singolarissimo mondo che è come una Camera di Commercio del
canto e della danza, mondo suddiviso in piccoli quartieri, in
minuscole stanze a pian terreno ed al mezzanino, dove convengono
ad ogni ora artisti, impresari, speculatori, faccendieri, buongustai,
abbonati, pubblicisti, librettisti, maestri di musica, mezzani. Mancava
allora la troppo celebrata galleria Vittorio Emanuele, sotto la cui
cupola bighelloneggiano gl'irrequieti cercatori di scritture teatrali; ma
c'era il portico del teatro della Scala, c'erano gli sgabuzzini degli
agenti, i negozii di musica di Francesco Lucca e di Giovanni Ricordi, i
caffè, le fiaschetterie, i camerini delle imprese, le quinte dei
palcoscenici: e dappertutto era un rimescolìo di offerte e di
domande, una animata, continua, febbrile conversazione, un
protestare, un indignarsi, anche uno scambio di male parole fra chi
vantava i propri meriti, e chi s'ingegnava a disprezzarli per pagar
meno: e tutto questo accompagnato da squassamenti delle lunghe
zazzere dei tenori spioventi sui baveri, da movimenti drammatici dei
pizzi prolissi dei baritoni, da voci cavernose dei bassi profondi, dallo
scodinzolare leggiadro dei soprani, dei mezzi soprani, e dei contralti.
In quel mondo, al quale mancò finora — ed è veramente un peccato
— l'arguto e verace istoriografo, si aggira inquieto e nervoso quel
giovane di ventotto anni, che ascolta tutti e discute animato ed a
scatti, che, nel facile contradire delle conversazioni al caffè, batte
con violenza sul tavolino la mano larga e tozza, e con l'audacia di
certi suoi propositi scandalizza i refrattari parrucconi del
Conservatorio milanese: quei parrucconi che con una farisaica
interpretazione dei regolamenti avevano respinta la sua domanda di
parecchi anni prima per essere ammesso fra gli alunni di
quell'Istituto musicale.
A cotesto giovanotto oramai maturo e già autore di due opere, che
dice a tutti di non volere più scrivere per il teatro, e invece non
pensa, non discorre, non palpita che per cotesto fantasma dei suoi
trepidi sogni, a quel giovanotto occorre si presenti una occasione
fortuita, occorre il mancato adempimento ad un patto contrattuale di
qualche maestro, che so io? la necessità in cui si trovi un impresario
di fare onore in qualsiasi modo agli impegni assunti col pubblico: