lo distinguono da quello di altri tempi; ma dico che altre ragioni del
suo nascere e del suo fiorire ci debbono essere, e che queste
ragioni, parecchie delle quali si lasciano scorgere agevolmente, sono,
senza dubbio alcuno, di ordine sociale e politico. Nove volte su dieci,
a dir poco, il realismo contemporaneo è l'espressione, non già di una
particolare coscienza scientifica, ma bensì, di una comunissima
forma di brutalità, di cui, chi volesse, potrebbe, senza troppa fatica,
rintracciare, fuor di ogni scienza, le colleganze e le origini: e per un
letterato realista che abbia qualche coltura scientifica, ce ne son
nove almeno che le scienze non conoscono neppure di nome. Troppe
volte poi, come i fatti dimostrano, il realismo non è, in pratica, se
non la incapacità di astrarre, di generalizzare e persin di pensare, la
quale incapacità è, per lo appunto, la negazione della scienza.
Quell'arte che in letteratura procede tutta per via di notamenti
particolari, di descrizioni minuziose, allineando in serie discontinue
gli elementi derivati, senza elaborazione alcuna, dalla realtà
immediata, cercando in tutto e sempre l'individuato ed il concreto,
aborrendo da ogni generalità; quell'arte che, con la uniforme
sovrabbondanza della sua produzione, ha stanca oramai ogni
pazienza più valida e sazio ogni più robusto appetito, si muove a
rovescio della scienza, la quale, come appena abbia superati i
primissimi gradi della evoluzione sua, si costituisce astraendo, e
generalizzando si compie.
Ciò premesso, a modo di considerazione generale, io dico, che la
pretensione dei realisti, e più specialmente dei capiscuola, di legare
insieme con vincoli sempre più stretti, e sempre più intimi, la
letteratura e la scienza, e far di quella una coadiutrice di questa, è
una pretensione dannosa ed assurda, la quale contraddice ad ogni
giusta legge di evoluzione, sia dello spirito, sia della storia. Dei due
uffici, sin qui distinti, della letteratura e della scienza, i realisti
vorrebbero fare un officio solo, facendo in pari tempo una sola
persona del letterato e dello scienziato. Per raggiungere più
facilmente lo scopo, essi, con un tratto di penna, aboliscono la
poesia ed i poeti. Nous autres hommes de science, dice, senza
ridere, Emilio Zola, parlando di sè, e de' suoi colleghi di dottrina; e si