Il rapporto d'amore tra le divinità e gli esseri umani nei miti più conosciuti del mondo greco.
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Added: Dec 21, 2009
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Ganimede era un giovane mortale talmente bello da
suscitare l’ammirazione e l’invidia da parte degli dei.
Zeus se ne invaghì e lo rapì al padre per portarlo
nell’Olimpo e farne il coppiere degli dei e lo risercì
regalandogli dei velocissimi cavalli (cfr. Iliade, V)
Le modalità del rapimento presenta alcune varianti: nella
iconografia iniziale Zeus è rappresentato in forma umana
mentre pone una mano sulla spalla del giovinetto che lo
guarda atterrito. In seguito prevalse la leggenda che a
rapirlo fu un aquila inviata da Zeus oppure lo stesso dio
trasformato in aquila
( trapezoforo)
Il mito non fa altro che confermare quanto
già detto in precedenza della consuetudine
del mondo greco circa l’educazione dei
giovani e l’intervento del padre degli dei
conferisce all’istituzione della pederastia
un’autorevole paternità.
Zeus è l’amasio ufficiale di Ganimede
Il mito visto dal Correggio
Il “Ganimede” di Fogg
Interessante rimane la testimonianza
su un’anfora che contrappone la scena
precedentemente descritta ad una scena
coniugale in cui Zeus ed Era sono colti in
un momento di intimità domestica, quasi
a ribadire che la pederastia non fosse in
contrasto con l’istituzione familiare e
coniugale
“Leda e il cigno” di Michelangelo
Zeus si innamorò di Leda, moglie
del re di Sparta Tindaro. Per
avvicinarla il padre degli dei,
esperto trasformista, ricorse al
trucco di trasformarsi in un cigno
che, inseguito da un’aquila andò
a rifugiarsi presso Leda che, per
proteggerlo, lo nascose tra le
gambe sotto la veste. Ciò che
accadde dopo è prevedibile
All’uomo era permessa la trasgressione, la donna cedeva ingannata e
salvaguardava la propria dignità offesa.
“Leda e il cigno” di Leonardo
Dall’unione nacquero Elena di Troia, Clitemnestra, moglie di
Agamennone e i Dioscuri Castore e Polluce
“Leda e il cigno” di Armani
Una realizzazione moderna composta
da luci al neon che coglie in modo
esplicito l’accoppiamento tra il
cigno/Zeus e Leda, ben lontano dal
bassorilievo in marmo del II sec. d.C.
Europa, giovane figlia del re di fenicia,
stava giocando tra i fiori di un prato
quando le si avvicinò un toro dal colore
stupendo e dal profumo di zafferano.
Affascinata dalla bestia che le si era
accucciata accanto, la giovane montò
in groppa, ma in realtà quel toro era
Zeus che innamoratosi della fanciulla
aveva deciso di tramutarsi in toro per
rapirla. Con Europa sulla groppa
attraversò il mare e si recò a Creta
dove le Ore avevano preparato il letto
nuziale
“Europa e il toro” di Veronese
“Le fanciulle amiche di Europa
assistono al rapimento” di Tiepolo
Sarpedonte
Minosse : per il senso di
giustizia fu reso immortale e
messo a giudicare le anime dei
defunti
Radamanto : anche lui fu
reso immortale per i suoi
meriti, per sfuggire all’ira di
Minosse si recò in Beozia dove
sposò Alcmene
Una rappresentazione moderna
del ratto di Europa (autore
Orbetto, XX sec). Il toro in
realtà è un bufalo delle praterie
americane e Europa, nuda e
con la cavalcatura a pelo,
sprigiona forte sensualità
Ancora un rapimento di una
fanciulla e la forza animalesca
del maschio che sovrasta.
Desideri nascosti di virilità
prorompente ? Voglia di
evasione ?
Mirra, una principessa assira figlia di
Theios, si innamora di suo padre al
punto di giacere con lui usando uno
stratagemma per non farsi
riconoscere. Scoperto il fatto il padre
andò su tutte le furie e la fanciulla
per sfuggire alla sua ira si tramuto
nell’albero di mirra
Dopo dieci mesi da una fenditura dell’albero nacque un bel bambino,
talmente bello che Afrodite e Persefone vollero allevarlo. Nacque tra
le dee una lite e Zeus decise di affidare il bambino per quattro mesi
ad una, quattro all’altra e quattro libero.
(Tiziano)
(“Venere e Adone” – Caravaggio)
Adone, frutto dell’incesto, è il
simbolo dell’alternarsi del
raccolto, che nasce e muore
(Persefone); mentre una
variante al mito vuole che
Adone, amante di Afrodite,
fosse attaccato e ucciso da un
cinghiale
Adone : bello e sessualmente sfrenato (nato dalla mirra)
Cinghiale : forza della natura
Pianta della lattuga sotto cui tenta di nascondersi : simbolo
dell’impotenza
(“Venere e Adone”
L’incesto dunque, in una società
“permissiva” come quella greca era
apertamente condannato e la morte del
giovane venne celebrata durante le
feste Adonie in Atene come fine
dell’estate con danze e canti funebri
accompagnati dal suono lamentoso di
flauti
Quanto inoltre fosse importante il
messaggio didascalico relativo all’
incesto basti citare il mito di Edipo
“Atteone e Artemide” - Tiziano
Atteone era un eroe tebano
indomito cacciatore (istruito dal
centauro Chirone). Durante
l’inseguimento di un cinghiale il
giovane capitò presso un
laghetto, dove Artemide e le
Ninfe stavano facendo il bagno.
Quando la dea vide il giovane,
presa dalla vergogna e dall’ira,
gli gettò addosso l’acqua del lago
e il giovane fu mutato in cervo.
Poi fu assalito dai suoi stessi cani
e dilaniato.
Non tutte le divinità erano
disponibili ad avere rapporti
con i mortali; Artemide, gelosa
della sua verginità, si vendica
immediatamente del giovane
che ha osato guardarla nuda,
mentre faceva il bagno
(ricordiamo l’episodio di Tiresia
e di Afrodite). Viene ribadito il
concetto di segregazione.
Quale leggenda più famosa di quella di Apollo
e Dafne ? Celebre la statua del Cellini che
ripropone il mito di Apollo che, invaghitosi
della bella ninfa, la insegue e la fanciulla
vistasi persa chiede al padre Nereo di
trasformarla in albero (dafne = alloro). E la
statua immortala proprio questo momento
Inseguimento e senso del possesso maschile nei confronti della donna
che non può sottrarsi alla violenza e al desiderio.
Nel vario universo delle divinità
minori spicca la figura di Pan e
dei Satiri. Figlio di Zeus e di una
ninfa, Pan era la divinità dei
boschi e delle greggi, raffigurato
come mezzo uomo e mezza
capra; era simbolo della fertilità e
della virilità.
I Satiri, figli di Dioniso e di una
Naiade, avevano lo stesso aspetto
di Pan e spesso erano raffigurati
in scene di accoppiamento con le
ninfe dei boschi. Anch’essi
simboleggiavano la sessualità
animalesca
Museo Archeologico di Atene
“Afrodite con un satiro”
Spesso accostato a bellissime ninfe o
dee, queste divinità minori furono il
simbolo della virilità e della violenza
sessuale, sfrenata e animalesca
Il mondo romano, come
vedremo in seguito,
esasperò questo aspetto,
tanto che il desiderio
sessuale sfrenato viene
spesso accostato al
termine “satiro”
Zeus sotto forma di
nebbia si unisce a Io
Afrodite e Ares visti dai
RinascimentaliUn satiro moderno
circondato da sensuali
fanciulle