chiamare il duca d'Alva, senza mai far caso dei consigli della
duchessa Margherita sua sorella, e delle preghiere di Massimiliano II
imperadore, che, prevenendo i disordini seguaci della crudeltà, non
cessò mai d'inspirargli le vie della clemenza, per le quali si sarebbe
assodata la religione cattolica e il dominio spagnuolo ne' Paesi Bassi.
Fece l'inumano duca nel presente anno su pubblico palco decapitare
i conti d'Agamonte e d'Horno, nobilissimi e prodi signori, che pur
protestavano di nulla avere operato contro il re Filippo, e coraggiosi
morirono nella comunione della Chiesa cattolica: il che fe' sempre
più conoscere che la religione non era il primo motivo di quelle
barbariche esecuzioni. Contra non meno di secento altre persone,
dice l'Adriani, la maggior parte nobili, e almen la metà cattoliche di
credenza, fulminata la sentenza di morte, ebbe il suo effetto; e ne
restava nelle prigioni non minor numero, benchè di minor qualità e
rispetto. Che orrore, che odio, che incitamento alla ribellione e alla
vendetta cagionasse questo macello ne' popoli di quella provincia,
non occorre ch'io lo racconti. Riportò in quest'anno due vittorie il
duca d'Alva, l'una contro Lodovico di Nassau, e l'altra contra il
principe d'Oranges, fratello di esso Lodovico; e per queste sì
fattamente si gonfiò, che volle entrar come trionfante in Brusselles, e
nell'anno seguente volle che gli fosse dirizzata una statua di bronzo
con iscrizione piena di tanta vanità, che beffar si fece da tutti i saggi.
Maggiormente ancora gli salì il fumo alla testa, perchè il pontefice
Pio V, riguardando in lui un gran difensor della fede, gli mandò in
dono il cappello e lo stocco ornati di gemme. Anche in Francia
continuò la guerra del re Carlo contro gli ugonotti; ma in tali
angustie si trovò esso re, per mancanza specialmente di pecunia,
che non seppe esentarsi dal venire ad un accomodamento, ossia
pace, con essi nel dì 25 di marzo, accordando a coloro tali condizioni,
che non meno dal papa che dal re Cattolico fu disapprovata e
biasimata come soverchia la di lui condiscendenza. Ebbero i
Genovesi in questo anno la consolazione di metter fine alla rivolta
dei Corsi, con guadagnare Alfonso figlio di Sampiero, che già
vedemmo divenuto capo dei ribelli in quell'isola. Non avendo costui
trovato alcun principe che stendesse una mano per aiutarlo, e niun
di essi accettando l'offerta, vanamente lor fatta della Corsica, diede