Tra per forza d'armi e d'inganni, gli Assassini s'impadronirono in
breve di molte castella e luoghi muniti della Persia. Il soldano Malek
Scià li assalì, i dottori della legge li scomunicarono; ma i Fedàvi
spargevano morti segrete fra i nemici dell'ordine; il ministro del
sultano, Nizam-u-Malk, fu colpito di stilo; il suo signore morì poco
dopo, improvvisamente, e di veleno, come ne corse il sospetto.
Di là si sparsero nella Siria. Al tempo di cui narro, Abus Wefa, Dai al
Kebir d'Occidente, doveva passare dal castello di Kanat fino alle
montagne presso Tripoli (Tripoli di Palestina, intendiamoci), stringer
trattati coi Turchi, che gli cedettero alcuni distretti, e perfino col re di
Gerusalemme, Baldovino II, essendo auspice e mediatore al trattato
Ugo de' Pagani, un gran maestro dei Templarii!
Capite che roba? Per fortuna, di questo non abbiamo a trattar noi.
Siamo nel 1102; Hassan, il terribile Sceik al Gebal, è nella sua rocca
persiana di Alamut, dove camperà ancora ventidue anni. Abu Wefa, il
gran priore di Palestina, è tuttavia a Kanat, donde negozia e
congiura con Afdal, l'usurpatore, e con Bahr Ibn, il pretendente al
trono d'Egitto, coi Sultani Selgiucidi, coi reali di Gerusalemme, con
tutti, pur di estendere il suo dominio nella Terra Santa, intorno al
nuovo regno della Croce; disposto insomma ad allearsi con uno dei
tanti, per vincere gli altri, e tradir tutti ad un modo. Era la politica del
tempo; è pur troppo la politica di tutti i tempi.
I nostri viaggiatori, brevemente informati di ciò che sapeva Abd el
Rhaman intorno a questi Assassini, tennero consiglio tra loro. Lo
scudiero voleva che si andasse tutti ugualmente, perchè gli
Assassini, se erano davvero gli amici dello Sciarif e se questi si era
avvicinato al loro castello, non dovevano incuter timore; e infine
perchè non erano ladroni, nè usavano andare attorno in così gran
numero, da spaventare una schiera di gente risoluta.
Ma prevalse il consiglio di Gandolfo, che si avesse a dividere la gente
in due schiere. La prima e la più numerosa, coi cammelli e una parte
degli arcadori, sarebbe rimasta in attesa al pozzo di Rehobot; egli,
con una mano di uomini volenterosi e una guida araba, si sarebbe
spinto innanzi per le gole di Cades, alla ricerca di Bahr Ibn. Un