L’espressione " terra dei fuochi " comprende una vasta area situata nell'Italia meridionale, tra le province campane di Napoli e Caserta , caratterizzata dalla forte presenza di rifiuti tossici e soprattutto di numerosi roghi di rifiuti.
La sua espansione La terra dei fuochi comprende un territorio di 1076 km², nel quale sono situati 57 comuni, nei quali risiedono circa 2 milioni e mezzo di abitanti: 33 comuni situati nella provincia di Napoli e 24 comuni situati nella provincia di Caserta. È compresa quasi l'intera provincia napoletana, mentre del casertano è colpita soprattutto la parte meridionale e sud-occidentale.
Le sue caratteristiche Si caratterizza per lo sversamento illegale di rifiuti, anche tossici , da parte della Camorra e, in particolare, dal clan dei Casalesi. In molti casi, i cumuli di rifiuti, illegalmente riversati nelle campagne, o ai margini delle strade, vengono incendiati dando luogo a roghi i cui fumi diffondono nell'atmosfera e nelle terre circostanti sostanze tossiche, tra cui diossina . Ma i più pericolosi sono i rifiuti industriali e anche quelli nucleari.
Inquinamento dei prodotti agroalimentari L'inquinamento da diossina dei terreni è estremamente pericoloso perché introduce sostanze tossiche nella catena alimentare degli animali da allevamento e può raggiungere anche l'uomo. Nel 26 marzo 2008 furono riscontrate presenze di diossina nel latte di bufala provenienti da allevamenti del casertano, attribuite all'inquinamento ambientale. A seguito di questi riscontri, alcuni paesi bloccarono temporaneamente l’importazione della mozzarella dalla Campania.
Smaltimento illegale dei rifiuti La zona sarebbe interessata anche da un consistente traffico di rifiuti, tra le cui attività rientrerebbe lo sversamento e l'eliminazione di materiali come copertoni o scarti di abbigliamento, provenienti soprattutto dal Nord Italia, o il recupero del rame dai cavi elettrici.
Lo « smaltimento» I roghi divennero più frequenti quando potevano essere confusi tra i numerosi roghi appiccati ai cumuli di immondizia durante la crisi dei rifiuti in Campani, tra il 2007 e il 2008. I carabinieri accertarono che solo tra il gennaio e il marzo del 2007 furono bruciati 30 000 kg di rifiuti in terreni agricoli, con un ricavo di oltre 118 000 euro.