Carni di cane gatto

fabriziodestefani 203 views 6 slides Aug 10, 2018
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In Italia non è espressamente vietato mangiare carne di cane o di gatto.

Il nostro ordinamento - oltre a vietare l'importazione di carni canine e feline per disposizione del "vecchio" Regolamento di Polizia Veterinaria del 1954* - si limita a sanzionare l'uccisione degli animali ...


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CARNI DI
PETS
In Italia non è espressamente vietato mangiare carne di cane
o di gatto.

Il nostro ordinamento - oltre a vietare l'importazione di carni canine
e feline per disposizione del "vecchio" Regolamento di Polizia
Veterinaria del 1954* - si limita a sanzionare l'uccisione degli
animali da compagnia per scopo alimentare.




“Mangiare è una necessità,
mangiare
intelligentemente è
un'arte”.

Francois de La Rochefoucauld

Pericoli & Divieti

IN ITALIA NON È VIETATO MANGIARE
CARNE DI CANE O DI GATTO

FABRIZIO DE STEFANI·MARTEDÌ 7 AGOSTO 201 8

È di questi giorni la notizia che nel Regno Unito in fase “Brexit” è stata presentata una
proposta di legge per vietare il consumo della carne di cane. Per quanto possa sembrare strano,
nella culla delle sensibilità protezionistiche animali è si vietato comprare o vendere carne di
cane ma se un suddito di Sua Maestà Britannica decide di uccidere umanamente il suo cane
può mangiarselo legalmente.
E in Italia come stanno le cose?

In Italia non è espressamente vietato mangiare carne di cane o di gatto.
Il nostro ordinamento - oltre che a vietare l'importazione di carni canine e feline per
disposizione del "vecchio" Regolamento di Polizia Veterinaria del 1954
1
- si limita a
sanzionare l'uccisione degli animali da compagnia per scopo alimentare.
Macellare cani e gatti, o altri animali da compagnia, infatti, configura il reato previsto
dall'articolo 544 bis del Codice Penale
2
secondo il quale “Chiunque, per crudeltà o senza
necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due
anni...”.
All’uccisione degli animali da compagnia per fini alimentari (macellazione), infatti, non è
concessa alcuna presunzione di necessità sociale, diversamente dalla macellazione degli
animali zootecnici o l’abbattimento della selvaggina, la cui uccisione è considerata lecita in
quanto correlata alla necessità sociale di produrre e commercializzare le loro carni.
Per quanto possa risultare ripugnante, non esiste, invece, alcun divieto di consumo in
ambito domestico di carni provenienti da carcasse di animali morti accidentalmente per
traumi come, ad esempio, gli animali investiti e uccisi sulle strade.

1
Articolo 53 del DPR dell'8/2/1954 n. 320 (Regolamento di Polizia Veterinaria)

2
Articolo inserito nel C.P. dalla legge 20 luglio 2004, n. 189 che ha previsto una serie di ipotesi in cui sussiste per
presunzione la necessità sociale di uccisione lecita di animali: si tratta dei casi di caccia, pesca, allevamento,
trasporto, macellazione, sperimentazione scientifica, giardini zoologici, etc. (art. 19ter disp.att.).

Questa bizzarra pratica, chiamata roadkill cuisine, è
stranamente diffusa nei paesi anglofoni ed è pure
sostenuta da frange animaliste che considerano
accettabile il consumo di carni di animali morti per
traumi non cagionati deliberatamente dall'uomo,
come avviene nella pratica della macellazione degli
animali provenienti dagli allevamenti zootecnici o
abbattuti nella pratica venatoria.
Per rimanere in Europa, potrà sembrare stupefacente il fatto che solo nel 1986 la macellazione
di cani e di gatti è stata vietata per legge nella (allora) Germania Ovest. Nel 20° secolo, negli
anni dal 1904 al 1924 nelle città tedesche di Chemnitz, Dresda, Zwickau, Breslavia e Monaco
sono stati macellati e sottoposti a regolare visita veterinaria circa 42.400 cani. Secondo i dati
ufficiali, tra il 1900 e il 1985, i veterinari ispettori germanici hanno dovuto esaminare circa
250.000 cani “regolarmente” macellati. Le statistiche indicano che un cittadino medio in
Baviera prima della seconda guerra mondiale mangiava circa 380 grammi di carne di cane
all'anno, benché il consumo fosse limitato all'ambito familiare privato.
Non stupirà allora sapere che alcuni Cantoni di lingua tedesca della civilissima Svizzera non
si siano ancora completamente affrancat i dalla cinofagia, una pratica largamente diffusa fino
ai primi decenni del secolo scorso. Secondo l'organizzazione animalista Mensch-Tier-Spirits-
Helvetia, la percentuale di mangiatori di carni di cani e gatti si attesterebbe tuttora attorno al
3%.
In Italia, il consumo di carni canine e feline, salvo
il caso di ricorso alla roadkill cuisine, è dunque
sanzionato dalla legge e relegato ad ambiti
clandestini territorialmente connotati, come
testimonia l’esempio portato da un collega
vicentino che, sul finire degli anni ‘80, è riuscito a
laurearsi in medicina veterinaria all’Alma Mater
Studiorum di Bologna con un tesi sulla “Tradizione
gastronomica del Gatto alla vicentina".
Figura 1: Esempio di Roadkill Art
Figura 2- Fonte Vicenza Today

È il caso di ricordare infine, che in Italia è perfettamente legale il consumo - e l'eventuale
cessione da parte del cacciatore - di carni di un canide: la volpe, l’unico carnivoro inserito tra
le 48 specie di selvaggina cacciabile nel nostro Paese
3
.


3
Legge n. 157 del 11 Febbraio 1992 - Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo
venatorio”