Pozzuoli, evidentemente mostrano che questa lettura pubblica di
Ennio era allora cosa insolita. Marziale che per l'indole sua come
poeta e come uomo non appartiene ad alcun gruppo letterario, e
rappresenta il sentimento più generale in fatto di letteratura, era
sicuro di trovare l'approvazione dei più quando notava come un torto
dei romani l'aver seguitato a legger Ennio mentre viveva un Virgilio,
e quando con un pungente epigramma derideva un di questi
tenebrosi che a Virgilio preferiva l'inintelligibile Elvio Cinna
[131].
Generalmente i dotti deplorano il poco studio che suoleva farsi degli
antichi
[132].
Del resto Virgilio fra tutti i poeti augustei fu quello che andò più a
versi anche di coloro che aveano delle preferenze pei più antichi
scrittori. Nelle Notti Attiche gli autori più frequentemente citati sono
Ennio, Laberio, Plauto, Cesare, Cicerone, Lucilio, Nigidio Figulo,
Catone, Sallustio, Varrone, Virgilio
[133]. L'autorità grammaticale ed
erudita di Virgilio è così equiparata a quella degli scrittori della
repubblica. Degli altri poeti augustei il solo Orazio è citato nelle Notti
Attiche due o tre volte. Lo stesso in proporzioni molto maggiori si
nota nell'opera, già citata, di Nonio. La massima autorità è Virgilio,
dopo di lui con grande intervallo vien Cicerone, poi Plauto, poi
Varrone, e quindi in ordine di diminuzione, Lucilio, Terenzio, Accio,
Afranio, Ennio e Lucrezio, Sallustio, Pacuvio, Pomponio, Cecilio,
Nevio, Novio, Turpilio, Titinio, Laberio, Livio Andronico ecc. Le
citazioni di qualche altro poeta augusteo, come in generale di
scrittori dell'impero, sono in Nonio le più scarse di tutte. Oltre alle
altre ragioni per cui Virgilio era considerato come suprema autorità
grammaticale, questo mescolarlo cogli scrittori di un'epoca dalla
quale l'arte sua è affatto divisa, aveva una ragione sua speciale.
Virgilio è l'unico dei poeti augustei che ha saputo servirsi della parola
antiquata senza cadere nell'affettazione; senza scapito di sorta, la
sua poesia lascia riconoscere uno studio intenso e diligente degli
antichi scrittori latini. Egli soddisfaceva così a tendenze diverse ed
opposte, talchè non solo conservava la sua autorità fra gli uomini di
gusto più moderno, come Seneca che è agli antipodi di Gellio e
Frontone, ma i filologi antiquari volentieri davano a lui un alto posto