Silio; e dandole pel sozzo genio l'infamia di sposare un doppio
marito, celebrò con costui solenni nozze, con dote, testimoni,
auspizj, vittime, e il talamo preparato al pubblico cospetto. Claudio
soscrisse il contratto nuziale, credendolo un talismano per istornare
non so che malurie de' Caldei: ma quando i liberti e le bagascie lo
informano del vero, si sgomenta, e va chiedendo se imperatore sia
ancora desso o Silio. Per sottrarsi al pericolo che gli descrivono
imminente, si lascia indurre a cedere per un giorno il comando a
Narcisso: questi lo porta a Roma, ove i soldati invocano vendetta,
non perchè ad essi caglia dell'onore di lui, ma per farne lor pro; onde
si moltiplicano i supplizj e Messalina stessa è uccisa. Quando
l'imperatore l'udì morta, non chiese il come; e dopo alcuni giorni,
mettendosi a tavola, domandò — Chè non viene Messalina?»
Allora volle sposare la nipote Agrippina, vedova di Domizio
Enobarbo; e benchè la legge considerasse tal nodo come incestuoso,
il popolo e il senato gliel'imposero. Costei, sorella e druda di Caligola,
cara al popolo perchè figlia di Germanico, scostumata e crudele
come Messalina, era salda di volontà, sicchè da imperatrice sedendo
accanto al cesare, dava udienza agli ambasciatori, rendeva giustizia,
e fece moltiplicare supplizj per incanti, per oracoli, per sortilegi, per
gelosia. Principalmente tendeva a far che Lucio Domizio Nerone, che
essa avea avuto da Enobarbo, si sostituisse a Britannico figlio di
Claudio e Messalina: in un istante di debolezza indusse Claudio a
nominarlo successore; poi temendo non questi mutasse proposito,
gl'imbandì de' funghi avvelenati (54); il medico fece il resto, e lo
mandò fra gli Dei, tra cui Roma lo adorò.
All'istante designato per propizio da' Caldei, Nerone, di appena
diciassette anni, presentossi alle coorti, che lo salutarono imperatore,
il senato lo confermò, le provincie lo accettarono. Popolo, senato,
tribuni sussistevano ancora colle antiche prerogative, e potea darsi
che qualche volta volessero esercitarle, e toglier via un potere ch'era
sempre nuovo perchè non ereditario. Pertanto gl'imperatori, al primo
venir al trono, stavano in apprensione, e dissimulavano finchè non si
fossero convinti o che tutto era inane apparato, o che fra tanto
egoismo non era cosa che non si potesse osare. Anche Nerone