accalcati a porta San Lorenzo, tentavano sfondarla; e sì
maledettamente li trattò, che sbrancati corsero a cercare asilo dove
più calda ferveva la mischia. All'arrivo di costoro, la cosa non bilicò
più. Roberto caricò di più vigore. I soldati di Rolando piegarono, e
rinculando sempre, cercarono ricovero nella città. Il duca vi si cacciò
con essi.
Dall'altra banda, Ruggiero fu tratto da cavallo mezzo morto per
mano dell'arcivescovo. Questi, fatto segno di Ben Hamed e di
Sigelgaita, indietreggiò, opponendo sempre la fronte e tempestando
colpi, sino a che dai suoi non fu trascinato dentro. Baccelardo,
costretto a retrocedere, perchè gli avevan spaccato l'elmo sulla
testa, spezzata la spada, morto il cavallo, e portato via lo scudo,
rottesene le guigge dando col punteruolo di mezzo sul capo ad un
Saraceno che lo travagliava col pugnale. Per lo che, entrati dentro
Roma, confusi assalitori ed assaliti, più feroci badalucchi
principiarono. Non crocicchio, non strada, non piazza mancava di
zuffa. Nelle corti stesse, nei chiostri, nelle chiese, e duelli a corpo a
corpo e mischie in molti inferocivano. E nè i Romani cedevano, nè
quei del duca stancavansi, avvegnachè considerevolmente
menomati; tal che forse in Roma avrebbero trovata la tomba se più a
lungo fosse durato il giorno.
Ben Hamed però, vedendo che non si sarebbe venuto mai a capo
di domare gli ostinati Romani, immaginò distoglierli dalla difesa, e
comandò ai Saraceni d'incendiar la città. Non appena l'emiro aveva
profferito l'ordine, che questi distribuironsi a piccoli gruppi,
inondarono i quartieri, e coadiuvati dai Calabresi e dai Pugliesi, già
rotti al saccheggio, appiccarono fuoco a più punti di Roma, e
segnatamente a San Giovanni a Laterano. Il vento, mosso da poco,
aumentò le fiamme e le propagò. Sicchè, in brev'ora, quanto
ergevasi dal Laterano al Coliseo è tutto ridotto in cenere. I Romani
allora, per salvarsi dal fuoco e spegnerlo, lasciano di osteggiare la
truppa del Guiscardo, e quei soldati, non avendo più a difendersi, si
sciolgono ad ogni maniera di rapine e di sacrilegii, non rispettando
tempii, non chiostri, non l'onore delle donne, non l'innocenza dei