si
estendano ad altri negozi per solidarietà e a partito preso, e per cercare di averne documentazione e risarcimento pecuniario in futuro).
É utile anche osservare eventuali limiti particolari del modo di lavorare e comportarsi con gli altri del negoziante o artigiano o anche
limiti di altro genere (un taglio di capelli che sta male o che non viene modificato da anni, ecc.) e ciò per poter in casi estremi diffonderli
apertamente, intimando così prudenze che compensino il rispetto che sono incapaci di dare (avere sempre cura in questi casi di dare
valore al tipo di attività considerato in generale al di là del loro modo di svolgerla).
In generale comunque bisogna sempre delimitare e difendere di continuo le distanze, prendere tempo e allontanarsi a ogni dubbio o
periodicamente, farsi accompagnare ogni volta sia possibile, chiedere nomi e cognomi, osservare i volti tanto da ricordarli, rifiutare
favori, fare il possibile per confrontare quanto ci viene detto e basarsi nei giudizi sui fatti e non sulle parole e non identificare a priori
come indifferenti e/o casuali “comparse” le persone che si hanno attorno al chiuso dei negozi, nei locali, per strada, in autobus ecc.
Se si manca della freddezza necessaria per carattere o perché si sta vivendo un brutto periodo, occorre essere davvero molto indulgenti
con se stessi e allo stesso tempo seguire questi consigli al meglio delle proprie possibilità, sapendo che col tempo ci si abitua un po' a
tutto e che qualsiasi cosa è meglio del non reagire affatto pur mostrandosi colpiti e venendo attaccati di frequente.
Ricordate che, quando si è deboli, per carattere o per condizioni di vita, si attirano facilmente incidenti di ogni tipo e anche sotto forma di
proprie affermazioni o di propri comportamenti di per sé insignificanti o comunque non biasimevoli, ma particolarmente adatti a essere
fraintesi o manipolati per la loro forma e per il momento in cui vengono notati, il che accade a causa dell’opposizione del proprio
inconscio (troppo temuto, poco analizzato e quindi dissociato) e anche della grande pressione esercitata sulla mente, soprattutto se
indebolita, dalle menti solidali tra loro dei nemici quando sono numerosi: ciò si può osservare da sé, ma ci sono anche diversi testi sul
condizionamento possibile ad opera di menti focalizzate fortemente e non è difficile informarsi al riguardo né tener presente che bisogna
in questi casi semplicemente apprendere il modo in cui la maggioranza interpreta nel modo peggiore vari atteggiamenti e fare in modo di
non esibirli o tenersi pronti a giustificarli bene. Fissare qualcuno anche se dà le spalle, parlare a voce alta in modo vivace, scoppiare a
ridere e fare dei rumori improvvisi servendosi di oggetti nei pressi di qualcuno voltato possono essere tutti modi per spingere a osservare
e ascoltare per umiliare: frustra chi lo provoca ed evita problemi chi si abitua a non seguire mai impulsi non meditati a guardare in una
certa direzione, a fermarsi ad ascoltare o a rendere manifesto in altro modo di aver compreso simili forme di aggressione. Una regola
fondamentale in ogni situazione difficile comunque è parlare e uscire il meno possibile. Una regola fondamentale in ogni situazione
difficile comunque è parlare e uscire il meno possibile.
Questo elenco di abusi tipici nei negozi può ben essere un punto di riferimento per gli abusi frequenti negli altri ambienti e infatti potreste
facilmente assegnare a ognuno dei gruppi identificati dalle lettere dell’alfabeto alcune delle scorrettezze elencate nel resto del documento
(quelle comuni nei condomìni, negli appartamenti condivisi, in famiglia, nelle coppie, a scuola, negli ospedali, in banca, al lavoro, per
strada, in caserma, ecc.), ricavandone un utile schema.
CONSIGLI UTILI SE SI É PREOCCUPATI PER LA VIOLENZA AL LAVORO
Non voglio ripetere ciò che tante riviste di recente hanno pubblicato sui bulli e sulle bulle in rete, ovvero su coloro che negli spazi online
praticano l'ostracismo di un collega per i motivi più futili in tempi brevissimi, perché articoli simili ne trovate anche in altre pagine online.
Tenendo conto del messaggio allarmante di libri come Il costo umano della flessibilità di Gallino (libro vecchio di qualche anno ma
ancora valido e comunque utile come punto di partenza per altre letture sul mondo attuale del lavoro) e altri libri simili, non è un
filantropo chi consiglia scuole superiori di più di tre anni e che non preparino a un lavoro preciso da poter iniziare a svolgere prima dei 18
anni a chi non ha la certezza o almeno ottime possibilità di arrivare alle mansioni più qualificate e pagate grazie al sostegno di entrambi i
genitori, alla salute, all'aspetto fisico e al carattere estroverso e poco sensibile o ai nervi saldi (tutto ciò infatti vale ben più delle capacità
intellettuali e della disponibilità all'impegno)...E in molti casi anche questo può essere un rischio e può essere preferibile consigliare
scuole serali eventualmente successive e di abbreviare il percorso scolastico con quei corsi appositi che permettono di fare l'esame da
privatista (al di là dell'utilità di iniziare presto a svolgere un lavoro che piace e al di là dell'opportunità di avere dei risparmi personali, c'è
chi ha bisogno di intraprendere studi impegnativi in certi ambienti e di rassegnarsi a stare a contatto con compagni di classe e insegnanti
solo dopo aver avuto il tempo e la possibilità di adeguare a certe regole non scritte aspetto e comportamento e inoltre di maturare e
stabilizzarsi sia attraverso lavori part-time ripetitivi e implicanti molti meno contatti diretti con altri sia attraverso numerose ricerche
online e letture in biblioteca). Non è un filantropo chi consiglia indiscriminatamente di iscriversi a scuole superiori di quattro o cinque
anni o all'università, non è tale almeno considerando l'imprevedibilità della salute personale e delle risorse economiche familiari, il
cambiamento enorme dei programmi di alcuni licei in terza classe, le leggi sulla responsabilità genitoriale sui figli maggiorenni, il
precariato, l'immigrazione, la rapidità dell'evoluzione di tecnologia e mode e la pretesa di molti titolari di cambiare di continuo dipendenti
e di assumerli solo sotto i 30 o 35 anni (tanto che essere costretti dalle necessità economiche a suicidarsi a 40 anni, se non prima, è sempre
più frequente).Rassegnatevi prontamente infatti al fatto che anche la scelta del lavoro non deve dipendere né dal caso (quel che si legge
sfogliando qua e là gli annunci sui giornali e online) né da interessi, da capacità che si presume di acquisire grazie al miglioramento della
situazione apportato dal lavoro o delle quali si sa di disporre solo in condizioni molto favorevoli e nemmeno dal desiderio di migliorare la
propria reistenza psicologica e in genere le proprie capacità e conoscenze. Dovete sapere accettare che la scelta del lavoro deve dipendere
solo dalle proprie presenti condizioni fisiche, familiari e sociali e dallo stato attuale oltre che passato dei nervi, dal livello di manualità e
da quello della memoria di tipo meccanico (quella per i regolamenti, gli impegni quotidiani, i numeri e le istruzioni date a voce...dato che
a nulla serve nel mondo del lavoro il tipo di memoria che funziona bene solo con i concetti a fare da collante e da catalizzatori
dell'interesse) e di memoria visiva, dal tipo di senso dell'orientamento, dalla capcità di iniziativa e di lavorare in gruppo, dalla voglia e
possibilità di piacere ai colleghi,ecc. Non dovete mai nemmeno proporvi ai colloqui per lavori a contatto diretto col pubblico dove non si
possa usare una sorta di divisa (polo o t-shirt che sia) se non avete un guardaroba curato, vario e vasto. Evitate del tutto di presentarvi a
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colloqui per posti di lavoro simili adatti soprattutto agli estroversi (caratteristica con cui si nasce e non acquistabile) se siete sensibili,
emotivi, imbranati o comunque abituati ad un ritmo lento, con poca manualità e scarsa memoria per elenchi di nomi e istruzioni non legate
da concetti oppure se siete stati diffamati: vi verrebbe naturale anche fare delle prove “in nero” e verreste pagati dal titolare meno del
concordato o non verreste pagati del tutto e si organizzerebbero incontri di clienti per ridicolizzarvi, insultarvi e diffamarvi presso il
titolare e altri clienti e ciò anche in vostra presenza...credetemi. Vorrei invitare a leggere libri onesti sul precariato come in Italia è Il costo
umano della flessibilità (Gallino) e ricordare testi utili pertinenti: De rerum novarum di Leone XIII; alcuni libri intelligenti di Marx poco
attinenti col marxismo (proprio per questo lucidi e ancora attuali) o almeno le citazioni tratte da essi contenute in Avere o essere da E.
Fromm; pagine dal citato libro di Gallino, da Il taccuino d'oro di Doris Lessing e da qualche pagina online sulle politiche aziendali e
governative del passato che dimostrarono sensibilità verso i dipendenti e verso le persone più bisognose della beneficenza. Informatevi
sul contenuto dei film del regista K. Loach che trattano delle leggi attuali che regolano il mondo del lavoro, Tutta la vita davanti (Virzì) e
Mi piace lavorare. Mobbing ( Comencini) ; Peter e Wendy (Giacobbi) sui problemi che precariato e lunghezza eccessiva dei percorsi di
studio causano attualmente in particolare ai giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni (è un testo che apprezzo, ma rimando a quanto ho
già scritto su di lui più sopra per quel che critico delle sue convinzioni su perdono e aver figli). Fate attenzione alle assurdità online sul
presunto rapporto tra il rifiuto dei lavori a contatto con il pubblico e l'essere affetti dal fantomatico disturbo di personalità dell'evitante.
Informatevi online e con altri mezzi prudenti sul lavoro e sulle condizioni di vita di coloro che vivono negli appartamenti dell'Ulss (in
particolare dei giovani fra loro). Potete consultare i paragrafi 1.2 , 1.3 e 2.12 e il capitolo della seconda parte e i paragrafi da 1.2 a 1.5 della
terza parte di Concorso DSGA. Manuale completo per tutte le prove 2018 (P. Boccia) oppure un manuale universitario di Diritto del
lavoro. Consiglio Si può fare (M. Yunus) e Giustizia. Il nostro bene comune (M. Sandel) nonostante i suoi limiti e con il commento online
di A. Del Ponte. Forse può essere utile acquistare online i testi universitari di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni o leggere delle
pagine online su questo argomento e inoltre sulla psicologia sociale e leggere libri universitari sulla gestione della diversità sui luoghi di
lavoro e sul mobbing (qualcosa su questi argomenti si può trovare in biblioteca, ma ci sono altri testi simili anche nei programmi della
facoltà di Psicologia per l'indirizzo e la specialistica per diventare recruiter o comunque impiegarsi nelle aziende).
COME PREVENIRE IL MOBBING O LE SUE PEGGIORI CONSEGUENZE
I comportamenti tipici della prevenzione dipendente dai lavoratori e non dalla direzione emergono dal confronto dei casi noti di mobbing
e probabilmente si possono riassumere nel seguente elenco: 1) non impegnarsi mai più dei colleghi chiacchierando spesso con clienti,
utenti, superiori o pazienti, accettando spesso di fare straordinari o addirittura di lavorare qualche ora in più gratis e ciò nemmeno con le
migliori intenzioni e tanto meno perché a casa ci si annoia (questo vale in particolare se si è giovani e neoassunti in ambienti dove il
lavoro è già pesante); 2) non proporre corsi di formazione, una maggiore rapidità, nuovi programmi informatici, ecc. per migliorare le
prestazioni (si deve comprendere che proposte ovvie sono certamente già state valutate dai colleghi e dal management…); 3) non allargare
le proprie mansioni di propria iniziativa progressivamente e richiedendo al contempo avanzamenti di livello senza prima accertarsi che il
dirigente ritenga possibile la carriera nella sua azienda; 4) adeguare il proprio abbigliamento il più possibile a quello della maggior parte
dei colleghi e non esibire soddisfazione per il titolo di studio conseguito, per la propria stabilità lavorativa o per il piacere che procura il
lavoro e ciò soprattutto in ambienti dove molti si sentono poco apprezzati, infelici o precari; 5) organizzarsi per ricevere in privato le
somme di provvigione guadagnate oltre al fisso; 6) non fare affidamento cieco sulla carriera ottenuta grazie a esperienza e capacità e non
in base ai titoli di studio e quindi non dimenticare che il cambiamento di persone a livello direttivo dovuto a imprevisti (acquisti da parte
di multinazionali ecc.) può sempre in tali casi comportare la retrocessione alla prima mansione svolta (quella corrispondente al titolo); 7)
mantenere una sufficiente, ma moderata disponibilità e autocontrollo con superiori, colleghi e durante colloqui obbligatori con
intervistatori della gestione delle risorse umane e ciò soprattutto dopo una fusione, quando cioè sono prevedibili il bisogno di ridurre il
personale e la ricerca di un capro espiatorio per sfogare l’ansia da cambiamento e per indurre a licenziamenti; 8) non reagire al mobbing
caricandosi ancor più di lavoro nell’ambiente lavorativo o addirittura portando del lavoro a casa per rispettare le scadenze divenute
traguardi irraggiungibili a causa della strategia di disimpegno dei sottoposti (è tipica nel mobbing, più raro ma possibile, detto “dal basso”
perché il mobbizzato è il diretto superiore); 9) non illudersi di poter evitare di dare le dimissioni quando il mobbing e ormai ben avviato e
anzi farlo presto, perché solo così si conserverà almeno l’energia per trovare un lavoro; 10) essere pronti a sostituire l’indennità di
disoccupazione con il risarcimento per mobbing ottenibile con un’azione legale se non si può rinunciare al denaro corrispondente perduto
licenziandosi; 11) informarsi per tempo su come dimostrare le vessazioni che si potrebbero subire in un nuovo posto di lavoro e attrezzarsi
di conseguenza, tenendo conto che gli sportelli mobbing sono tanti e spesso inadeguati; 12) contare poco sul sostegno che parenti e amici
possono dare in caso di mobbing, perché se non ci si licenzia per tempo i sintomi fisici e psichici si aggravano e si arriva a un reattivo
distanziamento emotivo, che rende difficile essere ricettivi anche nei confronti del calore familiare e delle manifestazioni di amicizia; 13)
dare per scontato che la maggior parte della gente è fondamentalmente cattiva, conosce già il danno al clima ed economico che fare
mobbing procura e lo accetta senza far nulla per arrestare l’escalation di abusi, per quanto immeritate e gravi siano le conseguenze
(malattia, povertà e a volte suicidio); 14) prevedere anche retrocessioni, violenza sessuale o comunque fisica e stalking (la persecuzione
che si sviluppa anche al lavoro, ma coinvolge l’ambiente non lavorativo), perché si tratta di eventualità più rare degli altri maltrattamenti,
ma risultanti in alcuni casi noti di mobbing; 15) informarsi sulla legislazione sul mobbing, aggiornandosi periodicamente; 16) in ogni
situazione usare moltissima prudenza quando si è deciso di cambiare lavoro o sede lavorativa, diffidando dell’impegno al segreto
professionale di chi si vorrebbe coinvolgere e della privacy concessa dalla rete Internet, in particolare in Italia, dove si sono riscontrati
molti abusi al riguardo.
CONSIGLI UTILI SE SI É PREOCCUPATI PER LA VIOLENZA A SCUOLA
Sembra consigliabile non limitarsi a studiare, ma fare durante l'estate e qualche pomeriggio della settimana alcune esperienze lavorative
prudentemente prive di contatto diretto con il pubblico in modo da affrontare lo studio senza rischiare di prenderlo troppo o troppo poco
sul serio e da avere maggiore probabilità di trovare una soluzione o saper abbandonare tempestivamente se la situazione nella classe della
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scuola si rivelasse insopportabile o troppo rischiosa. Si deve anche darsi il tempo di leggere quanto è più adatto a rafforzare se stessi: i
romanzi di formazione e i saggi di psicologia e di storia reperibili in biblioteca e su Amazon ed eventualmente le pagine online sulla dieta
sana, sulle malattie più comuni, sull'arredamento, sugli affitti, sul lavoro, sulle leggi sugli abusi dei genitori e sul modo migliore di
documentarli in modo da difendersene o da preparare in segreto la difesa prima della maggiore età quando i rischi possono essere
maggiori. Bisogna aver chiaro che si perde moltissimo tempo, molta energia e si può perdere la salute per sempre con le letture e i compiti
che costituiscono i programmi dei licei e di altre scuole superiori (assolutamente essi non preparano alla vita). In ogni caso dopo le scuole
dell'obbligo un ragazzo dovrebbe scegliere di fare le superiori di più di tre anni solo se si è nutrito con un'alimentazione sana fino ad allora
e gode di buona salute, se è certo di cosa entrambi i genitori vogliono in realtà (al di là delle menzogne che spesso si dicono per dare una
certa immagine ai vicini o ai clienti), se ha già compreso qual'è il metodo di studio più adatto a sè (chi ha un cervello con il centro
cerebrale a destra o ha forme note o poco note di dislessia ha necessità particolari) e soprattutto se ha ormai valutato bene le proprie
capacità di autocontrollo, appreso le abitudini essenziali per avere sempre un aspetto fisico abbastanza curato e dotato l'armadio di abiti
adatti (ciò per evitare problemi con compagni di classe e insegnanti, che, oltre a essere rogne inutili - dato che non si viene nemmeno
pagati per sopportarle -, sono in genere anche più grandi e difficili da gestire di quelli che possono sorgere svolgendo dei lavori ripetitivi e
privi sia di contatto diretto col pubblico sia di contatto frequente con colleghi e titolari). Lavorare fa maturare e radica nella realtà più che
la scuola e di radici soprattutto si ha bisogno prima della maggiore età. Raccogliete informazioni online e in Sinossi di Psichiatria su come
un minorenne già abbastanza indipendente e con un progetto chiaro e prudente abbia anche per legge maggiori diritti e protezione dalle
decisioni autoritarie dei genitori rispetto a un ragazzo molto poco autonomo nel lavoro e in altri aspetti di vita pratica.
I licei in generale vanno, secondo me, sempre sconsigliati ai più per i seguenti validi motivi: sono impossibili o molto difficili da
conciliare con un lavoro contemporaneo o estivo e rilasciano il tipo di diploma meno utile nel mondo del lavoro; si può accedere a molte
se non tutte le Università con qualunque tipo di diploma (o quasi: informatevi) compresi quelli delle o di alcune scuole professionali, che
offrono anche senza essere seguiti da laurea molte più possibilità nel mondo del lavoro di quelli liceali (il diploma liceale non seguito da
laurea è certamente poco o per nulla utile e, se il liceo è di tipo impegnativo, è certamente un titolo conseguito con un impegno
infinitamente sproporzionato alle opportunità lavorative che offre); eccetto Lettere e Filosofia, tutte le università sono molto costose e
affollate; lo studio delle materie affrontate nei licei è in generale in gran parte inutile, tranne forse nel caso di quello linguistico, che però
non è da preferire a scuole che insegnano diverse lingue in meno anni e insieme all'uso del computer; in ogni tipo di liceo non si offre
alcuna guida riguardo alla lettura di quei classici che aiutano chi desidera davvero migliorare nell'arte di scrivere e ragionare (il liceo delle
scienze umane sotto quest'ultimo aspetto è migliore degli altri, ma non in tutti i libri di testo e a prezzo di moltissime inutili ripetizioni).
Se parzialità e pregiudizi sono propri di scuole di ogni livello, le scuole superiori di 5 anni e in particolare i licei espongono di continuo al
contatto da una parte con insegnanti non solo particolarmente nevrotici e aggressivi ma anche in certi casi molto influenti anche al di là
dell’ambiente scolastico e dall’altra con figli di persone mediamente benestanti e dotate di un certo potere. Rimando al paragrafo più sopra
sui licei nella prima parte di questo testo.
Riguardo i programmi di liceo scientifico, classico e delle scienze umane trovate maggiori dettagli in http://www.slideshare.com/scuole-
italiane. Riguardo ad alcune scuole private (quelle di CL) rimando al paragrafo pertinente più sopra. Riguardo al bullismo, rimando al
paragrafo “Cosa può capitarvi a scuola”.
Riguardo i programmi scolastici e quindi l’utilità della scuola a prescindere dal diploma, le spinte da più parti a rinnovare radicalmente la
scuola italiana fanno emergere che occorrerebbe fare spazio a migliori prove e insegnamenti e rendere coerente l'istruzione nel suo
insieme: io ritengo che, oltre a eliminare Religione ed Educazione Motoria dalle scuole medie e superiori, si dovrebbe soprattutto imporre
molti limiti all'arbitrio degli insegnanti di Italiano e modificare i programmi di Italiano e Latino, perché è palesemente assurdo che nelle
materie umanistiche le valutazioni siano del tutto soggettive, che in una scuola diversa dal Liceo Classico si venga costretti a studiare il
Latino, lo Stilnovo e l'opera di Dante, Tasso, Petrarca e Boccaccio, che in ogni scuola si studino gli stessi autori più di una volta e che per
di più agli insegnanti sia concesso di poter assegnare perfino un tema di letteratura a settimana e inoltre letture obbligatorie dannose come
sono senz'altro alcuni classici di D'Annunzio, Fogazzaro e Huysmans. Alle scuole medie e superiori il tempo e le energie così guadagnati
potrebbero essere impiegati in test di problem solving di vita concreta, insegnando a comprendere e scrivere saggi molto brevi e ben
argomentati, a redigere lettere formali e ad analizzare grafici e tabelle e in misura minore testi di narrativa (è bene conoscere le figure
retoriche della letteratura, anche perché sono utilizzate anche in testi persuasivi di carattere politico, pubblicitario, ecc.).
Si dovrebbe impedire agli insegnanti di lasciare soli gli studenti nella scelta della scuola superiore e di ciò che la seguirà, perché Internet
può non essere sufficiente per informare bene e per tempo sul necessario: scuole superiori raggiungibili dalla residenza o con convitto che
non rendono indispensabili altri studi pur permettendo di proseguirli, corsi per ottenere la certificazione ECDL, brevi corsi e concorsi
post-diploma, ITS, Università con o senza test d'ingresso, manuali per preparare questi test, master e concorsi post-laurea, vecchie e nuove
occupazioni, servizi online per aiutare nella ricerca del lavoro o di idee su che lavoro fare, agenzie per il lavoro interinale e leggi
importanti e discusse relative al mondo del lavoro.
Sarebbe importante fare letteralmente girare tra i banchi alcuni classici e testi più recenti ma validi che possano spingere gli studenti delle
scuola media dell'obbligo e di quella superiore ad approfondire in autonomia la conoscenza della storia, come i testi di storiografi e
memorialisti quali Senofonte, Livio e forse Saint-Simon, Hamilton e Solzeničyn. Soprattutto si dovrebbe far conoscere bene a scuola i
saggi più recenti di Primo Levi (non il resoconto della sua esperienza, ma la successiva riflessione su essa in un ampio contesto e la
postfazione al suo primo libro) e memorie e analisi storiche altrettanto ricchi di riflessioni sempre attuali che quest'ultimo libro quali sono
quelli di Tucidide, Cicerone, Seneca, Tacito, Voltaire, Chateaubriand, Silone, De Beauvoir, Orwell, Foucault, Arendt e Packard. Ancora
tuttavia più importante è che la scuola affronti temi d'attualità attraverso i libri di testo di sociologia, antropologia e geografia umana del
liceo delle scienze umane, quelli universitari di psicologia politica e di introduzione alla politica mondiale e mediante rimandi ad altri libri
su questi argomenti non universitari, come ad esempio il saggio citato di De Mari (il suo libro, come quelli di Silone e Hamilton, aiuta
anche a rimediare alla povertà di notizie sul fascismo dei libri di testo in uso), i recenti saggi di Fallaci e forse quelli di Carofiglio,
Canfora, Travaglio e anche i vecchi bestseller della narrativa di Simenon, Koestler, Milan Kundera e quelli di Smith L'ultima preda e,
nonostante la scarsa qualità, La legge del deserto (romanzi che offrono ai lettori ben più che distrazione nonostante il genere cui
appartengono): secondo me è fondamentale, infatti, che la lettura dei migliori libri del passato sia concepita dagli studenti come il mezzo
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per fornire loro metodo nelle loro riflessioni sul presente e che abbiano peso minore le ragioni di mercato che spingono a pubblicizzare,
almeno nei libri di testo liceali, solo saggi e romanzi, oltre che film, recentissimi. E sarebbe d'aiuto anche che a scuola si accennasse
almeno all'esistenza di movimenti come Opus Dei e Comunione e Liberazione, per permettere di inquadrarli a livello storico o se non altro
per la grande influenza che oggi hanno negli ambienti universitari e in molti altri contesti importanti, a causa dell'alto livello
socioeconomico e delle professioni di alto livello dei loro membri.
I libri di testo in programma in ogni scuola o almeno in quelle dell’obbligo dovrebbero inoltre spiegare con sempre maggiore precisione
tutte le nozioni di psicologia principali, al riguardo accennando anche ai libri universitari adatti e inoltre anche in questo caso facendo
girare materialmente tra i banchi qualche testo del passato rintracciabile in biblioteca, senza tralasciare di invitare a sfogliare i libri di
Erich Fromm e soprattutto l'elenco completo delle opere, dei capitoli di esse e il glossario che si trova nelle ultime pagine di Ricordi,
sogni, riflessioni di Carl Gustav Jung e le citazioni pertinenti contenute in Solitudine: ritorno a se stessi di Storr, dato che su Jung si fa
spesso molta confusione anche in qualche libro di testo scolastico.
Si dovrebbe dare precise informazioni sulle molte diverse origine delle malattie fisiche e funzionali, affinché non capiti più tanto spesso di
sentire affermare da diplomati o laureati che le malattie vengono solo a chi le vuole.
Proprio il rifiuto della scuola di base di dare ai giovani delle radici per lo meno fornendo titoli di libri validi (classici e testi recenti di
storia, attualità e psicologia e sull'arte del vivere e informazioni e esercitazioni di utilità pratica) favorisce da una parte gravi abusi da
parte di laureati in psicologia esercitanti come psicoterapeuti (con o senza il titolo di studio necessario per legge e supervisore), dall’altra
la crescente strumentalizzazione della religione anche cattolica e il fanatismo reale o atteggiato di alcuni gruppi anche cristiani di piccole o
grandi dimensioni in Italia, fenomeni a volte molto pericolosi e che rovinano vite intere o lunga parte di esse condizionandone il
rimanente. Un individuo senza solide radici culturali è facile preda del conformismo e più facilmente strumentalizzato dai politici, oltre
che una vittima più indifesa della criminalità comune e della malasanità e un peggior elemento in ogni professione di responsabilità (vi
ricordo che la preparazione universitaria di un giudice non comprende lo studio della psicologia…) In ogni caso è esperienza comune che
il favoritismo ingiusto e dalle conseguenze a lungo termine degli insegnanti si avvale della loro facoltà di non informare e quindi
dell’ignoranza in cui gli studenti vengono lasciati dai decreti ministeriali, che nulla fanno per diminuire il divario di privilegi derivante dal
tipo di famiglia assegnata dal caso.
Ciò che più conta è infatti che siano fornite dalle scuole di ogni livello per adolescenti le nozioni indispensabili a tutti noi di psicologia,
medicina (non semplicemente biologia), economia ed educazione civica e ai servizi sociali. Si tratta di accennare ai contenuti rilevanti,
fornire titoli di testi dove lo studente interessato possa approfondire e soprattutto aprire le menti degli alunni coltivando in loro almeno il
dubbio riguardo ciò di cui pochi hanno esperienza diretta. Queste conoscenze essenziali potranno forse aumentare o cambiare in futuro ma
poco e si potrebbero probabilmente riassumere nell’ elenco contenuto nel paragrafo relativo di http://www.slideshare.com/scuole-italiane
Le ricerche di tutti in Internet (anche attraverso i forum) e in biblioteca su argomenti di importanza vitale dovrebbero essere incoraggiate e
avere solide basi e un diciottenne si dovrebbe poter orientare, dato che il governo dà ai genitori il diritto di ignorare del tutto le proprie
responsabilità a partire dalla maggiore età dei figli.
COPING, PROBLEM SOLVING E ALTRE TECNICHE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
“C’è troppo poco tempo per adirarsi: questo tempo magari riguarda la tua morte. Ciò che si suole dire con efficacia in occasione di un
lutto si può dire anche di fronte all’ira: smetterai una buona volta o non smetterai? E poi, dato che l’ira sbollirà da se stessa, è meglio che
sia vinta da te, che in modi e tempi imprevedibili con tuo rischio. L’ira comincia con grande slancio ma poi viene meno, stancandosi prima
del tempo, e, benché non abbia meditato altro che castighi inauditi, e quando è il momento di punire è ormai fiacca. L’ira rende imprudenti
e può dar piacere ai nostri nemici. L’ira può spingere dei nostri nemici inoltre ad arrabbiarsi di più prima che noi abbiamo la possibilità di
fargliela pagare (con gli interessi). Contro chi è più forte bisogna rassegnarsi al proprio destino. Aiuta a soffrire meno e a prevenire grandi
ire aspettarsi le offese più grandi. Se chi ha offeso è un nemico, ha fatto ciò che doveva e si doveva aspettarsi. Non bisogna sperare troppo
neanche dagli amici per non adirarsi. Con forti o deboli è comunque rischioso adirarsi e fa più soffrire spesso l’ira dell’offesa, perché è
lungo il tempo dell’ira e porta a esporsi a molte offese e a sprecare il nostro breve tempo in maledizioni o azioni insicure o non di grande
profitto comunque vada. Se tu torturassi un nemico, non potresti farlo a lungo! I delitti aumentano ogni giorno e non sono più occulti,
perciò se si dovesse adirarsi per essi si dovrebbe presto impazzire. Si può sperare che i nemici soffriranno lo stesso. E comunque
moriranno. L’ira a volte ci evita disprezzo, ma è meno pericoloso il disprezzo dell’ira e poi si può essere disprezzati anche perché irati,
dato che l’ira smanaccia a vuoto; è ridicola nei deboli, spregevole nei modi e negli effetti. Astuzia e simulazione sono ciò che serve, essere
valorosi come soldati abili proprio quanto più rispettano le tattiche e dominano gli istinti. Lira ha fretta, ma per giudicare occorre tempo.
Non per perdonare a priori e per ridurci a agnelli serve tempo, ma per ritrovare la ragione. Ogni passione si può dominare con l’impegno e
in ciò la natura ci aiuta. La coerenza della vita spesso mostra agli altri che non si è fiacchi ma ragionevoli. È grande ciò che è sereno. L’ira
gonfia e nasconde paura e miseria. È lontana dalla magnanimità quanto la temerarietà dal coraggio, il cipiglio burbero dall’austerità, la
crudeltà dalla severità, il lusso, l’avarizia e l’ambizione da ciò che è nobile e vero. Disprezziamo l’ira dai primi sintomi! L’ira è una follia
di breve durata e porta alla pazzia e a rovinare la vita familiare, a prendersela anche con se stessi in mancanza d’altro e a negare la verità.
Alla lunga l’abitudine all’ira porta alla crudeltà, male molto diverso, inumano e inguaribile.” (L’ira di L..A. Seneca).
La citazione è riportata senza indicare quando tra le frasi trascritte ce ne sono nell’originale delle altre
“L’uomo saggio impara molte cose dai suoi nemici.” (Aristofane)
Anchisi e Dessì (...) concettualizzano l'assertività (ed i training di assertività) lungo cinque elementi guida: 1) riconoscere le emozioni e
accettarle senza imbarazzo, 2) comunicare le proprie emozioni sia verbalmente sia non verbalmente, 3) avere consapevolezza dei propri
diritti come dei diritti altrui, 4) apprezzare se stessi ed essere disponibili ad apprezzare gli altri, 5) essere consapevoli di essere gli artefici
del proprio destino (...) Il Coping Orientations to Problem Experienced [Carver, Scheier e Weintraub 1989] prende in considerazione
diverse modalità di coping (...) I 15 diversi tipi di coping presi in considerazione dal questionario sono: 1) Attività: intraprendere qualche
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tipo di attività per eliminare lo stress o attutirne gli effetti; 2) Pianificazione: riflettere, pianificare, elaborare strategie per risolvere il
problema; 3) Soppressione di attività competitive: mettere da parte ogni altra attività, evitare la distrazione per poter trattare più
efficacemente il problema; 4) Contenimento: aspettare l'occasione propizia per affrontare lo stress, trattenersi dall'agire impulsivamente;
5) Ricerca di informazioni: chiedere consigli, assistenza, informazioni; 6) Ricerca di comprensione: ottenere supporto morale,
rassicurazioni, comprensione; 7) Sfogo emotivo: esprimere emozioni, dare sfogo ai propri sentimenti; 8) Reinterpretazione positiva e
crescita: elaborare l'esperienza critica in termini positivi o di crescita umana; 9) Accettazione: accettazione della situazione e/o della
propria incapacità nell'affrontarla (...) È probabile che gli stili di coping (così come i tratti di personalità) influenzino i modi con cui le
persone reagiscono allo stress in situazioni specifiche (...) Si può parlare di valore adattivo dei meccanismi di coping, solo se questi sono
utilizzati con una certa costanza indipendentemente dalle situazioni venendo così a configurarsi, almeno in parte, come stili o disposizioni
dell'individuo (...) Occorre rimarcare che i processi di coping non sono in assoluto adattivi o disadattivi, al di là delle classificazioni che
vengono proposte: una strategia utile in una situazione può rivelarsi fallimentare in un'altra, oppure una modalità utile in prima battuta può
rivelarsi dannosa se utilizzata per lunghi periodi. Per esempio, persone tenaci e inclini al cambiamento potrebbero trovarsi in difficoltà in
situazioni non modificabili. Citazione tratta da Test della personalità (E. Sanavio – C. Sica).
Leggete Psicopatologia dello sviluppo. Storia di bambini e psicoterapia (F. Celi), perché le tecniche cognitivo-comportamentali
descrittevi sono sì state ideate per bambini e adolescenti fino ai 18-20 anni ma sono in buona parte utilizzabili in seguito anche dagli
adulti). Si tratta di un libro che dovrebbe stare in ogni casa. Tenete presente che le tecniche che illustra sono semplici e anzi spesso
intuitive, nonostante l'ipertecnicismo e il carattere reificante della terminologia che le definisce, ma che il fatto di poter tenere per sempre
tra le mani un libro che le descrive riportando esempi, peraltro tratti dal vissuto di molte persone, offre un enorme sostegno a una persona
sola e da tempo sofferente tra l'indifferenza o l'ignoranza di chi la circonda.
"36 STRATAGEMMI " A CURA DI M. FACCIA
(ASSEMBRAMENTO LIBERO DEI BRANI DEL LIBRO CON POCHE INTERPOLAZIONI: GLI STRATAGEMMI SI VOLGONO
AD INCITARE IL “DEBOLE”)
Una persona in difficoltà potrebbe, interpretando dal punto di vista del debole, gli stratagemmi del classico cinese, trarre da essi e dai
commenti di M. Faccia almeno i consigli riportati qui di seguito in corsivo., tenendo presente che Dei 34 stratagemmi per avere ragione di
Schopenhauer (rimando al libro omonimo) alcuni richiamano i 36 del classico cinese in quanto spesso implicano la capacità di creare o
sfruttare "vuoti": la difesa consiste nel cercare i limiti dell'avversario, cioè i punti deboli delle sue relazioni, le sue imprecisazioni o
generalizzazioni, gli aspetti di ciò che afferma che sono sì validi ma privi del consenso dei più per ignoranza diffusa, ecc..
Quella di poter respingere un problema fuggendo può essere un’illusione e il nemico può far apparire vie di fuga solo per evitare che la
mancanza di speranza e alternative ci porti a una lotta senza quartiere dispendiosa per sé o per catturarci con imboscate sui sentieri
aperti… Mentre il nemico attende la nostra fuga precipitosa, per noi è meglio attendere a nostra volta, nascondendo la nostra forza e
l’intenzione, rafforzandoci, osservando e preparando l’occasione migliore per colpire o sottrarci. Il nemico probabilmente non ci inseguirà
con troppa foga e ciò per evitare che, spinti allo stremo, ci trasformiamo da prede in un pericolo, che prendiamo coraggio vedendo nella
sua corsa il segno della sua frustrazione e paura. (Allontanare la presa per poterla poi serrare più facilmente; Clamore a oriente, attacco
a occidente; Portare via la pecora che capita sottomano). Fuggire in modo saggio è ad esempio trovare un alleato e, trovatolo, evitare di
entrarci in conflitto e imparare a gestire la rabbia col tempo sempre più, rafforzando la concordia per trarne energia da impiegare per
difenderci dai nemici e per evitare che essi sfruttino contese e irascibilità per alienarci le simpatie dell’alleato e di chi ci è intorno in
generale e per sfibrarci con le liti continue. (Osservare l’incendio sulla riva opposta del fiume; avanzare verso Chen Chang per una
strada segreta; Usare una donna per irretire un uomo; approfittare dell’incendio per darsi al saccheggio). In ogni caso, se si è stati
sopraffatti è meglio fuggire, perché fino a quando non si viene battuti, c’è l’opportunità di vincere: è giusto raccogliere le forze, badando
anche a non mettere tutte le uova in un solo paniere (Fuggire oggi per combattere domani). Di fronte a un avversario più potente ritirarsi
inoltre può essere l’ideale per dividere le forze nemiche in modo da poterle affrontare. Evitando di attaccare un nemico, cioè di andare sul
suo terreno, si può avere il vantaggio anzi di combatterlo sul proprio, il che comporta anche sacrificare molto, ma non si può ottenere
niente senza paziente sacrificio di qualcosa (Lanciare un mattone per ottenere una giada; Convincere la tigre a lasciare le montagne).
Anche l’esporsi a malintesi può tornare utile, se gli avversari ne approfittano scoprendosi, perché si può frustrarli con continui chiarimenti
che ne contraddicono i pregiudizi e cioè i desideri emersi. Si possono sfruttare territorio, beni e agenti dell’avversario più potente,
godendone i benefìci, preoccupandosi solo di mantenere il controllo sui propri desideri senza superare la propria capacità di “sostegno” e
senza diventare schiavi di oggetti o alleati: il punto fondamentale in guerra è colpire il punto giusto al momento giusto, non la posizione di
partenza. Si può sfruttare l’aggressività stessa del nemico, per apprenderne e mutuarne alcuni espedienti o per allenarsi a superare
l’attaccamento della propria mente alla paura, esponendosi poco a poco al senso di orrore o terrore (Uccidere un nemico con una spada
presa a prestito; Mutarsi da ospite a padrone di casa). Nel considerare le proprie paure bisogna ricordarsi anche che, dato che delle
situazioni di disordine in cui cadiamo un nemico può approfittare facilmente fingendosi una guida e ottenendo con consigli un’influenza
su di noi (che può poi usare per danneggiarci), è bene approfittare del fatto che il disordine può avere un valore positivo se ci si rifiuta di
affidarsi ad altri e si usa quanto si ha davanti per imparare a esercitare nuove capacità, un po’ come quando si pratica la meditazione e una
paziente e naturale autoanalisi invece di affidarsi a testi di sedicenti “esperti” e a pregiudizi comuni per comprendere sé e il proprio stato
(Intorbidire l’acqua per catturare i pesci). Si deve essere indulgenti con se stessi riguardo a limiti e tempi personali di ripresa. Apparire
forti e intelligenti può voler dire del resto apparire pericolosi e attirarsi nemici: una volta chiaro che ci saranno sempre persone che
avranno di noi una scarsa opinione, si può sentirsi liberi di rispondere di sé solo a Dio senza essere preda di ciò che gli altri pensano del
nostro carattere e del nostro comportamento. Chi sa darsi da sé l’approvazione, può attaccare il nemico più a portata di mano senza rischi
inutili, sapendo che attaccare il forte richiede una dispersione di energie di cui altri nemici più deboli possono approfittare (Allearsi ai
lontani per attaccare i vicini; Additare il gelso per maledire la sofora; Assediare Wei per salvare Zhao). Può essere anzi utile, a volte,
rimanendo lucidi, fingere ignoranza e rimanere fermi, per evitare di fare mosse avventate (Far spuntare fiori sull’albero). È indispensabile
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dissociarsi dal proprio ego, tanto da rivolgere, se utile, anche parole umili e sorrisi, aspettando l’occasione giusta per colpire: si tratta di
essere presenti ai propri desideri, ansie e rancori, senza attaccamento e senza esplosioni d’ira o sarcasmo, restando calmi come l’oceano
che nasconde attività e possibilità (Celare un pugnale dietro un sorriso). Giudicando i propri desideri, impulsi e punti deboli con distacco,
sarà anche possibile evitare la trappola dell’inseguimento spossante e dispendioso di “tesori” tesa dai nemici, che intanto conservano le
forze e attendono che ci esauriamo nella caccia oppure osservano per studiare le nostre reazioni. Meglio restare calmi e ordinati e
attendere, raccogliendo possibilmente intanto mantenendo pronte parole e prove. (Sprangare le porte per catturare il ladro; Togliere il
fuoco da sotto la pentola; Battere l’erba per spaventare il serpente; Portare via la pecora che càpita sottomano). Un’ammissione di
debolezza, se rara e autoironica, inoltre può spingere altri ad aiutare, ad apprendere o a pensare che le cose non stiano così male (Lasciare
aperte le porte della città) oppure può portare un nemico a rivelare troppo, come altri atteggiamenti “passivi” (quali la pazienza o la
disponibilità a fare un favore) (Farli salire sul tetto e portare via la scala; Uccidere con una spada presa a prestito). Bisogna saper
rinunciare e superare la visione dualistica. Bisogna uccidere se stessi. In quel momento gli altri hanno paura e fuggono. La vera energia si
manifesta interiormente e la via non è sempre competizione perché procede al di là della vita e della morte. Il primo combattimento si
svolge nella mente e lo sviluppo graduale è il modo corretto per conseguire risultati durevoli. Anche lontano dalla società o entro i limiti
ingiusti posti da uno stato, il debole, cioè l’individuo, può esercitare un’influenza (ad esempio, una manifestazione riuscita è quella cui
sono convenute persone a migliaia, anche quando esse si disperdono, appena la polizia è annunciata). Mantenendo sempre il proprio
centro, può arrivare un momento in cui blocchi e tensioni interiori ,accettati e distaccati, si risolvono naturalmente, un po’ come quando la
buona respirazione ci ottiene la postura corretta desiderata senza che ci sforziamo di fissare l’attenzione sui singoli punti della postura
(Attendere riposati mentre il nemico si affatica). In generale, di fronte a cose che ci disturbano (pensieri, nemici, ecc.), non frutta nulla
respingerli man mano che avanzano, ma occorre osservarne da lontano il modo in cui si fanno avanti o attaccano e rompere il loro ritmo
da una visione d’insieme, che diverrà più chiara grazie a questo sguardo distaccato e flessibile. Una pecora indifesa non afferrata in tempo
può trasformarsi in un lupo ansioso di provare denti e artigli. In generale più il nemico è forte e organizzato, maggiori sono le opportunità
di trarre vantaggio dei suoi punti deboli e di obbligarlo all’inseguimento, impoverendone con il tempo risorse ed energie (incatenare tra le
navi da guerra del nemico).
P.S. Alcune di queste norme di vita possono essere utili solo come prevenzioni altre sono molto difficili e, in molti casi, impossibili da
seguire. E dovete considerare che non esprimere spesso con parole precise il dolore, la rabbia, la paura o il rimpianto e non essere mai
spontanei e sinceri è la via più sicura per arrivare a depressione o nevrosi, sintomatizzazioni fisiche dolorose e spesso malattie organiche e
morte prematura.
Senza esagerare affermo tutto ciò e vi ricordo che purtroppo esiste un senso della giustizia e cercare di ignorare il desiderio di avere
giustizia, per calcolo o per debolezza, è pericoloso. Fate quel che potete o venite a patti con la vostra natura e le vostre particolari
necessità fisiche ed economiche. Forse la fortuna e le strane leggi dell'inconscio otterranno quel che è impossibile alle vostre capacità.
CONSIGLI SU COME GESTIRE IL RAPPORTO CON I MEDICI
Quando ci si occupa della propria salute, si dovrebbe tenere presenti le seguenti norme di prudenza più e meno scontate: giudicare la
coerenza e il fondamento delle parole e delle azioni dei medici (in particolare di quello generico); fidarsi a malapena dello stampato su
carta intestata e firmata (senza fare nessun affidamento sulle affermazioni fatte a voce o aggiunte a mano in una grafia impersonale e
anonima);verificare sul momento la corrispondenza con il reale dialogo avvenuto dei testi dei referti delle visite; controllare i nomi sui
referti degli esami e la coerenza tra il referto di un esame e il suo eventuale allegato appena li si è ricevuti; controllare subito se un medico
dice di non trovare un particolare referto tra quelli che voi avete consegnato; in caso sia programmata una visita in convenzione con
indicata l’urgenza (es. tamponi per virus che danno esito solo se fatti entro pochi giorni) prenotare una visita privata altrove due giorni
dopo prevedendo possibili spostamenti (a volte li si fa con messaggi in segreteria del cellulare…); non riferire di aver avuto condizioni
economiche e sociali difficili, ricoveri o assunzione di farmaci quando farlo non è conveniente; tacere quando si è in quegli ambienti
anche e anzi soprattutto quando sembra di essere soli o lungo la strada per arrivarci o di ritorno; in casa non parlare di ciò che si desidera
fare per documentare gli abusi dei medici, difendersene, ecc.; attendere fuori dallo studio se il medico è assente o ci sono persone in sala
d’attesa; due ore e mezza prima di una visita ginecologica, proctologica e urologica assumere una compressa di Flexiban o analogo per
rilassare le gambe o una dose media di Contramal e una volta davanti al medico insistere per fare la visita per prima cosa e richiedere che
venga utilizzato un gel lubrificante fin dall’inizio e di ogni altra precauzione (lentezza nella penetrazione, posizione sdraiata sul fianco
anziché accovacciata durante la rettoscopia ecc.) contro il dolore non interferente con l’esame (può essere utile portarsi della lidocaina in
crema a volte utilizzabile e da applicare 10 minuti prima) e poi prepararsi a reagire a una violenza vera e propria del medico con grande
aggressività (al limite anche fisica), con l’interruzione della visita e, se possibile, con una denuncia specialmente se avete filmato e
purtroppo già pagato (le violenze in questo tipo di visite non sono rare perché sono considerate utili per scoraggiare ulteriori visite e
denunce); filmare anche se abusivamente gli incontri (anche su Amazon sono in vendita pratiche penne con microtelecamere anche se con
poca capacità di memoria); non far venire il medico in casa e, se riceverlo è indispensabile, non lasciarlo solo nemmeno un momento e
fare lo stretto necessario; stare lontani da URP vari della Sanità, Guardia Medica, MTS e il più possibile anche dallo studio del medico di
base; durante le visite in convenzione insistere perché sia lo specialista a fare ricette e impegnative e durante le visite in regime privato
richiedere le ricette dei farmaci che possono fare (credo possano consegnare ricette di tutti i farmaci a pagamento); non ripetere una visita
senza cercare di avviare un’azione legale contro lo specialista che non è stato corretto con conseguenze molto gravi o senza per lo meno
scriverne all’Ordine dei Medici e nelle recensioni online; chiedere ad un avvocato e all’URP informazioni generiche sulla procedura da
seguire sul momento per difendersi da medici e tecnici ospedalieri; non cambiare medico generico più di una volta nemmeno in caso sia
costui a chiedervelo a voce e fintanto che non lo fa con una lettera (una raccomandata in genere); se un medico generico cerca di
spingervi a lasciarlo con frasi offensive su di voi o sul sesso cui appartenete e con comportamenti incompetenti in modo plateale, invece
di iscriversi da un altro documentare con filmati, richiedere di mettere per scritto consigli e prescrizioni e conservare gli originali o le
scansioni o le fotocopie di tutto ciò che consegna per presto rivolgersi a un avvocato e con calma insistere per un’azione legale (altrimenti
i suoi colleghi vi riterranno inermi come bambini e lo imiteranno per solidarietà di casta, per impedirvi di concentrarvi su uno di loro, per
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rendervi ansiosi e per farvi apparire a forza di passaggi da uno all’altro come incontentabili, ipocondriaci o peggio); evitare naturopati,
omeopati, esperti di candidosi intestinale, idrocolonterapia e caduta dei capelli e non avere cieca fiducia in chi fa il test immediato per
candida vaginale e terapie costose non esistenti in convenzione; evitare le case di cura del tutto finché è possibile; evitare gli ospedali per
le visite (in particolare quelle in cui si deve spogliarsi) e anche per gli esami diversi da holter, prova da sforzo, test allergici, TAC, RMN,
angiografia, clisma opaco e quant’altro richieda mezzo di contrasto e comporti rischi (sto considerando solo gli esami più comuni);
reagire aggressivamente alla mancanza di rispetto delle segretarie sul momento o, se non vi si è riusciti, almeno in seguito (al limite al
telefono); se un medico o tecnico di reparto fa domande insistenti o irrispettose, non rispondere altro dopo aver riferito in breve tipo e
sede esatta del dolore o le azioni che lo provocano, ma invece con calma essere pronti a rinunciare all’esame (o terapia) pagato purché vi
sia consegnato un rifiuto scritto firmato su carta intestata o comunque venga in qualche modo dimostrato che vi siete effettivamente
presentati all’appuntamento e non dipende da voi l’averlo fatto invano, coinvolgendo al limite il direttore/responsabile di quel reparto
ospedaliero per ottenerlo; nel porre domande ricordare che chi esegue un esame non di rado non è un medico ma un tecnico con
conoscenze molto più limitate (il medico in tal caso scrive il referto sulla base dell’immagine risultante, se non sbaglio); in caso recarsi in
ospedale sia inevitabile insistere per allontanare medici, infermieri, ecc. che non siano necessari e/o non si siano presentati e per non avere
ingressi imprevisti, vigilando su questo anche attraverso un accompagnatore pronto ad intervenire soprattutto se viene richiesto di
spogliarsi; dopo una brutta contusione recarsi al Pronto Soccorso solo se indispensabile e dopo aver assunto Spididol o Buscofen, usato
acqua fredda e ghiaccio spray e essersi armati di pazienza; recarsi al pronto soccorso solo in caso di urgenza reale e possibilmente entro le
ore 18 e accompagnati; al Pronto soccorso non dire di aver subito violenza fisica se è possibile evitarlo e se non si tratta di stupro
(soprattutto in caso di precarietà economica e sociale e di assenza di una residenza stabile) e comunque non dire ai medici chi ne è il
colpevole e non accettare in quella sede colloqui con psicologi, psichiatri o persone che si presentano come medici ma della cui identità si
dubita; non accettare mai un ricovero in casa di cura e, se non si è impossibilitati a muovervi, nemmeno in ospedale per quanto vi sia
consigliato al Pronto Soccorso; durante una normale degenza ospedaliera o presso casa di cura non telefonare, rifiutare sul modulo
apposito visite da tutti coloro in cui non si può avere molta fiducia, non tenere addosso l’ago da flebo se non ne è evidente la necessità,
rifiutare farmaci di cui nulla è detto o mostrato, non accettare mai di fare una visita psichiatrica o un colloquio con uno psicologo o con
chi non si conosce, non parlare di cose personali con amici o parenti in visita o al telefono, non scrivere nulla e non conservare in borsa e
possibilmente nemmeno nello smartphone scritti e qualsiasi altro materiale di carattere personale; informarsi su come va fatto un esame
prima di farlo e su dove si svolgono visite e esami ben prima dell’appuntamento; prima di qualsiasi visita, ecc. anche in regime privato
prepararsi a reagire anche prevedendo gli abusi elencati nei paragrafi successivi e comunque impliciti in questi consigli, molti dei quali
appaiono comprensibili appena si considera che telecamere e apparecchi per l’amplificazione del suono a distanza nascoste del tipo non
molto diverso da quelle microspie vendute a poco prezzo anche su Amazon sono presenti in tutte le stanze adibite alle visite mediche e di
degenza abusivamente o meno, proprio come accade nei negozi, dove ci sono telecamere permesse (quelle delle corsie) e illegali (quelle
nei camerini). Un ulteriore consiglio valido può ben essere quello di rivolgersi a specialisti in ginecologia donne e con specializzazione
adeguata al problema e di scegliere un medico del proprio sesso per riuscire a reagire più facilmente alle eventuali aggressioni (è un
valido consiglio solo generalizzando e naturalmente non va seguito da chi sente di non stare bene con la maggioranza degli individui del
suo stesso sesso o da chi per seguirlo dovrebbe aumentare molto le spese di trasporto o ancora da chi ritiene opportuno fare una visita in
convenzione per poter reagire con un’azione formale ed efficace più facilmente, prevedendo abusi a causa della difficoltà della diagnosi o
dell’abuso di uno specialista privato visto precedentemente). Evitare le terapie sperimentali proposte dagli ospedali è prudente e
probabilmente lo è proprio di più quando è maggiore l’insistenza del medico, sia che essa si manifesti esplicitamente sia che essa si
esprima attraverso il ricatto (“non faremo la terapia tradizionale forse per anni”) o facendovi fretta (“lo studio sperimentale avrà inizio tra
breve, lei è buon candidato, ma solo ora che la malattia è/non è in fase attiva”). Un consiglio da seguire solo in certi casi è di rispondere
alle domande iniziali di uno specialista su malattie, farmaci e interventi solo negativamente e di inventarsi un lavoro comune se
disoccupati per evitare che la raccolta dei dati sia utilizzata per perdere tempo, per aggredire e come test psicologico e solo alla fine della
visita, salutando, avvertire se necessario di aver mentito perché ultimamente non si ha voglia di ripetersi su questi argomenti. Chi ha
malattie croniche si informi sulla possibilità di farsi fare dal medico di base un certificato medico con indicate le malattie presenti (esso
andrà consegnato all’INPS tramite un patronato dietro appuntamento per richiedere una pensione d’invalidità o almeno giorni in più di
permesso e inserimento in liste di categorie protette a scopo lavorativo; il passo successivo è rivolgersi al Centro per l’Impiego che ha
altra sede). Ricordate che l’indirizzo mail dei medici in genere è [email protected], che quello dei medici di base è in genere
registrato anche al distretto sanitario dell’USL della zona (è possibile consultarlo anche di persona) e che i file che contengono scansioni
possono essere convertiti in PDF e così occupare poco spazio negli allegati delle mail. Ciò che conta maggiormente comunque è di
troncare il prima possibile i rapporti con chi nel tempo si contraddice e anche con chi afferma il contrario di quanto è affermato, con le
parole o l'espressione del viso, dal collega che lo accompagna: fatelo presto, senza cercare prima di capire, ricordando che è possibile e
più sicuro comprendere comportamenti simili leggendo di casi analoghi con il tempo, che anche creare confusione può essere un'arma per
trattenere e colpire e che il “metodo del bastone e della carota” ha molte applicazioni e peraltro è spesso attuato nella variante dei due
“complici”, con un espediente che in un libro ho trovato indicato all'incirca come “ la solita pagliacciata del tizio buono col collega
cattivo”…E dovete tener presente che un’azione legale può essere impossibile almeno o soprattutto se si vuole agire contro un medico
incontrato in regime privato, se è vero ciò che un avvocato di recente mi ha detto sulla necessità e sul costo elevatissimo dell’intervento
del perito legale anche nelle controversie originate dall’abuso più semplice da dimostrare e considerando che a nulla del genere può mai
portare il segnalare il caso sul sito dell’ordine dei medici della città in questione, al centro medico o in una recensione online (per quanto
siano iniziative raccomandabili tutte se è davvero evidente l’abuso subito) e che infine credo si possa rivolgersi al tribunale per i diritti del
malato ospedaliero e al direttore ospedaliero solo per le visite in convenzione.
In questo periodo non posso controllare se esiste ancora negli ospedali il “tribunale per i diritti del malato” ora citato e che io che ho
conosciuto 15 anni fa (se non è presente, informatevi sull’eventuale esistenza di un’istituzione analoga).
Un aspetto della prevenzione è tenere presente le descrizioni online dei sintomi delle emergenze più comuni (angioedema, shock
anafilattico, trombosi, embolia polmonare, ematoma cranico, ictus, ecc.) senza farsi fuorviare dai luoghi comuni e dalle mezze verità
circolanti al riguardo (ad esempio riguardo ai sintomi di infarto nelle donne pare che le convinzioni dei più siano errate). Tutti dovrebbero
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informarsi online per tempo e accuratamente su tutti i numerosi e vari aspetti della prevenzione, su quando è davvero indispensabile
andare al Pronto Soccorso, fare esami e interventi chirurgici o assumere farmaci, sui sintomi da somatizzazione da stress o post-
traumatici, sui farmaci più utili di uso comune e su quelli prescritti, sullo svolgimento delle terapie non farmacologiche prescritte, sugli
esami diagnostici, sui vaccini, sulle specializzazioni esistenti, sulle norme su ASO, TSO, Fermo di psichiatria, lungodegenza in residenze
psichiatriche e pensione di invalidità e sui più frequenti raggiri. La prevenzione principale è costituita da ovvie precauzione riguardo a
letture, studio, lavoro, alimentazione, abbigliamento, igiene, rapporti sessuali, sedentarietà, sport pericolosi e contatto con nichel e cobalto
(quindi soprattutto metalli) e tinture. Aiuta il recarsi negli ambienti della sanità a ogni età possibilmente con un aspetto fisico curato e un
abbigliamento anonimo e adatto ad ogni ambiente e nell’incertezza è senz’altro preferibile scegliere per entrambi i sessi pantaloni neri o
grigi, intimo nero o blu tinta unita, maglioni sottili tinta unita, giubbotti e cappotti neri di taglio sobrio, scarpe stringate basse di pelle nere,
sneakers nere e grigie estive poco sportive, borse a tracolla nere, per gli uomini camicie scure portate da sole, jeans slim o straight anche
blu scuro e boxer un po’ aderenti o parigamba e infine per le donne t-shirt non aderenti, cardigan sottili sobri di varia lunghezza, pantaloni
con piega stretch in viscosa o tessuto tecnico, reggiseno modello top sportivo e slip coprente ed eventuali gonne al ginocchio nere
classiche a tubo in viscosa o finta pelle o al limite scamosciate marroni o tubini sobri da abbinare a stivali di pelle non scamosciata neri o
marroni. Inoltre è necessario naturalmente risparmiare il più possibile in vista delle spese mediche. Si deve anche apprendere il più
possibile dai libri di psicologia e self-help e agire con prudenza fin dall'adolescenza (per evitare una diffamazione estesa negli ambienti
della Sanità attraverso figli di medici e persone anche non apparentemente legate a questi ambienti), evitando frequenti comportamenti
contrastanti in modo evidente con quelli tenuti dalla maggioranza e di parlare dei propri gusti e in generale molto di sé a chi non ha
dimostrato con i fatti e da qualche tempo di essere degno di fiducia, oltre che ovviamente di ospitare nei propri spazi senza necessità o con
ingenuità conoscenti ed estranei (soprattutto artigiani). Può essere ritenuto semplicemente prudente anche l’evitare quando possibile i
seguenti luoghi dove è possibile incontrare facilmente assistenti sociali, psichiatri, psicologi, volontari in psichiatria e educatori: ASL,
studi di medici di base che ricevono il sabato persone non iscritte o non residenti, studi di medici di base con uno studio di psicologo,
neurologo, ecc. a fianco nello stesso locale, case di cura, centri per disabili, agenzie di lavoro temporaneo, grandi aziende soprattutto in
sede di colloquio, scuole e condomini e soprattutto appartamenti condivisi da studenti in città nelle quali siano presenti facoltà di
Medicina e Psicologia.
CONSIGLI PER LE DONNE CHE SUBISCONO O RISCHIANO DI SUBIRE GRAVI VIOLENZE DA PARTE DELLA FAMIGLIA
D’ORIGINE
1) la telefonata al telefono rosa va fatta per tempo, da un cellulare e da una scheda telefonica diversi da quelli usati di solito e comunque
fuori casa in luogo aperto e al sicuro dai curiosi (questa prudenza va usata anche con quelli, tra i vostri amici o nuovi conoscenti, che vi
sembrano disponibili ad aiutarvi davvero) e soprattutto vanno per tempo e in silenzio acquistati su E-Bay e Amazon o fuori città almeno
due o tre mezzi per filmare e scelti due avvocati (questi ultimi per i loro risultati, se vi riesce, e comunque diffidandone e facendo il
possibile per avere per scritto impegno e chiarimenti sul da farsi e filmando almeno i primi incontri) ed è questo il consiglio più difficile
da seguire e infatti in Italia, a differenza che altrove, non si denuncia in genere perché non si sa a chi rivolgersi, oltre che come
documentare, fare copie dei filmati e convertirli in modo sicuro e privato: la gravità di una situazione simile è chiara se pensate a quanto è
scarsa nelle Asl comunali e negli ospedali la disponibilità a fornire aiuto alle vittime di abusi e che non mancano tra gli avvocati i
partigiani (“amici”) di chi lavora nella Sanità e i fanatici del volontariato in psichiatria, pertanto è quasi indispensabile filmare con
microtelecamere con discreta memoria minacce di morte (seguite o meno da imposizioni), offese verbali (soprattutto se ripetute, motivate
solo dall’umore o con l’appoggio di persone per voi estranee), inviti al suicidio espliciti, violenze fisiche e dichiarazioni su gravi
violazioni della privacy in casa e fuori da parte dei familiari e almeno gli abusi peggiori di medici e assistenti sociali; prima di rivolgersi a
un avvocato filmare si rivela di solito utile alla lunga e non serve un permesso legale se siete presenti insieme alla persona che registrate e
filmate o si tratta della vostra stanza (basta che non mettiate i video su internet o insomma non li mostrate fuori dello studio dell’avvocato)
e c’è chi consiglia di ascoltare con microspie economiche ciò che dicono in vostra assenza coloro che si accaniscono sebbene non sia
legalmente permesso, ma se dite alla persona sbagliata che registrate conversazioni, ecc. con i o dei vostri familiari o siete in una
situazione in cui facilmente possono rintracciare coi rilevatori gli apparecchi di cui vi servite, rischiate di essere accusati di delirio
persecutorio come minimo e denunciati per invasione dell'altrui privacy, magari proprio da coloro che hanno violato gravemente la vostra
come ogni altro vostro diritto; 2) Dovete conoscere bene, con discrezione e per tempo le associazioni contro la violenza sulle donne (quelli
della vostra città e soprattutto quelli di città diverse e non troppo distanti), ricordandovi di non contattare le associazioni dopo aver avuto
la pessima idea di rivolgervi a un Pronto Soccorso e parlato di violenza pur potendo evitarlo o di accettare un ricovero non davvero
indispensabile e poi, con enorme imprudenza, accettato di fare una visita psichiatrica o un colloquio con una "psicologa" anche solo di 10
minuti (le volontarie delle associazioni sono in genere studentesse o laureate in Psicologia e Facoltà affini e mirano ai crediti universitari o
a un curriculum arricchito proprio al fine di agevolare una carriera nel Sistema Sanitario Nazionale...); 3) Gli incontri con il medico di
base, l'assistente sociale e l'URP di ASL e ospedali sono quasi sempre inutili anche solo per informarsi e non aiutano soprattutto se non si
apprende nulla altrove (online, al telefono e sui testi universitari) sui loro compiti e sulle procedure del caso, se non si trova il modo di
avere traccia scritta e legalmente impugnabile di tali incontri e se non si tiene conto del fatto che l'assistente sociale per legge non può
parlare al medico di base della persona che gli si è rivolta; 4) Evitate del tutto bar, locali, negozi, palestre, ecc., e non cercate sostegno
nella gente, che si schiera sempre con i familiari violenti, almeno nel caso essi siano economicamente forti e con non pochi contatti; 5) Se
i familiari vi rendono difficile acquistare il necessario, non accettate di fare la spesa per qualcuno se di punto in bianco loro ve lo chiedono
(lo userebbero per cercare di nascondere alla gente quanto stanno facendo e hanno fatto); 6) Rifiutatevi, a ogni costo, di fare qualcosa con
i familiari di ciò che facevate quando eravate piccole e non accettate di uscire insieme a loro (in genere, infatti, i familiari violenti cercano
di fare apparire la vittima come una malata di mente regredita all'infanzia oppure godono nel trattarla come tale per rinfacciarle la sua
mancanza di autonomia economica); 7) Di solito i familiari diventano molto violenti quando una donna non ha rapporti solidi, ha malattie
croniche e/o non diagnosticate e trattate e non lavora, ma è difficile risolvere da sole i problemi di salute (telefonate brevi a farmacie di
altre zone e città, bugiardini anche online, siti Internet di grandi ospedali o con forum su malattie comuni e non e sulle principali
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emergenze in ospedale, le biblioteche, la rivista "Starbene", le schede di approfondimento di un recente dizionario medico,
un'enciclopedia medica discorsiva, un manuale da concorso per infermieri, i laboratori di analisi privati con indirizzo mail e sito web e i
poliambulatori esterni agli ospedali sono un aiuto e magari anche http: //www.guida-alla-salute-nel-particolare-contesto-italiano); 8) Non
usate le caselle mail a vostro nome e il telefono per cose personali e non cestinate dentro casa e integri le lettere che ricevete o altro
materiale cartaceo privato; 9) Se siete italiane, evitate – per quanto siate sole, inibite o spaventate – relazioni o incontri sessuali con chi
non è italiano ed evitate o limitate molto con gli immigrati perfino l'amicizia (qui per chi non può contare sulla famiglia, questa è la regola
soprattutto per gli immigrati che provengono da nazioni a est dell’Italia); 10) Limitate e organizzate con molta prudenza gli incontri
eventuali con persone che hanno stretti rapporti con la psichiatria (rapporti di parentela, lavoro, volontariato o amicizia e "pazienti"),
perché ci sono altri e più sicuri mezzi per informarsi al riguardo e si può aiutare chi è vittima della psichiatria solo quando la propria
situazione non è tanto precaria e instabile 11) Evitate critiche, stress e spese comprando online, mantenendo per quanto possibile ordinati e
piacevoli i "vostri" ambienti e scegliendo un aspetto semplice quanto curato, quindi non implicante la necessità di parrucchiere e sarto o
di molti abiti (pelle asciutta e curata, trucco neutro e limitato agli occhi e alla bocca, capelli puliti sciolti e non scalati accorciati da sé,
assenza di gioielli, orologio e smalto e giubbotti, scarpe, borsa e pantaloni solo neri o grigi, classici e di qualità sono abitudini importanti
per le donne nelle situazioni difficili). Informatevi online su punti Viola, app Viola, videochiamate per la sicurezza, ecc. e leggete con
distacco e senso critico il protocollo online sulla presa in carico multidisciplinare delle vittime di violenza di genere e quindi sulla teorica
procedura in ospedale (poco chiara sulla libertà di scelta) e sulle pene detentive (da confrontare con le pagine pertinenti di Politica dei
servizi sociali di Ferrario e con i casi di cronaca riportati su giornali e riviste che non rispecchiano la “teoria”): cercate la pagina giusta di
https://www.albopretorio.com/allegati. Sull'abitudine di spiare i figli con telecamere nascoste occorre informarsi bene, come sulle
caratteristiche delle microspie vendute da E-Bay e Amazon e sui loro rilevatori e su microspie e cimici spia da posizionare nelle prese
elettriche, in lampade e lampadari, dietro superfici di vetro, in orologi da tavolo o parete, in mobili (es. nelle cassettiere, sotto il tavolo, nel
divano), PC, cellulari, bottoni e altro degli abiti, auto, ecc., ma fatelo tenendo presente che sono utili solo oggetti che stanno dritti e fermi
(penne e bottoni) e con buona qualità di suono e immagini e che gli orologi di Amazon sono tra gli oggetti di questo tipo peggiori che
conosco, mentre funziona bene la camera pen di Amazon (o forse E-Bay) e su www.futura.shop. Informatevi su Wikipedia voce privacy e
altrove sui mezzi oggi disponibili per controllare e manipolare il materiale conservato in PC, Tablet e cellulari.
Tenete d'occhio le leggi sull'aborto, perché sono limitanti e possono peggiorare in futuro (riflettete su cosa è successo in Polonia, Texas e
altrove di recente).
È importante considerare che la legge permette con ogni probabilità di fatto, anche se non formalmente, di diseredare completamente un
figlio non tutelando chi ha subìto il furto della quota legittima (mentre è ancora in vita, un genitore può intestare ad altri e spendere quasi
tutto ciò che possiede, cosicché la percentuale dovuta al figlio per legge sia calcolata anche su molto meno di 1000 Euro in tutto) e anche
di non mantenere un figlio molto giovane (anche un adolescente di 18 anni) magari per la sua “inettitudine” (termine vago e interpretabile
in modi diversi): il corollario è ciò che è implicito in molti libri universitari di assistenza sociale e nei capitoli dei manuali di Medicina
sulla malpractice e che in un recente testo per un concorso statale è stato commentato con l’affermazione che oggi càpita spesso che alla
prima malattia ci si ritrovi inermi e impossibilitati a risollevarsi (informatevi comunque per verificare che sia così semplice aggirare la
legge sulla quota legittima, come sembra a giudicare dal numero di casi). Per quanto riguarda l’ereditare dai genitori avviso di agire in
modo da evitare le beffe capitate a me: chiedete con la posta elettronica certificata alla banca l’importo dell’assegno della quota legittima
per non rischiare di recarvi in banca per ritirare un ridicolo e offensivo assegno da cui magari dover sottrarre le spese di trasporto se vi
siete trasferiti (magari pochi euro scarsi da ritirare con spese di trasporto di treno e magari taxi se vi siete trasferiti e non avete l’auto); fate
richiesta all’agenzia delle entrate e al catasto per sapere a chi sono passate le proprietà (terreni, appartamenti dati in affitto, ecc.) e a chi è
intestata la casa (anche solo per avere agevolazioni fiscali potrebbe essere stata intestata al coniuge fin dall’inizio del resto) e ciò per
evitare di sentirvi dire, come è accaduto a me, da una rozza impiegata di banca che il vostro genitore benestante risultava alla morte
nullatenente; informatevi sull’esistenza del testamento in banca o dal notaio senza crederlo obbligatorio; andate da un avvocato per
conoscere la legge e verificare la regolarità di quanto è avvenuto, ma fatelo chiedendo di vedere gli articoli di legge e di avere qualcosa di
scritto sul parere dato e soprattutto andateci dopo la raccolta dei documenti utili fatta con le richieste online consigliate (ogni incontro con
un avvocato è costoso e stressante). Sconsiglio di fare effettuare dalla banca ricerche formali sui movimenti bancari del deceduto senza
consiglio di un avvocato, perché sono costose e limitate a brevi periodi per volta e perché chi lavora in banca probabilmente sa gestire
bene simili faccende, dato che spesso ha a che fare con attività illegali.
Qualunque psichiatra può sostenere la violenza familiare più crudele su un individuo economicamente non indipendente se ne contatta i
conoscenti per diffamarlo presso di loro, magari mostrando o riferendo i segni di insofferenza provocati in lui dall’incuria e dalla violenza
presente e del passato (azioni magari innocue, ma ridicolizzabili o appariscenti, segni spiati attraverso telecamere introdotte nei suoi spazi
“protetti” con disumanità) e se magari suggerisce ai suoi conoscenti frasi da dirgli atte a minarne in profondità la fiducia in sé o nella vita,
mentre intanto gli dice che è troppo influenzabile per poter essere libero di leggere e conoscere nuove persone e ancora altro fa per
spingerlo alla disperazione e quindi alla pazzia, al suicidio o a buttarsi in mezzo a una strada dove attendono certamente “squali” già
sull’avviso (chi avesse dubbi sulla realtà di fatti come questi, non ha che da informarsi… le persone stesse contattate dalla Psichiatria sulla
base dei numeri memorizzati o delle chiamate effettuate da cellulare o no e spinte a violenze di questo genere molte volte lo confessano e
Carabinieri e giornali possono confermare questo quadro del tipo di vittime prescelto in genere dalla criminalità, soprattutto, ma non solo,
immigrata). Lo stesso non di rado fanno i volontari in psichiatria, ma un individuo qualsiasi al telefono può spacciarsi per psichiatra.
In situazioni di emergenza abitativa, ricordate almeno di ciò che segue riguardo a luoghi e cose da aver sempre con sé e di cui tenere
conto: diffidate di chi affitta una stanza in una casa privata (le limitazioni di giorni e orari sono molte e spesso chi affitta ha evidenti e
fastidiose nevrosi); tenete presente gli alberghi economici e gli ostelli di città piccole e provinciali vicine (ricordando che i bed and
breakfast hanno orari fastidiosi e che gli ostelli sono residenze in cui non si può dormire soli in stanza né risiedere di giorno e possono
essere forse occupati interamente dai turisti con lungo anticipo anche se di provincia); preparatevi a scegliere un’alimentazione sana che
non necessiti cottura, perché in un albergo non potete forse senza rischi cucinarvi in un pentolino d'alluminio almeno della pasta con una
piastra elettrica a un solo fornello anche da caffè da nascondere poi, ma potete mangiare senza danno yogurt naturale magro monodose,
latte del tutto scremato o magro da mezzo litro, frullati freschi monodose (come quelli economici del Lidl), kiwi, insalata confezionata con
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rucola e carote già lavata monodose, frutta secca sgusciata (soprattutto le ipernutrienti castagne, economiche al Lidl), gamberetti e ceci in
scatola risciacquati e pane azzimo integrale confezionato acquistando nei discount in giorni feriali per trasportarlo in zaini chiusi e
integrarlo solo con l’integratore Ironforte in dosi basse; biblioteche comunali e aule studio per universitari consentono di sostarvi a lungo
e hanno orari integrabili e ci sono aule studio nelle grandi città aperte di sera e nei weekend - più sicure delle stazioni, soprattutto di quelle
delle città non provinciali (tenete presente che tutte le stazioni comunque chiudono nelle ore centrali della notte); gli orti botanici nelle
stagioni più calde sono più sicuri dei parchi anche se a pagamento per chi non è studente universitario; ben prima di avere dei problemi
molto evidenti e di arrivare a rischiare di trovarvi senza casa, abituatevi a tenere con voi un cellulare sempre carico, un Postamat carico
(non Bancomat, né libretto postale), contanti, agendina cartacea con contatti utili, cellulare leggero vecchio stampo con offerta sulle
telefonate (i minuti) e numero del servizio taxi; prendete per tempo contatti con agenzie immobiliari che affittano appartamenti da
condividere sia con lavoratori che con studenti e quindi con contratti non proprio legali; cercate di conoscere bene alcuni Centri di
Medicina raggiungibili o altri poliambulatori per esami in regime privato; procuratevi due chiavette USB (una di scorta) con i documenti
più importanti da conservare (di lavoro, scuola, salute, anagrafici, ecc.) e inoltre con le immagini e gli scritti per voi maggiormente di
conforto e utili, un computer piccolo e leggero con chiavetta internet o uno smartphone, una confezione di antidolorifici e di tranquillanti
leggeri da usare occasionalmente come Efferalgan, Laroxyl, Xanax o Flexiban; ci si deve abituare per tempo a usare bene il servizio
online che consente di individuare i percorsi che portano a raggiungere ogni località; la legge non consente di portare con sé efficaci armi
di autodifesa ma solo spray al peperoncino, ma niente vieta categoricamente di tenere nella borsa un martello leggero per quanto niente
basta se non si dispone di forza fisica e salute; informatevi sulla pistola elettrica (se è vero che è reperibile online anche a 70 €, le leggi al
riguardo, l’efficacia, la durata dell’effetto, come usarla, ecc.); riguardo alle telecamere, quelle ideali sono quelle da tenere camuffate in
stanza e altre da fare aderire al corpo e alla borsa resistenti agli urti con batteria di lunga durata e in grado di filmare per almeno un'ora e
magari con possibilità di visione notturna naturalmente, ma io conosco di buona resa, economiche e facilmente rintracciabili solo quelle a
penna, che sono poco durature, e in generale è difficile informarsi e trovarne di mimetizzabili su borse o sul corpo che stiano dritte, ferme
e non richiedano per la visione apparecchiature da giornalista; ricordatevi che le mini cassette dei registratori si rompono subito e che con
la modalità video dei telefoni non si può filmare né registrare in certe situazioni né comunque mai a lungo, sebbene sia preferibile averla e
abituarsi ad usarla.
Per quanto riguarda STUPRI, RAPIMENTI E OMICIDI quando chi si deve temere è una persona che si conosce poco o del tutto estranea,
le tattiche usate dai serial killer, dai sequestratori di persone, dagli stupratori e dagli sfruttatori della prostituzione in genere sono molto
semplici e si potrebbe riassumere i consigli che avrebbero dovuto seguire le loro vittime per evitarli con le parole che ogni bravo genitore
ripete ai propri bambini piccoli: "non mangiare o bere ciò che ti offre uno sconosciuto, non salire in macchina con gli sconosciuti, non
aprire la porta a nessuno e non andare da solo in strade isolate". Perfino all'epoca del nazismo alcuni ebrei in Paesi diversi dalla Germania
avrebbero evitato la prigionia se avessero seguito gli ultimi due di questi comportamenti banalmente prudenti. Considerando dei casi
molto celebri di omicidio, sequestro prolungato o stupro, si dovrebbe accettare una volta per tutte che è uno sconosciuto di fatto anche il
padre di un'amica, il compagno di scuola, il vicino di casa, il ragazzo del paese, una coppia di turisti dal modo di fare amichevole, una
persona in divisa, il lavoratore apparentemente più rispettabile, il cliente che sembra non temere di farsi trovare insieme alla vittima in un
locale e chi offre contratti con documenti verosimili o proposte dettagliate quando propone un trasferimento all’estero. Anche le donne
possono essere pericolose per altre donne. Alcolici e droghe hanno effetti noti e l’abbigliamento influisce poco solo su alcuni degli
stupratori, non su tutti. Il numero di vittime raggiunte da molti serial killer e quello dei casi di sequestro durati, grazie alle tecnologie, anni
in abitazioni comuni e per nulla isolate è così sorprendente, i casi non risolti così numerosi e la pena detentiva per i colpevoli rintracciati
così spesso ridicola o comunque non proporzionata, che dovrebbe ormai essere impossibile aver fede nella polizia e non arrendersi al fatto
che diffidare sempre a costo di apparire infantili o troppo timorosi e di alcune rinunce è necessario. Invece soprattutto per una donna può
essere controproducente informarsi sui dettagli dei crimini sulle donne: anche la conclusione di un semplice racconto come L'albero di
notte di Capote dovrebbe bastare per far comprendere cosa intendo con questa osservazione forse non inutile, dato che le riviste
abbondano di questo tipo di dettagli, che film in TV e scaricabili da Internet e videogiochi sono sempre più violenti e perfino una serie su
alcuni celebri serial killer è molto seguita. Non serve – spero – che sia io a mettere in relazione l'empatia verso questo genere di criminali,
espressa in non poche riviste e film ecc. da qualche tempo, con l'attuale indulgente sistema giudiziario, con la negligenza delle forze
dell'ordine, con l'abolizione recente del diritto all'aborto in molti Stati (perfino in caso di stupro in Texas e forse altri Paesi), con la moda
supersexy venduta dai negozi, con la pubblicizzazione della pillola anticoncezionale su Internet e sulle riviste (alle adolescenti non si
spiega che i rischi implicati dall’assunzione di ormoni sono maggiori in loro che in chi ha tra i 20 e i 35 anni) e con i disegnini con le
posizioni sessuali da assumere col partner occasionale e con i vibratori che la rivista Cosmopolitan pubblica "a beneficio" delle
adolescenti, peraltro accompagnandoli con spiegazioni dettagliate e consigli tra i più pericolosi per una donna e più ignoranti delle
esigenze femminili sia naturali sia create da una società come la nostra. Forse non è sbagliato mirare a basare relazioni e anche matrimoni
sull'amicizia (una scelta peraltro diffusa, a giudicare da ciò che si riporta online da alcuni anni a proposito di questi matrimoni bianchi fin
dall'inizio per scelta spesso perduranti anni o tutta la vita e costituenti un nuovo tipo di famiglia). Gli impulsi sessuali diminuiscono molto
quando non si hanno mai rapporti sessuali. Un tempo molte donne rinunciavano al sesso senza drammi, per scelta o necessità, e ciò per
tutta la vita, a causa della mentalità dominante e della scarsità di uomini (di per sé in genere numericamente inferiori rispetto alle donne,
molti rimanevano uccisi in guerra o divenivano monaci o preti). Ci sono uomini comprensivi e che a una donna chiedono prima di tutto
ben altro che il sesso e ci sono anche diversi uomini impotenti per cause diverse. Un governo dovrebbe essere costretto a riconoscere che
un individuo non è sempre indifeso, anche se donna, e sarebbe costretto a farlo se molte donne fossero pronte a compiere scelte radicali
quando leggi ingiuste lo richiedono. Dubito anche che le donne stuprate nei Paesi dove l'aborto è negato anche in caso di abuso porteranno
tutte a termine la gravidanza (ci saranno suicidi e aborti illegali in condizioni cliniche pericolosissime, a giudicare dal passato) e che molte
donne adulte accetteranno di continuare a vivervi senza essersi procurate una pillola per l'aborto altrove.
Le fasce d'età in cui si matura maggiormente sono in genere quelle comprese tra i 25 e 30 anni e i 35 e 40 anni, soprattutto se si è donne.
Gli uomini in genere cambiano moltissimo tra i 20 e i 25 anni (il cervello maschile, del resto, conclude a 25 anni la sua formazione anche
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dal punto di vista fisico). Molte persone sembrano andare incontro a cambiamenti decisivi a 28 anni. Le donne di 35 anni e gli uomini dai
40/45 ai 55 anni non di rado attraversano una fase di insoddisfazione profonda e cambiamento chiamata comunemente crisi di mezza età e
sono più esposti al rischio di restare affascinati da una persona inadatta più giovane (o apparentemente tale) e di esserne danneggiati:
spesso comunque a ogni età ci si innamora della persona sbagliata e si avverte il senso di costrizione tipico dell'innamoramento tanto più
quanto si è poco consapevoli della propria natura e dei propri eventuali complessi coi genitori e familiari. Non è mai un buon segno se da
qualcuno ci sentiamo strappare via dal nostro abituale e naturale cerchio di pensieri e desideri o se crediamo troppo presto e troppo spesso
che costui/costei possegga tutte le doti da tempo desiderate in un partner, di intuire o voler sapere tutto ciò che pensa ed è, di somigliargli
molto, ecc. In ogni caso ciò che più conta è tener presente che molte relazioni risultano dannose perché spesso si è attratti da una persona
solo perché si ha sfiducia nelle proprie possibilità o perché si è inconsciamente attratti da un suo limite, difetto o complesso simile ai
propri o da caratteristiche di sé che il destino non ha permesso di sviluppare (in quest'ultimo caso ci si innamora di se stessi in un certo
senso). A volte si formano coppie i cui componenti si assomigliano fisicamente. Se frequentare una persona stravolge in fretta abitudini o
interessi, significa che probabilmente è la persona sbagliata, anche quando fa sentire vitali. In periodi di debolezza o di eccessiva apertura
agli altri, si può venire inconsciamente attratti da persone molto invadenti o violente capaci di fingere gentilezza quando più cercano una
facile preda e non è raro che, frequentandoli, insorgano malattie fisiche o una certa astenia fin dagli esordi della relazione, come
manifestazioni di messaggi dell'inconscio sul pericolo che si corre. Anche un senso di paura immotivato è spesso un segnale di pericolo
reale. Di solito, in ogni caso, la prima persona con cui si esce, quando si è disponibili a una relazione, è particolarmente inadatta perché le
leggi dell'inconscio e della personalità pretendono che si scelga chi frequentare con maggiore consapevolezza e con pazienza e puniscono
spesso chi non lo fa. Sesso e spesso baci e carezze rendono la maggioranza delle donne poco obiettive nella scelta del partner e andrebbero
evitati agli inizi. Il narcisismo maschile spesso confonde gli uomini per un certo periodo e li spinge a illudersi, oltre che a illudere le donne
con cui escono. Ogni perdita comporta l'affrontare fino in fondo le principali fasi del dolore (negazione, rabbia, depressione e
accettazione).
DETTAGLI SULL'ALIMENTAZIONE DA RICORDARE
Rimando a http://www.slideshare.com/guida-alla-salute-nel-particolare-contesto-italiano per una selezione dei cibi che rappresentano una
dieta sana. Si dovrebbe sull'alimentazione consumare la "piramide alimentare" torinese e tenere presente in generale quanto segue:
l'importanza, per il sonno, lo stomaco e il benessere generale, di masticare bene – posando la forchetta -, di smettere di mangiare molte ore
prima di sdraiarsi e di non bere più da 4 ore prima di dormire, ma anche quella di non fare un pasto unico al giorno, e ciò per evitare cali
glicemici (e conseguente stanchezza) e anche eccessi di acidità nello stomaco; quante malattie possono causare periodi di dieta troppo
ipocalorica, il saltare spesso i pasti anche un solo giorno o un dimagrimento rapido o eccessivo (a volte, credo possa causare per esempio
dolorosi calcoli alla cistifellea e prolasso della mitrale) oppure il non bere abbastanza acqua oligominerale, specie in caso di sudorazione
eccessiva, ipotensione, stipsi, problemi a reni o apparato urinario; la necessità di 15 minuti o mezz'ora d'aria e luce senza filtri solari ogni
giorno nelle stagioni meno fredde anche solo per integrare le riserve di vitamina D (essenziale per l'umore e per le ossa e, insieme al
calcio, per evitare osteoporosi, che bisogna prevenire soprattutto da giovani con latte quotidiano anche scremato del tutto prima dei 20
anni, quando lo sviluppo si arresta, e dei 35, e che è una malattia che rischiano soprattutto le donne anemiche e chi non prende integratori
di vitamina D in inverno); il fatto che è importante limitare molto i cibi confezionati pieni di conservanti (compresa la frutta essiccata) e
non esagerare con i succhi di frutta, la marmellata o la polpa di frutta confezionata anche se privi di zucchero aggiunto (può essere utile
però quella lassativa senza zucchero di prugne, anche se più che altro per una stipsi molto occasionale e non accompagnata da
meteorismo); l'importanza di evitare la buccia della frutta non biologica anche se è ricca di fibre e possibilmente anche quella biologica o
di almeno lavare bene quest’ultima prima di mangiarla per eliminare batteri e possibili uova invisibili di vermi che possono schiudersi nel
corpo causando infiammazioni dolorose (io ho l’abitudine di lasciare la buccia solo alle mele biologiche che bollisco); l'importanza di
equilibrare cibi acidi e alcalini; l'importanza di non esagerare con gli alimenti ricchi di un certo minerale o di una certa vitamina in un
giorno, dato che l'eccesso di un minerale o di una vitamina può essere molto dannoso; l'importanza di variare l'alimentazione nell'arco
della settimana e limitare i cibi ricchi di glutine, nichel, istamina o sostanze che ne liberano e tutto ciò per scongiurare l'insorgenza di
allergie e intolleranze alimentari molto limitanti; il fatto che bisogna limitare molto la carne rossa, dannosa per il pancreas e il fegato e
forse per le ovaie e in ogni caso – credo – potenzialmente cancerogena; l'opportunità per le donne di limitare patate, cibi contenenti
isoflavonoidi e elementi che favoriscono l'aumento del numero o dell'azione degli estrogeni (fagioli, cereali integrali e soprattutto soia e i
cibi poco sani); l'importanza di limitare anche cibi ricchi di inibitori dell'assorbimento del ferro (come anche sostanze contenute in comuni
farmaci per l'acidità di stomaco o il reflusso gastroesofageo), inibitori dell'assorbimento del calcio, ossalati e colesterolo cattivo,
distinguendo quest'ultimo dall'HDL che è presente in quasi tutti i cibi sani e che è fondamentale per molti processi e per evitare la
sindrome metabolica (frequentemente essa è causa di diabete); la gravità dei danni provocati dai dolci e dagli zuccheri aggiunti (fruttosio e
miele compresi) nell'infanzia in tutti e nelle donne a ogni età non certo solo ai denti, alle gengive o alla pelle con tendenza all'acne, alla
forfora e alla dermatite, cioè il legame tra i dolci e malattie gravi e croniche, oltre che con stipsi, infezioni (vaginali e di altro genere),
pressione alta, stanchezza, agitazione o problemi di umore; il fatto che il fritto è molto dannoso per stomaco, fegato e pelle e che
mangiarne ha conseguenze molto negative e limitanti con il tempo; il fatto che tè e caffè sono dannosi quanto le spezie per vescica e
soprattutto stomaco e intestino e inoltre forse peggiorano il mal di viaggio (lo è anche il bere in generale prima di partire, comunque); lo
stretto e importante legame tra dieta molto sana e regolare e ciclo mestruale regolare con flusso normale e non molto doloroso; il fatto che
per dimagrire e mantenere in salute fegato, cuore e pelle si dovrebbe limitare molto anche piselli, funghi e cereali non integrali, oltre che
le carni rosse, e inoltre evitare del tutto anche melanzane, peperoni, formaggi, insaccati, latte intero (secondo il mio dizionario medico
quello scremato parzialmente o del tutto ha la stessa quantità di calcio), yogurt intero o alla frutta, ecc., cibi precotti ricchi di sale e
conservanti (es. passati di verdura e risotti in busta) e in molti casi anche cibi con lievito (oltre a dolci e fritti); avena e segale possono fare
male. La soia va evitata in presenza di squilibrio accertato degli ormoni sessuali e di malattie influenzate da ormoni, come ad esempio
sono ovaio policistico, endometriosi e alcuni tipi di tumore al seno. Il latte è sempre un po’ infiammatorio, soprattutto ma non solo se con
lattosio; l’intolleranza al lattosio è molto diffusa. Solo secondo il mio dizionario medico (un’opera divulgativa del 2004), ma non secondo
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la senologa che mi ha visitato di recente, il tè e il caffè risultano cancerogeni per il seno (soprattutto se con cisti) e forse per la vescica,
oltre a peggiorare forse il mal di viaggio.
Ricordate che un bambino, lasciato a se stesso, non ce la fa a variare molto la sua alimentazione e, una volta giunto all’adolescenza, le
abitudini malsane apprese, altri maltrattamenti di vario genere e blocchi emotivi conseguenti renderanno tutto ciò ancora più difficile,
tanto più che crescendo ci si vergogna di chiedere cose che tutti gli altri sembrano sapere da sempre e che tra la gente, sulle riviste e online
si fa troppa confusione su cosa sia indispensabile mangiare, cosa si possa tralasciare e quali alimenti siano sicuri considerando le malattie
più comuni. Informate i bambini e i ragazzi (soprattutto le femmine) sugli integratori più utili di vitamine e minerali. A ogni bambino
dovrebbe essere inoltre insegnato a fare la spesa (per gli alimenti elencati: per esempio bisogna informarlo su come si presentano
confezionati i vari legumi precotti, la verdura già lavata e noci e mandorle già sgusciate), a cucinare e ad abituarsi ai cibi nuovi
masticandoli a naso tappato (il sapore non si avverte più) e ingoiandoli con acqua (non è dannoso se non lo si fa spesso)... Lo ripeto ora
con riferimento ai bambini perché è più importante di quanto appaia di solit...Magari scuola e medici generici se ne occupassero. E poi per
un bambino o un ragazzo che non fa la spesa da sé ed è stato spinto ad assaggiare prodotti delle stesse marche è impossibile indovinare
quanto diversi sono i sapori di certi prodotti a seconda della marca (es. carote a strisce, salmone, merluzzo/nasello, riso soprattutto
integrale, banane, yogurt magro naturale, olio d'oliva). Quando le malattie sono quasi tutte connesse tra loro e in particolare a un problema
congenito o sorto presto e trascurato molto a lungo e quindi quando delle malattie sono compresenti da tempo, ciò accade abbastanza
indipendentemente dal carattere e dalle capacità innate dell’individuo e sono molti i problemi che possono derivare da una alimentazione
molto malsana, almeno se essa arriva a provocare un costante malfunzionamento dell’intestino: secondo diverse pagine internet - come
quelle sulla colite - dispepsia e reflusso gastroesofageo, cefalea, fibromialgia, allergie, infezioni (tipica è la candida nelle bambine), cali e
malattie del sistema immunitario come anche malattie autoimmuni (peraltro spesso compresenti in generale, non rare in giovani o
bambini, spesso diagnosticate con molti anni di ritardo e croniche come la tiroidite di Hashimoto, che più frequentemente insorge anzi
proprio durante l’infanzia e l’adolescenza, e il lichen sclerosus vulvare) o altre molto influenzate sia da esso che dall’intestino (es.
l’endometriosi, specialmente se intestinale), ma forse anche la fibromialgia, dato che chi non la considera psicosomatica la ritiene di
competenza del reumatologo che – come già accennato online – così associa alle malattie intestinali) e, se la stipsi cronica è seria, anche
ovviamente emorroidi, ragadi e anemia (come sapete, dall’intestino dipende l’assorbimento di minerali e vitamine), insomma tutti
problemi che si possono avere dall’infanzia eccetto forse la cefalea e certamente l’endometriosi intestinale che però insorgono non di rado
quando si è molto giovane e con grandi conseguenze. Per questi motivi è importante per i bambini emanciparsi prima possibile dalle scelte
dei familiari riguardo alimentazione, igiene, comportamenti dannosi per la pelle delle zone delicate (es. sfregamento dovuto a sport o
altro) e altri fattori su cui era quasi impossibile nell’infanzia influire prima che Internet invadesse le case o almeno le città. Anche una
ipersensibilità ai farmaci potrebbe derivare in parte forse dai disordini del sistema immunitario che dipendono da una stipsi grave.
Considerate anche infine che i bambini non parlano in genere di loro iniziativa dei loro problemi e non sanno analizzarli e che gli
adolescenti sono influenzati dall’infanzia e, almeno o soprattutto se femmine, di solito molto difficilmente parlano di feci, defecazione e
simili cose, soprattutto se i familiari hanno sempre ignorato alcune manifestazioni esteriori della stipsi, la loro alimentazione e alcuni altri
loro problemi molto evidenti fisici (es. frequenti perdite di sangue dal naso, particolarmente dannose nei bambini a causa del bisogno di
ferro che si ha per la crescita) o di altra natura e non hanno mai coltivato alcun rapporto di confidenza con loro. Chi ha avuto molte
malattie nell’infanzia o ha malattie croniche è maggiormente predisposto a tumori e più difficilmente sarà longevo.
NOTA SU ALCOLICI E FUMO
fino a che punto sono dannosi l'alcol in ogni forma e il fumo, causando gastrite (se non monitorata e curata a volte anche con un ciclo di
antibiotici essa degenera in ulcera), favorendo carenza di riserve di vitamina D e osteoporosi, danneggiando l'intestino (l'alcol può
provocare malattie infiammatorie croniche intestinali come il morbo di Crohn e favorire l'insorgere di alcune patologie autoimmuni, ma
anche quando non causa danni così pesanti favorisce ogni patologia intestinale), lingua e gola oltre che polmoni (bastano meno di 10
sigarette al giorno per creare nella gola cellule già precancerogene e con due pacchetti al giorno il rischio di avere entro soli 20 anni un
tumore ai polmoni aumenta del 60%), fegato (per un fegato poco sano gli alcolici sono un vero veleno e causano facilmente epatiti,
ingrossamento e neoformazioni, oltre a rendere comunque meno efficiente questo organo in cui avvengono trasformazioni chimiche
importanti per gli altri organi e si formano riserve di vitamine indispensabili), vescica (la irrita, favorendone l'infiammazione), ovaie (il
fumo le aggredisce danneggiando nei predisposti quindi anche ciclo mestruale e equilibrio ormonale) e diminuendo la disponibilità di
ossigeno e ferro ( l'alcol provoca anemia soprattutto se sono presenti altre malattie che causano perdite di sangue anomale, come quelle
derivanti da ovaio policistico o quelle che dal naso o anali) e alzando la pressione (essa è di frequente causa di malattia di Becer e altre
gravi malattie cardiovascolari, e quando non ha questo esito tuttavia crea serie complicazioni in caso di altre malatti e ai sani affaticabilità,
perdite di sangue dal naso, vertigini e mal di testa). Vorrei soprattuutto ricordare come l'alcol comprometta la linea e anche il sonno,
perché quello provocato dall'alcol non è sano (è normale ingrassare di 2 kg se si beve qualche alcolico spesso, ma nel caso si ingrassi
molto assumendo alcolici si dovrebbe smettere subito di berne anche in piccola quantità e al contempo verificare con esami più specifici
del semplice TSH la funzionalità della tiroide), come il l'alcol favorisca l'insorgere del tumore maligno al seno e come esso, se assunto
prima dei 18 anni, danneggi irreparabilmente l'ippocampo ovvero la sede di memoria e senso dell'orientamento. Dovreste aver notato che
gli alcolici sono molto più dannosi per le donne di ogni età e per gli adolescenti che per gli altri.
CONSIGLI SU ALCUNI COMUNI ESAMI DIAGNOSTICI
Rimando a http://www.slideshare.com/guida-alla-salute-nel-particolare-contesto-italiano per una selezione degli esami diagnostici più
usati. Spesso visite costose non risultano utili se non si è provato a trattare i disturbi con rimedi comuni, non si porta con sé i referti di
diversi esami e non ci si è informati anche online il meglio possibile su essi, sul loro esito, sulle principali malattie possibili, su quali altri
esami in genere vengono prescritti e su come essi si scelgono: si rischia sempre di peggiorare e di spendere troppo e male quando si vuole
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risparmiare sugli esami e non si fa abbastanza per conoscerli, mentre scegliendoli bene e dislocandoli in due o tre mesi, essi non
richiedono forse troppa spesa e in ogni caso, quando si può attendere e si sa come spiegarsi, il medico di base può agevolare tutto facendo
delle impegnative (è bene chiederne poche, magari quelle per gli esami più costosi, oppure per quelli più comuni o per quelli per i quali si
può aspettare mesi). Una volta ottenuti i risultati, potete controllare online cosa significano gli eventuali valori segnalati come alterati e
informarvi sempre su Internet sui rimedi che non necessitano di prescrizioni, come integratori economici (di vitamina D, di psyllio e di
ferro con aggiunte vitamine B12, B9 e C) e ovviamente cibi ed esercizi utili. Fate delle ricerche online per individuare le malattie che i
valori alterati indicano o fanno sospettare, perché non serve essere un medico né aver molto tempo libero per comprendere e memorizzare
le nozioni principali sulle malattie più comuni e queste ricerche personali vi consentiranno di evitare code fastidiose in sala d'attesa,
domande a medici generici poco informati o poco disponibili, visite specialistiche non indispensabili o affrontate male e perciò con grandi
probabilità di farle risultare inutili. Quando vi viene riscontrata una malattia, controllate online se comporta esenzione, sebbene essa in
genere sia poco utile.
Gli esami del sangue fatti privatamente sono meno attendibili soprattutto o solo se riguardano gli ormoni e forse la calprotectina (non però
l'esame delle feci), perché il materiale viene congelato, ma danno delle indicazioni e hanno tempi di consegna brevi. Fate in ospedale
holter, prova da sforzo, test allergici, TAC, RMN, angiografia, clisma opaco e quant’altro richieda mezzo di contrasto e comporti rischi.
Fate attenzione in particolare con ciò che segue: qualunque intervento chirurgico con anestesia; laparoscopia (soprattutto quando si tratta
di interventi sull’intestino); interventi per la scoliosi; esami dolorosi (di per sé o a causa di infiammazioni) come i test invasivi per le
infezioni urinarie; TAC; scintigrafia; raggi al torace; raggi al setto nasale; raggi alla mandibola; raggi al ginocchio; RMN se con mezzo di
contrasto; MOC DEXA. A volte può essere utile e più economico prendere un medicinale per constatarne i risultati, invece che fare un
esame, quando si ha bisogno di conoscere l'origine di un sintomo (per esempio se si tratta di integratori di vitamine o per capire se un mal
di gola o delle palpitazioni dipendono da problemi di stomaco è utile assumere una compressa di Nexium e due buste di Gaviscon per due
o tre giorni), ma ciò non va fatto se il sintomo è sopraggiunto da pochissimo e in ogni caso mai senza prima leggere e meditare almeno i
paragrafi "Controindicazioni" e "Avvertenze e precauzioni" del foglio illustrativo online di quel medicinale (abitudine sana è del resto
leggere sempre per intero i bugiardini di qualsiasi farmaco o integratore si vorrebbe assumere, su prescrizione medica o meno, soprattutto
se si ha bisogno di prenderlo per più giorni). Quando vi consegnano il referto dell'esame delle urine, se c'è allegata un'urinocoltura,
controllate - o fate controllare da uno o più medici – che i due esami combacino, perché può capitare che vengano mescolati referti di
persone diverse, soprattutto nelle città di provincia (i fondi economici degli ospedali qui sono pochi e i guasti ai computer non sono
sempre riparati nei tempi previsti dalla legge). Ricordate che è possibile che il tenesmo e il fastidio alla pelvi non siano sintomi di
un’infezione come la cistite, perché questi ultimi sono, eccetto che per l’ematuria e il carattere in genere costante, molto simili a quelli di
malattie intestinali o di competenza del ginecologo (è comunque normale che con un’infiammazione pelvica si infiammino anche i nervi
dell’apparato urinario e che la pressione delle feci dure crei pressione sulla vescica e sull’addome in certe condizioni se non si è proprio
degli adolescenti). Tenete presente anche che un tampone uretrale nelle donne è insensato, perché un’infezione batterica all’uretra
femminile diviene cistite, a quanto ne so. Credo che sia forse prudente dubitare a volte anche dell'urinocoltura fatta al pronto soccorso,
almeno in mancanza di emorragia nelle urine, perché è già frequente di per sé che i medici del pronto soccorso consegnino referti col
nominativo di altre persone, contando sulla momentanea distrazione e sulla fiducia dei pazienti, e ciò sia per risparmiare che per arrogante
abitudine a vedere ovunque sintomi fisici nevrotici (niente ne risveglia di più gli istinti peggiori). Quando il proctologo o il
gastroenterologo vi prescrive una manometria, riflettete sul fatto che non di rado viene prescritta senza reale necessità, non porta a
comprendere molto più di ciò che un paziente può osservare da solo e inoltre è un esame fastidioso e imbarazzante (chi sa di avvertire lo
stimolo a evacuare e di soffrire di stipsi può evitarla probabilmente, anche se dovete ricordare che io non sono un medico). Non fate mai
di vostra iniziativa (privatamente) esami dannosi (soprattutto TAC di ogni tipo e scintigrafia) e, quando ve la prescrivono, chiedete al
medico di giustificarne per iscritto la ragione e di garantire che un'ecografia o una RMN non possono proprio essere delle alternative
accettabili (in ogni caso dovete controllare online). Non fate i raggi al setto nasale se avete mal di testa e vi dicono di farli perché forse ciò
dipende da sinusite (la sinusite dà sintomi caratteristici e si valuta in altri modi). Nonostante siano dannosi per tutti e siano davvero molto
cancerogeni sul seno e con effetto perdurante oltre i 40 anni (soprattutto se fatti più volte prima dei 20 anni, ma anche prima dei 30),
capita spesso che i raggi al torace vengano prescritti senza nessuna utilità, in fretta e con faciloneria, perché essi, pur essendo dannosi,
costano poco in Italia e forse vengono considerati da alcuni medici un modo "per far star buono" il paziente che chiede esami obiettivi:
non fateli né se avete qualche difficoltà respiratoria, né se avete dolore al torace non giustificato da una caduta o da una percossa, perché
gli esami da fare in tali casi sono altri e poi è normale avere ogni tanto dei dolori al torace (per esempio un dolore a destra dello stomaco
può dipendere dal fatto che lì c'è una zona dell'intestino che può a volte facilmente dolere senza che la causa sia una malattia e,
occasionalmente, prima di una visita medica dolorosa o altre situazioni, anche una particolare situazione di stress può aumentare tale
disturbo). Non fate i raggi alla mandibola per problemi estetici non evidentissimi, se avete mal di testa o fastidi all'orecchio o se la
mandibola si è spostata a causa di cattive cure odontoiatriche: questi raggi dannosi sono inutili perché la mandibola "storta" non causa
forti e duraturi mal di testa; fastidi all'orecchio sono un problema sopportabile; spesso questi raggi sono fatti male e causano solo danni
non mostrando ciò che devono mostrare e soprattutto è troppo rischioso e dispendioso risolvere il problema della malaocclusione
mandibolare da adulti e anche da adolescenti spesso è più sicuro evitarlo. Non fate raggi al ginocchio se vi si blocca e duole senza che sia
stato colpito, perché l'esame adatto è la meno dannosa e più precisa risonanza magnetica (spesso così si diagnostica la lesione del menisco,
un problema frequente e irrimediabile, tanto che risulta inutile anche tale RMN a fini pratici, figurarsi dei raggi più pericolosi!). Ricordate
che anche una RMN può essere dannosa a causa dei residui lasciati dal mezzo di contrasto e delle radiazioni, per quanto ridotti. Tenete
presente che una RMN a polso e mano può essere un esame doloroso e non breve per chi ha difficoltà a tenere distese le dita, che non
sempre la RMN a mani e braccia dimostra un danno ai tendini in chi ha spesso tendiniti e facilmente e durevolmente dolore dopo uno
sforzo e che anche l’ecografia e l’elettromiografia possono essere utilizzate in queste diagnosi. Qualsiasi RMN va fatta presentandosi
senza gioielli, con copripiede in plastica usa e getta sopra calzini, t-shirt di cotone, pantaloni con elastico in vita senza zip ed eventuale
reggiseno senza ferretto modello top, tutto senza inserti in metallo. Le RMN per diagnosticare endometriosi vanno fatte negli ospedali
specializzati in essa e non altrove e credo che valga lo steso per il clisma opaco con doppio contrasto (del resto oggi non si pratica più in
diversi ospedali). Anchee le biopsie non sempre si possono fare ovunque : quella della pelle vulvare per esempio va fatta in un reparto di
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patolologia o dermatologia vulvari. La colposcopia per possibili o presenti lesioni precancerogene vulvari o vaginali va fatta nei centri
oncologici. Per quanto riguarda gli esami più comuni con i raggi dannosi a basso dosaggio (ad esempio la MOC DEXA), fateli dopo
averne parlato col medico di base ed esservi informati online: credo che però sia il caso di farli solo se si è certi che avranno conseguenze
concrete e utili (richieste di esenzioni; apposite terapie che potrete di certo seguire; conferme indispensabili a escludere malattie che
possano essere controindicazioni per farmaci che volete assumere per altre ragioni). Le mammografie si fanno con davvero poche
radiazioni e comunque non è possibile evitarle dopo i 40 anni ma solo farle a distanza di un anno e mezzo (e non di un solo anno) se si fa
l’autopalpazione; anche chi fa, come si dovrebbe, l’ecografia al seno dai 20 anni ogni anno deve aggiungere la mammografia dai 40 anni.
Non fate mai un intervento chirurgico per una diagnosi senza prima informarvi online sulle alternative (se esistono casi in cui esse
mancano, sono pochi) e non decidete mai di fare un qualunque intervento chirurgico con anestesia generale senza prima avere un altro
parere giustificato per iscritto (testo al PC senza aggiunte a mano, su carta intestata e firmato) e inoltre leggete i forum e gli articoli
specialistici online anche sull'intervento propostovi, ricordandovi di essere liberi di scegliere in ogni caso. Uno degli esami più sconsigliati
in assoluto online e anche da diversi medici è la sempre rischiosa laparoscopia, che peraltro va quasi sempre ripetuta per la nuova
formazione della malattia e/o, secondo diverse pagine online, a causa della sindrome da aderenze postoperatorie. Sugli interventi
chirurgici sull'utero o in gravidanza occorre aggiornarsi, considerando anche procedure recenti come ad esempio vNotes. Non fate esami
dolorosi (di per sé o a causa di infiammazioni) se non siete convinti della loro utilità e non vi siete prima informati sui farmaci che
possono renderli meno dolorosi (es. Luan e forse Contramal): a giudicare dai forum online molti, ad esempio, si pentono di aver fatto certi
test invasivi per le infezioni urinarie o infiammazioni delle vie urinarie entrambe cronicizzatesi... Controllate sempre il nome stampato sui
referti che vi consegnano, per cogliere subito eventuali scambi di persona. Qui non ho voluto considerare nulla che richieda esami costosi
o che non vengano fatti anche privatamente dalla maggioranza dei poliambulatori e delle persone per problemi diffusi tra individui di ogni
età (è infatti di Internet, degli specialisti e dei medici generici il compito di consigliare sugli esami per i sintomi accentuati e per malattie
un po' meno diffuse o un po' più in relazione con l'età).
CONSIGLI SUI FARMACI
Rimando al secondo P.S. e all'ultimo paragrafo dell'elenco sui metodi per risparmiare al massimo più oltre per una selezione dei farmaci
che ritengo più utili.
È importante usare solo in modo limitato e occasionale i FANS (nel bugiardino di Oki online trovate un elenco dei principi attivi dei
FANS in commercio, dei quali i più usati sono comunque ibuprofene, diclofenac e ketorolac, almeno secondo un protocollo online della
Regione Veneto sull’uso degli analgesici) e soprattutto i potenti Novalgina, Aulin, Aspirina, Tachidol, Coefferalgan, Codeina forte,
Contramal, morfina, Noax, Imigran, Lasmiditan, Toradol, Flexiban e Laroxyl e naturalmente cortisonici, immunosoppressori, farmaci per
curare i tumori e altri oppioidi, ma quasi tutti gli integratori e i farmaci per trattare malattie comuni possono causare problemi anche non
da poco se li si usa spesso o senza criterio: la melatonina può provocare mal di testa; più di 15 mg/die di zinco riducono il rame e causano
immunodepressione; lo Psylloplus gel può causare dipendenza e avere sempre meno effetto se usato alla dose di una o due buste al giorno
prescritta nella confezione, oltre che essere una spesa eccessiva; i microclismi creano dipendenza grave se usati spesso almeno se usati per
provocare la defecazione, ma anche quando sono utilizzati solo per agevolare la defecazione portano col tempo a non far sentire più lo
stimolo ad evacuare se non li si usa molto di rado, sebbene siano inevitabili a volte, considerando quanto difficile sia pulire ma soprattutto
utilizzare le mal fatte perette da riempir d’acqua bollita in commercio e quanto si rivelino straordinariamente utili se usati poche ore prima
dell’inizio del flusso mestruale per evitare alcune delle conseguenze molto dolorose che lo accompagnano almeno/perfino in presenza di
alcune malattie; l’olio di vaselina probabilmente dà un po’ di dipendenza e se assunto ai pasti o poco dopo l’assunzione di integratori o
farmaci ne impedisce l’assorbimento; Gutron causa problemi non da poco aumentando l'esigenza di ossigeno; il ferro in eccesso è più
tossico del piombo e - si legge online - può, in caso di malattie infiammatorie, alimentare batteri e cellule tumorali; il Lasonil usato a
lungo crea spesso allergie e irritazioni quasi quanto il Voltaren; No Gas Giuliani e Gaviscon riducono l'assorbimento di minerali e
vitamine; Nexium danneggia il fegato e crea anemia; i colliri alle erbe (camomilla, euphrasia, malva, ecc.), come altri da banco, spesso
contengono sostanze irritanti; Colestab (riso rosso fermentato) agisce quasi come un farmaco e ne ha alcuni degli effetti collaterali (è così
secondo una rivista letta da me di recente almeno); perfino il più leggero principio attivo degli antidolorifici orali (il paracetamolo del
citato Efferalgan da 500 mg) può creare gravi problemi nell'immediato e - secondo le pagine online - favorire la comparsa di serie malattie
croniche intestinali, mentre i FANS sono molto dannosi per stomaco e intestino e a volte sono letali; le inalazioni col Vicks Vaporub
possono irritare quanto le esalazioni di alcool o candeggina; Gola Action Iodosan può causare un bruciore davvero molto intenso e
duraturo; ogni pomata ricca di vaselina (petrolato) e i prodotti simili (olio di vaselina, paraffina, petrolatum) o contenenti altri petrolati,
credo sia potenzialmente cancerogena solo secondo certe pagine internet, mentre i medici in genere dicono che la vaselina non viene
assorbita dal corpo nemmeno se ingerita e comunque la quantità di vaselina nei farmaci non è alta e del resto per un uso prolungato
esistono psillio e prodotti cicatrizzanti diversi come l’ossido di zinco e quelli a base di acido ialuronico; molti dei prodotti in crema
elencati sono dannosi se usati sulla pelle del viso o lo sono in generale se usati spesso o se contenenti acido (citrico, salicilico, ialuronico,
ecc.); i cortisonici in crema non vanno usati per più di una settimana senza prescrizione dello specialista e in ogni caso non vanno mai
usati sull’ano almeno nel dubbio e dopo aver tentato di alleviare i sintomi con altri prodotti specifici (il Proctolyn addirittura peggiora
l’infiammazione) e vicino agli occhi (provocano glaucoma e altre malattie serie in tal caso) e inoltre se provocano sintomi prima quasi
inesistenti e questo nemmeno se lo dice uno specialista, almeno non senza controllare che costui abbia riportato sul referto non solo la
prescrizione ma anche i nuovi sintomi e senza sentire il parere di un suo collega, come del resto si dovrebbe fare con tutti i farmaci dei
quali il rapporto danno-beneficio non è noto alla maggioranza e quando non si è tenuto abbastanza in considerazione che alcuni dei
farmaci che creano problemi a causa di allergia o ipersensibilità ad alcuni dei componenti possono essere sostituiti dai preparati galenici
(quelli fatti appositamente senza alcuni componenti da alcune farmacie); i farmaci sperimentali proposti dagli ospedali possono essere
pericolosi o inutili; bite e paradenti che fanno pressione sui denti perché poco adattati causano forti dolori; i capi da intimo posturali usati
su muscoli in condizioni meno che perfette e anche i cuscini appositi delle sanitarie non sono sopportabili per tutti. Pelvilen Act Dual e
Minuxmal sono due dei pochissimi prodotti specifici contro l’infiammazione pelvica insieme ad Addofix e Buscopan, ma Pelvilen è
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costosissimo e Minuxmal è anch’esso costoso e per di più contiene zenzero, che irrita intestino e stomaco; Addofix e Buscopan sono altre
alternative di solito poco efficaci e, in caso di stipsi cronica o accentuata, dannosi l’integratore Elsa è pur sempre una terapia dubbia e
costosa, anche se tutti sono rimedi forse meno rischiosi e più facili da ottenere dei farmaci che agiscono sulla diuresi per ridurre il dolore
mestruale. Riguardo al paradenti, esso è secondo me meno efficace e pratico di un ciuccio o due da bimbi con cordone e tuttavia è un
sostituto molto economico del bite e per bite specifico che intendo quello delle farmacie online adatto solo a chi ha mandibola molto
simmetrica e non quello costosissimo dei dentisti, che peraltro andrebbe evitato sempre almeno da adolescenti, perché oltre ad essere
molto antiestetico e fastidioso è anche spesso dannoso (non sempre i dentisti o i genitori agli adolescenti specificano che il bite va seguito
da un apparecchio immobilizzatore da portare a vita per evitare che la mandibola si sposti gradualmente in modo marcato e diverso
perfino dalla posizione precedente, con grave danno irreversibile sia estetico che ai muscoli di collo e spalle e conseguenti tendenza alla
cefalea e bruxismo; al di là di questo, non sono rari i casi di danni permanenti causati da male cure odontoiatriche, un po’ come accade
con i busti e a volte con gli interventi chirurgici prescritti ad adolescenti dai fisiatri). Riguardo al Laroxyl e al Flexiban, ricordate che
appartengono alla categoria degli psicofarmaci che io sconsiglio con decisione e perciò occorre cautela se si vuole usarli in modo non
occasionale e a dosi basse (una compressa di Flexiban per un giorno o due, da una a tre gocce di Laroxyl ogni tanto o al limite 5 in casi
eccezionali come una lunga permanenza in autobus quando non vi si è abituati): il Laroxyl se usato ogni giorno per lungo tempo,
specialmente se a dose alta, può cronicizzare il mal di testa e causare cardiopatie e forse anche malattie neuropatiche terribili, oltre a vari
effetti tipici degli antidepressivi triciclici e inoltre rende molto problematico alleviare i sintomi di un’eventuale fibromialgia sopravvenuta
in seguito; il Flexiban causa insonnia e altro ancora, perché è una benzodiazepina e cioè una delle sostanze psicotrope che creano più
dipendenza; le calze elastiche non prescritte da specialista sono in genere dannose o un inutile fastidio e lo stesso vale per i tutori; i
cateteri provocano facilmente infezione; le protesi comportano problemi di adattamento o dovuti al loro impianto.
La modalità di assunzione dei farmaci ne determina la rapidità d’azione e in parte gli effetti collaterali, così un antidolorifico assunto per
via sublinguale è più rapido di uno ingerito con acqua e un farmaco assunto per bocca ha effetti collaterali gastrointestinali che si evitano
con flebo, iniezioni, cerotti e preparati ad azione rettale.
Tra gli effetti più gravi e tipici del cortisone in compresse ci sono diabete e aumento di peso, mentre gli immunosoppressori e i farmaci
usati contro il cancro possono avere effetti cancerogeni e altri effetti letali. Gli antibiotici causano la morte della flora batterica utile
(“buona”) e alla lunga infiammazioni e problemi di altra natura, oltre alla resistenza permanente di ceppi dei batteri aggressivi ad alcuni
di essi. Chi ha un'infezione generante pus evidente come una ciste interna fistolizzata dovrebbe pensare di fare un'ecografia (può essere
indicata come un'ecografia delle parti molli della zona colpita) e informarsi sulle tecniche mini invasive (es. Bascom, anche in
convenzione) praticate in poche città e, nel frattempo, considerare betadine e creme a base di ittiolo e di Gentalyn Beta, senza però tentare
da soli di spremere via il pus (si deve farlo al Pronto Soccorso, dove probabilmente verranno prescritti antibiotici oppure, se si vuole
tentare di far analizzare il pus, se sufficientemente estraibile con la siringa, per avere con l'antibiogramma indicazioni su quale antibiotico
prendere, ci si deve recare al reparto ospedaliero di Microbiologia per un tampone cute per ricerca batteri). Chi ha trovato in un
antibiogramma (es. per urinocoltura) molte resistenze (R) deve pensare che il fattore tempo conta poco se non si tratta di vari decenni e
che tuttavia giudicare questo problema non è semplice nemmeno quando si pensa a infezioni future dello stesso organo e che è ancora più
difficile giudicare in merito considerando infezioni di zone del corpo diverse da quella su cui hanno agito gli antibiotici assunti nel corso
della vita, essendo diversi i batteri che attaccano zone diverse: ci sono batteri sensibili solo a poche classi di antibiotici e pare si debba
considerare la resistenza a questi farmaci sviluppata nella collettività, ma si deve anche considerare che i risultati dipendono a volte anche
dal dosaggio e dall'ampiezza dello spettro e inoltre sperare in prodotti diversi dagli antibiotici ma capaci di aggredire alcuni batteri, come
credo sia il mannosio per quelli all'origine delle infezioni urinarie. Vorrei ricordare che la loro importanza deve spingere ad assumerne il
meno possibile per evitare di diventare resistenti a molti di essi: l'infezione deve essere evidente nel referto di un esame; un
antibiogramma deve indicare a quali si è sensibili; se il referto è quello di un esame delle urine ci deve essere allegata un'urinocoltura ad
esso coerente (altrimenti l'esame è sbagliato e da considerarsi nullo e quindi da ripetere); se i sintomi non sono chiari o si sono già assunti
antibiotici più di una o due volte è bene ripetere l'esame per verifica privatamente altrove se non c'è grave urgenza; si deve aver
considerato le alternative (sulfamidici e un metodo che consiste nell'ingestione di materiale batterico dosato dal medico). Chi assume
antibiotici per qualche giorno ed è predisposta alla candida vaginale, da malattie intestinali o vulvo-vaginali, deve assumere antimicotici in
ovuli vaginali (es. uno di Lomexin da 1000mg ogni 3 giorni), come chi utilizza un cortisonico in crema a lungo sulle zone intime e ha
questa predisposizione, dovrebbe forse fare la terapia preventiva indicata nel bugiardino di un antimicotico in compresse come Diflucan.
Gli antidolorifici di natura diversa dagli oppioidi (elencati nel protocollo online sull’utilizzo degli analgesici) sono di tipi molto diversi tra
loro e ogni tipo ha effetti collaterali diversi (anche alcuni anticonvulsivanti o neurolettici sono usati come analgesici e con rischio ben più
alto di quello associato agli antispastici). Gli antidolorifici con oppioidi in Italia vengono prescritti molto di rado, nonostante non esistano
alternative capaci di alleviare il dolore post-operatorio in zone sensibili (es. l'ano) o quello cronico causato da alcune malattie gravi, tanto
è vero che in un forum si è scritto che l'Italia viene dopo 25 Paesi ed è l'ultima in Europa per prescrizione di antidolorifici mentre dei
medici italiani sfruttano per se stessi scatole di morfina attaccate a una vena da sostituire solo ogni 4 giorni. In un protocollo online della
Regione Veneto sull'uso degli analgesici si scrive che in Italia sono presenti gli oppioidi codeina anche con paracetamolo, tramadolo - che
è nel Contramal, credo e, anzi essendo stato tolto di recente da questa classe, è forse il più facile da ottenere -, buprenorfina, fentanyl,
morfina, ossicodone e metadone. Altrove online si citano anche tilidina, tapentadolo, ossimorfone e idromorfone. In Italia gli oppioidi
sono così poco usati che, secondo gli studi svolti, almeno 90.000 persone ogni anno muoiono tra dolori atroci, perciò, a giudicare dalle
affermazioni di Costantino Benedetti, sembra che poco sia cambiato dopo la legge fatta nel 2010 per promuovere l'uso degli oppioidi
rispetto alla situazione denunciata dal meno recente saggio Il dolce morire a cura di De Santis e altri, eccetto che all'estero. Il dolce
morire, un bel saggio a cura di De Santis e altri che si riferisce agli anni '90, denunciava l'assoluta inadeguatezza degli analgesici
distribuiti negli ospedali anche all'estero per i dolori devastanti e costanti provocati da cancro o AIDS nella fase terminale in un periodo in
cui il suicidio assistito era difficile da ottenere nonostante la legislazione favorevole ed erano già disponibili oppioidi e metadone, la cui
capacità di creare assuefazione conta poco negli ultimi giorni di vita. Gli oppioidi causano soprattutto nausea anche forte e crescente e
creano appunto dipendenza (è una semplificazione però eccessiva, infatti ad esempio il Contramal è associato anche a crisi epilettiche).
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Informatevi sulle terapie che non esistono in convenzione e diffidatene: si deve anche tener presente che terapie costose come Monnalisa,
radiofrequenza e simili sono prive di evidenza scientifica nonostante ciò che se ne scrive in alcuni forum e nei siti web dei poliambulatori
privati.
Quanto al PRP si deve tenere presente che quello vulvare in alcuni casi viene definito online ad esempio dall’associazione Lisclea quasi
indispensabile per ridurre prurito e altri sintomi dovuti a malattie serie della pelle nei non pochi casi in cui cortisonici, immunosopressori
e creme lenitive non hanno effetto o non possono essere usate (online l’unica alternativa che viene suggerita è la resezione chirurgica di un
nervo), eppure il PRP non si fa in convenzione probabilmente in nessun ospedale: credo lo facesse il Mangiagalli milanese con obbligatori
incontri frequenti e quindi solo per chi poteva sostenere fisicamente e economicamente gli spostamenti frequenti in quella città (cosa di
cui Lisclea non avvisava!), ma ora questo ospedale pratica solo recenti studi ancora sperimentali su una versione di esso che non usa il
sangue autologo, ma -credo- il cordone ombelicale. Il PRP vulvare si fa in teoria privatamente in molte città, ma io non sono riuscita a
trovare gli indirizzi online e i ginecologi con cui ne ho parlato mi hanno detto di non saperne nulla e inoltre non è forse una terapia sicura
in questi centri per chi ha malattie gravi della pelle. C’è da chiedersi se il PRP non sia una sciocchezza o qualcosa di utile solo per pochi e
senza che per questi sia escludibile l’effetto placebo.
Non so se proprio tutto ciò per cui non esiste convenzione sia una truffa quali sono idrocolonterapia, alcuni test per candida vaginale con
risultato immediato, la dieta priva di glutine o lattosio in mancanza di allergie e alimenti e prodotti depuranti da tossine o da candidosi
intestinale. In fondo a praticare l’inutile idrocolonterapia sono medici veri e propri, l’inutile manometria si fa in ospedale e non mancano i
medici che arrotondano con l’omeopatia.
Riguardo gli integratori di farmacia, ricordate anche almeno ciò che segue: gli acidi grassi Omega-3 possono essere contaminati con
mercurio e PCB e inoltre causano gonfiore; gli integratori di vitamina E possono favorire ictus, tromboflebite e sanguinamento e vanno
sospesi un mese prima di un intervento chirurgico; il calcio in eccesso è molto pericoloso e lo stesso vale per l'eccesso di vitamina A; i
multivitaminici sono del tutto inutili se non ci sono accertate carenze vitaminiche serie, eccetto che negli anziani; l'olio di pesce è dannoso
per il fegato e peggiora i disturbi gastrointestinali oltre a causare cattivo odore del corpo e anch'esso va sospeso prima di un intervento
chirurgico; gli integratori di magnesio e potassio se assunti spesso creano calcoli renali.
Riguardo i prodotti di erboristeria ricordate quanto segue: Senna è irritante e dannosa e simile nella composizione al Pursennid; il ginseng
non va usato con antidiabetici e sedativi; il ginkgo biloba può aumentare sanguinamento e provocare spasmi muscolari e reazioni
allergiche; molte altre sostanze hanno effetti poco noti, soprattutto tra quelli che si dice influenzino l'umore (rimando al cap. 29 di Sinossi
di psichiatria di Kaplan-Sadock's); l'argilla verde o di altro tipo per le maschere del viso può infiammare e molti sieri e creme di
erboristeria aggrediscono il viso, ne aumentano il sebo e creano allergia con l'intensa profumazione o altri componenti. Considererei al
massimo gli integratori Angelica ventre piatto advance e L-triptofano (4-5 g.), un medical food che può forse migliorare l'umore, pur
tenendo presente che sono innanzitutto le condizioni di vita, l'atteggiamento e l'informazione a determinarlo. Anche cardo mariano, boldo,
tarassaco e forse nigella vanno considerati.
Riguardo ai metodi anticoncezionali, considerate quanto segue:
Una spirale medicale e un anello vaginale sono due terapie adatte solo a chi ha già avuto gravidanze e non tende a sviluppare infezioni o
vulvodinie e che non credo possano mai eliminare il ciclo (non so se il diaframma vi si identifichi del tutto). Il cerotto anticoncezionale è
poco consigliato perché può dare problemi di aderenza, anche se la pubblicità lo nega, e perché lascia in circolo nel corpo troppi estrogeni.
Come anticoncezionale la pillola va usata solo se si ha una vita sessuale che non è fatta di rapporti sessuali isolati molto distanti nel tempo
e ricordando che la minipillola non è contraccettiva (non so se ciò vale per ogni marca, ma è così in genere): in caso di un'attività sessuale
sporadica, infatti, è meglio usare piuttosto la "pillola del giorno dopo" , che non è abortiva ma riesce a impedire la gravidanza se usata in
casi eccezionali (non ha effetto se usata spesso), considerando che il preservativo non dà garanzie assolute (probabilmente nemmeno se
utilizzato insieme a uno spray spermicida e se si tenta di interrompere il rapporto sessuale per tempo) e che, una volta incinta, una donna
rischia non pochi problemi di salute e peraltro ha fin dall’inizio un rischio di trombosi davvero molto più alto di chi assume qualsiasi
pillola anticoncezionale. E se pensate a farmaci alternativi per evitare il ciclo, leggete la triste parabola del farmaco Esmya, ritirato dal
commercio nel 2018 per aver causato molte epatiti e portato non poche donne a doversi sottoporre a trapianto del fegato. Le pillole
ormonali non anticoncezionali pubblicizzate come pillole della bellezza sono da evitare (credo che una di esse si chiami Diana e sia stata
ritirata dal commercio in Francia a causa delle morti provocate anche tra adolescenti). Le pillole non ormonali come Ospemifene sono
troppo recenti perché si possa valutarne gli effetti collaterali.
Se non sapete come valutare gli effetti collaterali dei farmaci a base di ormoni nemmeno quando sono molto simili agli ormoni naturali,
leggete quella della cecità tra le possibile conseguenze di assumere il progesterone micronizzato come minipillola.
Riguardo ai rischi più gravi connessi alla terapia con la pillola più comune (quella combinata), tengo a precisare che essa può causare
trombosi potenzialmente letali e altri problemi anche alle adolescenti e che credo non sia chiaro a nessuno se l'effetto cancerogeno sul
fegato e forse anche quello sulla cervice uterina dipendano dagli estrogeni o dal progestinico che la compongono. Riguardo il tumore al
seno, considerate che alcuni tipi di tumore al seno sono influenzati dal progestinico della pillola e della minipillola, mentre altri tipi di
questo cancro sono influenzati da estradiolo valerato e etilestradiolo, per quanto questo tumore dipenda molto anche dal non aver figli,
non aver allattato molto a lungo, essersi sviluppate in anticipo. Il tumore alla cervice uterina è molto favorito dalla pillola combinata, per
quanto pare – ma come esserne certi? - che il rischio esista solo per chi non si è vaccinato contro il virus HPV, previo esame specifico.
Riguardo al cancro all'ovaio e all'endometrio che la pillola combinata previene a detta dei medici oggi, si possono leggere online e sui
bugiardini informazioni contraddittorie.
Si sa poco sulla minipillola in generale e, secondo molti bugiardini, i rischi sembrano essere tutti in realtà simili a quelli della pillola, fatta
forse eccezione per il cancro alla cervice uterina, che essa sembra non provochi, e per le perdite di sangue tra una mestruazione e l’altra e
l’osteoporosi, che solo essa favorisce.
A parte i rischi gravi, gli effetti collaterali non gravi (nel senso di potenzialmente letali che la pillola ha su molte donne) non sono affatto
rari e trascurabili, tanto che chi smette di assumerla di solito lo fa a causa di essi e non temendo tumore, trombosi e ictus: a seconda della
reazione individuale, si può avere pelle lucida o acne e aumento di peso (pensate agli effetti sull’attività lavorativa), stanchezza, caduta dei
capelli o umore molto irritabile o depresso. Molte donne, dopo aver preso a lungo Visanne per evitare la pillola combinata e per ridurre
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l’azione molto negativa sulle ossa della minipillola, hanno scritto che essa, oltre a dissanguarli finanziariamente, ha causato loro dolore
pelvico per anni e perdite di sangue tra un ciclo e l’altro e flusso abbondante per un intero anno. Chi ha l’endometriosi o sintomi di essa
dovrebbe inoltre considerare la possibilità che i sintomi dipendano in parte da ernia addominale o altre malattie e ragionare di
conseguenza (i medici non fanno domande sugli sforzi fatti in genere, anche se dovrebbero).
Bisogna comunque considerare che la stessa pillola ha effetti diversi su persone diverse e che il fumo, l'alcol, una cattiva dieta, l’avere
malattie non diagnosticate e il non usare sempre il preservativo influiscono molto sulle conseguenze di prenderla.
Va presa dopo alcuni esami (informatevi online sui bugiardini e su altre pagine, perché negli ultimi tempi c'è molta confusione perfino su
questo e si tende a non prescriverne abbastanza, probabilmente per alleggerire le spese del sistema sanitario, cosicché sono aumentati i
casi di coma e morte anche tra le giovani). Peraltro consiglio un ecocardiogramma, se il medico che lo fa lo consiglia anche un
elettrocardiogramma o un holter, e in ogni caso un'ecografia del fegato, oltre ai test del sangue, e ciò per escludere ingrossamento e
malattie del fegato non rilevate nel sangue e patologie del cuore asintomatiche come prolasso della mitrale e forte tachicardia durante il
sonno. Non pochi affermano che, come ogni farmaco, anche la pillola andrebbe presa solo se ci sono malattie serie che valgano il rischio
da esso comportato.
In ogni caso tenete presente che, poiché durante l'adolescenza il corpo cambia e tutto ciò che riguarda il ciclo mestruale non è ancora ben
assestato, la pillola ormonale è da molti considerata adatta soprattutto alle donne adulte (dai 20 anni) e che, quando è il caso di prenderla
da adolescenti per problemi di salute, la decisione non dev'essere affrettata
Dopo i 45 anni la pillola e la minipillola sono estremamente rischiose perché, in caso di menopausa anticipata, queste terapie creeranno
certamente tumori aggressivi (credo rari i casi di menopausa prima dei 43 anni, ma essa non è rara prima dei 50 anni):
Dopo la menopausa si può al massimo assumere alcune compresse al mese di progesterone micronizzato (“naturale”) e fare delle iniezioni
di estradiolo valerato. La decisione di fare questa terapia in menopausa deve essere fatta considerando i rischi tanto aumentati dalla nuova
condizione e quindi in caso di grave necessità (per esempio se le cistiti sono molto frequenti e dolorose). Per combatttere altri disturbi
tipici della menopausa il senologo Veronesi nel suo libro cita rimedi di uso topico e una recente pillola non ormonale, l’Ospemifene.
Se mentre si prende la pillola sia dannoso o indifferente farlo senza fare la pausa ogni mese non è facile chiarirlo con le ricerche online.
Riguardo agli psicofarmaci, leggete questa citazione tratta da Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock): L'acatisia è associata a molti
farmaci psicotropi (...) Occasionalmente acatisia e distonia possono presentarsi per anni anche dopo l'interruzione del trattamento. La
distonia va trattata spesso con benzodiazepine. Nel trattamento di disturbi del movimento indotti dai farmaci, sono utilizzati soprattutto
farmaci anticolinergici, che possono causare intossicazione colinergica con delirio, coma, convulsioni (...) ipotensione, tachicardia (...) e
inoltre per trattarli viene usata, spesso e a dosi elevate, la pericolosa clozapina (...)/ La sindrome da neurolettici è una complicanza
gravissima, pericolosa per la vita, in qualsiasi momento durante il trattamento con antipsicotici. Le diverse evidenze di morte improvvisa
durante il trattamento con i vari tipi di antipsicotici di prima generazione o DRA potrebbero essere il risultato di aritmie cardiache,
convulsioni, asfissia, ipertermia maligna, colpi di calore. È stato dimostrato che, tra essi, la tioridazina è stata responsabile di 28 delle 46
morti improvvise da antipsicotici e in 15 di questi casi era l'unico farmaco somministrato. Essa ha in passato provocato cecità. I DRA a
bassa potenza sono particolarmente pericolosi. L'agranulocitosi, che può portare alla morte, si verifica in circa un caso su 10.000. C'è la
possibilità di grave discrasia ematica con tasso di mortalità fino al 30%. La stipsi può progredire fino a ileo paralitico e la pilocapina
utilizzata per trattarlo ha solo beneficio transitorio (...) Ittero ostruttivo o colostatico può portare a interrompere la terapia con antipsicotici
(...)/ Gli antipsicotici di seconda generazione SDA causano spesso aumento del peso e dei livelli lipidici e diabete o della prolattina e
quindi galattorrea, ginecomastia, impotenza e amenorrea. Non è ancora chiaro se i farmaci SDA sono completamente scevri dalla
complicanza della discinesia tardiva associata ai DRA. Tra i farmaci SDA (...) clozapina induce molta ipersalivazione e ha effetti
ematologici che determinano la necessità di fare esami del sangue settimanalmente e a volte di un campione del midollo osseo o di un
consulto ematologico, perché possono prevenire un esito fatale. Tuttavia clozapina è utilizzata a dosaggi elevati (...) L'olanzapina
iniettabile ogni due settimane agli schizofrenici può causare PDSS fino al coma (...)/ Le benzodiazepine a elevata potenza, come
triazolam, possono causare amnesia anterograda e (...) la somministrazione di zolpidam è stata associata anche alla comparsa di (...)
comportamenti automatici (...) Zipresione e paliperidone possono causare aumento dell'intervallo Qtc. La somministrazione (...) di
iloperidone può essere associata ad aritmie e a morte improvvisa. Le benzodiazepine possono provocare apnea durante il sonno. In rari
casi zolpidam può causare allucinazioni e problemi comportamentali. Simili alle benzodiazepine sono farmaci che agiscono sui recettori
GABAergici e le z-drugs (...)/ L'antidepressivo Nefarodone non è più prodotto a causa soprattutto dei suoi effetti di epatotossicità fatale,
sebbene rara, tuttavia il generico è ancora disponibile negli Stati Uniti (...) Gli effetti simili a quelli anticolinergici e tachicardia sono le
tipiche reazioni avverse anche degli antidepressivi TCA e IMAO (...) L'antidepressivo mirtazepina stimola l'appetito, aumenta il livello dei
trigliceridi e del colesterolo e in alcuni casi quello dell'alanina transaminasi e inoltre potrebbe provocare neutropenia, infezioni e
ipertensione ortostatica. L'antidepressivo bupropione può causare molta agitazione, allucinazioni, deliri e catatonia e deficit cognitivi (...)
e (...) convulsioni (...) Del resto, molti antidepressivi abbassano la soglia convulsiva (...) Gli effetti benèfici degli SSRI sono a volte
limitati dagli effetti avversi soprattutto di nausea, aumento ponderale, disfunzioni sessuali e aumento della PRL con effetti sul seno che si
riducono anche in parecchi mesi. Alcuni di tali effetti forse non sussistono nel caso del Prozac (fluoxetina) che però a volte aumenta
l'ansia, crea insonnia e mal di testa (...) Se si assumono con un FANS, c'è un significativo aumento del rischio di sanguinamento gastrico
(...) Tuttavia a chi tratta i sintomi della fibromialgia con aspirina, paracetamolo, procaina o appunto FANS, spesso si consiglia un SSRI
(sertralina) anche se è vero che in genere le si preferisce qualche goccia di amitriptilina, almeno in Italia (...) Nei bambini e negli
adolescenti molti SSRI (...) possono provocare (...) un aumento di impulsi suicidi (...) La sindrome serotoninergica è possibile se gli SSRI
sono usati con alcuni altri psicofarmaci e perfino con degli integratori alimentari (es. 5-HTP) e, se non trattata, porta alla morte (...) Il
trattamento con antidepressivi del DOC è oggetto di controversie e molti pazienti vanno incontro a una ricaduta appena tale terapia
farmacologica viene interrotta I farmaci antidepressivi in particolare inibiscono il sonno REM (...)/ Per potenziare terapie con
antidepressivi vengono utilizzati anche agonisti dei recettori dopaminergici, (...) ma ne limitano l'utilità gli effetti avversi come aritmie
cardiache e (...) movimenti distonici, (...) sincope, (...) deliri (...) Bronocriptina può produrre fibrosi retroperitoneale, versamenti e
ispessimenti pleurici e opinolo e pramipaxolo attacchi di sonno improvvisi e incontrollabili (...) La carbamazepina è considerata utile per
trattare il disturbo bipolare e i suoi effetti collaterali più rari, ma più gravi, sono discrasie ematiche, epatite e gravi reazioni cutanee (...)
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pericolose per la vita. Lamotrigina, pur essendo un antiepilettico, è utilizzato anche nel trattamento del disturbo bipolare e comunemente
causa deficit cognitivo, (...) occasionalmente eruzione cutanea molto grave (...) pericolosa per la vita o (...) una deformazione permanente
(...) Il verapamil e il diltiazem possono causare (...) blocco cardiaco (...) Il litio viene usato (...) anche per tenere sotto controllo bambini
con disturbo della condotta. Più dell'80% dei pazienti che assumono litio manifesta effetti collaterali. Il litio causa (...) aritimie, sindrome
di Brugada, che è pericolosa per la vita ed ereditaria, (...) diabete, (...) tumor cerebri benigno, convulsioni, coma, morte (...)/ Gli effetti
avversi dei farmaci psicostimolanti sono in genere trattati con vari psicofarmaci, tra cui DRA e benzodiazepine (...) Nel 2005 penitoina è
stato ritirato (...) dopo aver causato (...) epatotossicità. Atomoxetina, pur non essendo uno stimolante, viene utilizzato per trattare l'ADHD
e in alcuni casi ha provocato gravi danni epatici (...) I principali effetti collaterali (...) comprendono dolori allo stomaco, insonnia, (...)
aritmie cardiache (...) crisi epilettiche e (...) schizofrenia paranoide (...) L'antagonista dei recettori adrenergici prozosin è utilizzato per
ridurre gli incubi in caso di disturbo da stress post traumatico e causa mal di testa quasi nel 90% dei casi (...)/ Molti endocrinologi
disapprovano l'utilizzo di ormoni tiroidei come terapia di potenziamento del trattamento antidepressivo, poiché hanno rischi come
osteoporosi e aritmie cardiache. Sono tuttavia utilizzati con le persone trattate con litio (...)/ La cessazione dell'antiepilettico di nuova
generazione tiagabina può causare (...) stato epilettico e decesso improvviso e inaspettato (...) L'antiepilettico di vecchia generazione
fenitoina comporta il rischio di iperplasia gengivale, linfoma, morbo di Hodgkin, leucopenia, tossicità, discinesia. Gli effetti più gravi
dell'antiepilettico valproato (...) riguardano pancreas e fegato e (...) encefalopatia (...) può causare ovaio policistico, forse sindrome
metabolica e perdita dei capelli e, a volte, perdita totale dei peli (...)/ I barbiturici (...) causano effetti collaterali simili a quelli delle
benzodiazepine (...) e, più raramente, la grave sindrome di Steven-Johnson, anemia e neutropenia. Oggi causano di rado la porfiria acuta,
un tempo frequente (...) Diversi farmaci che agiscono come i barbiturici vengono utilizzati per trattare ansia e insonnia anche se raramente
(...)/ Gli agonisti dei recettori degli oppioidi o narcotici sono utilizzati soprattutto per trattare la dipendenza da droga e (...) dolore cronico
(...) Tra essi il tramadolo (...) può provocare crisi epilettiche (...) Per trattare la dipendenza da alcol si usa anche Disulfiram che può
comportare (...) la morte se durante la terapia si assumono alcolici (...)/ Per una persona su un milione assumere farmaci stimolanti
l'attività sessuale e l'erezione come il Viagra ha comportato la perdita irreversibile della vista (...)/ Poiché i farmaci psicotropi utilizzati
per i disturbi dell'umore e d'ansia e per le psicosi sono associati a un significativo rischio d'aumento ponderale (...) vengono in
concomitanza in genere prescritti farmaci dimagranti (...) Tra essi Qsymia può causare anche calcoli renali, glaucoma e acidosi
metabolica, topiramato (...) calcoli renali e (...) chiusura del glaucoma ad angolo chiuso. Gli effetti avversi di Zonisamide possono
comprendere, oltre a calcoli renali e acidosi metabolica, sindromi dermatologiche molto gravi. Un rischio grave nell'uso di Metifornina è
quello dell'acidosi lattica con mortalità del 50% (...) Questi e molti altri farmaci non dovrebbero essere assunti durante una gravidanza.
ELENCO DI INDIRIZZI E SOLUZIONI PER RISPARMIARE IL PIÙ POSSIBILE IN SITUAZIONI DIFFICILI
Tenete conto che gli indirizzi inseriti qui andrebbero verificati, perché alcuni di essi sono il risultato di ricerche online svolte anni fa e
perché non ho modo di aggiornare di continuo queste informazioni-
Informatevi sul portfolio di presentazione e sullo show case portfolio (ad esempio al paragrafo 7 del cap. 4 di Progettare la ricerca
empirica in educazione di Coggi e Ricciardi). Se lo ritenete utile per altri motivi o se potete procurarvelo a prezzo molto basso leggete i
paragrafi da 1.8 a 1.15, 2.2, 2.3 della prima parte di Concorso DSGA. Manuale per tutte le prove 2018 (P. Boccia): eccetto che per la parte
sul diritto del lavoro, civile, costituzionale e di famiglia, vi consiglio di non leggere il resto del libro di Boccia o di farlo con senso critico,
perché è zeppo di idealismo assurdo e ripetitive illusioni che nulla hanno a che vedere con la realtà, cioè con la natura della maggioranza
degli insegnanti e degli alunni; questo libro comunque è incompleto, perché spesso non spiega le leggi citate e non sempre indica le
sanzioni quando illustra certe leggi recenti e perciò dà l’impressione che tali leggi siano prese in giro, vuote parole come quelle sulle
competenze che le ASL, i genitori e la didattica dovrebbero avere idealmente, secondo alcuni sociologi… (è il caso per esempio delle
leggi art. 99 del R.D. n. 965/1924 e art. 42 del CCNL/1995 che vincolano gli insegnanti a essere presenti in classe anche cinque minuti
prima e dopo l’ingresso degli alunni e durante gli intervalli e in generale della legislazione che attribuisce loro parte della responsabilità
degli atti di bullismo tra alunni). Vi consiglio tutte le pagine online sui CORSI PROFESSIONALI TRIENNALI per formare ottici, odontotecnici e
segretari d’azienda (corsi brevi e utili, frequentabili dopo le scuole medie e adatti anche alle ragazze e a chi non può contare su una
famiglia affezionata ed economicamente stabile, su energie e salute perfette - tutte condizioni indispensabili per fare l'Università e/o una
scuola di 5 anni, specie se più impegnativa di Ragioneria - e su un carattere e un aspetto adatti a evitare di essere oggetto di bullismo e di
diffamazione in ambienti importanti come sono molte scuole superiori e molti dei luoghi di lavoro dei genitori di chi le frequenta): per
quanto poi una segretaria d'azienda sul lavoro debba essere davvero molto energica e di solito di aspetto curato e piacevole, un titolo di
studio simile a volte torna utile anche a distanza d'anni per trovare qualche mansione impiegatizia minore presso piccole aziende o per
essere integrato da corsi brevi attinenti, è comunque probabilmente migliore di un diploma liceale non seguìto da altri studi almeno per chi
non è adatto ai lavori statali e non ha molta predisposizione ad attività manuali e tecnologia; inoltre, se accompagnato da esperienze
lavorative e/o seguìto da altri corsi professionali triennali di tipo diverso, è forse ormai probabilmente più utile anche di alcune lauree.
Informatevi circa la possibilità di inserirsi a Ragioneria dopo il diploma di Segretario d’Azienda facendo dei corsi integrativi ed un esame
per evitare di iniziare dalla prima classe e informatevi anche sull’esistenza di scuole serali di Ragioneria, perché, se dopo questo diploma
triennale è possibile inserirsi in quarta o almeno in terza classe, la scuola serale permetterebbe di lavorare part-time fino al diploma di
scuola quinquennale: questa possibilità è importante soprattutto se si ha bisogno di sfruttare l’adolescenza per darsi qualche possibilità
lavorativa in più iscrivendosi dopo il diploma di Segretario d’Azienda ad un altro professionale triennale di tipo molto diverso, che si
concluderebbe raggiunti i 20 o magari 21 anni e quindi tardi per frequentare scuole diurne con degli adolescenti. Esistono anche dei corsi
Alberghieri triennali che rilasciano diplomi utili a trovare qualche mansione lavorativa nel settore e che possono essere preceduti o seguìti
nell'adolescenza da un corso professionale triennale di tutt'altro tipo per consentire maggiori sbocchi, restando inoltre nel tempo integrabili
da due anni di studio che procurano la maturità di scuola Alberghiera. La maturità, quindi un diploma di scuola quinquennale, è richiesta e
come titolo basta in alcune occupazioni lavorative cui Ragioneria e Alberghiero, grazie agli insegnamenti di tipo amministrativo,
preparano di certo più dei licei, anche se è necessario qualche corso ulteriore; inoltre una maturità è sfruttabile anche per iscriversi
eventualmente a un ITS (ne esistono anche per lavori non ipertecnologici e di un anno) e per partecipare a corsi del Fondo Sociale
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Europeo che rilasciano la certificazione informatica ECDL (questo va affrontato solo dopo la lettura dei manuali d'informatica per
principianti e non e inoltre dopo qualche lezione privata da conoscenti): gli studi e le mansioni negli alberghi non implicano sempre
grande abilità nelle lingue straniere o contatto con la cucina e non sono tutte a stretto contatto col pubblico o caratterizzate da un lavoro di
squadra continuo e poco formalizzato (esistono quelli di tipo amministrativo e di gestione dei locali) e in Italia il settore turistico dà molto
lavoro; inoltre grazie ai convitti (magari in montagna) questi corsi sono un'ottima prima soluzione per chi non sta bene con la famiglia e
sente o sa di non potervi fare affidamento, ma può indurla a pagare almeno i primi tre anni di questa scuola e del convitto, magari
contribuendo grazie a lavori estivi part-time non necessariamente a contatto diretto col pubblico (il convitto in particolare non è spesa da
poco, soprattutto nelle località montane, ma in certe situazioni la lontananza dalla famiglia e il contatto precoce col mondo del lavoro e
con la natura sono condizioni quasi indispensabili al benessere presente e futuro). Il futuro non è mai prevedibile e non è detto che dopo la
maggiore età i genitori siano gli unici a poter pagare il proseguimento degli studi o che non si possa indurli a farlo mediante la legge o
pressioni sui loro conoscenti e accenni alla ricaduta sulla loro immagine se si tratta di studi sensati e non del tipo arte e/o spettacolo (è uno
dei motivi per cui è importante mantenere legami con le persone del paese in cui si è cresciuti). Informatevi anche su tutti i lavori per cui è
ancora richiesto il diploma e solo il diploma di una scuola di 5 anni. In particolare informatevi sul titolo di studio necessario per lavorare
agli sportelli di poste, aziende ASL, ospedaliere e simili, pur tenendo presenti gli svantaggi che presentano questi lavori d'ufficio e per di
più statali… L’esperienza personale e quella di alcuni miei conoscenti mi ha portato a pensare che, soprattutto se famiglia, salute o
capacità offrono poche garanzie, è preferibile fare uno o due diversi professionali di 3 anni uno di seguito all’altro di cui uno adatto a
essere seguito da 2 anni serali o almeno diurni (nella formula 3+2 codificata od ottenuta con esame da privatista) piuttosto che impegnarsi
in una scuola superiore quiquennale o addirittura puntare tutto sulla laurea. Informatevi anche sulle scuole superiori quadriennali nei cui
corsi prevalgono informatica e lingue straniere e sui vari istituti tecnici. Informatevi su come purtroppo venga spesso richiesto dai
potenziali titolari di essere automuniti e di risiedere nella stessa città se non nelle vicinanze. Ricordate cosa ho già scritto nel paragrafo sui
licei più sopra su come un minorenne già abbastanza indipendente e con un progetto chiaro e prudente abbia anche per legge maggiori
diritti e protezione dalle decisioni autoritarie dei genitori rispetto a un ragazzo molto poco autonomo nel lavoro e in altri aspetti di vita
pratica (oltre a una dimostrata disponibilità all'impegno, probabilmente servono sufficienti conoscenze nei settori di studio-lavoro,
abbigliamento, salute fisica e gestione delle emozioni e anche qualche nozione su affitti, guasti domestici, bollette, risparmi e
documentazioni relative al reddito). Tenete presenti i licei quadriennali con un'ora in più al giorno, un rientro pomeridiano per materie utili
(es. Biologia, Programmazione 3D, Robotica), laboratori (anche in ambito biomedicale) e PCTO (orientamento e alternanza scuola-lavoro
in estate) e simili, ma io sconsiglio vivamente i licei e soprattutto queste scuole così impegnative a chiunque sia per natura troppo studioso
o diverso dalla maggioranza e a chi non possa contare sulla famiglia con certezza assoluta per ottenere un lavoro nel caso in cui in quei
quattro lunghi anni malattie (sono anche troppo frequenti quando l'impegno richiesto è alto), bullismo, problemi economici o altro
imprevisto impediscono di arrivare al diploma o di renderlo utile con studi successivi. Informatevi sugli ITS, perché portano a trovare
lavoro molto più della laurea. Se non siete persone molto sensibili, informatevi sul corso breve ASS, che è più gestibile per chi non ha un
fisico forte rispetto a un OSS (il diploma OSS procura lavori simili a quello del badante e perciò richiede una certa forza fisica oltre a una
sensibilità non eccessiva). Raccogliete informazioni online e presso conoscenti sui motivi per cui oggi l'Università e la laurea stessa
spesso non procurano lavoro (soprattutto su costi eccessivi, ripetitività degli esami e dei libri di testo con conseguenti grandi numero e
lunghezza dei corsi, necessità del 3+2 con due tesi per partecipare alla maggioranza dei concorsi, concorsi truccati, percentuale molto alta
di laureati e rifiuto da parte di non pochi datori di lavoro di persone laureate perché ritenute più consapevoli dei propri diritti, più disposte
ad andarsene per un lavoro migliore, meno abituate al lavoro o troppo preparate per dipendere da titolari non laureati...) Quando sentite
parlare di "formazione continua", pensate a quella dell'adulto e soprattutto ai master (corsi di un anno dopo la laurea breve o di 5 anni). Se
volete iscrivervi all'Università, acquistate uno dei libri di University Test delle Facoltà che richiedono un test d'ingresso con quesiti di
argomento molto vario come quella di Medicina e Chirurgia: nell'introduzione troverete anche un elenco delle Facoltà in generale e di
quelle a numero chiuso, un riepilogo delle nozioni richieste di chimica, biologia, fisica, matematica, cultura generale e capacità logica. //
Vi consiglio di tener presente che i profili più richiesti attualmente sono per STEM (materie scientifiche) e le lauree in legge se con
specializzazione in comunicazione e di visitare ticonsiglio.com/concorsi-pubblici ma anche di consultare le classifiche online sui migliori
posti di lavoro (tempo fa uno di essi fu stimato quello di cassiere del discount Lidl). Tenete presente i campus delle professioni digitali (es.
99 e lode, organizzato anche dalla rivista Io donna o #EY4NextGeneration) e altri corsi e workshop che insegnano a redigere un
curriculum interessante, creare un buon video di presentazione, parlare in pubblico (public speaking) e poi i corsi di personal branding e
digital writing. Informatevi sulle testimonianze di chi ha ottenuto un buon posto di lavoro (le donne dovrebbero curiosare sulla rivista Io
donna l'8 marzo di ogni anno, perché il numero speciale di quest'anno era interessante da questo punto di vista). Segnalo i corsi per il
lavoro al CAAF, che danno una preparazione utile a gestire alcuni aspetti pratici della vita a prescindere dal servizio stagionale. Segnalo
anche un indirizzo o due cui appoggiarsi per considerare LAVORI NON A CONTATTO COL PUBBLICO (come it.finance.yahoo.com/notizie/Lavoro-
dieci-mestieri-yfin-234929441.html;http://www.diredonna.it/lavori-ideali-per-timidi-68888.html). Diversi lavori non costringono al
contatto diretto col pubblico, grazie alla mediazione di pc, telefono o macchinari, oppure almeno non obbligano a contatti molto frequenti
o poco formalizzati con i clienti e con i colleghi o con il titolare e tra questi ci sono almeno i seguenti: telefonista presso callcenter,
assistente alla poltrona dentistica in piccoli studi di periferia con un dentista solo, commesso per la disposizione della merce negli
scaffali dei supermercati, operaio e impiegato in aziende di dimensioni medie o piccole, ottico, odontotecnico e forse alberghiero con
mansioni amministrative o di gestione dei locali. Il lavoro di autista di autobus e camion può essere considerato anch'esso un lavoro che
non obbliga allo stress del contatto continuo e imprevedibile con gli altri, ma attualmente ha turni disumani se l'autobus ha percorso
extraurbano ed è molto pesante se si guida un camion. Su DHS Club si annuncia forse ancora la possibilità di lavorare da casa
(anticipando del denaro):l’acronimo sta per Discount Home Shoppers Club, un nuovo tipo di telelavoro senza orario.
Http://www.hunt2work.it/index.aspx invece offre ancora, credo, la possibilità di arrotondare attraverso la promozione di prodotti
alimentari su Internet con il passaparola tra i propri contatti. // Chi è senza idee sul LAVORO IN GENERALE può farsi forse ispirare da
jobcrawler.it, utilizzare TalkinPills, lo strumento gratuito Career Express di Linkedin e frequentare blog, gruppi e community come
it.mashable.com// Per trovare UN SECONDO LAVORO si può vedere ad esempio http://millionaire.it/6-idee-per-arrotondare-lo-stipendio;
www.cassaintegrazione.it/lavorare-da-casa-per-arrotondare-la-cassa-integrazione; http://www.girlpower.it/mondo/guide-pratiche/i-
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lavoretti-per-arrotondare.php. Uno dei migliori siti, di aiuto e di stimolo, nell’impresa di trovare un secondo lavoro adatto è forse ancora
http://thebizbiz.blogspot.com. Da non disdegnare i siti delle varie agenzie di lavoro, come obiettivolavoro.it. Alcuni tipi di secondo lavoro
sono comunque i seguenti: consulente finanziario (per chi lavora in banca); infermiere, badante, insegnante di sostegno; assistente di
bambini e i ragazzi con handicap mentali o fisici; babysitter (se fatto con neonati o poco più, nei weekend o in alcune altre serate, è un
lavoro adatto a molte persone e in particolare a chi studia o ama la lettura e non si sente bene con bambini più grandi) e dogsitter;
mediatore culturale negli ospedali (per chi conosce bene una lingua straniera parlata da una buona percentuale di immigrati in Italia);
guida turistica presso i parchi cittadini; addetto all’ufficio stampa per conto di eventi, fiere e congressi; addetto alle multisale dei
cinema; maschera nei teatri; centralinista e addetto alla reception delle cliniche private; telefonista presso centri di telemarketing (per
aziende che si occupano di vendere pentole, biglietti di teatro per beneficenza, tappeti, servizio di epilazione con il laser, ecc.: in questi
casi consiglio di cercare aziende che offrano un minimo di stipendio fisso oltre alla provvigione e che regalino qualcosa ai potenziali
clienti che contattano per invitarli nei centri delle esposizioni di prodotti e trattamenti da vendere); hostess nei musei; personale di
sicurezza presso i locali; venditore di sigarette o barista in discoteca; barista o cameriere part time (le sere dei finesettimana) in bar,
pub, pizzerie o ristoranti; forse cassiere part time in supermercati, locali e saloni di parrucchieri (il sabato c’è un afflusso maggiore di
clienti). // Può essere utile raccogliere in modo ordinato le idee sui LAVORI ESTIVI adatti a sé tra le proposte su www.studenti.it., Monster,
Infojob, Carceyet, Jobrapido, Cliccalavoro (basta scrivere “Lavori estivi” nello spazio aperto dal comando “Ricerca”), Job in country e
altre pagine online della Coldiretti, su www.fotoplus.it, nei siti di organizzatori di vacanze per disabili o di centri estivi per lo studio o
l’intrattenimento per ragazzi, su Clubanimazione, tra le offerte di villaggi turistici (consultare i siti dei maggiori tour operator italiani), di
piscine e comuni parchi, cittadini e non, e ovviamente nei siti dei parchi acquatici e divertimento (a proposito di questi ultimi ricordate
che non vi sono richiesti solo animatori, artisti ed esperti degli animali esibiti, ma anche addetti alle prenotazioni, alle biglietterie, ai
servizi bar o ristorante e alla pulizia e persone che aiutino a salire e scendere e a rispettare le norme sulle giostre). Tenete presente che
con un profilo curato su Facebook è più facile in estate trovare lavori in genere basati solo sul passaparola (babysitter, catsitter, dogsitter,
innaffiatura delle piante del giardino o del terrazzo di persone andate in ferie, ripetizioni di ragazzi rimandati in alcune materie, tata di
bambini o disabili per coppie in vacanza, ecc.) e che nei periodi estivi non è molto difficile sostituire in città cassieri dei supermercati e
forse anche commessi o impiegati aziendali durante le loro ferie oppure farsi assumere per la stagione con diverse mansioni in negozi,
ristoranti, pizzerie, hotel, alberghi, centri termali e centri benessere dei maggiori luoghi di villeggiatura in montagna o sul mare. Può
essere utile appropriarsi delle nozioni principali dei testi in programma nei corsi di Formazione permanente e degli adulti, di Selezione
del personale/Gestione delle risorse umane e di Progettazione professionale e career counseling di Psicologia sociale, del lavoro e delle
organizzazioni. Basarsi sui test di personalità e delle organizzazioni invece può essere a volte dannoso, perché nessun testing è valido per
tutti e in ogni situazione. Almeno fino a qualche anno fa in questo contesto venivano usati semplici test della personalità come IGPF-5,
Myers-Briggs, ACL e BFQ e probabilmente alcuni dei test per valutare l'assertività e le strategie di coping e problem solving come CISS,
test su valori professionali e attitudini nel lavoro come TOM e SPV e test di abilità cognitive come il DAT-5, se non anche test
dell'intelligenza emotiva come il MSCEIT. Forse altri test sono citati in Pedagogia sperimentale. Modelli e procedure per l'educazione
dell'adulto, ovvero nei manuali in programma in questo corso universitario. Un questionario sugli interessi e sulle caratteristiche personali
durante l'attività lavorativa si trova nell'introduzione di Scienze Infermieristiche University Test per esempio, ma porta a tre profili
psicologici di lavoratore in cui è difficile riconoscersi se appena si possiede qualche contraddizione nel carattere a causa dell'esperienza
personale. Forse altri test sono citati nei manuali corrispondenti al corso universitario “Pedagogia sperimentale. Modelli e procedure per
l’educazione degli adulti” (io però non li ho letti). Tenete presente che probabilmente non c'è lavoro dove il mobbing non possa verificarsi,
ma che esso è più frequente nei contesti di lavoro d'ufficio dove i dipendenti sono molti e interdipendenti e il carico di lavoro alto, nel
settore dei trasporti e nei campi educativo e sanitario. Chi cerca un lavoro ha bisogno di conoscere siti web, banche dati, intermediari e
contatti, ma è difficile in Italia ricevere un orientamento professionale e, mentre si lavora in azienda, è anche pericoloso (il segreto
professionale in generale sembra non essere una virtù italiana, secondo molti scrittori vecchi e recenti e l'esito dell'headhunting in Italia è
una conferma recente). Consiglio di leggere i paragrafi 5.3 e 5.4 di Il colloquio nell'assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca)
sull'orientamento al lavoro e di informarvi anche online su borse lavoro, tirocini formativi in convenzione con il Centro per l'Impiego,
assunzioni presso cooperative sociali, bonus lavorativi del Fondo Sociale Europeo.
Nella scelta del lavoro e nel modo di svolgere un lavoro su cui si ha avuto poco da scegliere, valutate i rischi per la salute che esso
generalmente comporta e quindi informatevi su allergie, intossicazioni e altre malattie causate dalle esalazioni di tinture (di tessuti, smalti,
ecc.), prodotti per la pulizia, colle, abrasivi, pesticidi, gomma, rivestimenti di fili elettrici e altri prodotti maneggiati dagli operai delle
fabbriche e dei lavori sulle strade e dai minatori, sulle malattie infettive causate da lavori a contatto con gli animali e sulle malattie
dolorose e croniche anali e della circolazione causate a volte da lavori che costringono a stare molto seduti e soprattutto molto in piedi,
specie se fermi (evitate però gli allarmismi e le pagine sulle calze elastiche "da riposo") e tenete presente che sollevare un peso eccessivo
anche solo una volta causa facilmente, soprattutto nelle donne, ernia (dolorosa e, se non trattata, molto pericolosa) e schiacciamento di
vertebre (il mal di testa che ne deriva è cronico e talvolta insopportabile), e può provocare, almeno secondo pagine online, trombosi alle
braccia (ciò causa la letale embolia polmonare), mentre le epicondiliti sono frequenti in camerieri, baristi, meccanici e altre persone che
fanno ripetuti movimenti innaturali e sforzi con le braccia e possono cronicizzare e dare dolori acuti e in parte invalidanti (non tutti sanno
di dover andare da un reumatologo per diagnosi e decisione per riposo, fisioterapia, uso di tutori e forse laser quando hanno tendiniti
frequenti e dolore alla pressione sopra e sotto il gomito soprattutto nella parte davanti delle braccia). Esiste anche la possibilità di divenire
ipersensibili agli apparecchi elettrici in modo doloroso e crescente. Un consiglio che spesso si trascura di dare ed è sempre valido è che se
avete dei nemici numerosi o accaniti e pochi amici e nessun familiare a difendervene oppure se non avete un aspetto e un guardaroba
impeccabili e un carattere adeguato, per natura o arte, alle pretese della maggioranza, dovete assolutamente evitare tutti i lavori dove il
contatto con il pubblico è diretto, cioè non mediato da macchinari, PC o telefono, e dove il contatto tra colleghi non è molto limitato. In
particolare evitate in questi casi di lavorare in gelaterie, bar, pub, negozi, ecc. e questo ad ogni età (anche giovanissimi, perché titolari e
clienti sono sempre pronti a diffamare con esiti duraturi e non hanno alcuna comprensione per limiti naturali dipendenti da inesperienza o
da condizioni familiari). Del resto questi sono luoghi che non è prudente frequentare nemmeno come clienti. In mancanza di diploma,
grandi opportunità o ambizioni, scegliete piuttosto lavori più prudenti come telefonista in periferia con incarichi semplici di presentazione
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e invito con omaggio invece che di vendita (non di rado si svolgono in ambienti spaziosi e piacevoli e mirano a dare ai venditori la
possibilità di smerciare oggetti e servizi utili, perciò non si deve sottovalutare la possibilità di lavorare a volte in modo continuo che danno
questi lavori, purchè sia previsto il part-time con un fisso di almeno 400 euro, con o senza provvigione aggiunta) o anche in centro presso
operatori telefonici con l'incarico di assistenza ai clienti (per quanto quest'ultima mansione sia di solito a contratto breve e non rinnovato,
può essere un buon inizio o un buon secondo lavoro per chi è pieno di energia, spigliato e abituato al PC), operaio, baby sitter (meglio o
soltanto serale di neonati o bambini sotto i due anni presso famiglie), pulizie di uffici e locali (purchè solo in orario di chiusura) e di
alberghi modesti e magari assistente alla poltrona dentistica presso piccoli ambulatori di periferia (lavoro che non implica nè l'aver
colleghi nè contatti coi pazienti che non siano mediati, molto limitati e preformati e che consente di svolgere altri lavori perché part-time,
anche se implica un minimo di cura dell'aspetto fisico e il rischioso contatto con un medico, cioè con un individuo che da solo può
diffamare in contesti molto importanti).
Chi vuole iscriversi a licei e Facoltà umanistiche per coltivare certi interessi e abitualmente risponde alle critiche altrui in proposito che
eventualmente poi si adatterà a svolgere lavori umili, come se facesse così una concessione al mondo, consideri che lavorare come operaio
semplice o babysitter o dare ripetizioni non è, al contrario di come dicono molti, cosa facile o possibile per tutti, prima di tutto perché
anche in questi ambiti in genere vengono richiesti esperienza ed inoltre carattere e aspetto conformati secondo stereotipi e pregiudizi, e poi
perché, per quanto riguarda le ultime due attività, sono indispensabili determinati conoscenti e solitamente anche l’appartenenza a gruppi
o associazioni (ci sono gruppi di universitari e laureati che danno ripetizioni in ogni città e chi cerca una babysitter oggi in genere si
rivolge ad associazioni che le raggruppano e organizzano), mentre un operaio deve essere disponibile e poter lavorare in ambienti
rumorosissimi e adeguarsi magari al contatto con sostanze cancerogene o tossiche, oltre a fare anche turni di notte (per i quali è richiesto
già al colloquio di assunzione di essere auto muniti). Del resto perfino lavorare come addetto alle pulizie non è semplice come si usa dire,
dato che: 1) occorre l’auto per il materiale, soprattutto se si tratta di farlo per ditte specializzate 2) respirare spesso e per ore le esalazioni
dei detersivi non è solo fastidioso ma anche dannoso e può provocare allergie che possono impedire di continuare a svolgere quel lavoro
3) chi organizza la pulizia di ospedali, condomìni, stazioni, strade, ecc… spesso utilizza “pazienti” della Psichiatria 4) per pulire case
private occorre ingraziarsi persone a volte orribili con il conformismo più assoluto e spesso sopportare comunque di essere umiliati e
pagati poco e in nero, oltre che di venire fisicamente affaticati in modo eccessivo.
Riguardo a coloro che ricevono la pensione di invalidità dalla psichiatria e/o abitano negli appartamenti delle ASL, bisogna sapere che
spesso sono tenuti a lavorare e non possono scegliere l’attività da svolgere, quindi non possono nemmeno sperare in occupazioni in cui
sfruttare doti o interessi innati o acquisiti o in cui poter evitare umiliazioni. Esistono delle convenzioni per le quali chi li assume avrà una
serie di agevolazioni dal punto di vista economico e di esse si parla a coloro ai quali si chiede di firmare una richiesta di pensione di
invalidità: ciò che non si dice mai è che i titolari generalmente si guardano bene dall’assumere, per collaborare alle loro attività avviate e
mantenute con sacrificio, persone che si presentino con un tal biglietto da visita, non volendo rischiare con un dipendente che può
abbandonare il lavoro in ogni momento per motivi imprevedibili o comportarsi in modo strano e imbarazzante per la ditta o tale da
mettere a disagio eventuali colleghi (il rischio è reale, perché chi ha a che fare con la psichiatria spesso deve gestire traumi e violenze
causate dall’internamento, oltre a problemi di natura personale e spesso familiare, e tutto questo ha delle conseguenze di certo). Le attività
“offerte” dalla psichiatria solitamente sono occupazioni ritenute dai più umilianti o comportanti fastidi non indifferenti, come forti e cattivi
odori che si appiccicano a pelle e abiti: soprattutto mansioni di aiuto-cuoco e pulizie in pieno giorno di condomini e appartamenti o
pulizie in orari di apertura di ospedali, bagni dei centri commerciali, distributori di merendine e bevande, parchi e strade.
La situazione di molti migliorerebbe se non si lasciasse ai genitori la decisione di informare i più giovani sui comuni ma non sempre ovvi
metodi per risparmiare al massimo, di cui qui elenco i principali:
*informarsi su vantaggi e svantaggi di avere i risparmi in banca o posta, conto corrente personale e cointestato, bonifici, versamenti,
addebiti mensili, Paypal, carta di credito, Postamat, Bancomat, PagoPA per bollette e alcune tasse (es. quella sui rifiuti), CAAF, partita
IVA, ISEE, modello ISEU, modello 730, modello Redditi, modello RED // INPS, INAIL, Centro per l’Impiego, Agenzia delle Entrate,
catasto;
* l'evitare ogni vizio costoso e in particolare fumo, alcolici e droghe (abitudini molto costose di per sé, spesso causano presto – a
cominciare dall'alcool almeno se si è donne e si hanno delle malattie evidenti o latenti – notevoli problemi di peso e salute comportanti
non poche spese e limitazioni);
* la scelta di usare il cellulare solo per brevi comunicazioni scritte di carattere pratico, il vigilare sui servizi attivi periodicamente e il
ricercare offerte dalle compagnie telefoniche;
* l'uso delle chiavette Internet (invece delle riviste e degli abbonamenti a spesa fissa mensile e che necessitano della linea telefonica fissa,
di accogliere in casa un tecnico e di spese di attivazione e disattivazione);
* l'uso di autobus e motorino invece che della macchina (magari scegliendo un motorino elettrico se non lo si usa ogni giorno e a lungo e
se non ci si espone già molto alle radiazioni degli altri apparecchi elettrici, perché la spesa per i consumi è irrisoria);
* l'organizzare le proprie attività in casa o fuori casa in modo da limitare al massimo il consumo di elettricità e riscaldamento, pur senza
esagerare (il rischio perlomeno di sinusiti e malattie reumatiche è alto anche per le persone giovani se vivono in ambienti non abbastanza
caldi);
* l'intestare a se stessi e non ai proprietari il contratto con l'ENEL (altrimenti la spesa è più alta) e trovare un contratto d'affitto che
prevede che le bollette del riscaldamento siano anticipate dal proprietario al quale poi vadano pagate a rate insieme all'affitto (in questo
modo se, a causa d''imprevisti, si omette il pagamento di una o più rate, il riscaldamento non verrà tolto);
* l'evitare possibilmente gli appartamenti in affitto ammobiliati che hanno la bombola del gas al posto del fornello con l'allacciamento e il
sostituirla con un fornello elettrico (la bombola comporta gravi rischi di esplosione – intossicazione, può terminare nei weekend e
soprattutto obbliga a ospitare spesso il tecnico perché la ricarica dura poco);
* tenere presenti le regole che la maggioranza segue cercando casa seppur per un periodo limitato e cioè evitare ciò che segue: isolamento
eccessivo dell’edificio; mancanza di una stanza in cui isolarsi (la solitudine è vitale e poi è indispensabile in caso d’influenza, bronchiti,
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malattie intestinali, ecc.); bagno non finestrato; pavimento di linoleum o danneggiato in più punti; attici; riscaldamento centralizzato;
spese condominiali superiori a 20 €; vicini su ogni lato; presenza di piazze, pub o simili nelle immediate vicinanze; riscaldamento
centralizzato; attico in assenza di condizionatore; mono o bilocale con caldaia interna e condizionatore se si sta molto in casa o si è
ipersensibili agli apparecchi elettrici;
* l’evitare gli appartamenti con la caldaia interna se si sta molto in casa, perché il rumore infastidisce e le radiazioni possono creare
malattie da ipersensibilità nelle persone predisposte;
* se la caldaia è interna, il non stipulare un contratto con un singolo manutentore;
* l'abitudine di stare molto in casa sfruttando, fra l'altro, tappi di cera per orecchie efficaci (es. Quies) per i rumori imprevisti e magari
anche sedie a sdraio basse adatte agli interni per esporsi ad aria e luce alla finestra in estate senza risultare visibili all'esterno;
* la scelta di pagare le tasse d'iscrizione al sindacato per gli inquilini solo in caso di grave necessità e dopo essersi informati bene online al
riguardo e sui problemi tipici tra condimini;
* l'evitare di ascoltare i discorsi dei condòmini e di criticarli a voce o aggredirli in altro modo, oltre che di dar loro armi chiacchierando
senza schermare nomi, fatti e date e il ricercare invece soluzioni diverse e alla lunga meno dispendiose (uso dei tappi per le orecchie,
abitudine a cambiare stanza, riorganizzazione dei propri orari, richieste moderate attraverso l'amministratore condominiale, eliminazione
di campanello e citofono e al limite trasferimento);
* la decisione di non acquistare il termosifone elettrico (esso non sostituisce quello a gas, perché non può essere usato in ambienti umidi e
freddi; inoltre consuma molta energia elettrica e quindi è costosissimo anche dal punto di vista dei consumi ed è infine molto pericoloso
anche se usato in ambienti riscaldati; credo ciò valga anche per termoventilatori, termo conduttori, ecc.), evitando anche lo scaldabagno
(sono anch'essi costosi per la spesa iniziale e per i consumi e possono essere molto dannosi o fatali) e tenendo presente che qualsiasi
mezzo elettrico di riscaldamento in realtà andrebbe evitato per l'alta spesa di consumo e per il rischio che comporta (rischio d'incendio, ma
anche di contrarre la malattia cronica da ipersensibilità alle radiazioni, un rischio non basso per chi vi è predisposto e per chi ha il
massaggiatore elettrico o usa molto telefono e PC o vive in piccoli appartamenti dove il frigorifero sia sempre acceso e/o ci sia la caldaia)
e per altri motivi. Per evitare spese inutili sul riscaldamento tenete presente anche quanto segue: secondo me il camino a infrarossi
favorisce lo sviluppo di malattie reumatiche, aumenta i dolori muscolari e causa sinusiti, dato che non riscalda l'aria, ma solo pelle, oggetti
e pareti; la stufa a gas necessita di una canna fumaria che sbuchi sul tetto, è pericolosa, comporta il fastidio di far sostituire spesso la
bombola e forse non può più essere usata nei condomìni a causa della legislazione recente che ha posto molte limitazioni; la stufa a pellet
inquina molto, necessita di canna fumaria e ha costi di consumo abbastanza alti, tanto più che il costo del pellet da un po' di tempo è
aumentato; il caminetto a bioetanolo comporta una grande spesa, perché il bioetanolo in Italia è carissimo (pare che per riscaldare una
stanza per 3 ore si spendano 2 €) e necessita di canna fumaria, nonostante ciò che scrive chi lo vende e pubblicizza online, nei negozi e
nelle riviste (gli studi recenti hanno dimostrato che il bioetanolo è tossico perché in casa la fiamma non arriva alla temperatura giusta); il
riscaldamento a metano è ancora la scelta migliore, eccetto un tipo recente di riscaldamento mediante una pompa e che comporta grossi
lavori nel terreno e non è certo alla portata di tutti; il pavimento in legno non aiuta affatto a risparmiare sul riscaldamento, al contrario di
quanto affermano alcuni agenti immobiliari (il legno è isolante, ma non abbastanza); l'esistenza di un termostato indipendente di ogni
stanza è cosa rarissima o impossibile da trovare in case in affitto;
* il prevedere la possibilità di dover passare alcune settimane in ostello e in alberghi molto economici e quindi informarsi per tempo su
quelli migliori, da ogni punto di vista, presenti nella propria città e nelle città vicine e sui vari modi possibili per rendere l'esperienza più
confortevole (per esempio informandosi sui fornelli elettrici neri leggeri a un solo fuoco, su tutti i cibi sani e più ricchi di proteine e
vitamine confezionati in piccole dosi e già sgusciati, lavati ecc. e sugli orari di diverse biblioteche poco centrali, delle aule studio
universitarie, dei parchi botanici e delle stazioni dei treni);
* l’informarsi su documenti o forum appositi online e attraverso conoscenti sui rischi che si corrono convivendo con estranei e sulla
ricaduta economica di essi;
* il ripulire il filtro della lavatrice e lo strizzare gli abiti sul lavandino per ridurne il peso se la centrifuga smette di funzionare, l'informarsi
prima di tutto online sulle soluzioni degli altri problemi domestici (guasti della lavatrice veri e propri, macchie di muffa sui muri, perdite
d'acqua dalle condutture della cucina e del bagno, dal boiler o dai termosifoni, cattivi odori, rumori e perdite di calore dai termosifoni o
l'arresto della caldaia) e solo in seguito rivolgersi alla ditta condominiale e, in casi estremi, cercare di coinvolgere anche i condòmini,
volenti o nolenti, per spingere i proprietari a risolvere un proprio problema;
* l'evitare in certi casi (per un periodo se necessario) o l'usare di sera dopo le 22 o nei weekend e poco la lavatrice, lavando a mano intimo,
calzini e altro sotto acqua corrente e detersivo ipoallergenico con profumo delicato o assente (non quindi Winni’s) o poca candeggina
classica o per capi colorati e delicati senza accumulare i capi e la biancheria da lavare (l'importante è usare guanti e mascherina ,
arieggiare e far sgocciolare nella doccia per una notte gli abiti prima di metterli sullo stenditoio);
* l'abitudine di fare attenzione agli abiti e di riporli appesi o arrotolati e poggiati in verticale per lavarli e stirarli poco spesso e il servirsi
sia di un ferro da stiro economico (mai lo steamer) sia della lavanderia;
* l'evitare di lavare ad alta temperatura lenzuola, tende e biancheria intima (non basta affatto per eliminare acari, batteri e funghi e rovina i
tessuti), di usare l’ammorbidente, di mettere il detersivo nel cassetto invece che nel cestello e di fare più di 600 giri di centrifuga;
* l'evitare buste antiacaro e scegliere per i cuscini i nuovi materiali con imbottitura antiacaro, igienica e anallergica;
* il pulire casa da sé con panni catturapolvere economici (in confezioni risparmio si trovano in grandi supermercati dove i più economici
sono del marchio del supermercato stesso) da usare con il bastone Swiffer e un solo detersivo ipoallergenico per pavimenti diluito (evitate
però quello Winni’s se siete ipersensibili in genere ai profumi forti);
* l'acquisto nei discount di qualità (es. il Lidl e per il salmone anche Eurospin) della maggior parte dei prodotti alimentari e di quegli utili
oggetti che consentono particolarmente il risparmio (ad esempio le grandi e versatili bobinette di carta assorbente e confezioni di salviette
detergenti umidificate adatte alla pelle sensibile come quelle Lupilu) e l'evitare scorte del necessario e cibi superflui e poco sani,
imponendosi magari una dieta scritta anche con l’aiuto di un familiare o del partner e cioè facendo la spesa ogni giorno e senza contare
solo sulla propria forza di volontà;
* la scelta di attività fisica e sport che non richiedono attrezzature e palestre come le passeggiate o la corsa;
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* l'evitare il più possibile negozi superflui come le erboristerie e l'evitare di regola bar, rosticcerie, gelaterie, pizzerie ecc.;
* la sana abitudine di riempire la vita coi libri delle biblioteche e con la natura poco lontana anziché con bar, locali, discoteche, piscine,
ecc. (si risparmia moltissimo sia sulle consumazioni e sul costo d'ingresso che sull'abbigliamento e si evitano i problemi che derivano dal
farsi notare troppo da chi vi lavora e da chi frequenta spesso questi posti, problemi che hanno anche una ricaduta economica);
* la costanza nell'evitare pubblicità sulle riviste, su Internet, in Tv, alla radio, ecc.;
* il rifornirsi di abiti e oggetti per la casa soprattutto online evitando le alte percentuali di (poli)acrilico e tenendo presente i seguenti
negozi e store: Ipercoop o simili, Bricocenter, Euronics o analoghi, Posterlounge e Allposters, Inbianco, Ikea, Staples, Amazon
(soprattutto Amazon Essentials), Caleffi, E-Bay, Unigross (per l’intimo Cotonella), sanitarie (per l’intimo Sloggi), Bonprix, OVS, Kiabi
(possibilmente solo per capi eleganti perché i tessuti non sono duraturi), Pulllove (eccetto che per i cardigan e i maglioni basic in cotone),
Benetton, Sisley, Zara, Motivi, Dresser (solo per i capi Adidas), H&M (per i blazer eleganti, che a volte si trovano identici da OVS),
Deichmann, Bata, Mango e Mohito, anche se le donne adulte taglia XS alte meno di 1,60 m dovrebbero visionare anche i pantaloni e le t-
shirt più semplici scollate e sobrie venduti online nei negozi per sedicenni e quattordicenni (es. Sarabanda e negozi con marchi
Handcrafted Retour, Tribe Yond, Retour Denim De Luxe, Rifle, Miniconf e altri simili 0-16 anni senza considerare le tabelle con
l’altezza). È prudente evitare di acquistare da Pimkie, Reds e soprattutto Promod online (quest’ultimo negozio, oltre a esporre modelli
adatti a pochi ambienti e tessuti di qualità spesso scarsa, come i primi due, ha anche il rimborso a pagamento). Limitatevi a comprare ciò
che è qui sotto elencato e fatelo quasi esclusivamente online con Paypal.
* il coprire le eventuali macchie lasciate da candeggina o stucco sulle mura con poster grandi con paesaggi, paraventi, mobili od oggetti
decorativi adesivi appositi, quando imbiancare comporta costi elevati, e il ricorrere ai pennarelli Uniposca neri in caso di necessità
(colorano il metallo e altri materiali)
* il saper evitare alla casa un aspetto squallido semplicemente disponendo bene i mobili, mantenendola ordinata e pulita e attraverso
pochissimi oggetti di ottima o almeno buona qualità scelti tra quelli anche utili, come lampade da tavolo per il salotto (es. con paralume di
vetro decorato in stile liberty o Antica Murrina, con lampadina led a luce fredda - più salutare), cuscini d'arredo, copripiumone o
copriletto, reggilibri e cornici per le foto (segnalo i negozi non a tutti noti dell'equo-solidale e quelli Thun oltre a E-Bay e in particolare
Amazon);
* riporre gli oggetti della stessa categoria/funzione nello stesso posto per evitare doppioni, il conservare solo ciò che piace davvero e
l’evitare i seguenti oggetti superflui: riviste e libri che si trovano anche in biblioteca e che non si crede di voler rileggere dall'inizio alla
fine, libri nuovi che online si trovano usati o libri particolarmente costosi (si possono eventualmente riassumere se si tratta di saggi o si
può trascrivere alcune pagine, se si tratta di narrativa), calendari specie se grandi, sedie e stoviglie di scorta non indispensabili o per ospiti
che non si prevede di avere (gli ospiti imprevisti non esistono e per chi convive può bastare anche un solo piatto da insalata in ceramica
colorata a testa, da lavare da soli al momento sotto il getto del rubinetto senza sapone e asciugare con carta assorbente e riutilizzare o
riporre subito dopo in orizzontale sul normale ripiano di una credenza), tovaglioli (basta la carta assorbente), specchi grandi, tavolini da
salotto (quelli nani), tende, tovaglie, tappeti, coperte e parure da letto che richiedono la lavanderia per la stiratura, non restano in ordine o
fanno proliferare acari e batteri (cioè quelle diverse dal copriletto trapuntato e dai piumoni da mezza stagione con sul fondo dei bottoni a
pressione oppure su cui cucire bottoni a pressione di merceria con cui agganciare un copripiumone in microfibra), deodoranti per il water,
deodoranti spray o con diffusore comune o elettrico per ambienti, cuscini per sedie da cucina (specie se le sedie hanno con seduta rivestita
di paglia), cestini per la carta, attaccapanni, sveglie diverse dal cellulare, soprammobili, lampeberger, fontane zen, asciugamani (alcuni
usano le grandi bobinette di carta assorbente per asciugare corpo e capelli, risparmiando molto sulle lavatrici ed evitando i cattivi odori
rilasciati da qualsiasi tessuto spesso umido), stereo, telefono fisso, TV, lettore DVD (bastano PC con chiavetta Internet, tablet, cellulare o
smartphone), lampadari o lampadine per essi (bastano senz’altro le lampade da tavolo, meglio se con lampadine LED a luce fredda),
portacandele (basta scegliere solo candele decorative cilindriche e grandi), cornici per i poster (bastano le etichette biadesive o lo scotch
da pacchi ripiegato sul retro del poster; i chiodi inoltre con il tempo segano il materiale delle cornici comuni), più di un orologio da
tavolo/parete, oliere (io tengo l’olio nel lavello, su cui non mi verrebbe mai in mente di appoggiare piatti e bicchieri), alberi di Natale (ci
sono decorazioni meno costose e ingombranti per questa festa fondamentale, utilissima e sana, che andrebbe festeggiata almeno dal primo
novembre facendo bilanci di ciò che si è fatto di utile per sé durante l’anno e progetti e pensando e dedicando tempo solo ai veri affetti
senza convenzioni), piante vere (anche se i fiori richiedono più manualità e pazienza che denaro e l’edera in vaso richiede pochissime
attenzioni, le basse piante finte con foglie piccole o aghi – tali cioè da non accumulare polvere – sono comunque la scelta più economica)
e forse copridivano (meglio far rivestire il cuscino rovinato da un artigiano oppure utilizzare per la seduta una coperta ad una piazza
ripiegata di quel pile che non ha effetto peluche e acquistare molti cuscini d’arredo gonfi di ottima qualità);
* acquistare durante l'adolescenza i seguenti mobili di qualità media leggeri e possibilmente pieghevoli o componibili bianchi come sono
in genere quelli Ikea o Staples in acciaio rivestito in polvere, fibra di legno laccata e simili materiali, considerando che l’ideale sono i cubi
vuoti e leggeri trasportabili anche a mano, ma essi sono, in genere, troppo costosi: scaffali bassi o librerie basse, mobiletti con un’anta
bassi rialzati da terra, alcuni contenitori di plastica o in cartone plastificato da usare al posto dei cassetti se serve, letto imbottito a una
piazza e mezza economico come lo Slattun Ikea o una brandina pieghevole, tavolo da due persone con due sedie tutto possibilmente
pieghevole, armadio senza ante ma con rastrelliera e tettoia e infine scaffali stretti e alti dotati di cassetti e un poggiapiedi comodo e
discreto, tenendo presenti le poltrone con braccioli meno scomode senza imbottitura ed economiche (ho visto su una rivista questa
soluzione economica, pratica e di bell’effetto per chi desidera una poltrona comoda quanto leggera e facilmente trasportabile nei traslochi:
su una poltrona simile a quelle di Ikea in rattan e acciacio rivestito in polvere con la seduta ampia era stato steso, in modo da ricoprirla
interamente, un non più utile piumone da letto singolo rosso ripiegato a metà e credo che sia una buona idea se all’interno della ripiegatura
si inseriscono due o tre imbottiture di cuscini d’arredo 40 x 40 cm da pochi euro disposte in modo da risultare invisibili e rendere il tutto
morbido e lo schienale un po’ obliquo), pur ricordando che una poltrona imbottita con schienale molto alto, seduta ampia e braccioli larghi
può risultare indispensabile al benessere e non ha i costi altissimi di un divano a due posti (le panche sono scomodissime, i copridivano
creano stress e molto disordine, le sedie da tavolo alla lunga danno fastidio, le palle gonfiabili da fitness sono insopportabili). Infatti una
volta lasciata la famiglia d’origine si può avere la fortuna di trovare un bilocale ad affitto molto basso perché poco ammobiliato anche se
dotato dell’essenziale (WC, lavandino, lavello, doccia, frigorifero o almeno lavatrice) e di doverne approfittare, dato che non ci si deve
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mai fidare troppo dei familiari e in ogni caso si deve pur sempre prevedere la possibilità di gravi cambiamenti nelle risorse economiche
dei genitori, perciò è utile possedere mobili economici, essenziali e di facile trasporto e conservarne le istruzioni per il loro montaggio (per
la maggior parte di essi ci si dovrebbe poter servire di un semplice taxi merci, il che è possibile se si smontano il letto non pieghevole e i
pochi mobili alti eventuali, si possiede poco, ci si adatta a tenere sempre in scatoloni e a selezionare bene i vecchi CD, i ricordi e i
documenti da conservare a lungo termine e si può trasportare qualcosa anche in autobus o treno con poca spesa);
* montare i mobili, il tapis roulant magnetico, ecc. pagando un conoscente dotato di manualità oppure chi lavora nella più vicina
ferramenta se disponibile e l’acquistarli anche servendovi della categoria “Usato” di Ebay, di Secondamano.it e del gruppo Facebook “Te
lo regalo se vieni a prenderlo”;
* se donne l’usare sempre un trucco neutro ed essenziale senza fondotinta, l'evitare lo smalto e l’accorciare da sole o con l’aiuto gratuito
di qualcuno i capelli lasciati del colore naturale finché non ingrigiscono, pettinarsi semplicemente con scriminatura laterale o centrale con
e senza frangia lasciando i capelli a una lunghezza media (sulle spalle) o lunghi solo dietro (a semicerchio) e tingere i capelli bianchi da
sole con tinta Bioscalin di tonalità medie (i colori chiari non tingono il bianco e in genere non schiariscono affatto, nonostante i bugiardini
riportino il contrario finendo col causare ripetuti tentativi costosi e solo dannosi) senza decolorare (sfibra e causa allergie); se uomini il
radersi solo alla domenica e con lamette di qualità (es. “Gillette Plus II meno irritazioni”) da non riutilizzare e il mantenere un taglio corto
semplice con l'aiuto del partner o di un familiare deciso a imparare ad accorciare i capelli; per entrambi i sessi l'evitare del tutto gioielli
(eccetto al limite pochi nichel free molto economici come quelli in vetro di Murano, pietre minerali o argento italiano) e orologi da polso
(basta il cellulare) e il fare il possibile per mantenere la stessa taglia. Le donne con capelli molto radi sulle tempie possono anch’esse
evitare il parrucchiere se scelgono di tagliarsi da sole una folta frangia creata a partire quasi dalla sommità del capo, scalata su tutta la
parte superiore della testa da pettinare di volta in volta con scriminatura centrale o laterale, e se lasciano lunghi i capelli solo sulla schiena
dando loro forma incurvata a semicerchio;
* accorciare da soli gli abiti lunghi per la casa (al limite bruciando l’orlo con un accendino per evitare sfilacciamenti) e i pantaloni, il
vestire in casa sempre allo stesso modo, sfruttando anche dei poncho, se ne trovate in materiali su cui non si formano pelucchi, o dei
cardigan di pile più grandi almeno di due taglie cui accorciare le maniche da soli e ciò per la loro minore necessità di lavaggio e maggiore
durata; preferire a ogni età uno stile "classico"/un po’ formale ma non esattamente elegante e la tinta unita scura per gli abiti da usare fuori
casa, anche per evitare, se donne, lo stress e le spese necessarie ad adeguarsi alle mode annuali e a rinnovare spesso camicie di cotone
leggero e bluse (difficili da mantenere pulite e da stirare), intimo sexy (troppo delicato e adatto solo ad alcuni contesti, al contrario dei
completi con reggiseno modello top sportivo con imbottitura molto leggera), gonne invernali corte (implicano l’acquisto di collant e
stivali di vera pelle), gonne lunghe (richiedono sartoria, sandali e fantasmini se non hanno uno spacco molto ampio e non sono del
modello midi), gonne sportive (non adatte a tutti gli ambienti), pantaloni di velluto (scomodi perché non elasticizzati in vita e difficili da
mantenere in ordine, dato che attirano pelucchi e polvere), polo (in genere scoloriscono molto in fretta diventando a strisce o macchie
molto antiestetiche e non stanno bene a tutti), capi molto chiari sono facilmente rovinati da polvere, sudore e ferro da stiro, tanto che quelli
bianchi o a sfondo bianco andrebbero evitati del tutto per risparmiare), ma soprattutto leggings e jeans aderenti che si sformano tanto in
fretta, richiedono superflui giubbotti di jeans e maximaglie altrimenti evitabili e per di più sono scomodi, fanno sudare, mettono in risalto i
difetti e favoriscono infezioni e malattie della pelle (i jeans sono consigliabili però per gli uomini, purché slim grafite/nero used o blu
scuro);
* la scelta di informarsi su esami diagnostici e farmaci utili e di raccogliere altri dettagli di utilità pratica sulla spesa alimentare
rapidamente con l’aiuto di http://www.slideshare.com/guida-alla-salute-nel-particolare-contesto-italiano, per il momento ricordando che si
risparmia soprattutto con la prevenzione basata su comportamenti sportivi e sessuali di ogni genere molto prudenti e contenuti e su una
dieta come la seguente: dieta che limiti snack e dolci a mele bollite, economici frullati freschi senza zucchero del Lidl mescolati a yogurt
naturale magro, fiocchi di farro integrali e al limite poco frequenti cracker di pane azzimo integrale magari con poca marmellata senza
zucchero (fruttosio compreso) e tisane alla frutta senza spezie non dolcificate nemmeno con miele o stevia (questi ultimi due prodotti al
massimo una volta alla settimana e solo se non si è predisposti all’acne); dieta soprattutto che non comprenda altro che pollo, salmone
(all’Eurospin ho trovato il migliore per qualità prezzo tra quelli senza confezione di cartone), gamberetti, nasello, legumi in scatola (ceci
in scatola e pasta con farina di lenticchie, evitando i fagioli se si soffre o si è predisposti al metorismo), cereali (solo quelli integrali senza
lievito e comprendenti pizzoccheri con alta percentuale di grano saraceno per la bassa quantità di glutine e fiocchi d’avena non zuccherati
per la presenza di vitamina K, quindi questi ultimi soprattutto se non si mangiano né piselli né pomodori), latte del tutto scremato e latte
privo di lattosio (il lattosio è un po’ infiammatorio per l’intestino anche di chi non è ad esso intollerante), yogurt magro naturale (provate
quello Lattebusche se il sapore di quello di altre marche non vi piace), banane, kiwi, mele, succo di mirtillo senza zucchero, una prugna
fresca oppure mezzo cucchiaio di polpa di prugne non zuccherata in scatola (massimo una volta alla settimana o solo al bisogno, perché
può causare o peggiorare l’acne e il meteorismo), pochi agrumi (vanno limitati molto soprattutto se si è donne), poca frutta secca (noci,
castagne del Lidl, mandorle e in misura minore arachidi), insalata a foglia verde mista con rucola, carote crude a strisce, poco olio
extravergine d’oliva (solo sulla verdura e quindi non quotidiano se si ha tendenza all’acne o problemi al fegato), sale iodato, saltuari
funghi, patate (precotte senza olio e scaldate senza olio e burro oppure in forma di mezza busta di purè con aggiunta solo di acqua e sale
iodato) ed eventuale pesce azzurro se senza olio, rara carne “rossa” come il manzo, 2/3 litri al giorno d’acqua oligominerale naturale,
mezza busta di Psylloplus gel ogni giorno o a giorni alterni; se donne, l’utilizzo delle compresse vaginali Normogin dimezzate per la
grande efficacia che hanno anche sull’intestino finché non si crea assuefazione (il che avviene se le si usa in modo quasi quotidiano per un
lungo periodo e probabilmente in ogni caso dopo qualche tempo), tenendo presenti anche prodotti di uso occasionale quali olio di vaselina
(da ingerire lontano dai pasti e dall’assunzione di integratori e farmaci e solo ogni tanto), Macrogol 13,7 mg, raro Pursennid, microclismi,
supposte effervescenti Eva-Qu e probiotici in compresse e, tra i tanti integratori utili, Swisse D3, un integratore di vitamina C (es.
Massigen) nei mesi più freddi, Ironforte durante le mestruazioni o secondo necessità, e Be-Total (o almeno vitamina B12 o Benexol e
acido folico da 60 compresse) secondo le istruzioni dei bugiardini. Per la cura di pelle e capelli tenete presenti le linee già ricordate
Ceramol, Sella, Vea - anche se quest’ultima mai per il viso -, Sebamed, Dermafresh, Enstilar (solo in caso di psoriasi, perché è costosa
senza mutua), Heliocare 360, Emoform, Bionike (per il corpo), Benzac 0,5% (con molta cautela solo sui foruncoli), Bioscalin e inoltre
pomate come Aflovag, Cicatridina, Propast, forse Dermoflan e, sebbene contenga profumo, il detergente Intimoil, perché spesso non si
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risparmia in prospettiva acquistando creme e detergenti poco salutari (almeno se ci sono già stati problemi e segnali d’allarme come acne
eccessiva, comedoni o pelle del viso bucherellata o non omogenea, forfora, chelite, dermatite alla schiena o sotto il cinturino dell’orologio,
bruciore o lacrimazione frequente degli occhi, fastidi indossando gioielli, capi di pelle aderenti sulla pelle nuda, pantaloni neri aderenti o
biancheria intima scura, in materiale sintetico o con salvaslip.
P. S. : So che alcune persone hanno poca attitudine per l’abbigliamento e non ricevono abbastanza consigli o addirittura ricevono solo
inutili critiche e suggerimenti volutamente dannosi per loro sull’argomento “abiti” oppure faticano a risparmiare nei dettagli, perciò ho
scritto il seguente paragrafo ricco di spiegazioni e di consigli certamente superfluo da leggere in tutti gli altri casi.
Per risparmiare sia denaro che fatiche superflue e stress tenete in considerazione quanto segue: il lyocell non è stirabile in genere
nemmeno in lavanderia; il canvas delle borse a tracolla da PC e lavoro si rovina davvero molto in fretta (meglio sceglierle in finta pelle
nera); su poliacrilico 100 % e sull'acrilico 100% e forse sul cashmere si formano prestissimo pelucchi; la lana non è sempre pratica per i
maglioni e per i cardigan, perché i mezzi di trasporto e gli ambienti di lavoro e studio sono riscaldati e perché si rovina un po' più
facilmente del cotone 100% spesso o almeno del cotone misto lurex o viscosa o poliammide (sciarpa tubolare calda o foulard leggero con
top da intimo di cotone misto lana a spalline larghe possono integrare negli ambienti esterni in inverno questi maglioni leggeri); lo
scamosciato richiede troppe cure; il lino va acquistato solo di qualità e, nell’incertezza, solo nero o grigio medio e chiaro; il lurex
contiene, credo, del metallo, perciò chi è allergico a nichel e cobalto deve indossarlo con una t-shirt da intimo che copra tutte le zone della
pelle a contatto e non spesso; i pantaloni in finta pelle, anche quando neri e non aderenti, sono poco salubri e poco pratici, ma sono
probabilmente preferibili a quelli di velluto (materiale quest’ultimo, come già accennato, scomodo e mantenibile con difficoltà pulito e in
ordine); i cappotti di panno attirano molto i capelli in caduta stagionale e i pelucchi, sono difficili da ripulire, poco duraturi e
particolarmente ricchi di sostanza allergenica se neri oltre a essere superflui, dato che alcuni piumini invernali di taglio classico e trench e
piumini da mezza stagione sono adatti anche a situazioni formali; i primi capi da donna da acquistare e quelli da sfruttare di più se si ha
bisogno di risparmiare sono cardigan neri di cotone o cotone misto viscosa con scollo a V profonda e girocollo e piccoli bottoni tono su
tono da indossare tutto l’anno su t-shirt comode a maniche corte e scollo tondo rosse, nere e bianco-nere e pantaloni neri non aderenti di
viscosa leggera con piega (eleganti/classici), come lo sono per gli uomini i maglioni di cotone girocollo o con scollo a V stretta tinta unita
neri e di tonalità medie e scure di grigi, blu e verdi indossati sull’intimo a maniche corte o lunghe, le camicie comuni a maniche lunghe e
corte nere e antracite e le camicie a maniche corte sportive Brandit nei colori di questo marchio, tutto da portare su jeans regular/slim
grafite e blu scuro e medio; chi ha poco denaro deve usare molto il nero fuori casa (soprattutto per pantaloni da donna, gonne, giubbotti
per qualunque stagione, scarpe e borse) qualunque sia la moda e che abbia o meno allergia al suo conservante nei tessuti, perché gli altri
colori richiedono troppe cure e più frequenti sostituzioni e non permettono di variare molto l'abbigliamento (chi ha la citata allergia deve
solo acquistare abiti neri – soprattutto i pantaloni – non troppo economici e non aderenti e indossare l'intimo nero di rado); il nero in casa
non è pratico perché contiene sostanze allergeniche, è cupo e vi si notano troppo pelucchi e forfora e ciò vale per tutti, ma chi ha molta
forfora deve limitare molto l'uso di maglioni e t-shirt nere anche all’esterno, oltre a curarla con i prodotti di farmacia (es. lozione Ceramol
DS e shampoo della stessa linea) e a limitarla tenendo i capelli molto corti in modo da fare traspirare la cute; le camicie da uomo a
maniche corte più facili da pulire (il colletto è rigido e non aderisce alla pelle) e da stirare (il tessuto è spesso e di qualità davvero
particolare) e che stanno meglio a chi ha un fisico imperfetto sono quelle con tasche sui pettorali e inserti sulle spalle del marchio Brandit;
le camicie di jeans da uomo da abbinare a jeans dello stesso colore possono rendere più vario l’abbigliamento primaverile, ma non sono
facilmente lavabili e stirabili; le camicie da donna non solo sono facili a sporcarsi e difficili da pulire e mantenere stirate, ma esaltano la
sproporzione, molto diffusa, tra fianchi e seno o spalle; le camicie di lino nere e non aderenti da donna e da uomo tornano utili con i
pantaloni di lino neri e i jeans ma sono difficili da stirare e mantenere stirate; le t-shirt e i maglioni più pratici non sono né lunghi né
aderenti né spessi; i pantaloni più pratici sono per le donne neri slim in viscosa con piega, lino, poliestere fluido, raso lucido (quest’ultimo
però è difficile da accorciare, stirare e mantenere stirato e integro) o cotone né denim né aderente senza tasche sulla coscia e questo è
indiscutibile proprio come il fatto che i pantaloni che comportano più stress e spese sono per la maggioranza delle donne quelli aderenti
(quindi soprattutto i jeans); le gonne più versatili sono quelle più sobrie e vendute (a tubo in viscosa eleganti lunghe fino a poco sopra il
ginocchio), quelle “snellenti” (nere corte per gli stivali oppure lunghe con spacco meglio se laterale per sandali, tronchetti e stivali
invernali e quelle blu corte), quelle non anonime ma nemmeno appariscenti (nere di finta pelle, nere o blu in viscosa o marroni a effetto
scamosciato); maglioni e t-shirt a collo alto sono sempre utili per variare l’abbigliamento, ma sono particolarmente opportuni dopo le
prime rughe sul collo; per i pantaloni e le gonne il bianco andrebbe, per risparmiare, evitato, dato che non solo “ingrassa”, ma richiede
appositi slip color nudo e che su di esso risalta qualsiasi traccia di sporcizia causata anche solo dalla polvere della strada, mentre le t-shirt
bianche o prevalentemente tali sono quelle che di solito vanno cestinate alla fine di una o due stagioni; dovendo optare per i colori scuri
per risparmiare, semplifica la vita abbinare maglioni blu a scarpe nere e borsa nera, ma è meglio non aggiungere il grigio o altri colori a
questo abbinamento nero-blu poco convenzionale; i pantaloni eleganti da uomo più facili da abbinare e che attirano meno l’attenzione
sono grigio scuro in viscosa con piega nelle stagioni meno calde e neri o grigio chiaro in cotone di qualità in estate, ricordando di abbinare
al lino solo lino e che è meglio indossare un bel maglione o una camicia ben stirata che un blazer mal scelto; i blazer da donna sono più
duraturi dei cardigan anche quando economici (sono tali quelli di H&M, OVS o Amazon Made in China), tuttavia in genere si possono
portare solo con i top, cioè con capi difficili da trovare di taglia piccola specialmente se non si può utilizzarne di aderenti, e comunque
prima dei 40 anni i blazer non sono adatti a tutti gli ambienti se non si abbinano ai jeans che io sconsiglio; i tubini non aderenti e le gonne
a tubo poco sopra il ginocchio indossati con gli stivali richiedono poca spesa e sono utili e pratici in estate, perché in questa stagione non
servono calze e bastano stivali di finta pelle e perché questi capi non richiedono sartoria e consentono di variare l'abbigliamento senza
dover comprare molte t-shirt, oltre che di avere un maggior benessere fisico; le donne con la pelle così delicata da non guarire con il
Compeed delle vesciche alle caviglie causate dalle scarpe devono puntare sugli stivali al ginocchio con zip da riempire sulla caviglia con
qualcosa di morbido (al limite ovatta finché non si trova un rimedio migliore) e su alcune scarpe stringate con suola alta anatomica molto
comode (es. Nero Giardini); le cinture comuni sono utili per gli uomini e fastidiose e superflue in genere per le donne e vanno comprate
in vera pelle nera, perché altrimenti si spellano e sformano presto; le cinture da donna decorative sono poco pratiche e un acquisto inutile;
le scarpe più pratiche sono quelle classiche stringate di pelle nera vera o finta da uomo, le sneakers grigie o nere di canvas (per le donne
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anche con pizzo) e le scarpe da donna di pelle solo vera (morbida) nere più diffuse (i tronchetti bassi con zip) e più comode e durature
(quelle stringate né molto eleganti né sportive e con suola anatomica e lacci di larghezza media e gli stivali di pelle neri o marroni con
zip); le borse da donna più pratiche sono quelle piccole a tracolla nere e gli zainetti neri, entrambi di finta pelle nera non troppo
economiche (una borsa a tracolla simile marrone può essere utile con stivali marroni e gonne o tubini blu); le borse più pratiche alle
scuole superiori sono quelle meno infantili e più usate, quindi quelle grandi a tracolla in finta pelle nera e gli zaini Eastpak; i berretti
sottili da uomo in viscosa leggera e per le donne quelli in lurex vestono meglio di quelli più spessi, sono più duraturi di quelli in lana e
sono più adatti all'autunno (in 'inverno non servono berretti se si usano i piumoni con cappuccio); un berretto estivo in poliestere nero con
visiera di un marchio noto è utile, duraturo e versatile; i guanti più pratici sono in microfibra neri per le donne e scamosciati neri per gli
uomini, perché quelli in finta pelle di alcuni marchi durano poco e quelli di pelle vera sono costosi; le sciarpe sono scomode e inutili se si
usano giubbotti con il colletto alto e il cappuccio, a meno che non si tratti di sciarpe tubolari nere o foulard grigi da utilizzare sui maglioni
di tessuto abbastanza leggero senza collo alto in inverno; le stole decorative sono superflue e scomode se non devono coprire rughe
evidenti di collo e decolleté; l'abbigliamento più pratico per la palestra inevitabile è dato dal più diffuso (tute leggere di cotone nere
Adidas, sneakers Adidas bianco-nere e borsone nero o bianco-nero a tracolla); una donna con inestetismi evidenti che abbia davvero
bisogno della piscina può sentirsi a proprio agio senza spesa eccessiva semplicemente acquistando un tankini con shorts neri e non
aderenti e top del tutto coprente (o cucendovi lo stesso tessuto da bagno sotto il foro del retro), cuffia nera coprente sulle tempie con taglio
a V e rigonfiamento con pieghe sopra la fronte, occhiali da sole neri e un copricostume lungo da portare con infradito sobri e intonati; per
la notte in casa l'abbigliamento più pratico è solo intimo con top per gli uomini e sottovesti lunghe o al ginocchio in poliestere 100% o
modal con inserti di pizzo per le donne, ciabatte scure di pelle o al limite infradito di gomma dura e inodore; i pigiami più pratici fuori
casa sono i completi in colori sobri con la giacca con bottoni e i pantaloni regular/straight da abbinare a slip-on intonate oppure
l’abbigliamento da palestra di cotone blu con pantaloni non aderenti e marchio poco in evidenza con slip-on blu; i capi da intimo più
pratici sono per gli uomini boxer aderenti neri del supermercato e t-shirt da intimo nere a manica lunga e corta o smanicate e per le donne
reggiseni modello top con imbottitura leggera in colori sobri (es. Sloggi, magari con sotto un reggiseno chiaro di cotone senza alcuna
imbottitura e sempre di modello top sportivo se il materiale e i colori scuri di Sloggy creano problemi se indossati a lungo), reggiseni a
fascia color nudo con imbottitura leggera, slip coprenti da donna in cotone semplice e se si può in modal con pizzo laterale sul davanti (il
colore degli slip, come il loro materiale, va scelto in base ai problemi di salute e non secondo criteri estetici almeno nelle occasioni in cui
altri non devano vederli); gli occhiali più pratici sono quelli con montatura di plastica nera non troppo leggera e con lenti grandi
rettangolari e quindi più larghe che alte pur con angoli smussati, perché sono i più diffusi, i più sicuri (nichel free), i più duraturi (non
risentono delle mode e non si allargano in fretta come quelli colorati o leggeri), quelli che stanno meglio ai più (quelli con lenti
tondeggianti stanno bene a tutti solo se guardati molto da vicino) e i più facili da intonare; i gioielli più pratici sono quelli più diffusi e
versatili (argento con perle vere bianche), i più sicuri (di gioielleria italiana perché nichel free), i migliori per rapporto qualità-prezzo
(quelli con vetro di Murano), i più economici tra quelli senza nichel (quelli con pietre minerali) e i più comodi e adatti a ogni ambiente
(anelli, braccialetti e orecchini per le donne, come bracciali in argento o in acciaio con eventuale pelle nera o marrone per gli uomini); il
trucco più neutro, economico e pratico è di farmacia e dato da ombretto e matita sottile opaca non burrosa di colore opaco beige o nudo
e/o un ombretto beige chiarissimo opaco per le imperfezioni (in certe occasioni io le copro con la pomata un po’ colorata Propast) e da
balsamo labbra di farmacia rosa antico o lucidalabbra (es. Vea), ombretto rosa pallido in quei matitoni grossi brillanti e a lunga tenuta che
non richiedono di essere temperati (es. Dolomia) e in polvere opaca rosa antico, evitando mascara, cipria, phard e fondotinta ma
utilizzando una matita apposita per sopracciglia con pettino incluso se i peli sono radi o mal distribuiti. Le unghie finte sono economiche
su Amazon e certamente sono preferibili allo smalto secondo me, ma non è certo pratico e salubre indossarle e soprattutto rimuoverle.
P. P. S.: se in altri testi online ho informato su farmaci ed esami diagnostici più comuni nei dettagli, ora scriverò qualcosa di molto più
breve al riguardo, qualcosa la cui lettura mi avrebbe fatto evitare spese inutili davvero ingenti e un’enorme quantità di stress!
Voglio che conosciate i farmaci che uso di più oggi, la prevenzione che per me sarebbe stata efficace e gli esami diagnostici che si sono
dimostrati spese sensate tra i tanti farmaci ed esami del tutto inutili e dannosi e le visite-furto della mia esperienza (tenete presente che
sono una donna sulla quarantina e ho una malattia congenita che ne ha causate altre, alcune delle quali comuni e diffuse). Oltre agli
integratori e ai farmaci già consigliati ed entrando in dettaglio quanto a pomate, creme e detergenti, ciò che per la salute utilizzo più
spesso oggi è, a parte il tapis roulant magnetico, quanto segue: esomeprazolo 40 mg, Tantum verde solo collutorio, forse Levotuss gocce,
Gutron gocce, Supradyn magnesio e potassio, Daflon 500 mg (nella settimana ad alto dosaggio nel trattamento per infiammazione acuta
meglio utilizzare un giorno due cp di Pursennid e gli altri giorni lassativi meno dannosi), integratori di tarassaco e boldo in compresse,
Celevis pomata, Cicatridina supposte e soprattutto Ruscoroid crema, Efferalgan 500 mg., Laroxyl da 1 a 5 gocce o Flexiban intero o
spezzato (per dolori muscolari di spalle, collo e gola con cefalea), due ciucci per l’effetto bite, per i giorni di flusso intenso mutandine
Tena assorbenti con all’interno un assorbente notte di cotone 100% di farmacia o del supermercato, Ice gel, Lasonil pomata, scaldacera
Veet per ceretta a caldo con strisce in TNT, lozioni, creme e shampoo Ceramol DS (sul cuoio capelluto integrando prima dello shampoo
con una goccia molto diluita di tea tree oil in cui immergere il pettine), Sebamed clean face gel (nel caso di acne da utilizzare solo dopo la
detersione insistita con acqua calda per scoraggiarne o accelerarne la “maturazione”, considerando anche il più recente antibiotico in gel
Benzac 0,5%, quest’ultimo in quanto più gestibile di Tretinoina Same almeno se utilizzato solo sul foruncolo e per poco, ma tenendo
conto che nel mio caso aumenta la produzione di sebo o crea rossori e che altera in tutti l’equilibrio batterico della pelle), Ceramol
cremabase 311, Ceramol olio detergente viso-corpo, Heliocare 360 gel per il viso protezione 50+, Bionike latte solare fluido 50+,
Emoform dentifricio, pasta all’acqua Sella. Propast crema, Aflovag crema, Vea Spray 100 ml, Lilith crema, Cicatridina pomata, Intimolil
detergente, Luan crema, Aquasal spray nasale (quando non basta fare dei gargarismi con acqua calda con sale iodato, il che è utile anche
per alleviare alcuni mal di gola), Jalufos collirio spray, gocce oculari monodose Alfa e Eumill, metocloprimide, lo speculum come
economico o iniziale dilatatore vaginale. Io stendo creme e pomate con guanti usa e getta per alimenti se necessario e altre volte con
cottonfiock, che forse sono però meno igienici, e utilizzo questi guanti sullo speculum. Vorrei non aver avuto fede cieca in chi mi ha
consigliato l’uso quotidiano dell’olio di vaselina quando ho notato spesa, dipendenza e aumento dell’acne. Vorrei aver conosciuto per
tempo l’effetto di 5 o 6 gocce di Laroxyl per il mal d’autobus e auto con cefalea oltre a nausea (altrimenti è meglio usare i braccialetti
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antinausea). Vorrei sottolineare l’importanza che ha conoscere gli antistaminici e i cortisonici in crema Fucicort, Flubason, Desamix effe,
Elocon e i numerosi svantaggi e rischi dell’utilizzo di Clobasol unguento. Vorrei anche aver saputo per tempo dell’attività preventiva della
candida vaginale che forse hanno alcuni dosaggi di Diflucan cp e certamente di Lomexin da 1000 mg ovuli durante terapie con cortisonici
sulle zone intime o con antibiotici orali. Vorrei aver conosciuto quando ne avevo necessità le terapie per cefalee di origine epatobiliare (es.
H2 antagonisti ed estratto di boldo) e per le algie facciali. Vorrei prima dell’uso aver letto i bugiardini di antibiotici, pillola
anticoncezionale, Contramal, antiinfiammatori come Buscofen, Oki, aspirina o Aulin e altri farmaci che, come questi, non avrei dovuto
assumere del tutto o non di frequente. Vorrei non aver comprato il Brufen, dato che su di me è stato inefficace o ad azione lentissima e
abnorme. Dubito della sicurezza e soprattutto della validità di PRP vulvare. Dubito di Gentamicina crema e Lenus crema, ma vorrei averle
conosciute prima anch’esse per la loro efficacia quando altri rimedi al prurito non mi sono stati utili (soprattutto la prima). Naturalmente
vorrei essere stata informata prima sull’esistenza, ma anche del costo, dei preparati “galenici” di alcune farmacie.
La prevenzione che per me sarebbe stata più utile consiste semplicemente nelle misure seguenti: fin dall’infanzia alimentazione sana,
acqua oligominerale, psillio quasi quotidiano e uso periodico di tavole dimezzate Normogin, slip quasi sempre di cotone bianco lavato
spesso e solo a mano sotto acqua calda corrente con poca candeggina classica non profumata, utilizzo non frequente di gioielli di qualità,
uso parco di qualsiasi apparecchio elettrico e rifiuto di quelli sostituibili da altro (soprattutto termosifone elettrico, massaggiatore elettrico,
tapis roulant elettrico e caldaia interna), delle tinture per capelli e di orologi, bigiotteria, pentole con nichel e vestiario nero aderente o
molto economico, salvaslip di qualunque materiale, assorbenti di materiale diverso dal cotone 100%, slip, pantaloni in casa e sport e altre
attività comportanti sfregamento, sforzo eccessivo, durature posizioni innaturali delle braccia; dopo i 40 anni l’evitare del tutto lunghe
passeggiate o lo stare ferma in piedi a lungo e il tenere aperta la finestra di notte; tutte le soluzioni consigliate nel paragrafo su come
trattare lo stress o identificare malattie psicosomatiche, l’uso degli integratori elencati poco più sopra quando necessario.
Gli esami che nel corso degli anni hanno rilevato problemi sono i seguenti: clisma opaco con doppio contrasto e RMN dell’addome (uno
dei due esami intestinali e la RMN a Negrar in un ospedale specializzato in endometriosi, dove ho fatto anche una visita, che ha
confermato che i sintomi sono quelli di endometriosi di tipo prevalentemente intestinale nei punti segnalati dalla RMN), biopsia della
pelle vulvare presso reparto di dermatologia vulvare (al riguardo segnalo che per la prescrizione del test si può rivolgersi anche a un
patologo vulvare o a un dermatologo venereologo o a un ginecologo impiegato anche nei centri oncologici o comunque nel cui profilo
online sia specificato che si occupa di patologia benigna, pre-invasiva e maligna vulvare, vaginale e della cervice e di chirurgia mini-
invasiva, ricordando che un ospedale specializzato è online definito il Mangiagalli milanese, ma che in realtà chi vi lavora è poco
disponibile ad effettuare il test ai non milanesi e riguardo le terapie, il che vale anche probabilmente per gli altri ospedali citati online
come quello centrale di Ferrara per i non residenti), ecografia capo-collo (della tiroide), test allergici cutanei, IgE, ANCA-MP0,
colesterolo, trigliceridi, controllo della pressione e della frequenza cardiaca, emocromo, ferritina, sideremia, TSH, anticorpi per la tiroide,
FT3 o FT4, bilirubina, transaminasi, estrogeni, progesterone, cortisolo (tre misurazioni), S-ANTI NUCLEO, C3, vitamina D, MOC-
DEXA, ano-rettoscopia, ecografia del seno, RMN del ginocchio sinistro, esame al tatto presso reumatologo di arti e tender-point,
gastroscopia, ricerca nelle feci del batterio dell’ulcera, ecografia di fegato e milza, visione della ciste pilonidale infettatasi, esame della
pelle, esame al tatto ed ecografia dei linfonodi del collo (ecografia che poteva comunque essere evitata, dato che il problema era rilevabile
al tatto e che un’ecografia della tiroide è in tali casi una spesa più sensata), ecografia transvaginale, esame della vista, osservazione
autonoma della malocclusione mandibolare, della limatura dei denti asimmetrica e della rigidità mattutina e dei sintomi sia diretti che
indiretti di reflusso gastroesofageo e della pronta reazione di tali sintomi ai trattamenti (bite e farmaci per lo stomaco).
Mi è stata proposta l’elettromiografia per gambe a causa dei dolori periodici alle gambe causati dal vaccino per il COVID (iniziati la
settimana stessa, durati a lungo e ancora presenti quando cammino, soprattutto in piena estate), ma non la credo indispensabile perché una
visita reumatologica e alcuni esami del sangue non hanno rilevato problemi. Ho richiesto al medico generico di informarsi per un test che
dimostri la mia dolorosa ipersensibilità agli apparecchi elettrici, che è molto limitante considerate le altre mie malattie.
Tra gli esami che ho elencato pochi richiedono senz’altro la visita di uno specialista e pochissimi richiedono la prescrizione in
convenzione di esami (quelli che è più sicuro fare in ospedale), mentre nessuno richiede in modo assoluto uno specialista per
l’interpretazione degli esami e per la terapia (non è certo sempre così, ma nel mio caso sì a causa del tipo di risultati o delle mie letture).
Anche se si tratta solo della mia esperienza, questo elenco è utile almeno per le donne, perché le mie malattie sono tra le più trascurate dai
medici italiani, tanto che per esse le diagnosi avvengono spessissimo con diversi anni di ritardo e dopo molte spese inutili. Alcuni di questi
esami fatti per comprendere la ragione di sintomi precisi (non per un controllo di routine) sarebbero stati molto utili per me durante la
crescita e altri quando avevo comunque meno di 30 anni: per lo più hanno evidenziato problemi ricorrenti o cronici, tendenti a
ripresentarsi, a peggiorare e a crearne altri di diverso tipo o di più gravi.
L’autopalpazione mensile del seno è un esame che avrei dovuto eseguire prima dei 25 anni, secondo il cap. 5 di La vittoria sul cancro (P.
Veronesi). Farò da oggi se potrò e da molti anni avrei dovuto fare ogni 6 mesi in un centro oncologico una colposcopia o visita
ginecologica di controllo. Ho eseguito anche una MOC-DEXA che ha rilevato una bassa densità ossea, ma non malattia e pertanto non la
consiglio a chi non ha superato da tempo la mezza età (basta fare l’esame del sangue per rilevare il calcio e assumere in inverno a priori la
vitamina D in compresse non a base di olio). Dal medico generico ho fatto una breve visita per escludere ernia addominale, dato che ho
letto che i sintomi dello strozzamento non sono molto lontani da quelli dell’endometriosi intestinale, le due malattie possono coesistere e,
se patologie del sistema immunitario favoriscono quest’ultima, l’aver sollevato in una o due occasioni un peso eccessivo favorisce la
prima. Ho fatto controllare il cuore quando i sintomi dell’ipotensione e quelli dopo uno sforzo sono molto peggiorati, con risultati nella
norma. Ho controllato glicemia ed emoglobina glicata, essendo nipote di una diabetica. Sarebbe stata utile un’ecografia (o RMN) della
zona della ciste pilonidale e almeno una visita più tempestiva al Pronto Soccorso quando si è infettata, ma soprattutto vorrei aver
conosciuto la tecnica Bascom per gli interventi chirurgici su questa ciste, aver saputo quanto nel decorso post operatorio si rischia ad
attendere addirittura un anno per operarsi, come è accaduto a me, e aver avuto presenti anche creme a base di Ittiolo e Gentalyn Beta, oltre
al Betadine, prima di assumere antibiotici (quanto a ottenere un antibiogramma, so che è difficile, ma vorrei aver almeno considerato la
possibilità di un tampone per cute apposito in un reparto di Microbiologia, dato che al pronto Soccorso non si eseguono mai esami simili).
Vorrei aver saputo prima quanto può essere intenso e non trattabile il dolore causato dall’infiammazione delle emorroidi, sulle quali si
scherza nell’ignoranza totale di questa malattia. Mi è stata proposta un’elettromiografia anche del braccio sinistro e una visita con un altro
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reumatologo, ma ho deciso di non farle perché una RMN non ha rilevato segni di malattia dei tendini, eccetto la reattività dei linfonodi
ascellari, e ciò nonostante tendiniti frequenti ed evidenti: in questi casi io consiglio di attribuire i sintomi alla fibromialgia se è presente,
della serietà della quale nel corso degli anni mi sono convinta grazie all’esperienza e a non poche letture.
Vorrei aver potuto credere anche quando ero molto giovane nella possibilità di ottenere dall’INPS attraverso la consultazione in un
sindacato (es. CGIL patronato INCA) una percentuale di riconosciuta invalidità che mi permettesse di essere inserita nelle categorie
protette del centro dell’impiego, se è tanto difficile ottenere una piccola pensione d’invalidità: consiglio di insistere nell’informarsi e
nell’eseguire esami diagnostici con criterio per ottenere poi dagli specialisti diagnosi scritte al fine di riuscire a fare compilare dal medico
generico un certificato medico elencante le diagnosi significative valide nel presente (è presente in questo tipo di certificato anche un
paragrafo da compilare con i farmaci e le altre terapie, ma esso non ha - a quanto sembra - alcuna importanza in generale oppure qualora
non si possa ottenere una percentuale di invalidità così alta da permettere l’assegnazione di un contributo economico alle spese).
Vorrei anche aver potuto pensare prima di cercare di far verificare e ottenere risposta sicura circa il fatto che compro a prezzo intero molti
farmaci che sono indispensabili anche ai fini della mia stessa sopravvivenza per una malattia cronica congenita e altre malattie da essa
soprattutto dipendenti, nonostante online si parli di sconti o gratuità per farmaci di categoria C qualora inseriti in un piano terapeutico
dallo specialista almeno in alcune regioni o città (quali non è dato sapere, perché il sito web apposito non si apre e le ASL non rispondono
alle richieste di informazione in proposito).
E infine vorrei aver avuto prima le informazioni necessarie sul biotestamento, sull’amministratore di sostegno per fare applicare la propria
decisione riguardo alle cure mediche e sui casi di suicidio assistito in Italia, anche tenendo conto della mancata prescrizione di analgesici
efficaci a moltissimi pazienti in Italia (è importante soprattutto quello del 2023 sulla paziente che ha ottenuto dall’ASL il farmaco letale
non avendo più senso per lei fare la chemioterapia).
LETTURE UTILI
LIBRI UTILI PER CONOSCERE LE PRINCIPALI LEGGI DELLA VIOLENZA NELLA QUOTIDIANITÀ
I 36 stratagemmi (a cura di M. Faccia); Favole (Esopo); Favole (Fedro); Psicoanalisi dell’amore di E. Fromm (nonostante l’improbabilità
delle soluzioni governative prospettate e le false accuse a Jung); Un silenzio assordante (P. Romito); L'arte di vincere con espedienti
discutibili, che però non credo sia stato tradotto in italiano (S: Potter); I persuasori occulti (V. Packard), che consiglio di confrontare con
un vecchio breve romanzo come Le belle immagini di De Beauvoir e forse con Tecniche proibite di persuasione (S. Allen) e con
Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni), che soprattutto (o solo) ai cap. 1, 6 e 7 accenna a quelle elencate all’inizio di questa
guida. Leggete eventualmente 34 stratagemmi per avere ragione (A. Schopenhauer) o una sua presentazione dettagliata su Internet. Una
persona in difficoltà potrebbe, interpretando dal punto di vista del debole, gli stratagemmi del classico cinese, trarre da essi e dai
commenti di M. Faccia almeno i consigli riportati nel documento, tenendo presente che dei 34 stratagemmi di Schopenhauer alcuni
richiamano i 36 del classico cinese in quanto spesso implicano la capacità di creare o sfruttare "vuoti": la difesa consiste nel cercare a
propria volta i limiti dell'avversario, cioè i punti deboli delle sue relazioni, le sue imprecisazioni o generalizzazioni, gli aspetti di ciò che
afferma che sono sì validi ma privi del consenso dei più per ignoranza diffusa, ecc. Può essere utile riflettere sul “dilemma del
prigioniero” e sul “gioco del pollo o del fifone” (rimando a Wikipedia) e sul saggio di Del Ponte su Moral Tribes, un testo riecheggiato da
Uccideresti l’uomo grasso?Il dilemma etico del male minore (D. Edmonds); forse La scienza del male. L'empatia e le origini della
crudeltà (Baron-Cohen) che però non conosco.
LETTURE UTILI PER CONOSCERE I COMPORTAMENTI TIPICI DELL’OSTRACISMO (ESCLUDENDO LA NARRATIVA PER
BREVITÀ)
Il riso (H. Bergson) o la sua presentazione su Wikipedia; il paragrafo Sorriso e riso nel cap. 5 di Psicologia della comunicazione (P. Di
Giovanni); Stigma. L'identità negata (E. Goffman); il paragrafo 8.4 del capitolo 8 sulle tossicodipendenze in Politica dei servizi sociali
(Ferrario); il capitolo 16 su ansia/fobia sociale in Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (F. Celi); Un silenzio
assordante (P. Romito); almeno i capitoli 1, 3, 6, 9 e 10 di Il drago come realtà (S. De Mari); i cap. 3 e 6 di Donne che corrono coi lupi
(C. Pinkola Estes); Lo spirito di parte in L'influenza delle passioni sull'animo umano (Madame de Staël); Il mondo nuovo. Manuale di
educazione civica digitale (A. B. Saladini); pagine online su mobbing e bullismo; Wikipedia sulla psicologia sociale e sulla psicologia del
lavoro (rimando al paragrafo precedente) e inoltre Mobbing. Quando il lavoro ci fa soffrire (D. Guglielmi) o Cattivi capi, cattivi colleghi
(A. e R. Gilioli); forse anche i paragrafi 18.7 e 19.1 di un libro che apprezzo poco, Interviste e colloqui nelle organizzazioni (Castiello
d’Antonio); un altro testo sul mobbing rintracciabile in biblioteca e forse un testo universitario sulla gestione della diversità sui luoghi di
lavoro; in Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle scienze umane il paragrafo 5.2 si dedica ai temi
dell'emarginazione parte dei paragrafi 2.2, 5.1 e 3.3 molti brani sparsi soprattutto nelle sezioni Intercultura e Noi cittadini ma anche Storia
e Ribaltamente, si segnala L'importanza delle minoranze nelle decisioni di gruppo (Smith-Mackie), La vergogna (L. Anolli), Il senso
d'inferiorità (A. Adler).//
Libro IV, 59, 60, 67 e 68 in Annali (Tacito); i capitoli sull'ostracismo verso i "disertori" dell'ultima parte di Il Re Sole (L. de Saint Simon);
il capitolo sugli effetti della scomunica da parte della Chiesa e inoltre La situazione della pianura padana nel sesto capitolo di Il fascismo
di Silone (leggendo il sesto capitolo considerare non solo i rapporti del boicottaggio descritto con le leggi fasciste e con le discriminazioni
all’origine dei provvedimenti nazisti, ma anche quelli con le forme violente di ostracismo attuali italiane basate sull’appoggio attivo di
negozianti, commessi, baristi e impiegati dei trasporti e della sanità, spesso attivatisi dopo semplici parole d’ordine motivate da pregiudizi
molto stupidi o falsità e comportanti vere e proprie torture psicologiche e fisiche provocanti la malattia, la povertà, la morte o
l’internamento abusivo in manicomi del boicottato); Uscita di sicurezza (I. Silone); il capitolo relativo di Le intelligenze creative (H.
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Gardner) o altre fonti sull'ostracismo verso Einstein praticato, all'avvento del nazismo, dagli excolleghi dell'istituto di fisica di Berlino che
aveva iniziato a dirigere dopo aver dimostrato la validità della teoria della relatività e quando era già noto e apprezzato in tutto il mondo; I
sommersi e i salvati (P. Levi); Wikipedia sulla Guerra Fredda; Wikipedia sul genocidio degli Armeni e su altre vicende simili del secolo
scorso (sulle terribili guerre etniche dell'ex Jugoslavia in territori abitati da persone abituate a ottime relazioni tra persone di etnia e
religione diverse leggete il capitolo relativo in Psicologia della politica (a cura di Catellani-Sensales).
LIBRI UTILI PER CONOSCERE LE PRINCIPALI LEGGI DELLA VIOLENZA IN AMBITO POLITICO E IN GUERRA
I 36 stratagemmi (a cura di M. Faccia); Il Principe (N. Machiavelli); Dialogo sul reggimento di Firenze (F. Guicciardini) o almeno il
primo lungo discorso di Capponi nel primo libro; La scuola dei dittatori e Uscita di sicurezza (I. Silone), da confrontare con il capitolo
su socialismo e comunismo di Doveri (G. Mazzini); I sommersi e i salvati (P. Levi); La fattoria degli animali e 1984 (G. Orwell), da
confrontare con libri e fonti online sulla dittatura comunista russa e con Il potere psichiatrico (approfondite anche a livello etico le
implicazioni del meccanismo panottico e della guerra fatta alla malattia – in realtà al malato e confrontate eventualmente con testi
sull’attuale psichiatria) e Sorvegliare e punire (M. Foucault); Saggio sulla violenza (W. Sofsky); forse La scienza del male. L'empatia e le
origini della crudeltà (Baron-Cohen) che però non conosco; gli ultimi capitoli di I persuasori occulti (V. Packard); Il drago come realtà
(S. De Mari), che in tutti i capitoli ma soprattutto nei capitoli 6, 7, 8, 9 e 12 cita molti degli episodi storici peggiori selezionandoli da
epoche molto diverse e che è un libro senz’altro utile e valido eccetto che per il paragrafo che, nel capitolo finale, contiene le discutibili
opinioni religiose dell’autrice col pretesto di commentare l’idea della provvidenza nella letteratura fantasy; i paragrafi su pace e cause
della guerra e della povertà e altri di Introduzione alla politica mondiale (F. Fossati); pagine online sul dilemma del prigioniero e sul
gioco del pollo o del fifone.
Quando oggi si riflette sulla guerra civile si dovrebbe, secondo me, considerare soprattutto il capitolo sulla recente guerra nell’ex
Jugoslavia di Psicologia della politica (a cura di Catellani-Sensales) e le affermazioni di chi dimostra l’inconsistenza delle tesi dei
paladini del politically correct soprattutto riguardo alla guerra (rimando al libro di Fossati ora citato, ma anche al romanzo L’ultima preda
di Wilbur Smith con riferimento soprattutto alle numerose guerre interne agli stati africane e all’attuale situazione in Bosnia). I recenti
articoli di giornale sulla nuova guerra in Ucraina dimostrano che ciò che è accaduto nell’ex Jugoslavia accade anche in caso di invasione
(e che la fantasia sadica dei militari russi di oggi equivale a quella nazista (vedi “telefonate di Putin” per esempio). Possono essere utili i
testi della Catellani sulla psicologia politica e soprattutto della politica, da confrontare con il libro ora citato di Packard ed eventualmente
con i cap. 1, 6 e 7 di Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni).
Per la chiara illustrazione degli abusi giudiziari di Silvio Berlusconi e per tutti gli altri esempi che contiene consiglio La nuova
manomissione delle parole di G. Carofiglio.
I trattati militari celebri antichi di Sun Tzu, F. V. Renato e M. Musashi sono letti ancora oggi non solo dai militari e ciò a causa
dell'importanza che alcuni loro princìpi teorici rivestono per chi si occupa di politica, economia o psicologia, ma ovviamente non sono
istruttivi come lo furono in tempi in cui venivano impiegate in guerra classi sociali e tecnologie diverse (consiglio una ricerca su
Wikipedia). Di Della guerra di Clausewitz si può dire quasi altrettanto, dato che la rivoluzione francese di fine '700 portò, attraverso
Napoleone, alle strategie militari (sul tramonto delle vecchie regole volte a risparmiare vite potreste considerare Wikipedia e le pagine del
classico di Chateaubriand). Rimando a Internet anche per informazioni precise su ciò che significò l'avvento della guerra di trincea con la
prima guerra mondiale in seguito all'invenzione di carri armati e mitragliatrici, sui successivi cambiamenti causati dall'evoluzione
tecnologica e sui titoli di buoni trattati militari recenti.
Chi conosce i libri di storia contemporanea ripetitivi ed edulcorati in programma perfino nei licei può forse dedurne l’atteggiamento che i
politici che si alternano al ministero dell’istruzione in Italia hanno verso le morti e le enormi sofferenze provocate dai protagonisti di
celebri recenti fasi storiche, perché non sembra che sia principalmente il desiderio di non creare emuli a trattenerli dal mettere in
programma testi in grado di informare e soprattutto di educare gli studenti all’analisi, cosicchè, se sui crimini di Giolitti si tace del tutto,
quelli peggiori dei fascisti su civili italiani ed etiopi per nulla coinvolti in attività politiche non vengono resi noti, come nemmeno i
dettagli sulla povertà o sulla miseria creata nelle campagne e nelle zone montuose e sulla decadenza delle scuole decisa a tavolino, ma si
danno particolari sulla ridicola marcia su Roma e sulle bonifiche di alcune paludi e intanto nessun testo valido del passato viene nominato
, così nessuna buona ricerca autonoma viene agevolata: il risultato è che alla maggioranza Graziani, Preziosi, Buffarini-Guidi e Gentile
rimangono ignoti, come i furti nei negozi e i lunghi stupri di gruppo descritti da Silone, i massacri e i gas neurotossici ricordati da De
Mari e le torture terribili nei manicomi descritti da Ferrario o le vere responsabilità di Mussolini riguardo alle leggi sugli ebrei italiani in
una nazione in cui l’antisemitismo era molto scarso e sulle quali più preciso della Arendt fu Hamilton, almeno quando fece capire come
per Mussolini e per chi con lui simpatizzava il condizionamento mentale operato dai nazisti contò poco rispetto all’opportunismo.
Per informarsi invece sull’atteggiamento attuale verso il crimine in generale di politici e gestori di mass media consiglio invece altre
letture: notizie sul comodissimo carcere di Philadelphia dove morì Al Capone; le pagine di Millenium (S. Larsson) in cui sono messi a
confronto, esplicitamente o implicitamente, ingresso, trattamento e tempi di permanenza nei manicomi attuali e quelli nelle carceri
odierne; le pagine di Politica dei servizi sociali (Ferrario) dedicate a illustrare le categorie numerose di persone colpevoli di reati con
condanne di massimo tre o quattro anni tenuti solo a lavorare nelle cooperative (dove coloro che hanno una diagnosi di malattia mentale
giusta o sbagliata non possono in genere trovare lavoro) e che quindi, anche se hanno commesso gravi violenze, non vanno in galera e
ciò per motivi di età, per l'avere figli piccoli e essere donne o per altre ragioni; informazioni online e sulle riviste su come anche maschi
sopra i 21 anni e sotto i 60, condannati a sei anni di galera e per reati numerosi e gravissimi (sequestro, minacce di morte, terribili e
frequenti violenze fisiche) siano stati condannati in appello ai domiciliari sebbene in libri e testi online sembra che ciò risulti contro la
legge (anche per tentato omicidio in sede lavorativa e violenze domestiche un uomo può avere i domiciliari con le conseguenze che si
leggono sui giornali, es. omicidio); articoli sulle riviste e online recenti sull'attuale carcere di Roma attrezzato come una casa famiglia
scritti da benpensanti simpatizzanti col crimine, "brave persone" che disdegnano di parlare dell'assenza più o meno totale di intervento
dello Stato per aiutare minori e giovani maltrattati o persone affette da malattie invalidanti, ma proclamano che tutte le galere devono
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essere trasformate in altrettante carceri simili a pensioni con inoltre gelati e pony per accogliere i figli dei carcerati in visita (tutte
affermazioni così immorali da far impallidire le consuete lamentele sul fatto che assassini, stupratori, violenti e rapinatori a mano armata
non siano puniti in genere in Italia). In L'odore dei soldi Marco Travaglio ha commentato le cause e le conseguenze prevedibili delle leggi
italiane che favoriscono ladri, pedofili e altri criminali. I libri di Camilleri che discutono alcune leggi italiane ancora recenti che hanno
favorito i mafiosi (ad esempio alcune di quelle sugli appalti, che pare abbiano perfino attirato criminali dall'estero) vanno considerate
insieme alle analoghe discussioni di alcuni anni fa sulla legge sulle intercettazioni e microspie e sulla pena ridicola prevista per i
capimafia (rimando a episodi di note trasmissioni televisive di Fazio e Saviano). Sulle possibili conseguenze della clemenza con i
criminali efferati il capitolo sull'ex Jugoslavia (sulle origini della guerra) in Psicologia della politica (a cura di Catellani-Sensales).
Tenete presente anche il grande arbitrio dei giudici italiani nell'assegnazione delle pene per lo stesso reato dimostrato (in appello, ma
anche per imputati diversi) e le affermazioni sulla corruzione dei giudici (non denunciabili) fatte per esempio da Saviano nella vecchia
trasmissione Vieni via con me. Di recente nelle riviste non sono mancate nemmeno odi al perdono dei criminali da parte della moglie di
un uomo assassinato, che ha affermato che perdonare dà serenità, come se questo egoistico risultato fosse un valido motivo per perdonare
alla cieca, come se fosse inoltre un risultato ottenibile da ogni persona di valore e facendo peraltro intendere che lei non perdonerebbe
probabilmente chi non vuole perdonare ed è sicuro che in certi casi non lo farà mai... Tra i film recenti, del resto, non mancano quelli che
compatiscono perfino i serial killer e film e libri che presentano il lato "umano" o le più comune aspirazioni e debolezze di fascisti e
nazisti, anche mentendo sulla libertà di scelta e sulla fantasia sadica delle SS e di molti militari dell'epoca o sulla lucidità di gran parte di
coloro che sostennero questi regimi senza armi (anche un libro di testo liceale lo fa e per bocca di uno psichiatra o bugiardo o molto
ignorante dei fatti storici). Riguardo alla raccolta delle "prove" legali e su attendibilità e comprensibilità delle perizie a giudici e avvocati,
è utile informarsi anche leggendo alcuni libri di Camilleri (quelli in cui le prove sono fatte sparire e sostituite prima dell'analisi chimica) e
forse di Sciascia, La perizia psicologica (L Sammicheli), Il giudice emotivo (Forza-Menegoni-Rumiati), le contestazioni dell'uso dei test
psicologici (in particolare del Rohrschach) in tribunale in I test psicologici (Sanavio-Sica) e naturalmente pagine online e altri ancora.
Alla specialistica di Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni esiste un corso di Psicologia politica che forse ha nel programma
dei libri utili che invito a consultare (rimando ai due testi di Catellani). Se Il tribunale del medico (IRFEA) può far temere falsi dichiarati
in tribunale dai medici legali diventati evidenti solo in appello, il testo citato di Sammicheli aiuta, come ho già scritto, anche a inquadrare
come gli appelli vengano a volte strumentalizzati per fare evitare – con la legge sulla prescrizione – il carcere a manifesti colpevoli e per
arricchire gli avvocati e inoltre fa riflettere sul discutibile articolo di legge attuale in cui si definisce la pena detentiva come riabilitazione
e non come punizione, una legge che si connette a molte altre che favoriscono i criminali, che ha portato a un grande aumento della
criminalità negli ultimi decenni (rimando al libro citato sui servizi sociali di Ferrario, al citato Sinossi di psichiatria, ecc.). Sulla
“giustizia” riparativa ci sono del resto state molte discussioni di recente a causa di un caso di cronaca caratterizzato da violenza efferata
nell’omicidio che si è concluso con questa farsa grazie alle mere scuse del colpevole e a causa della liberazione di assassini condannati
all’ergastolo. Vorrei che tutti mettessero in discussione questa ipocrita soluzione alla criminalità anche con l'aiuto delle pagine di La
banalità del male, in cui Arendt spiega come la giustizia punisca per affermare un principio, per fare da deterrente e per ribadire e
difendere la dignità delle vittime. Altri autori di classici da considerare al riguardo che mi vengono in mente sono Dickens, Leopardi,
Quintiliano e Cicerone.
Ho cercato di fare una sintesi e forse con poco successo, ma questo paragrafo sulle leggi della violenza in contesti ampi è in fondo
importante in una guida all’autodifesa, perché comprendere ciò che ci accade intorno non è inutile nemmeno quando le nostre possibilità
di agire sono molto limitate.
Preciso che per comprendere questi libri in una prospettiva sufficientemente ampia è necessario leggere con il tempo anche alcuni classici
sulla violenza nei secoli, come almeno Verrine (Cicerone), Annali (Tacito), Storia della Guerra del Peloponneso (Tucidide), Elleniche
(Senofonte), Wikipedia su Attila, Alarico e Tamerlano, Il re sole (Saint Simon), Memorie d'oltretomba (de Chateaubriand), Pensieri e
massime, aneddoti e caratteri (Chamfort), Trattato sulla tolleranza e capitoli pertinenti di Dizionario filosofico (Voltaire), Il buon senso
(D’Holbach), La violenza, la crociata, il lutto (Audouin Rouzeau-Becker), La banalità del male (Arendt), Fontamara, Il fascismo
(seconda metà) e Uscita di sicurezza (Silone), forse almeno la prima parte di L'illusione fascista (Hamilton), Buio a mezzogiorno
(Koestler), Le finestre di fronte (Simenon), 1984 (G. Orwell), Il primo cerchio (Solgenitsin), Il contesto (Sciascia), I Mandarini (De
Beauvoir), La scomparsa dei fatti (Travaglio), La nuova manomissione delle parole (Carofiglio) e il recente saggio Il drago come realtà
(S. De Mari). Alcuni racconti di Hamingway e capitoli di L’uomo senza qualità (Musil), Il taccuino d’oro (Lessing), I demoni
(Dostoevskij), Martin Chuzzlewit e Le due città (Dickens) sono utili.
Ci sono da considerare sull'attualità ovviamente molti altri libri, alcuni anche forse sottovalutati (ad esempio Gita a Tindari e La prima
indagine di Montalbano di Camilleri, da confrontare con classici come quelli di Sciascia) e poi moltissimi film abbastanza recenti (ad
esempio Il caimano) o vecchi (ad esempio Detenuto in attesa di giudizio) e trasmissioni televisive da non scordare (per esempio Vieni via
con me e diverse anche vecchie puntate di Presa diretta, Report e Che tempo che fa). Forse può essere utile anche
http://www.slideshare.com/come-conoscere-bene-la-storia.
Consiglio di leggere un manuale di cittadinanza attiva recente e possibilmente di confrontarlo con un altro della fine degli anni ‘90, con
La perizia psicologica (L. Sammicheli), con l’ultimo capitolo e quello sulle minoranze di Psicologia della politica (a cura di Catellani e
Sensales) e con pagine online sulla disobbedienza civile (quelle con riferimento anche ai casi più recenti e terminati in tragedia) e sul
pertinente e celebre libro di Zinn.
LIBRI E PAGINE ONLINE PARTICOLARMENTE UTILI PER CONOSCERE L’ATTUALE MALASANITÀ (BREVE SELEZIONE)
Rimando al paragrafo più sopra “Sintesi sui principali problemi del sistema sanitario nazionale”. Ricordo che può essere utile leggere gli
elenchi di libri e di siti Internet, i riassunti e le citazioni sulla malasanità di http://www.slideshare.com/guida-alla-salute-nel-particolare-
contesto-italiano (mi rendo conto benissimo del fatto che la maggioranza ha poco tempo per leggere). Rimando anche ai forum sulla
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malasanità e su malattie specifiche e a Il tribunale del medico (IRFEA) se le pagine di www.professionisanitarie.it (sito attivo qualche
anno fa) sono irrecuperabili.
LETTURE SU ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO E SIMILI
In alcune pagine Internet e in un manuale di cittadinanza attiva potete trovare elencate numerose associazioni, ma non sempre vi viene
spiegato di cosa si occupano, perciò bisogna fare una ricerca online per molte di esse, tenendo presenti anche i patronati di sindacati come
CGIL, CISL, UIL e UGL. A patronati, Informagiovani e associazioni di volontariato è bene rivolgersi anche prima di contattare l'INPS e
l'assistente sociale. Tra le associazioni citate nel mio manuale di cittadinanza attiva poco aggiornato (è quello di Giovanni Moro del 1998)
segnalo ASSOUTENTI (per gli utenti dei servizi pubblici), FEDERCONSUMATORI, ADUSBEF (per gli utenti dei servizi bancari),
associazioni di malati cronici (APE, AISC, ALMAR, FAIS, AZIONE PARKINSON, LILA, AIL e AIRC), AUSER (per gli anziani),
associazioni cattoliche varie (CARITAS, ACLI, MISERICORDIE D'ITALIA, GIOC, FUCI, COMUNITÀ DI SANT'EGIDIO),
TELEFONO AZZURRO (per i bambini), TELEFONO ROSA (per le donne), ARCI (culturale), AVO (per dare compagnia in ospedale),
AVIS (donatori di sangue), GRUPPO ABELE, ENDAS e ANPAS (tutte e tre per servizi molto diversificati), LEGAMBIENTE, ITALIA
NOSTRA e WWF (ambientaliste) e PEACELINK (rete di associazioni pacifiste).
Le associazioni ENDAS e ANPAS si occupano anche di inserimento lavorativo, come la cattolica GIOC, le cooperative
FEDERSOLIDARIETÀ, LEGA DELLE COOPERATIVE, COMPAGNIA DELLE OPERE e il CONSORZIO GINO MATTARELLI. La
cattolica FUCI è universitaria. ANPAS e MISERICORDIE D'ITALIA si occupano anche di servizi di primo soccorso ed emergenza. La
COMUNITÀ DI SANT'EGIDIO è di sostegno all'Africa. L'associazione ARCI si occupa anche di immigrati, attraverso NERO E NON
SOLO.
Il manuale segnala la presenza di associazioni di utenti dei servizi radiotelevisivi e tra le istituzioni per la raccolta di fondi, anche europei,
per scopi di interesse collettivo elenca MAG, TELETHON per la ricerca sulle malattie rare e COOPERATIVA VERSO LA BANCA
ETICA).
Lo stesso manuale cita anche associazioni di professionisti con valenza anche sindacale quali GRUPPO DI FIESOLE (giornalisti),
MOVIMENTO PER LA GIUSTIZIA (magistrati), MFD (avvocati e medici), CENTRI DI AZIONE GIURIDICA di LEGAMBIENTE e
per gli operatori sanitari VRQ e APQ.
Le citate APQ e VRQ sono segnalate dal manuale anche come istituti di tutela dalla malasanità, come il TRIBUNALE DEI DIRITTI DEL
MALATO e il suo PIT e il COMITATO PERMANENTE DELL'AZIENDA SANITARIA PER LA QUALITÀ DEI SERVIZI.
Il manuale cita infine SUMMIT (es. DELLA SOLIDARIETÀ), FORUM (es. DEL TERZO SETTORE), CONSULTE (es. DELLE
ASSOCIAZIONI DI CONSUMATORI) e varie ONG (CIPSI, COCIS e FOCSIV).
Una rete di associazioni che coordina varie comunità di accoglienza e attività rivolte a persone in condizioni di disagio molto varie è
CNCA, ma possono indirizzare alle associazioni più adatte alle proprie necessità anche MOVI, la FONDAZIONE ITALIANA PER IL
VOLONTARIATO DI ROMA, il CENTRO NAZIONALE DEL VOLONTARIATO DI LUCCA, e la FONDAZIONE ZANCAN DI
PADOVA. Il summit della solidarietà raccoglie 15 associazioni che si occupano di malati cronici e disabili, perciò è utile anche per
informarsi su questi servizi. Avendo voluto fare una selezione, ho preferito attenermi al mio manuale di cittadinanza attiva per quanto
datato, ma possono darvi altre indicazioni delle pagine Internet e anche il mio http://www.slideshare.com/guida-per-gli-utenti-delle-
biblioteche, che però aggiunge poche altre associazioni e per lo più rivolte ad anziani e malati (VIDAS, EDI, ANTA ITALIA, LISCLEA).
Vi invito a fare una ricerca in Internet sulle ONLUS, delle quali il mio manuale non fa alcun esempio.
Leggete un libro sul volontariato in Italia. Io ho apprezzato un dossier in allegato su Famiglia Cristiana, che però è stato scritto una
ventina di anni fa..
LIBRI UTILI PER RICONOSCERE NEGLI ALTRI E IN SÉ LE PIÙ COMUNI DISTORSIONI DEL GIUDIZIO E COSÌ
DIFENDERSI CON METODO DALLE FALSE ACCUSE ALTRUI E DALLE SPIACEVOLI CONSEGUENZE DEL PROPRIO
EQUIVOCARE
Cercate informazioni online sul meccanismo di difesa della repressione (cfr. con S. Freud), su quelli di rimozione, formazione reattiva,
negazione, caduta, inibizione, introiezione, proiezione, rivolta (rivolgimento) contro il sé, inversione, rinuncia altruistica, ascetismo,
idealismo, sublimazione, intellettualismo (cfr. con Anna Freud), su quelli dell'identificazione scissa e della tendenza a spostare il
ragionamento verso un processo primario (cfr. con Kernberg) e sulle teorie di M. Klein sui concetti di schizoide e depressivo. Chi ha
tempo legga L'io e i meccanismi di difesa in Opere volume primo di Anna Freud. Informatevi online anche sul coping nei suoi aspetti
negativi e sulle "difese primitive" associate o meno ai disturbi di personalità. Informatevi infine sui meccanismi di difesa involontari post
traumatici e implicanti amnesia o allucinazioni. Recentemente, in alcune riviste si è fatto uso dell'espressione "meccanismi di disimpegno
morale" per indicare la base psicologica dei comportamenti immorali e per comprenderne la natura si devono tener presentii concetti di
conformismo e capro espiatorio e raccogliere informazioni online almeno su errore fondamentale di attuazione di Ross, obbedienza
all'autorità di Milgram, inibizione di gruppo ai comportamenti di Latané e principio del piacere di Freud (tutti questi princìpi di psicologia
fanno semplicemente riferimento alla tendenza naturale a evitare a sé il dolore a prezzo della giustizia e ad autoaffermarsi attraverso i
gruppi e la violenza anziché mediante il faticoso e lento processo della conoscenza di sé). Nel vecchio manuale di Psichiatria di Sarteschi
e Maggini al cap. 2 – VIII sull'affettività, alla fine sono elencati e spiegati i meccanismi di difesa inconsci: forse in parte con
sovrapposizione e nome diverso trovate spostamento, fantasia, dissociazione, idealizzazione, identificazione, compensazione, negazione,
regressione, rimozione, introiezione – incorporazione – internalizzare, formazione reattiva (o trasformazione nel contrario), proiezione e
razionalizzazione (se non potete leggere questo capitolo, cercate in biblioteca e online informazioni corrispondenti, tenendo conto che la
terminologia è della fine degli anni '80).
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Negli anni '80 Ancona ampliò i classici meccanismi di difesa. In un libro universitario molto recente ho trovato tuttavia capovolgimento,
annientamento e isolamento (una sorta di separazione/eliminazione dell'emozione dall'evento che di solito la genera) e inoltre scissione,
intellettualizzazione, isolamento affettivo, annullamento retroattivo, autoaffermazione, altruismo e auto-osservazione, aggressività passiva
e indiretta, lamentarsi rifiutando aiuto, acting out, grandiosità, onnipotenza, svalutazione. Nello stesso testo si dà all'identificazione
proiettiva la caratteristica di difesa psicotica. Sullivan a proposito del transfert (traslazione), parlò di distorsione paratattica. Nel cap. 3.4 di
Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle scienze umane ne trovate forse l'elenco più chiaro, anche se breve, e
quello che consiglio di leggere per primo: alla maggior parte delle difese inconsce sunnominate qui si aggiungono identificazione con
l'aggressore e ascetismo e si fanno utili esempi con riferimento all'esperienza di bambini e ragazzi o al passaggio da infanzia a età adulta,
si fa ben emergere la positività di sublimazione e intellettualizzazione e si accompagna la serie di definizioni con un brano tratto da un
testo di Anna Freud. In Simboli della trasformazione Jung riconduce alcune depressioni a forme di difesa inconscia dal rifiuto
dell'introversione/introspezione necessaria e l'esperienza dimostra che ciò vale anche per emozioni e sensazioni diverse dalla depressione
vera e propria. In L'arte di ascoltare Fromm identifica l'astenia fisica inspiegabile come una reazione inconscia esprimente paura motivata
da percezioni subliminali in genere esatte. Nei test sulle malattie psicosomatiche si può trovare qualche cenno al ruolo che il problema
fisico riveste nella vita per un processo psicologico inconscio, sebbene la questione sia troppo complessa per essere ridotta a questi
termini. Nei paragrafi sul lavaggio del cervello delle dittature e sui maltrattamenti sui bambini di Sinossi di Psichiatria (Kaplan-Sadock) si
accenna a reazioni particolari di idealizzazione e a volte attaccamento. In chi subisce a lungo bullismo e soprattutto mobbing e in donne
sole che subiscono violenza psicologica, sessuale o fisica può avvenire di ritrovarsi apatici o almeno emotivamente distaccati e poco
ricettivi (è "distanziamento emotivo" l'espressione usata nei libri sul mobbing), incapaci di ideare soluzioni o di allontanarsi, come càpita
ad adolescenti o giovani sofferenti che si sono rivolti a uno psicologo che non li aiuta in nessun modo e si approfitta anche gravemente di
loro (ne danno testimonianza anche scritta vittime di mobbing, donne abusate e, fra gli altri, Jung e Fromm ed è implicito nel codice
deontologico degli psicologi e in alcune affermazioni di Fabio Celi, Lacan e altri). Un'ostinazione senza metodo o con molti cambiamenti
di sede e il rivolgersi troppo presto ai vertici (presidi, primari, direttori, giornali, ecc.) sono tipici in chi ha a che fare con assistenti sociali,
malasanità e a volte scuole (madri di disabili, persone in situazioni economiche molto precarie, vittime di gravi abusi medici, ecc.) e di ciò
avverte ad esempio Il colloquio nell'assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca). È da questi meccanismi di difesa arcaici usati da tutti che
si può ricondurre in genere la diagnosi di disturbo di personalità, di falso sé per esempio, sfruttando il fatto che chi si comporta non
"saggiamente" è sempre inconsapevole di agire male come chi usa molto queste primitive difese senza neanche rendersene conto da
sempre o da decenni in quanto potenti ed egosintoniche (la sua situazione di vita le ha favorite o permesse fino a quel momento). Nei
paragrafi 9.2, 9.3, 9.4, 7.1, 7.2 e 7.4 del manuale Interviste e colloqui nelle organizzazioni (A. Castiello D'Antonio), un libro che non
consiglio per gli altri argomenti affrontati, e probabilmente in alcune pagine online trovate informazioni, oltre che su ciò, anche su misure
di sicurezza (evasione, seduzione e aggressività) e su errori di percezione e giudizio (effetti di alone, contesto, errore logico e sistematico,
pregiudizio di Rice contagioso, coazione a giudicare, ancoraggio all'esperienza, paura del silenzio, eccesso di controllo, correlazioni
illusorie non verificate, reazioni di simpatia-antipatia, stereotipi, confronti con la propria etica, effetto di necessità e umore in base alla
"teoria del campo" di Lewin), alcuni dei quali sono riassunti spesso nelle "euristiche del giudizio" e dai concetti di rappresentatività, di
availability (da confrontare con l’euristica della disponibilità), primature clousure e confirmation (da confrontare con l’euristica
dell’ancoraggio) e base rate e neglect (da considerare insieme al suo opposto, che porta alla sovra-diagnosi) che potete conoscere anche
attraverso Modelli di colloquio in psicologia clinica (Del Corno), un testo davvero odioso ma utile sia per questa spiegazione che per il
lungo, chiaro e dettagliato elenco di cause di bias tipici del clinico che contiene (non è infatti solo la maggioranza degli psicologi e degli
psichiatri a ritenere di poter giudicare bene a caso e di poter avere certezze sugli altri e su di sé). Anche in due paragrafi del cap. 12 di
Psicologia della politica (a cura di Catellani-Sensales) si elenca ciò che più influenza la capacità di ragionare e decidere su un argomento
(il riferimento è a recenti gruppi di discussione della "democrazia partecipativa deliberativa"). Consiglio di informarsi online
sull'esperimento di Rosenthal e quindi sulla profezia autoadempientesi o effetto Pigmalione. Va tenuto presente che può offrire spunti di
riflessione anche la lettura dei paragrafi sulle domande che più facilmente creano risposte fraintendibili o ostruttive del dialogo in Il
colloquio nell'assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca) e Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock): domande chiuse, domande composte,
domande perché, domande o affermazioni che esprimono un giudizio o minimizzano le preoccupazioni del paziente, consigli prematuri,
interpretazione prematura, transizione, comunicazione non verbale negativa o caricaturale di quella positiva e volta a fingere empatia,
affermazioni contenenti giudizi, stereotipate-superficiali, banalizzanti e squalificanti, atte a cambiare tema; domande multiple, troppo
articolate o troppo astratte, chiuse quando non è indispensabile una risposta brevissima, viziate ovvero capaci di far intuire la risposta che
ci si aspetta, suggestive cioè stimolanti una convinzione prima assente, insistenti su temi imbarazzanti o non interessanti. Leggete in
Metodologia della ricerca in psicologia (Howitt-Cramer) oppure online informazioni su sulle più frequenti cause di "bias" (tendenza a
fare errori di interpretazione a causa di pregiudizi, esperienze precedenti, interesse, ecc.) dello psicologo, dello sperimentatore, di chi ha
elaborato i test e gli altri strumenti, di chi scrive e pubblica gli articoli (es. file drawer effect e p-hacking dei pezzi pubblicati sulle riviste)
e del soggetto del caso di studio (a causa dei limiti di memoria, soggettività, paura, ecc.) e informazioni su tutto ciò che minaccia la
validità interna ed esterna delle ricerche psicologiche e sociali secondo gli stessi che le incoraggiano e le divulgano (reattività, effetto
Hawthorne, effetti storia e di storia locale, effetto prove, effetto selezione, perdita dei soggetti e selezione-strumentazione, effetto
strumentazione, effetto maturazione, effetto aspettativa, effetto di diffusione, effetto di novità ed effetto di regressione differenziale verso
la media o regressione statistica), tenendo presente che gli stessi effetti con l’aggiunta di quelli detti di casualità o non-attitude e di
interazione di fattori e quello di contaminazione – in realtà quest’ultimo credo presente nell’elenco precedente sotto altro nome – sono
elencati anche nei testi per gli educatori, gli insegnanti e i sociologi, che i criteri stessi di validità interna ed esterna sono criticati e ignorati
da alcuni autori di libri universitari (es. Corbetta), che la scala più usata (almeno per i test sugli atteggiamenti delle ricerche sociali) –
quella di Likert – è ritenuta insoddisfacente sotto vari aspetti e che ogni sondaggio è ritenuto di scarsa validità da molti tra cui la
giornalista Barbara Spinelli (rimando per questi ultimi rilievi ancora a Corbetta). Consiglio su tutto informazioni online. Ai cap. 2, 6 e 7 di
Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni) l'autore affronta biases, euristiche, errori di ragionamento, ostacoli del pensiero
produttivo (quello che porta a risolvere problemi senza ripetere schemi mentali appresi, cioè non meccanicamente, ma con apertura),
influenza delle emozioni sul giudizio, malintesi, comunicazioni non ben riuscite (miscommunication), menzogne subìte, vicoli ciechi
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dell'interdipendenza cognitiva, influenza normativa dei gruppi o groupthink e polarizzazione e lo fa in modo estremamente dettagliato, ma
con pochi esempi che ne facciano risaltare le conseguenze attraverso l'inserimento in un contesto (eccetto che per le distorsioni provocate
da Internet e in generale dai media), nessuna selezione in base all'importanza e un eccessivo ricorso a termini tecnici e a nomi e cognomi!
Comunque in questo manuale denso di Scienze dell'Educazione troverete elencati le seguenti cause di errore di giudizio, su cui forse
esistono pagine online:
- tra i biases euristiche di rappresentatività e quindi di dipendenza da certe idee su una categoria di persone o eventi (anche per fallacia
della congiunzione e illusione del giocatore sulle ipotesi di serie/connessioni di eventi), disponibilità (verso ciò che viene a mente
facilmente) e ancoraggio (a esperienze recenti, qualche fonte), correlazione illusoria tra eventi od oggetti (cui concorrono le prime due
delle precedenti), tendenza alla conferma, accentuazione (il forzare la realtà complessa dentro poche categorie), autoconvalida (anche per
raccolta selettiva di informazioni, reinterpretazione dei fatti o costrutti di autoconvalida quali sono la relega in un campo inattivo, la
recinzione, l'introduzione di un fattore perturbante e l'effetto Pigmalione/di profezia autoavverantesi), hindsight (o retrospezione, una
proiezione sul futuro di eventi passati), illusione del controllo, tendenza alla positività (effetto Pollyanna), errori di attribuzione delle
cause a proprio favore (anche per errore fondamentale di attribuzione e per gli effetti attore-osservatore, self-serving – es. attribuzione
difensiva, egocentric bias, effetto del falso consenso generale - e group-serving).
- euristiche causate da informazioni di sfondo (rispetto alla qualità delle argomentazioni), es. euristica dell'esperto, della lunghezza, del
prezzo, della parvenza scientifica;
- euristiche nella risoluzione dei problemi (es. euristica mezzi-fini con individuazione di sotto-mete (somma ponderata, strategie basate su
requisiti minimi e su strategie percettive suddividendo aspetti e oggetti per il confronto).
- errori di ragionamento condizionale (molti non riconoscono come fallaci le sbagliate affermazione del conseguente e negazione
del'antecedente) provocanti errori di comprensione; difetti di elaborazione (non di comprensione) provocati da elementi distraenti e
disturbanti o da emozioni (soprattutto in casi di conflitto con credenze o grande concretezza del problema); ragionamento controfattuale,
che si basa sul poco rigoroso uso del condizionale passato; errori di ragionamento induttivo (audacia e tendenza alla conferma).
-tra gli ostacoli al problem solving finità funzionale, meccanicità, tendenza conservatrice o al contrario a ignorare probabilità a priori,
influenza delle euristiche principali su strategie percettive e su giudizi di probabilità.
- da parte delle emozioni (pur indispensabili per decidere) effetto framing (riguardante il modo in cui si decide di vedere un problema o di
inquadrarlo) ed effetto tipico di spingere a decidere in base alla situazione (anche quando senza coerenza con la visione di sè) o in base
all'influenza della decisione sulle relazioni importanti della vita (anche quando non sia di per sè la decisione migliore) e in generale
condizionamento emotivo dei giudizi di valore, di probabilità e di acuratezza anche fino a provocare rinvio, passaggio di mano o rifiuto.
- da parte dei media convenzionalità, struttura sociale alterata, presente dilatato, negatività, mainstreaming, agenda-setting, ignoranza
pluralistica, knowledge gap, abbassamento della tolleranza dell’incertezza, effetto terza persona, effetti imitativi, effetti
sull’immaginazione come il day dreaming e l’inibizione della immaginazione creativa,
- malintesi comuni (doppio, beninteso, beninteso beninteso a seconda della consapevolezza degli interlocutori) causati da difetto o eccesso
o errore d’inferenza e di distanza culturale;
- miscommunication a vari livelli (con disfunzioni senza miscommunication e miscommunication coperta da ideologia o non standard, a
seconda del grado di consapevolezza, della gravità e delle cause percepite) e di vari tipi (difetti di trasmissione di informazioni, disturbi
dell’interazione o malfunzionamento delle attività sociali istituzionalizzate, difetti di dialogo, problemi di costruzione sociale della
cornice/framing, del rapporto/ruolo o del sé per rifiuto e per la più grave disconferma);
- vicoli ciechi dell’interdipendenza cognitiva (quando difetta lo script di riverberazione, per il quale si riflette a voce sul punto di vista
opposto mettendo la relazione al primo posto), polarizzazione, influenza normativa dei gruppi (con acquiescenza) e groupthink (in un
gruppo grave deragliamento della capacità decisionale).
Riguardo ai tipici errori nell’attribuzione di causa potete leggere online o in La dimensione psicologica degli ultimi anni del liceo delle
scienze umane delle pagine sulla fallacia causale dette Post hoc ergo propter hoc (dopo ciò dunque a causa di ciò), fallacia della causa
comune (avvengono insieme perciò la causa è la stessa) e fallacia dell’inversione (si scambia l’effetto per la causa).
Si dovrebbe considerare tutto ciò in parte sullo sfondo dell’evoluzione del pensiero scientifico (informatevi sui concetti di categoria di
falsicabilità e carica di teoria o Theory laden)
Quando farete ricerche in un campo qualunque, troverete elencati probabilmente i biases cognitivi elencati in questo paragrafo con lo
stesso nome o con nome un po’ diverso e forse qualche altro bias qui non citato: per fare un esempio, su alcune pagine online riguardanti il
lavoro degli analisti dell’economia potrete leggere di un bias denominato Cherry picking.
LIBRI UTILI PER DIFENDERSI DA CHI USA TEST PSICOLOGICI PER GIUDICARE GLI ALTRI IN FRETTA APPENA
CONVENGA
(I TEST PIÙ USATI DIVENTANO ALTRI NELL'ARCO DI POCHI ANNI, PERCIÒ DOVRETE IN FUTURO AGGIORNARE QUESTO ELENCO SE VOLETE UNA CONOSCENZA DAVVERO
MOLTO PRECISA DEI TEST ATTUALMENTE IN USO)
Considerate il paragrafo pertinente della prima parte del documento. Un buon libro sul linguaggio del corpo (in biblioteca testi simili
semplici e utili non mancano) da confrontare con il paragrafo 3.2 sulla CNV (postura, segnali metasegnali come il portamento,
espressione, movimenti) in Il colloquio nell'assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca) e eventualmente con il cap. 5 di Psicologia della
comunicazione (P. Di Giovanni); informatevi sulla fisiognomica antica non validata di Lavater e sui suoi recenti sviluppi pericolosi online
e al limite anche in biblioteca; un testo e/o pagine online sulle più comuni deduzioni dalla calligrafia (ricordo che la grafologia è un
metodo di analisi giudicato inattendibile dopo molti esperimenti, ma praticato comunque spesso in diversi contesti e con non poca
sicumera e faciloneria); pagine online o un testo sull'analisi lessicografica nelle comunicazioni orali o scritte; i capitoli 10 e 11 di
Diversità, devianze e terapie (Salvini-Galieni), sull'analisi del discorso/testo, delle corrispondenze, dei cluster e stilografica (metodi
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utilizzati in tribunale ma non ritenuti scientifici, perché la loro attendibilità non è certa e dimostrabile); eventuali elenchi di test in libri di
testo dei programmi dei Licei delle Scienze Umane (il testo del secondo biennio con il corso di Psicologia ha i limiti esposti nel mio
paragrafo sui licei più avanti, ma è un'introduzione breve e ricca di schemi ben fatti ai testi universitari), Scienze dell’Educazione e della
Formazione, Psicologia e forse Scienze Infermieristiche, Scienze Sociali e dell'Assistenza Sociale e Medicina. Potreste leggere i libri del
corso di Metodologia della ricerca in psicologia (quello di Howitt-Cramer), almeno il Cap. 3 sull'analisi della conversazione in Il
colloquio nell'assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca) e forse i testi del corso universitario di Pedagogia sperimentale come La ricerca
sul campo in educazione: i metodi qualitativi (Mantovani) e, in caso non comporti alcun disagio, potreste farvi prestare gli appunti delle
lezioni e soprattutto dei laboratori dagli iscritti, ma può essere sufficiente leggere l'elenco sintetico di tutto ciò che minaccia la validità
interna ed esterna delle ricerche psicologiche (effetto storia, effetto strumentazione, ecc.) in Progettare la ricerca empirica in educazione
(Coggi-Ricciardi). Forse altri test sono contenuti nei manuali in programma nel corso universitario “Pedagogia sperimentale. Modelli e
procedure per l’educazione degli adulti” (non li ho però ancora letti). Segnalo Dieci test che lo psicologo deve conoscere (Lang), Test
psicologici (Natali), I test psicoattitudinali per tutti i concorsi o forse La diagnosi testologica (Del Corno-Lang) e Psicopatologia dello
sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (F. Celi). Leggete le pagine Wikipedia sul modello Kernberg e quelle sull'assurdo manuale
diagnostico e statistico dei disturbi mentali nelle versioni IV e V e future e cercate di trovare delle raccolte di test diagnostici che usino
come riferimento tale DSM o il PDM o la ICD-10 o almeno leggete le pagine dedicate al colloquio paziente-medico e al report e poi
possibilmente l'intero cap. 5 Valutazione e diagnosi del paziente psichiatrico per le tabelle su scale e test e il concetto di MSE in Sinossi di
Psichiatria (Kaplan-Sadock's) o in un altro manuale universitario recente di psichiatria o di psicologia clinica e forse L'ascolto del minore
testimone (Gulotta-Camerini) e La perizia psicologica. Prospettive e metodi in psicologia e psicopatologia forense (L. Sammicheli).
Comunque considerate ovviamente in generale i libri dei programmi dei corsi universitari di Psicometria, Testing, Test della personalità
(es. i libri su questi test di Sanavio-Sica, Antonelli-Rubini e forse Boncori). Sono utili dei libri universitari sul colloquio psicologico/
clinico, quello nell'assistenza sociale e quello sul luogo di lavoro come Modelli di colloquio in Psicologia clinica (Del Corno-Lang-
Menozzi) [scritto in un gergo ridicolo, si tratta di un libro immorale e assurdo per i mezzi e gli scopi che attribuisce ai sedicenti clinici, ma
è anche una buona introduzione per conoscere bene le cause di bias e cosa aspettarsi dagli analisti e inoltre dagli attuali strumenti
alternativi al colloquio – come test e interviste semi-strutturate – e dalle classificazioni diagnostiche anche diverse dal DSM]. Sull'analisi
dei disegni infantili potreste leggere i paragrafi 1.4, 1.5 e 1-2.2 di Dialoghi ininterrotti (P. Bastianoni). Sul test sociometrico di Moreno
potete leggere il paragrafo 8 del cap. 6 di Metodologia e tecniche della ricerca sociologica (P. Corbetta). Consiglio di evitare i manuali
incentrati solo su test e colloqui usati nel mondo del lavoro. Leggete I persuasori occulti (V. Packard), Tecniche proibite di persuasione
(S. Allen) e il capitolo sui test psicologici in Ricerche sperimentali di C.G. Jung (fate attenzione, però, a non fraintendere il messaggio di
Jung, che in tutti i suoi altri libri ha più volte affermato che i test psicologici sull'individuo non hanno alcuna validità se il fine è di dare
un giudizio complessivo e ottenere certezze, confermando quindi il giudizio di Packard sull'inefficacia dei test individuali e il disprezzo di
Fromm sul "comportamentismo" insegnato all'epoca, come in parte oggi, nelle università di Psicologia, che infatti hanno un approccio
prevalentemente nomotetico o neo-positivista, nonostante le affermazioni del contrario di molti manuali, i quali spesso infatti insistono
sulla necessità di non usare i test come fotografie senza criterio e che alcuni test non vanno proprio usati per fare ipotesi di diagnosi, ma
poi puntualizzano che c'è chi però lo fa). Segnalo Tecniche dell'intervista e del questionario (Zammuner) che potete evitare di leggere se
avete letto il manuale di metodologia della ricerca psicologica e trovate online o altrove informazioni su buffer (domande distraenti), sui
vari tipi di effetto risposta (ciò che porta a risposte inadeguate o a errori d'interpretazione) e sulla tipica posizione delle domande salienti
nei questionari. Informatevi anche sulle "parole al baseline" o sulla "misura basale" (risposte giuste indovinate). Forse è utile leggere
anche i libri non universitari sull'analisi frettolosa come Come analizzare le persone (Morelli). In particolare documentatevi comunque sui
test di livello delle scale Wechsler e SBS per rilevare Q. I. (a seconda della fascia di età WIPPSI, WISC III e IV e -R e WAIS), anche se
esiste anche la scala Stanford-Binet, sulla scala SGIT per l'intelligenza generale, sui test proiettivi o di prestazione tipica e narrativi per
valutare interessi, abitudini, capacità ecc. (almeno TAT, Rorschach, Roberts, Ort e Blacky Pictures, CAT-S, che è simile al TAT, ma per
bambini; un test proiettivo per valutare stili manageriali è quello di H. Zulliger), sui test visivo-percettivi o motori/cognitivi (test di
Frostig, Bender, TPV, ADD e, Leiter-R), sui test di abilità cognitiva (il breve MMSE, CAS, GAT, PM, CPH e matrici di Raven), per la
discalculia (BIDE), per le strategie di apprendimento (QSA), per le conoscenze metacognitive sullo studio (il questionario "Io e la mia
mente"), per il metodo di studio (QMS), per l'abilità in matematica (MeMa, prove AC-MT, MAT 2, ABCA, SPM) e per la capacità di
lettura MT di lettura 2, sui test d'ammissione all'Università e dei concorsi (Logica Hoepli test e su www.hoeplitest.it), sui test della
personalità (VPF5, Myers-Briggs, EPQ/EPI, MPI, BFQ, CBA, 16 PF-C, ACL e soprattutto MMPI - il "Minnesota"- CPI, simile al MMPI
e più centrato sui punti di forza che sulle patologie e MCMI - il "Millon", Myers-Briggs Type Indicator forma F sui tipi psicologici di
Jung e TCI, il test che distingue tra parte fissata da basi neurobiologiche – temperamento – e parte modificabile da esperienze, intenzioni e
allenamento – carattere – e che è stato usato anche per verificare i progressi dopo cicli di mindfulness), sul test del disegno della figura
umana e disegno della famiglia di Corman, su quello su preferenze e interessi - credo - per minorenni (questionario di Ayllon e
McKittrick), sul supporto sociale (MSPSS e test sociometrico di Moreno, per individuare leader ed emarginati in classe), sui test
attitudinali (DAT-5 – un test sulle abilità cognitive catalogato come attitudinale – e i test sui valori professionali e le tendenze sul lavoro
TOM, SVP/WIS e PASAT 2000 e SPT), sulle competenze professionali, soprattutto manageriali, basate sul critical incident o su prove con
documenti (target interview o TI, PBTI, BEI, SI, In-Basket, SIBI, CSI, MI, EI), sui test per valutare la propensione al rischio (CDQ), sui
test per valutare l'intelligenza emotiva (BBES, EQ-i e MSCEIT), sulla capacità di lettura di segnali della comunicazione (PONS) e sui test
sintomatici (EDI). [Ho trovato questi test in un manuale del 2016]. Su un testo universitario sui test psicologici del 1998, su un manuale di
psichiatria del 1989, un testo recente sull'educazione e altrove ho rintracciato inoltre i seguenti test probabilmente ancora esistenti o simili
a quelli più recenti: test sull'ansia (STAI-Y, SAT, HAM-A, TAI, EMAS, CASI-anxiety scale), sulla paura (IP, FSS), sul disturbo di panico
(PDSS), sul disturbo da stress post traumatico DSPT (CAPS), sul disturbo ADHD (CRS), sull'autismo (ADI-R),sulla depressione (BDI I e
II- breve e online -, CES-D, QUIDS-SR, HAM-D, HRS, SDQ, CDI, Q-PAD, batteria SAFA, CASI, MASCCP, ADI, SCASPV e altri
scaricabili da www. Soleinfo.com), su ansia e depressione (TAD, HADS e test di depressione-eccitamento di Jaspers), per l'autostima in
generale (Five scale of self esteem), per l'autostima in vari ambiti (TMA), sugli stili di attribuzione (questionario di attribuzione), sulle
ossessioni e compulsioni (Repetitive behaviours questionnaire, MOCQ, il PDQ o MOCI, LOI, PI), sulla schizofrenia (BPRS, PANSS,
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SAPS e SANS, test del comportamento schizofrenico di Paget), sul comportamento aggressivo (PFS), sull'assertività (RAS, AI, SIB), su
autoefficacia (LOC), su coping, problem solving e focus of control (CISS, COPE, SCS, IE scale, PSI e IPC) [sul coping rimando
comunque alle pagine online che ne elencano le strategie e a quelle che illustrano lo STIPO e la psicologia sociale, del lavoro e delle
organizzazioni], su considerazione o meno delle cause in rapporto a locus, stabilità e controllabilità (questionari CDS), sulla qualità di vita
(SIP, NHP, SAT-P, WHOQDL), sul dolore fisico e le malattie croniche (QUID, MPQ, API, IBQ). Informatevi sulla batteria di test italiana
CBA 2.0. Ricordate che Rorschach e MMPI sono molto usati nei processi giudiziari e che perciò può essere utile conoscerli bene anche
attraverso dei manuali (forse quello di Exner per il primo dei due). Anche il TAT forse andrebbe conosciuto meglio su un manuale (forse
quello di Abbate-Massaro, che tratta anche della SCORS). Informatevi sulla DISC, con "stem questions". È importante anche conoscere
almeno l'intervista semi-strutturata sui disturbi della personalità SCID-5-PD (rimando al testo di First-Williams-Benjamin-Spitzer; la
SCID è citata anche negli attuali manuali di Psichiatria), le griglie di lettura dei colloqui clinici SWAP-200 (A) (rimando al manuale di
Shelder-Lingiardi e al sito www.swapassessment.org), OPD-2 e successivi (rimando al testo Task Force tradotto) e SCORS (rimando al
manuale di Lingiardi-Abbate). Consiglio di stampare da Internet l'utile SCL-90. Su salute generale e distress c'è GHQ – 12. Segnalo la
breve SCID-5-SPQ, quella BPI sulla depressione dei bambini, la brevissima scala WHODAS online e quella WHODAS 2.0 della tabella
5.3-1 del capitolo 5 del citato Sinossi di Psichiatria, VAS, VNS, NRS, QUID, MPO, MPI, IBQ, CBA2-0, CBA-H, il test ABI e l'intervista
Vineland adaptive behaviour scales, tutti per la valutazione della disabilità, del dolore, dello stato di malato, di aspetti vari di pazienti
ospedalieri con malattie organiche, Omega attitudes inventory (sulle preferenze dei morenti), Mccame readiness for death (sulle qualità di
morte), le scale di valutazione sia personali che per genitore/tutore dei sintomi trasversali di primo e secondo livello (es. PROMIS e
magari ASRM, PHQ-9, FOCI, NIDA-ASSIST) e della gravità (es. INSESS e DES-B)[rimando al sito di Raffaello Cortina]. Tenete
presenti inoltre i test online e non sulle dipendenze da alcool (es. CAGE, RAPS4 e ASI), sesso, Internet, gioco d'azzardo e a quelli sui
disturbi alimentari (es. BULIT-R; EDE); credo che online ne esistano su bulimia, anoressia e binge eating, riguardo ai quali è bene
consultare anche il DSM più recente. Nel citato cap. 5 di Sinossi di Psichiatria trovate altre misure oggettive e proiettive della personalità
pensate per adulti o per bambini, strumenti di valutazione della personalità per specifici disturbi nei bambini (es. MASC e CDI),
procedure di valutazione comportamentale nei bambini (es. SCIC, BYI-III, BASC-2 e PHCSCS-2), test cognitivi specialistici (es. NEPSY
e DKEFS), test cognitivi non verbali e adatti a varie culture (es. TONI), test per valutare letture/profitto (es. WRAT), capacità di
elaborazione, abilità visuo-motorie (es. VMI-5) e uditivo-vocali (es. TAPS), memoria (es. CMS, Wechsler Memory Scale, Boston naming
test, test di metamemoria, computo delle parole sonda, test su memoria retrograda/autobiografica, test per memoria remota con personaggi
ed eventi noti o da TV, test della copia della figura geometrica complessa, compito delle coppie associate di parole, test di riconoscimento
del tipo sì-no a scelta multipla, test richiamo senza aiuto a ricordo libero o con suggerimento), cognizione sociale/problem solving (es.
TOPS), fluenza verbale, demenza, o lobi frontali o test simili alla WISC ma più rapidi (es. WASI) e infine test neuropsicologici simili a
quelli cognitivi specialistici: di questi test sovrabbondanti e meno rilevanti e di alcuni di quelli citati da me più sopra il manuale dei
Sadock e di Ruiz indica il grado di affidabilità e uso effettivo nella pratica clinica (spesso in contrasto tra loro). Un esempio di test
particolarmente insensato, secondo me, è l'HIT, un test proiettivo in cui al povero malcapitato vengono mostrate ben novanta tavole con
macchie d'inchiostro, per le quali peraltro è considerata accettabile una sola risposta e la cui attendibilità è pure dubbia... Tenete presente
che un esame delle urine può rilevare alcol, cocaina, eroina, marijuana, morfina, metaqualone, anfetamine, benzodiazepine e barbiturici,
perciò mentire ai test su ciò è controproducente. Esistono inoltre scale di valutazione per problemi molto specifici e particolari (es. AIMS
per valutare movimenti involontari) o all'Alzheimer (es. NPI), ma esulano dallo scopo di questo paragrafo. Informatevi sulle interviste
semi-strutturate SCID-5-CV (-RV/-CT), PDO, IIC, (la trovate online nella versione normale e per informatore), D-C: 0-5 Zero to Three e
soprattutto CDI e STIPO (online trovate in inglese le domande dell'intervista CDI e in italiano l'utile STIPO). Online cercate altri
questionari o self-report inventories e i genogrammi familiari di genepro. La famiglia BLC comprende test autovalutativi per infanzia e
adolescenza e test per genitori e insegnanti. Una scala di valutazione indicata durante una terapia è HSCS (anche il PDO-2 però è stato
creato soprattutto a questo fine). In caso di mobbing segnalato, vi verranno fatti fare dei test, che potrete fare anche da soli per rendervi
conto della situazione al lavoro (es. Lipt-Ege, Naq-R e S-Naq e Work Harassment Scale). Accertare il mobbing. Profili giuridici,
psichiatrici e medico-legali (a cura di M. Bove e altri) può servire quando si è deciso di denunciare. Riguardo alle valutazioni a scuola si
deve considerare almeno anche la tassonomia di Bloom, le scale di osservazione del comportamento in classe di Boncori e l'elenco di
strategie e indicatori degli esercizi 50, 78, 79 e 82 del cap. 10 con chiavi di correzione di Progettare la ricerca empirica in educazione di
Coggi-Ricciardi (elenco di strategie elaborative, metacognitive e di dimensioni della creatività, definizioni e indicatori di autoefficacia,
autostima, benessere scolastico e ansia) o di pagine online. Informatevi sull'esperimento di Rosenthal che ha dimostrato l'effetto
Pigmalione, che Merton ha definito della "profezia che si autoavvera" ed è un esempio di bias di autoconvalida riguardante come
l'atteggiamento degli insegnanti sia influenzato dai risultati dei test su Q.I. e a sua volta influenzi il rendimento scolastico e tali risultati al
test.
I manuali di psicologia politica citano il test IAT (per il prime, le associazioni implicite), la scala RWA (misura l'autoritarismo), la scala
SDV (misura la dominanza sociale) e il questionario PVQ (ricerca i valori preferiti).
Test molto celebri e di riferimento nei manuali di psicologia sono strange situation e separation anxiety test, che riguardano il rapporto dei
bambini piccoli con la madre.
Sui principi alla base della costruzione dei test potreste leggere anche le pagine sul modello di Likert riguardante test di atteggiamento in
Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni), oltre al citato libro di Zammuner. Dal libro di Di Giovanni ho tratto anche tre dei test
elencati, mentre gli altri provengono dagli altri testi citati in questo gruppo.
Esistono molte monografie per indicare i metodi più adatti a ogni contesto peritale e inoltre le "carte geografiche" per interpretare una
norma giuridica e metterla in relazione con concetti psicologici precisi e altre indicazioni sui diversi contesti delle perizie nei manuali di
psichiatria forense: vengono indicati anche i test psicologici considerati più adatti. Bisogna tener presente che la scienza criminalistica si
serve a volte di molte discipline diverse, tra cui la medicina legale e che la psicopatologia forense ha tante diverse impostazioni.
Chi ha poco tempo si limiti a leggere online pagine dettagliate su STIPO, SCL-90, CDI, MMPI, Rorschach e TAT e nei miei documenti
tutto ciò che riguarda bias, privacy, coping, introversione e diagnosi psicologica. Consiglio di leggere le tabelle 5.1-6 e 5.2-1 su domande
frequenti e report psichiatrico, le pagine dedicate al colloquio paziente-medico e al report e poi possibilmente l'intero cap. 5 Valutazione e
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diagnosi del paziente psichiatrico per le tabelle su scale e test e il concetto di MSE in Sinossi di Psichiatria (Kaplan-Sadock's). Visionare
la DISC può essere utile per avere un esempio di intervista ad albero di durata quindi variabile. Consiglio di considerare l’elenco che già
Jung molti decenni fa fece in Ricerche sperimentali degli “indicatori di complesso”, cioè di ciò che a uno psicologo dovrebbe segnalare la
presenza di un “complesso autonomo” nei semplici test di associazione a “parole stimolo” (tempo di reazione prolungato, fraintendimento,
il dire più parole, silenzio, risa, tremiti, movimenti ripetuti, balbettamenti, lapsus, parole in relazione al suono più che al significato,
ripetizione, parole straniere e il non ricordare la parola associata allo stimolo a poca distanza dal test). Tenete presente che Jung si serviva
anche di rilevamenti dei cambiamenti anche minimi della sudorazione grazie al rapporto tra sudore e carica elettrostatica (questi però
erano utilizzati soprattutto per agevolare l’analisi dell’attendibilità di risposte a una serie di domande vere e proprie e non a elenchi di
parole-stimolo). Per conoscere altri tipi di test e l'altissimo prezzo di alcuni di essi potete consultare il sito
www.giuntipsychometrictesting.it. Segnalo anche www.hoeplitest.it.
Finché dura una dissociazione nevrotica dall'inconscio è ovvio e inevitabile non poter parlare e agire sempre in modo corrispondente a ciò
che si pensa e sente e non disporre di energia, disinvoltura, sufficiente chiarezza, intuizioni, sogni utili e potere, perché è l'inconscio in
connessione (non ostile) a elargire tutto ciò e perché ogni seria nevrosi blocca molta dell'energia disponibile. Tuttavia il superamento di
una nevrosi libera molta energia e determinazione e ciò per tanto più tempo quanto più la nevrosi è durata ed è stata seria (questo è ciò che
Jung scrisse basandosi su letture e soprattutto sul suo lavoro ed è anche ciò che ho verificato per esperienza). Non c’è mai ignoranza
involontaria e innocente dietro le sentenze che si ergono davanti alla nevrosi o alle malattie mentali temporanee e insomma a tutto ciò che
più dà alla gente fastidio ed è più doloroso e distruttivo per chi ne è affetto e lo riducono, senza il minimo rimorso, a 1) stupidità 2) ritardo
o arresto prematuro dello sviluppo o 3) pazzia congenita e irrimediabile, quando non a 4) un mero problema di pigrizia e cattiva e debole
volontà o 5) sangue viziato o 6) superbia o 7) volgari e infantili tendenze all’eccesso o 8) vittimismo e 9) conseguenze dell'aver letto
troppi libri o studiato... E ognuno di questi giudizi viene attribuito a qualche psichiatra o psicologo in moltissimi classici della letteratura
che si sono in ogni tempo riproposti di condannare queste sentenze (al riguardo, i primi capolavori letterari del passato che mi vengono in
mente sono La signora Dalloway di Woolf e L'uomo senza qualità di Musil, che su ciò non si esprimono diversamente da un bestseller
recente come Millennium di Larsson). Una signora che si occupa di stirare presso la mia famiglia d'origine e si ritiene estremamente
intelligente ed equilibrata rappresenta bene la maggioranza delle persone e soprattutto degli psichiatri e degli psicologi di oggi nel suo
considerare viziati, bastardi e stupidi i giovani in balia di una seria nevrosi anche troppo motivata o poco stabili a causa di recenti traumi e
violenze, e ciò se non li può tranquillamente definire “matti” o, per usare la sua espressione, degli “esseri”: così infatti li definisce quando
vuole sottolineare che secondo lei non sono persone e nulla conta l’impedire loro di guarire, di decidere e di vivere la loro vita, né hanno
importanza il loro maltrattamento psicologico ad ogni età in ogni ambiente e la loro tortura fisica e il loro assassinio in famiglia, per
strada, negli ospedali e nei manicomi. È la mentalità su cui si sostiene la prassi di scrivere perizie psichiatriche dopo dialoghi da cinque
minuti non filmati e senza l'ausilio di alcuna indagine concreta per stabilire la veridicità e falsità presunta delle affermazioni della vittima
di turno o quella di decidere dell'internamento in manicomio dopo dialoghi di un quarto d'ora o poco più svolti da uno o due psichiatri e
anch'essi non filmati. Ed è questa mentalità la vera ragione per cui moltissime persone applicano di continuo test psicologici agli
individui, con una incredibile ignoranza e con un rifiuto colpevole e irrazionale delle affermazioni sull'impossibilità di avere da essi
risultati attendibili soprattutto riguardo personalità ed equilibrio mentale quando non li si applica a estesi campioni (gruppi), cioè delle
dichiarazioni note sui test fatte da Fromm, Jung, Packard, Gardner e altri studiosi celebri e inoltre del contenuto dei manuali universitari
anche attuali di psichiatria o incentrati sul testing psicologico.
In Modelli di colloquio in psicologia clinica (Del Corno-Lang-Menozzi) ai paragrafi 1.3.1 del primo capitolo e 4 del cap 3 della prima
sezione, 2.1 e 2.5 del cap 2 e il cap 3 della seconda sezione e 1 del cap 4 e i capitoli 1 e 3 della terza sezione oppure sul Database ARP o
www.arpmilano.it , in www.ordinepsicologi-liguria.ite in altre pagine online informatevi sulle violazioni della privacy e abusi prescritti ai
cosiddetti esperti in ambito psicologico, i quali oggi registrano e filmano colloqui clinici per valutare con colleghi, studenti e supervisori
un intervento (magari in quel tipo di città dove è facile incontrarsi tutti) o per scopi di ricerca (es. PQS elettronico e SCORS.6) e che in
cartelle cliniche elettroniche (file inviabili a chiunque con un click, soggetti al furto come ogni cosa e in realtà non indispensabili)
raccolgono ogni dettaglio della vita altrui, a cominciare dal passato dei nonni (in genogrammi familiari e in narrazioni), includendo
legalmente le opinioni dei genitori e di altri familiari e ciò perfino prima dell’incontro con il “paziente” e senza o contro il suo consenso
(alla faccia della “alleanza diagnostica”, sulla cui necessità tanto si insiste nei manuali), commenti (pettegolezzi?) di amici e addirittura
colleghi - anche con il solo consenso del tutore se non si può darlo - versioni per genitori/tutori di scale per la valutazione dei sintomi
trasversali - anche nel caso di adolescenti fino ai 17 anni - versione per “informatore” dell’intervista IIC (essa contiene anche domande
sull’orientamento sessuale...), copie di interviste online o semi-strutturate e informatizzate, referti di test psicologici di ogni tipo, esami di
laboratorio, dettagli della vita sociale, lavorativa, intima e sessuale (considerate in proposito la parte dedicata all’orientamento e ai
problemi sessuali dedicata dalla classificazione di malattie anche mentali ICD-10, che è usata anche da ISTAT e compagnie e
assicurazione); Voce privacy su Wikipedia e altre pagine online su programmi spyware, social enginering, cookie HTTP, tracking, revenge
porn, e sulle occasioni per le violazioni della privacy offerte da Facebook, Voice over IP, chat, indirizzo mail e smartphone, oltre che sulle
grandi capacità di alcuni Hackers e sulle avvenute violazioni di computer anche molto protetti (ad esempio quelli dei ministeri).
COME NON ATTRIBUIRSI A CASO MALATTIE PSICOSOMATICHE
I sintomi fisici più comuni dello stress sono i seguenti: febbricola (3-5 linee) in genere, anche se dopo un trauma possono essere normali
per mesi anche periodici giorni di febbre più alta accompagnati da malessere ma senza sintomi da raffreddamento o gastrointestinali;
astenia immotivata e di durata non molto lunga (anche una astenia avvertibile solo in certi periodi però può essere sintomo di pressione
bassa, anemia e ipotiroidismo pensando solo alle malattie più comuni); insonnia o disturbi del sonno; dolori muscolari o articolari
mutevoli per zona o intensità che possono regredire senza farmaci nell'arco di alcuni giorni (soprattutto a spalle, arti, schiena e osso sacro,
anche se il dolore all’osso sacro può indicare anche una pericolosa ciste pilonidale oppure essere dovuto allo stare seduti a letto a lungo
senza aver messo sopra il materasso un cuscino da 40x40 cm o ancora, soprattutto dai 40 anni, allo stare troppo sul divano); unghie fragili;
lieve perdita dei capelli; formicolii, intorpidimento o pesantezza agli arti e soprattutto alle gambe (è però anche un sintomo caratteristico
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di vasculiti, fibromialgia o di malattie dei nervi e dei muscoli richiedenti diversi esami diagnostici); lunghi brividi; stipsi senza sangue
nelle feci e nè improvvisa nè molto ostinata; dolori addominali diversi da quelli né intensi né duraturi del quadrante superiore destro
(normali in genere e dovuti a processi intestinali in quella zona particolare); tenesmo saltuario senza sangue nelle urine e non legato a
situazioni particolari (come le mestruazioni - fare attenzione attenti allo spotting premestruale - o come una fase di alimentazione poco
sana o un viaggio); mal di testa anche molto forte e duraturo senza disturbi della vista e senza né aura nè dolore al cuoio capelluto e non
accompagnato da una sofferenza muscolare tale da rendere difficile muoversi; leggero indebolimento del sistema immunitario (se duraturo
può però indicare comunque disturbi seri richiedenti anche ecografia addominale e esami del sangue diversi dall’emocromo); in assenza di
altri sintomi diversi da malessere e stanchezza, nodo alla gola o anche dolore forte alla parte frontale del collo o nella zona dello stomaco
o del petto che possono migliorare molto o regredire con una compressa di Flexiban (tiroiditi o patologie della gola, forti periodiche
contratture conseguenti all’astensione da un farmaco ad azione rilassante pesante assunto a lungo e problemi cardiaci sono possibili in
questi casi ma non frequenti); senso improvviso e temporaneo di vuoto alla testa; restrizione saltuaria del campo visivo senza altri sintomi;
movimenti involontari; paralisi o indebolimento di un lato del corpo senza altri sintomi. Dopo un intervento chirurgico è possibile avere
forti dolori causati da somatizzazione, in aggiunta a quelli causati dall'intervento e da infezioni o altre complicazioni che seguono. Una
nevrosi può manifestarsi con sintomi fisici accentuati concentrati comunque in un arco di tempo breve. Molti dei sintomi elencati più
sopra possono essere causati anche da malattie organiche o funzionali e lo sono sempre quando sono costanti nel tempo o si presentano in
modo non variabile, quindi localizzati e con fasi cicliche o periodiche (nessuna malattia psicosomatica ha una manifestazione regolare
nell'arco di diverso tempo o almeno questo è ciò che in genere si dice e osserva, nonostante tra le categorie diagnostiche del DSM ci sia
anche un disturbo somatoforme che contraddice tale affermazione) e/o si accompagnano a molti altri sintomi rilevanti, soprattutto dai 45
o 50 anni in poi. Cercate eventualmente elenchi online di tutti i più comuni sintomi da somatizzazione da stress chiaramente tali o che
possono dipendere anche da malattie non psicosomatiche e possibilmente e inoltre, se potete leggerli con spirito critico, acquistate online
usati Manuale di psicosomatica (Grandi-Rafanelli-Fava) e magari Sinossi di psichiatria (Kaplan e Sadock’s), un manuale quest’ultimo
costoso ma utile in particolare per i capitoli sulle somatizzazioni da stress e sulle tecniche cognitivo – comportamentali ed eventualmente
per i paragrafi illustranti test e interviste in uso in psichiatria, psicofarmaci e “terapie” con elettroconvulsione e altri ancora attuali
“supplizi terapeutici” (online nei programmi universitari trovate comunque citati spesso anche Psicologia clinica per le professioni
sanitarie di Rossi e Psicologia clinica di King o Cornoldi). Informatevi sui sintomi del disturbo da stress post-traumatico (per lo più non
fisici ma segnalanti un livello di stress pericoloso per la salute, tenendo presente che alcuni dei cosiddetti sintomi non lo sono affatto, dato
che coloro che giudicano cattiva la maggioranza delle persone non sono affatto sempre reduci da un trauma e che tale giudizio si basa in
genere su molte esperienze e letture).
Molti di coloro che ripetono a ogni occasione che "la vita è bella" sostengono che si ammala solo chi lo vuole e tra questi ottimisti sono
molti i sedicenti religiosi, sebbene in non pochi libri si trovi definito il Male proprio come questo loro appiattire la realtà, questo loro
ridurre a nulla qualsiasi cosa sia di per sé problematica e complessa. Costoro affermano che non ci si ammala fisicamente se non si è
vittimisti ma "positivi" e concentrati sui propri interessi, sugli "altri" e soprattutto sul lavoro: sembra proprio che a nessuno sia permesso
disturbare il sogno sulla bellezza e sulla giustizia della vita con la verità e limitare il divertimento altrui con richieste d'aiuto, esplicite o
immaginarie (con "immaginarie" intendo implicite o deducibili anche quando in chi ne soffre manca ormai perfino l'intenzione di chiedere
aiuto). Sembrerà a molti quasi un crimine il mio ricordare l'origine spesso ignota delle medesime malattie non infettive in persone di
indole e condizioni di vita molto diverse e l'esistenza delle malattie congenite e di malattie causate da una grande varietà di fattori
indipendenti dalla volontà, essendo infatti diverse patologie provocate e mantenute nell'infanzia e nell'adolescenza dalle scelte dei genitori
(lo Stato attribuisce ai genitori un potere enorme sui figli da questo punto di vista, anche se in teoria ammette la revoca della patria
potestà), derivanti dall'appartenenza stessa a una certa famiglia (familiarità di geni) o a determinati sesso o età, dall’abitare in un certo
luogo, create da altre malattie ormai croniche o non ancora curate a causa di problemi economici o dell'incompetenza, dell'indifferenza o
delle intenzioni ostentatamente ostili dei medici o infine provocate da farmaci (sono moltissime), da interventi chirurgici e, a volte, anche
da alcuni esami diagnostici e ovviamente dallo svolgere determinati lavori (si sa che non si può sempre scegliere e comunque sono molte).
Occorre tenere conto anche delle malattie funzionali dai sintomi spesso evidenti o dolorosi e in genere croniche (fibromialgia, sindrome
del colon irritabile). Nel cap. 31 di Sinossi di Psichiatria (Kaplan-Sadock) potete raccogliere comunque utili informazioni sulle malattie
congenite di causa genetica (è certo ma poco noto che sono molto più frequenti se la gravidanza avviene dai 32, 35 e soprattutto 40 anni) o
provocate da test sul feto o da virus, alcol, fumo, droga assunti dalla madre durante la gravidanza. Anche coloro che sono abituati a
stabilire per cosa è "normale" soffrire e per cosa non lo è dovrebbero rassegnarsi ad accettare la realtà o almeno trovare più opposizione
quando vaneggiano e a costoro vorrei soprattutto far presente le tre seguenti verità, su cui è giusto riflettere: la percezione del dolore fisico
viene aumentata in intensità e durata dal perdurare di ciò che lo provoca e ciò accade per ragioni fisiologiche e non certo solo a causa del
peggioramento della condizione emotiva tipica dei dolori delle malattie croniche o lunghe (patologie tanto peggiori di quelle di breve
durata, per quanto dolorose possano essere); inoltre esistono malattie che aumentano la percezione del dolore fisico (ad esempio la
fibromialgia) e condizioni innate che comportano una percezione dei sensi più alta di quella comune (nascere col centro cerebrale
nell'emisfero "sbagliato" implica tale ipersensibilità fisica, oltre che emotiva); del resto esistono anche malattie che aumentano la
sensibilità alle emozioni – per lo meno, per fare un esempio online credo si riporti anche questo tra i sintomi di un abbassamento del
cortisolo sotto la norma, problema indipendente dallo stress in genere, dato che lo stress aumenta e non fa scendere il livello di tale
ormone o almeno certamente fa questo nei maschi (una minore protezione naturale dalle emozioni negative non può che peggiorare il
modo di reagire al dolore fisico e predisporre a malattie). Queste condizioni possono sommarsi nello stesso individuo...Peraltro ci sono
sintomi di alcune malattie straordinariamente simili agli attacchi di panico, tanto per citare un disturbo nervoso noto a molti almeno di
nome: è il caso del feocromocitoma. Una malattia, inoltre, può essere organica anche quando l’esordio avviene in corrispondenza di
un’emozione, come ad esempio nel caso dell’angina pectoris oppure della cefalea di origine epatobiliare. E una malattia organica può
coesistere con una muscolotensiva, contribuire nel creare gli stessi sintomi: avviene per esempio nel caso del bruxismo e dalla cefalea da
bruxismo complicata da algia facciale atipica oppure da una cefalea di causa prevalentemente organica. Infine tengo a fare
un'osservazione sull'ipocondria: chi, in un certo periodo, è ipocondriaco e soffre molto delle proprie malattie e fragilità fisiche, ne trova
dove non ci sono e teme molto la morte, spesso è tale a causa di malattie frequenti fin dall'infanzia e poco o per nulla riconosciute e/o
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curate dai familiari, di maltrattamenti e di una pesante nevrosi, perchè ciò comporta sempre l'insorgere di un cattivo rapporto con il
proprio corpo (l'ipocondria può insomma dipendere dal non aver ricevuto le cure mediche e dall'essere stati colpevolizzati dai familiari per
malattie causate da loro con l'insufficiente informazione, la cattiva alimentazione e il poco igiene); spesso inoltre un ipocondriaco è un
individuo che né ha vissuto, né sta vivendo, né sa come fare a vivere e quando una persona si trova in tale stato la responsabilità non è mai
solo nè principalmente sua e il rimedio è nell'esatta informazione e nell'aiuto altrui per migliorare la propria qualità di vita; ancora più
spesso un ipocondriaco è semplicemente una persona, spesso giovane, che non ha la possibilità di informarsi sulle malattie da solo (non sa
che si può informarsi sulle malattie online o non ha i termini giusti da inserire nel motore di ricerca), né ha quella di vivere nonostante una
salute malferma e di difendersi col denaro e la legge dalla malasanità (non ha un lavoro adatto a una persona indebolita dal dolore fisico,
non riceve sostegno dai genitori e fratelli e nemmeno ha o si impegna abbastanza per trovare un partner o veri amici che lo accettino
com'è, lo aiutino a guarire e a difendersi o almeno gli diano il calore necessario a insistere nei tentativi a lui possibili, lo accompagnino
alle visite e agli esami e dividano con lui casa, dispiaceri, spese e fatica di informarsi) e allora si sente in balia dei familiari, delle malattie,
di qualunque parere delle persone non competenti e dell'arbitrio di ogni medico malintenzionato, svogliato o di malumore.
In ogni caso la, conoscenza, comunque appresa, almeno dei pochi concetti e metodi fondamentali in psicologia non è cosa da cui possa
trascendere una persona nevrotica o predisposta in tal senso. Solo un individuo molto ignorante, viziato dalla fortuna o indifferente al
dolore altrui può ignorare che non bisogna mai affidarsi agli spropositi che si sentono ripetere ovunque dai più su come risolvere i
problemi e che qui elenco con un po’ di amarezza: si può sempre – a meno di essere completamente pazzi o stupidi – dire/fare o non
dire/fare ciò che si ha in mente e che è necessario e ciò con un semplice sforzo di volontà; si può anche sempre evitare allo stesso modo
impulsi coatti (non ragionevoli né meditati) a nascondere emozioni e pensieri e ad agire in modo non corrispondente ad essi (magari in
modo esprimente piuttosto ciò che altri si aspettano o viene in mente sul momento per uscire subito da una certa situazione o per evitare di
rispondere o scoprirsi); si può adattarsi a delle persone solo perché altri, da esse meno diversi, vi riescono; si può soffrire o non farsi
dominare dalla paura grazie ad un ragionamento. Lo sproposito più grande della gente è però quello che afferma che si può sempre
smettere di soffrire troppo, temere o essere ansiosi e inoltre che si può risolvere i propri problemi attraverso i seguenti metodi ritenuti
infallibili: lavorando; affidandosi di volta in volta alle soluzione ritenute dai più valide per tutti; osservando il lato migliore delle cose e
assumendo un atteggiamento “aperto” o “positivo”, qualunque cosa voglia dire; "comprendendo" che una certa attività o situazione non ha
niente di allarmante ed è alla portata di tutti o quasi; imitando la maggioranza o chi sta bene; entrando a far parte di un gruppo; stando in
coppia; contattando uno psicologo o uno psichiatra/neurologo (per assumere psicofarmaci); recitando rosari e novene; “decidendo” di
avere speranza e fiducia in un Dio e/o nella vita; facendosi fare un esorcismo; interessandosi agli altri; pensando al bene altrui più che al
proprio. Tutti questi luoghi comuni corrispondono a ciò che moltissime persone riassumono con le seguenti esortazioni e affermazioni che
rintronano le orecchie di tutti (non sempre frasi fatte dette solo per far capire il proprio disinteresse): “mettersela via e dirsi ‘è così’”,
“fare il normale”, “non fare lo stupido o l'esaltato", “fare quel che fanno gli altri se no cosa dice la gente”, “pensare a lavorare”,
“arrangiarsi”, “andare via”, “piantarla con la depressione e le altre stronzate”, “pensare positivo e non essere persone negative”, "lasciarsi
andare", “parlare chiaro”, “non farlo e basta”, "mai paura", “recitare”, “farsi i cazzi propri così si vive fino a cent'anni”, "vivere e lasciar
vivere", “incazzarsi”, “non esaltarsi”, "piantarla di rovinarsi sui libri", “essere umili”, "perdonare", "rispettare i genitori perché genitori",
"capire anche se non giustificare", “trovare amici e un moroso/a”, “sposarsi tanto per andare via”, "fare un figlio che riempie la vita e in
seguito sostiene", "sfogarsi gratis dal prete", “andare dallo psicologo”, “fare un check-up completo”, “cambiare medico”, “mangiare di
più”, "fidarsi", "credere, avere fede, affidarsi a Gesù (o altro dio)", “andare a messa”, “scoprire il piacere di aver cura dell’aspetto e di
curare le proprie malattie” (secondo un medico che conosco le donne dovrebbero essere felici anche di avere le mestruazioni), "suicidarsi
volando tra le braccia di Gesù", "suicidarsi e così farla finita sia coi problemi sia col rompere i coglioni agli altri", "riposarsi in manicomio
e approfittare dell'ospitalità delle case dell'ULSS, delle pensioni di invalidità e del generoso sostegno del vasto e complesso mondo della
psichiatria" (per usare una frase offensiva ancora più che comica usata da una avvocatessa di mia conoscenza, una ignorante e aggressiva
cacciatrice di streghe che svolge del "volontariato" in psichiatria e giudica pazzi e prova a far internare tutti coloro che semplicemente si
permettono due chiacchiere con ragazzi da lei conosciuti con quel suo "generosissimo" servizio), "ognuno ha gli amici che si merita"
(frase in bocca a tutti i " Pilato" del mondo, a cominciare dai medici di famiglia in teoria incaricati di difendere i pazienti vittime della
violenza di un familiare o del partener), "si deve giudicare tutti da ciò che dicono e fanno" (straordinario prodotto dell'ignoranza tipico di
persone che non ascoltano mai veramente, non osservano con onestà le contraddizioni altrui e proprie o le altrui condizioni di vita e non
leggono, ma hanno magari la laurea in Lettere, Filosofia, Psicologia, Scienze dell'educazione, Psichiatria, Medicina o Scienze sociali), "se
tutti dicono che uno è stupido, lo è di certo" (idem). Completate voi questo elenco.
Molti malati si sono aggravati e alcuni sono andati in coma o sono morti a causa del fatto che medici di base, medici del Pronto Soccorso
e a volte anche specialisti si sono limitati a dir loro negligentemente che la causa dei loro disturbi era solo lo stress: fate attenzione. In ogni
caso non fatevi convincere a consultare psichiatri e neurologi se non in caso di disturbi gravi e persistenti (ad esempio allucinazioni) e
anche in quel caso fatelo senza parlarne, con discrezione, fuori dalle strutture pubbliche e possibilmente in una città grande e diversa dalla
vostra. Tenete presente che gli psicofarmaci (a cominciare dagli antidepressivi) se usati per più di due o tre giorni consecutivi a distanza
di diverso tempo sono stati riconosciuti quali farmaci inutili e molto dannosi (per il corpo, la mente, la vita sociale, ecc.) da moltissimi
psichiatri e medici in generale, oltre che dall'esperienza della maggior parte delle persone che ne ha visto gli effetti su parenti o conoscenti
o che li ha assunti (per diverso tempo su "consiglio" medico o anche solo per pochi mesi con prescrizione ottenuta di propria iniziativa
"per provare"). Non chiedete aiuto per nessuna ragione a uno/a psicologo/a o al leader di un gruppo, di qualunque genere questo sia
(religioso, politico, di volontariato, ecc.), perché rischiereste gravi abusi se siete deboli e particolarmente vulnerabili (gli articoli del
codice deontologico dell’ordine degli psicologi italiani, che trovate online, vengono calpestati molto spesso).
GUIDA ALL'UTILIZZO DEL DIZIONARIO MEDICO
Il dizionario medico nasce per (...) dissipare i primi dubbi e le domande (...)
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Non pretende di essere un sostituto del medico (...) È cresciuta nella società la coscienza della straordinaria importanza della diagnosi
precoce e della prevenzione ed è oggi possibile, anche attraverso una sana e approfondita informazione (...) Talvolta, dopo la sua
definizione scientifica, una voce prosegue con un percorso di lettura di approfondimento che va dalla prevenzione alla diagnosi alla
terapia (...) Massima attenzione ai temi emergenti di maggior interesse per il lettore (Dizionario Medico La Biblioteca di Repubblica,
2004)
Le schede di approfondimento in un dizionario medico non devono mancare e devono essere tutte più volte lette e ben sottolineate. La
lettura dovrebbe essere fatta per la prima volta intorno agli 11 anni per lo meno, perché i genitori non devono essere ritenuti il punto di
riferimento per i figli in fatto di salute, anche se le ASL lo pretendono. Comunque le conoscenze da possedere oggi sono troppe e i medici
hanno poco tempo (devono occuparsi soprattutto delle urgenze). Si deve integrare in seguito la lettura con quella di un'enciclopedia
discorsiva, che elenca malattie non sempre citate in questo tipo di schede. Anche le comuni riviste dell'edicola contengono aggiornamenti
utili sulle terapie (antibiotici, cure per il cancro, ecc.), ma non sempre sono corrette e lo stesso vale per le pagine online (Wikipedia e
perfino alcuni forum di malati non sono sempre affidabili). Bisogna però ammettere che non si tratta di letture rasserenanti (non sono
poche le malattie pressoché senza rimedio che sopraggiungono sotto i 30 anni e spesso proprio durante l'adolescenza o l'infanzia) e che la
memoria e il tempo che richiedono vanno sottratti a quelli pretesi da scuola e lavoro, perciò può essere utile tenere presente anche una
guida senza pretese come questa nell'utilizzare un buon dizionario medico.
* Il tipo di dolore può contribuire a orientare la ricerca della sua origine a volte quanto o più della sua sede: un dolore può essere pulsante,
sordo, costante o intermittente, più o meno acuto, crampiforme, colico, ecc. (con dolore di tipo colico si intende un dolore con fitte acute
inframmezzate da brevi pause).
* Esiste nei dizionari medici un'espressione particolarmente ricorrente riguardo alla sintomatologia ovvero "addome acuto": si tratta di una
compresenza di nausea, vomito, febbre e calo di pressione che caratterizza molte malattie anche a insorgenza improvvisa e costituenti
emergenze, dato che a volte l'addome acuto conduce al cosiddetto stato di "shock".
* Il dolore a volte precede di poco una perdita di sensibilità della zona colpita e la sensibilità in questione può essere quella tattile ma
anche quella termica o del senso della posizione della parte del corpo colpita oppure quella del dolore stesso: questo può accadere quando
in un arto sta per formarsi la cancrena ad esempio, ma è più spesso il caso di malattie del midollo spinale, che possono manifestarsi anche
con difficoltà verbale e di controllo dello sfintere e con alterazione della minzione fino all'incontinenza come diverse malattie del cervello:
in questi casi si deve leggere le schede sulle patologie del midollo spinale e del cervello, pur tenendo conto anche delle malattie del
sistema immunitario e delle schede sulle malattie reumatiche. Quando i sintomi sono così pesanti e invalidanti, del resto, si deve tener
presente che alcune malattie, che possono colpire praticamente ogni organo, possono causare danni estesi (è il caso dell'amiloidosi, per
esempio). Si deve considerare che le malattie del cervello spesso causano anche confusione mentale e/o problemi di vista come minimo.
* È importante memorizzare almeno i sintomi che accompagnano le urgenze non rare come la trombosi venosa profonda, l'embolia
polmonare, l'infarto, il collasso, la sincope, il trauma cranico, l'angioedema e l'appendicite, perché alcune di queste vengono spesso
trascurate in ospedale, soprattutto se i pazienti sono donne nel caso delle prime tre, anche perché i sintomi nelle donne possono essere
molto diversi da quelli degli uomini (soprattutto in caso di infarto, quando il dolore nelle donne può riguardare mandibola, gola o gambe
più che il braccio o il torace, tanto che il sintomo caratteristico è la profusa sudorazione fredda senza febbre e accompagnata da grande
stanchezza). Comunque tutti dovrebbero informarsi sulle riviste (es. Starbene, il cui abbonamento annuale è economico) e online sulla
varietà dei sintomi dell'infarto (anche negli uomini il braccio sinistro non è sempre dolente) e su come distinguerlo da infiammazione
pleurica, reflusso o altro problema gastrico e stress per lo meno. Riguardo al trauma cranico non è affatto raro che chi lo riporta non venga
trattenuto, sottoposto a radiografia del cranio, informato sui sintomi eventuali su cui deve vigilare nei giorni successivi e che nemmeno
venga intervistato nel modo corretto dai medici del Pronto Soccorso riguardo alla perdita di coscienza: essa è un grave sintomo per il
rischio di emorragia cerebrale che implica anche se il paziente indossava il casco ed è durata pochi secondi, ma non viene in genere dal
paziente riferita o ricordata (il trauma cranico fa perdere la memoria del poco prima e del poco dopo l'urto, perciò si può capire di essere
svenuti solo dai tempi, dall'ordine dei fatti, ecc.).
Quando le emergenze vere e proprie (non le fratture ad esempio) si verificano si dovrebbe raggiungere in fretta l'ospedale più vicino senza
assumere farmaci, ma servendosi solo di ghiaccio o acqua fredda, perché i farmaci possono mascherare i sintomi o interferire in altri modi
negativi: poiché l'appendicite si manifesta con addome acuto, è molto importante ricordare soprattutto il modo e la zona in cui il dolore si
manifesta all'inizio e poi si modifica e ciò per poter dare indicazioni al medico su quale si tratta delle tante patologie che così si palesano.
* Anche nel caso di malattie che secondo il dizionario sono spesso fraintese e trascurate, si deve fare attenzione particolarmente per
evitare le conseguenze dannose che a lungo termine ha il non curarle con dieta e farmaci: è il caso della pancreatite, i cui sintomi spesso
sono attribuiti allo stomaco e non vengono riferiti al medico.
* Ci sono poi sintomi magari inizialmente isolati e che presi singolarmente possono far pensare a malattie anche più diverse tra loro di
quelle cui rimanda l'insieme definito addome acuto, come è il caso del prurito quasi generalizzato e delle vertigini: esiste una breve scheda
di approfondimento apposita sulle vertigini nel mio dizionario (quello da cui ho preso la citazione d'apertura); sul prurito esteso è bene
invece fare una ricerca online e comunque ricordare che è spesso sintomo di allergie quanto di malattie del fegato e di tumori di varia
origine, perciò si deve leggere al riguardo le schede su allergie, orticaria, angioedema e malattie del fegato. Il prurito in una zona ben
localizzata e non estesa in genere dipende invece, oltre che da allergia da contatto (per quanto essa spesso si manifesti con desquamazione
o altri sintomi più che con prurito), da ipersensibilità di varia origine o da infezioni locali, ma in quest'ultimo caso non è sempre facile
risalire alla vera causa: per esempio il diabete mellito di tipo II a volte causa prurito vulvare e infezioni recidivanti.
* È importante sapere che le malattie di cuore e polmoni danno sintomi simili e a volte coesistono, come nel caso del cuore polmonare
acuto, i cui sintomi comprendono pericolosa tachicardia quanto dispnea, vene del collo gonfie, cianosi, edemi.
* Del dizionario si dovrebbe leggere abbastanza sull'anatomia da sapersi esprimere e conoscere i vari tessuti (epiteliale, connettivo, ecc.),
sistemi (nervoso, ecc.) e apparati (urinario, ecc.), oltre che da saper localizzare almeno organi dell'addome, principali ossa, nervi e
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muscoli, ghiandole esocrine ed endocrine, midollo spinale e midollo osseo (sarà allora più facile dare una prima interpretazione ai referti
degli esami con l'aiuto di Internet prima di recarsi dal medico generico o specialista).
* È noto a molti che i tumori non causano sintomi finché non sono di grandi dimensioni e con metastasi, ma pochi conoscono bene l'età e
gli esami dello screening per ognuno degli organi colpiti più spesso da tumori e in questo Internet (sito dell'ASL di residenza e altre pagine
online) possono essere fonti più chiare del mio dizionario. Poiché il tumore al seno è in aumento e già colpisce una donna su 8 e tende a
manifestarsi in donne anche giovanissime si deve leggere la scheda sul carcinoma mammario e sull'autopalpazione, integrandola con le
pagine pertinenti dell'enciclopedia, La vittoria sul cancro di Veronesi e pagine online, perché nel mio dizionario si danno informazioni
diverse su questo tumore in pagine diverse e non solo circa lo screening ma anche relativamente ai farmaci che lo favoriscono (almeno se
si considera anche la scheda sui mezzi anticoncezionali). Ricordate che i tumori più frequenti oggi sono quelli a polmone (soprattutto per i
fumatori), pancreas, seno, utero e prostata, mentre è in aumento quello all'intestino. Il tumore peggiore sembra essere quello al pancreas.
Se siete predisposti familiarmente al cancro o a un tipo di cancro, leggete senz'altro la voce di riferimento. Ricordate che online esistono
forum di associazioni per gli operati di carcinoma mammario e per la sua prevenzione (ANDOS, forumcancro e LILT) e che lo stesso vale
per altri tumori e inoltre ci sono libri (libro bianco sul cancro ovarico, i libri di Veronesi, ecc.).
* I primi e i più frequenti sintomi dei tumori benigni (es. adenomi) e maligni sono perdita di peso, inappetenza e stanchezza e l'unico
tumore ad andamento cronico che conosco è la policemia.
Perdita di peso o inappetenza e debolezza di lungo periodo però caratterizzano spesso anche altre malattie serie, come alcune di quelle del
sangue, infiammazioni croniche, insufficienze, cirrosi.
* A parte i tumori, ci sono altre malattie da non ignorare che non danno a lungo sintomi, come ad esempio le nefropatie dei tubuli renali e
spesso la nefrosclerosi.
* Leggendo per curiosità la scheda sulle malattie connesse alla procreazione, sono rimasta colpita dal gran numero di rischi che corre una
donna sia durante la gravidanza che durante il parto e perfino anche settimane dopo il parto.
Leggendo la scheda sulle malattie degli organi solo femminili invece di competenza di ginecologi e patologi (o dermatologi) vulvari, ho
notato invece l'assenza di non poche malattie descritte nell'enciclopedia discorsiva e non rare e ho rilevato la mancanza d'informazioni
importanti sull'endometriosi e inoltre la mancanza, sia nella scheda di approfondimento che come voce, del lichen vulvare scleroatrofico
(o sclerosus), una malattia seria e già troppo spesso trascurata dai ginecologi per mancare perfino nei dizionari: consiglio di integrare con
l'enciclopedia e Internet e di leggere poi nel dizionario le voci "malattia infiammatoria pelvica" e "ovaio policistico", perché si tratta di
due malattie su cui si fa spesso confusione e della seconda non mancano le sovradiagnosi che conducono ad assumere farmaci pericolosi
come la pillola anticoncezionale od ormonale (rischiosa in particolare soprattutto per le adolescenti, nelle quali la diagnosi di sindrome di
ovaio policistico non è quasi mai sicura).
* Mi ha sorpreso non poco in ogni scheda anche il numero elevato di malattie provocate da batteri e virus e la scheda sulle malattie
causate da parassiti, compresi quelli trasmessi da verdura non perfettamente lavata, ma anche da quella ben lavata e da zanzare e da
animali domestici: maggiori conoscenze e prudenza non guasterebbero e soprattutto gli adolescenti e in particolare i bambini dovrebbero
esserne informati.
Riguardo a malattie gravi e di facile insorgenza come il tetano e in genere le malattie esantematiche, sono rimasta delusa dal fatto di
essermi sottoposta a vaccinazioni solo nell'infanzia, senza essere invitata da nessuno a ripeterli per mantenerli attivi: per lo meno si
dovrebbe sapere quali vaccini vanno richiamati, quanto spesso, dove e come e quali rischi si corrono accontentandosi di quelli
dell'infanzia, in modo che tutti possano fare una vera scelta al riguardo.
Le malattie infettive si manifestano in genere con cefalea, nuca rigida, febbre e a volte inappetenza e diarrea, ma i sintomi evolvono
spesso verso il peggio se non si trova con gli esami tempestivi la causa scatenante; quelle virali sono difficili da combattere (si cerca
soprattutto di controllare i sintomi più pericolosi), quelle batteriche in genere guariscono bene con gli antibiotici, sebbene a volte vadano
utilizzati diversi antibiotici insieme e la cura possa variare da pochi giorni a molti mesi. Esistono malattie di origine infettiva dai sintomi
molto particolari come la corea (ampi movimenti durante il sonno) del RAA, che insorge dopo tre settimane da una tonsillite acuta.
* Mi ha sorpreso sapere anche quanto possano essere serie le conseguenze di un colpo di calore, perciò invito a leggere la relativa scheda
ma anche quella sul surrene per conoscere bene la crisi surrenalica acuta che può manifestarsi anche a causa del caldo se la sudorazione è
eccessiva.
* Tornando al cosiddetto addome acuto (nausea, vomito, febbre e calo pressorio), si deve ricordare che può essere a esordio improvviso o
meno e che nella prima ipotesi, anche se non in tutti gli individui saranno presenti tutti i suoi sintomi, può indicare quanto segue: rottura di
grandi cisti ovariche, colpo di calore, ipertermia da sforzo, collasso da calore, infarto, appendicite acuta, peritonite acuta diffusa,
diverticolite, forme gravi di colite acuta, malattia infiammatoria pelvica (ad esempio da chlamydia o gonorrea), enterite acuta, occlusione
intestinale (nel caso di subocclusione credo che possano mancare vomito e febbre), setticemia, rottura della vescica intraperitoneale o
extraperitoneale, colica renale, pielonefrite acuta (rene policistico). Si deve ricordare che una colica renale può passare da sola in qualche
ora ma anche far parte del quadro dell'insufficienza renale acuta, che però comporta aumento di peso e ritenzione di liquidi e sali.
* Ci sono malattie da emergenza che si manifestano spesso con nausea e vomito ma non con la febbre, come nel caso del trauma cranico e
di alcuni tipi di shock: lo shock anafilattico provoca anche diarrea e soprattutto prurito, difficoltà respiratorie e vertigini avvertite
alzandosi in piedi e porta alla morte in pochi minuti a meno che non ci si trovi con qualcuno informato e con i mezzi per intervenire (in
caso di allergia al veleno delle api, per esempio, si può sopravvivere solo prevenendo con l'intervento di altri la fase finale dello shock).
* L'addome acuto a esordio non improvviso ma caratterizzante fasi o un periodo può essere manifestazione di ciò che segue: morbo di
Crohn, rettocolite ulcerosa, salpingite, fibroma, malattia di Paget od osteite deformante, prolasso uterino, malattie dei testicoli, ascesso
epatico, sindrome di Cushing.
Vi consiglio di farvi uno schema con elencati gli altri sintomi di queste malattie cui si può far risalire l'addome acuto (improvviso e non),
considerando che non ho tenuto conto di molte malattie ereditarie con sintomi evidenti già nei bambini e di molte di quelle infettive.
* Non resta che rileggere al bisogno le schede pertinenti all'organo problematico (in caso di dolore a occhi, gola, cavo orale, orecchio,
ecc), il che di solito è intuitivo, certo, ma che fare se a essere colpito è ad esempio l'arcata sopracciliare o il centro del naso? E se il dolore
colpisce vari punti del volto contemporaneamente, dura poco ma è lancinante? Occorre leggere allora le schede sul sistema nervoso
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relative alle neuropatie (alle nevralgie, alle algie ecc.) e inoltre quelle su cefalea, cervello, occhi e orecchie. E qui vi ricordo che la cefalea
non è di facile diagnosi e trattamento, pertanto si deve in proposito leggerne anche sull'enciclopedia, tenendo presenti i centri specializzati
sulla cefalea.
* Quando ci sono disturbi della vista particolari (es. visione doppia) si deve leggere la scheda sulle malattie dell'occhio, ma almeno anche
quelle sulle malattie del cervello e dell'ipofisi.
* Quando la pelle presenta caratteristiche nuove, anomalie, si deve ricordare che alcune malattie del sistema immunitario (es. lupus
sistemico, polimiosite, amiloidosi, morbo di Addison) causano sintomi molto caratteristici alla pelle, oltre che leggere le schede sulle
malattie di competenza del dermatologo (alcune malattie della pelle con manifestazioni non diversissime dall'acne sono precancerogene e
altre comunque letali, mentre ci sono tumori della pelle somiglianti a dermatiti molto circoscritte) e quelle dell'allergologo e informarsi
sulle intossicazioni.
* Quando ci sono alterazioni dell'aspetto non comuni comunque si deve leggere anche la scheda sull'ipofisi, che è di riferimento anche per
i problemi nello sviluppo soprattutto dei bambini; è meglio in questi casi leggere anche quella sul sistema riproduttivo maschile.
* Quando è presente una malattia autoimmune o una serie di allergie si deve conoscere tutte le altre malattie autoimmuni, perché di solito
non vengono da sole: ci si deve servire anche di Internet per integrare le schede sulle patologie del sistema immunitario e reumatiche (il
già citato lichen sclerosus, assente nel mio dizionario, è una malattia autoimmune).
* Alterazioni del ciclo mestruale, specialmente se unite a stanchezza o nervosismo, devono spingere a leggere le schede su tiroide, ipofisi
e surrene, oltre a quelle su ciclo mestruale e malattie del sistema riproduttivo femminile.
* I disturbi della minzione (qualunque cambiamento) richiedono la lettura delle schede sulle malattie della vescica e del rene, ma anche
quelle delle malattie del sistema riproduttivo femminile e maschile.
* In presenza di fratture si dovrebbe sapere che in genere non si riesce a muovere l'articolazione dolente e gonfia, ma che si può farlo un
po', senza però poter fare certi movimenti, in alcuni casi o almeno in quello della frattura del capitello radiale; in caso di fratture,
lussazioni ad arti e disturbi a schiena, mani o piedi, occorre leggere le schede sull'osteoporosi e poi quelle sulle malattie delle ossa e delle
articolazioni, sulla mano, sulle patologie degli arti inferiori, sull'apparato muscolo-scheletrico e sulle malattie del rene, del midollo spinale
e delle vene.
* Consiglio di utilizzare tutte le schede d'approfondimento del dizionario per scrivervi uno schema con i sintomi principali o iniziali
accostati al nome delle malattia per tutti quei dolori di varia natura diversi dall'addome acuto ben localizzabili e di origine ambigua (quelli
alla schiena, all'addome-torace, agli arti, a muscoli o nervi del viso, a mani e piedi) e per le immotivate perdite di forza ad arti o altre zone
del corpo, anche se lo raccomando solo a chi ha molto tempo a disposizione, anche perché Google ormai aiuta meglio degli anni scorsi
nelle ricerche fatte a partire dai sintomi: torcicollo, tendiniti (unite a debolezza muscolare), sindrome del tunnel carpale, tendinite dei
muscoli rotatori, polimiosite, epicondilite, tendinite del capo lungo del bicipite, infiammazione del tendine di Achille, rottura di tendini già
danneggiati, tenosinovite, sciatica, osteoporosi, endocardite, artrosi, artrite reumatoide, iperuricemia (gotta), amiloidosi, lupus e altre
malattie del sistema immunitario, malattia di Buerger, arteropatia obliterante, borsite, reumatismo, lombalgia da sforzo (stiramento o colpo
della strega), ascesso durale, calcoli renali, lussazione della spalla, fratture del gomito (negli adulti quella del capitello del radio sul
gomito) oppure distorsione del polso (anche con rottura dei relativi legamenti), spasmo lombosacrale da infiammazione o degenerazione
del rachide, calcoli della cistifellea senza colica, steatosi o grassi nel fegato, attacchi transitori ischemici, angina pectoris, pericardite
virale, distrofia facio-scapolo-omerale, distrofia miotonica di Steinert, paralisi periodica, fistole artero-venose, malattia di Raynaud,
fenomeno di Raynaud secondario a varie malattie, encondroma, tromboflebite, trombosi venosa profonda, linfedema, glomerulonefriti, o
glomerulonefrosi, occlusione arteriosa acuta, algia facciale atipica, nevralgia del trigemino, sclerosi multipla progressiva, nevralgia del
glosso faringeo, prolasso uterino, splenomegalia, linfoadenopatia di origine infettiva, linfangite acuta, pancreatite acuta, pancreatite
cronica, colica epatica da calcolosi biliare (della colecisti), colecistite, ascesso addominali, diverticolosi, diverticoli. Riguardo ai sintomi
della trombosi venosa profonda (quando si ha la relativa fortuna di avvertirli) leggete anche il bugiardino online di una pillola
anticoncezionale.
Le malattie di quest'ultimo elenco probabilmente non esauriscono quelle di questo tipo di localizzazione e ambiguità, ma sono quelle
elencate dal mio dizionario. Non ho considerato le malattie ereditarie gravi dei bambini e molte di quelle infettive.
* Ho già accennato al fatto che dimagrimento (o perdita d'appetito) e debolezza duraturi possono essere segnali preoccupanti di malattie
molto serie, come adenomi, tumori maligni, leucemie, insufficienze e infiammazioni croniche e cirrosi, ma esistono altre condizioni di
origine organica meno gravi con tali sintomi, tra le quali il malassorbimento, le epatiti virali croniche e l'anemia (in presenza di anemia
possono essere presenti anche sintomi in gran parte comuni all'ipotiroidismo eccetto il dimagrimento, che comunque è di fatto spesso
assente nell'anemia, che peraltro spesso provoca ipotiroidismo).
* Per concludere, vorrei consigliare di leggere nel dizionario medico sia l'appendice sia la scheda alla voce "esami diagnostici" per
conoscerne i principali in generale e poi di leggere anche le pagine pertinenti di un manuale per la preparazione a concorso per infermieri
e di un'enciclopedia medica discorsiva, sfruttando però anche Internet e rivolgendosi al medico generico per interpretare senza errori il
referto di un esame: per me sarebbe stato importante conoscere per tempo soprattutto il grave ed estremamente duraturo danno
cancerogeno per il seno dei raggi al torace fatti prima dei 30 e soprattutto dei 20 anni e il fatto che la RMN è un esame innocuo (almeno
per chi non è in stato di gravidanza) tanto quanto invece sono pericolosi TAC, scintigrafie e alcuni raggi X (MOC e mammografia lo sono
molto meno dei raggi al torace, sebbene anch'essi siano esami più adeguati all'età matura).
COME FONDARE SU BASI SOLIDE IL PROPRIO BENESSERE PSICOLOGICO
Almeno se non si vive in condizioni fortunate, può essere opportuno attenersi a ciò che segue (è importante anche per capire quanto lo
stress influenzi un problema di salute ed è quasi indispensabile per chi è ansioso o soffre di una nevrosi almeno o soprattutto se è
introverso): mantenere una dieta molto sana e regolare; un po' di tempo per osservarsi; una compressa di Flexiban ogni tanto o, meglio,
una goccia o due di Laroxyl; l'abitudine agli esercizi di respirazione, stretching e rilassamento e a qualunque altro modo per rilassarsi in
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casa senza TV, computer, ecc. (album da colorare per adulti, giochi a carte o dama, narrativa a lieto fine, un peluche sono alla portata di
quasi tutti); il risiedere e soprattutto il dormire in ambienti caldi riscaldati a metano, evitando termosifoni elettrici e simili mezzi (non
basta non sentire freddo grazie a coperte e abiti – è l’aria a dover essere calda – e gli apparecchi elettrici sono dannosi); l’andare a letto
presto e a volte dopo aver utilizzato Aquasal spray nasale e soprattutto il dormire in una stanza buia, pulita, ordinata e aerata mezz’ora
prima, con un cuscino antiacaro dalla federa lavata spesso, preferibilmente senza oli essenziali e profumo (per evitare reazioni allergiche o
simili e mal di testa) e, in caso di bruxismo, con un paradenti o, se la mandibola è asimmetrica, con uno o due ciucci da bimbi maggiori di
6 mesi (il bite su misura è molto costoso); l’uso in inverno di un tapis roulant magnetico, evitando apparecchi elettrici e biciclette da
camera (sono dannosi soprattutto per le donne) e l’abitudine a 20 o 25 minuti di passeggiata a passo veloce o a salire 50 gradini ogni
giorno nelle stagioni meno fredde; l’uso dei tappi di cera Quies per proteggersi a volte da vicini di casa e soprattutto da condomini e
coinquilini; la revisione degli obiettivi personali con una selezione attenta e un'organizzazione adeguata degli spazi personali (spesso si
rivela sorprendentemente importante possedere una comoda poltrona o un divanetto nella stanza da letto e sfogliare il catalogo Ikea, le
foto online di case in vendita di vip e quelle degli alberghi), del guardaroba (al limite vestendo “classico”/abbastanza formale ad ogni età e
in ogni contesto), dei prodotti per la cura di pelle e capelli (tenendo presenti le linee Ceramol, Sella, Vea - anche se mai per il viso -,
Sebamed, Dermafresh, Enstilar, Heliocare 360, Bionike, Bioscalin e inoltre pomate come Aflovag, Cicatridina e Propast e, sebbene
contenga profumo, il detergente Intimoil), delle attività (evitando possibilmente lavori a diretto contatto con il pubblico senza telefono, pc
o macchinari a fare da schermo e/o dove i contatti con i colleghi o il titolare sono frequenti e poco formalizzati ed evitando anche non solo
l’università, ma anche qualsiasi scuola superiore non professionale e con un numero di anni maggiore di tre o tre più due e attività
superflue e faticose come la ricerca di informazione precisa su film, libri di narrativa, serie televisive e online, musica e arte figurativa
recenti e non); il contatto con la natura in tranquillità (visita a luoghi montani con laghi e boschi non troppo lontani da soli o in coppia
anche con treno e autobus e selezione di foto di riviste economiche non online); il recarsi alla piscina termale più vicina un pomeriggio
ogni tanto o qualche vacanza alle terme convenzionate (questo se potete immergervi in acqua e ricordando che al costo di 55 € di ticket un
ciclo di queste idroterapie all’anno è per tutti un diritto per legge ed è più sicuro evitare il getto creato per la zona cervicale); l'evitare
sistematicamente o il più possibile persone critiche e invadenti (sfruttando i già consigliati tappi per le orecchie e durante l’adolescenza a
costo di passare molto tempo in biblioteca e in camera da letto e restare in banco da soli a scuola); il limitare molto le uscite con più di una
o due persone e ancora di più la frequentazione di bar, locali, palestre, piscine comuni, spiagge affollate e centro città; l’evitare gruppi
religiosi e politici e, se l’intento è di trovarvi amici, anche quelli di volontariato; pur cercando un partner, l’astenersi da ogni tipo di attività
sessuale se non si riesce sufficientemente a parlare per difendersi e condividere, si è predisposti alle infezioni o si è assolutamente decisi a
non avere figli; ovviamente l’acquisizione delle conoscenze di base di psicologia attraverso i libri giusti; l’autosservazione e qualche
esame medico fatto in convenzione o privatamente dopo alcune ricerche online e la lettura di enciclopedia medica e altro (rimando al
paragrafo pertinente).
In certi casi, quando il bisogno di tranquillità è maggiore, è utile anche seguire i seguenti consigli: evitare lunghe chiacchierate al telefono
e l’uso smodato di pc e smartphone; limitare l’uso dei social network a fini di studio e lavorativi e ai contatti con pochi amici; evitare il
telefono fisso, abitualmente non rispondere a chiamate da numero sconosciuto, non aprire a chi bussa senza invito e al limite fare staccare
citofono e campanello o comunque in qualche modo renderli inutilizzabili (per chi vive solo o con il partner o un amico è senz’altro
possibile e non è insolito, soprattutto se si è già per due volte stati sorpresi da scampanellate notturne o frequenti e inutili da parte di vicini
o estranei decisi a dare fastidio o intimidire); evitare sempre parrucchiere ed estetista, comprare online con Paypal il più possibile,
mandare a volte al proprio posto un familiare o il partner in farmacia e biblioteca o al supermercato e recarsi in qualunque negozio dopo
aver letto un elenco online degli abusi che vi si praticano più di frequente ed essersi preparati a reagirvi con prontezza.
Per ben avviare da soli in completa sicurezza un processo di guarigione da ogni forma di nevrosi può essere sufficiente leggere alcuni
buoni testi tenendo presente che è indispensabile rintracciare le opere complete di Carl Gustav Jung in una biblioteca o cercare almeno
quelli qui citati in varie biblioteche oppure online e basarsi sulla selezione che farò nel corso di questa lunga serie di consigli, perché i libri
di Jung sono voluminosi e costosi (comunque esiste la possibilità di avere un’introduzione ai temi affrontati da Jung leggendone le
citazioni nel libro qui citato di Storr e il glossario e l’elenco delle opere e dei loro capitoli nelle ultime pagine della sua autobiografia
Ricordi, sogni, riflessioni, che però contiene alcune interpretazioni ingenue di sogni personali e racconti altrui dovute probabilmente alla
tarda età in cui è stata scritta): Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (Celi), che propone soluzioni adatte anche
agli adulti, Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock), almeno per le pagine sulle tecniche cognitivo-comportamentali e possibilmente per
quelle degli ultimi capitoli sui casi di malasanità, i migliori testi di psicologia di Jung e di Fromm (più oltre do indicazioni più precise),
Solitudine. Ritorno a se stessi (Storr), L’io e i meccanismi di difesa (A. Freud), Test della personalità (Sanavio-Sica), Marte e Venere si
innamorano di nuovo (Gray), L'orologio della mente (Slepoj), Dialoghi e Lettere a Lucilio (Seneca), Come funziona la legge di attrazione
(Losier), L'autostima nei bambini (Frascarolo-Moutinot), Il magico potere del riordino (Kondo), L'arte del rilassamento, della
concentrazione e della meditazione di Levey (testo di cui leggere soprattutto l’esercizio di flusso, il rilassamento progressivo, la
meditazione che sfrutta proprio emozioni e pensieri distraenti e la respirazione in nove parti) e pagine online sulla respirazione pranayama,
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sugli esercizi yoga con le braccia stando in piedi, sui mudra ed eventualmente su altri semplici esercizi di rilassamento. Tecniche proibite
di persuasione (Allen) ha difetti vistosi, ma può essere d’aiuto. Ritengo utili anche Piccola guida per persone intelligenti che non pensano
di esserlo (Millètre), Diversità, devianza e terapie (Salvini-Galieni), buona parte di Creatività (Balconi-Erba), almeno il secondo volume
di Il secondo sesso (De Beauvoir), Uscita di sicurezza (Silone), Donne che corrono coi lupi (Pinkola Estes) soprattutto e non solo per il
cap. 6, Il mondo incantato (B. Bettelheim), l libro dell’es (Groddeck), I persuasori occulti (Packard), Mobbing (Guglielmi), i cap. 5, 7 e 9
di Il drago come realtà (De Mari). Naturalmente ritengo preziosi alcuni testi online sull’autodifesa e penso sia utile anche leggere un testo
qualunque sulle tecniche di persuasione dei venditori che hanno un contatto diretto con il cliente (es. quello di Di Giovanni poco più oltre
citato in aggiunta a quello di Allen). Anche alcuni capitoli di Imparare a leggere (Bettelheim e Zelan) e Psicopatologia della vita
quotidiana (Freud) possono offrire un certo sostegno (sono dedicati a lapsus, atti mancati, blocchi e simili fastidi derivati da processi
inconsci che la psicologia cognitiva di oggi rinnega ma che non per questo hanno smesso di verificarsi e sono meno reali). Di Freud, a
parte il libro ora citato, io ritengo utile con certezza solo il suggerimento di avviare l'autoanalisi con una liberatoria espressione scritta dei
dialoghi e dei fatti del passato che ristagnano nella memoria e bloccano l'energia, astenendosi da spiegazioni, commenti e giudizi e
cestinando il tutto in seguito e, per chi ha una nevrosi sessuale, il capitolo sui sogni d’angoscia del suo noto libro sui sogni. Sinossi di
Psichiatria è invece, considerato nel complesso, un libro duro e che può rattristare eccessivamente, perciò quando si è sotto stress è
preferibile leggerne solo le pagine sulle tecniche cognitivo-comportamentali, considerando con attenzione l’indice e sfogliando i capitoli
che sembrano essere pertinenti. Questi libri sarebbero stati sufficienti per me, poiché vi si descrivono le possibilità di malpractice nella
Sanità e nel settore socio-assistenziale pubblico e privato e fastidi comuni e soprattutto perché vi si chiarisce come descrivere ad altri e
come gestire e/o risolvere gradualmente i problemi nervosi che la maggioranza tende a fraintendere volontariamente o meno. Tra essi i
più importanti sono forse quelli che elenco nel paragrafo dedicato alle cosiddette tecniche cognitivo-comportamentali, leggendo il quale si
deve tener presente che le tecniche spiegate da Celi, da Ruiz e dai coniugi Sadock sono semplici e anzi spesso intuitive, nonostante
l'ipertecnicismo (il vocabolario non quotidiano) e il carattere reificante (che fa sembrare oggetti le persone) della terminologia che le
definisce e le descrive, ma che il fatto di poter tenere per sempre tra le mani almeno un libro che ne riporta esempi tratti dal vissuto di
molte persone offre un enorme sostegno a una persona sola e da tempo sofferente tra l'indifferenza o l'ignoranza di chi la circonda.
Nel seguito del documento spiegherò meglio in cosa questi libri siano d’aiuto, preciserò riguardo l’opera di Fromm e Jung e darò altri
titoli di libri di autori non citati in questo paragrafo. Darò sempre la preferenza a saggi e manuali, ma in coda in una breve nota elenco
titoli di racconti, fiabe, romanzi, serie tv e film utili.
Nella mia libreria ci sono diversi altri libri utili recenti o molto datati, ma è indispensabile che quelli a cui tornare di frequente siano pochi
se si vuole che conferiscano stabilità interiore. Comunque per chi desidera conoscere brani di altri e molto diversi libri incoraggianti in un
testo relativamente breve segnalo http://www.slideshare.com/citazioni-su-intelligenza-e-coraggio.
Segnalo che una nevrosi comporta in genere anche sintomi fisici da somatizzazione, invece non comprende allucinazioni, deliri e periodici
e bruschi cambiamenti molto accentuati e immotivati che dipendono tipicamente da psicosi o in generale da malattia mentale vera e
propria e chiarisco che non ha senso eliminare il termine “nevrosi” e la sua distinzione da “psicosi”, come impongono le attuali direttive
dell’APA: i sintomi della nevrosi differiscono nell’intensità più che nel tipo dai difetti comuni e una nevrosi non è che un’involontaria e
controproducente difesa dalla forza dell’istinto e dal contrasto tra le esigenze di istinti diversi, della morale e delle forze del mondo
esterno; in famiglie ostili spesso è anche o soprattutto un’automatica difesa dalla propria personalità, cioè la conseguenza di un inconscio
rifiuto della propria natura osteggiata dai parenti intolleranti di tendenze e capacità dissimili dalle loro, tanto che guarisce in questi casi
quando si trova il modo di esprimere se stessi. Grazie ai libri giusti è possibile risolvere i problemi che io e molti altri hanno saputo
superare troppo tardi quali attacchi di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, fobia sociale e mutismo selettivo - per esprimersi come
vuole l’ampiamente criticato sistema di catalogazione delle malattie nervose attualmente in uso (il DSM ) - oppure i tipici sintomi di una
seria nevrosi - per esprimersi in modo più sensato e utile come faceva Jung. Nell’analisi fatta da Jung dell’Ulisse di Joyce contenuta in
Civiltà in transizione:il periodo tra le due guerre, trovate infatti un lungo elenco e un esempio in letteratura dei sintomi tipici di una
nevrosi seria, quindi del subire la "possessione" dell'inconscio (in sintesi COAZIONE, FOBIE, OSSESSIONI, “AFFETTI”, COMPLESSI, dove con coazione
si intende automatismi cioè tendenza ad agire e parlare senza esprimere ciò che si pensa e vuole come in preda a dei tic): questo modo di
vedere nell’insieme questi problemi è senz’altro più utile che l’invenzione di circa 400 malattie nervose (“disturbi mentali”) dell’attuale
DSM, il manuale il cui utilizzo è oggi obbligatorio per psicologi e psichiatri nonostante sia criticato aspramente in quasi tutti i manuali
universitari delle Facoltà che lo citano nei programmi (le critiche più acute sono contenute nel capitolo 9 di Diversità, devianze e terapie
di Salvini – Galieni, un libro alla portata di tutti sebbene sia uno dei testi di una specialistica). Blocchi emotivi e automatismi non sono
insoliti e infatti non mancano di rappresentarli fiabe tradizionali (rimando a Richetto dal ciuffo di Perrault e a I cigni selvatici e La
sirenetta di Andersen), racconti anche abbastanza recenti (ad esempio Quando l'ultima porta si chiude di T. Capote), serie TV e film
(considerate tra le produzioni cinematografiche e televisive La stanza di Marvin e poi i personaggi Eliot di Scrubs e Phoebe e Chandler di
Friends). Riguardo a Richetto dal ciuffo, il senso della fiaba è più chiaro appena si comprende che non solo per Enrichetto, ma anche per
la sua principessa non c’è stata magia di sorta e non perché l'amore renda Enrichetto cieco ai suoi difetti (il commento finale di Perrault
non tiene conto del fatto che il suo cambiamento è apprezzato da tutti e non solo dal suo innamorato), ma perché non era la stupidità a
bloccarne l'espressione e a ostacolarne la riflessione, tanto che in tutta la fiaba si fa intendere in modo indiretto che lei non era stupida
come era creduta e si credeva lei stessa, il che del resto Richetto esplicitamente afferma fin dal loro primo incontro con quell’osservazione
acuta su chi in generale ha o non ha “spirito”, alla quale rimando; il caso di Pollicino - intelligente quanto disprezzato capro espiatorio
della sua famiglia - non è molto diverso ed è inoltre ricorrente in diverse fiabe che un personaggio intelligente parli poco o non parli
affatto per un lungo periodo e che ciò lo metta in pericolo a causa dell’immagine che altri se ne fanno (rimando a La sirenetta e a I cigni
selvatici, la cui vicenda torna, poco modificata nell’essenziale, in altre fiabe): dovreste leggere tutto ciò ricordando cosa siano i blocchi
emotivi, cosa significhi avere una qualità diversa e non inferiore di intelligenza e come quasi sempre bambini dotati e inoltre bambini e
adulti introversi, affetti da particolari nevrosi o eccentrici (cfr. con Jung), persone con la caratteristica fisica delineata da Milletre e
persone in modalità “essere” (cfr. con Fromm) sono considerati stupidi dai loro opposti naturali. Due conseguenze certe delle carenze
nella comunicazione o nell’autoespressione e soprattutto di una seria nevrosi trascurata sono l'isolamento sociale e un tipo particolarmente
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crudele di solitudine che implica l'impossibilità di riposo (perfino in se stessi) e un senso di straniamento e vuoto: si tratta
dell'esasperazione di un disagio e di uno stato di cose ben noti e diffusi nella società attuale (al di là delle analisi fatte da Fromm o Marx
alla società moderna, rimando ad almeno le seguenti canzoni di G. Gaber: Cerco un gesto naturale, L’impotenza, Quando sarò capace di
amare, Io e le cose, Il grido). Si dovrebbe riflettere su questi concetti mentre si leggono le pagine dedicate ai disturbi ossessivo-
compulsivi, da tic e simili in Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock's) e in Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia
(F. Celi). Ai paragrafi 2.3 e 3.1 di Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle scienze umane troverete informazioni
introduttive su lapsus, libere associazioni, atti mancati, tragiche dimenticanze, memoria, attenzione automatica e neuroni specchio, ma
informazioni più utili al riguardo sono, come già accennato, in Imparare a leggere (Bettelheim e Zelan) e Psicopatologia della vita
quotidiana (Freud). Per me, comunque, su questo è risultato determinante soprattutto leggere tutte le pagine sparse nell’opera di Jung
dedicate al prevalere dell'"Ombra"o comunque al tema della “possessione” e in particolare i seguenti capitoli: oltre a quello citato La lotta
con l’ombra contenuto in Civiltà in transizione: dopo la catastrofe, anche Animus e anima in Due testi di psicologia analitica e
Psicologia della figura del briccone in Archetipi e inconscio collettivo per tenere presente come siano a volte una coscienza in crisi e
continui dubbi a favorire caos e perdita di controllo e che essa può prendere un volgare carattere che fa apparire molto inferiori di quanto
si è e che fa compiere gaffes e vere assurdità per sé molto dannose come nel caso che Jung definisce "prevalere del "trickster”: pensate a
tutto ciò prima di giudicare quando cogliete nei modi e nelle azioni altrui o nei vostri molte contraddizioni. Al tema “possessione” è
connesso in parte il concetto stoico di heimarmene e quello degli ostacoli all’evolversi della “coscienza di sé” affrontati da Jung in
Mysterium coniunctionis. Mi sono stati utili anche i paragrafi su esaltazione e complesso d’inferiorità dell’ultimo capitolo di Ricerche
sperimentali e gli accenni ai due giovani e al topos dell’impiccagione all’albero in Simboli della trasformazione.
In Io e l’inconscio, verso la fine – credo – di Tipologia psicologica in Tipi psicologici e in altri suoi libri, Jung offre con obiettività a chi ha
una nevrosi molte ragioni per sperare e sollevare almeno un po’ la propria autostima. Anche Lo spirito nella fiaba (il capitolo di
Fenomenologia dello spirito nella fiaba) in Archetipi e inconscio collettivo aiuta a vedere nella giusta prospettiva la responsabilità
personale. Incoraggianti possono essere anche i seguenti testi su fortuna, sfortuna e legge di attrazione: La fortuna si trova sulla via della
ragione (M. Montaigne); le parti 2ª e 3ª del libro IV e i capitoli 1,2,3 dell’epilogo di Guerra e pace (L. Tolstoj); La sincronicità come
principio di nessi acausali in La dinamica dell’inconscio, il cap. Conclusione: la scienza e l'inconscio e la parte finale del paragrafo Il Sè:
simboli della totalità del cap. Processo di individuazione in L'uomo e i suoi simboli e il commento alla tavola X/A in Empiria del
processo di individuazione in Archetipi e inconscio collettivo (C. G. Jung); Psicopatologia della vita quotidiana (S. Freud); Come
funziona la legge d’attrazione (M. J. Losier); (forse L’anima gemella di A. Ford); il quinto capitolo di Delitto e castigo (capitolo la cui
lettura deve peraltro tener presente la scena – molto più avanti – della confessione alla polizia quando il protagonista in un primo tempo
rinuncia alla propria libertà e fermezza e se ne va con un niente di fatto a causa dell'ennesima coincidenza fortuita apparentemente
favorevole); il quattordicesimo capitolo e l’ultimo di Il giocatore (F. Dostoevskij); Nemesi o la sapienza delle cose in La sapienza degli
antichi (F. Bacone). Un esempio positivo di espressione della legge di attrazione senza nemmeno un vero e proprio impegno per attivarla è
in La tregua di Levi, perché ogni volta che l'autore e protagonista si distacca dal suo gruppo va incontro a inaspettata fortuna. L’aspetto
migliore di questa pericolosa legge, l’armonia e l’ordine che può conferire a un’esistenza, è espresso con maestria in L’insostenibile
leggerezza dell’essere (M. Kundera). Per non illudersi sulla forza della legge di attrazione si può anche solo tener conto del messaggio di
fiabe note come L'abete di Andersen e inoltre confrontare La valle della luna di London con Furore di Steinbeck. In molte fiabe e in molti
romanzi sono l'imprudente curiosità e l'eccesso ad "attirare" la sfortuna: in L'asino d'oro di Apuleio il protagonista e Psiche, per natura
curiosi e, a un dato momento, felici senza misura, vanno incontro a una lunga e imprevedibile serie di sventure. La nevrosi attira frequenti
incidenti e incontri sfortunati. Anche l'inconscio di genitori ostili ai figli attrae ostacoli, coincidenze negative e cattivi incontri, oltre che a
volte malattie, nella vita di questi ultimi (rimando per esempio a Lo sviluppo della personalità e alle pagine sull'heimarmene di C. G.
Jung).
Quanto ai libri e ai siti web più utili per apprendere soluzioni ampiamente sperimentate a molti diversi problemi nervosi, le classiche
TECNICHE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI di base, e altre soluzioni utili ai problemi nervosi e comuni, leggete il paragrafo che segue con
attenzione e tenendo ben a mente che i termini tecnici contenuti in esso e nei libri citati esprimono in genere concetti semplici.
Per le tecniche così chiamate vere e proprie il testo di riferimento è Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (F.
Celi), un libro che dovrebbe stare in ogni casa. Anche in Sinossi di Psichiatria (Kaplan – Sadock's) ne trovate di importanti, in particolare
nei paragrafi dedicati ai vari disturbi da tic e di panico e nel cap. 28. Chi non può leggere Sinossi di psichiatria a causa del costo elevato,
legga con attenzione questi libri e il paragrafo più dettagliato su queste tecniche più oltre e/o li integri con pagine online, se ve ne sono, su
deriflessione, sulle reazioni ai più comuni errori cognitivi, su Habit reversal (risposta competitiva), sui diari (di cose belle accadute o
realizzate, di pensieri automatici, di compulsioni, di ossessioni e di rituali), ma credo che questo manuale vada sfogliato (ne trovate citati
altri capitoli in questo documento). Su www.videogametherapy.it si informa sull'uso dei videogiochi per aiutare ad affrontare paure ma
anche ansia, depressione o disturbo da stress post-traumatico, ma non è chiaro però se sia possibile scaricare i videogame evitando di
coinvolgere gruppi e psicoterapeuta (se no, ciò potrebbe bastare a sconsigliare questo approccio, perché il pericolo rappresentato dai
gruppi e dal contatto con queste figure professionali è sempre considerevole). Cercate online informazioni sullo "script di riverberazione"
illustrato da Di Giovanni in Psicologia della comunicazione. In Dialoghi ininterrotti (P. Bastianoni) si cita la deriflessione, che è
semplicemente distogliere il pensiero da un problema al momento insormontabile per concentrarlo sul futuro e su un progetto. Chi soffre
di balbuzie o ha figli che ne soffrono dovrebbe leggere alcuni dei manuali di formazione dei logopedisti, scegliendo quelli più recenti,
oltre a rivolgersi a uno di loro (io conosco alcune delle tecniche impiegate grazie a un racconto senza pretese di Nicholas Evans, Insieme
con i lupi). Chi soffre di fobie o autolesionismo può trovare utile anche leggere il capitolo sulla fobia degli alieni di Civiltà in transizione:
dopo la catastrofe di Jung e forse Ossessioni, fobie e paranoie di Freud, oltre che i saggi citati più sopra e più avanti di Celi, De Beauvoir,
Bastianoni, Storr e Salvini; nel cap. 2 di Diversità, devianza e terapia (Salvini-Galieni) viene descritto il trattamento di fobie specifiche
con la realtà virtuale. Informatevi sul neurofeedback, praticato anche in ospedale, ma non adatto a tutti. Ogni tanto valutatevi con dei test
su coping, problem solving, locus of control e cognizione sociale quali almeno COPE, CISS e TOPS, con la precauzione di farlo in privato
e cestinando il tutto fuori casa subito dopo (rimando al paragrafo sui test psicologici più oltre nel documento). Consiglio di tener presente
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il modello di ORGI di Schein sullo sfondo dei contributi della psicologia Gestalt e cognitiva, di quella psicodinamica e di quella detta
psicosociale (meccanismi di difesa primitivi, misure di sicurezza, errori tipici di percezione, di formazione delle impressioni e di
attribuzione di cause). Rimando anche al buono schema riassuntivo di metodi, limiti e vantaggi sui tre orientamenti psicodinamico,
cognitivo-comportamentale e sistemico-relazionale nella tabella 4.1 di Il colloquio nell'assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca).
Tra i libri di Carl Gustav Jung sono importanti come guida nel comportamento mirato a risolvere problemi nervosi in particolare i capitoli
La lotta con l'ombra (in Civiltà in transizione: dopo la catastrofe), La tecnica di differenziazione tra l'io e le figure dell'inconscio, I
tentativi di liberazione dell’individualità dalla psiche collettiva e la seconda metà del capitolo Anima e animus (in Due testi di psicologia
analitica) e Fantasie dell'inconscio, Nevrosi e fattori etiologici dell’infanzia e Un caso di nevrosi di una bambina (in Freud e la
psicanalisi); in particolare Un caso di nevrosi di una bambina descrive i vari passaggi con cui si è permesso a una bambina di superare dei
problemi che avevano provocato in lei dei sintomi nevrotici anche psicosomatici e gli altri capitoli spiegano come affrontare e gestire
umore inspiegabilmente depresso, cattive tendenze e fantasie nevrotiche. Analisi individuali più complesse, a causa dell’apporto di molti
sogni o mandala, eseguite secondo i metodi elaborati da Jung sono descritte nel cap. Simboli di un’analisi individuale di L’uomo e i suoi
simboli a cura di Jung e nelle pagine dedicate alla donna alle prese con i mandala nel cap. Empiria del processo di individuazione in
Archetipi e inconscio collettivo (dei due quello più voluminoso), mentre generali istruzioni con numerosi esempi tratti da casi reali al
riguardo si trovano nel cap. Processo di individuazione del citato ora L’uomo e i suoi simboli. Tuttavia trovo che si riesca ad apprendere
meglio le soluzioni date in questi testi se si approfondisce che cosa Jung intenda con dissociazione dall’inconscio, possessione, prepotenza
dell’Ombra, trickster e nevrosi: può quindi aiutare leggere in seguito anche almeno quei capitoli selezionati in
http://www.slideshare.com/guida-per-gli-utenti-delle-biblioteche di Due testi di psicologia analitica, Archetipi e inconscio collettivo,
Mysterium coniunctionis, Ricerche sperimentali, Simboli della trasformazione, Civiltà in transizione:il periodo tra le due guerre, Lo
sviluppo della personalità, Freud e la psicanalisi. Credo anche che guidare in modo razionale il proprio comportamento richieda nozioni
sulle proiezioni, sul transfert e controtransfert e sul fascino: Jung affronta questi comportamenti del giudizio in alcuni dei libri ora citati,
ma anche in Pratica della psicoterapia nei capitoli 4 e 5 di Psicologia dell’inconscio e nei capitoli I rapporti della psicoterapia con la
cura d’anime e Il bene e il male nella psicologia analitica di Psicologia e religione.
Di Erich Fromm è importante soprattutto leggere L’arte di ascoltare, per le soluzioni che fornisce sull’autoanalisi a partire dal presente e
anche dalle sensazioni fisiche e per le spiegazioni sulle ragioni per cui l’autoanalisi va imparata e preferita a qualsiasi soluzione in studio o
di gruppo.
Un buon suggerimento di Freud è di avviare l'autoanalisi con una liberatoria espressione scritta dei dialoghi e dei fatti del passato che
ristagnano nella memoria e bloccano l'energia, astenendosi da spiegazioni, commenti e giudizi e cestinando il tutto in seguito.
In Solo bagaglio a mano, Romagnoli riporta il consiglio seguito da lui stesso e da alcuni reduci da grandi traumi di raccontare l’esperienza
dolorosa vissuta servendosi di una lingua straniera per per mantenere un certo distacco e non rivivere il trauma.
Ricordo nuovamente che L'orologio della mente di Slepoj offre consigli per affrontare molti diversi problemi e lo fa con poche parole, che
Imparare a leggere di Bettelheim e Zelan non solo insegna a superare i lapsus nella lettura con calma autoaccettazione, ma mostra come la
lettura possa diventare un ottimo strumento per fare autoanalisi e creare benessere. Meno semplice è imparare a cambiare percorso
attraverso l’interpretazione di incidenti e di alcune malattie fisiche con l’aiuto offerto da Freud in Psicopatologia della vita quotidiana e
Groddreck in Il libro dell’Es. In Tecniche proibite di persuasione (S. Allen) sono esposte con ordine altre altre tecniche soprattutto di
comunicazione e per incitare se stessi a fare qualcosa di utile. Bisogna tener presente che Marte e Venere si innamorano di nuovo di Gray,
Solitudine:ritorno a se stessi (A. Storr)e i libri citati di Seneca e in parte anche Dialoghi ininterrotti (P. Bastianoni) sono i libri da
considerare in caso di lutti e separazioni (da Gray si viene guidati su come scrivere utili lettere a sé e agli altri per chiarire e gestire le
proprie emozioni, anche da cestinare subito dopo), ricordando che di Storr è importante al riguardo il capitolo sul lutto e in generale il
capitolo sulla differenza tra effetti della solitudine volontaria e di quella forzata. L'autostima nei bambini (Frascarolo-Moutinot), come il
libro appena citato di Gray, informa su come gestire le emozioni in genere, oltre che i traumi infantili, e secondo me va letto. Sulla
gestione efficace delle emozioni, leggete anche la pagina Wikipedia sul film Disney Inside Out. Come funziona la legge d’attrazione di
Losier e Il magico potere del riordino di Kondo spiegano come utilizzare le tecniche dei diari, delle liste dei desideri (queste ultime
soprattutto a partire da ciò che non si vuole con trasposizione in forma affermativa) e della selezione e del riassetto di armadio,
arredamento e oggetti personali per scoprire ciò che piace davvero, agire di conseguenza e attrarre qualcosa di corrispondente. Piccola
guida per persone intelligenti che non sanno di esserlo (Millètre) offre un suggerimento dietro l'altro a chi fa parte dell'esigua minoranza
con il centro cerebrale a destra. In L'arte del rilassamento, della concentrazione e della meditazione (J. Levey) leggete almeno le pagine
su esercizio di flusso e respirazione in nove parti (simile al Pranayama) e inoltre su meditazione che sfrutta proprio i pensieri e le
emozioni distraenti e su gestione delle emozioni (lo schema su egocentrismo e maturità). Tenete presenti le pagine online sui mudra più
semplici e sugli esercizi yoga semplicissimi da eseguire restando eretti e solo con le braccia (es. accompagnare il respiro sollevando e
incrociando le braccia due volte davanti a sé). Per quanto sorvolino su molti aspetti negativi della convivenza con animali, L'anello di re
Salomone (K. Lorenz) e La felicità è un cucciolo caldo (A. Montes de Oca) offrono testimonianze sincere su come trarre da essa grande
sostegno, soprattutto in periodi storici duri o nella malattia (fisica o mentale).
La terza e quarta età possono essere affrontate meglio leggendo libri sull’argomento, ricordando che ne vengono citati in Politica dei
servizi sociali di Ferrario, nei libri del liceo delle scienze umane (exmagistrali) e nel libro citato di Bastianoni e che anche la citata De
Bouvoir ne ha scritto. Per quanto riguarda la crisi di mezza età e l’invecchiamento si dovrebbe tener conto anche dei citati libri di Gray e
Storr e inoltre di Gli stadi della vita in La dinamica dell’inconscio, il capitolo o paragrafo Il matrimonio come relazione psicologica in Lo
sviluppo della personalità e se possibile anche le pagine sul problema dei contrari (enantiodromia), sul fascino e sulla “persona” (il modo
in cui ci si presenta) come compromesso sociale in Due testi di psicologia analitica (C. G. Jung), ma anche curiosare sulle risposte ai
lettori delle riviste in edicola e su pagine online su vaginismo, matrimoni bianchi e gruppo degli asessuali. Per riflettere sulle scelte
sessuali e sulla gravidanza, io consiglio soprattutto il secondo volume di Il secondo sesso di De Beauvoir, la quale non era però informata
sugli effetti collaterali della pillola anticoncezionale.
Di Seneca offrono soluzioni utili in modo efficace soprattutto La tranquillità dell’animo, La brevità della vita, la vita felice, L’ira e forse
anche La vita ritirata (o contemplativa) e Consolazione alla madre Elvia.
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Donne che corrono coi lupi (C. Pinkola Estes) offre alle donne consigli e soluzioni precise e graduali, considerando i problemi femminili
più difficili e quelli più frequenti in alcune fasi della vita (per farsi un’idea del libro forse è meglio leggere per primo il cap. 6).
Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicanalitici delle fiabe (B. Bettelheim) accompagna, attraverso l’analisi di fiabe più e
meno note, i cambiamenti di infanzia e adolescenza e incoraggia a diventare se stessi, integrando in sé faticosamente tendenze discordanti
tra loro o problematiche: l’autore cerca di illustrare anche ciò che vale per ogni altra fase evolutiva, dando speranza e conforto a chi
accetta rischi, sofferenza e profondità; il testo può quindi fornire qualche aiuto nel chiarire e incoraggiare l’integrazione nella personalità
di impulsi contrastanti , regressivi, prematuri o distruttivi e in generale gli sforzi personali di superare tenaci paure e maturare.
Consiglio i cap. 5, 7 e 9 di Il drago come realtà (S. De Mari) per i consigli riguardo problematiche come emarginazione, anoressia, rivalità
femminile, abusi sessuali dei genitori.
I persuasori occulti (V. Packard) aiuta molto a conoscere se stessi e a difendersi da pubblicità, eccessi di politici e dell’ingerenza degli
psicologi nel mondo del lavoro.
È importante leggere questi libri con senso critico e per svilupparlo è necessario attendere di averli letti tutti prima di seguirne i consigli e
di valutare le opinioni espresse dagli autori, che spesso esprimono pareri diversi oppure espongono opinioni soggettive su questioni
religiose: in particolare consiglio di correggere le affermazioni di Gray sull’”anima gemella”, sulla “persona giusta” e sull’importanza
delle relazioni affettive intime leggendo quanto ne pensa Storr nel citato libro di quest’ultimo sulla solitudine, di leggere almeno L’arte di
ascoltare di Fromm prima di seguire il consiglio di rivolgersi a psicoterapeuti e gruppi di sostegno che danno Gray e i coniugi Sadock e
Ruiz e infine di reagire al paragrafo un po’ delirante sulla provvidenza nella fantasy nell’ultimo capitolo del libro di De Mari riflettendovi
con distacco grazie all’autobiografia e a Risposta a Giobbe di Jung; quanto al libro pur bellissimo e rasserenante di Groddeck dovreste,
oltre che evitare le lettere X, XIV, XVIII e XX, dare poco credito ai commenti su lutto e fisiognomica e alle generalizzazioni sulle origini
psichiche di gravi malattie e circa l’interiorità di uomini e donne intesi come categorie.
Consiglio di leggere http://www.slideshare.com/analisi-dei-sogni-con-mitologia-e-alchimia.
Leggere il riassunto http://www.slideshare.com/meccanismi-di-difesa-e-altre-distorsioni-del-giudizio può risultare importante in alcune
situazioni.
Naturalmente un testo, anche online, sull’autodifesa che segnali quali siano gli abusi più frequenti in vari ambienti e suggerisca di volta
in volta come affrontarli, altri libri di self-help e tutte le pagine internet che aiutano a risolvere problemi di carattere pratico (scuola,
lavoro, casa, abiti, farmaci, ecc.) integrano al meglio questo paragrafo.
I consigli raccolti da semplici riviste e riordinati nel paragrafo finale di http://www.slideshare.com/citazioni-su-intelligenza-e-coraggio
sono ben selezionati, ben scritti e molto utili (li riporto comunque anche in questo documento come citazione).
Per esperienza e letture posso garantire che la narrativa e i film sono utili soprattutto se a lieto fine pur non essendo superficiali, ma non
devono precedere né tanto meno possono sostituire manuali e saggi.
Più sotto entrerò in dettaglio nel descrivere i libri utili ai fini di apprendere le tecniche cognitivo-comportamentali qui elencate e di alcune
di esse darò un'illustrazione, data l'importanza che attribuisco a questi libri (anche ai più semplici) e a queste soluzioni, come non farò
invece con gli altri libri citati in questo documento.
Conoscere bene ciò che distorce di solito il nostro giudizio e le protezioni che per noi sono più istintive è il primo passo per poterci
liberare sia di questi automatismi che dei sintomi nevrotici, i quali sono esagerazioni dolorose e involontarie di reazioni difensive inconsce
comuni a tutti. Inoltre – lo ribadisco – conoscenze precise al riguardo aiutano a difendersi dagli abusi di chi diagnostica a caso il disturbo
di personalità. I manuali universitari di Psicologia che contengono capitoli su inconsci meccanismi di difesa (sono quelli detti “primitivi”)
“misure di sicurezza” e altre forme di distorsione del giudizio sono molti e arricchiscono – con punti di vista peraltro meno vincolati alle
teorie di certo non sempre valide di Sigmund Freud – il vecchio ma bel libro di sua figlia Anna più sopra qui citato, tuttavia suggerisco di
cercarne il riassunto online privo di gergo settoriale e cioè scritto in linguaggio quotidiano e forma scorrevole del documento
http://www.slideshare.com/meccanismi-di-difesa-e-altre-distorsioni-del-giudizio oppure di limitarsi a informarsi su questo argomento nei
paragrafi esposti con semplicità e dal contenuto limitato all’essenziale del manuale Intrecci. Psicologia e pedagogia per terzo e quarto
anno (rimando all’indice) e al capitolo 2-VIII del vecchio manuale di Psichiatria di Sarteschi-Maggini, entrambi reperibili online.
Per riflettere sul mio passato e sulla natura mia e di chi conosco a me sono stati molto utili anche Lo sviluppo della personalità, il capitolo
sul complesso materno e sull’archetipo del vecchio saggio del più voluminoso dei due Archetipi e inconscio collettivo, L’importanza del
padre nel destino dell’individuo in Freud e la psicanalisi e i capitoli Il problema dei tipi nella conoscenza degli uomini e Descrizione
generale dei tipi in Tipi psicologici e Il problema del tipo di atteggiamento in Due testi di psicologia analitica di Jung, Avere o essere e Il
linguaggio dimenticato di Fromm, Il libro dell’es di Groddeck, Il secondo sesso di De Beauvoir e Piccola guida per persone intelligenti
che non pensano di esserlo di Millètre; sono utili forse anche alcuni libri di M. R. Parsi (non li ho però letti). Creatività (E. Balconi – M.
Erba) mi è stato utile per le informazioni che contiene sull’utilità della narrazione (anche quella autobiografica), sulle famiglie più tipiche
di dislessici e artisti e per i suoi chiarimenti sulle forme meno note di dislessia.
Non tutti fanno sogni significativi e forse in realtà pochi ne fanno di ricchi di immagini ricorrenti nella mitologia e in tal caso i capitoli e
libri di Jung (a cominciare da Simboli della trasformazione, capitoli 2 e 3 sui sogni in Psicologia e alchimia e capitolo La psicologia della
traslazione illustrata con l'ausilio di una serie di immagini alchemiche in Pratica della psicoterapia,) utili per comprendere sogni e incubi
non sono utili, ma si deve evitare di leggere il noto libro di Freud su questo argomento (a meno che non si abbia qualche nevrosi sessuale
e con l’eccezione del capitolo sui sogni d’angoscia). Consiglio comunque Il linguaggio dimenticato di Fromm e segnalo le pagine sui
sogni di Il libro dell’Es di Groddeck. Per chi ha trovato interessanti gli scritti di Jung sui sogni ricchi di simboli antichi (magari anche
trasposti in immagini moderne, come indicato in Civiltà in transizione: il periodo tra le due guerre al capitolo Psicologia e poesia),
segnalo i saggi noti e pertinenti fiabe, mitologia e fantasy di Tolkien, Estes e De Mari, sebbene De Mari fraintenda Pinocchio e Jung,
mentre Tolkien non ha compreso bene Jung riguardo alla concezione della divinità. Forse è utile consultare le pagine online
Dreambank.net e Dreamresearch.net. In ogni caso può essere molto utile leggere http://www.slideshare.com/analisi-dei-sogni-con-
mitologia-e-alchimia.
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Ad alcune persone e in particolar modo a molte donne può essere utile considerare il seguente elenco: il secondo volume di Il secondo
sesso (S. De Beauvoir); I corpi astinenti (E. Richard); Monologhi della vagina (E. Ensler); forse anche Lei viene prima di me; Donne che
corrono coi lupi (C. Pinkola Estes); il cap. 7 e forse altri (5 e 9) di Il drago come realtà (S. De Mari); La principessa sul pisello e altri libri
di Luciana Littizzetto; http://www.sessuologiaclinica.net/index.php?option=com_content&task=view&id=73&Itemid=36;
http://www.sessuologiaclinica.net/index.php?option=com_content&task=view&id=67&Itemid=36;
http://www.vaginismusawarenessnetwork.org/success_story_it.html, tenendo presente che nelle pagine di questi indirizzi (probabilmente
anche altrove online) si parla di un numeroso gruppo online di persone di solito con titolo di studio medio-alto accomunati dal non avere
rapporti sessuali, tra i quali molti sposati felicemente da anni, e della natura e dei vantaggi del vaginismo e del non fare sesso per le più
diverse ragioni e ciò con articoli in inglese di vari medici e testimonianze di alcune donne (alcune delle quali in italiano). Riguardo la
sessualità durante infanzia e all'inizio della pubertà consiglio Il mondo incantato (B. Bettelheim) e Più furbi di Cappuccetto rosso, Le
mani sui bambini e I quaderni delle bambine (M. R. Parsi), ma non sono molto informata su questo argomento.
Per alcune persone però forse può essere utile leggere sul tema fedeltà nella coppia le risposte alle lettere pubblicate su molte riviste al
riguardo e l’osservazione dell’esperienza altrui.
Molto utile in prospettiva è informarsi sulle malattie comuni o non rare e sui più utilizzati esami diagnostici, sfruttando anche i siti web
degli ospedali grandi o specializzati e dei poliambulatori privati con più sedi, un’enciclopedia medica, un recente dizionario medico (deve
contenere diverse schede di approfondimento, che vanno lette, sottolineate e ripassate), un manuale di biblioteca di concorso per
infermieri e l’indirizzo mail dei laboratori per analisi private del sangue e delle urine, tenendo presente che l’eventuale ansia creata
dall’informarsi su diverse malattie è temporanea, può essere ridotta dilazionando le letture nel corso di una stagione e viene presto
sostituita in genere dalla calma che di solito accompagna qualunque conoscenza che ponga in una condizione di maggiore indipendenza
dagli altri; la lettura dei bugiardini dei farmaci che si stanno assumendo e una buona selezione di quelli indispensabili attraverso ricerche
accurate online (forum, bugiardini online, protocolli online sull’utilizzo di alcune categorie di farmaci, farmacie con shop online) e molte
brevi telefonate a diverse farmacie preferibilmente non in zona.
Su messe di guarigione e pellegrinaggi fatti alla ricerca del miracolo o di qualche altra soluzione poco faticosa a qualche problema
rimando al paragrafo pertinente nella prima parte di questo testo.
Una persona in difficoltà potrebbe, interpretando dal punto di vista del debole gli stratagemmi del classico cinese I 36 stratagemmi con
commenti di M. Faccia, trarne molti consigli, tenendo presente che dei 34 stratagemmi di Schopenhauer alcuni richiamano i 36 del
classico cinese in quanto spesso implicano la capacità di creare o sfruttare "vuoti": la difesa consiste nel cercare i limiti dell'avversario,
cioè i punti deboli delle sue relazioni, le sue imprecisazioni o generalizzazioni, gli aspetti di ciò che afferma che sono sì validi ma privi del
consenso dei più per ignoranza diffusa, ecc. Per difendersi dalle altrui manipolazioni è importante leggere anche I persuasori occulti
(Packard), Uscita di sicurezza, L’eredità cristiana, La scuola dei dittatori e altri saggi di Silone, Mobbing (Guglielmi) e altri testi sul tema
e forse almeno l’ultima parte di Psicologia politica (Catellani), quest’ultimo soprattutto per gli esempi tratti da dialoghi di politici italiani
e per l’elenco dei modi per evitare di rispondere alle domande giuste ma scomode, sebbene sotto diversi altri aspetti sia migliore
Psicologia della politica a cura della stessa autrice. In seguito informatevi con atteggiamento mentale critico sui sintomi che secondo il
DSM caratterizzano il disturbo da stress psicosomatico: se lo farete con adeguato bagaglio culturale, vi apparirà chiaro che alcuni di quei
“sintomi” non sono tali dato che non sono solo coloro che sono reduci da un trauma a considerare cattiva la maggior parte della gente e
che tale giudizio si basa in genere su molte esperienze e letture.
Se inoltre volete approfondire ulteriormente il problema rappresentato dai danni che può fare uno psicologo qualunque potete leggere,
oltre al citato codice deontologico degli psicologi online e ai testi Psicoterapie folli di Singer e Lalich, L’arte di ascoltare e altri libri di
Fromm e Le belle immagini di De Beauvoir, anche il terribile Modelli di colloquio in psicologia clinica (Del Corno-Lang) e poi I rapporti
della psicoterapia con la cura d’anime in Psicologia e religione, le pagine sugli psicologi e sulle proiezioni in La dinamica
dell’inconscio, I pericoli della psicologia e Pratica della psicoterapia, la descrizione del tipo “di pensiero” estroverso (persona estroversa
con il pensiero come funzione psichica dominante) e della tipica donna estroversa in Tipi psicologici e il capitolo 4b della prima parte di
Io e l’inconscio in Due testi di psicologia analitica (tutti di Jung), ma i libri prima citati di Jung e Fromm contengono già diversi accenni
ai doveri di psicologi e psichiatri e a come siano spesso elusi a causa di difficoltà oggettive di comprendersi per via di nature diverse,
meccanismi inconsci di proiezione come il controtransfert, insufficienza degli studi, voluta indifferenza e interesse o a causa di vera e
propria malattia mentale nel caso di persone che hanno scelto quella professione perché disturbati (ricordo che sia Fromm che Jung infatti
consigliano di non rivolgersi mai a psicologi e di risolvere i problemi con tentativi tenaci di autoanalisi guidata dai giusti libri di
psicologia e letteratura e con azioni insistenti e mirate di migliorare le proprie condizioni di vita sia esteriori che interiori); inoltre il primo
capitolo del libro citato di Allegri sull’assistenza sociale si esprime sul senso di onnipotenza del professionista non ricettivo o impaziente e
in perenne posizione dominante per il bisogno di potere e di controllo e per intolleranza di ogni frustrazione, mentre il libro citato di Celi e
il paragrafo sul modello di supporto psicologico di Il dolce morire curato da De Santis, Gallucci e Rigliano contengono chiari commenti
sull’inutilità e probabile dannosità degli psicologi che in studio nulla fanno e per anni non intervengono minimamente per dare soluzioni
concrete o coinvolgere genitori e insegnanti quando necessario e nell’interesse del paziente e infine il citato libro di Storr si dilunga sul
grave danno fatto ai pazienti da critiche e offese e da “etichette diagnostiche” distribuite nello studio dello psicologo e dello psichiatra,
oltre che sulle teorie sulla utilità di avere compagnia sempre e comunque elaborate purtroppo da molti psicologi e da tutti gli psichiatri! Si
tratta di letture sufficienti a mettere in allarme chiunque stia valutando se andare o meno da uno psicoterapeuta, soprattutto se di indirizzo
e titolo di studio diversi da quello di Fabio Celi (l’autore del testo sopra citato sulla psicopatologia dello sviluppo). Quanto agli psichiatri,
i capitoli finali e quelli sugli psicofarmaci e sulle “terapie” chirurgiche o comportanti ancora l’uso sul cervello dell’elettricità del libro dei
coniugi Sadock sono chiari a chi legge tra le righe e dovete ricordare che basta qualche ricerca online per scoprire altro ancora non solo
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sui danni gravi e permanenti o letali delle sostanza psicotrope e del TSO perfino su bambini e ragazzi ma anche cose curiose come le già
citate assurde linee guida di Nussbaum, che consigliano di fare un colloquio clinico in soli 30 minuti con le ipotesi diagnostiche nei primi
5.
Se, anche a prescindere dai recenti studi sui geni, bastano un EEG e una fRMN per attestare la corrispondenza a livello fisico di molti
disturbi mentali, è significativo tuttavia che sia gli autori di Sinossi di psichiatria che Celi sottolineano che le tecniche cognitivo-
comportamentali o la maturazione naturale durante la crescita portino spesso a un cambiamento a livello di onde cerebrali e neuroni anche
quando non siano utlizzati né farmaci né scariche elettriche. Celi nel suo manuale consiglia gli psicofarmaci solo a chi ha in forma molto
grave disturbi ossessivo- compulsivi. In Sinossi di Psichiatria, gli autori raccomandano più volte le tecniche comportamentali come prima
scelta anche in tali casi, come per ogni altro disturbo mentale (danno risultati duraturi, senza ricadute né effetti di astinenza) e poi
chiariscono quali psicofarmaci hanno gli effetti collaterali più gravi e pesanti. In Sinossi di psichatria si avverte che sono pochi gli
psicologi cognitivo-comportamentisti qualificati per bambini e adolescenti in Italia e si suggerisce di contattarli e fare le sedute di
psicoterapia online, ma io credo che niente di davvero personale si dovrebbe mai comunicare attraverso Internet (se in rete l'anonimato
non sempre protegge, è quasi nulla la possibilità di privacy quando volto e/o dati personali sono accessibili) e che sia meglio insistere nel
trarre il massimo dai libri giusti o al limite usare il treno... Si dovrebbe evitare anche qualsiasi tecnica comportamentale di gruppo, perché
è, al contrario, necessario essere prudenti nell'accostare persone dai problemi simili ai propri per evitare di essere ulteriormente notati,
marchiati e "ghettizzati" e/o peggiorare a causa di una sorta di contagio o della dipendenza dal leader o per l'accrescersi conseguente del
distacco da coloro che sanno gestire meglio le emozioni almeno fuori casa e conformarsi quando necessario. Trovo giusta e da rilevare
l'idea di Fabio Celi che la psicoterapia dovrebbe essere breve e anche bella e quella di Rado che essa dovrebbe servire soprattutto a
imparare a sperimentare sentimenti piacevoli. Infine vi ricordo che, non solo per i comportamentisti come Celi, ma anche per celebri
psicanalisti del passato di altro indirizzo quali Lacan e Reich, essa dovrebbe avere una data conclusiva prevista e svolgersi secondo metodi
standardizzati. Bisogna considerare infatti il pericolo della dipendenza e il rischio di aver a che fare con psicologi incompetenti, malati di
mente o criminali. Anche il codice deontologico degli psicologi stesso afferma che ogni psicoterapia dovrebbe avere durata limitata,
basarsi esclusivamente sui manuali, prevedere incontri periodici in cui fare il bilancio di quanto si è affrontato e risolto e dei progetti e
soprattutto dichiara che ogni tipo di rapporto deve essere interrotto se non ha dato risultati o è troppo difficile (si dà per scontato ciò che
già Jung e altri avevano notato: chi ha un problema serio, specie se giovane e solo, di solito non riesce a chiudere un rapporto con uno
psicologo, per quanto inutile o dannoso si sia rivelato, perchè con l'aumentare del malessere a causa dello psicologo aumenta anche la
debolezza). Un professionista della salute onesto deve difendere il paziente anche da se stesso (per cambiare molto bastano un tumore al
cervello o altra malattia cerebrale, una seria crisi di mezza età, qualche grave imprevisto economico, alcuni lutti ravvicinati, ecc). Ogni
contatto/rapporto fuori dallo studio con lo psicoterapeuta è vietato in tutti i libri universitari e nel codice deontologico ed è pericolosissimo
per tutti, ma soprattutto per gli adolescenti. Se cercate informazioni su cosa intendo per utile psicoterapia (ma in realtà qualunque vero
conversare), potete tener presente i seguenti termini che contraddistinguono un approccio simile (oltre alla già citata psicanalisi
"supportiva"): formative-assessment con approccio volto allo sviluppo della consapevolezza e partecipazione alla valutazione
dell'intervistato e/o con criterio idiografico, principio di indeterminazione, indirizzo motivazionale o al limite psicodinamico (nelle
ricerche online evitate quindi ciò che ha a che vedere con l'approccio nomotetico, una visione globale e la narrazione).
Bisognerebbe fare attenzione a bloccare in sé il desiderio dell'ascolto fine a se stesso, perché esso è un noto effetto placebo che spesso
nasconde per qualche tempo la mancanza di un aiuto effettivo da chi dovrebbe guadagnarsi il denaro accettato con un'azione dagli effetti
duraturi e giustificante gli anni e il titolo di studio). Io sconsiglio più volte in questo e altri documenti online di rivolgersi a psicologi e
psichiatri, conoscendone bene gli abusi del passato e del presente, e tuttavia ammetto che in alcuni casi farlo sia quasi indispensabile (nel
caso di figli piccoli con disturbi dalla nascita o comunque seri al punto da comprometterne la frequenza a scuola) e che sia comunque utile
se si sceglie bene lo psicoterapeuta: dovete però assolutamente prima leggere il codice deontologico degli psicologi online e almeno il
libro citato di Celi, L'arte di ascoltare di Fromm e probabilmente un elenco dei biases più frequenti degli psicologi, poi dovete assicurarvi
che si tratti di un vero psicoterapeuta (deve avere il titolo di studio di Celi e nessun altro) e dovete giudicarlo anche in seguito, pronti a
lasciarlo se non dà soluzioni del tipo descritto da Celi e non dà limiti di tempo abbastanza precisi e limitati (progetti precisi con periodici
incontri in cui fare il punto e decidere se continuare è utile in base a risultati già ottenuti e alle necessità ulteriori) o almeno questo è quello
che si deve fare se si ha un disturbo nervoso vero e proprio e dei problemi seri. Bisogna comunque chiudere subito ogni rapporto con chi
non dà solo soluzioni apprese in libri universitari recenti e avvalorate quindi dall'esperienza di moltissime persone, perchè in psicoterapia
l'iniziativa personale del terapeuta è molto pericolosa. Ogni buona psicoterapia "supportiva/comportamentale" va integrata con autoanalisi
quotidiane dell'esperienza recente (da ricollegare di volta in volta al passato), delle fantasie della veglia, di incubi e sogni e dei complessi
(quelli materni, di inferiorità, ecc.), oltre che con azioni coscientemente mirate a migliorare le proprie condizioni esteriori di vita (a
cominciare da arredamento, abiti, alimentazione, studio, attività del tempo libero e possibilmente lavoro e residenza): la psicoterapia non
può sostituire iniziativa e impegno personali! Inoltre quando sono presenti debolezza, malessere, fastidi gastrointestinali e sbalzi di umore
o di peso non dallo psicologo si deve recarsi, ma nei laboratori di analisi e nei poliambulatori anche privati per esami diagnostici mirati su
cui informarsi su libri e web e soprattutto dal farmacista dopo necessarie ricerche sia online che condotte telefonando a farmacisti di
comuni o città diversi sulle malattie più comuni e sui farmaci più usati.
Per trovare questi libri e magari altri di simili usate i cataloghi online delle biblioteche e il prestito interbibliotecario e consultate Google e
i siti Internet di varie università per poi cercare i testi sul sito di Libraccio, da Amazon e altrove.
Il documento online http://www.slideshare.com/citazioni-utili-per-avviare-un-processo-di-maturazione contiene anche citazioni da tutti i
testi qui elencati ed è estremamente utile a chi ha poco tempo e poche energie da dedicare alla lettura a causa del lavoro o di patologie
croniche; inoltre questo testo contiene citazioni da romanzi e racconti con l’intento sia di informare che di fornire un sostegno nella ricerca
di soluzioni e benessere.
Quanto alla narrativa, io comunque consiglio di leggere romanzi e racconti che incoraggiano senza illudere troppo e senza ambiguità
eccessiva come Ritratto di un artista da giovane, L'esclusa, Il mondo secondo Garp, Nelle terre estreme, Balla coi lupi, L'uomo che
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sussurrava ai cavalli, Insieme con i lupi, Il taccuino d'oro, L'uomo senza qualità, L'asino d'oro, La peste, Resurrezione, Delitto e castigo e
forse L’insostenibile leggerezza dell’essere, Nel fuoco, La signora Dalloway, Cronaca di una morte annunciata, Vino e pane e
Fontamara, cui aggiungerei La mia Africa di Karen Blixen e Gli eredi dell'Eden e altri libri a lieto fine di Wilbur Smith, (io consiglio
soprattutto Gli eredi dell'Eden e tutti gli altri libri del primo ciclo dei Courteney e poi Come il mare, L'ombra del sole, Un'aquila nel cielo,
Quando vola il falco e L'ultima preda, ma apprezzo anche altri dei suoi libri con almeno un parziale lieto fine come questi) e questo
nonostante tutti i romanzi di Smith esagerino le possibilità fisiche umane, alcuni di essi, come per esempio La legge del deserto,
semplifichino troppo la soluzione a traumi e lutto, dando la falsa impressione che si possa risolvere tutto con il denaro (pagando la
psicoterapeuta con la parcella più alta e più nota, ecc.), decidendo di non pensare al passato e sostituendo con altri chi si è perduto
(facendo un altro figlio, ecc.), molti descrivano troppi personaggi dalle qualità ideali e i loro ancora più eccezionali incontro e sodalizio,
mentre altri ancora abbondino troppo di personaggi molto sgradevoli e di dettagli violenti morbosi (ad esempio quelli del ciclo dei
Courtney d'Africa tranne il quarto e tutti quelli del ciclo dei Ballantyne eccetto il primo). Inoltre consiglio la serie sui moschettieri e altri
libri noti adatti anche ai ragazzi e ai bambini a cominciare da Matilde, dai classici di Verne (almeno Il giro del mondo in 80 giorni,
Michele Strogoff e Le tribolazioni di un cinese in Cina), Kipling (Il primo libro della giungla e Se), London, Twain (Huckleberry Finn),
Conrad (a cominciare da Lord Jim), Andersen (senza dimenticare Il lino dopo aver letto L’abete e leggendo anche La ragazza che calpestò
il pane oltre alle più celebri), Perrault (soprattutto Richetto dal ciuffo), Grimm, Collodi, Jansson (l’importante Racconti della valle dei
Mumin), Lindgren (solo Pippi calzelunghe e al limite L’isola dei gabbiani), Alcott, Scott, Dickens (a cominciare da Martin Chuzzlewit,
Nicholas Nickleby, La casa desolata, Dombey e figlio, Il patto col fantasma e Tempi difficili), Saint-Exupéry, Lagerlof (soprattutto Il
pazzo e la fanciulla e La saga di Gosta Berling), le due Brontë (Jane Eyre prima di Cime tempestose), Sand (La piccola Fadette), Tolkien
(solo Il signore degli anelli) ed Ende (solo La storia infinita ed eventualmente Momo), dal fumetto Peanuts e da Cronache dal mondo
emerso, La principessa sposa, Coraline e L’ultimo elfo. La saga celebre Il gioco del trono di Martin non fa per tutti a causa dei contenuti
molto violenti e della volgarità, ma è davvero ben scritta e ben costruita e a suo modo utile (soprattutto il volume che raccoglie Tempesta
di spade, I fiumi della guerra e Il portale delle tenebre). Però ci sono ovviamente libri adatti ai ragazzi più importanti anche se più
impegnativi, come Il giovane Holden, Che cosa sapeva Maisie e Le belle immagini o, tra i libri recenti, forse catartico Nel fuoco di Evans,
libro ben più duro di L’uomo che sussurrava ai cavalli. Non è facile affrontare il tema degli abusi sessuali dei genitori sui figli e perciò
segnalo, insieme al romanzo Nel fuoco, anche la fiaba Pelle d'asino di Charles Perrault e i saggi Le mani sui bambini e I quaderni delle
bambine di Maria Rita Parsi. Per quanto le fiabe spesso celino nel personaggio della matrigna cattiva quello della madre, ce ne sono in cui
il tema degli abusi da parte dei genitori sui figli è esplicito come, oltre a Pollicino, anche Hansel e Gretel e La fanciulla senza mani di
Jacob e Wilhelm Grimm. Confrontate la fiaba dei Grimm La guardiana d'oche alla fonte con il riassunto del deprimente Re Lear di
Shakespeare. Racconti e romanzi particolarmente utili per comprendere i bambini, oltre ai citati Che cosa sapeva Maisie e ai i primi otto
capitoli di Jane Eyre, sono i seguenti libri tuttavia non incoraggianti: Il bambino dal cuore gentile (N. Hawthorne) e le pagine su Mitja
bambino, Kolja e il figlio di “Straccio di stoppa” in I fratelli Karamazov (F. Dostoevskij). Romanzi particolarmente utili per conoscere
alcune esigenze spesso volutamente ignorate delle bambine e delle adolescenti, oltre ai citati Le belle immagini, La saga di Gosta Berling
(almeno nei capitoli riguardanti per la parte sulla “dissociazione” della ragazza che cresce in ambienti diversi e si ammala di tifo ) e
Dombey e figlio (almeno nei primi capitoli e in quelli XVIII, XXIV, XXVII, XXXIV e XLVII) sono i non certo rasserenanti libri seguenti:
il primo racconto di Tutti i miei peccati (F. Jovine); I Buddenbrook (T. Mann) per la parte su Tony durante la sua crescita e nell'età adulta; i
primi capitoli di Villette (C. Brontë).
Tra i film e le serie TV consiglio almeno le serie Friends e Scrubs (quest'ultima serie nonostante il grave incensamento di psichiatri e
psicologi e le menzogne sugli antidepressivi e altre simili cadute di stile qua e là che non si trovano - anzi – in Friends, soprattutto in
quello delle prime serie) e tra i molti film utili vorrei ricordare qui, in quanto pertinenti anche al tema della salute o dell’apparire diversi
dalla maggioranza, Million Dollar Baby, Io e Annie, Il diavolo veste Prada, Ricche e famose, La mia vita senza me, Le ragazze dei
quartieri alti, Gli anni in tasca, La stanza di Marvin, Buon compleanno Mr Grape, Benny e Joon, Oh Serafina, La valle dell’Eden, Sul
lago dorato, La febbre del sabato sera, La febbre, Il laureato, Il fiore del mio segreto, Legami, Donne sull’orlo di una crisi di nervi,
Volver, The Millionaire, Norma Rae, Il favoloso mondo di Amélie, Lezioni di piano, Fahrenheit 451, Figli di un Dio minore, Harvey,
Colazione da Tiffany, Forrest Gump, La vita è meravigliosa, Balla coi lupi, Harry ti presento Sally e, per considerare anche gli anime e la
fantasy, Inside Out, [Anime ITA] Touch – Prendi il mondo e vai OAV 4 Crossroad, Harry Potter e l’ordine della Fenice, Un bambino di
nome Charlie Brown, La bella e la bestia, Buon anno con Winnie the Pooh, Dumbo, Coraline, Mary Poppins.
Ora entro in dettaglio nel descrivere i libri utili ai fini di apprendere le tecniche cognitivo-comportamentali qui elencati, data l'importanza
che attribuisco loro (anche ai più semplici), come non farò invece con gli altri libri qui citati.
INTRODUZIONE ALLE CLASSICHE TECNICHE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
E AD ALTRE SOLUZIONI UTILI
IN PARTICOLARE PER CHI HA UNA NEVROSI VERA E PROPRIA
O CARATTERISTICHE CHE LO RENDONO MARCATAMENTE DIVERSO DALLA MAGGIORANZA
Tra quelle descritte da Fabio Celi in Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia, le tecniche che io considero più
importanti e meno scontate sono quelle dette modellaggio, rafforzamento (diffe-renziale), role playing, esposizione con
desensibilizzazione sistematica, estinzione e problem solving/coping seguite da generalizzazione. Il modellaggio (partecipe) è un concetto
chiave, dato che indica il bisogno di procedere per gradi e dando grande valore agli sforzi fatti nella direzione giusta. In particolare
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consiglio di apprendere a fare un'analisi funzionale e di scrivere una gerarchia delle situazioni ansiogene e delle difficoltà di compiti decisi
per l'allenamento, se ci si sente bambini disegnando un termometro della paura/ansia o una torta dove segnare la percentuale di senso di
colpa. Poi è bene compilare un diario di osservazione, elaborare un progetto di due mesi e realizzare una scheda di osservazione
sistematica a cadenza settimanale e, con un po' di autoironia, un contratto educativo con indicati per scritto proposta, esposizione
progressiva alla situazione ansiogena e rafforzatore di scambio (una sorta di premio), quindi un compito graduato magari in forma di
token economy. La token economy utilizza per i bambini gettoni e premi, ma gli adulti possono utilizzare rafforzatori simbolici come
faccine smile sulla scheda e ideare un solo grande premio adeguato all'età. Bisogna avvalersi anche delle tecniche dell'interdipendenza
positiva, della prevenzione della risposta (nell'ERP è accompagnata dalla esposizione progressiva appunto), della dilazione della risposta
e, in casi particolari e di rado, di costo della risposta (una sorta di punizione). Esposizione e prevenzione delle risposte prendono l'aspetto
caratteristico della risposta competitiva se sono applicate in disturbi da tic e ossessivo-compulsivi, quando cioè è fondamentale evitare di
cedere a un tic per evitare di rafforzare lo spiacevole impulso preventivo – e l' "ingiunzione paradossale" – con il breve sollievo che deriva
dall'esaudirlo, rendendo il vizioso meccanismo alla lunga irresistibile: la tecnica è detta habit reversal (consiste in azioni sostitutive che
rendono inattuabile il tic al sopraggiungere dell'impulso motorio o in un tipo di respiro rallentato e ritmico in caso di sopravveniente tic
vocale/verbale). A livello cognitivo la terapia paradossale è simile. Sono utili per calmarsi anche la desensibilizzazione e rielaborazione
con movimenti oculari (osservare un oggetto che si muove avanti e indietro) e la vecchia tecnica di respirare in un sacchetto di carta
(quest'ultimo in caso di iperventilazione). Eviterei invece il floading, che è troppo traumatico e rischioso (la gradualità è necessaria
nell'affrontare le fobie specifiche). L'ipnosi è una tecnica che richiede una competenza e onestà difficili da trovare e che crea forti
dipendenza e transfert e inoltre richiede l'adesione a precise regole e a volte l'uso di farmaci non privi di rischi. Altre terapie suggerite in
Sinossi di psichiatria sono quella detta dell'implosione, l'immersione e il condizionamento avversivo (non è chiarito ciò a cui esse si
riferiscono, ma se con immersione s'intende qualcosa di simile al floading credo che andrebbe evitata; credo anche che andrebbe evitato il
condizionamento avversivo se ha troppa attinenza con le punizioni o con l'elettroshock allo stimolo). Evitate di assumere quei farmaci che
a volte si prescrivono per velocizzare l'apprendimento dell'estinzione (il loro uso è controverso). Nello stesso manuale si citano CBITS e
TARGET, due terapie comportamentali simili alla CBT ma ideate appositamente per trattare il disturbo da stress post traumatico. Inoltre il
manuale cita il "diagramma autobiografico" proposto da Meyer un tempo, la CAM (medicina alternativa e complementare costituita da
musica, yoga, integratori) e le tecniche della cosiddetta "psicologia positiva", quali il questionario dei punti di forza VIA-IS con
successivo piano di usare una delle 5 qualità principali individuate in sé in un ambiente nuovo o con una persona nuova, il diario
settimanale o mensile delle tre cose andate molto bene e il dare molta attenzione alle proprie migliori aspettative e alle proprie
responsabilità (gli autori del manuale però giustamente sottolineano la vaghezza di tali tecniche e il pericolo e semplicismo sia di attribuire
grande potere alla propria fede nelle aspettative positive sia di colpevolizzare se stessi per eventi e situazioni di cui i responsabili possono
invece essere altri, magari genitori o partner abusanti). Nel testo si sottolinea inoltre l'importanza che sulla stabilità mentale hanno il
risiedere nello stesso ambiente e l'insieme dei rapporti meno intimi e apparentemente irrilevanti (questo vale soprattutto per le donne
durante la crescita, ma non solo, come dimostrano molti casi d'inaspettata depressione, alcolismo, ecc. in adulti sposati trasferitisi altrove
dopo aver instaurato nella città originaria legàmi sociali, lavorativi, ecc).
Ovviamente, nessuna tecnica comportamentale è utile senza abituarsi per gradi a vigilanza e costanza e tutte danno maggiori risultati se si
fa comprendere un po' agli altri la ragione di certi comportamenti e che si sta affrontando il problema con metodo e qualche risultato. Fare
un istogramma delle difficoltà superate settimanalmente è utile. L'esposizione si può praticare anche con la realtà virtuale o le
videoconferenze e in Internet delivered CBT oppure farla in vivo da soli o con l'aiuto dato dal contatto telefonico con una persona guida e
amica che conosca le tecniche di problem solving e role playing elaborate. Forse è possibile istruire un familiare, il partner o un caro
amico nell'uso a nostro vantaggio delle tecniche della perturbazione strategicamente orientata, della risposta riflessa, del decentramento
strategico e della relazione d'aiuto. Credo però che solo una persona in possesso di laurea magistrale in psicologia seguita da anni di
specializzazione a indirizzo comportamentista possa applicare con un minimo di possibilità di successo le tecniche del reframing
(connotazione positiva), del teacher training e del parent training (CPC-CBT) nel caso di insegnanti e genitori ostili o indifferenti...
Divesità, devianze e terapie (Salvini-Galieni) in particolare descrive, con esempi, l'applicazione della realtà virtuale al trattamento di fobie
(es. insetti, claustrofobia, agorafobia, paura di parlare in pubblico, volare), specificando che la realtà virtuale può non impedire recidive se
gli schemi su di sé non vengono modificati in altro contesto, che non è adatta per superare sindromi fobiche complicate, ha costi elevati e
gestione tecnica complessa da parte di un gruppo di quattro persone. La prima seduta è riservata all'addestramento all'uso dell'apparecchio
e alla rilevazione della baseline degli indicatori psicofisiologici, che sono misurati prima senza e poi con casco e mediante sensori alle dita
rilevatori della frequenza cardiaca e dell'attività elettrodermica, mentre lo stimolo fobico è osservato passivamente e si avvicina magari
mentre per esempio il braccio è sfiorato con un bastoncino, ecc. Le sedute successive iniziano con 4 minuti di rilassamento con musica e
immagini per confrontare gli indici psicofisiologici e consentire di associare in seguito alle situazioni fobiche anche il relax sperimentato;
poi avviene l'esposizione all'oggetto temuto, ma per decisione e secondo modalità determinate dal soggetto, che si muove e lo muove e a
volte "zittisce" (il suono associato viene silenziato o attivato ma senza l'immagine) e ciò prima parlando allo sperimentatore e poi usando
anche un joystick e un telecomando con cui si può anche far sparire l'oggetto. Nelle ultime sedute a un dato momento viene passato alle
cuffie il ritmo cardiaco rallentato all'insaputa del soggetto. È interessante notare in proposito l'osservazione che l'eliminazione o riduzione
del suono riduce molto la paura e l'ansia (potete facilmente verificarlo usando dei tappi di cera Quies la prossima volta che dovrete
affrontare un'esperienza per voi ansiogena. Tale procedura della realtà virtuale può essere naturalmente considerata durante esercizi
autonomi di immaginazione attiva (una tecnica economica e prudente consigliata in libri di ogni genere in caso di paure eccessive).
La psicoterapia con i videogiochi è un'introduzione recente in Italia su cui ci si può informare online, ma è sconsigliabile se si svolge in
gruppo e se non è possibile evitare di coinvolgere uno psicoterapeuta, sempre perché la prudenza richiede privacy e di evitare estranei la
cui moralità non è garantita dal titolo di studio (è inevitabile ribadire questo concetto), ma anche perché ci si può concentrare sulle
emozioni esclusivamente da soli.
Con schermo del PC ed elettrodi si svolge anche il neurofeedback, una tecnica di biofeedback che si effettua anche in ospedale e che serve
per concentrarsi e riduce in alcune persone i sintomi di emicrania e ADHD (per i bambini l'impostazione dello schermo è simile a quella di
un videogioco), ma occorre tener presente che in diverse persone il computer crea appunto mal di testa, nervosismo e difficoltà di
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concentrazione, come del resto altri apparecchi elettrici.Chi soffre di balbuzie o ha figli che ne soffrono dovrebbe leggere alcuni dei più
recenti manuali di formazione dei logopedisti, oltre a rivolgersi a uno di loro (io conosco alcune delle tecniche impiegate grazie a un
racconto senza pretese di Nicholas Evans, Insieme con i lupi). Di nuovo ricordo comunque che chi soffre di fobie o autolesionismo può
trovare utile anche leggere il capitolo sulla fobia degli alieni di Civiltà in transizione: dopo la catastrofe di Jung e forse Ossessioni, fobie
e paranoie di Freud, oltre ai saggi citati più sopra e più avanti di Celi, De Beauvoir, Bastianoni, Storr e Salvini.
Altre tecniche citate da Celi si possono trovare in altri libri con i nomi più diversi e riguardano la riflessione, l'accettazione dei propri
disturbi, la concentrazione e il prendere altri a modello: stop del pensiero, dialogo interno, analisi dei pensieri intrusivi, ACT (mindfulness,
meditazione, rilassamento – per esempio "applicato" o autogeno - biofeedback, metafora della guerra a se stessi, esercizi paradossali come
quello del "non pensare a una torta"), modellamento comune o simbolico (quest'ultimo mediante l'invenzione di storie a lieto fine su
persone con disturbi e problemi simili), ABC cognitivo con moviola (un "riavvolgere il nastro"), educazione e ristrutturazione cognitiva
razionale e emotiva, feedbeck informativo, analisi del compito, lavoro sugli stili di attribuzione, sull'autostima e sull'autoefficacia, training
di assertività e abilità sociali, visualizzazione emotiva e scoperta e immaginazione guidate. Sconsiglio di apprenderle in gruppo (fatelo da
soli o con una persona fidata e con attenzione alla privacy). Il biofeedback si pratica con elettrodi sulla fronte o ai lati della mandibola o
sulle mani ecc. e serve a segnalare per tempo aumento di contrazione muscolare o perdita di calore, per educare a reagire
nell'immediato.In Sinossi di psichiatria inoltre ci sono alcuni consigli utili riguardo almeno a quanto segue: alcuni semplici metodi di
rilassamento (progressivo, mediante rilascio controllato da stimolo differenziale, training d'applicazione, oltre a quello autogeno); la
compilazione di una registrazione del pensiero automatico (riportando data, ora, situazione, pensiero, emozione) e di risposte alternative a
esso; un monitoraggio scritto di almeno uno dei "rituali" e del tempo che nel complesso essi richiedono ogni giorno a chi ha uno dei
disturbi della categoria ossessivo-compulsiva (registrando ora, situazione, sensazione, pensieri-ossessioni, tipo di rituale e sensazioni
seguite all'eseguirlo); la previsione scritta di una serie di interventi possibili in caso di sovrageneralizzazione, astrazione selettiva,
eccessiva responsabilità, il prevedere senza prove sufficienti, auto-riferimento, catastrofizzazione e pensiero dicotomico, cioè di quegli
errori cognitivi così comuni in chi tende a svalutarsi e deprimersi (le tecniche sono quelle intuitive di smascheramento della logica
erronea, stabilire criteri di somiglianza tra casi, fare un diario dei successi per non dimenticarli, disattribuzione dei fallimenti se necessario
e specificazione dei fatti probabili che causano esperienze negative, specificare fattori diversi nel presente che possono dare risultati
diversi rispetto al passato, calcolo delle probabilità che accada il peggio e concentrazione sul fatto che non è accaduto, dimostrazione su
come gli eventi possono essere valutati come un continuum); un utile esempio su come affrontare un'irascibilità eccessiva conseguente a
trascorsi maltrattamenti nella famiglia d'origine (naturalmente si sottolinea l'urgenza di trovare un denominatore comune tra ciò che
scatena la rabbia e quindi di individuare quegli schemi di diffidenza e di diritto che in genere nascono da un istintivo e comprensibile
bisogno, divenuto pretesa, di non farsi mai più maltrattare da nessuno). In Sinossi di psichiatria trovate infine un esempio di come
superare per gradi una fobia specifica abbastanza diffusa e un elenco dei vantaggi della modalità "supportiva" della terapia psicanalitica –
simile alla terapia cognitivo-comportamentale – e sulle altre sue modalità dette "espressiva" e "psicanalisi" (...) Può essere utile la visione
sintetica espressa dal cosiddetto modello ORGI di Schein, in cui osservazione (O), reazione (R), giudizio (G) sono da considerare
sottoposti di continuo al rischio di distorsioni percettive e di giudizio, meccanismi di difesa "arcaici", "misure di sicurezza" e in genere ad
impulsività e alla tendenza a soffocare sentimenti importanti e sensazioni confuse, spiacevoli e non convenienti, cosicché solo il frequente
sottoporli tutti e tre a verifica permette l'intervento (I) corretto (solo la chiarezza sui motivi per cui si dovrebbe agire in una certa direzione
rende poco probabile sbagliare percorso). Infatti, se è vero che l'autoanalisi è imprescindibile, a questo fine è indispensabile conoscere
molto bene ciò che distorce più spesso percezione e giudizio in ambiti diversi e soprattutto quali misure di sicurezza si tende ad adottare
per carattere e quali sono i meccanismi difensivi inconsci che ogni individuo in una certa misura subisce e deve riconoscere e quali si
attivano in situazioni e contesti particolari: la demistificazione è spiacevole e risulta faticosa, gli autori da tenere presenti sono molti (i
manuali universitari di Sanavio-Sica, Kaplan e Sadock’s, Sarteschi-Maggini, Castiello d’Antonio, Zammuner, Del Corno-Lang, Di
Giovanni e Allegri), le classificazioni sono in parte diverse quasi per ogni libro di testo e dovrebbero essere considerati anche libri non
universitari, ma consiglio di cominciare con il leggere i paragrafi molto chiari e utili su meccanismi di difesa arcaici, complesso
d'inferiorità e profezia che si autoavvera in Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle scienze umane. In Dialoghi
ininterrotti (P. Bastianoni) si cita la deriflessione, cheè semplicemente distogliere il pensiero da un problema al momento insormontabile
per concentrarlo sul futuro e su un progetto.
L'orologio della mente di Slepoj, pensato per il periodo iniziale della pandemia da COVID, offre consigli per affrontare molti diversi
problemi e lo fa con poche parole.
Imparare a leggere di Bettelheim e Zelan non solo insegna a superare i lapsus nella lettura con calma autoaccettazione, ma mostra come la
lettura possa diventare un ottimo strumento per fare autoanalisi e creare benessere. Freud in Psicopatologia della vita quotidiana e
Groddreck in Il libro dell’Es possono aiutare a capire per tempo quando cambiare percorso attraverso l’interpretazione di incidenti e di
alcune malattie fisiche come espressioni indirette dell’inconscio. Ai paragrafi 2.3 e 3.1 di Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4°
anno del liceo delle scienze umane troverete informazioni introduttive su lapsus, libere associazioni, atti mancati, tragiche dimenticanze,
memoria, attenzione automatica e neuroni specchio. Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni) nei cap. 1 e 4 affronta l'argomento
dei lapsus privi di intenzioni inconsce e nascoste, ma consiglio vivamente di prendere la sua decisa denigrazione di addirittura tutta la
psicanalisi di ogni tempo per la vera sciocchezza che è: questa negazione dell'esistenza dell'inconscio esiste anche in un breve paragrafo
di un libro di testo liceale dei programmi attuali ed è smentita da numerosi casi descritti in classici della psicologia e della psichiatria e da
altri osservabili oggi nell’esperienza, oltre che da non pochi psicologi e psichiatri.
I libri e i capitoli dei libri di Jung citati in dettaglio nel paragrafo sulle tecniche cognitivo-comportamentali più sopra ed eventualmente
altri tra quelli sull'analisi dei sogni sparsi nei suoi libri e L'arte di ascoltare e altri libri di Fromm insegnano ad agire liberi da automatismi
e influenze negative semplicemente attraverso una breve quotidiana autoanalisi del proprio comportamento presente (da collegare ai
ricordi attinenti del passato) e dei sogni e mediante la costante e non giudicante attenzione a idee, fantasie, e soprattutto sensazioni fisiche
ed emozioni sia per moderarle che per esprimerle nelle decisioni e con parole in modo costruttivo, anche in tempi e modi non immediati al
limite, consigli molto simili a quelle di Seneca e Levey. Jung aiuta poi a comprendere e così eliminare i rapporti deleteri, alcuni incidenti e
comunicazioni inefficaci, riportandoli al condizionamento e all'attrazione anche inconsci esercitati dai genitori e offre chiarimenti guida a
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chi soffre la crisi di mezz'età. Jung inoltre aiuta a fare scelte in linea con la propria natura immodificabile introversa o estroversa
descrivendo queste due tipologie di carattere e i modi diversi in cui si combinano in ognuno le quattro funzioni mentali (intuito,
sentimento, intelletto e sensazione) e soprattutto insegna a dialogare con l’inconscio rivolgendoglisi (personificandolo a scopo pratico) e
ad esprimere se stessi nonostante le pressioni dell’ambiente per guarire da una nevrosi: sono importanti le pagine sul "processo di
individuazione", sui concetti di "Ombra" (una parte dell'inconscio personale avversaria e inferiore con radici nell'inconscio collettivo) e di
"Anima" (lo strato profondo dell'inconscio collettivo nei maschi con simbologia e caratteristiche femminili, il corrispettivo dell’Animus
delle donne) e sui simboli significativi e ricorrenti nelle immagini ipnagogiche sopravvenenti poco prima di addormentarsi e nei sogni
notturni. Jung sa risollevare come pochi altri dando agli individui soli profonde radici e ciò semplicemente spiegando che esistono nella
natura leggi della guarigione di cui si può approfittare anche quando si è dei falliti agli occhi propri e altrui, che ci sono inoltre sogni
ricorrenti in persone molto diverse e lontane culturalmente e che alcune immagini dei nostri sogni e incubi sono codificate nei miti
(pensate alla mitologia antica greca, romana, norrena, orientale ecc. e pensate all'opera di Wagner o al Faust di Goethe), nelle fiabe del
passato (pensate a quelle di Andersen, Perrault e dei Grimm), in libri per bambini molto noti (Pinocchio di Collodi, per esempio), in certi
romanzi di formazione (come Lord Jim di Conrad) e nella letteratura fantasy di Tolkien, Ende, Rowling, Pullman, Martin, Paolini,
Gaiman, De Mari e Troisi.
Un buon suggerimento di Freud è di avviare l'autoanalisi con una liberatoria espressione scritta dei dialoghi e dei fatti del passato che
ristagnano nella memoria e bloccano l'energia, astenendosi da spiegazioni, commenti e giudizi e cestinando il tutto in seguito (per
esperienza personale garantisco che questa semplice pratica può aprire molte porte chiuse da anni e costituire l'inizio di un processo di
guarigione che porta molto in alto).
Freud in Psicopatologia della vita quotidiana e Groddreck in Il libro dell’Es possono aiutare a capire per tempo quando cambiare
percorso attraverso l’interpretazione di incidenti e di alcune malattie fisiche come espressioni indirette dell’inconscio.
Piccola guida per persone intelligenti che non sanno di esserlo (Millètre) offre un suggerimento dietro l'altro a chi fa parte dell'esigua
minoranza con il centro cerebrale a destra.
Creatività (E. Balconi – M. Erba) informa sull’utilità della narrazione (anche quella autobiografica), sulle famiglie più tipiche di dislessici
e artisti e sulle forme meno note di dislessia.
Consiglio i cap. 5, 7 e 9 di Il drago come realtà (S. De Mari) per i consigli riguardo problematiche come emarginazione, anoressia, rivalità
femminile, abusi sessuali dei genitori.
"Per definizione il vero trauma è un evento che va oltre la tollerabilità del sistema nervoso (…) Ad avere conseguenze è piuttosto
un’atmosfera costante (…) Un’esperienza si succede all’altra, per cui alla fine si ha un cumulo di eventi stratificati che, un po’ come
succede per le nevrosi di guerra, giungono a un punto di lacerazione provocando nel paziente la malattia (…) Nel caso della paziente in
questione e in altri simili esistono traumatizzazioni analoghe, ma il nucleo della struttura caratteriale non subisce danni seri. Anche se il
quadro esteriore fa pensare a una sofferenza grave, stante l’integrità del nucleo del carattere e la sana costituzione, con l’aiuto di un
trattamento terapeutico è senz’altro possibile guarire la nevrosi reattiva in breve tempo (…) Anche senza la psicanalisi, una persona può
giungere a cambiamenti profondi (…) [Alcuni] videro l’assurdità, l’ingiustizia, l’orrore (…) Quelle persone erano quasi irriconoscibili.
Erano completamente diverse, e questo unicamente sulla base di un’esperienza sconvolgente, a cui seppero reagire con autonomia. La
maggior parte della gente non possiede questa capacità, perché è ormai diventata troppo insensibile (…) Per accedere all’inconscio non
occorre la psicoanalisi, ma soltanto un certo interesse e un certo coraggio per voler davvero arrivare a ciò che è dentro di noi (…) Prendere
coscienza del corpo, e non solo del respiro, ma di tutto il corpo e della sua contrazione, è per me un’importante integrazione della presa di
coscienza psichica (…) La differenza tra una persona repressa e interiormente contratta e un’altra, interiormente rilassata e che ha
eliminato la maggior parte delle sue rimozioni, è rilevabile nel suo atteggiamento corporeo (…) Quanto più una persona è libera
interiormente, tanto più libero sarà anche il suo corpo (…) Attribuirei dunque una maggiore importanza all’esperienza del Sé in senso
psicoanalitico, che si può comunque migliorare con i metodi della percezione e del rilassamento del corpo, che a loro volta portano a una
maggiore autonomia (…)Capire a che punto si è arrivati nel corso della vita, quali sono le conseguenze di ciò che si fa, quali gli obiettivi
essenziali (in genere inconsci), oppure se la vita è senza scopo (…) [il] motivo per cui, sebbene si abbia dormito abbastanza, il giorno
prima ci si sentiva così stanchi. E allora si scopre che magari si aveva paura, e a quel punto ci si può chiedere perché e scoprire che si era
molto irritati. Oppure ci si può domandare perché il giorno prima si aveva mal di testa (…) È noto che l’emicrania, per esempio, esprime
un’irritazione costantemente rimossa e un risentimento continuo, e mantiene l’interessato in uno stato di tensione. Molte malattie
psicosomatiche hanno questa funzione. Durante l’autoanalisi non ci si dovrebbe porre delle domande generiche, per esempio che cosa è
accaduto nella nostra infanzia, perché le cose vengono in mente solo ponendosi domande che mirano a scoprire ciò che si prova. Ci si può
chiedere che cosa si è provato incontrando una certa persona (…) E si tratta di sperimentare le proprie sensazioni, non di rifletterci sopra:
l’importante è ciò che realmente si prova. Allora si scopre che in effetti troviamo una certa persona assolutamente insopportabile, o che ne
abbiamo paura. Magari non la ingiuriamo, ma la troviamo simpatica o le sorridiamo nella convinzione che potrebbe esserci utile (…) Si
dovrebbe iniziare in modo semplice e diretto, senza progetti grandiosi né teorie complicate, prendendosi ogni giorno una mezz’ora, e
provando a rivivere ciò che si è vissuto il giorno precedente. A poco a poco scopriremo una quantità di cose (…) Chi tenta e pratica
l’autoanalisi con pazienza (…) svilupperà una certa capacità di tenere le cose per sé, dentro di sé, senza “traboccare” in continuazione.
Tenere un diario sulla propria autoanalisi la rende qualcosa di poco vivo (…) È molto più importante annotare e conservare i sogni (…)
Una percezione subliminale può generare l’intuizione inconscia che una persona nuova rappresenta un pericolo e provocare un incubo su
questa persona per esprimere paura e comunicare questo giudizio alla coscienza (…) Il punto è solo quali siano i cambiamenti da avviare,
di quale intensità e qualità e che non manchino di realismo e non vadano oltre le possibilità individuali del momento (…) Facendo
autoanalisi si eviterà il grande pericolo di arrivare a dipendere dall’analista." (L’arte di ascoltare di E. Fromm)
"Le prime impressioni infantili accompagnano costantemente l’uomo (…) È un’esperienza comune che scoppino dei conflitti tra la
personalità formata dall’educazione e dalle altre influenze dell’ambiente infantile e il vero e proprio orientamento individuale nella vita.
Di questo conflitto cadono preda tutte le persone destinate a condurre una vita autonoma e creativa (…) Esistono genitori che, a causa del
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loro comportamento contraddittorio, trattano i figli in modo talmente insensato che la malattia dei bambini appare inevitabile (…) I
bambini nevrotici, sotto influssi più sani, (…) spesso guariscono molto meglio che a casa anche senza nessun trattamento medico.
Esistono moltissimi nevrotici che erano chiaramente tali già da bambini (…) Alcuni nevrotici si liberano poco per volta tra continue lotte."
(Freud e la psicanalisi di C. G. Jung)
"In varie fantasie involontarie il nevrotico rivela un desiderio di fuga dalla realtà; c'è in esse qualcosa che ora maschera difficoltà reali, ora
esagera delle piccolezze. Un regolare fenomeno concomitante è il complesso parentale. Se l'energia psichica (la libido) non viene o non
può venire pienamente utilizzata per il lavoro di adattamento alla realtà e la vita è oziosa o priva di iniziative, c'è introversione e coazione
e la libido ristagna, diventa autonoma, regredisce, si volge all'oggetto a portata di mano e alle fantasie infantili e causa costrizioni, paure
eccessive, angosce, dipendenze ossessive, ricordi vivaci, preoccupaziojne per cose che da tempo non dovrebbero essere più importanti o
anche accumulo di atti mancati, dimenticanze e lapsus o maggiore efficacia delle fantasie produttrici di sintomi fisici. L'informazione
illumina sulle reali possibilità e posizione e libera l'energia psichica rimasta intrappolata, portando ad assumere un atteggiamento critico e
obiettivo verso i desideri e un impiego utile di essa. Durante la guarigione i sogni, anche quando non ben compresi a livello cosciente,
possono diminuire le paure e apportare una maggiore sicurezza nei sentimenti." (Nevrosi e fattori etiologici dell'infanzia, Fantasie
dell'inconscio e Un caso di nevrosi in una bambina in Freud e la psicanalisi di C. G. Jung). In questa citazione ho tralasciato molto e non
ho segnalato i punti in cui ho omesso parole e frasi e non ho rispettato l'ordine di frasi e periodi.
"Nelle nature nevrotiche (...) c'è quasi sempre notevole unilateralità dell'atteggiamento cosciente: (...) non si riesce ad appoggiarsi a più di
una o magari due funzioni psichiche (pensiero, sensazione, intuito, sentimento),(...) perciò l'inconscio diviene ostile (...) e nocivo contro
ogni saggezza, raziocinio ed energia (...) ** si abbarbicava al suo mondo intellettuale (...) contro ciò che riteneva la sua malattia, ora
invece deve abbandonarsi ada essa, (...) e non nel senso di cedere senza resistenza, ma di fare del malumore, (...) anche quando si trova in
forma di fantasie, (...) il proprio oggetto (...) Non dobbiamo concretare le fantasie e (...) non dobbiamo prenderle alla lettera; esse non
sono la cosa, esse sono la sua espressione (...) Rendendo coscienti le fantasie, (...) la coscienza si ampia grazie ai contenuti inconsci, (...)
l'influenza dominate dell'inconscio viene gradualmente demolita, (...) le funzioni psichiche cui non è data la preminenza (inconsce)
vengono assimilate (...) e avviene così un cambiamento della personalità." (La tecnica di differenziazione tra l'io e le figure dell'inconscio
in Due testi di psicologia analitica di C. G. Jung)
"Se vengono intese come simbolo, le fantasie ci offrono l'indicazione di cui avevamo bisogno per proseguire la nostra vita in armonia con
noi stessi. Accostare a esse altre analogie per associazione spontanea cosciente o grazie a conoscenze generali, (...) è un approccio valido,
perché di alto valore vitale e capace di portare realizzazione nella vita, non perché principio razionalisticamente dimostrabile o giusto. Si
tratta di capire cosa porta progresso di vita e seguire quel sentiero finché una chiara indicazione dell'inconscio indica che si sta in buona
fede sbagliando e cioè finché si ha perdita di energia psichica o un entusiasmo smodato o sogni che indicano unilateralità
dell'atteggiamento cosciente. Chi possiede questa fedeltà a se stesso troverà la via per uscire dalla nevrosi. La fedeltà a se stessi è una
funzione morale. Alla fine è il fatto morale a decidere tra salute e malattia. Significa falsa strada, errore e malattia scostarsi dal
presentimento del Sé, come senso intermedio in cui confluiscono le forze contrastanti che agiscono sulla vita dell'uomo. Chi vi è costretto
dai sintomi nevrotici e dai loro effetti su chi ha più vicino, deve integrare i contenuti inconsci del Sé. Bisogna considerare certi pensieri
come fatti naturali, dando attenzione anche a ciò che si dice in uno sfogo affettivo anche se sembra stravagante, invece di dimenticarlo e
sminuirlo, ed evitando di sostenere le opinioni non pensate ma aprioristiche, fisse e sempre pronte perché fondate solo su premesse
inconsce. Si può rivolgersi alla psiche inconscia che produce pensieri, fantasie e comportamenti dannosi domandando in maniera
personale, in modo da agevolare la relazione con essa e tanto più personalmente questa viene trattata, tanto meglio." (tratto probabilmente
dalla seconda metà del cap. Anima e Animus e credo dal cap. I tentativi di liberazione dell'individualità dalla psiche collettiva in Due testi
di psicologia analitica di C. G. Jung... Non posso riprendere il testo e nei miei appunti il secondo titolo è ripetuto; comunque dovrebbe
essere esatto se è questo il cap. successivo a quello sulla personalità Mana). In questa citazione ho tralasciato molto e non ho segnalato i
punti in cui ho omesso parole e frasi e non ho rispettato l'ordine di frasi e periodi.
"La sensazione dell'individuo di essere debole può venire compensata inconsciamente dall'emergere di desideri di potere e ordine e sogni
ricchi di volenza, ma la maggioranza non sa comprendere, integrare, queste compensazioni dell'inconscio, che così favoriscono
asservimento allo Stato e totalitarismo; inoltre ciò che scompare dal proprio inventario psicologico affiora facilmente nelle vesti di un
vicino ostile. È impensabile la pace, perché gli istinti bellicosi non sono estirpabili dall'uomo. La pace è inquietante, poiché prepara la
guerra. Ma l'unica lotta per cui valga la pena di impegnarsi è la lotta contro la volontà di potenza dell'Ombra personale." (La lotta con
l'ombra in Civiltà in transizione: dopo la catastrofe di C. G. Jung). In questa citazione ho tralasciato molto e non ho segnalato i punti in
cui ho omesso parole e frasi e dove non ho rispettato l'ordine di frasi e periodi.
"La vita dei bambini di oggi è più convulsa e carica (...) e dà loro poche occasioni di organizzarsi da soli (...) È stata messa in luce la
frequente comorbilità del deficit di attenzione/iperattività e altri Disturbi (...) Stimolano le polemiche i problemi di dipendenza che un
farmaco può indurre e i rischi di iperdiagnosticare un disturbo per poi curare magicamente con una medicina anche normali
comportamenti del bambino, magari solo un po' fastidiosi per l'adulto (...) Con Lorenzo [iperattivo con un probabile Disturbo oppositivo
(...) problemi sociali ed emozionali e personalità disarmonica] ho cominciato una token economy centrata sui tempi d'attenzione e subito
dopo (...) l'ho associata all'automonitoraggio, (...) con rafforzamento informativo, (...) modellaggio, osservazione sistematica e
autovalutazione (...) Tutto questo ha prodotto, nel giro di qualche mese, incrementi dei tempi d'attenzione da quasi nulli (...) fino ai 45
minuti della seduta (...) Dopo questa, 15 minuti di giochi (...) avevano la funzione di rinforzamento e di ulteriore opportunità per esercitare
le capacità attentive e di autocontrollo (...) Dopo un anno di lavoro con piccoli obiettivi comportamentali e con l'analisi funzionale, (...)
iperattività e aggressività si sono ridotte e le bizzarrie verbali e i ritualismi sono diventati quasi un'eccezione (...) Il bambino ha raggiunto
anche qualche risultato dal punto di vista scolastico (...) Anche le maestre sono più adeguate (...) Il successo porta successo, (...) anche se
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Lorenzo non è guarito (...) e ha alti e bassi, (...) coerentemente con quel che si sa di questi disturbi." (Psicopatologia dello sviluppo. Storia
di bambini e psicoterapia di F. Celi)
LIBRI UTILI A TUTTI
I consigli raccolti da semplici riviste e riordinati nel lungo paragrafo finale di http://www.slideshare.com/citazioni-su-intelligenza-e-
coraggio sono ben selezionati, ben scritti e molto utili (data la sua semplicità, l’ho riportato anche in coda a questo documento).
L'autostima nei bambini di Frascarolo-Moutinot e le pagine di Wikipedia sul film Disney Inside Out aiutano ad affrontare i traumi
dell’infanzia.
Tecniche proibite di persuasione di Allen suggerisce qualche metodo per motivarsi con l'immaginazione attiva di certe situazioni e per
allontanare ricordi negativi lavorando sul modo di immaginarli e soprattutto elenca varie domande utili da porsi/da porre quando si vuole
stroncare lamentele proprie e altrui e spronare se stessi e altri a prendere l'iniziativa riguardo a una certa azione utile, facendo innanzitutto
notare il vantaggio di porle in modo che la risposta a ognuna delle domande sia affermativa.
Come funziona la legge d’attrazione di Losier e Il magico potere del riordino di Kondo spiegano come utilizzare le tecniche dei diari,
delle liste dei desideri (queste ultime soprattutto a partire da ciò che non si vuole con trasposizione in forma affermativa) e della selezione
e del riassetto di armadio, arredamento e oggetti personali per scoprire ciò che piace davvero, agire di conseguenza e attrarre qualcosa di
corrispondente.
Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere e Marte e Venere si innamorano di nuovo di Gray insegnano a scrivere delle lettere
consapevoli del significato delle emozioni e dei malintesi più diffusi: lettere utili, anche se poi cestinate, a se stessi, al partner e alle
persone importanti della propria vita per poter agire con più criterio e maggiore libertà dai condizionamenti del proprio vissuto e da quelli
culturali. Psicologia della comunicazione di Di Giovanni citato è troppo poco umile e contiene troppo pochi esempi per essere di grande
aiuto, però dedica qualche spazio a una soluzione utile quanto poco presente alla maggioranza delle coppie (almeno quelle giovani) e delle
famiglie e che l'autore definisce capacità di riverberare: è la disponibilità a riflettere a voce e sinceramente sul punto di vista opposto al
proprio senza rinunciare a priori alla propria opinione sentendosi così avviliti e isolati, ma anche senza insistere su una contrapposizione
frontale per fare cambiare idea all'altro o per prevaricare (si dà rilievo a ciò che si ha ancora in comune e si mette al primo posto il
rapporto). I saggi di Gianpaolo Lai (La conversazione immateriale e La conversazione felice) offrono esempi di comunicazione e
chiariscono errori, permettendo forse di comunicare un po' meglio.
Quanto al lutto, leggete il capitolo pertinente o in generale l'intero Solitudine, ritorno a se stessi (A. Storr) tenendo presente che gli
psichiatri tendono erroneamente a trattare il lutto con antidepressivi o altri psicofarmaci e che la linea di demarcazione tra normale lutto e
patologia da essi tracciata è labile e arbitraria (in generale consiglio di esprimere in casa e in particolare da soli e di nascondere agli altri
l'intensità e la durata del dolore e soprattutto l'eventuale rabbia provata, cercando naturalmente nel frattempo di affrontare e superare
l’esperienza grazie a buoni libri e magari forum online dove le persone vedove la condividano positivamente e solo in rete, se ve ne sono).
Il tema del lutto è affrontato da Seneca in alcune delle lettere al suo giovane amico Lucilio e in alcuni dialoghi (ad esempio nell’intero
dialogo A Marcia, ma in un certo senso anche in quello rivolto a sua madre Elvia). Marte e Venere si innamorano di nuovo di Gray è
molto utile per superare un lutto o una separazione e in parte anche Dialoghi ininterrotti (P. Bastianoni), anche se quest'ultimo si dilunga
troppo nelle pagine dedicate al dolore o per lo meno spiega poco - al confronto - di cosa concretamente hanno fatto le persone autrici delle
varie testimonianze per riuscire a superare i loro lutti (e le loro terribili nevrosi causate da traumi assimilabili in parte a un lutto).
Per quanto riguarda la crisi di mezza età (35 anni per le donne e 45 per gli uomini in genere) e l’invecchiamento si legga ciò che segue:
Gli stadi della vita in La dinamica dell’inconscio, il capitolo o paragrafo Il matrimonio come relazione psicologica in Lo sviluppo della
personalità e se possibile anche le pagine sul problema dei contrari (enantiodromia), sul fascino e sulla “persona” (il modo in cui ci si
presenta) come compromesso sociale in Due testi di psicologia analitica (C. G. Jung), ma anche curiosare sulle risposte ai lettori delle
riviste in edicola e su pagine online su vaginismo, matrimoni bianchi e gruppo degli asessuali. Per riflettere sulle scelte sessuali e sulla
gravidanza, io consiglio soprattutto il secondo volume di Il secondo sesso di De Beauvoir, la quale non era però informata sugli effetti
collaterali della pillola anticoncezionale; Marte e Venere si innamorano di nuovo (J. Gray); L'amore dannoso e Amori imperfetti di M. R.
Parsi (non li ho però ancora letti); Il desiderio e la ricerca della completezza in Solitudine: ritorno a se stessi (A. Storr); pagine online
sulle classiche fasi del dolore; informazioni online sulla “teoria della mente” e sulla capacità metacognitiva e di metarappresentazione in
uomini e donne nella psicologia attuale; pagine relative dell'opera di Erik Erikson scelte a partire dalle informazioni che Wikipedia dà su
questo psicanalista e sulle otto fasi di sviluppo da lui individuate (per non farsi condizionare dalle discutibili affermazioni di Erikson sulla
presunta necessità di avere figli basta tenere presenti gli altri libri di questo paragrafo). Oggi nei libri di testo scolastici si afferma che la
crisi di mezza età è poco diffusa e molto dipendente dal contesto sociale e dal periodo storico, ma ciò mi sembra troppo in contrasto con le
ricerche di Jung sulla sua ricorrenza tra i primitivi e con l'esperienza e osservazione di molti. Nelle pagine di alcuni indirizzi online su
vaginismo e sessuologia clinica si parla di un numeroso gruppo online di persone di solito con titolo di studio medio-alto accomunati dal
non avere rapporti sessuali, tra i quali molti sposati felicemente da anni, e della natura e dei vantaggi del vaginismo e del non fare sesso
per le più diverse ragioni e ciò con articoli in inglese di vari medici e testimonianze di alcune donne (alcune delle quali in italiano).
Donne che corrono coi lupi di Pinkola Estes è utile in ogni capitolo alle donne e in particolare a quelle molto diverse dalle famiglie
d’origine e offre molte soluzioni precise a diversi problemi.
Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicanalitici delle fiabe (B. Bettelheim) accompagna, attraverso l’analisi di fiabe più e
meno note, soprattutto i cambiamenti di infanzia e adolescenza e chiarisce e incoraggia l’integrazione nella personalità di impulsi
contrastanti , regressivi, prematuri o distruttivi e in generale gli sforzi personali di superare tenaci paure e maturare.
Uscita di sicurezza, L’eredità cristiana e altri scritti di Silone possono fornire un sostegno a chi ha perso il contatto con se stesso e si sente
solo a causa della permanenza in gruppi particolari e vuole ritrovare la capacità di una espressione e comunicazione sincere e il gusto
dell’introspezione e dei rapporti a due nell’amicizia o delle relazioni di coppia.
I persuasori occulti (V. Packard) aiuta molto a conoscere se stessi e a difendersi da pubblicità, eccessi di politici e dell’ingerenza degli
psicologi nel mondo del lavoro.
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L'anello di re Salomone di Lorenz e La felicità è un cucciolo caldo di De Oca indicano cosa si deve e non si deve fare per ottenere il
massimo dalla compagnia e dall'empatia di un animale domestico.
Riguardo all’invecchiamento, più duro per alcune persone che per altri, eventualmente raccogliete alcune informazioni online circa le
riflessioni sull'età matura e sull'invecchiamento di De Beauvoir, Levinson, Cumming, Henry, Havighurst, Atchley, Cattell, House e Baltes
oppure sulle corrispondenti teorie del disimpegno, dell'attività, della continuità e degli eventi esterni stressanti, sulla psicologia dell'arco di
vita e sui concetti di young-old, intelligenza fluida o cristallizzata, memoria di tipo procedurale, semantica, autobiografica e prospettica,
marker events della transizione tra strutture di vita e polarità giovane-anziano della fascia d'età 40-65 anni. Nel fare queste ricerche online
o nei testi di psicologia anche semplicemente liceali si tenga conto che il vocabolario pseudo-scientifico esprime spesso concetti molto
semplici e che ci si abitua presto a questo linguaggio fastidioso (a volte un mero travestimento di banalità). Considerate Il diario di Jane
Somers (D. Lessing), che però può rattristare, e il racconto L’età della discrezione in La donna spezzata (S. de Beauvoir). Riguardo alle
Case di riposo segnalo l'esperimento di Langer e Rodin del 1976 sugli effetti positivi dell'incrementare in esse le possibilità di scelta dei
degenti. Informatevi sul servizio domiciliare dell'ADI agli anziani soli e su AUSER. Consultate i siti web delle associazioni di volontariato
più note come ANPAS e MISERICORDIE D’ITALIA (si occupano anche di primo soccorso, emergenze), delle 15 associazioni raccolte
nel SUMMIT PER LA SOLIDARIETÀ (per malati cronici e disabili) e delle reti di associazioni da consultare per informazioni generali
sul volontariato come MOVI e CNCA. Segnalo le associazioni VIDAS e ANT Italia onlus per l'assistenza ai malati inguaribili. In Intrecci.
Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle scienze umane si dedica a temi attinenti anche alla vecchiaia il paragrafo 4.3 e si
segnalano Andare in pensione (G. Sarchielli), Il concetto di età (L. Sugarman), La resilienza (B. Lyrvenik), L'invecchiamento cognitivo
come processo naturale (A. Reffieuna), ma si tratta di libri che io non ho letto. Leggete il capitolo dedicato agli anziani di Politica dei
servizi sociali di Ferrario e tenete presente la ricca bibliografia a fine capitolo. Segnalo il capitolo La sfida demografica di Il Welfare State
è ancora sostenibile? (RBA). In La dimensione psicologica degli ultimi anni del liceo delle scienze umane trovate pagine sulla
restituzione del ruolo che accompagna la vecchiaia nell'occidente industrializzato in particolar modo e sulla grande considerazione che si
ha per gli anziani in altre culture. Segnalo le lettere 58 e 78 di Lettere a Lucilio (L. A. Seneca) e Il dolce morire (De Santis, Gallucci e e
Rigliano) su malattia, eutanasia e simili, ma non leggete la lettera 58 e il libro di De Santis nei periodi o anni in cui vi sentite ansiosi,
perché ci sarà tempo per farlo quando si sarà in grado di leggerli con distacco e senza conseguenze negative. Il tema del suicidio assistito
viene trattato anche in Sinossi di Psichiatria (Kaplan-Sadock's), ma in modo immorale. Informatevi anche sulla clinica svizzera che
pratica l'eutanasia (il prezzo richiesto è esorbitante). Referendum e discussioni in Italia sul tema dell'eutanasia devono essere note.
Leggete le pagine online sulle cure palliative, sul biotestamento e soprattutto sui due casi di suicidio assistito in Italia e sull’associazione
Luca Coscioni che lavora per ottenere il diritto all’eutanasia volontaria anche in Italia. Il cap. 15 di Diversità, devianze e terapie (Salvini-
Galieni) informa sulle pratiche per ridurre lo stress nei malati di cancro.
Se, anche a prescindere dai recenti studi sui geni, bastano un EEG e una fRMN per attestare la corrispondenza a livello fisico di molti
disturbi mentali, è significativo tuttavia che sia gli autori di Sinossi di psichiatria che Celi sottolineano che le tecniche cognitivo-
comportamentali o la maturazione naturale durante la crescita portino spesso a un cambiamento a livello di onde cerebrali e neuroni anche
quando non siano utlizzati né farmaci né scariche elettriche. Celi nel suo manuale consiglia gli psicofarmaci solo a chi ha in forma molto
grave disturbi ossessivo- compulsivi. In Sinossi di Psichiatria, gli autori raccomandano più volte le tecniche comportamentali come prima
scelta anche in tali casi, come per ogni altro disturbo mentale (danno risultati duraturi, senza ricadute né effetti di astinenza e perciò la
regola sarebbe teoricamente di non prescriverli mai senza aver verificato con domande precise se il paziente conosce già bene queste
tecniche).
PER CHI DESIDERA INTERPRETARE I PROPRI SOGNI SIGNIFICATIVI

Consiglio di leggere http://www.slideshare.com/analisi-dei-sogni-con-mitologia-e-alchimia oppure http://www.slideshare.com/simboli. .
Le regole del sognare non sono generali e i sogni sono suscettibili di interpretazioni diverse a seconda del tempo e delle persone.
Nella vita l’unione degli opposti è ottenuta attraverso ascolto di sé, analisi dei sogni, riflessione distaccata, idee e concezioni capaci di
soddisfare il simbolismo dell’inconscio collettivo (l’”aqua doctrinae” dell’alchimia) e soprattutto attraverso il riconoscimento delle
proiezioni inconsce (quelle degli altri su di sé, quelle del proprio lato oscuro sugli altri, quelle della parte inconscia profonda della propria
personalità su esponenti del sesso opposto e ciò che si fantastica su se stessi) ed è quindi un equilibrio parziale ottenuto per gradi nel corso
dell’esistenza e perseguito perché lo stato di conflitto interiore è troppo contrario alla vita: i simboli “unificatori” sono creati
dall’inconscio proprio come compensazione dell’opposizione all’io cosciente dei lati negativi o considerati inaccettabili di sé, oltre che
probabilmente per indicarci l’esistenza di un centro della personalità diverso dall’io e comprendente e accentrante la porzione conscia e
quella inconscia e in parte barbara e inconoscibile, anche al fine di infondere in noi una salutare incertezza.Tra i simboli unificatori onirici
i più frequenti sono i mandala, i quali in genere sono in forma di fiore o stanze o contenitori (soprattutto circolari o quadrati) con eventuali
gradini, croci o ripartizioni a croce, scale a chiocciola, spirali-vortici o “occhi” della coda di pavone aperta disegnati su carta o incisi sulla
carne o sul guscio di un animale o ruote con raggi e, al centro, spesso un oggetto contenente acqua o prezioso (es. una perla) e/o di
variegati colori o un animale altrettanto colorato (spesso un pesce o un uccello); simboli unificatori sono però anche gruppi di tre o quattro
animali o persone di sesso diverso rappresentanti le funzioni psichiche (intuito, sentimento, ecc.), dove è la funzione del sognatore meno
utilizzata coscientemente a simboleggiare e portare il messaggio dell’anima, intesa semplicemente come porzione in noi dell’inconscio
collettivo accomunante tutti e tutto. La buia caverna in alchimia è un tipico simbolo del vaso dell’opus e di congiunzione di opposti,
perciò potrebbe avere tale significato anche nei sogni e ciò è anzi probabile perché essa è assimilabile ad un contenitore.
Una sfera (uovo, roccia, occhio o altro) è sempre anche simbolo del Sé e quindi se ci sono più sfere nel sogno alcune possono anche
indicare persone vicine al sognatore (amici, ecc.). Un viso illuminato dal sole e un corpo umano nudo bianco quasi splendente, come il
sole e altre sfere di luce, sono altri simboli di illuminazione interiore e di ciò che affascina nel Sé e nelle immagini simboliche e attive su
di noi che vediamo in sogno oltre che dell’”anima”. L’occhio, oltre che il Sé, o il mandala, indica spesso la coscienza e l’introspezione
naturalmente e anche dio; un animale o un oggetto con tanti occhi indica invece l’inconscio, perché esso può essere considerato alla
stregua di una coscienza multipla.
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Il Sè può essere rappresentato anche da un oggetto intessuto da molti fili di tipo diverso. Tra le più frequenti rappresentazioni del Sè ci
sono certamente cristallo e pietra. Il cristallo rappresenta bene l’unione di materia bruta e principio ordinatore spirituale grazie alla sua
struttura complessa. Una pietra ovale o tonda, lucida o grezza, raccolta, sfregata o in posizione significativa è sempre un simbolo
importante del Sè, perché è adatta a suggerire il carattere più intimo e vero di una persona, la parte di se stessi che si avverte come avulsa
dal continuo flusso di emozioni, pensieri, attività ed eventi: se la pietra è lucida, essa è come uno specchio in cui la psiche inconscia di
ciascuno può percepire il proprio potere; lo sfregarla indica l’impegno di vivere accettando incombenze quotidiane e dolore, sebbene
possa essere anche un’allusione alla credenza di alcuni primitivi che così se ne aumenti il valore mistico; versarvi sopra dell’olio ricorda
pratiche sacre antiche, note anche attraverso la Bibbia.
Elemento unificatore è l’equivalente inconscio di un intelletto ben equilibrato da sentimento, intuito e istinto, una guida che nei sogni di
frequente è rappresentata da acqua (es. fontane, pozzi), argento (come colore o materiale), fuoco, argilla (spesso umida), sostanze viscose,
sale, acqua salata, lacrime, albero di corallo, luna, sole, drago, serpente, bambini, nani, gnomi o simili.
L’intelletto cosciente utilizzato dal sognatore può essere simboleggiato da uno specchio o altra superficie riflettente. Un intelletto troppo
freddo, rigido, tagliente, penetrante e quindi pericoloso può essere rappresentato da oggetti taglienti o aguzzi e, mi sembra, anche da un
uomo sconosciuto spesso con pizzetto o capelli rossi, il quale può a volte rappresentare anche la parte dell’inconscio personale con radici
anche in quello collettivo che è meno accettabile per la coscienza (quella che Jung chiama “Ombra” ed è la parte di sé volgare, debole,
vile o astiosa che di solito si trova in opposizione forte all’Io cosciente); mi sembra di ricordare che questa parte di sé spregevole possa
apparire anche come meticcio o uomo poco civilizzato.
Nei sogni le stanze nella forma e nella disposizione stesse indicano l’organizzazione della personalità oppure lo stato più o meno cosciente
e meno sviluppato delle funzioni psichiche (intuito, sentimento, pensiero, sensazione) del sognatore o l’equilibrio o squilibrio dei mandala
spontanei (soprattutto cerchi, quadrati e rettangoli protettivi dalla dispersione della concentrazione e dal pericolo di essere sommersi) quali
rappresentazioni del rapporto tra la coscienza del sognatore e l’inconscio; la direzione del movimento verso destra nei sogni indica che un
contenuto inconscio cerca di divenire cosciente e non trova troppa resistenza da parte dell’Io, mentre la direzione verso sinistra segnala il
pericoloso procedere verso l’inconscio con il rischio di esserne sommersi e restarvi intrappolati.
Persone viste in lontananza in modo confuso, anche se poche, valgono per massa indeterminata e perciò rappresentano l’inconscio. Figure
prive di viso sono esseri del tutto senza coscienza. Una pluralità (di animali, persone, nani o bambini, ecc.) in un sognatore non
schizofrenico comunica al sognatore che egli in un dato periodo è più vicino allo strato antico e indeterminato della psiche collettiva o che
si sta identificando con un gruppo (famiglia, comunità religiosa ecc.). L’inconscio collettivo nei sogni ha spesso l’aspetto di folla, branco,
brulichio, ibridi, animali selvatici, uccelli, cani e scritte incomprensibili, terra verdeggiante o mare (entrambi possono nascondere pericoli
ignoti e a volte doni sorprendenti), fiume o acqua in generale (vapore, ecc.), vento, nave, villaggio, albero, legno, chiesa, cucina, capriolo,
cavallo, orso, ragno (con molti occhi e dalle trappole quasi invisibili), pavone (perché anch’esso ha molti “occhi” sulla coda ed è inoltre
colorato e alato). Credo che gli stessi simboli possano essere attribuibili a Madre natura (il mondo degli istinti anche soccorrevole) e
all’anima del mondo o del sognatore (soprattutto capriolo dal volto umano, cavallo bianco, uccelli, vento, chiesa, albero con acqua, nave).
Anche i numeri sono significativi: secondo un testo di alchimia ogni perfezione si basa sulla triade misura, numero e peso. Il 3 indica in
genere nei sogni conflitto e dinamismo interiore e qualcosa che spinge all’unità e provoca così eventi, come quando due triangoli uguali
formano un quadrato, e può rappresentare tre delle funzioni psicologiche spinte all’unità dall’azione della quarta più inconscia. La triade
nei sogni è frequente e può avere anche altri significati: può rappresentare le radici inconsce delle tre funzioni psichiche o anche la parte
peggiore e più rifiutata dall’Io dell’inconscio personale pensata come un insieme di 3 funzioni psichiche di tipo inferiore; dal conflitto
diretto tra triade superiore e triade inferiore delle funzioni nascono dinamismo e tensione psichici. Il 3+1 è un modello tipico della
gestione della quaternità da parte dell’inconscio e infatti nell’alchimia e – mi sembra – anche nei sogni capita spesso che tre elementi
siano raggruppabili insieme mentre il quarto abbia una posizione particolare o sia di tipo particolare; l’incertezza tipica dell’inconscio tra
4 e 3 indica anche oscillare tra spirituale e fisico e natura incerta della verità, dato che sono quattro le funzioni psichiche che determinano
un giudizio totale ma la quarta funzione psichica è collegata all’inconscio collettivo al punto da avvicinare la totalità che include spirito e
materia/fisicità ed è misteriosa. Di certo il 4 indica unità (spesso anche i multipli) come l’1.
Per i dettagli sull’interpretazione dei sogni rimando al sito web citato.
PER POCHI INTERESSATI ALLE DIFESE DI BASE DALLA PERSUASIONE OPERATA DA GIORNALI E TV
Rimando ai paragrafi pertinenti del documento.
PER COLORO CHE SOFFRONO FISICAMENTE E PER CHI È TENTATO DI RICORRERE A MESSE DI GUARIGIONE, GRUPPI DI PREGHIERA, PELLEGRINAGGI O PSICOLOGI
Rimando ai paragrafi pertinenti del documento.
PER CHI NON VUOLE RINUNCIARE A NARRATIVA, FILM E SERIE TV
Della narrativa di qualità a lieto fine almeno parziale adatta sia ad adulti che a bambini la seguente è tale da conosolidare gli sforzi
compiuti nell'apprendere attraverso manuali e saggi le tecniche cognitivo-comportamentali e in generale un atteggiamento aperto e attivo:
Matilda (un racconto fondamentale per ogni bambino e ragazzo che dai familiari venga spesso incompreso e offeso e inoltre abbandonato
per molte ore a guardare la televisione o all'inattività; è un racconto sull'enorme aiuto che può derivare dalla lettura dei libri giusti a chi è
solo e da leggere presto per trarne il massimo aiuto, ignorando l'inutile film che ne è stato tratto e che nè lo sostituisce affatto nè lo
rappresenta); Pippi Calzelunghe (un libro polemico e straordinario che potrebbe aiutare molto soprattutto chi prende troppo sul serio gli
insegnanti e i benpensanti e chi tende purtroppo a cercare una illusoria autostima attraverso i voti scolastici); Racconti dalla valle dei
Mumin (una serie di racconti davvero molto utili per gli insicuri di ogni genere sull'importanza di avere una vera casa e di essere sinceri
almeno quando è più importante esserlo); La piccola Fadette (un racconto che consiglierei a quelle bambine che, poiché sono molto
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trascurate dalla famiglia e vengono trattate con indifferenza superficiale anche fuori dall'ambiente familiare, non adeguano il proprio
aspetto fisico e comportamento alle esigenze dei più); come La casa desolata, Tempi difficili (ottimi libri per chi ha genitori che diano
poca importanza al benessere derivante da rapporti incentrati sulla condivisione/creazione di sentimenti caldi e sani e da un ambiente
esteriore confortevole e accogliente); Grandi speranze (un libro sulla gratitudine e sulla generosità con un finale di grande apertura); Il
circolo Pickwick (dal capitolo 15 in poi un libro per chi conosce già alcuni degli aspetti peggiori della realtà e ha bisogno di un sorriso non
ingenuo ma caldo e di credere possibili un'allegria non vuota, generosità e fedeltà almeno in una persona e in un rapporto); Il patto col
fantasma (per accettare i ricordi più dolorosi); Richetto dal ciuffo (fiaba importante soprattutto per chi fatica molto a comunicare ciò che
pensa e sente); I cigni selvatici (idem); La sirenetta (idem e inoltre una fiaba utile a chi si sente diverso dagli altri); Il lino (una fiaba per
chi ha bisogno di un atteggiamento meno chiuso alle possibilità del futuro e che consiglio di leggere dopo aver letto L'abete); La regina
delle nevi (lunga e ben scritta, è prima di tutto la fiaba per chi vede cambiare in peggio fratelli, sorelle e compagni di gioco o ha perso
l'abituale fonte di calore e serenità, purché la si legga senza illudersi sulla possibilità che quel lieto fine sia realizzabile per tutti e sperando
piuttosto di ritrovare in altri l'amore perduto); L’abete (una fiaba utile a chi tende a illudersi); La fanciulla che calpestò il pane (una fiaba
per chi, a torto o ragione, prova rancore al punto da soffrirne e sa che il perdono non è amore); Raperonzolo (sul possibile superamento
della solitudine se pur tardivo e senza sicurezze economiche); Il soldatino di stagno e Michele Strogoff (sul valore e sui costi della
fermezza); Pinocchio (un racconto per chi non sa capire cosa desidera di più e rimanere fedele ai propri propositi); Il pazzo e la fanciulla
(un bellissimo e strano racconto per chi non è amato dai genitori biologici o adottivi, per chi è stato a lungo umiliato, per chi non sa
liberarsi della paura); La storia infinita (un ottimo libro per un bambino che ama leggere, a scuola si annoia ed è vittima di bullismo e/o
ha perso un genitore); Il signore degli anelli (un libro che chiudo sempre con una strana tristezza, e che tuttavia continuo a rileggere e che
mi accompagnerà forse negli anni); Le cronache del mondo emerso (un buon libro per chi ha bisogno di trovare un motivo per vivere e si
sente vittima del destino; contiene una scena di sesso ma è davvero solo accennata); L’ultimo elfo (un racconto molto originale che
consiglierei soprattutto agli orfani e agli esasperati dalle pretese altrui sulla cura dell'aspetto fisico e in particolare dell'abbigliamento); il
primo terzo di L'ultimo orco (un romanzo fantasy ma a sfondo storico molto brutto nel complesso ma nella prima parte utile per chi non
può contare sull'ambiente o sui genitori per avere il necessario e per i vegetariani o aspiranti tali disposti a mettere in discussione la
propria decisione); Coraline (un racconto per chi ha a che fare con il lato oscuro dei familiari); La principessa sposa (un libro che aiuta a
riflettere sull'ingiustizia della vita, da regalare a chi compie 10 o 11 anni); Harry Potter e l'ordine della fenice (un libro per studenti alle
prese con insegnanti inetti e aggressivi); Zanna bianca, Il lupo dei mari e Il richiamo della foresta (purchè non letti troppo presto e per
primi: a causa dei contenuti violenti rischiano di distogliere dalla lettura per anni un bambino sensibile o sofferente); Il libro della giungla
primo e secondo (sul coraggio dei diversi, è un racconto "tonificante" e in linea con il contenuto della poesia If dello stesso autore); Il
tifone, Al limite estremo, Lord Jim e Gioventù; Huckleberry Finn (un racconto divertente e straordinario per chi deve decidere da solo tra
principi contraddittori); Piccole donne (un libro che moltissimi dicono di aver letto, ma dei cui messaggi fondamentali quasi nessuno
vuole tener conto; va letto con adeguata introduzione, perché il giudizio reale sui personaggi e sulle loro scelte è a volte celato ed espresso
in modo indiretto); Il giro del mondo in ottanta giorni (un libro per chi ha bisogno di convincersi del valore di ciò che è imprevisto); Le
tribolazioni di un cinese in Cina (un libro su come difficoltà e rischi possano rendere più apprezzabile la vita); Il talismano; I tre
moschettieri (un gran bel libro sull'amicizia e sul pericolo che si corre fidandosi troppo presto o lasciandosi sopraffare dalla passione che
non si comprende; contiene scene di sesso solo accennate anche se non isolate); il capitolo con il dialogo di Athos e D'Artagnan sui
compensi non materiali ricevuti alle azioni rischiose e onorevoli con il tempo in Il visconte di Bragelonne (o in Vent'anni dopo?); Balla
coi lupi; Cime tempestose; Jane Eyre (un romanzo per chi ha bisogno di contare su di sè e di sperare di ottenere molto con il tempo sia da
una fermezza conquistata e mantenuta sia dalla propria sensibilità); Il giovane Holden, Che cosa sapeva Maisie e Le belle immagini per i
più grandi, forse di 12 anni. Nicholas Nickleby e Martin Chuzzlewit, contengono descrizioni ed episodi durissimi, ma sono secondo me i
più bei libri di Dickens, perciò li consiglio almeno a chi ha più di 10 anni. Consiglio anche dello stesso autore Dombey e figlio a chi ha
almeno questa età. Martin Chuzzlewit contiene una satira mordente soprattutto nei capitoli sul viaggio in America, scene drammatiche ed è
un romanzo che rende facile vedere il valore di tutto ciò che, per quanto appaia in un primo tempo e sia considerato dai più debole o
ridicolo, finisca per splendere facendo da contraltare a un egoismo così esasperato da poter risultare nauseante e pericoloso anche a chi,
pur non assomigliando ai personaggi descritti, ha una certa dimestichezza con ipocrisia e cinismo. Avendo letto moltissimo in tanti anni,
non sono cieca ai difetti di Dickens come artista, ma so che non è, nella maggior parte delle sue opere, minimamente paragonabile al
cinico e delirante Dumas (non lo stimo affatto), o semplicemente uno scrittore di libri per ragazzi, che non è un caso e se ne è scritto
molto e si continua a citarlo oggi (a proposito di Irving e Smith per esempio), che è lo scrittore che preferisco dopo Conrad e che
conoscerlo tanto tardi non è certo stato un bene per me. Comunque consiglio di cominciare questa lista con la letteratura inglese.
Non ho inserito in questo elenco Il piccolo principe, perché non mi sembra un racconto incoraggiante, per quanto utile sotto altri aspetti e
bello. Cuore (E. De Amicis) è un libro che sa responsabilizzare i bambini, ma miope a dir poco.
Consiglio di leggere Peanuts per la prima volta da bambini, almeno dai 9-10 anni (anche se è un fumetto, lo inserisco qui per la sua utilità
e perché è ormai un classico, un po' come Mafalda, ma ancora più utile).
Della sterminata narrativa di qualità recente e datata per giovani e adulti seleziono pochi titoli tra i libri con un finale lieto o non
intenzionalmente negativo: Il mondo secondo Garp (un romanzo saggio quanto divertente per chiunque si trovi a gestire le paure che
incidenti, criminalità e in comprensione generano inevitabilmente); L'uomo che sussurrava ai cavalli e Nel fuoco (sul lento e faticoso
processo di guarigione o adattamento che gli handicap fisici e mentali richiedono); Gli eredi dell'Eden (romanzo di formazione, può essere
di sostegno anche a chi si sforza di aver cura dell'ambiente e di sensibilizzare gli altri al riguardo); Nelle terre estreme (a età diverse
l'esigenza di un'esistenza priva della sicurezza apparente del denaro, dei percorsi tracciati dai genitori e dalle convenzioni); L'insostenibile
leggerezza dell'essere (per vedere la bellezza in ciò che appare casuale e trovare la speranza di comprendersi almeno nel rapporto di
coppia); Insieme con i lupi (zeppo di difetti, mostra però bene il carattere liberatorio e l'enorme valore dei rari rapporti di coppia non
basati sul giudizio e sulla paura del giudizio del partner); Resurrezione (il libro migliore di Tolstoj, un romanzo su come il destino creato
dai difficili rapporti tra uomo e donna possa condurre, per vie inaspettate, a circostanze e incontri decisivi per una rinascita a una vita più
consapevole e particolarmente adatta alla propria natura); La peste (il romanzo di Camus su come malattie e ignoranza possano essere
combattute senza disperazione e soprattutto senza cinismo); Cronaca di una morte annunciata (per sperare che dall'isolamento non voluto
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il perseverare sincero in autonomia guidi oltre gli ipocriti legami convenzionali fino a far conseguire indipendenza e affetti sinceri);
Delitto e castigo (il rapporto di coppia e l'amicizia come ancore di salvezza dall'ingiustizia incontrastabile); Vino e pane e Fontamara
(romanzi intensi di Silone su cosa può far superare la paura e l'egoismo e porta alcune persone a decidere di andare allo sbaraglio); La
mia Africa (libro splendido sui doni imperituri del destino e della memoria); Ritratto di un artista da giovane (per chi comincia a
comprendere di avere un senso al di là dei legami cui sente di non appartenere creati dalla famiglia, dalla scuola, dal gruppo, dalla
religione o dalla patria); Il taccuino d'oro (per donne che con coraggio e indipendenza dagli schemi politici e psicanalitici vogliono
affrontare grandi o comuni problemi e riuscire a immaginare almeno una seconda parte della vita più serena per sé e per chi convive con la
malattia mentale); La signora Dalloway (per chi sa sentire il valore che assumono anche i legami a distanza tra i compromessi, i fallimenti
e i crudeli tradimenti dell'esistenza); L'asino d'oro (per uscire dall'ordinaria follia e liberarsi della schiavitù del sesso e delle passioni);
L'uomo senza qualità (per cogliere il legame illuminante tra argomenti apparentemente lontani con la logica di un filosofo e con le
similitudini mai scontate di un grande artista, riflettendo e accogliendo intuizioni con equilibrata razionalità).
Considerando qui di nuovo i film e le serie TV non posso che ripetermi, non potendo entrare in dettaglio sulle ragioni per cui alcuni film e
serie televisive sono più utili di altri. Elenco di nuovo almeno le serie Friends e Scrubs (quest'ultima serie nonostante il grave
incensamento di psichiatri e psicologi e le menzogne sugli antidepressivi e altre simili cadute di stile qua e là che non si trovano - anzi – in
Friends, soprattutto in quello delle prime serie) e tra i molti film utili vorrei ricordare qui, in quanto pertinenti anche al tema della salute o
dell’apparire diversi dalla maggioranza, Million Dollar Baby, Io e Annie, Il diavolo veste Prada, Ricche e famose, La mia vita senza me,
Le ragazze dei quartieri alti, Gli anni in tasca, La stanza di Marvin, Buon compleanno Mr Grape, Benny e Joon, Oh Serafina, La valle
dell’Eden, Sul lago dorato, La febbre del sabato sera, La febbre, Il laureato, Il fiore del mio segreto, Legami, Donne sull’orlo di una crisi
di nervi, Volver, The Millionaire, Norma Rae, Il favoloso mondo di Amélie, Lezioni di piano, Fahrenheit 451, Figli di un Dio minore,
Harvey, Colazione da Tiffany, Forrest Gump, La vita è meravigliosa, Balla coi lupi, Harry ti presento Sally e, per considerare anche gli
anime e la fantasy, Inside Out, [Anime ITA] Touch – Prendi il mondo e vai OAV 4 Crossroad, Harry Potter e l’ordine della Fenice, Un
bambino di nome Charlie Brown, La bella e la bestia, Buon anno con Winnie the Pooh, Dumbo, Coraline, Mary Poppins.
Citazione costituita dall'assemblaggio personale di paragrafi tratti dagli articoli comparsi anni fa in una serie di riviste e corrispondente
all'ultima parte di http://www.slideshare.com/citazioni-su-intelligenza-e-coraggio
"Scegliere il futuro esprime la fiducia nel sentirsi sostenuti dalla vita giorno dopo giorno. A volte si vive la mancanza di tempo come
giustificazione per non affrontare la complessità o per sfuggire alle responsabilità e allora si può rischiare di diventare schiavi del tempo:
cogliere il valore del tempo è cambiare direzione, riprendersi il tempo necessario a ritrovare quello perduto, fermarsi, scendere nei
paesaggi interiori del proprio essere, riscoprire il tempo interiore, riannodare i fili che legano ciò che è dentro e ciò che è fuori secondo
legami chiari di causa-effetto.
Quando l’immaginazione e la connessione interiore sono attivi, l’intuito è esatto ed è giusto fidarsene e non mancherà la forza per il
mutamento, ma potrà mancare un contatto saldo con la realtà e si dovrà, per muoversi, trovare un solido punto fermo nel proprio carattere
da cui poter far partire i cambiamenti. La meditazione è uno dei modi migliori per far emergere dal profondo le risposte alle proprie
domande. Avere un obiettivo preciso è il primo passo per ottenere ciò che si desidera nella vita. Ognuno racchiude in sé un’inesauribile
forza e con la determinazione può attivare questo potenziale: questa forza attiva si può far coincidere con il “maestro interiore” (voce
interiore, intuito, istinto, ragione) che guida e fa comprendere chi si è e qual’ è la direzione di crescita personale e fa trovare soluzioni e
nuovi punti di vista per realizzare i propri desideri.
Se le energie mentali sono disperse su troppi fronti sarà difficile poter sperimentare il senso di pienezza che si prova raggiungendo ciò che
ci si era prefissato, ma quando si comincia a capire quali sono i propri desideri più importanti, cui subordinare e indirizzare il resto, si
intravede come raggiungerli e allora il mondo esterno risuona con l’universo interno. Avere un obiettivo chiaro e concreto facilita
l’individuazione di priorità, consentendo di gestire meglio il tempo a disposizione e facendo sentire pieni di energia, mentre avere la
consapevolezza che ogni giorno si sta facendo qualcosa per avvicinarsi alla realizzazione del proprio obiettivo farà sentire motivati e
soddisfatti, perché impegni, doveri e anche riposo e distrazione assumeranno un nuovo significato e perché appariranno nella mente lampi,
ricordi dimenticati che dimostreranno che l’energia attivata dal pensiero e dalle emozioni ha aperto la strada a nuove realtà.
Quando c’è un desiderio sincero e profondo e attraverso l’intenzione si dà origine a una serie di eventi anche fortuiti finalizzati al
raggiungimento dell’obiettivo e si ottengono risultati sperati, si rafforza la propria consapevolezza e la comprensione della legge
universale di causa-effetto, e ci si sente collegati al flusso dell’esistenza. Il primo passo da compiere è organizzare i propri pensieri in vista
di uno scopo preciso, tenendo conto che maggiore sarà il livello di dettaglio, più grande sarà l’impronta energetica che si saprà costruire in
sé e che si inizierà a emettere come un’onda che si propaga nel mondo esterno: 1. fare una lista scritta di desideri (da 5 a 10) ordinati per
importanza 2. sul primo desiderio va concentrata l’attenzione con la profonda convinzione che sia possibile realizzarlo e che si è in grado
di farlo 3. il pensiero deve seguire il desiderio e l’emozione di gioia che ad esso si associa 4. Come il pensiero, anche le azioni dovranno
essere indirizzate coerentemente al suo raggiungimento.
Il percorso nel quale pensiero ed energia si fondono può essere agevolato oppure rallentato, ostacolato, deviato. L’educazione ricevuta può
scollegare dall’intenzione e l’abitudine consolida nella mente schemi di cui è necessario liberarsi per riappropriarsi di una visione
personale delle cose. Riconoscere la verità che muove le proprie azioni è la chiave per far scorrere l’energia. La creatività è la condizione
essenziale di tutti, è in tutti e quando è latente e soffocata dai blocchi psicologici o da routine o pigrizia mentale, può essere facilmente
riportata alla luce, se si ha il coraggio di riconoscerla e l’entusiasmo per esprimerla.
Diventare adulti può significare a volte accettare di non poter condonare o perdonare, ma anche smettere di limitarsi ad attendere o
presumere servizi o compensi o mappe (anche se essenziali) o di incontrare chissà chi e chissà cosa prima di iniziare a vivere, godendosi il
godibile senza farsi condizionare dai gusti o dalle pretese altrui e affrontando con tutte le energie i problemi: mirando alto e adeguandosi
ai propri limiti del momento per superarli poi, si deve osservare tutto considerandone l’estraneità profonda rispetto a sé e chiedere e
attivarsi per ottenere dagli altri e dalla vita ciò che si vuole a piccoli passi imperfetti, accettando anche di trovare sostegno “nel come,
anziché nel cosa”. Un adulto non è chi si arrangia (nessuno si arrangia) ma chi ha un atteggiamento attivo, conta su di sé anche quando
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non è al livello dei più e si impegna a partire dai gradini più bassi senza fare e premunirsi più del necessario, sicuro di essere nel giusto
nel scegliere il sentiero più semplice per sè pur di restare sulla strada giusta per portare a termine tutto ciò che ha intrapreso (dalla
realizzazione di un progetto in parte ostacolato all’osservazione-analisi di un’intuizione): chi ha davvero autostima può scegliere
regolarmente tra le strade moralmente sane la più facile, come una persona davvero in armonia con se stessa e indipendente sceglie la
taglia più comoda di un abito nuovo con la massima tranquillità.
Per vivere pienamente l’importante è liberarsi presto dell’eredità emotiva del passato, rimuovere le convinzioni ristrette su chi si è e i
blocchi che si frappongono tra sé e la parte più autentica e vitale e che hanno lì le loro radici. Molta energia è sprecata per trattenere
ricordi o situazioni lasciate in sospeso: sciogliere le questioni insolute e riconciliarsi con ciò che è stato è uno dei modi più efficaci per
recuperare una grande quota di questa energia, da utilizzare per i propri obiettivi: alcuni gesti non si possono perdonare, perché le
conseguenze potrebbero essere state troppo dolorose e perdurare, ma, meditando regolarmente, si può arrivare a pensare ciò che è
avvenuto in uno stato di calma, aprirsi al nuovo, sperimentando leggerezza e benessere (per distaccarsi dalla paura, ad esempio del “padre-
padrone”, provare a scrivere ciò che ha creato paure durante la giornata, rileggerlo prima della meditazione del giorno successivo
accogliendo le paure senza giudicarle e perdonandosi per il provarle e subirle). Se un genitore o un marito non si rende conto di cosa sia
l’amore e tende a bloccare dal punto di vista sentimentale e pratico, l’atteggiamento migliore poi è ignorarlo senza rispondere alle
provocazioni ed evitando di vivere in funzione di ciò che fa o dice ,perché per far giungere un futuro diverso occorre nutrire la chiara
intenzione di abbandonare il presente e il passato, senza dimenticare ma anche senza farsi trascinare e contaminare.
Ogni incontro inoltre porta con sé un messaggio, perché può essere uno specchio del mondo interno proiettato al di fuori di sé: può essere
utile decifrare questo messaggio, comprendendo quale sia lo stimolo di cui si ha bisogno in un certo momento per risolvere un problema,
per dare impulso al lavoro, attuare quei cambiamenti da tempo in programma. In questa prospettiva, i nemici a volte sono in parte
complici. In ogni caso trovare una soluzione ai conflitti è possibile in generale quando si rifiuta la fretta, non si danno limiti di tempo
arbitrari, si riflette sul punto di vista dell’altro senza abbandonare il proprio a caso, ma anche senza arroccarsi sulle proprie posizioni come
in guerra: così nasce la possibilità di creare e le tensioni diventano stimoli e non solo sventure e a questo punto si può parlare di ascolto.
Resta vero comunque che è indispensabile liberarsi legami che si sono trasformati in buona parte da risorse in ostacoli o impedimenti per
valorizzare ciò che apporta benessere e avvicina alla personale realizzazione, per quanto di poco si disponga. Le relazioni più significative
con gli altri possono creare limiti nell’espressione di alcune parti di sé: le persone possono aumentare le energie, fornendo sostegno e
positività, o possono sottrarle, in un processo di svalutazione e sabotaggio. Spesso alcune persone compaiono in momenti particolari della
vita, offrendo la possibilità di un cambiamento (e può trattarsi anche di un cambiamento necessario, ma che non li deve né assecondare, né
coinvolgere per apportare beneficio): l’intuito, se è il riflesso di un’armoniosa connessione interiore, mette nelle giuste condizioni per
riconoscere la persona che è entrata, anche solo un frammento di tempo, nella propria vita e le emozioni che essa suscita (per esempio
fiducia nell’altro e in sé, amore o appunto paura e disagio, sospetto o dipendenza) sono un sistema interiore da utilizzare per interpretare il
significato dell’incontro, purché non si basi il giudizio solo su di esse. Un altro modo di interpretare bene un incontro è osservare gli esiti
delle azioni eseguite su consiglio della persona conosciuta o in relazione a lei: incidenti o esiti particolarmente negativi spesso indicano
che frequentare quella persona avrà conseguenze deleterie e non indicano solo che non sa comprendere il carattere e le esigenze di chi essa
pretende di guidare o coinvolgere nelle sue personali iniziative o che questa manca di saggezza o equilibrio, ma spesso anche che
inconsciamente si sente di dover allontanarsene e così a livello non cosciente si provoca da sé lo sbaglio o la sfortuna, un po’ come quando
si cerca di attuare un proprio progetto senza sentirsela o sentirlo davvero.
A volte è proprio indispensabile allontanarsi in fretta, proprio come è fondamentale frenare il proprio modo di essere più esteriore quando
tradisce profondamente l’io interiore. Una delle cose peggiori da fare è bloccare o cristallizzare la comunicazione per paura di
destabilizzare la relazione o una situazione, perché tacere è mortificarsi e pone il seme di astio e recriminazione e indebolisce e poi perché
meccanismi troppo razionali e controllanti contrastano il concetto di spontaneità che è alla base del benessere e di una relazione
appagante: una relazione di qualsiasi genere (anche di coppia) solida non è una relazione ferma, ma un rapporto in grado di assorbire i
cambiamenti, le perturbazioni, le novità, cambiando di poco o molto, ma senza stravolgere la propria natura e rimanendo soddisfacente
mantenendo intatto l’essenziale (la stima, l’apprezzamento reciproco al di là della consapevolezza dei difetti dell’altro, la disponibilità
all’ascolto, la fiducia nella capacità dell’altro di venire incontro a desideri e bisogni diversi dai suoi).
A volte un comportamento o un rapporto risultano deleteri anche solo perché non hanno una precisa e valida giustificazione, perciò
quando non si vede un buon e chiaro motivo per stare in un ambiente che crea anche disagi bisogna allontanarsi e, se nel frattempo si è
subito un danno grave, si deve ricordare che ci sono molti modi a distanza di sicurezza e col tempo per informarsi quanto basta per
inquadrare l’accaduto, distaccarsene emotivamente, trarne insegnamento e magari anche combattere chi è responsabile del male ricevuto e
delle sue conseguenze, mentre restando si può rischiare un danno profondo e duraturo e indebolirsi al punto da non poter più reagire in
alcun modo: occorre seguire non solo i ragionamenti altrui, ma anche, dall’esterno, gli sviluppi delle loro vicende per giudicare secondo
un metro non personale e così fermare il flusso delle cose anziché seguirlo; inoltre con gli altri è importante non rendere tutto
problematico, non tentare di capire ciò che non si riesce a capire, guardare solo ai fatti, alle azioni nel complesso mantenendo sempre una
certa distanza, senza voler scandagliare l’animo e le recondite motivazioni di chi dice una cosa e poi ne fa un’altra e si comporta
ambiguamente in modo contraddittorio, perché ciò non solo è tempo perso, ma spesso significa cadere e rimanere impigliati in una
trappola tesa dagli altri, consapevolmente o meno.
Commenti e critiche possono stimolare a rendere più efficaci il punto di vista e le azioni, ma se alla base di queste pressioni c’è una
volontà di comando e di prepotenza che non rispetta le esigenze e la natura personali, queste possono trasformarsi in una gabbia mentale:
per adeguarsi alle aspettative degli altri si sprecano inutilmente molte energie…
Limitazioni potrebbero derivare anche dai modelli proposti dai media, dalle scuole o dalle religioni e allora bisogna essere fermi nel
riconoscere che la propria direzione può discostarsi di molto dai percorsi intrapresi dalle altre persone e imparare da soli (attraverso letture
adeguate e non dogmatiche) a gestire le emozioni senza frequentare chi cerca di imporre agli altri la sua ricetta contro i mali del mondo o
si presenta come santo o esperto in intimità magari perché professa una fede o ha conseguito una laurea in Psicologia e facoltà affini.
Anche quando si tratta di semplici gusti come musica e letture, è necessario darsi il tempo di conoscersi bene, facendo per esempio
periodicamente il vuoto di attività e interessi, come condizione perché i più adatti a sé emergano in modo naturale.
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Ritrovare se stessi e vivere su un piano di assoluta autenticità è il modo più diretto per sentirsi ed essere liberi. Libertà significa essere se
stessi pienamente in ogni luogo, in ogni momento, è arricchire l’universo con il proprio punto di vista: passare dalla teoria alla pratica
significa assumersi la responsabilità di essere liberi in quanto veri, a costo di scontentare qualcuno, di rinunciare a qualcosa e di
commettere errori, di fare meno ma fare subito e così aggiornare lo stile di vita alla realtà interiore e conoscere i propri limiti, in modo da
non andare in panico o sentirsi inetti e indifesi a ogni compito difficile o che non si sa se sia alla propria portata.
Deambulando si sospende un equilibrio acquisito e, attraverso una fase di squilibrio controllato, si acquista un nuovo equilibrio, ma stando
un passo avanti a prima. Così si può muoversi nella vita, affinando via via l’abilità e aggiungendo grazia ed eleganza all’efficacia.
L’acqua scorre e prende la forma di ciò che la contiene, pur rinnovandosi continuamente, nasce, scorre, si fa strada senza fatica tra
macigni aggirandoli, scava il letto che agevolerà il suo fluire e mentre cammina, agisce, non sta mai ferma, muta continuamente eppure
rimane sempre se stessa, anche sotto forma di ghiaccio o vapore, e vive libera dalle tossine psicologiche nel mare, che, quando è mosso,
porta a riva messaggi lanciati da chissà quale sponda: occorre far muovere le cose fuori di sé, rimuovendo tutto ciò che è cristallizzato e
che si è fermato dentro e facendo tanti piccoli progetti, tenendo conto che il segreto per una vita ricca consiste nel sostituire al possesso lo
scambio e gioire del flusso infinito della realtà e che un atteggiamento mentale fluido e consapevole è davvero la chiave per vivere
serenamente, affrontando con entusiasmo le sfide che la vita propone ogni giorno.
Una visione rigida delle cose blocca su posizioni che tolgono ogni possibilità di ripensamento e di cambiamento, perciò essere flessibili e
attenti ai mutamenti rappresenta una strategia efficace, oltre che per raggiungere i propri obiettivi, per vivere in modo più rilassato e nello
stesso tempo in contatto profondo, leggero e libero con le cose, percependone il valore in relazione alle esigenze personali.
Cambiare punto di vista fa sperimentare nuovi aspetti della realtà e scoprire aree inesplorate del proprio carattere.
Allenare se stessi ad attraversare le esperienze in modo fluido fa sentire nutriti da esse e arricchiti, perché la ricchezza è una forma
mentale, un modo di pensare e di comportarsi riguardo il modo in cui si tratta se stessi e gli altri e l’abbondanza che si è disposti a vedere
nel mondo.
Spesso la società con le sue costruzioni culturali crea degli ideali che a volte si trasformano in miti, i quali allontanano da questa
dimensione ciclica e trasformativa secondo dinamiche frequentemente legate al concetto di possesso e che si portano dietro paure legate
alla perdita:si innescano lotte vane per mantenere tutto sempre uguale a se stesso, con grandissimo consumo di energie, ma i cambiamenti
avvengono nonostante tutti gli sforzi per contrastarli.
Cambiare è la chiave per scoprire nuove parti di sé, nuovi modi di essere, per vivere… È abbandonare i vecchi schemi e le inutili paure e
aprirsi alla sperimentazione: sarebbe possibile, al di fuori del mutamento, dare valore e significato alle cose? Cambiare è quella risorsa
irrinunciabile che porta con sé l’esperienza che si trasforma nella saggezza che dà profondità alle percezioni, offrendo una ricchissima
variabilità e facendo sentire parte dell’esistenza.
Imparare l’arte di lasciar accadere le cose è essenziale: fare andare le cose esattamente come si vuole è impossibile, dato che l’imprevisto
scombina sempre i piani. Occorre seguire delle linee guida e poi essere elastici, inserendo l’imponderabile nei propri piani, evitando una
eccessiva reattività ovvero di reagire con battutine, dispetti e testardaggini a tutto. Creare continuamente categorie, ordinare e progettare
comporta poi che anche quando tutto funziona si avrà la sensazione di non potersi mai rilassare, perché si percepirà di vivere in un mondo
stretto. Si può però mantenere il controllo in una condizione di maggiore apertura e rilassamento lasciando vivere le emozioni senza farle
trasparire e inoltre passando dalla modalità logica di usare la mente a quella metaforica, perché esiste la verità del collegamento oltre a
quella più superficiale della separazione: si può fissarsi sulle differenze oppure aprirsi a ciò che unisce per quanto sia meno evidente. Un
primo passo è quello di sforzarsi di superare l’identificazione con i propri pensieri per poter imparare a osservare tutto da diversi punti di
vista e arrivare a conoscersi al di là degli impulsi automatici o condizionati: è come passare da guardare dal buco della serratura a
guardare il mondo da una cima di una montagna attivando una vista laterale e panoramica. Anziché sforzarsi di controllare la realtà
dall’esterno se ne diviene partecipi, fluendo con la corrente e gli eventi, anziché cercare di deviarli o tenerli fermi, cosicché si può
finalmente rilassarsi, godersi il paesaggio, annusare profumi portati dalla brezza. Un altro passo è superare l’idea che le facoltà razionali
siano l’unico modo per interpretare la realtà e, senza rinunciare alla razionalità, ampliare le possibilità della mente allenandola a osservare
ciò che rende simili due manifestazioni e integrando nell’osservazione, oltre al livello affettivo ed esteriore, il piano simbolico: ogni
persona, evento, situazione è un segnale sulla strada al di là del male e del bene, a volte attirato da un zona profonda di sé e è
potenzialmente rilevabile dalla mente allenata man mano che aumenta l’esperienza e familiarità con la voce dell’intuito e delle emozioni.
Si può non essere sostenuti dalla famiglia e da chi si ha intorno e indeboliti da limiti creati oltre che dall’ambiente dalla propria natura
innata, ma si è pur sempre sostenuti dalla realtà, che spesso, per le sue leggi impersonali intrinseche, dona davvero le informazioni e
occasioni desiderate, almeno se si persevera e si prova davvero a ottenere, anche se soli, ciò che si desidera e di cui si necessita di più, di
volta in volta, appena e come si può. Basta esporsi del tutto e senza adagiarsi in nessuna situazione per imparare a conoscere i vari limiti
posti dalle leggi della realtà e dal destino.
La zona di comfort è un termine usato in psicologia per designare quel senso di benessere che si prova quando ci si muove in un ambito
di cui si conosce tutto per cui ci si comporta in modo sicuro, tutto appare routine e si è molto consapevoli delle proprie capacità e dei
propri punti di forza, punti di riferimento e abitudini consolidate che mettono a proprio agio, complice a volte un senso di inadeguatezza e
un’identità penalizzata che possono impedire di vedere il cambiamento, novità e sorprese come opportunità. Occorre lasciare tale zona di
comfort per entrare nella zona sana e naturale dell’apprendimento, accantonando scetticismo e diffidenza a favore del coraggio e della
propria forza di volontà. L’istinto, il cui scopo è la conservazione della vita di una specie e non la realizzazione individuale, ha in sé dei
meccanismi coattivi e ripetitivi che spingono a un eccesso di protezione rispetto ai propri spazi vitali, ad assumere schemi rigidi che
garantiscono stabilità più che felicità, sicurezza anziché comunicazione e che allo scambio e all’intuito fanno preferire l’impulso, alla
percezione la sensazione, all’elasticità la rigidità, alla creatività l’istinto protettivo: esso porta a chiudere i canali della vita anziché a
mantenere un corretto equilibrio tra differenti piani di percezione, mentre la conoscenza vera implica l’essere disposti ad avere poche
certezze e a mettersi in discussione e imparare attraverso continui scambi con il mondo.
Non si deve pretendere di basarsi su un sistema di cassettini per ogni cosa dove chiudere tutto, perché non spaventi, perché il vero ordine è
nella natura, dove ogni cosa ha un senso e si combina con ordine ma senza freddezza. Nemmeno si può dare un significato a tutto ciò che
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accade (anche perché i veri segnali sarebbero così soffocati) o pensare di farsi valere davvero attraverso una competenza priva di
autoindulgenza.
Anche vedere il mondo in modo schematico, tutto bianco o nero, risponde in modo similmente sbagliato al bisogno di sicurezza e di
costruire solide categorie mentali di riferimento: sviluppare la coscienza dello spazio interiore aiuta a mantenere un equilibrio dinamico, a
trovare un rapporto migliore con energie e pulsioni particolarmente intense. Chi tende a estremizzare, a perseguire obiettivi con
determinazione estrema, a cercare l’intensità e magari la teatralità ha particolarmente bisogno di comprendere la relazione tra gli opposti
(spazio-tempo, potenzialità-potere, conscio-inconscio, espansione-contrazione, vuoto-pieno) e di allenarsi a percepire le sfumature e
apprezzarne il valore.
Se i modi indecisi non sembrano dare sicurezza, bisogna considerare poi che un modo di fare molto sicuro o spavaldo spesso rivela
menefreghismo, sentimenti poco profondi e inaffidabilità.
Molti provano imbarazzo a mostrarsi emotivamente coinvolti di fronte al dolore altrui e ciò non dipende dal distacco degli altri ma dalla
difficoltà a esprimere le proprie emozioni: da bambini la libera manifestazione delle emozioni non è stata ancora raffreddata, perciò
occorre avvicinarsi a quella dimensione dell’infanzia e la sensibilità aiuta a farlo.
Una persona emotiva, se è fortemente motivata, può diventare forte e creare una corazza impenetrabile a critiche e dubbi e d’altra parte il
mondo è così pieno di gente che è o vuole apparire super sicura di sé, che una persona che non ha paura di mostrarsi ipersensibile può
suscitare anche interessi e istinti di protezione.
Poi si deve considerare che, come per i difetti fisici non correggibili che anziché cercare di nascondere è meglio a volte rendere più
visibili, ironizzandoci su e facendone punti di richiamo, così è meglio investire le proprie energie non nell’insistere nel cercare di
cambiare caratteristiche fastidiose del carattere con cui si è nati o che ormai fanno troppo parte di sè, ma cercare di limitarne le
conseguenze con azioni mirate e farsi perdonare con autoironia e con le proprie qualità e con programmi non lontani generosi per il
momento in cui si sarà superata una certa fase problematica, quando lo stress le accentua.
Anche quando tutti gli sforzi per far emergere la parte migliore di sé vengono fraintesi e nessuna delle proprie relazioni dà la gioia che vi
si ricerca, non si deve considerare la fragilità una condanna, ma un’indicazione di ciò su cui porre l’attenzione in particolare per chiedersi
per esempio “Se non ci si ama perché dovrebbero farlo gli altri? Se ci si ritiene insicuri e non si riesce a gestire le debolezze perché gli
altri dovrebbero sceglierci come amici e punti di riferimento?”
Tutti sono deboli, nessuno escluso, ma alcuni sanno accettare le proprie fragilità trasformandole in peculiarità degne di nota e, partendo
dai difetti costruiscono su di essi la loro unicità, altri si lasciano travolgere dalle proprie fragilità, ingigantiscono le paure e sono incapaci
di gestire positivamente le proprie emozioni: intraprendendo un “lavoro” sulle proprie emozioni, non si avrà più col tempo bisogno di
cercare rassicurazioni nell’occhio dell’altro, ci si sentirà forti e sicuri nelle proprie insicurezze e si sarà capaci di mostrare ciò che si vale.
Una sensibilità fuori dal comune è capace di produrre molti frutti, di capire il prossimo e col tempo di rassicurare coloro che si trovano
nelle difficoltà vissute personalmente e poi superate o in altre situazioni dolorose.
Paure e dubbi possono spingere però ad assumere un atteggiamento di sospensione e attesa per cui le questioni paiono irrisolvibili e l’altro
irraggiungibile, così il desiderio di solitudine si accentua. A una chiusura emotiva che porta a dare risalto agli aspetti negativi si reagisce
trovando il modo giusto di esprimere ciò che si sente e ciò che si pensa, dando il giusto risvolto alla comunicazione: gli strumenti possono
essere i più disparati, l’importante è riuscire a comunicare ciò che si è per essere pronti a vedere le opportunità.
A causa della legge d’attrazione di energie simili (che risponde non solo alle azioni, ma alle intenzioni, alle emozioni e all’attenzione
ovvero al pensiero e alle parole), dopo un evento doloroso e sfortunato occorre accogliere tutto senza voler ignorare ed eliminare a forza
l’accaduto, ma anche senza pensare a ciò che manca o a principi di merito che portano a coltivare l’attesa (cioè la sensazione di mancanza
che “attirerà” eventi che impoveriscono): bisogna concentrarsi subito sulle possibilità del momento di stare meglio e quelle future di
gestire diversamente le cose e sulle sensazioni positive di una situazione sbrogliata e serena evitando di rimuginare con i seguenti pensieri
tipici nello sconforto: a) cosa ho fatto di male per meritarmi questo?; b) una cosa del genere non mi capiterà mai più; c) perché sono stato
così stupido ? d) la sfiga mi perseguita; e) ho un brutto presentimento e avrà pur un significato…
Un aiuto contro i pensieri negativi è metterli tutti insieme, dopo averli accolti e ascoltati con accettazione e lucidità insieme (senza
disprezzo, ribellione, prediche), e lasciarli poi fluire, volgendo l’attenzione ad altro (magari svolgendo un’attività qualsiasi), accettando il
fatto che non si può ingannare la mente, che bisogna evitare di fingere utilizzando parole che nascondono disperazione e risentimento:
presi in una spirale negativa occorre entrarci ed esplorarla, infatti, perché altrimenti i pensieri e gli impulsi rifiutati escono in modo
spiacevole (in incubi, automatismi deleteri o eventi molto negativi).
L’atteggiamento fatalistico blocca la realizzazione mettendo in una condizione di attesa e di dipendenza dagli altri. Davanti a un problema,
in sintesi, non bisogna rimandare il momento di affrontarlo né evitarlo ma essere flessibili e ripetersi: “OK, oggi sta andando così… ma io
posso farcela e non mi spezzerò”, così da sentire di avere il controllo della situazione- perché la si affronta anziché crogiolarsi nella
rabbia- e da sostituire un pensiero negativo con uno positivo.
Quando poi la sensazione è quella di sentirsi del tutto paralizzati nonostante gli sforzi di procedere come in certi incubi, bisogna solo aver
chiaro che si tratta solo di una sensazione e restare presenti a se stessi, consapevoli di quello che si prova e si vuole e coscienti che
l’impossibilità di realizzare i progetti è solo attuale: non mollare, individuare i punti deboli e raddrizzare il tiro.
Due domande da porsi quando si soffre a causa del fatto che un desiderio importante non si realizza: “Sono psicologicamente e
fisicamente in condizione di incontrare e gestire l’oggetto desiderato?” “Accetto l’eventualità di non incontrarlo?” Se la risposta anche a
una sola delle domande è no, c’è la possibilità che la strada sia ostacolata da una propria inconscia volontà. Ad esempio si può avere
un’enorme bisogno di libertà, una libertà prima di tutto mentale, e non essere pronti a diventare indipendenti, autonomi, non aver ancora
davvero liquidato il passato (tornando sugli errori) e non aver trovato ancora un motivo per vivere tali da voler davvero cambiare, mettere
a frutto quanto si è capito e affermare le proprie verità, personalità, esigenze di gioie e amore (quindi della libertà e dello spazio per
viverli). Se la risposta alle due domande indicate invece è sì, bisogna fare spazio (anche esteriore) a quanto si vuole ricevere e allenare la
mente a vivere come se l’oggetto del desiderio ci fosse. Se un desiderio è irrealizzabile o e troppo difficile da realizzare, troppo oneroso o
non si realizza da tempo nonostante l’atteggiamento migliore, bisogna forse lasciare una porta aperta, ma puntare su altro per essere felici,
ricordando che del resto i desideri non sempre corrispondono ai bisogni più profondi e a quelli che, essendo stati creati dalle esperienze
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più forti vissute, richiamano la maggior parte delle energie inconsce e che forse sono stati “scritti” da un destino che non ammette molto
altro e che del resto dà abbastanza.
A volte poi la caduta di un sogno porta – per reazione dell’energia distoltavi di colpo – alla realizzazione in breve di altri sogni (più
realizzabili) e pertanto non è cosa troppo negativa, anche se bisogna passare momenti in cui tutto è confuso e ci si sente in balìa degli
eventi.
Altre volte si sognano legàmi sentimentali quando si vive una fase di rivoluzione, un momento di passaggio tale da aver bisogno di spazio
e per cui i legàmi sono freni: essi perciò diverranno dannosi o poco gestibili, tanto che genereranno problemi da sbrogliare inevitabilmente
in futuro, cioè quando invece si potrebbe ottenere dei legàmi adatti e opportuni grazie all’esaurirsi di quel momento di tesa evoluzione.
Può essere inutile combattere o sognare quando nessuna delle sponde appare in grado di accoglierci: meglio calmarsi, fidarsi di stessi e del
tempo e lasciarsi andare con serenità al corso delle cose, consapevoli che la soluzione giusta deve emergere con naturalezza nella mente.
C’è poi, chi, per natura ha un bisogno particolare di entusiasmo e tende a farsi fiction mentali, a proiettarsi sempre avanti e a colorare il
presente e il futuro, fraintendendo e conservando ciò che non merita attenzione in realtà e impedendo che arrivi ciò che serve e ciò che,
insegnando ad amare, radica nella realtà e cancella un’indifferenza, magari poco consapevole ma dannosa.
Per chi ha passione, come per chi tende a riflettere molto, non c’è niente di più importante di toccare con mano la realtà… soprattutto
quella che gli altri intravedono come realtà, uscendo ed esponendosi alle critiche, a verifiche attive circa l’opportunità di certi desideri,
gestendo le situazioni in modo indipendente da schemi, toccando il cuore e il corpo di chi si ama.
La soluzione al fatto che l’originalità e la diversità sono percepiti come minaccia dai più, è fare il prima possibile i conti con i lati
imprevedibili di sé, accettando ad esempio i cambiamenti d’umore, i momenti di esaltazione e chiusura, prendendosi per mano e poi
cominciando ad aprirsi al mondo senza aspettative o pretese. Mantenere un costante contatto con la consapevolezza dei propri
automatismi e con le proprie reali emozioni e progetti è indispensabile: emozioni per troppo tempo soffocate, come possono divampare in
modo pericoloso e prendere il sopravvento, possono creare una confusione interiore che brucia sul nascere ogni iniziativa.
Essere pronti a cambiare punto di vista per una qualsiasi piccolezza o non saper preservare i rapporti dagli sbalzi d’umore significa essere
influenzabili: per non essere facili prede delle illusioni e non sbagliare con facilità, bisogna rilassarsi e imparare ad apprezzarsi per quello
che si vale, ricordando che si può essere emotivi, soggetti ad alti e bassi d’umore, e un po’ lenti nel rendersi conto di ciò che accade
( trascinati da voglia di vivere e da entusiasmi affettivi), ma nello stesso tempo essere lucidi, critici e profondi nei giudizi e capaci di darsi
e amare e che il materiale per l’evoluzione e le risorse più profonde nascono proprio da innati curiosità e entusiasmo: l’entusiasmo è una
carica evolutiva da manipolare e utilizzare in modo originale e, se è vero che richiede cautela (è bene avere i piedi per terra), non si deve
impedirsi di godere pienamente degli stati d’animo e di realizzare quello che si ha in mente.
Se non si è del tutto coinvolti in quello che si fa, la vita può diventare frenetica perché si tenderà a correre forsennatamente nel tentativo di
trovare quella partecipazione emotiva che purtroppo in questi casi può essere solo frenesia: bisogna accogliere il messaggio di quella
frenesia e svagatezza, che spesso nascondono la cosa più bella che ciascuno ha, ovvero il desiderio di essere se stessi, di esprimersi, di
lasciarsi guidare da emozioni e istinti meglio corrispondenti ai desideri, evitando quanto inchioda nella solitudine, nella passività e in un
doloroso stato di attesa e dipendenza. Dalla frenesia poi è facile passare alla vera e propria alienazione e poi al fare troppo spesso qualcosa
che si considera insensata e sbagliata per sé, il che porta a un grave squilibrio mentale.
Riassumendo, quando tutto sembra uguale in una dimensione finta e senz’anima, basta invece aprire la porta, immergersi in sé e
nell’acqua delle emozioni: si capirà quali sono i punti deboli della personalità e gli schemi che impediscono di evolvere, che non si è
voluto vedere, le ragioni per cui non si è riusciti ancora a ottenere ciò che si voleva. Non si deve fermarsi solo all’idea di aprire la porta,
ma essere convinti di farlo, mettersi in gioco senza alcuna limitazione e proseguire oltre la prima tappa per aprirne uno spiraglio. Non
bisogna farsi prendere dalla fretta per nessuna ragione nè autocommiserarsi, ma disidentificarsi dai propri pensieri. Bisogna anche tenere
ben separati i concetti di conflitto e confronto, aprendosi al dialogo, pur difendendo con tenacia e in parte con aggressività le percezioni, le
idee, le intuizioni nelle quali si crede di più. In ogni caso se si inizierà il cammino con la mente carica di convinzioni, esse diventeranno
presto fumose finché la nebbia che limita il passo sarà spazzata via dalla consapevolezza: alcune idee torneranno valide ma saranno più le
novità che le conferme. Fatta chiarezza nel cuore, il pensiero acquisterà peso, diverrà vibrazione ed emozione: l’aria diventerà acqua,
all’intuizione si sommerà il sesto senso, all’intelligenza si potrà aggiungere valore grazie al cuore. Dopo essere state messe alla prova e
quindi raffreddate dal confronto con gli altri o nella mente, le idee si tramuteranno in sensazioni e forse in qualche momento molte cose
funzioneranno all’unisono e ottime idee e intuizioni incontreranno la situazione perfetta per diventare creatività, intesa non come capacità
di produrre effetti artistici, ma come l’essenza dell’uomo e della vita. Quando le contraddizioni tra i propri impulsi e il contrasto tra
convinzioni e modo di vivere vengono osservati con mente aperta, ci si mette in discussione e si viene portati anche a mettere in dubbio il
mondo intorno: la realtà appare un calderone, dove tutto può succedere e dove diventa percepibile un sentiero con i suoi segnali da
decifrare per capire la strada più adatta a sé, per esprimersi, per non essere soli e per stare meglio senza tradirsi: poichè l’indifferenza non
esiste e non si può scegliere cosa è in sintonia con la propria natura particolare, aver chiaro ciò che piace e fa sentire vivi e ciò che non
piace o che porta il cuore a rivoltarsi è come la luce sulla strada giusta. I segnali e la capacità di coglierli e interpretarli in tempi utili
infatti aumentano man mano che aumenta attenzione interna, coraggio e disponibilità; ciò che interessa e occupa di più diventa
l’inclinazione della mente, cosicché crescono le capacità e si superano, oltre alle illusioni, anche molti limiti, fino a che seguire diviene
proseguire, poi inseguire e quindi perseguire. Si può arrivare così a conoscersi sempre più intimamente, come in certi sport o nel Tai Chi,
in cui l’allievo che corregge i propri errori davanti allo specchio e con l’aiuto del suo maestro, piano piano sviluppa dentro di sé una
sensibilità, una sorta di sesto senso, che gli fa intuire subito se il movimento è corretto e rende più veloce ed esatta la percezione dei
movimenti e delle intenzioni di movimento altrui. Vivere con autoconsapevolezza e autonomia è anche il mezzo per arrivare a capire ciò
che si desidera più profondamente, nel senso di quel motivo personale per vivere la propria vita che si impone da sé con forza lungo quella
strada a un certo punto. A volte si potrà percepire un filo che lega agli altri e che sembra far filare tutte le cose: non è quello del procedere
razionale, che si ha paura di smarrire. In ogni fase del processo è indispensabile tenere nota delle intuizioni importanti per dare
realizzazione alle idee (anche solo su un foglio). "
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** NOTA PER CHI HA VOGLIA DI RIFLETTERE SULLE RAGIONI PER CUI SI PUÒ ESSERE SPINTI A SCRIVERE UN TESTO COME QUESTO E SU COME
TRARRE IL MASSIMO DALLE PROPRIE LETTURE
La legge di attrazione si manifesta nel modo più affascinante e chiaro proprio quando qualcuno dà avvio a un processo di autoconoscenza
con molta decisione, sincerità e apertura a ogni esperienza nuova, comprese le letture (pur naturalmente con spirito critico, senza
abbandonarsi e adagiarsi, al di là di ogni passività): i libri saranno catturati allora, più che dallo stato d’animo, dai pensieri ricorrenti e
coltivati attraverso le letture e dal libro letto di recente, così per il lettore, avviato sul percorso giusto, può avviarsi un processo di
conoscenza di sé e di quello che lo circonda e di autoaffermazione, tale da superare, per completezza e opportunità, quello proposto dal
maestro più qualificato… proprio come egli prima, mentre seguiva percorsi vaghi e pieni di fughe e ritorni, attirava esperienze e letture
per lui negative o vuote.
Non si dovrebbe leggere per credere a qualcuno e a qualcosa, come non si dovrebbe credere a priori a nessuno né tanto meno vivere con
manuali e fedi di sicurezza di cui parlare come di un dono solo perché le forze dell’immaginazione o le comodità dell’abitudine o il
piacere di sentirsi eletti da un donatore le rendono vive e le fanno apparire certe e utili.
Come non è giusto scrivere per "catechizzare", nessuno deve rinunciare a trovare una via solo propria con il tempo e la fatica: se la strada
giusta è una, essa è anche senza nome e i sentieri giusti possono essere solo quelli individuali che si mostrano sempre diversi via via che si
procede con una meta vaga e piccoli orizzonti.
Leggere, come parlare, deve servire solo a indicare dove guardare e poi a osservare sempre meglio le tappe già raggiunte,
“rinominandole” (rimando al concetto del "vero nome" delle pagine di Michael Ende, Doris Lessing, Italo Calvino e Carl Gustav Jung): si
tratta di dare il nome giusto a situazioni e persone, trovando corrispondenze che aiutino a raggiungerle nuovamente quando si ripresentano
sotto nuove forme in una spirale di crescita, per la quale i centri e i nomi cambiano ogni volta.
Come insegna perfino Philip Pullman, contemporaneo autore di un genere letterario considerato poco "nobile"ma sulla falsariga di Ende e
Dostoevskij, l’accettazione del principio di autorità è agli antipodi della via della coscienza ed è onesto chi davanti all’“abisso” si ferma e
accetta di percorrere faticosamente tutti i gradini della ragione, limitandosi a preservare intuito, aspirazioni e speranza.
Del resto, la conseguenza più comune di avere fedi dogmatiche e molte certezze è, purtroppo, il diventare intolleranti e dipendenti da esse
o da chi le professa almeno a parole: chi è quasi sempre stabile, contento e sicuro non è equilibrato, ma solo una persona che antepone alla
verità il proprio interesse, mentre essere equilibrati spesso significa “vivere alla giornata” accettando la fatica e i cambiamenti d’umore
che comporta l’aderire alla realtà che cambia (rimando a Le belle immagini di De Beauvoir, oltre che, di nuovo, all'opera di Doris
Lessing).
Si può avere fede solo nelle possibilità aperte a tutti dall’intelligenza e dalla perseveranza con un po’ di fortuna e nel fatto che si deve
restare interiormente e esteriormente fedeli alla propria volontà più profonda e alla realtà per poter avere un centro attorno a cui sviluppare
struttura e sostanza: bisogna infatti evitare le trappole dei dogmi quanto quelle della dispersione intellettuale e del disamore di sé, se è
vero che “le creazioni dello spirito sono come un corpo che cresce in barba alla volontà interiore e prende la mano”(Robert Musil), che è
poi esattamente un altro modo per esprimere uno dei messaggi principali dei più celebri libri dei già citati Ende e Dostoevskij.
Ci sono libri che salvano da un certo tipo di alienazione o disperazione proprio aiutando a riempire certi vuoti, perché la più profonda
stabilità e le gioie più intense nella vita si trovano probabilmente non nella guarigione o nel “dimenticare e perdonare” (che possono
essere impossibili) né nell’adeguarsi con grazia a tutte le imposizioni della società, ma piuttosto si ottengono attraverso l’oltrepassare nel
corso della propria vita determinate soglie, colmando certe mancanze in modo attivo e personale: come chi ha passato la vita a sbraitare
può trovare la felicità in un silenzio composto, così chi si è trascinato per molti anni nell’inferno di non poter esprimere e coltivare i propri
sentimenti e valori e senza poter tentare di difendersi dalle calunnie, troverà realizzazione e benessere nello sviluppare con ogni energia e
nel dare aperta espressione alle proprie idee e alla verità su di sé, specialmente man mano che saprà farlo attraverso parole adeguate, e ciò
anche quando sapesse che dovrà "pagarle" molto questo risultato, perché desidererà parlare molto più che essere felice in modo
convenzionale e si sentirà bene solo quando, parlandone esplicitamente, e/o attraverso il riferimento a un libro adatto, si ribellerà ai
"mostri” almeno dentro di sé, sfruttando quell'antica e nota funzione del narrare che di recente Silvana De Mari ha ricordato, in un saggio
sul genere letterario fantasy, a proposito del carattere mostruoso di vicende e personaggi tipici delle fiabe e della mitologia. Per citare un
libro fantasy a proposito (il più noto, quello di Tolkien) questo sempre meno vago proposito di vivere perchè si pensa di dover realizzare
qualcosa di cui non si scorge ancora bene il profilo può far pensare un po' alla espressione, ripetuta nel libro, "eventi al di là della gioia e
della tristezza", perchè, Frodo e, nell'ultima parte dell'ascesa al monte Fato, anche Sam non sperano davvero nella riuscita della loro
impresa e non fanno quanto fanno per essere felici, nè alla sua conclusione lo sono del tutto (Sam piange e ride allo stesso tempo quando
il suo progetto e il suo sogno si realizzano e il viaggio al di là del mare di Frodo, non guarito, può trasmettere non poca malinconia). Non
è un caso che all'inizio del viaggio a Sam gli elfi sembrino "felici e tristi" e "al di sopra di ciò che piace o non piace".
Attraverso le immagini e l’intreccio di un libro, comunque, è più facile per tutti, qualunque sia il carattere e l’età, rielaborare
periodicamente traumi e brutti ricordi, in modo da vederli nella giusta prospettiva, evitando che diventino meno consapevoli e trovino
espressione in incubi. malumori ingiustificati e incidenti.
C’è solo un modo di leggere davvero pericoloso e odioso. A lungo chi per natura è arido, insensibile o vigliacco e cerca di ottenere dalla
cosiddetta cultura umanistica quello che gli studenti e i laureati di oggi dell’area “psicologia” cercano nei loro manuali a volte offensivi
per la ragione e in contrasto con una saggezza secolare e senza tempo espressa da capolavori dell’arte e saggi di noti psicologi del passato
o di epistemologia. Questo tipo di individui non va imitato: non leggete per appioppare rigidamente certi schemi psicologici scelti in base
a cosa si ritiene sia utile per sé e per un certo gruppo per invidia, per dominare una paura eccessiva delle emozioni, per distruggere un
dubbio sulle proprie qualità o rivolgere altrove una giusta critica, per un bisogno innato di potere o violenza sugli altri, per costruirvi una
facile quanto vuota autostima, per restare nel gruppo e non leggete nemmeno per “segnare una crocetta” a fianco del titolo per abitudine
ad accumulare derivante da insicurezza, possessività, educazione viziata, desiderio di stupire e di crearsi un’immagine colta e utile a
livello lavorativo o sociale e non cercate di illudervi di compensare una vita egoista e opportunista con la lettura di testi che affrontano
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temi sociali e dai contenuti umanitari. Agli ultimi gradini a questo proposito c’è ogni modello del protagonista di “Rancore e nuvole” di
Tabucchi.
Si sa che nell’arte non si è mai soli, non solo perché i libri sempre hanno origine anche da altri libri, ma perché l’artista è immerso nel suo
tempo e insieme attinge a un patrimonio di conoscenze e simboli che è parte dell’inconscio collettivo, così contenuti e modalità possono
“imporsi” in parte sulla sua volontà nei momenti di ispirazione come per una “grazia” – in modo autentico – oppure nei momenti di
maggiore ricettività rispetto al sentire e alle mode di un determinato periodo – con risultati di solito inferiori… C’è un modo di leggere per
cui ci si sente vivi e, come gli artisti, coinvolti nell’esistenza di tutti e nella storia e non più interamente dipendenti dai limiti fisici ed
economici o dalle scelte altrui nella possibilità di relazione: anche quando si vive in modo appartato si può essere liberi e partecipi e ciò
proprio perché “la libertà non è star sopra un albero, ma partecipazione” (Gaber), ed è una forma di partecipazione anche la confidenza
con i capolavori della letteratura e della saggistica mondiali e il metterne in relazione con sincerità i messaggi – sempre attuali – con le
situazioni più diverse in cui veniamo coinvolti, sviluppando una visione profonda e, possibilmente, diffondendola – anche solo parlandone
e scrivendone – a quei pochi in grado di capirla e accettarla e a chi, come o più di noi, la possiede già (per natura ed esperienza) a livello
confuso e ha assoluto bisogno di punti di riferimento con cui confrontarsi per renderla chiara e farla diventare un punto di forza (il modo
migliore di leggere forse è di farlo per “diventare se stessi”). Del resto, se il conformismo per i più è facile e naturale e per altri è il
risultato di una lotta più o meno dura, per altri ancora è reso del tutto impossibile da esperienze dolorose, sensibilità e moralità innati e in
quest’ultimo caso si può divenire facilmente troppo soli, rigidi e appesantiti dalla propria scala di valori oppure leggeri come spettri –
apparendo invece bandierine colorate al vento - per una sorta di evasione disperata istintiva da se stessi, tanto che allora urge intraprendere
un simile percorso: l’unica strada aperta può essere quella di una profonda autoaccettazione e di uno scontro aperto (per quanto prudente
può essere) con la maggioranza, un percorso che necessita di una base costituita almeno da alcuni di questi testi letti nel modo giusto e che
ne ha bisogno, quanto i più sentono il bisogno di confondersi nei gruppi.
È assurdo credere nella possibilità di comunicare una verità qualsiasi, per quanto evidente, a chi non vuole vederla ed è abituato a porre il
proprio interesse davanti a tutto o a mentire con indifferenza su migliaia di “particolari”, in nome di una propria visione essenziale che
ritiene, o si sforza di ritenere, l’unica veritiera: del resto giudicare, per la maggioranza della gente, significa riportare con abilità tutto
quanto si sente dire o si vede fare dagli altri all’idea che ci se ne è fatta “una volta per tutte”, dopo aver osservato dal buco della serratura
per un po’ o dopo aver lanciato tre domande… L’esatto contrario davvero dell’unico modo di dare un giudizio sensato, cioè imparziale.
Tuttavia di certo se c’è una possibilità di "sbattere" almeno indirettamente la realtà di certi fatti e il peso di certe convinzioni in faccia a
personalità del genere, essa sta in questo modo di leggere – come di guardare - e nella conoscenza delle leggi immutabili della realtà, rese
più accessibili dalle buone letture.
Riferirsi poi naturalmente a un libro che si ama o che è stato ben compreso, per aiutarsi nell’affrontare direttamente individui aggressivi e
ignoranti e i propri problemi, è un altro modo di approfittare della letteratura.
Le introduzioni vanno evitate (tranne in pochi casi) o almeno lette solo alla fine della lettura del libro e, anzi, dopo che lo si è “meditato”
a lungo, altrimenti si verrà influenzati inevitabilmente dalla presentazione, mentre il rapporto con un libro e lo scriverne è davvero utile se
si è soli di fronte ad esso, proprio perché non si tratta di apprendere e ripetere, come a scuola, nomi, date, figure retoriche e storia della
critica letteraria, ma di entrare in intimità con il testo.
La capacità di entrare in contatto con se stessi e con i testi aumenterà man mano che si dedicherà a questo tipo di comunicazione, perché la
mente cambia sempre forma adattandosi all’inclinazione ricevuta e perché ogni applicazione continua genera un processo inconscio per
cui si continuerà ad applicarsi anche inconsapevolmente, tanto che i risultati saranno imprevedibili. Per interpretare i libri da soli è
importante leggere un manuale liceale di analisi del testo (non l’antologia…) e inoltre i seguenti scritti di Jung: l’intero Simboli della
trasformazione e i capitoli sulla maturazione e sui simboli tratti dalla mitologia di Archetipi e inconscio collettivo, quelli sui sogni di
Psicologia e alchimia e quelli sullo zodiaco di Mysterium Coniunctionis. Può essere utile anche leggere Il drago come realtà (De Mari),
Albero e foglia (Tolkien) e Il linguaggio dimenticato (Fromm), Donne che corrono coi lupi (Pinkola Estes) e il capitolo su Mercurio ed
Efesto di Lezioni americane (Calvino). È propedeutico all’analisi anche leggere analisi dettagliate dei profili zodiacali (considerando
segno e ascendente) in riviste e online.
É importante trascrivere i propri commenti personali fatti a voce ai libri e ai commenti dei critici o almeno alle proprie conversazioni al
riguardo che mostrano di essere importanti per sé, o almeno il maggior numero possibile di essi, e conservarli nel tempo.
Quando ci si sente bloccati nella realizzazione di qualcosa al riguardo, si imposti il progetto, lo si mediti nei particolari, si cerchi di
realizzarlo per un po’ con molta energia e poi si passi ad altro per lasciare agire il proprio inconscio: dopo qualche mese probabilmente ci
si accorgerà che si sarà divenuti in grado di realizzarlo o che lo si sta già facendo anche se in una forma diversa da quella ideata
inizialmente… Basta rimanere aperti e flessibili circa possibilità e mezzi e avere chiaro cosa del progetto è essenziale.
Diverso è l’approccio pratico che consiglio a chi avverte un blocco profondo e non rispetto a un progetto particolare o a obiettivi pratici
quotidiani, ma proprio alla base del contatto con se stesso e con ricordi di una certa parte del proprio passato e trova difficile o impossibile
difendersi anche da aggressioni e malintesi di tipo comune, ripetuto e prevedibile: in questi casi, per poter approfittare dell’aiuto offerto
dalla letteratura, occorre fare un lavoro preliminare di solito e di esso, come ho letto e verificato personalmente, l’essenziale è eliminare
almeno per un periodo la maggior parte delle distrazioni e dei rapporti non indispensabili e isolarsi ogni giorno per ore nella propria stanza
ben arredata per trascrivere fatti e soprattutto dialoghi rimasti impressi nella memoria - soprattutto quelli fastidiosi -, avendo cura di farlo
con precisione, senza modificare o saltare un dettaglio o una parola, senza selezionare e senza commentare o interpretare nulla, e andando
anche molto indietro nel tempo…Ciò si avvicina a quella pratica di autoosservazione particolare che Freud considerava alla base della
psicanalisi e indispensabile a chiunque volesse giungere ad un’analisi obiettiva di sé: se ne ricaverà pace e speranza inaspettate e una
liberazione di energia notevole (sono quelle compromesse dalla resistenza continua e inconscia fatta nel tempo all’esigenza naturale e
ineliminabile di affrontare con sincerità e serena autoaccettazione se stessi e fare qualcosa, nonostante abbattimento e incertezza, per
migliorare le proprie reazioni almeno nel futuro, dando così anche un senso, o una parvenza di senso, al passato).
A volte tutto ciò è fondamentale, per poter superare la tendenza a una comunicazione superficiale o per risolvere gravi difficoltà
nell’espressione di sé, quanto trascrivere le proprie conversazioni su qualunque argomento più autentiche, ben sapendo che si utilizza
sempre in qualche modo anche un libro come appoggio per sbloccarsi o andare a fondo di un problema, anche quando non se ne è
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consapevoli: i progressi più rapidi e appariscenti spesso sono legati alla trascrizione dei dialoghi in cui si è riusciti a esprimere
chiaramente una decisione, un’esigenza o un modo di sentire e di sentirsi e di quelli con cui si sono corretti sbagli nella comunicazione o
si fatto il possibile per ottenere il chiarimento di un malinteso… quelle comunicazioni che hanno insomma la conseguenza di fare evolvere
positivamente personalità e capacità, anche quando non arrivano a produrre vantaggi concreti e immediati( si otterrebbe peraltro un
quaderno che sarà utile sfogliare nei momenti di sconforto).
Si può servirsi della letteratura anche per aumentare la propria capacità di percepire e scrivere chiaramente e in modo sempre più
dettagliato i propri desideri “reali”, quelli creati dalle necessità quotidiane e dai limiti personali e della propria situazione presente al di là
di sogni preconfezionati o vaghi come quelli trasmessi continuamente dai media, per allenarsi a coltivare la propria immaginazione al di là
di quei sogni in scatola per tutti e per nessuno, come al di là di fughe dalla razionalità e dal realismo: si può iniziare cercando nelle proprie
letture delle corrispondenze con liste settimanali di quanto di ciò che si è detto e fatto o vissuto ha lasciato un senso di benessere non
disgiunto da una sensazione di tranquillità e intimità, o al contrario una perdita di contatto con se stessi e con la realtà come rischi, sbagli o
espressioni insincere di sé, come reazioni aggressive o sofferenza immeritata negli altri (i propri desideri autentici andrebbero elencati per
iscritto dopo averli ricavati innanzitutto da questi ultimi elenchi fastidiosi). A questi elenchi è utile affiancarne altri di successi nella
resistenza a impulsi simili a quelli dell’ assecondare i quali ci si è poi pentiti.
Anche trascrivere testi poetici e i Salmi eliminando ripetizioni e quant’altro non è “risonante” può aiutare a creare un’intimità essenziale
con le proprie letture e con se stessi, purché si continui a riferirsi anche al testo intero, che, se stralciato, porterebbe con il tempo ad
alimentare parzialità e confusioni anziché dissiparle, soprattutto se lo si facesse prima di aver raggiunto la piena maturità (come succede
ad esempio a chi crede che le misere selezioni o i commenti delle antologie di letteratura scolastiche possano davvero comunicare
qualcosa): l’intimità con se stessi, sia a livello interiore che esteriore, deve essere costante e coltivata fin dall’infanzia, allenandosi a
riconoscere tutto ciò che è adatto a sé o meno indipendentemente dai gusti e dai giudizi degli altri(ovviamente ci vuole prudenza
nell’esibizione dei gusti personali e non nel riconoscerli e nell’adeguarvisi) e tra continui tentativi, ripensamenti e scelte autonome…
altrimenti si può arrivare a essere presto vittime di terribili e duraturi blocchi della comunicazione. In senso meno concreto, la conoscenza
della letteratura può agire nello stesso modo sull’immaginazione sovraccaricata e infiacchita dai media, risvegliando o incrementando la
creatività. Può aiutare un po’ anche trascrivere dei testi apprezzati con parole diverse.
Può avere una certa utilità anche scrivere le proprie esperienze e convinzioni più significative una volta che le si è sapute interpretare in
modo imparziale e inserire in un ampio contesto: come forse sa bene ogni scrittore, quando si è scritto qualcosa che riveste per sé un
grande valore emotivo, la mente fa un passo avanti in modo automatico e, rispetto a quanto si è scritto, essa si distacca e comincia a
produrre dubbi che portano con sé un senso di vuoto e nuove esigenze…Si può allora avvertire il bisogno di una vita nuova e maturare
ulteriormente in modo particolarmente rapido….un’avventura rischiosa, ma un’evoluzione forse necessaria e che attesta l’esistenza di un
cervello e di uno spirito vivi.
Sarebbe poi utile per tutti, prima di accostarsi a certe letture, immaginare cosa significhi imparare a parlare di sé per chi è da sempre
bloccato nell’espressione di ciò che lo riguarda da vicino, anche quando essa è più necessaria, da mura interiori contro cui non ha armi: a
lungo e con profonda sofferenza subire il proprio silenzio anche quando qualcuno offre la propria disponibilità ad ascoltare e a soddisfare
tale necessità di tutti che diventa con il tempo, se frustrata, estremamente dolorosa; subire con molta lucidità le proprie reazioni stupide e
odiose e sempre più decisive per il cristallizzarsi del giudizio altrui, sapendole autentiche e capaci di esprimere chi si è esattamente quanto
il riflesso del proprio occhio che si chiude sotto lo stimolo di qualcosa che percepisce troppo vicino e con cui non può competere o come
tutti quei giudizi, paure o rancori non ancora vagliati dalla riflessione (in fondo in tutti un periodo anche solo di media durata di silenzio
imposto degenera nell’esplosione di tensioni in sproloqui pieni di esagerazioni) … Bisognerebbe sforzarsi di raccogliere tutte le proprie
capacità di empatia per sentire, al di là del sentimentalismo e del melodramma quanto dai soliti giudizi freddi e prestabiliti, di non poter
difendersi, e per percepirsi mutilati e chiusi in una cella che si sente dire priva di serratura, anno dopo anno, senza possibilità di un attimo
di consolazione, riposo e riscatto, con affettività e sensibilità esacerbate e una capacità di resistenza e di comprensione per molti aspetti
ormai più grande di quella della maggioranza, ma mescolata a risentimento, confusione e debolezza in modo più evidente che in chiunque
ci circondi, perché costretti ad andare avanti solo attraverso strappi della volontà e dei nervi nel vuoto, in una conseguente alternanza
inevitabile di atteggiamento attivo, determinazione e passività.
E poi si dovrebbe – poiché, al contrario di quanto si blatera, dai problemi di comunicazione si esce, almeno attraverso tentativi reiterati di
immettersi nel percorso proposto – saper vedere davvero questo inferno venire sostituito a poco a poco da una vita affettiva appagante, da
un senso costante di rara pace, da una abituale percezione della propria realizzazione e del contatto con se stessi, da disinvoltura e capacità
di disinteresse nella gestione delle emozioni e nell’agire, e da autonomia, prontezza mentale, capacità di penetrazione e forza d’animo
(instaurare un buon dialogo anche solo con una persona può significare passare dalla morte alla vita e innescare una lunga catena di
cambiamenti che coinvolgeranno anche almeno le comunicazioni essenziali con gli altri). Come non c’è forse niente di più lontano dalla
letteratura di coloro che hanno sempre sulle labbra “la vita è bella” o frasi fatte sul “pensare positivo”, anche in questo caso non si tratta di
illudersi, ma di capire che questo percorso ha un senso.
Più di seguire qualsiasi consiglio riportato qui, è importante comunque evitare con determinazione il più possibile il contatto con persone
che ci si rivolgano lasciando trapelare o fingendo di considerarci stupidi, pazzi, diversi e in genere quello con chi ci umilia e aggredisce
mentre non riusciamo a difenderci: la maggior parte dei problemi di comunicazione non deriva da isolamento quanto dal contatto con
questo tipo di persone. Con chiunque lasci un minimo di apertura bisogna invece tentare ripetutamente, anche a costo di riprendere una
conversazione che ha dato adito a malintesi dopo giorni e di creare da sé le occasioni di riprendere comunicazioni lasciate incomplete,
sforzandosi sempre al meglio delle proprie possibilità, sapendo che queste cambieranno con il tempo e badando solo a evitare di
“controinscenare” (quando si tratta dell’imparare a esprimersi, tutto è Grazia, ma un lungo e metodico impegno premia). Quando ci si
accorge di sbagliare o ci si sente trascinati, semplicemente ci si fermi, si faccia un respiro profondo e si cominci a “riavvolgere il nastro”.
È importante soprattutto prepararsi e allenarsi a subire nel modo giusto la sensazione inevitabile di crescente paralisi - seguita da paura,
disperazione di poter rispondere in modo autentico e disprezzo per se stessi - che, in chi ha gravi blocchi nella comunicazione,
accompagna un’emozione e il senso della necessità di esprimere i propri pensieri o di spiegarsi a qualcuno: dovete contrastare attivamente
non il senso di paralisi e prigionia, ma la paura, i giudizi di valore e le prospettive sul futuro che in modo automatico esso produce e
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abituarvi prima di tutto a reagire con il corpo anziché con la parola, cioè ad allontanandovi subito con una scusa qualsiasi appena lo
sentite, prendendo quindi tempo. Se potete isolarvi qualche minuto (anche solo nel bagno pulito e finestrato di un bar) praticate un
esercizio di respirazione raccomandandovi di riflettere solo dopo: in caso di attacco di panico, che per molti versi ha sintomi simili, in
genere viene suggerita la respirazione con diaframma – addominale -, ma io trovo che sia molto più efficace e di effetto più sicuro e rapido
la “respirazione in nove parti” (l’inspirazione simile al Pranayama, che è eseguita a narici alternate ogni tre respirazioni complete e seguita
da tre respirazioni profonde con entrambe le narici illustrata in Arte del rilassamento, della concentrazione e della meditazione (Joel
Levey), reperibile peraltro in diverse biblioteche) e, se avete spazio per muovervi, quell’esercizio Yoga che consiste nel descrivere un
ampio cerchio con le braccia, avendo cura di incrociarle alla base per poi girare i polsi all’altezza del volto (il tutto inspirando
profondamente), e di espirare mentre scendete con le braccia (non ricordo il suo nome e non posso rintracciarlo, ma credo possiate
trovarlo senza troppa fatica se vi serve, perché è uno dei più conosciuti). Dopo che vi sarete allontanati e fisicamente calmati, cercate,
attraverso le nuove cognizioni derivatevi da testi come il mio, di dialogare con la parte di voi stessi che vi suggerisce di disperare, di
arrendervi e di disprezzarvi e anche con l’idea errata che, prima di esprimervi, dobbiate comprendere perfettamente o giustificare la natura
dei vostri blocchi, ogni vostra idea e qualsiasi emozione: per stare meglio subito e iniziare a progredire basta esprimere in breve, con
parole sincere ed espressioni del viso naturali, quel che sentite e pensate al momento (purchè non lo crediate niente di immodificabile né
così lo presentiate agli altri) e non dovete sempre poter giustificarlo in base alle convinzioni altrui, che spesso, del resto, non sono che falsi
luoghi comuni! Esprimersi in modo naturale non significa però lasciarsi andare del tutto: non siate eccessivi (una forte emozione non
necessita di canali di espressione altrettanto forti e anzi una manifestazione eccessiva spesso è un ulteriore maschera e crea in chi vi cade
un senso di disagio proprio per via della percezione più o meno conscia che egli finirà con l’avere della sua inautenticità).
Bisogna ovviamente imparare a essere flessibili e rispettare i propri limiti e tempi e quelli degli altri, perché può essere rischioso parlare a
qualcuno che ascolta costringendovisi a colpi di volontà innestati su un atteggiamento sbagliato, anche se questi lo facesse con ottime
intenzioni (magari semplicemente per non offenderci con un rifiuto o a causa di una difficoltà particolare nell’imporre agli altri freni,
ordine o pause e nel mantenere la propria visione d’insieme): in questi casi il nostro interlocutore potrebbe trasformarsi per noi in uno
spazio vuoto, un muro bianco senza limite che ci farebbe perdere facilmente l’orientamento e catturerebbe, generando in noi crescente
tensione, spingendoci a esternare i pensieri senza darvi struttura e secondo associazioni casuali rispetto a emozioni e immagini confuse,
che probabilmente sorgerebbero in massa e incalzanti, per nasconderci l’impressione di essere rifiutati e quella, spesso connessa in modo
condizionato e automatico, di meritarlo…Sbagliando ma in modo istintivo, saremmo allora portati a esprimere la rabbia, generata dalla
frustrazione di cadere vittime di questo meccanismo, su chi ci ascolta così poco volentieri, senza tener conto delle sue intenzioni, e lo
incolperemmo di sentirci male e sbagliati, invece di uniformare razionalmente il nostro comportamento alle sue espressioni di stanchezza
e disagio… La paura di non riuscire a cambiare ci porterebbe infatti a pretendere che sia l’altro a farlo e ci renderebbe o farebbe apparire
esaltati e aggressivi (il “vuoto” genera sempre frenesia finchè non si impara ad accettarlo e a conviverci per ridurlo gradualmente con
molta pazienza, attraverso un lavoro su di sé che non lasci molto da fare agli altri).
Precauzioni più importanti di quanto sembri, quando non si sa esprimersi bene, sono poi evitare comunicazioni in luoghi frequentati o
telefoniche che non siano di carattere meramente pratico e brevissime, e nè riferire né ascoltare a voce novità che possano coinvolgere
emotivamente e in particolare brutte notizie.
Soprattutto è bene tener presente che chi è molto emotivo e chi ha molta immaginazione e sensibilità non può, fin dall’infanzia, star bene
con i coetanei e ha anche per questo necessità assoluta di leggere (soprattutto saggi, ma anche la migliore narrativa a lieto fine) e inoltre
che chi è ipersensibile non lo è mai solo a causa delle esperienze vissute e delle proprie decisioni, cioè che con questa caratteristica
sfortunata e che emargina si nasce e si muore.
Bisogna capire che se una persona emotiva, impulsiva e poco ragionevole può cambiare con il tempo, mentre l’ipersensibilità non può
invece mai essere ridotta nel corso della vita: chi è nato ipersensibile non deve mirare a “maturare” nel senso di modificare le proprie
reazioni, ma a conoscere e gestire gradualmente sempre meglio - anche tramite certe letture - le esigenze, le conseguenze e i limiti che la
sua sensibilità al dolore inevitabilmente sempre porrà. Spesso i familiari e anche molte delle persone estranee alla famiglia sono del tutto
privi di pazienza e aggressivi con chi ha una sensibilità eccessiva e la loro ingiustizia viene assorbita dalla loro detestata vittima, la quale
allora si getta poi da sé nelle situazioni meno adatte oppure, una volta “dentro” ad esse, non arriva a capire e decidere di dover andarsene
subito a ogni costo: se nessuno la accetta, se il rifiuto è generale o ha tutte le apparenze di esserlo, essa rifiuterà se stessa fino a una sorta
di dissociazione e inoltre avrà l’impressione da una parte di non avere il diritto di stare bene (cioè di evitare per quanto possibile fastidi) e
dall’altra di poter cambiare le proprie emozioni e di poter abituarsi al dolore (esponendovisi!); ecco allora la fatica nel capire ciò che le
piace e nel prendere e mantenere decisioni da soli. Si è scritto che in questi casi si è come piante che possono crescere e fiorire (arrivare
col tempo a sentire, pensare, volere) in autonomia solo se prima possono farlo avviluppandosi o sostenendosi a un’altra pianta. Quanto al
problema fondamentale dell’intimità/comunicazione, che si sia o non si sia dotati di molta immaginazione per natura o tendenti al sogno,
un forte bisogno di ascoltare ogni comune esperienza, oltre che di riempire ogni istante di azione ed emozione, è l’ altra reazione naturale
più frequente al vuoto interiore generato dalla mancanza totale di affetto e dalle manifestazioni costanti, mai spiegate o ragionevoli, di
disprezzo da parte di familiari. E niente allontana da se stessi e dagli altri e rende profondo un vuoto affettivo tanto quanto l’esaltazione e
la frenesia, il che ovviamente genera uno dei più pericolosi circoli viziosi in cui si può rimanere invischiati da bambini e quindi spesso
anche dopo (per tutto il tempo in cui si è costretti a vivere coi genitori e perdurano gli effetti di traumi accumulati e deleterie abitudini). Se
familiari e conoscenti costrinsero una persona emotiva e sensibile a subire anche di più di quel che avrebbero sopportato loro stessi, anche
se lo fecero per disprezzo e cattiveria, alcuni di loro certamente diedero ad intendere di averlo fatto perché si abituasse a a dominarsi e
diventasse più forte o per spronarla a cambiare e allora lei intenderà che la si vuole diversa o morta… e lei, che lo sappia o no, non può
essere diversa! Il fatto è che se si è sensibili non ci si abitua al dolore e a ciò che non fa soffrire gli altri e, anzi, un accumularsi di
esperienze negative peggiora un’ipersensibilità naturale e aumenta l’incapacità di gestire la tristezza, anche se può rendere con il tempo
più capaci di dominare rabbia, ansia, paura, tendenza a illudersi e impulsività: in alcune persone sensibili la tristezza addirittura genera per
tutta la vita, sul momento, una sorta di paralisi molto simile agli attacchi di panico e ciò anche qualora costoro siano divenuti con il tempo
piuttosto forti e capaci di dominare paura, ansia o rabbia, il che infatti richiede capacità di distacco, autoanalisi e forza che l’abitudine e un
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po’ di benessere possono accrescere, al contrario della gestione della tristezza, che passa attraverso l’adeguata espressione di sé (cosa
molto più difficile da ottenere e che richiede i libri giusti e l’interlocutore adatto).
Si tenga sempre presente che niente è più importante di comunicare e che stare bene significa stare bene insieme, tanto che instaurare un
buon dialogo anche solo con una persona, purchè la si veda spesso, può essere per anni sufficiente a fornirci tutto il calore, il benessere e
l’energia necessari per affrontare quasi ogni sfida e superare per gradi moltissimi limiti e difficoltà (anche se, ovviamente, a partire da
quelle di espressione con persone ostili e estranei) e a farci sentire, dopo appena qualche tempo, di aver vissuto pienamente
indipendentemente dai nostri risultati. Questo resta vero anche se per conoscersi e migliorare è indispensabile entrare almeno
periodicamente in contatto con gli estranei.
Non saprei dare una spiegazione dell’origine di tutti i diversi disturbi della capacità di comunicare le emozioni e i pensieri reali, del fatto
che si arrivi con il tempo a parlare o comportarsi secondo le aspettative più negative altrui o, in certi frangenti, secondo gli esempi
negativi con cui si è più spesso a contatto (forzato). Si potrebbe comunque dire che spesso quando una persona si trova davanti un
problema che non può affrontare - per l’età, la sensibilità e l’ignoranza -, questo problema finisce in un angolo della sua mente: non
riuscendo a comprenderlo e non potendo vederlo in prospettiva, essa non può neanche sperare di arrivare a gestirlo e così la sua mente si
difende nel modo peggiore, cioè allontanando l’ostacolo senza allontanarne del tutto la consapevolezza. Di ciò di cui non si è abbastanza a
lungo consapevoli non si parla e ogni problema sembra e diventa più grave se non se ne parla. Un problema relegato di continuo ai
margini della coscienza crea nevrosi deleterie e duraturi blocchi dell’intimità (intimità con il corpo e con istinti, intuizioni, pensieri,
desideri, impulsi ed emozioni sia proprie che, in parte, altrui). Simili blocchi e rifiuti inconsci sono più comuni e peggiori quando si nasce
“diversi” in ambienti familiari dove tutti sono determinati a non permettere al “diverso” di essere se stesso, perché allora nasce
nell’inconscio una spinta a non essere mai quel che si è (la nevrosi viene a volte definita da Jung una difesa involontaria e inconscia dalla
personalità), stato si cose deleterio e che porta il diverso a coazione, debilitazione e a malesseri, incidenti e incontri sfortunati quanto più
egli cerca di seguire i percorsi tracciati e spesso lo fa ammalare anche fisicamente: ricordo che tutto ciò avrà a volte come esito la malattia
mentale e la morte molto prematura se egli non trova il modo di essere se stesso ed esprimersi liberamente (i diversi nascono per vivere da
diversi). Quando si verificano scissioni del genere, esse, pur essendo solo parziali, provocano la triplice reazione dell’inconscio a cui
venga rifiutato l’indispensabile dialogo con la coscienza: l’inconscio, con frequenza variabile comincia a “ispirare” impulsi e riflessi
(parole e azioni non legate a convinzioni e altri incidenti) davvero distruttivi per la vita della persona, comportandosi come farebbe una
persona nemica del tutto priva di moralità, compassione, ragionevolezza: ecco allora, e spesso proprio nei momenti in cui risulta più
dannoso, assurde frasi fatte, tic fisici e verbali veri e propri, frasi offensive pronunciate senza la minima intenzione di offendere, volgarità
o parole dialettali anche se non si è per nulla volgari e si parla quasi sempre in italiano, risposte che non c’entrano niente con quanto si
pensa ed è stato chiesto, mutismo o chiacchiere a vanvera quando si vorrebbe parlare sul serio, giudizi o espressioni del viso incontrollate
o che non rispettano i pensieri e i sentimenti consapevoli al momento, come si rischierà la vita o la salute in incidenti che colpiscono il
fisico. Ce n’è quanto basta per demoralizzare e rendere inutili l’intelligenza, il coraggio e la resistenza di chiunque. Se siete in questa
situazione, come lo sono stata io per anni, vi consiglio di tenere con voi stessi un comportamento contrario a quello che i più avranno
quasi certamente avuto quasi tutti con voi e cioè di prendere ogni decisione (piccola o grande, dagli effetti quotidiani o a lungo termine) in
base al seguente criterio: come posso esprimere, pur con prudenza, e come posso proteggere meglio questa mia sensibilità dal dolore sia
ora, sul momento, che nel futuro? Non si possono ipotecare anni, nemmeno mesi, nemmeno giornate intere: dal contatto con persone
insensibili e ostili e dal sottoporsi a lungo a esperienze che creano dolore non deriva mai niente di buono e spesso si arriva molto vicini a
chiudere con una morte prematura una vita da incubo e inutile. In casi simili andrebbe limitato perfino il contatto frequente o passivo con
persone non del tutto insensibili al dolore altrui ma estroverse, poco consapevoli, poco rispettose della diversità o con cui comunque non
si riesca a parlare senza sforzo. E il contatto con le persone sensibili, rispettose per natura, e dotate di coscienza ma deboli dovrebbe essere
limitato alla casa, perché non ha certamente effetti positivi su una sensibilità eccessiva il non essere difesi dagli amici quando si viene
attaccati, il che fuori casa può capitare spesso ai “diversi” (una persona vigliacca e debole per natura non vi difenderà mai, pur amandovi).
Assumetevi ogni istante con amore il carico e la responsabilità di una sensibilità esagerata, leggete molto, e potrete allora vivere subito
appieno, ragionevolmente, senza troppe dipendenze e con la maggior serenità e il maggior benessere possibili per voi. Con gli anni
probabilmente arriverete a comunicare bene e creare e mantenere un ottimo rapporto con voi stessi e con alcune persone e ambienti adatti.
Esiste anche un vocabolario delle emozioni (nel senso del linguaggio propedeutico all’analisi delle proprie emozioni) che si può
incrementare e consolidare attraverso l’esame attento dell’opera di Jung e Fromm e perfino con la lettura di alcune riviste (per esempio gli
articoli di Erica Francesca Poli su F e prima su Natural Style e i numeri di Astra e soprattutto di Astrella del periodo 2010-2014): ciò è più
utile che leggere i manuali attuali di psicologia, freddi, poveri e contraddittori dove l’uso del simbolo può mancare del tutto. Ci sono
citazioni delle riviste di astrologia citate – ora molto diverse – in http://www.slideshare.com/simboli-dell-astrologia
Nelle grandi città ci sono di solito aule studio spaziose aperte nei weekend e di sera (in estate, un altro luogo ideale per leggere nei
weekend per chi non può stare bene in casa sono gli orti botanici e i grandi parchi cittadini ben frequentati).
Per cominciare a orientarvi, vi consiglio di leggere innanzitutto sull’arte di parlare, scrivere e leggere bene L’istituzione oratoria (M. F.
Quintiliano), Parlare italiano (E. Lombardi Vallauri), Lezioni americane (I. Calvino), Come un romanzo (D. Pennac), Massime e pensieri
(W. Goethe), Raccolta di saggi (V. Woolf).
Negli ultimi dieci anni "ho trovato" i libri da leggere di volta in volta lungo il cammino, cioè in libri letti da poco a partire da una base
proveniente dalla lettura di antologie liceali e classici durante l'adolescenza e da pochissimi consigli e discorsi di conoscenti. Spesso i libri
da me scelti si sono rivelati in corrispondenza stranamente precisa con quanto avevo da poco detto oppure letto e forse ciò accade spesso
quando una persona si dedica ogni giorno a qualcosa per la quale ha sviluppato doti particolari a partire da un’inclinazione e da un talento
naturali. Tuttavia non ho mai trovato libri che mi aiutassero a conoscere cose che non erano ancora alla portata di una mia comprensione
non astratta, nulla che non avessi già intuito con chiarezza o almeno in modo confuso, cioè non ho mai potuto avere una guida vera e
propria. Inoltre ricevetti e ottenni anche meno negli anni del liceo e in quelli immediatamente seguenti, prima di iniziare il percorso che ha
portato a queste pagine: all’epoca molto di rado ho trovato libri in corrispondenza con le mie intuizioni e con ciò che stavo vivendo e quei
libri non erano fatti per dare speranza… Anche le mie ricerche online per anni non hanno avuto buoni risultati. Credo ci sia un momento
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giusto per avere ciò che di meglio la cultura può dare, cioè penso che certi processi richiedano determinate condizioni di vita e della mente
per avviarsi e stabilizzarsi e questo è il motivo per cui ho scritto questo documento: non si può attendere il momento giusto quando si ha
davvero bisogno di certe informazioni, quando tutta la vita dipende prevalentemente dall’avere o meno certe informazioni e il sostegno di
certi scritti da conservare presso di sé.
“Pensare” e rivedere spesso i testi che ho messo in rete non mi è costato alcuna fatica, solo batterli al PC e correggerli mi ha richiesto un
certo impegno: per me leggere e scrivere è più naturale che parlare e inoltre collegare i brani lontani di un libro fra loro o con molte altre
letture ed esperienze è per me automatico, cioè immediato e senza sforzo (in generale ho tutte le principali caratteristiche della minoranza
con centro cerebrale nell'emisfero destro). Da molti anni ripeto al mio compagno che le cose che “scrivo” si scrivono da sole. Non ho
bisogno quindi di approvazione e non leggo né mi faccio riferire mai critiche e lodi: chi può e vuole approfitti della mia ricerca, gli altri
trovino qualcos’altro da leggere semplicemente.
Ci sono persone per le quali l’analisi del testo è ormai cosa naturale grazie all’esercizio fatto e anche a una memoria particolare per i
vocaboli e i dettagli presenti all’interno di un libro, per quanto per alcuni di loro la memoria per elenchi di nomi e date non legati
concettualmente sia scarsa e magari inferiore alla media. Ci sono persone per le quali i personaggi principali e minori di un libro
acquistano voce e faccia senza che esse lo decidano e persone che ricordano la scena di un libro come se l’avessero vista e non letta. Ci
sono persone che hanno bisogno più di altri di leggere, analizzare, organizzare e comunicare. Io sono una di queste persone.
Spero che ciò che scrivo arrivi alle persone giuste: la mia capacità di esprimermi e di vivere è stata per molto tempo misera quanto lo
erano l’ambiente in cui ero costretta a vivere e la mia visione della vita. Ora sono un’altra e anche per me la realtà, che mi appariva piatta,
ha acquistato la dimensione della profondità. Tutto è stato trasfigurato da leggi intrinseche alla mia natura particolare e alla realtà. La
strada in cui, a un certo punto, ho potuto immettermi si è rivelata giusta per me. Non ho trovato niente di simile ai miei testi online nel
corso di molte ricerche su internet o in libreria e pertanto ho preferito espormi a qualsiasi critica che rinunciare a scriverli. È stata
un’esigenza profonda a spingermi a raccogliere certe informazioni e a condividere anche il risultato delle mie esperienze più dure. Ci sono
necessità che si accompagnano ad un carattere di urgenza fin dal loro primo affacciarsi alla coscienza e che si presentano ripetutamente
alla mente distratta o oppressa e ciò anche se ci si sforza di ignorarle e se non si sa darne una spiegazione razionale nei dettagli: sono
desideri che pretendono attenzione e reclamano il loro diritto di esistere ed essere concretizzati nonostante qualsiasi difficoltà oggettiva o
resistenza interiore… essi sono come il bisogno di giustizia, che di razionale ha poco ma va e non può non essere ascoltato da chi ha la
vocazione innata di farlo. La libertà è un’illusione molto più di quanto sembri. Mentre compilavo e rifinivo più volte gli scritti che ho
messo in rete, sapevo bene che tutti loro possono essere fraintesi, criticati, sporcati o ignorati e che potrebbero non arrivare mai a chi ne
ha bisogno. D' altra parte chi, come me, ha subìto l'ostracismo ed è sopravvissuto arriva a volte a conoscere bene alcune forme di libertà
poco comuni.
Forse ogni eccentrico sicuro di sé è spesso un individuo che ha cercato di divenire più simile ai più, poi ha compreso che non gli era
possibile e che illudersi e fingere al riguardo gli appariva peggiore che essere morto ed è tornato allora a percorrere, più calmo, la strada
solitaria e priva di chiare indicazioni dell’eccentrico, apprezzando meglio quel suo dialogare intimo e sincero, che se non altro era
espressione di vita (dolore, frustrazione, amore, passione sono vita al contrario di tutte le finzioni!), La menzogna sa di morte, come
scriveva Conrad, il cui Lord Jim come Il seme sotto la neve, che pure è uno dei libri peggiori di Silone, ha pagine che per me sono state
importanti su chi viene dal suo destino spogliato gradualmente di tutto ciò che ha e non gli è essenziale.
Avere personalità significa possedere consapevolezza, completezza, coerenza (Seneca sa esprimere questo concetto probabilmente meglio
di chiunque altro) e spesso significa anche avere un prestigio almeno inconscio sugli altri, perciò chi la ottiene può arrivare a sentirsi bene
anche se non dimentica di certo l’aver subìto una sofferenza fisica e psicologica intensa e lunga. Si può divenire abbastanza felici o sereni
anche se non si può voltare pagina del tutto quando a lungo si ha vissuto una scissione consapevole quanto irrimediabile dalle proprie
emozioni rimuovendole di continuo, non prendendo decisioni ad esse conseguenti e non esprimendole con chiare parole e razionali azioni;
conseguenze durature hanno anche il distacco dal proprio corpo e dalle sorgenti inconsce delle idee, della libera energia e dell’affettività
naturale: sembra troppo difficile vivere quando non si riesce e non si è quasi mai riusciti né a dire ciò che si pensava nel momento in cui
era necessario né a fidarsi del proprio intuito e ad agire con prontezza, quando ogni passo crea e per tanto tempo ha creato dolore, ci si
agita e ride dolorosamente e si è ballato mentre si voleva invece urlare o piangere come la sirenetta esiliata dal mare, tuttavia può valerne
la pena se è vero che la vita può cambiare in modo radicale e diventare bella e piena anche se non facile né sicura. Sono parole che
descrivono bene la condizione in cui ho vissuto io per quasi 30 anni e la mia ricca tarda fioritura. Come molte persone di cui scrissero
Jung, Fromm, Millètre, come alcuni artisti e come i protagonisti di romanzi (come Jane Eyre) o fiabe (come La sirenetta, Richetto dal
ciuffo, I cigni selvatici di Andersen o Pollicino di Perrault), a un certo punto forse si approfitterà delle proprie doti particolari e di una
strana fortuna avuta in una vita dura e triste e allora si imparerà a parlare, ad agire, ad esprimere naturalmente le emozioni, ad ascoltare
l’intuito e pensare in autonomia e rapidamente, mentre si riempiranno i vuoti affettivi creati e lasciati dai blocchi emotivi e dall'altrui
comportamento e forse si arriverà anche a comprendere perchè in Il pazzo e la fanciulla Selma Lagerlof si spinse fino ad affermare che
non c'è vergogna che non si possa affrontare e domare quando si ama e si è amati dalla persona giusta... La protagonista di La sirenetta di
Andersen e quella di Richetto dal ciuffo di Perrault sono due estranee nella loro famiglia e nel loro mondo e ciò che ottengono infine è
forse per i diversi tutto ciò che essi possono sperare: la stima e l’affetto della persona giusta per superare i blocchi emotivi, immettersi in
un mondo più vasto e legarsi a un altro destino oppure la vita dei “figli dell’aria”, cioè dei figli del Pensiero quali sono i saggi, i guaritori,
gli scrittori, coloro che hanno relazioni con gli altri indirette e improntate ad altruismo selettivo e distaccato.
Forse due sono le leggi della realtà che trovo più positive e in contraddizione con quasi tutte le altre: quella per cui una donna che ha
subìto a lungo una grave ingiustizia incontra non di rado e del tutto inaspettatamente una persona particolarmente buona e paziente o per
lo meno disposta ad averne cura sinceramente e fedelmente (ho in mente soprattutto le esperienze di miei conoscenti e la mia e ora come
ora mi vengono in mente solo i personaggi femminili di Chiedi alla polvere e I demoni) e quella per cui chi è sincero e quindi fedele
nell'impegno di comprendere ed evolvere, capace di perseverare a lungo, finisce spesso con il trovare ciò di cui ha bisogno anche dopo
una ricerca a dir poco ostacolata e inizialmente mal condotta (di nuovo penso soprattutto alla mia esperienza personale, ma ne scrissero
bene Jung e Tolkien). Aiuta davvero leggere il passo del saggio Albero e foglia in cui, senza semplificazioni, forzature ed esaltazioni del
vivere (quelle tipiche dei romanzi più famosi – e peggiori – di Tolstoj per esempio), si nota con semplicità che per lo meno nella vita
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spesso non c'è una sconfitta totale: l'esempio brevissimo scelto da Tolkien per riassumerlo è tratto da una fiaba o un racconto in cui un
personaggio ottiene il risveglio di un altro dopo che molti tentativi sono andati a vuoto ed è ormai giunto all'esasperazione e questo
episodio ha suscitato in me la commozione profonda che avevo provato poco tempo prima leggendo Il pazzo e la fanciulla. Si tratta di due
leggi della realtà in contrasto con la mentalità della maggioranza e che forse solo una società estremamente repressiva può annullare nei
loro effetti.
Anche la frequenza della telepatia (quella all'interno della coppia oppure con un raggio d'azione più ampio) e la carta natale sono, nelle
difficoltà, un tipo di sostegno che prescinde dall'approvazione della maggioranza e dalle capacità personali e fa così sentire meno soli,
regalando senso di comunione e qualche avvertimento (vi ricordo che l'astrologia è scienza antica, che sulla veridicità di alcune carte
natali è quasi impossibile accampare dubbi e che la telepatia è cosa assai semplice e accertata sia nelle persone che negli animali, senza
contare che qualche contatto verificabile esiste anche tra la mente umana e quella animale). E proprio lo stesso tipo di sostegno forniscono
in fondo lapsus, incubi e sogni significativi, la pratica della meditazione e il contatto solitario (controcorrente) con la natura: si avverte che
non si è soli contro tutti e che la gente non è tutto. Jung ha notato come il razionalismo – che nega tutto ciò ed è oggi alimentato nella
scuola – abbia in alcuni casi certamente favorito l'insorgere di malattie mentali e che l'inizio di una guarigione da una seria nevrosi in
genere è provocato e accompagnato anche da eventi e sogni percepiti come inspiegabili e che spingono a esprimere una buona volta i
diritti ignorati, i giudizi, i desideri profondi e in generale la propria natura a dispetto delle pretese altrui e di capacità, emozioni,
conoscenze e circostanze inadatte (è l'inizio dell'autonomia e passa per le fasi dello stupore e quindi della speranza o almeno dell'urgenza).
Forse ciò che di più grave fa la scuola è proprio che toglie la speranza ai meno fortunati non informando o disinformando su queste leggi
regolanti il reale, come se la vita fosse determinata solo dalle leggi della violenza e da quelle che premiano abilità e sforzi ordinari. Queste
sono invece informazioni essenziali che, come molte altre, la scuola rifiuta di fornire, anche se di solito non si possono comprare. Quindi
la scuola non annienta la speranza di chi soffre ed è giovane soltanto non fornendo ai ragazzi alcuna possibilità di difendersi da compagni
e insegnanti bulli. Io spesso ripeto come uno slogan che da sempre si tortura e si ammazza soprattutto con la mancanza d'informazione e
che l'ignoranza diffusa favorisce senz'altro tutti coloro – e sono i più – per i quali non conta la realtà ma l'interesse. La maggioranza dà
giudizi sommari sui diversi e sui meno fortunati perché crudele o indifferente, ma la verità è che anche chi non può contare sulla famiglia
e non possiede le capacità apprezzate dalla maggioranza può migliorare la propria vita e perfino farne qualcosa di grande se può contare
sui libri e i siti Internet giusti e su condizioni di vita rese sopportabili seguendo un progetto preciso (niente che richieda la guida di un
estraneo).
Riguardo all'ostracismo dei diversi, può essere utile ricordare che perfino un romanzo senza pretese come Il mulino sulla Floss ricorda la
credenza primitiva che l'ostracismo attirasse alluvioni, terremoti, epidemie ecc. sulla comunità che lo praticasse e ciò a causa della gravità
di questa pratica, una credenza con strane corrispondenze nella realtà e che dovrebbe - anche se non lo fa - fare riflettere chi è sempre
pronto ad approfittare di tale violenza estrema sui diversi e su chi ha ricevuto di meno.
UNA TESTIMONIANZA UTILE
RIELABORAZIONE A SCOPO RIASSUNTIVO E RAPPRESENTATIVO DI UNA PERTINENTE TESTIMONIANZA CHE ANNI FA SI TROVAVA
ONLINE SULLA VIOLENZA IN FAMIGLIA CONNESSA A MOLTE ALTRE FORME DI VIOLENZA (OGNI RIFERIMENTO A PERSONE E FATTI
REALI È CASUALE). MI RENDO CONTO CHE È MOLTO LUNGA, PER QUESTO È BENE LEGGERNE INIZIALMENTE SOLO LE PARTI IN
CORSIVO E LE SOTTOLINEATURE PER POI SOFFERMARSI SU CIÒ CHE INTERESSA NEL CORSO DEL TEMPO A SECONDA DELLE
PROPRIE NECESSITÀ. Chi ha scritto la testimonianza si dilunga in chiusura sui risultati ottenuti senza altro aiuto che quello fornito dalle
letture giuste, dal marito, da farmaci di uso comune e da un piccolo appartamento in affitto presso una zona verde, e quel paragrafo crea
un contrasto notevole con il paragrafo di questa guida sugli effetti collaterali della chirurgia, degli psicofarmaci e delle terapie che
sfruttano l'elettricità:
Come durante la crescita non ho avuto ascolto obiettivo e mezzi per documentare le mie affermazioni e difendermi con i libri giusti e legalmente nemmeno
da bulli d'ogni specie ed età e da due donne adulte criminali incontrate a soli 16 anni (delle quali una di mezza età e spacciantesi per psicoterapeuta senza
avere il titolo di studio adatto né quanto a anni di studio né per indirizzo e l'altra – sua amica e collega – più giovane), così e tanto meno ho potuto
difendermi dai miei familiari, da sempre incuranti, ostili e aggressivi in una forma o in un'altra (i miei genitori, con la complicità dei miei zii e vicini, mia
nonna e soprattutto mia sorella con il marito), che certamente hanno potuto contare su diversi conoscenti, tra cui anche persone dotate di mezzi ed
esperienza e probabilmente facenti parte di qualche "istituzione", dato che nei miei ultimi anni in famiglia non sono mancate nemmeno violazioni con
telecamere anche degli spazi privati di casa (è ciò che hanno detto e l’hanno dimostrato) e controllo del e attraverso il telefono (questo anche grazie alla
scoperta del PIN e probabilmente per mezzo di una di quelle economiche microspie in vendita su Amazon inseribili ovunque) e dato che c'è stato un certo
ordine e un po' di furbizia nel loro muoversi nel 2007 per mesi tra minacce di “ bastonate” (è bene usare le loro parole) e letteralmente di morte, insistenze
esplicite perché mi suicidassi, percosse anche davanti a parenti o per strada (l’ultimo giorno che passai con loro, in auto circa all’ora di pranzo su una via
molto trafficata mentre mio padre guidava e io ero alla sua destra nel posto davanti), un silenzio improvviso e di entrambi - quindi non improvvisato -
quando telefonai ai carabinieri una seconda volta (naturalmente per far credere che mentissi o delirassi), privazione del riscaldamento mentre erano in
vacanza e più volte dei mezzi di trasporto in una zona molto mal servita dagli autobus dove è difficile raggiungere supermercati, ASL e medico generico),
furto di alcune migliaia di euro in totale attraverso il "blocco" di alcuni risparmi in banca risalenti all'adolescenza (in banca all’epoca mi parlarono di una
mia firma per giustificare il fatto che non mi avrebbero permesso di ritirare il mio denaro) e attraverso la dichiarazione del falso in un documento per
l’ISEE a un sindacato del paese dove lavoravano, diffamazione presso moltissime persone e ambienti e pressioni per non farmi avere la possibilità di
difendermi e le cure mediche (a cominciare dall’ospedale della zona dove lavoravano) per patologie fisiche non trascurabili (alcune serie presenti
dall’infanzia o dall’adolescenza e una addirittura congenita e tutte rimaste senza cure). Ovviamente le persone che più avevano la responsabilità di
intervenire erano il medico generico e l'assistente sociale del mio comune di nascita e proprio i medici che mi avevano ricoverato, in accordo con i miei
familiari, oltre alla psichiatra da loro incaricata - durante il ricovero e quindi contro se non altro l'etica alla base del regolamento sull'ASO - del colloquio
con me nell'ospedale.
Per quanto riguarda questo ricovero, vi ho fatto almeno formalmente qualche esame del sangue e delle urine di routine, una visita internistica (quindi in
teoria generale) e anche una visita ginecologica, lo contraddissero due ecografie, altri esami del sangue, una biopsia e visite specialistiche tutti di poco
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successivi, una visita recente reumatologica, letture adeguate e una parziale (per numero e tipo) ammissione di violenza fisica da parte di mio padre quando
scomparsi in caserma e lo seguì una serie di episodi dolorosi e deleteri nell’ambito della malasanità. Per quanto riguarda le due psicologhe citate, ciò che si
deve considerare, anche per evitare di mettersi in tali situazioni, sono l’ostilità crescente e reciproca in famiglia che seguì l’incontro con loro e il carattere di
grave abuso della professione che caratterizzò la loro attività (lunga serie di infrazioni del codice deontologico, grande ignoranza manifesta in fatto di
psicologia e mancanza di doti innate necessarie per svolgere un lavoro di così grande responsabilità)..
Io sono nata con una malformazione intestinale non grave se trattata fin dall’infanzia e non rarissima, ma nel mio caso particolarmente accentuata anche
secondo i radiologi visti di recente e dalle conseguenze immediate dolorose e a lungo termine gravi se non trattata e anzi peggiorata con maltrattamenti
quali quelli subiti da me durante infanzia e adolescenza: a questa anomalia congenita creante di per sé diversi limiti e non curata e aggravata soprattutto con
la scelta per me da parte di nonna materna e genitori di un’alimentazione incredibilmente malsana fin dai primi anni di vita (probabilmente pochi al mio
paesino di nascita non ne hanno avuto alcuna informazione), cattiva igiene (al riguardo l’informazione precisa e i promemoria sono tutto per i bambini) e
ostilità (l’ansia è deleteria per questo problema fisico) sono connessi, secondo diverse pagine internet - come quelle sulla colite – quasi tutte le malattie e i
disturbi fisici che ho oggi e che in varia forma ho avuto durante la crescita o molto giovane. Quando delle malattie sono interrelate e compresenti da tempo
ciò accade abbastanza indipendentemente dal carattere e dalle capacità innate dell’individuo. Considerate che i bambini non parlano in genere di loro
iniziativa dei loro problemi e non sanno analizzarli e che gli adolescenti sono influenzati dall’infanzia e, almeno se femmine, di solito molto difficilmente
parlano di feci, defecazione e simili cose, soprattutto se i familiari, come hanno fatto i miei, non ne hanno mai gestito il tempo libero e la comunicazione,
non hanno coltivato alcun rapporto di confidenza con loro e hanno sempre ignorato alcune manifestazioni esteriori della stipsi cronica e altri loro problemi
fisici (es. nel mio caso ripetuto vomito notturno – chiaro sintomo del comune acetone infantile -, voce roca e mal di gola frequenti, carie, ascessi dentali,
acne e dermatite eccessivi, perdite vaginali da infezione, un ascesso alle dita, debolezza e difficoltà di concentrazione periodiche, frequenti perdite di
sangue dal naso con ogni probabilità provocanti seria anemia, a causa della necessità del ferro alla crescita, ma anche provocate dall’anemia stessa, e infine
conseguenze durature di sforzi fisici intensi tra cui sintomi influenzali e astenia). Di due delle mie malattie croniche più serie (entrambe autoimmuni), una è
stata definita “insidiosa” dai medici perché, soprattutto quando insorge nell’infanzia, può a lungo non dare sintomi, ma viene certamente peggiorata da
infezioni trascurate a lungo come sono state le mie e dai comportamenti scorretti tipici dei bambini maltrattati e ignorati, mentre l’altra (ad essa spesso
associata) a volte causa sintomi evidenti e corrispondenti proprio a quelli da me avuti in particolare negli ultimi anni dell’adolescenza (tra i quali aumento
di peso non giustificato abbastanza dall’alimentazione o dagli alcolici e alopecia areata caratteristica) e ignorati sia dai familiari che nella tardiva
prescrizione di esami del sangue del medico di famiglia contattato da me da sola dopo le scuole superiori (esami da me conservati tuttora) e dai medici
successivi. So che i sintomi riguardanti peso e capelli cui ho accennato sono, insieme a debolezza crescente e difficoltà di concentrazione, troppo gravi per
essere attribuiti a una malattia progressiva qual è la tiroidite di Hashimoto, dato che essi sono poi regrediti, ma molto giustifica la mia convinzione che essa
si sia formata durante la mia crescita: credo che i sintomi di ipotiroidismo siano stati così evidenti tra i 18 e i 19 anni perché erano resi molto più gravi da
alcolici e da un’anemia non curata che fu seria nel mio ultimo anno di liceo (emorragie nasali ogni mattina a scuola per un lungo periodo qualche danno
serio lo fanno): la mancanza di parenti con la tiroidite autoimmune e il fatto che i sintomi fossero troppo gravi per essere ricollegati a questa patologia
progressiva (essi sono poi regrediti) non la esclude, dato che la tiroidite di Hashimoto di frequente insorge durante infanzia e adolescenza, che io non ho
nemmeno per il dolicocolon, le allergie e il lichen familiarità, che le mie condizioni di vita non sono mai state normali, che avevo solo 21 o 22 anni quando
i linfonodi sono risultati ingrossati e il TSH alto e che in un’alta percentuale di casi lichen (nel mio caso dall’infanzia) e tiroidite si accompagnano.
Durante la mia crescita il medico di famiglia non mi fece mai le domande che costituiscono una visita medica e non programmò esami adeguati e ciò
nemmeno quando due donne dell’USL invitarono formalmente mia madre a provvedere alla mia alimentazione pessima e periodicamente anche molto
scarsa senza peraltro fare di più, cioè senza fare nulla di concreto e utile per me (non ricordo ormai se quel colloquio fu motivato da qualche incontro di
routine a scuola o dalle chiacchiere dei tanti che al paese conoscevano il mio problema). E poiché anche in caso di violenze fisiche e minacce di morte dei
genitori ai figli adulti la prassi degli assistenti sociali è in genere completamente diversa dalla teoria e dato che le associazioni per le donne vittime di
violenza sono composte in genere da studentesse di psicologia e facoltà simili non rispettano i programmi dei loro siti internet se non per scelta e quindi in
genere mai se sono coinvolti gli interessi di medici o altri individui influenti sulla loro carriera, la possibilità di trovare aiuto in casi di violenza anche grave
e in presenza di malattie croniche o comunque da curare è in molti casi pressoché nulla: alla prassi ideale esposta in alcune pagine online l’assistente
sociale del mio comune di nascita non accennò nemmeno e anzi mi disse che lo Stato non era tenuto a fare niente per me eccetto che mandare un incaricato
periodicamente a casa dei miei genitori per controllare che non vivessi a letto tra escrementi sul pavimento e in tal caso fare ai miei parenti una piccola
predica al riguardo!! Quella del centro città contattata per telefono si è invece contenuta, ma si è anche limitata a dirmi di andare dopo le percosse al Pronto
Soccorso per farmi dare referti utili in tribunale dai medici, come se chi lavora in ospedale non facesse sempre di tutto per non dare niente del genere
sempre e soprattutto se ciò che la violenza ha lasciato sul corpo è interpretabile o manca (le percosse, come nel mio caso, sono date alla testa proprio per
non lasciare segni) e come se le ferite interne alla testa non si rivelassero tra le più pericolose sul momento o a distanza d’anni.
I miei familiari riuscirono quindi a ottenere molto e il mio cambiamento non passò inosservato soprattutto nel centro città, dove peraltro era già stata
grande, a partire dai miei 18-19 anni, l’opera diffamatoria intrapresa dalla già nominata sedicente psicologa grazie soprattutto agli influenti appartenenti al
Movimento politico-finanziario dichiaratamente cattolico cui appartiene/apparteneva e naturalmente con lo scopo d’impedirmi di denunciare e di rendermi
poco credibile quando avessi parlato ad altri della mia esperienza e di lei: la diffamazione condotta con costanza e mezzi adeguati è sempre cosa assi seria e
nel mio caso fu osservata da molti titolari e clienti di luoghi che ho frequentato per lavoretti o per svago e da moltissimi studenti non solo della scuola
gestita da quel Movimento (scuola in cui mi indusse a iscrivermi la psicologa nel suo studio e senza dirmi nulla di essa e nemmeno il nome del Movimento
in questione), ma anche – e fin dalle prime settimane – dall’ambiente universitario che frequentai per un po’ in seguito, tutte persone che di certo la
ricordano o perché videro dei docenti in azione in classe o perché vi parteciparono e che non posso certo costringere a testimoniare (gli appartenenti al
particolare Movimento cui mi riferisco hanno davvero un certo potere nel mondo universitario, occupandone in molti gli uffici, influenzandone
direttamente alcuni insegnanti, oltre che coloro che lavorano nei locali della zona e chiunque li conosca bene sa e afferma, almeno in privato, che nessuno
può fare l’Università se è stato messo al bando da loro).
Nei manuali di Psichiatria si indicano come associati nel 30% dei casi i principali problemi nervosi che mi spinsero a cercare una psicologa a 16 anni nella
mia totale ignoranza dell’esistenza dell’alternativa fornita da libri utili alla mia portata economica e mentale, quindi soprattutto quei sintomi tipici di una
seria nevrosi cominciata presto (nel mio caso nella seconda parte dell’infanzia) e che oggi, tralasciando i problemi più comuni e meno limitanti, verrebbero
definiti un mix di fobia sociale (con alcune caratteristiche del mutismo selettivo), disturbo di panico (“crisi d’angoscia” secondo una vecchia e migliore
definizione) e disturbo ossessivo-compulsivo: gli stessi manuali mettono il disturbo di panico in relazione anche ad anemia, ipotiroidismo, carenze derivate
da alimentazione scorretta, problemi con la madre, eventi traumatici e perdite nell’infanzia, mentre un aumento della reattività autonomica è correlato a
stress ripetuti e trascuratezza dei bambini. Questo a sua volta è probabilmente in relazione anche con le più negative conseguenze dello stress in gravidanza
sul feto, tra cui quelle su sonno, alimentazione, irritabilità o iperattività durante l’infanzia (in un piccolo testo conservato da mia madre in un cassetto ho
letto che durante una delle gravidanze era stata depressa e le parole “mio marito è un deficiente” e ciò varrà probabilmente anche per l’altra gravidanza
precedente o successiva che fosse). Le pesanti conseguenze a lungo termine del non allattare sono descritte in tutti i manuali di psicologia e psichiatria.
L’ostilità della madre crea quasi sempre nell’alimentazione del figlio dei blocchi persistenti, anche per via dell’inconscia identificazione cibo-madre
favorita dall’allattamento e dal fatto che la madre è la fonte di vita e al di là di questo tutti i bambini hanno qualche rifiuto riguardo al cibo e nessun
bambino si è mai arrangiato in fatto di scelta informata, acquisto, cottura salutare e regolarità nell’assunzione del cibo. Sebbene la mia sensibilità eccessiva
sia innata, i manuali collegano all’ansia creata dai genitori nei bambini e nei ragazzi un aumento della loro sensibilità; e del resto la sensibilità innata
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eccessiva non è di per sé un ostacolo insormontabile in una famiglia che insegna a gestirla o rende per lo meno possibili ed efficaci i tentativi autonomi al
riguardo del bambino e dell’adolescente.
Quanto alle leggi che regolano il rapporto tra genitori e figli, se oggi sono esplicitamente del tutto deresponsabilizzanti per i primi a partire dalla maggiore
età dei secondi, all’epoca erano tali di fatto pur senza una precisa formulazione nella costituzione: la legge e la prassi hanno sempre dato ai genitori un
potere sui figli quasi assoluto e i casi come il mio sono la prova di quanto in là si può spingersi quando si afferma con una legge fatta solo di parole il
dovere del genitore di dare al figlio cibo sano, cure mediche, informazione adeguata su scuola e lavoro, protezione e insomma tutto il necessario per
arrivare a rendersi indipendente per poi ai genitori che non lo hanno fatto condonare ogni cosa con la scusa che assistenza sociale e servizi psichiatrici
possono subentrare nel caso il figlio abusato non si arrangi, sorvolando su quanto di negativo e spesso terribile affermino di queste istituzioni perfino i testi
universitari e quelli per i concorsi statali soprattutto relativamente al contesto italiano.
Peraltro per giustificare la recente legge del 2021 che permette a un genitore di non mantenere un adolescente diciottenne né studente né lavoratore per
“inettitudine” o per altre ragioni, ci si è serviti di un caso limite in cui una ragazza di circa 30 anni decisa a non iscriversi a un corso di studi e che si
trovava disoccupata da anni e dopo aver rifiutato una buona offerta di lavoro ottenuta dai (o grazie ai) parenti, ma nel mio caso tutti coloro che hanno
conosciuto me e i miei familiari sanno bene che nessuno di loro ha mai fatto nulla per aiutarmi a trovare un lavoro grazie ai loro numerosi clienti,
conoscenti e dipendenti (tutti i miei parenti hanno un lavoro sicuro e tutti i miei parenti stretti lavorano/lavoravano in proprio). Nemmeno dopo che a 21
anni dissi chiaramente che non avrei fatto l’Università fecero nulla in tal senso (se si esclude un’azione diretta di mia sorella proprio nell’anno in cui era
impossibile per me svolgere anche il lavoro più semplice come lei sapeva bene, dato che il suo scopo era curare un po’ la sua immagine nel chiasso
derivante dalle violenze e dal ricovero): anzi una mia zia acquisita vicina di casa, cognata del proprietario della fabbrica dove lavora come impiegata fin da
giovane, è arrivata a dire per ben due volte a me e agli altri a tavola che un suo nipote col mio stesso inutile diploma ha potuto trovare e mantenere un
lavoro solo grazie all’intervento della famiglia, ma che per me lei non vedeva possibilità… (lo ha detto due volte perché la prima volta non mi sono
nemmeno data la pena di rispondere naturalmente!).
Quando affermo che non mi hanno mai aiutato a trovare un lavoro adatto e quindi stabile, ciò che intendo tuttavia è soprattutto che le loro scelte, non le
mie, mi hanno fatto arrivare alla maggiore età con tanti limiti e porte chiuse, con una serie di malattie fisiche serie (anche per via dei rischi, delle
limitazioni e delle sofferenze crescenti che esse sempre comportano con gli anni), con una nevrosi evidente a tutti e impossibile da gestire e affrontare
senza informazione di base, con una diffamazione molto estesa in ambienti influenti (nessuno può dubitarne, dopo essersi informato sul Movimento citato)
e nel contesto più utile della zona di residenza (lo sa chiunque abbia un minimo di esperienza di cosa può ottenere con menzogne abili un genitore, una zia,
una sorella e perfino una nonna nella cerchia delle sue conoscenze che poi sono inevitabilmente in parte quelle del paese e quindi più utili per il futuro in
caso di difficoltà a trovare lavoro) e con un aspetto fisico inadeguato a quasi ogni ambiente lavorativo (del tutto cambiato dopo i 16 anni a causa delle
malattie fisiche e nervose e soprattutto della lunga e irrimediabile solitudine): al riguardo i miei familiari non mi hanno dato in tanti anni una sola
informazione utile, dato che è indubbio che non è con le critiche che si può riempire armadio, piatto, scaffale per i farmaci, libreria e stanza da letto se non
una casa (infatti anche la loro decisione di non rendere comoda, accogliente e vivibile la stanza che mi assegnarono quando ancora frequentavo le
elementari ha avuto su di me conseguenze eccezionalmente negative); né le critiche hanno mai consentito ad alcuno di documentare e denunciare abusi
come quelli che io ho subìto dalle due psicologhe, quel tipo di abusi che rendono precario ogni aspetto del futuro di una persona molto giovane), di
conoscere le scuole superiori successive e il mondo del lavoro o di essere inseriti in un contesto lavorativo dove serve una “spinta”. Inoltre scelsi in base al
cattivo consiglio di uno solo una scuola superiore tanto inadatta a chi ha problemi familiari e fisici ed è per di più ansioso qual è il liceo scientifico a causa
di un’enorme ignoranza in fatto di scuole derivata dalla negligenza di insegnanti e familiari e dal caso e i miei familiari mi tormentarono di più proprio
l’ultimo anno (avevo infatti provato a lasciare il gruppo per alcuni mesi) quando gli insegnanti, aizzati dalla psicologa in questione, che ormai aveva
compreso che non poteva più gestirmi con poche menzogne, anche naturalmente “provocati” dalla mia debolezza ed esasperazione crescenti, mi
attaccarono e a loro volta provocarono il bullismo anche tra quei non pochi studenti dapprima imparziali, bloccandomi così in un’insopportabile situazione
in apparenza senza via d’uscita, dato che nessuno rinuncia a un diploma qualunque in quinta senza consiglio e informazioni precise sul mondo del lavoro e
che in ogni caso bullismo e mobbing creano sempre l’illusione di una mancanza di vie di fuga (al riguardo i libri sul mobbing sono chiari). L’enorme
influenza sullo sviluppo di una serie di malattie croniche (specialmente di quelle interdipendenti) durante la crescita o poco dopo
l’adolescenza che hanno le decisioni dei familiari in merito ad alimentazione, igiene, visite, esami, farmaci e protezione va sempre
considerata e si deve collocare nel contesto del grande ritardo frequente e anzi tipico nella diagnosi di molte malattie fisiche anche non
rare, ritardo che i medici stessi riportano nelle pagine online delle associazioni di malati, nei forum e sulle riviste con tanto di
percentuali, ritardo favorito dalla legislazione che impedisce di denunciare i medici per la maggior parte dei loro abusi (con leggi
apposite e rendendo difficile l’informazione).
Una delle malattie che ho, secondo un reumatologo, è l’epicondilite, malattia che, se presente, è stata di certo causata dal lavoro cronicizzatasi per
mancanza di diagnosi tempestiva e che avrebbe potuto essere connessa in parte alla mia tiroidite di Hashimoto (ho letto e mi è stato riferito da un fisiatra
che una tiroide simile danneggia a lungo andare i tendini, anche se nel mio caso sembra non essere stato così) e quindi è presente da quasi 20 anni, perché
questa malattia muscolare viene spesso a chi lavora nei pub e simili a causa degli sforzi e della postura innaturale delle braccia e solo tra il 2005 e il 2006
ho agito in modo da provocarla nella mia ignoranza dato che quello è stato il periodo in cui ho lavorato più a lungo in un locale come barista e cameriera,
un lavoro notturno pesante per cui ero del tutto inadatta, svolto solo per paura dei miei familiari e accompagnato da aumento dei trigliceridi e discesa dei
valori del sistema immunitario per mesi, tra quel poco che si è controllato nel sangue, da sintomi tipici dell’ipotiroidismo (grande stanchezza, tendiniti,
aumento di peso leggero ma ingiustificato) e da peggioramento della capacità di reagire al freddo e alla febbre alta (mi licenziai dopo che una febbre
inizialmente a 39° non era ancora scesa al di sotto di 37,5° dopo 15 giorni). Peraltro mentre svolgevo quel lavoro il titolare, per divertirsi con i clienti fissi
e spingermi a dare le dimissioni, mi indusse a sollevare un peso eccessivo approfittando del mio esaurimento e i rischi che si corrono in tali casi sono anche
peggiori dei danni ai tendini e dell’ernia che i più prevedono in tali casi (schiacciamento di vertebra e, almeno secondo pagine online, trombosi delle
braccia pericolosa per la vita). Come ho già accennato, le mie malattie sono quasi tutte connesse tra loro e in particolare al problema congenito trascurato
così a lungo e brutalmente (cioè tutte eccetto forse la mia ipersensibilità sempre più dolorosa agli apparecchi elettrici – sebbene il mio corpo sia risultato
ipersensibile a molte altre sostanze e sollecitazioni - la lesione del menisco e la leggera scoliosi) e secondo diverse pagine internet - come quelle sulla
colite – sono le seguenti: dispepsia e reflusso gastroesofageo, cefalea, fibromialgia (nel mio caso è peggiorata naturalmente dopo il lavoro notturno al pub e
ancor più dopo le violenze fisiche e le minacce di morte del 2006-7), allergie, cali e malattie del sistema immunitario come le mie due autoimmuni
(peraltro spesso compresenti in generale) o altre molto influenzate sia da esso che dall’intestino (es. l’endometriosi intestinale, ma forse anche la
fibromialgia, dato che chi non la considera psicosomatica la ritiene di competenza del reumatologo che – come già accennato online – così associa alle
malattie intestinali), e, se la stipsi cronica è seria, anche ovviamente emorroidi, ragadi e anemia (come sapete, dall’intestino dipende l’assorbimento di
minerali e vitamine), insomma quasi tutti i problemi che ho dall’infanzia anche se in forma diversa (tutti cioè eccetto la cefalea e l’endometriosi intestinale
che ho avuto dopo ma molto giovane e con grandi conseguenze per me) sono connessi a questa anomalia congenita che è stata aggravata dalle scelte dei
miei familiari riguardo fattori su cui non potevo influire prima per l’età e poi per le conseguenze stesse dell’incuria e dei maltrattamenti, il che ribadisco
ora che sto per scrivere di leggi sul mantenimento dei figli e sull’eredità. Anche la mia ipersensibilità ai farmaci è collegata in parte forse ai disordini del
sistema immunitario, e lo penso per l’analogia come le allergie. I problemi causatimi da alcuni farmaci sono stati per me, inesperta da giovane, inevitabili e
sono anch’essi seri per le loro conseguenze soprattutto a partire dalla mezza età, almeno per quanto riguarda i danni fatti da antibiotici. Riguardo alla
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fibromialgia e soprattutto all’epicondilite, secondo un fisiatra che mi ha visitato recentemente, il dolore è troppo esteso per fare facilmente delle diagnosi e
la condizione che mi rende invalida di fatto è il malfunzionamento del sistema immunitario danneggiato durante la crescita e i primi anni dell'età adulta: io
chiamo per ora così ciò che fa funzionare così male la sana circolazione delle mie gambe impedendomi di portare perfino i gambaletti da 20 denari senza
tagliare via la fascia elastica, rende le mie mani molto rigide e goffe e le braccia facilmente e a lungo dolenti e rende il mio corpo in generale così
ipersensibile e anche visibilmente molto reattivo al dolore, agli sforzi, al calore, al freddo, a farmaci assunti spesso, a sostanze cui non risulto allergica
(detersivi, alcol, creme, trucchi e semplicemente il dentifricio alla menta mi provocano reazioni che agli altri sono evidenti, oltre a fastidi e dolore, e questo
anche se non innalzano il livello delle mie IgE; dal 2010 il contatto con gli apparecchi elettrici per più di 15 minuti fa diventare bollente la mia pelle, oltre
a causarmi duraturi e forti dolori muscolari, cefalea, malessere generale e a volte altri disturbi). Perfino il mio viso non è del tipo che aiuta a trovare un
lavoro e non solo perché pelle e capelli per anni trascurati e danneggiati non possono recuperare molto con l’alimentazione sana e con il rispetto di allergie
e stipsi cronica di anni successivi, come del resto nemmeno essere abbelliti (gli occhi ormai sono così reattivi, la dermatite così ostinata e la sudorazione
così elevata che non posso truccarmi spesso), ma a causa di un danno premeditato e irreversibile causato dai miei familiari alla mia mandibola: poiché si
tratta di un irrimediabile ed evidente danno estetico alla simmetria del viso e a causa dei sintomi dolorosi risultanti dovuti al bruxismo, all’influenza su un
udito già danneggiato e più basso e disturbato della norma e su una sinusite molto leggera ma fastidiosa (il setto nasale ne è stato ovviamente un po’
deviato, quanto la pressione sui nervi dell’orecchio sinistro e sui muscoli collegati di viso e spalle), io non posso certo considerare irrilevante che i miei
genitori e un dentista del paese hanno danneggiato il mio viso in modo irreversibile con premeditazione, cioè mentendomi da bambina sull’opportunità di
un apparecchio mobile per cui c’era la convenzione e da adulta sulla necessità di un apparecchio immobilizzatore per la mia mandibola spostata da un bite
tra i 16 e i 19 anni e acquistato solo perché il dentista ne parlò anche in mia presenza e in termini tali da farlo sembrare necessario per la salute (non sono
l’unico caso e le foto lo dimostrano, ma come essere risarciti?).
E i danni sarebbero potuti essere anche ben altri e non solo perché le esperienze dolorose e la solitudine (e conseguente disperazione nell’ignoranza di
soluzioni) mi hanno spinto a comportamenti pericolosi provocanti a volte gravi malattie infettive, ma perché una sudorazione notturna elevata come quella
provocatami dalle percosse e dalle minacce di morte e dall’intossicazione e infiammazione nel 2007 può determinare secondo qualsiasi dizionario medico
una crisi di iposurrenalismo acuto, mentre i farmaci e gli alcolici assunti e i raggi prescritti senza necessità reale, e da me accettati a causa dell’isolamento
in cui mi trovavo, hanno spesso conseguenze peggiori di quelle da me riportate. Peraltro mi sono stati fatti troppi raggi al torace inutili perfino nei primi
anni dell’infanzia, sebbene anche un semplice dizionario medico riporta che essi prima dei 20 anni nelle donne sono straordinariamente cancerogeni sul
seno per oltre 40 anni, soprattutto se poi ripetuti prima dei 30 come è accaduto nel mio caso (e più di una volta). Inoltre non aver curato né subito né nel
modo appropriato la dolorosissima e costante cefalea avuta in due fasi durate diversi mesi dai 22 a oltre i 26 anni, non è stato solo da parte di medici – e
familiari! - una crudeltà vera e propria sul momento (non era il mal di testa che passa col Moment!): non trattare o trattare male cefalee o emicranie può
causare la loro cronicizzazione, cioè una delle condizioni peggiori in cui ci si può venire a trovare; tra l’altro da poco ho saputo che le cause probabili
andavano ben al di là della tensione muscolare causata dallo stress e dai farmaci precedenti, essendo attribuibile di certo a bruxismo, probabilmente anche
a un problema epato-biliare e forse a un’infiammazione dei nervi chiamata algia facciale, tutte condizioni che richiedono anche rimedi diversi da quelli
prescritti a me; anemia seria e ipotiroidismo (se accentuato) trascurati comunque bastano in alcuni casi a provocare emorragie cerebrali o ictus,
quest’ultimo favorito anche dalla pillola anticoncezionale assunta da me dai 21 ai 23 anni senza alcuna informazione sui rischi che comporta.
Un’informazione migliore mi avrebbe anche consentito di non rischiare lontano dagli ospedali e mentre ero sola l’emorragia cerebrale da trauma cranico
(indossare il casco non la esclude), dato che dopo la percossa alla tempia del 2007 e dopo un incidente grave fatto in motorino quando avevo 20 anni, i
medici non mi fecero i raggi, non mi tennero in osservazione e non mi dissero a che sintomi dovevo stare attenta nei giorni seguenti, sebbene io dopo la
percossa avessi un dolore non indifferente (lo ebbi per alcuni giorni) e dopo l’incidente avessi perso conoscenza: il medico mi chiese se ero svenuta solo
per via del discorso che si stava facendo e non tenne conto che il trauma cranico è possibile anche quando si indossa il casco e causa sempre perdita di
memoria del poco prima e poco dopo l’urto, cosicchè si deve cercare di sapere dai tempi e dai fatti coinvolgenti gli altri presenti all’evento se c’è stato o no
questo importante sintomo di possibile commozione o emorragia cerebrali.
Senza contare che tutto avrebbe potuto anche essere peggiore per me anche ben prima dei 15 anni a causa dei rischi implicati nell’incuria dei familiari,
essendoci stati giorni di ritardo nel recarmi al Pronto Soccorso per infezioni purulente evidenti, scuola con la febbre alta e cattiva postura abituale
(inevitabile a causa della mia ignoranza e dell’arredamento della mia stanza) e dato che durante l’infanzia per questione di minuti non sono bruciata viva al
posto di mia nonna, che passò un lungo periodo in ospedale per essersi servita del fuoco davanti a una bottiglia piena di alcool anche in mia presenza
(persona del tutto inadeguata a badare a dei bambini questa donna, la stessa che mi espose spesso da bambina al rischio di rapimenti, di incidenti in
motorino senza protezione – stavo in piedi in equilibrio su una tavola davanti alla sella – e a un uso della televisione così dannoso che me la fece odiare e
che soprattutto, prima ancora di mia madre, mi alimentò per anni solo con fritti, pane, Coca Cola, dolci e frutta molto mal lavata o non lavata del tutto
letteralmente ogni giorno senza mandarmi dal medico a ottenere esami diagnostici e farmaci per le infezioni batteriche o da parassiti che possono derivarne
e soprattutto per le conseguenze che ciò ha sempre in generale e soprattutto in chi ha una malformazione congenita).
Scrivo delle mie malattie e di questi episodi non perché mi interessi darvi un bollettino medico o riportare un diario d’infanzia, ma
perché non è possibile discutere di violenza familiare e di legislazione ingiusta al riguardo senza considerare il caso di una persona resa
gradualmente invalida e inadatta al lavoro da iniziative prese dai suoi familiari fin dall’infanzia davanti a “tutti”, diffamata e poi
abbandonata letteralmente dalla famiglia sulla strada senza cure mediche con l’approvazione dello Stato (dipendo tuttora
economicamente da mio marito e in passato ho rischiato anche di peggio della strada).
Proverò a ottenere una pensione di invalidità con grande fatica, molti dubbi sulla possibilità di riuscirci e anche con amarezza, perché di recente alla morte
di mio padre ho saputo che mi ha diseredato del tutto, nonostante la legge formalmente lo vieti con l’obbligo della cosiddetta quota legittima, cosicché ora
ho la certezza che, se non si potrà trovare irregolarità nelle sue pratiche di donazioni, intestazioni ad altri, vendite e spese delle sue non indifferenti
proprietà e se quindi in pratica la Costituzione davvero ammette due leggi di significato opposto, non potrò mai permettermi le costose cure per il lichen
scleroatrofico vulvare, la malattia probabilmente più grave che ho e presente e che è stata ignorata dall’infanzia insieme ai comportamenti, al trascurato
squilibrio batterico, alle trascuratissime infezioni vaginali da candida evidenti per lo meno per mia madre che l’hanno peggiorata (la diagnosi è dell’inizio
del 2008, ma all’epoca era già in stato molto avanzato): mio marito non può certo permettersi di far trattare questa patologia incurabile e poco gestibile
anche per chi ha denaro sufficiente per le molte sedute di trattamenti ad alto prezzo e i ripetuti interventi chirurgici necessari a causa del dolore crescente e
dell’atrofia sempre maggiore che essa provoca (mi informerò sulla regolarità di questa pratica di sottrazione della mia eredità, ma…).
L’impiegata della banca del comune adiacente a quello di residenza dei miei genitori ha rifiutato sia di comunicarmi tutto ciò con la comune mail sia di
scrivermi - come era suo dovere – che con la PEC avrei avuto diritto per legge alle risposte, così ho affrontato tra andata e ritorno sei ore di treno per
ritirare nemmeno quattro volte la cifra spesa per il trasporto e per di più non consegnati in contanti ma con un assegno fastidioso perché incassabile solo
dove si è creato un conto personale (l’ho strappato ovviamente) e questo dopo aver dovuto discutere della sparizione di tutte le proprietà di mio padre con
questa persona gongolante e aggressiva mentre con ogni probabilità mia sorella e altri miei parenti ascoltavano nella stanza vicina (l’impiegata per mail mi
ha scritto che i fratelli vengono sempre convocati lo stesso giorno e alla stessa ora). L’impiegata in questione ha anche cercato di estorcermi altro denaro,
chiedendomi due volte una caparra per verificare i movimenti bancari sul conto prosciugato appositamente e peraltro per un arco di tempo breve, anche se
ho rifiutato ovviamente. E ottenere un risarcimento dai familiari con una causa legale privata per le malattie fisiche e i danni sociali
derivati dai loro incuria e maltrattamenti è impensabile per quasi tutti i figli di genitori simili (dove trovare il denaro e come farla per
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tempo?). Né questo tipo di genitori è del tipo che si pente con il tempo e da cui si può sperare una spontanea confessione in tribunale (il
che peraltro motiva l’impossibilità per i figli anche di perdonare).
Non credo di essere né l’unica donna che è stata invitata esplicitamente a suicidarsi dai parenti a meno di 30 anni né l’unica persona che tra i 18 anni e i 20
anni si è sentita dire che per lei non c’erano altre soluzioni che il suicidio da una persona esterna alla famiglia, ma credo siano poche quelle che come me si
sono sentite dire da una sedicente psicologa (non qualificata nemmeno per la legge, ma esercitante come tale grazie all’ignoranza generale e all’influenza
dei sostenitori molto benestanti) che il suicidio sarebbe stato “volare tra le braccia di Gesù” (secondo lei dio sarebbe stato comprensivo nel mio caso
particolare al di là dei dogmi della Chiesa, dato che non avevo possibilità nella vita) e “andare in cielo dove si può avere giustizia” (certamente da lei, dalla
famiglia e dalle istituzioni non potevo averla) e che si sono sentite consigliare questa “soluzione” anche da un’altra psicologa l’anno dopo (questa volta si
trattava di un consiglio indiretto dato parlandomi di una giovane conoscente suicida che sarebbe morta per “risolvere i problemi senza rompere le scatole a
nessuno” e con i barbiturici per avere una morte dolce).
Probabilmente non è ancora molto diffuso, sebbene sia meno raro ormai anche in Italia, nemmeno l’insieme di pratiche di crescente fanatismo che io ho
osservato nel gruppo da lei formato principalmente con “pazienti” e ex tali, tutti adolescenti o giovanissimi confusi, nevrotici, viziati o con problemi
presenti o passati di abusi di alcolici o droga (necessari per fare numero e come manodopera gratuita, almeno nei suoi progetti di case onlus) e dai loro
genitori (necessari per il loro denaro), tutte persone volutamente ignoranti sotto aspetti fondamentali al di là delle differenze di età e titoli di studio. Sono
più diffusi gli atti criminali e immorali tra esponenti del clero soprattutto con vittime adolescenti e tra i bambini, ma probabilmente pochi preti amano
quanto quello messicano cui si appoggiò la psicologa parlare ai giovani sofferenti di mano di come Dio sia comprensivo con chi si suicida per malattia o
definiscano “vipere” i ragazzi tanto cinicamente traditi perché non sorridono e non ringraziano. Non so neanche quanto sia frequente che una psicologa
spinga, come ha fatto questa donna pericolosa con me, a consumare molto spesso alcolici e a fumare sigarette una paziente o ex paziente adolescente con
un fisico già messo a dura prova dalla dieta malsana, dallo studio in una scuola impegnativa e molto lontana da casa, dalla solitudine e dallo stress elevato
e con malattie fisiche dai sintomi sempre più evidenti, soprattutto considerando che anche alle ragazze in condizioni migliori l’abuso degli alcolici provoca
danni duraturi o perfino cronici in generale e che, nel caso dell’ippocampo durante l’adolescenza, i danni provocati dal consumo di alcol sono irreparabili
(peraltro la lontananza della scuola non comportò per me solo una diminuzione drastica dei tempi di riposo, ma anche attese solitarie in inverno al buio e al
freddo sul ciglio della strada, ovviamente pericolose per ogni giovane donna).
Però so da letture e confidenze altrui che non è affatto raro che un psicologo resti indifferente e si faccia pagare - come ha fatto con me la sua amica
anch’essa psicologa - senza fare assolutamente nulla per risolvere questi problemi anche seri in un paziente minorenne soprattutto se molto giovane: ciò
accade soprattutto in Italia, dove sono molto rari i laureati in Psicologia con laurea magistrale e specialistica con l’indirizzo comportamentista e quindi
specifico per applicare con impegno le tecniche cognitivo-comportamentali con un progetto definito nei modi e nella durata fin dall’inizio e controllabile
anche dal paziente grazie a libri chiari per tutti.
Questa prima “psicologa”, che ai miei genitori ha dato nuovi clienti oltre che chiesto un grande finanziamento per sue due attività e la cui frequentazione
mi è stata imposta da mia madre negli anni più decisivi della vita e in cui si è più fragili nel corpo e nella mente tra l’indifferenza di tutti i miei familiari
vicini e lontani, ha del resto compiuto altri atti criminali veri e propri apertamente (per esempio ha fatto rischiare violenze fisiche da parte di satanisti di
notte e forse di peggio e spaventato adolescenti e giovani senza lasciare loro alcuna possibilità di scelta, cioè informandoli di questa possibilità e di tali
eventi trascorsi solo quando si trovavano sul luogo problematico e peraltro non potevano tornare di certo soli in albergo). Per gli individui come lei un
tempo si poteva almeno sperare la radiazione dall’albo, 2 o 3 anni di manicomio criminale e poi la galera (la galera sì, motivata dal
fatto che la lunga premeditazione e la capacità di saper gestire bene i propri affari non consentono di ritenere privi di responsabilità
malati di mente di questo genere). Anche i miei familiari, del resto, sono rimasti sempre responsabili delle loro azioni, come si nota dal fatto
che hanno gestito bene i loro interessi diretti, anche se hanno mostrato segni inequivocabili di malattia mentale indipendentemente dalle assurdità di moda
sui disturbi di personalità: lei per tutta la vita o a partire dall’adolescenza anche in modo ciclico e con grande ed evidente peggioramento l’ultimo anno in
cui la frequentai; lui in modo altrettanto appariscente soprattutto negli ultimi anni passati insieme fino a mostrare i sintomi della mania violenta con
insonnia, spiare in ogni momento libero, affermazioni in generale violente e radicali (voleva la guerra – diceva “per fare igiene” – e desiderava, come mia
madre, che un gruppo di ragazze responsabili della pulizia nel condominio dove lavorava fossero cacciate perché “deboli e malaticce”), violenza fisica e
minacce. E nient’altro che profondo egoismo dimostrano l’insistenza di mia sorella nel mentire su questo gruppo, i cui estremismo, indifferenza per me e
influenza negativa erano noti a molti, la rabbia manifestata da mia madre a me e a chi frequentai in seguito per non esservi rimasta e il rancore ancora più
pericoloso di mio padre, che si stancò del fanatismo e non dimenticò i soldi spesi così male e di aver perso gli amici del paese a causa della setta (lo
rimproverò esplicitamente a mia madre). Peraltro anche alcuni dei loro comportamenti verso altri sono considerati reato dalla legge: so dai miei altri
parenti e in un caso almeno per logica deduzione che i miei genitori e il fratello di mia madre hanno infatti ucciso numerosi gatti domestici e il cucciolo di
cane di mia zia dopo averli accolti in casa per qualche tempo (e consentito a me e, nel caso del cane, a mia zia di creare con essi un rapporto), anche se
avrebbero potuto evitare di adottarli per i figli facilmente con una bugia (allergia al pelo, igiene, tempo scarso, ecc.), come fanno molte persone: nei due
casi peggiori uno fu ucciso dai cani da caccia mentre ero in montagna e un altro quasi certamente con il veleno e non fu portato dal veterinario, così io –
bambina che frequentava le scuole elementari e niente sapeva di malattie e soppressioni con iniezioni – dovetti assistere alla sua agonia per diversi giorni.
Tengo molto a sottolineare che io non ho mai avuto e mostrato interesse particolare per la religione (tutti coloro che mi hanno visto crescere al mio paese di
nascita lo sanno) e che, in seguito a questa esperienza dolorosa fatta così giovane, io ho perso del tutto a 17 anni la fede ingenua instillatami col catechismo
obbligatorio della mia parrocchia di nascita e che a 18 anni ho anche esplicitamente detto di non essere più cristiana sia a uno dei miei compagni della
scuola sia ai ragazzi giovanissimi che la psicologa aveva introdotto nel suo gruppo sfruttando gli incontri nel suo studio con totale sprezzo dei regolamenti
creati da un’esperienza ormai secolare di psicoterapia e seguiti a noti processi giudiziari del passato. Ho anche lasciato che gli insegnanti stessi
conoscessero il mio cambiamento al riguardo, lasciando correre le voci e scegliendo solo filosofi atei per la mia tesina. E dopo essermi allontanata dal
gruppo non ho più frequentato chiese e gruppi di sorta. Questa psicologa ha ovviamente umiliato o creato dei problemi seri anche ad altri dei ragazzi (uno
dei ragazzi perse perfino la sua casa attirando così sui genitori anche le critiche del prete del paese che lo difese): per nessuno di loro le conseguenze di
averla incontrata furono altrettanto gravi che le mie, perché costoro furono aiutati dalle famiglie e da dei conoscenti adulti a liberarsi di lei con minacce di
denuncia, patti che la escludevano esplicitamente, ospitalità e altri aiuti. In seguito ha perfino aperto due (forse più) case per ragazzi e per ragazze, ma non
capisco in base a quale criterio le sia stato permesso, dato che per legge le era possibile farlo in quanto privato ma non in quanto psicologa, trattandosi di
istituzioni di tipo religioso (almeno quanto alle pratiche esteriori). Tra le iniziative sue e del suo gruppo, le pratiche sempre più bigotte e fanatiche, il
vedere ovunque miracoli, l’invadenza, l’isolare, le menzogne, l’ostracismo anche violento, il narcisismo e le “diagnosi” deliranti sono tutti fenomeni tipici
di ogni setta, indipendentemente dalla religione scelta e dall’epoca (ne hanno scritto in molti, tra cui d’Holbach, Voltaire, madame de Staël, Nietzsche,
Pasternak, Lessing, Leopardi, Silone, Jung e soprattutto Fromm). Però forse lei fu influenzata dall’estremismo di alcuni esponenti del Movimento più
ampio e potente cui appartiene (esso prevede per alcuni di loro pratiche di astinenza sessuale e voto di non depilarsi) e dal fanatismo religioso
caratterizzante tutte le attività “terapeutiche” di una serie di comunità per tossicodipendenti che fece conoscere bene anche a me e agli altri ragazzi con una
serie d’incontri (mia madre finì perfino per portarmi a lungo rancore per non aver io cercato di fidanzarmi con qualche residente di queste comunità
fanatiche per tossicodipendenti che ai risultati degli studi sulla tossicodipendenza oppongono attività di cui molti si sono approfittati di certo per non
lavorare e non studiare, ma che hanno anche peggiorato malattie mentali ed esaltazioni). Nell’ultimo periodo in cui la frequentai osservai anche pudore
eccessivo, astinenza sessuale, novene da beghine con qualche richiamo alle antiche indulgenze, digiuni di un giorno, adorazioni mattutine, e perfino
gradini di chiesa saliti in ginocchio oltre a una aggressività e rigidità crescenti (soprattutto intorno al nucleo originario e alla figlia maggiore), anche se
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tutto era iniziato con un rosario serale a settimana e qualche chitarra. Tra le sue “diagnosi” quattro sono per me indimenticabili: quella di maledizione da
parte di una strega di una diciassettenne durante l’infanzia, quella di possessione da parte del diavolo di un uomo sposato, quella di “chiamata” e vocazione
nel caso di una ragazza di meno di 20 anni appena lasciata dal suo ragazzo che subito si fece suora e quella di maledizione o possessione di un gruppo di
dischi, tra i quali anche un album di Bowie e anche cantanti ancora più innocui. In quel gruppo inoltre ho sentito definire miracoli apparizioni di vario
genere riferite, discese dello spirito santo provocanti svenimenti brevi nei più fragili, interventi chirurgici molto costosi riusciti in America e perfino un
profumo di rose avvertito in centro città… A me la “psicologa” ha mostrato una volta dei santini e mi ha detto che la mia reazione infastidita poteva
dipendere da possessione, anche se poco dopo ha riconsiderato la cosa. Ha anche detto che secondo lei il viaggio di Dante è davvero avvenuto, perché “non
si può riuscire a inventarsi una cosa come la ‘Divina commedia’. E naturalmente di tutto ciò all’inizio io non potevo immaginare nulla… (mi ero rivolta a
una psicologa solo per affrontare le conseguenze di una scelta sbagliata riguardo alla scuola superiore e soprattutto i miei disturbi nervosi davvero
ingestibili senza informazione e i miei problemi in famiglia). Peraltro il secondo o terzo anno la psicologa insistette perfino perché tutto il gruppo votasse
un certo partito senza incontrare resistenza da parte dei più (per quanto ne so forse di nessuno tranne me) e organizzò serate di raccoglimento per politici
locali (si trattava davvero di una strana religione, vero?). Aveva quindi non poche ragioni per temere una denuncia legale e non, da parte mia e di altri per
grave abuso della laurea e dell’attività di psicologa e di serio squilibrio mentale. Negare la realtà porta lontano e indifferenza per la realtà (la razionalità) e
indifferenza per gli altri in genere si rafforzano l’un l’altra: per fare un esempio, gli insegnanti della scuola dove la psicologa mi fece iscrivere senza dirmi
che apparteneva ad un noto e influente Movimento di facciata religiosa trovarono molto facile passare dall’indifferenza totale per i non battezzati (espressa
dal preside molti anni fa con la frase “Non importa se i bambini dell’Africa soffrono e muoiono di fame perché tanto non sono battezzati”) al non
riconoscere il diritto alla salute e alla vita ai non appartenenti al Movimento e a chi non li rispetta umilmente e acriticamente come molti pretendano che si
dovrebbe fare con le divinità; e a dimostrazione del fatto che chi è indifferente verso gli altri lo diviene verso la realtà, quando facevo la quinta lo stesso
preside ha detto in aula che la teoria dell’evoluzione è del tutto campata in aria e che si sostiene solo su “qualche ossicino trovato qua e là”. E se i principi
migliori della religione cristiana non hanno fatto presa sulla mente del preside e della laureata in psicologia appartenenti da sempre a questo Movimento
cattolico, non crearono certo mai dubbi di qualche genere agli studenti e agli insegnanti aggressivi appartenenti ad esso per due anni lunghissimi: due
giorni dopo un atto di bullismo fisico che avevo subito da dei compagni dopo settimane di aggressività verbale da parte degli insegnanti, l’insegnante di
latino ha giustificato la violenza fisica stessa dalla cattedra, esprimendosi indirettamente e cioè parlando di quella negli stadi: secondo lei la violenza va
espressa perché bisogno naturale (poco dopo una mia compagna subì la stessa violenza fisica in palestra, però minacciò la denuncia potendo contare sulla
famiglia e non essendo stata a quanto pare sufficientemente convinta dall’insegnante). Ha anche parlato del gusto del potere che ha secondo lei chiunque e
“anche un insegnante”. E so da un mio conoscente, che con loro ha lavorato a lungo negli uffici universitari, che la frase “non importa, perché l’importante
è il Movimento” si sente dire spesso a coloro che appartengono a tal Movimento se sono alle prese con i problemi altrui e soprattutto con quelli che al
Movimento sono estranei.
A proposito della reale fede di questa psicologa profeta, ricordo che un giorno mi disse: “La verità, la verità! Anche se non è la verità, non importa perché è
questo che funziona…” (se fosse funzionato un po’ di più io sarei morta suicida o in un ospedale psichiatrico a meno di 20 anni, umiliata e senza aver
avuto ancora davvero niente dalla vita, nemmeno il tempo di capire con distacco quanto mi era avvenuto e quanto la vita può offrire di buono). I miei
genitori, che erano stati attratti nel gruppo dalla prospettiva di fare delle conoscenze utili tra persone benestanti, hanno ovviamente continuato ad avere
intimamente, per quanto non esteriormente, riguardo alla religione proprio le idee confuse e il disinteresse che avevano prima di conoscerla. Del resto lei
trovava ridicolo chi la credeva di fede sincera o altruista (me lo manifestò e disse anche davanti a una delle figlie) e ciò anche se questa illusione ingenua è
proprio ciò che pretendeva e recitava con tutti, cui si presentava come una madre e una benefattrice dotata di una fede eccezionale e di una missione divina.
A volte penso che credesse in certi momenti o periodi alle idiozie che diceva e si calasse nella parte: è tipico di chi ha un grave squilibrio mentale stare,
alternatamente o in un certo senso contemporaneamente, dentro e fuori. Per quanto riguarda la fede dei ragazzi del gruppo, c’era chi era fanatico per plagio
o educazione, ma sempre anche per ottusità, in parte voluta; c’era poi chi voleva annullare, con l’idea comoda del “perdono” cattolica o in quella
altrettanto astratta, falsa e comoda di Provvidenza, un senso di colpa giustificato da un atto grave compiuto o la consapevolezza di non affrontare con
coraggio e realismo certe violenze fisiche e umiliazioni subite dai familiari o magari il proprio rifiuto di aiutare conoscenti in gravi difficoltà; per lo più
comunque tutti volevano così sentirsi eletti, arricchirsi di un nuovo giocattolo e confidare nei propri sogni di viziati o insofferenti o in un luogo dove
passare il tempo libero suonando o mangiando tra gag e canzonette ripetute all’infinito tra apprezzamenti al di là di ogni merito e di ogni vero
coinvolgimento in relazioni reali (si può conoscersi solo in un rapporto a due); c’è stato anche chi, dopo aver affermato in uno sfogo di non aver mai
creduto nella Madonna e di averlo detto solo per far parte del gruppo (cui appartenevano il fratello, la madre e conoscenze utili per il futuro), attirandosi
con questa confessione l’ira degli altri, diventò proprio per questo da quel momento uno dei più “fedeli”, e cioè, secondo l’idea di fede di questo gruppo,
uno dei componenti più intolleranti, attivi, ottusi e aggressivi, avendo cura ovviamente di mescolare irritazioni personali al disprezzo del “Giusto” per
l’infedele… sull’esempio del capogruppo, del resto). Si autodefinivano “Eletti” o “chiamati” – a fare cosa non era dato sapere - e si sentivano protetti dalla
sfortuna e dispensati dal dovere di avere dubbi su ogni cosa e di pensare, dato che erano protetti da conoscenti benestanti e dal proprio aspetto curato , dato
che si credevano accompagnati da uno “Spirito Santo” di cui non hanno mai spiegato la natura e di cui pareva credessero di aver l’esclusiva e dato inoltre
che consideravano preti e Papa manifestazione della volontà personale di Dio in terra… come chiunque non abbia l’onestà di studiare la storia o di
accettarla.
La psicologa in questione quando la conobbi finse empatia, applicando una tecnica psicologica sempre prescritta nei manuali sui colloqui in psicologia
clinica, ma poi, avendo notato che non riuscivo a parlare fin dai primi mesi in studio non mi aiutò e anzi, alla faccia di tutte le tecniche cognitivo-
comportamentali esistenti, mi disse che vedeva che spesso con lei o altri muovevo le labbra come se stessi per parlare ma poi rinunciavo a farlo e quindi mi
disse con tono irritato: "Parla, no!" (capite a cosa le è servita la laurea in Psicologia?!). Tanto valeva allora dirmi di evitare semplicemente di fare o dire
qualcosa se non lo volevo. Poi quando non seppi parlare di un libro che lei mi aveva prestato (vi si raccontava di un caso di violenza familiare che per me
fu doloroso leggere e di cui non riuscivo a parlare per via delle emozioni che aveva scatenato trattandosi di narrativa, mentre io avevo bisogno del distacco
della saggistica) e non riuscii a scriverle dei miei ricordi in modo essenziale, ordinato e privo di reticenze (del resto i miei problemi erano di
comunicazione e non mi ero mai confidata con nessuno), la psicologa iniziò a parlarmi sprezzantemente e a rifiutare di aiutarmi a esprimermi riguardo ai
problemi presenti che meno capiva e accettava e soprattutto al mio passato e a ogni cosa riguardasse la mia famiglia (ma tutto dipendeva anche dalla mia
famiglia!), e ciò lo fece poi insieme a una “psicologa” sua amica, da cui mi mandò nel momento in cui più dipendevo da lei e con la quale può essere
letteralmente quasi identificata. I pochi altri consigli pratici di altro tipo che mi diedero ebbero risultati molto negativi, dato che non erano dati
considerando le situazioni (da sola non potevo farne un quadro preciso) e non essendo mai alla portata delle mie scarse capacità sociali (esse divennero, del
resto, sempre più ridotte fintanto che non mi allontanai) oltre che, almeno a partire dal mio coinvolgimento nelle sue attività fuori dal suo studio, essendo
essi in genere pensati nel loro e non nel mio interesse (gli interessi loro e dei miei familiari soprattutto riguardo al gruppo contrastavano nettamente con il
mio). Mi disse anche che io dovevo “guardare e imparare”, come se blocchi e coazione si risolvessero così e come se potessero fungere da modello per
qualcuno quei ragazzi quasi tutti viziati o disturbati, oltre che in generale narcisisti (il termine più ricorrente lì era e probabilmente è ancora “chiamati”,
pressoché sinonimo di “eletti”). So che pretese manodopera gratuita da tutti coloro che rimasero con lei dicendo loro che dovevano ripagarla (almeno in
qualche caso anche quotidiana). Per potermi allontanare le avevo chiesto di non coinvolgere nel gruppo i miei genitori e lei più di una volta mi promise che
non l’avrebbe fatto, prima di farlo. Lei ci contava spesso e gonfiando il numero con chi era una presenza occasionale. E sia lei che la sua amica e collega
avevano l’aria di considerare senza speranza od oggetto legittimo di sfruttamento chiunque faticasse a difendersi da loro (“Ecco l’ennesimo cretino malato
che paga” sono le parole che Erich Fromm mise in bocca a questo tipo di psicologi). Questo per quanto riguarda la loro conoscenza e la loro fedeltà ai
manuali (universitari e non) e al codice deontologico della professione, quanto a terapie e rigorosa separazione degli interessi coinvolti e gestione del
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transfert. Quanto alle diagnosi, non me ne hanno quasi mai fatto cenno esplicito, ma di certo facevano confusione perché conveniva attribuirmi qualcosa
che mi facesse apparire a lei meno importante (a questo tipo di persone giova perché così considerano meno grave i loro tentativi di manipolare gli altri):
senza fare domande precise, basandosi su un’intervista semi-strutturata, senza consentire l’autoanalisi con precise istruzioni e qualche test da fare anche
solo in privato e senza agevolare le risposte con qualche informazione generica circa problemi e soluzioni non farmacologiche, non è possibile per nessuno
individuare un problema in altri, soprattutto se giovani. Ogni psicologo può avere solo ipotesi, deve basare i suoi giudizi su ciò che viene comunicato
agevolando la comunicazione e deve verificarne la correttezza considerando che a giudizi corretti segue un miglioramento nel modo di svolgersi dei
colloqui, nella vita e nei sogni notturni del paziente. Inoltre uno psicologo non deve mai dire al paziente che è un malato perché ne peggiora lo stato e
preclude le sue possibilità di guarigione (sarebbe come dire a un tossico che è tossico). Una cosa assai grave è stata l’avermi la prima psicologa detto – e
con quale noncuranza! – che probabilmente all’origine di un certo comportamento da me riferito c’era stato un abuso sessuale nella prima parte
dell’infanzia contro precise istruzioni dei manuali di psichiatria recenti e in contrasto con le spiegazioni a quel comportamento che si possono leggere in
molti classici di psicologia del passato (quelli di Jung per esempio) e che so essere conosciute perfino da alcune persone prive di laurea in psicologia.
Ricordo che utilizzava spesso perfino il termine “matto” e in un’occasione mi disse: “Se tempo fa non ribattevi nulla a chi ti definiva stupida, si vede che
pensavi ‘Meglio stupida che matta’”. E se parlare spesso di alcol e droghe è spesso sufficiente a spingere un ragazzo che non ne ha mai avuto l'intenzione,
ma è molto sofferente e solo, a cercare conforto almeno nel bere, nel mio caso la psicologa si impegnò di più, accusandomi di essere una mezza alcolizzata
quando ancora non bevevo e ciò seguendo una tecnica di manipolazione psicologica che non è certo ignota a chi ha letto qualche testo di psicologia e che
può avere effetto facilmente su chi ha una nevrosi (il pretesto che usò fu che svuotai d'un fiato un bicchiere pieno di qualcosa di alcolico subito dopo essere
stata offesa da una sua amica per la mia bruttezza e i miei capelli ormai spenti – quindi implicitamente il mio corpo gonfio, la pelle rovinata, i miei orrendi
vestiti e insomma il mio aspetto spiacevole – , che peraltro era stata soprattutto proprio lei a creare, perché fu lei a invitare mia madre nel gruppo e poi a
farle posto bloccandomi là, aiutando così la sua cara amica nel tradimento peggiore che io abbia mai subito). Mi diplomai peraltro con un voto di maturità
basso nonostante la media molto alta mantenuta per 5 anni, con soli 10 punti in più di un ragazzo iscritto dell’anno precedente e appartenente al gruppo con
una media del 4 da anni e dopo aver rischiato di prendere meno come mi fu detto in seguito: le capacità cambiarono a causa delle malattie fisiche non
curate (soprattutto l’anemia accentuata), dei nervi esasperati e delle molte assenze in quinta e anche in questo marinare la scuola la prima ora spesso
c’entrava la psicologa, oltre che il mio esaurimento e malessere fisico, perché il fidanzato della figlia maggiore mi raccontò di averlo fatto a sua volta
mentre eravamo noi tre da soli e con un tono che rendeva anche troppo chiaro cosa cercavano di ottenere (anche per questo “consiglio indiretto” vale ciò
che ho già scritto a proposito dell’incitare a ubriacarsi un ragazzo solo, sofferente, fragile e nevrotico).
Tra le diagnosi interessate e prive di valore dal punto di vista clinico della psicologa amica della caposetta io ricordo quando mi disse che mi riteneva
paranoica (in qualunque manuale di psicologia potete leggere fino a che punto la paranoia sia diversa dalla fobia sociale o dagli attacchi di panico/crisi di
angoscia e fosse conveniente per lei e la sua amica e collega attribuirmela), quella di blocco emotivo quando non sentivo più alcuna attrazione fisica e
sessuale per il primo partner quando, dopo averlo frequentato per alcuni mesi, avevo ormai conosciuto almeno alcuni dei difetti peggiori e la sua
lontananza da me sia caratteriale che affettiva, quelle per cui il mio “problema” sarebbe stato il non lasciarmi andare (chiarissimo, no? Proprio come nei
più triti e convenzionali telefilm per ragazzi e poi il mio problema era casomai il contrario dato che “scivolavo” lasciando quindi troppo spazio al caso e
alla volontà altrui, non riuscivo cioè a prendere da sola e mantenere con fermezza decisioni basandole sulle mie reali sensazioni spiacevoli e piacevoli e su
quello stupore particolare che spesso apre tante porte e contribuisce a rendere possibile fare e seguire un progetto), non recitavo abbastanza con gli altri
(però il sintomo più limitante che avevo era invece dato da tic/automatismi rafforzati da blocchi, cioè l’insincerità quasi costante coatta, e la mia esperienza
successiva dimostra che Jung aveva ragione quando vedeva nella faticosa ritrovata libera espressione di sé la via di guarigione di molte o di tutte le
nevrosi), avevo degli “schemi” (ciò che possiede ogni essere umano), mi avrebbe fatto bene un corso di teatro dato che le avevo detto, in un momento di
sconforto, che avrei preferito essere chiunque altro e infine – ed è la più originale – quella di manifestazione psicosomatica del rifiuto del contatto riguardo
ad un’acne molto accentuata avuta quando frequentavo le scuole medie, mangiavo dolci, avevo avuto fin dai primi anni di vita un’alimentazione davvero
pessima e non curavo e non avevo mai curato una grave stipsi cronica causata da una malformazione congenita (dolicocolon) e dall’incuria dei familiari
riguardo non solo all’alimentazione ma anche all’igiene (incuria che a me aveva provocato, oltre all’acne, anche dermatite seborroica e malattie serie già
nell’infanzia e nell’adolescenza, tra le quali anemia almeno in due periodi grave, allergie e due patologie autoimmuni, tutte malattie rimaste senza
trattamento e all’origine di altre malattie invalidanti sopraggiunte entro i miei 30 anni connesse al sistema immunitario). Probabilmente comunque si
sforzava di attribuirmi, come la sua amica, anche un disturbo di personalità, perché è una diagnosi di moda affibbiabile a chiunque (dovreste davvero
leggere almeno Diversità, devianze e terapie di Salvini-Galieni) e perché altri vi provarono dopo circa 5 anni e cioè proprio dopo il periodo di tempo di
durata dei sintomi che per convenzione oggi si considera sufficiente per una diagnosi simile, come se la risoluzione di qualsiasi problema nervoso e
malessere dipendesse dagli anni e non dall’aver o meno ricevuto il sostegno dei libri giusti di psicologia e selfhelp e di quelle informazioni “pratiche” che
purtroppo spesso non è possibile comprare, sono raggiungibili con estrema difficoltà da soli soprattutto senza Internet e sono indispensabili per modificare
condizioni di vita difficili e curare la salute fisica. Comunque resta il fatto che solo in casi eccezionali la psicoterapia può consistere nel “fare il muro” -
cosa per la quale non serve laurea – come ha fatto questa seconda psicologa, e che quando non dà risultati dev’essere lo psicologo a chiuderla.
Se qualcuno, o anche molti, di loro sono convinti di avere ricavato del “bene” dalle loro iniziative ciò non ha la minima importanza, perché quando si tratta
di violenza di questo tipo non si può ragionare con le percentuali (al contrario di quanto ritengono le psicologhe qui descritte, le persone non sono numeri e
questo è vero in assoluto e anche per la legge). Di certo comunque in queste situazioni non c'è mai da aspettarsi che i mostri abbiano rimorsi, nemmeno col
tempo, perché essi trovano sempre qualche cosa cui appigliarsi per sostenere di aver avuto ragione essendo innata e immodificabile la loro indifferenza alla
sofferenza altrui e l'assenza di coscienza: dopo che ebbi chiuso i rapporti, la psicologa in questione e il suo gruppo vennero perfino a cenare a casa dei miei
una volta mentre ancora vivevo là e senza avvisarmi in modo che potessi andarmene; lei anni dopo mi disse che aveva avuto ragione a farmi del male e
diffamarmi nel gruppo e a scuola, perché le stavo rovinando il gruppo, perché avevo rifiutato "la Via", "il meglio" e sue vaghe promesse di
raccomandazioni ad altri come riparazione del male fattomi (genericamente e falsamente a causa della diffamazione ormai avviata e già troppo estesa) ed è
sempre stata convinta che ciò che mi aveva fatto non era comunque stato grave dato che ero "stupida" e quindi il mio dolore e la mia morte non avevano
importanza in generale (mi disse di considerarmi intelligente solo in "cose di scuola", anche se seppi dalla sua amica e collega che, quando mi mollò a lei,
lo fece affermando "attenta perché è molto intelligente"). La psicologa sua amica si vantò di lavorare in convenzione (a me e ai miei però ha rubato molto
denaro a ogni seduta), della sua attività politica “di sinistra”(quella in cui tentò di coinvolgermi appena lasciai il gruppo per sfruttarmi anche così) e
addirittura di aver sudato per farmi diplomare (iscrivermi a un liceo scientifico e diplomarmi in una scuola del Movimento sono stati in assoluto gli errori
più grandi della mia vita).
Avendo io in seguito dato prova molte volte sia di forza che di coraggio, sottoscrivo per chi si trova in situazioni analoghe anche ciò che segue tra ciò che
potete leggere nel manuale recente di psicologia del comportamentista Fabio Celi e in quello di Psichiatria di Kaplan e Sadock: gli automatismi e i blocchi
e le difficoltà nel prendere decisioni ostacolate o riguardanti il futuro o nel gestire altri tipici sintomi di una nevrosi vera e propria (soprattutto fantasie e
fobie) non si superano se non per gradi e quando lo permettono le condizioni di vita e soprattutto si dispone, attraverso i libri giusti di una sufficiente
conoscenza dell’inconscio e di un “metodo collaudato”. Tutto ciò significa che in presenza di questi problemi non si può che peggiorare e farsi manipolare
se non si ricevono per tempo almeno qualche informazione specialistica scritta al riguardo e altre informazioni scritte volte a modificare gli aspetti più
esteriori della vita quotidiana abbastanza perché diventi possibile vivere più comodamente, fare progetti realizzabili e avere modo di difendersi sul piano
legale (non servono condizioni di vita ideali e capacità eccezionali).
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La passività da me mostrata nel restare nella “setta”, nella scuola tanto odiata e negli studi di psicologhe di tal fatta non è dipesa da carattere o malattia
innata e non caratterizza solo la mia esperienza, ma quella di moltissime persone di personalità e condizioni diverse in situazioni simili: cercàtene
conferma nelle pagine del codice deontologico degli psicologi, in quelle degli psicoterapeuti Jung, Fromm, Lacan, Reich, Celi su chi, giovane e ancora
ignorante si rivolge a psicologi, nei libri sul mobbing (ad esempio quello di Guglielmi) e nelle testimonianze di chi è stato in un movimento religioso o in
un gruppo con una bandiera e un leader di qualunque genere (anche politico, come nel caso di Ignazio Silone). Nessun essere umano può “arrangiarsi”
anche perché certe informazioni non possono venire che dagli altri soprattutto per chi non ha con Internet la grande confidenza che in genere in Italia
all’epoca avevano tra i giovani al massimo i benestanti figli di laureati, senza contare che oggi online si possono trovare informazioni riguardo a piani di
studio universitari e cataloghi delle biblioteche che forse mancavano negli anni ‘90 e in quelli poco successivi e probabilmente non era nemmeno possibile
acquistarvi dei libri con la possibilità di rimborso: senza basi la ricerca è quasi sempre vana o troppo lunga per risultare utile perché si viene deviati da dati
falsi e parziali, si tende a dare per scontato che non si possa trovare in biblioteca o addirittura non esista ciò di cui non si sente mai parlare e soprattutto
quando si soffre non si ha distacco, energia e fortuna sufficienti per avere buone idee e trovare da soli ciò che più è importante sapere, tanto è vero che è
più facile fare ricerche sui problemi altrui.
E poiché per marchiarmi e diffamarmi, ma anche appunto per rendermi più debole e suscitare in me delusione e disperazione di trovare vere soluzioni,
queste due criminali con uno studio da psicologhe riconosciuto e stipendiate mi hanno indotto giovanissima e senza esami diagnostici di controllo (avevo
già diverse malattie non curate) anche ad assumere uno psicofarmaco molto dannoso anche sul fisico (causa in particolare molto spesso diabete, cui sono
predisposta, oltre a dipendenza e aumento di peso), chiudo la testimonianza avvisando anche che non si deve credere a chi afferma che i farmaci psicotropi
danno la forza di risolvere da soli i propri problemi, dato che anzi ingoiare pillole psicotrope provoca malattie fisiche gravi o croniche, peggiora l’aspetto e
causa diffamazione e i manuali di psichiatria stessi vietano di prescriverne se non si è appurato con precisione che una persona conosca almeno le tecniche
cognitivo-comportamentali descritte nei manuali in uso oggi (sebbene siano utilissime anche quelle illustrate in semplici testi recenti di self-help e nei libri
migliori del passato come quelli di Jung e Fromm), tecniche che possono modificare anche fisicamente e stabilmente il cervello (è stata dimostrata la loro
azione su neurotrasmettitori, neuroni e DNA). È ai libri giusti, oltre che al mio compagno e al mio impegno, che devo l’aver superato da tempo i miei
problemi nervosi più limitanti e naturalmente l’aver eliminato dalla mia vita gli psicofarmaci.
Dopo 7 anni che né la vedevo, né la sentivo, la psicologa filantropa qui ritratta mi ha telefonato per dirmi che secondo lei io a 26 anni sarei dovuta andare
in un certo ospizio (si tratta di un’istituzione per indigenti con handicap della mia città di nascita) e non lo scrivo per aggiungere una nota di colore al
quadro, ma per far notare che perfino questo è qualcosa di più della prospettiva datami dall’assistente sociale comunale, dalle associazioni per donne e
dall’ospedale (oltre che mancanza di cure mediche, protezione e progetti, anche minaccia d’internamento psichiatrico) e di ciò che in Italia si sentono dire
migliaia di persone che chiedono aiuto alle istituzioni senza per natura essere parassiti e non ricevendone dai familiari: secondo riviste, giornali, servizi
televisivi, confidenze online e non, ma anche libri universitari di psicologia e scienze sociali, è ciò che accade a genitori di figli con handicap fisici e
mentali congeniti, a molte donne gravemente maltrattate dal padre o dal partner, a non poche persone separate o divorziate anche con figli piccoli o
disoccupate per i motivi più diversi, a quei lavoratori e pensionati il cui denaro non basta a pagare nemmeno l’affitto di un bilocale, ma anche ad alcune
persone poco al di sopra della mezza età con delle malattie e in affitto. Tutti coloro che non riescono a pagare l’affitto o si trovano in condizioni
economiche precarie in particolare sono minacciati spesso d’internamento psichiatrico quando vengono in contatto con gli ospedali e soprattutto con le
case di cura (non sempre è una protezione in tali casi essere sani di mente e in possesso di referti che indicano malattie organiche) ed è certo che nelle
residenze del CSM per la lungodegenza si possono sempre trovare individui abbastanza autonomi o con disturbi nervosi irrilevanti che vengono fatti
risiedere lì per mancanza di alternative adatte (lo affermano anche i manuali universitari, che lo riconducono a una cronica mancanza di finanziamenti e a
leggi che li bloccano). Faccio rilevare che per legge non si può risiedere nei centri del CSM senza una “terapia”…
Voglio solo sottolineare il meccanismo distruttivo che si è creato con una serie di governi che hanno impedito quasi a tutti di difendersi
dai medici e dagli psicologi con l’istruzione e con le leggi e rifiutato soluzioni definitive sicure al problema dell’abitazione e che
soprattutto hanno giustificato sulla carta con l’avvento dell’assistenza sociale moderna il ritiro e l’assenza d’intervento dello Stato nella
questione degli obblighi all’assistenza reciproca un tempo esistenti per tradizione e per legge tra parenti e poi hanno permesso agli
operatori sociali di ignorare ogni dovere di prevenzione e azione di sostegno concreta per dire a chi si rivolge loro di rivolgersi invece ai
propri familiari (chi insiste nelle richieste in genere non ottiene che di essere definito aggressivo se non paranoico). E a peggiorare la
situazione ci sono i molti limiti posti al volontariato da regole impossibili da applicare per gli alti costi che ciò comporterebbe, senza
considerare che ovviamente non sempre un volontario sa accettare pesanti imposizioni nella sua attività non retribuita.
Vi invito a riflettere e soprattutto a verificare tutto questo personalmente osservando, ascoltando, sfogliando qualche rivista o quotidiano, consultando
dossier critici sul volontariato, curiosando online e in TV e leggendo anche soltanto Il colloquio dell’assistenza sociale di Allegri, Politica dei servizi
sociali di Ferrario e Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia di Celi, sebbene al riguardo perfino i manuali di Psichiatria e alcuni
testi per concorsi statali siano in alcuni paragrafi espliciti. I testi degli studiosi celebri del passato citati nella testimonianza sono anch’essi utili letture per
approfondire i molti argomenti.
P. S. Ho da tempo risolto tutti i miei problemi più limitanti e non m’importa affatto di essere un’eccentrica. Mi sono anche rassegnata
sufficientemente alla mia breve prospettiva di vita, alla precarietà non solo economica della mia situazione e anche alla mia inevitabile
assenza di amiche, vita sessuale, privacy, lavoro, sport, serie TV, film, musica e vacanze, perché sono stata indubbiamente felice negli
ultimi 14 anni: l’affetto e la stima non mi sono mai mancati e l’informazione letta e trasmessa ha tenuto vivo il mio legame con gli altri;
ricordo molto bene molti film e telefilm tra i più belli e utili di sempre e ne parlo spesso con il mio compagno, che li conosce bene; ormai
ho voglia di ascoltare musica di rado; ho trascorso le giornate sola in casa senza annoiarmi e restare inattiva grazie alla lettura e ai miei
scritti e ho avuto un costante contatto con la natura (amo il paese di montagna dove vivo); sorrisi e anche risa sono per me un’abitudine
quanto la tranquillità, perché sono diventata molto indipendente nella scelta dei modi di organizzare la convivenza, i divertimenti e le
faccende domestiche e il mio compagno condivide molti miei interessi e non pretende che cucini e che mangi con lui, veda i suoi familiari,
tenga acceso il telefono, vari il miei abiti per la casa e mi adegui ad altre simili convenzioni come ad esempio il festeggiamento di
compleanni, anniversari, mondiali di calcio e festività non sentite (da anni io festeggio solo il Natale, che per me inizia in genere da
ottobre, comporta bilanci scritti e progetti per l’anno nuovo, acquisti per la casa e molte semplici decorazioni ed è la festa degli affetti
profondi, dei valori solo personali e sinceri e dei risultati positivi conseguiti); il mio abbigliamento fuori casa e la mia casa senza
campanello e senza citofono sono sempre più comodi e piacevoli, per quanto sobri; la mia comunicazione è sempre più efficace in privato
e, fuori casa, sono uscita “vincitrice” da molti scontri; il mio autocontrollo e il modo in cui gestisco le emozioni sono abbastanza
adeguati; la mia dieta da anni è estremamente sana e disciplinata (peraltro in essa manca del tutto qualsiasi alimento zuccherato diverso
dalla frutta fresca e spesso anche il lievito); alcolici e fumo sono solo un brutto ricordo da quasi 20 anni e ho saputo, oltre che dovuto,
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rinunciare anche a caffè e tè e ad alcuni dei cibi che preferisco; l’uso che faccio dei farmaci è assennato; le mie spese superflue sono
limitate. Come dovreste aver notato, non è chi è privo di grande forza di volontà ad essere predisposto a tic e altre compulsioni o a
ossessioni! E non sempre è nei vigliacchi che si sviluppano durante la crescita numerose fobie!! Ho gradualmente riempito di affetto e
conferme il vuoto enorme creato da una solitudine durata almeno 20 anni e mi sento e sono forte e realizzata come individuo e come
donna (non ho mai voluto figli). A chi dice che il perdono o la mancanza di rancore verso i familiari o addirittura verso chiunque altro
sia stato e continui a essere un nemico (non si penta dandone dimostrazione concreta, quindi confessando anche in tribunale e cercando
di rimediare in ogni altro modo) è un dovere morale e che è necessario all’equilibrio interiore, potrei senz’altro rispondere che il mio
odio è più vivo che mai e sto bene. Un vecchio proverbio dice: “Se vuoi danneggiare i tuoi nemici, governati bene” e non è detto che il
prudente conformismo nei confronti della retorica a senso unico sulla famiglia e di quella ancor più vuota sul rancore verso i criminali
sia sempre il modo migliore di governarsi (ci sono situazioni in cui esprimersi liberamente è vitale).
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