Presentazione 25° Festival CinemAmbiente

quotidianopiemontese 223 views 30 slides May 25, 2022
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About This Presentation

Presentazione 25° Festival CinemAmbiente


Slide Content

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PRESENTAZIONE STAMPA DEL 25° FESTIVAL CINEMAMBIENTE

Indice

Dichiarazione di Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano (pres. e dir. Museo Nazionale del Cinema) 2
Dichiarazione di Gaetano Capizzi (dir. Festival CinemAmbiente) ................................................... 3
Utilities & info ..................................................................................................................... 5
Premi e giurie ...................................................................................................................... 6
25° Festival CinemAmbiente ............................................................................................... 7
Inaugurazione ............................................................................................................. 7
Concorso documentari ................................................................................................ 8
Concorso cortometraggi .................................................................................................... 10
Made in Italy ...................................................................................................................... 13
Panorama .......................................................................................................................... 19
Ecokids ............................................................................................................................... 22
Ecoeventi ........................................................................................................................... 23
Panel e incontri ............................................................................................................................... 23
Mostra EPOTY - Environmental Photographer of the Year ....................................................... 25
Masterclass di Werner Boote ......................................................................................................... 26
CinemAmbiente VR ........................................................................................................................ 26
Presentazioni di progetti ................................................................................................................ 27

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Il Museo Nazionale del Cinema è da sempre attento e sensibile verso le tematiche
ambientali, diventate sempre più urgenti e drammaticamente attuali. La consapevolezza
del rispetto verso il mondo che ci circonda è diventata per molti una “good practice”, una
“buona pratica” da mettere in atto. Ma non basta. La sensibilizzazione deve coinvolgere
tutti e diventare parte del quotidiano. Per questo motivo il Festival CinemAmbiente è così
importante.
E quest’anno il Festival compie 25 anni. Un quarto di secolo di proiezioni, eventi e incontri
che raccontano la salute del nostro pianeta. Un compleanno importante per un festival
che ha anticipato i tempi, che ha trattato temi non ancora mainstream e che ha sempre
saputo parlare ai suoi interlocutori attraverso la magia dello schermo. Il valore educativo
del cinema è indiscusso: comunica, informa e fa riflettere, raggiunge tutte le età e utilizza
un linguaggio universale.
Ecco perché è prioritario l’impegno del Museo nel dare forza e costanza alle azioni del
Festival, non solo nei giorni della manifestazione ma durante tutto l’anno, attraverso le
molte attività didattiche per le scuole, per educare e formare le future generazioni.
Il Festival è stato tra i promotori del Protocollo Green siglato dall’AFIC, l’Associazione
Festival italiani di Cinema, al quale hanno già aderito tantissimi festival cinematografici in
Italia, tra cui – naturalmente – anche gli altri festival organizzati dal Museo, Lovers e TFF,
con l’obiettivo di realizzare delle manifestazioni a basso impatto ambientale.
Tutti sappiamo che la salute del nostro pianeta è in pericolo e che è un dovere morale di
tutti noi prendercene cura. Siamo sicuri che il nostro Festival abbia contribuito a un
cambiamento nelle coscienze di tutti. E continuerà a farlo con la stessa energia e con la
stessa determinazione. Vi aspettiamo al Festival CinemAmbiente.
Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema
Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema

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Con l’edizione 2022, il Festival CinemAmbiente compie 25 anni: un traguardo importante,
l’occasione per un bilancio. In un quarto di secolo le problematiche ambientali sono
cambiate drasticamente. Oggi nessuno si preoccupa più del buco dell’ozono, tamponato
con un trattato internazionale per una volta efficace e sostituito dal nuovo allarme rosso
dei cambiamenti climatici. Dalla sua nascita e per oltre vent’anni, il Festival ha non solo
registrato e documentato, ma spesso anche anticipato temi destinati a dominare il
dibattito ambientale internazionale e ad attirare nel tempo l’attenzione di parti sempre
più ampie dell’opinione pubblica.
Oggi non sono diverse solo le emergenze del Pianeta. Anche il cinema ambientale è molto
cambiato. Ha affinato le sue qualità espressive, il suo linguaggio, la sua capacità di
trasmettere contenuti anche complessi a una platea sempre più vasta. In questo senso, il
cinema ambientale di oggi si può considerare a buon diritto un modello di quella
comunicazione scientifica efficace tanto invocata e dibattuta durante la pandemia.
Nel 1998 pochi parlavano di ambiente, a Torino come ovunque, e ancor meno lo vedevano
sul grande schermo. Il Festival – il primo del settore nato in Italia, ma anche uno degli
esperimenti-pilota a livello internazionale – ha trovato terreno fertile. Un pubblico
straordinario, attento e partecipe fin dalla prima edizione, e compagni di strada sempre
più numerosi – le tante associazioni e organizzazioni green che fiorivano a poco a poco –
sono stati una combinazione vincente, in grado di rendere Torino, e il suo Festival, un
punto di riferimento per la cultura ambientale nazionale.
Oggi l’attenzione all’ambiente è cresciuta e il cinema che riflette su questi temi ha un
pubblico folto. Ovunque nascono rassegne green, i grandi festival istituiscono specifiche
sezioni a tema. Nel confrontarsi con la concorrenza, CinemAmbiente si è mantenuto
fedele allo spirito delle origini. La vocazione alla ricerca, la selezione di film rigorosamente
documentati, la scelta dei temi più attuali o di quelli che diventeranno dirompenti domani
sono stati una costante che il pubblico ritroverà anche nell’intenso programma di
quest’anno: quasi 90 titoli, affiancati da incontri, panel, appuntamenti ed eventi speciali.
A cominciare dall’inaugurazione nella Giornata Mondiale dell’Ambiente, che il Festival
festeggerà, assieme al suo venticinquennale, con un concerto dei Marlene Kuntz alla Mole
Antonelliana diffuso in diretta sul sito dell’UNEP, il Programma ambientale delle Nazioni
Unite.
Il claim dell’edizione 2022 è “For a Green Era”: un auspicio, in un momento in cui la guerra
nel cuore dell’Europa ci riporta indietro nel tempo e l’immenso dramma umanitario è
destinato ad accompagnarsi a un parallelo dramma ambientale, in termini di devastazione
dei territori, inquinamento da armi, brusche retrocessioni della prospettata transizione
ecologica. A questo scenario non si può che opporre la speranza di un futuro in cui sulla

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distruzione prevalga la “cura della Terra” predicata da Vandana Shiva, special guest di
quest’edizione.
Tra gli ospiti speciali di quest’anno c’è anche Franco Piavoli, a cui il Festival assegna il
Premio Stella della Mole. Il suo film Il pianeta azzurro, proiettato nella prima edizione di
CinemAmbiente, ha dato il via a un insieme di opere segnate non solo dall’attenzione alla
natura, ma anche da una poetica di rara coerenza a cui il Festival è felice di rendere
omaggio a distanza di venticinque anni.

Gaetano Capizzi, direttore del Festival CinemAmbiente

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UTILITIES & INFO

➢ LUOGHI. Il Festival si svolge a Torino, dal 5 al 12 giugno 2022. Le proiezioni saranno
ospitate nelle sale Cabiria, Rondolino e Soldati del Cinema Massimo – Museo Nazionale
del Cinema (via Giuseppe Verdi 18, Torino, tel. 011 8138574).
A partire dal giorno successivo alla proiezione in sala, i film saranno visibili online tramite il
sito del Festival, www.festivalcinemambiente.it, fino al 21 giugno, sulla piattaforma
OpenDDB, che avrà una capienza di 500 accessi per ciascun titolo.

Altre sedi delle iniziative: Mole Antonelliana, via Montebello 20; Fabbrica delle “E”, corso
Trapani 91 B; Binaria Centro Commensale, via Sestriere 34; Palazzo del Rettorato
dell’Università di Torino, via Po 17; Il Circolo dei lettori, Palazzo Graneri della Roccia, via
Giambattista Bogino 9; Imbarchino del Valentino, viale Umberto Cagni 37; Cinema Elios,
piazza Verdi 4, Carmagnola (TO).

➢ MODALITÀ DI INGRESSO E ACCESSO. L’ingresso e l’accesso a tutti gli eventi del Festival
sono gratuiti. È possibile effettuare le prenotazioni sul sito www.festivalcinemambiente.it.
Per l’ingresso al Cinema Massimo sarà necessario indossare una mascherina Ffp2.
Per l’ingresso all’inaugurazione (domenica 5 giugno, Mole Antonelliana, ingresso dalle ore
20) è necessaria la prenotazione, effettuabile a partire da giovedì 2 giugno sul sito
www.festivalcinemambiente.it
Le proiezioni CinemAmbiente VR sono accessibili ai visitatori del Museo Nazionale del
Cinema (ingresso € 11, ridotto € 9; gratuito per i giornalisti in possesso della tessera
rilasciata dall’Ordine e in regola con i pagamenti dell’iscrizione).

➢ CONTATTI STAMPA

Ufficio stampa
Festival CinemAmbiente
(+39) 011 8138893
[email protected]
Giuliana Martinat (+39) 347 4249054
Helleana Grussu (+39) 011 8138865
Ufficio stampa nazionale
Valentina Tua
[email protected]
(+39) 339 3779900

Ufficio stampa
Museo Nazionale del Cinema
Veronica Geraci (+39) 011 8138509
[email protected]
(+39) 335 1341195


➢ INFO: Festival CinemAmbiente, via Cagliari 34/c, Torino; tel. 011 8138860;
[email protected]; www.festivalcinemambiente.it

#cinemambiente25 #foragreenera

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PREMI E GIURIE

Premio Asja.Energy per il miglior documentario della sezione internazionale, di $ 5000.
Premio Terna per il miglior cortometraggio della sezione internazionale, di $ 1500.
Premio IREN del pubblico, di $ 1500, assegnato dagli spettatori del Festival al miglior
documentario in gara nel Concorso internazionale.
Premio “Stella della Mole”, istituito dal Festival, per un artista che attraverso il linguaggio
cinematografico declini nella sua opera temi legati all’ambiente e alla natura, assegnato a
Franco Piavoli.
Premio “Dalla Terra alla Terra”, offerto da Biorepack, di € 3000, per la figura o il film che
meglio illustra le problematiche legate al suolo, alla sua protezione dall’inquinamento e dai
cambiamenti climatici, e alla produzione alimentare sostenibile, assegnato a Vandana Shiva.
Premio “Ciak verde”, istituito dal Festival e da Legambiente, per una figura del mondo del
cinema e dello spettacolo italiano impegnata nella difesa dell’ambiente che metta a
disposizione la propria immagine e capacità comunicativa per sensibilizzare il pubblico
sulla gravità dell’attuale crisi climatica, assegnato a Alessandro Gassman.
Premio letterario “La Ghianda”, istituito dal Festival, per un’autrice o un autore che nel
corso del proprio percorso artistico abbia espresso un rapporto profondo e personale con
l’ambiente, il paesaggio e la natura, assegnato a Antonella Anedda.
Premio “Casacomune”, istituito dal Festival e da Casacomune, Scuola e Azioni, assegnato
al film o all’autore che meglio sia stato in grado di riflettere temi legati alla spiritualità
intesa come dimensione strettamente legata alla natura di cui facciamo parte.
Premio “Ambiente e Società”, istituito dalla Cooperativa Sociale Arcobaleno, per il film,
scelto dai lavoratori e dalle lavoratrici della Cooperativa, che meglio abbia saputo
coniugare i temi ambientali e la dimensione sociale.

GIURIA DEL CONCORSO DOCUMENTARI
Werner Boote, regista
Suzanne Crocker, regista
Sonia Filippazzi, giornalista
Beppe Rovera, giornalista
Gianluca Maria Tavarelli, regista

GIURIA DEL CONCORSO CORTOMETRAGGI
Cristina Gabetti, giornalista
Marlene Kuntz, musicisti
Claudia Praolini, direttrice artistica di Concorto Film Festival

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25° FESTIVAL CINEMAMBIENTE

Il Festival CinemAmbiente, la più importante manifestazione italiana dedicata ai film a tema
ambientale, organizzata dal Museo Nazionale del Cinema e diretta da Gaetano Capizzi,
compie 25 anni. L’edizione 2022 si svolge dal 5 al 12 giugno in presenza a Torino e online
sulla piattaforma OpenDDB, dove i titoli in cartellone saranno visibili in streaming, dal giorno
successivo alla proiezione in sala, fino al 21 giugno.

Quest’anno il Festival presenta un totale di 87 film, provenienti da 25 Paesi e selezionati
tra i migliori titoli di una produzione internazionale tornata, dopo le restrizioni imposte
dalla pandemia, agli standard di alta qualità e varietà che caratterizzano il cinema
ambientale di nuova generazione. Come lo scorso anno, i film in competizione sono
suddivisi in due concorsi internazionali, riservati rispettivamente ai documentari e ai
cortometraggi. Due sono anche le sezioni non competitive: Made in Italy, la vetrina
dedicata al cinema ambientale nazionale che, inaugurata lo scorso anno, si è consolidata
velocemente, come attestano le numerose iscrizioni per l’edizione 2022, e Panorama, che
presenta, insieme, classici da rivedere e film di recentissima produzione, inediti o meno in
Italia, che, per la loro rilevanza artistica o i temi trattati, sono meritevoli della più ampia
circuitazione.
La tradizionale sezione Ecoeventi, in cui confluiscono gli appuntamenti collaterali alle
proiezioni, si presenta quest’anno eterogenea e particolarmente ricca, comprendendo
esposizioni, presentazioni, dibattiti e incontri con esperti e ospiti di rilevanza
internazionale, tra cui Vandana Shiva, special guest dell’edizione 2022.


INAUGURAZIONE

Il Festival festeggia il suo venticinquennale domenica 5 giugno, in coincidenza con la
Giornata Mondiale dell’Ambiente, con una serata speciale (con accesso per i prenotati
dalle ore 20) al Museo Nazionale del Cinema. Nella splendida scenografia dell’Aula del
Tempio della Mole Antonelliana i Marlene Kuntz presenteranno il loro nuovo progetto,
Karma Clima, che unisce musica e difesa dell’ambiente e che insieme alla band
piemontese vede coinvolti artisti e cooperative di comunità. L’evento, organizzato e
promosso da Museo Nazionale del Cinema e Festival CinemAmbiente con la Città di
Torino, si inserisce nelle iniziative che aderiscono alla Giornata Mondiale del 5 giugno
messe in evidenza da UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. La serata

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prenderà il via con diversi momenti di approfondimento e di convivialità. Alle 21.30 sarà
la volta di Karma Clima, che sarà trasmesso in streaming sui canali web di
CinemAmbiente, UNEP, Città di Torino, Museo Nazionale del Cinema e LifeGate, media
partner dell’evento. Al termine della presentazione, i Marlene Kuntz dialogheranno con
Mark Grassi, Information Assistant di UNEP, e con il direttore del Festival CinemAmbiente
Gaetano Capizzi sulle particolarità del loro ultimo lavoro.
Nel nuovo progetto discografico della band, infatti, l’impegno per l’ambiente e la lotta al
cambiamento climatico sono presenti nelle varie fasi del percorso artistico: dall’ideazione
alla registrazione dei brani in ‘residenze’ situate in piccole realtà nella provincia di Cuneo
– Viso A Viso Cooperativa di Comunità di Ostana, Birrificio Agricolo Baladin di Piozzo e
Paraloup – al live. Karma Clima nasce dalla volontà di sottolineare le potenzialità dei
piccoli borghi, come elemento di richiamo e valorizzazione dei saperi locali, mettendo al
centro i luoghi e le comunità del proprio territorio e offrendo la spinta per costruire
modelli di riqualificazione culturale, in grado anche di incentivare un turismo sostenibile,
rispettoso dell’ambiente e del tessuto sociale.


CONCORSO DOCUMENTARI

Il Concorso documentari presenta quest’anno 9 titoli. Molto diversi tra loro per
argomento trattato, i film selezionati esplorano il tema ambientale sotto una varietà di
profili — naturalistico, politico, sociale, economico – rendendo evidenti le connessioni
sempre più profonde e inscindibili tra lo stato del Pianeta e ogni aspetto della vita di quanti
lo popolano. Le proiezioni saranno accompagnate da incontri con i registi, presenti in sala
o in collegamento online.
Primo titolo in gara, A Thousand Fires (lunedì 6 giugno, ore 21.30, Cinema Massimo – Sala
Cabiria), del regista palestinese-britannico Saeed Taji Farouky, ci porta in Myanmar, dove
i coniugi Htwe Tin e Thein Shwe estraggono a mani nude il petrolio da un pozzo scavato
nel terreno intorno alla loro casa: uno dei tanti giacimenti “artigianali” diffusi nella regione
di Magway, che hanno indotto gli abitanti ad abbandonare il lavoro nei campi nella
speranza, spesso illusoria, di guadagni maggiori e di un futuro migliore per i loro figli. La
proiezione sarà seguita da un incontro online con il regista.
Diretto dalla regista Susan Kucera, lo statunitense Hot Money (martedì 7 giugno, ore
18.00, Cinema Massimo – Sala Cabiria) ha un inatteso protagonista nell'ex comandante
supremo delle forze alleate in Europa della NATO Wesley Clark. Il generale al comando
dell’Operazione Allied Force durante la guerra nel Kosovo e il figlio, Wes Clark Jr., attivista

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e ambientalista, guidano lo spettatore in un viaggio nell’attuale sistema finanziario,
sempre più interconnesso ed esposto agli effetti dei cambiamenti climatici. Interventi di
esperti del mondo accademico ed economico, assieme all’attore Jeff Bridges (anche
produttore esecutivo del film) e a ironici cartoon esplicativi, illustrano i rischi insiti nella
perdita di valore di asset fondamentali conseguenti alle crescenti emergenze ambientali,
la reazione a catena che potrebbe derivarne, determinando una crisi ben peggiore di
quella del 2008, nonché le possibili strategie in grado di evitare una nuova catastrofe. La
proiezione sarà seguita da un incontro con la regista, il protagonista Wes Clark Jr. (online)
e Silvana Dalmazzone, docente di Economia dell’Ambiente e delle Risorse naturali
all’Università di Torino.
Firmato a quattro mani dal canadese Niobe Thompson e dall’australiana Daniella Ortega,
Carbon: The Unauthorised Biography (mercoledì 8 giugno, ore 20, Cinema Massimo –
Sala Cabiria) elegge a protagonista il più incompreso tra gli elementi naturali. Il film
ricostruisce la storia paradossale del carbonio, all’origine della vita sul nostro Pianeta ma
oggi in grado di annientarla, e il suo ruolo nell’evoluzione della Terra fino ad arrivare alle
rivoluzioni dei combustibili fossili e ai terribili conflitti che ne sono derivati e ne derivano.
La proiezione sarà seguita da un incontro online con i registi.
Girato dalla canadese Jacquelyn Mills in 16mm, con innovative tecniche eco-friendly di
ripresa e registrazione del suono, Geographies of Solitude (giovedì 9 giugno, ore 21.30,
Cinema Massimo – Sala Cabiria) è un’immersione nel ricco ecosistema di Sable Island. A
guidare il viaggio tra animali e paesaggi del piccolo paradiso sperduto è l’unica residente
stabile, la naturalista Zoe Lucas, che da quarant’anni vive nel remoto lembo di terra al
largo della Nuova Scozia tentando di preservarne il delicato equilibrio. La proiezione sarà
seguita da un incontro online con la regista.
Lascia la parola agli esperti, a partire dal 102enne James Lovelock, il chimico britannico
inventore della teoria di Gaia, Going Circular (venerdì 10 giugno, ore 20, Cinema Massimo
– Sala Cabiria), lungometraggio di produzione olandese diretto da Richard Dale e Nigel
Walk. Il film svela i segreti dell’innovativo concetto di economia circolare, basato
sull’assunto che, come nei cicli della natura, tutto debba essere riusato e nulla andare
sprecato: un sistema lontano dal nostro attuale stile di vita, ma che contribuirebbe a
tutelare le risorse del Pianeta e a contenere i cambiamenti climatici. La proiezione sarà
seguita da un incontro con il produttore Robert-Jan van Ogtrop e Roberto Della Seta,
giornalista ed ecologista.
L’australiano River (venerdì 10 giugno, ore 22.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), diretto
da Jennifer Peedom, già autrice dello spettacolare Mountain, e da Joseph Nizeti, è un
viaggio nello spazio e nel tempo lungo i corsi d’acqua di sei Continenti. Girato con tecniche
d’avanguardia, riprese satellitari incluse, mix di immagini, musiche, brani poetici

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raccordati dalla voce narrante di Willem Dafoe, il film mostra i fiumi secondo prospettive
mai viste prima, rendendo omaggio alla loro potenza nel modellare paesaggi, culture,
destini umani, ma anche sottolineando la loro attuale vulnerabilità. La proiezione sarà
seguita da un incontro online con il co-regista Joseph Nizeti.
Lo statunitense Pleistocene Park (sabato 11 giugno, ore 20, Cinema Massimo – Sala
Cabiria), diretto da Luke Griswold-Tergis, racconta le avventure – o meglio le disavventure
– dell’eccentrico geofisico Sergej Zimov che, senza chiedere aiuto o permesso a nessuno,
dagli anni ’90, assieme al figlio Nikita, recupera e trasporta mandrie di animali (renne, buoi
muschiati, bisonti…) nell’angolo più remoto della Siberia. Obiettivo del progetto
“Pleistocene Park”: ripristinare l’ecosistema della “steppa dei mammut” dell’ultima era
glaciale, in modo da contrastare lo scioglimento del permafrost e la conseguente mortale
liberazione nell’atmosfera della grande quantità di carbonio in esso imprigionato. La
proiezione sarà seguita da un incontro con il regista e il protagonista Nikita Zimov (online).
Con Tout commence (domenica 12 giugno, ore 17, Cinema Massimo – Sala Cabiria) lo
svizzero Frédéric Choffat racconta le speranze e le disillusioni di quella massa di
giovanissimi che nel 2019 anche nel suo Paese, come nel resto del mondo, ha cominciato
a mobilitarsi per l’emergenza climatica mettendo in discussione l’intero sistema, ma
appena un anno dopo è stata bruscamente ridotta al silenzio dalla pandemia. Ritratto
intimo di una “generazione sacrificata”, che il regista segue con sguardo introspettivo a
partire dai propri figli, il film è una profonda riflessione, estesa ai giovani di oggi e a quelli
di ieri, sul nostro possibile futuro. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.


CONCORSO CORTOMETRAGGI

Selezionati tra una sempre più ampia produzione internazionale, i 19 film in gara nella
sezione competitiva dedicata ai cortometraggi confermano la grande vitalità del formato
nel cinema ambientale. Rispetto agli anni passati, nei titoli proposti in quest’edizione la
propensione a realizzare opere di denuncia – storicamente prevalente nel cinema breve
di settore – si affievolisce a favore di una crescente tendenza alla riflessione sul rapporto
tra uomo e ambiente, forse indotta dal periodo pandemico. I film in gara sono suddivisi in
tre giornate di proiezione.

Nella prima tranche (mercoledì 8 giugno, dalle ore 17, Cinema Massimo – Sala Cabiria)
vengono proposti sei titoli. Il canadese Belle River, di Guillaume Fournier, Samuel Matteau
e Yannick Nolin, è girato in Louisiana, dove, nel 2019, le inondazioni primaverili del

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Mississippi hanno raggiunto livelli altissimi. Mentre gli abitanti di Pierre-Part si preparano
al peggio e le autorità locali temono di dover aprire lo sfioratore di Morganza per
proteggere New-Orleans e Bâton-Rouge, non resta che armarsi di fede e resilienza.
L’indiano Khushboo, di Vikrant Sidhu, è uno sguardo sul Punjab rurale visto con gli occhi
di un anziano contadino, testimone silenzioso di una terra, sempre percorsa da conflitti,
che nei secoli si è modellata su un’economia agricola e ora sta perdendo le sue tradizioni
e la sua cultura. Il duo di registe franco-tedesche Camille Tricaud e Franziska Unger, già
autrici del surreale Apocalypse Airlines presentato al Festival due anni fa, firmano un’altra
satira pop sulla fine del mondo trasformata in business. In Apocalypse Baby. We Advertise
the End of the World, la più cinica delle televendite smercia prodotti assortiti che
garantiscono piena soddisfazione a consumatori alle prese con problemi di inquinamento
dell’aria, innalzamento dei mari, riscaldamento globale. In Nuisance Bear i canadesi Jack
Weisman e Gabriela Osio Vanden documentano quanto accade ogni anno a Churchill,
cittadina costiera nel nord del Paese situata lungo il percorso migratorio degli orsi polari,
i quali, frastornati e spaesati, per raggiungere la loro meta sono costretti ad arrancare tra
folle di turisti accorsi a immortalarli con cellulari e macchine fotografiche. View della
norvegese Odveig Klyve offre un’altra prospettiva sul turismo da crociera, sempre più
invasivo, documentando che cosa accade quando navi troppo grandi entrano in città
portuali troppo piccole. Cortometraggio sperimentale, Black Summer. Australia 2019-
2020, del tedesco Felix Dierich, utilizza le immagini catturate dal satellite meteorologico
Himawari-8 per documentare l’estate tragica in cui il continente australiano ha subito
alcuni dei peggiori incendi della sua storia, con perdite pesantissime di aree forestali,
fauna selvatica e vite umane. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.

Nella seconda tranche (sabato 11 giugno, dalle ore 16, Cinema Massimo – Sala Cabiria)
vengono proposti altri sei titoli. L’inglese The Farm Under the City, di Brett Chapman e
Jordan Carroll, racconta l’innovativa impresa di Luke Ellis che, recuperando il cibo
avanzato nei ristoranti e utilizzando la tecnologia bioponica e il compostaggio, coltiva erbe
aromatiche e verdure in una “fattoria sotterranea” impiantata a Sheffield. In I Couldn’t
Believe It, l’italiano Guido Manuli ci mostra, in un suo nuovo piccolo capolavoro animato
di feroce ironia, quali incredibili sorprese possono aspettarci mentre siamo distratti dai
disastri ambientali in tv. Bolo raz jedno more… (Once There Was the Sea), della slovacca
Joanna Kozuch, intreccia in un racconto animato le parole di diversi personaggi che
ricostruiscono il tragico destino del Lago d’Aral, il mare scomparso, trasformato in un
deserto tossico dal selvaggio sfruttamento delle acque. Pez Volador, della spagnola Nayra
Sanz Fuentes, è un incontro ravvicinato con gli uccelli volanti, per secoli creature
totemiche in varie culture, simboli di libertà, determinazione, speranza, annullamento dei

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confini per la loro capacità di nuotare nelle profondità del mare e di librarsi nell’aria, oggi
minacciati dall’antropizzazione che sta alterando i loro habitat. In Swallow the Universe,
la collaborazione tra il regista franco-colombiano Luis Nieto e l’artista e disegnatore
giapponese Daīchi Mori danno vita a un originale manga: protagonista un bambino che si
perde nelle foreste della Manciuria portando scompiglio e anarchia nel mondo degli
animali selvatici, fino ad allora perfettamente organizzato.

Nell’ultima tranche di proiezioni (domenica 12 giugno, dalle ore 19.00, Cinema Massimo
– Sala Cabiria) sono proposti sette titoli. Il canadese Wrought, di Anna Sigrithur e Joel
Penner, mescola sperimentazione artistica e naturalismo scientifico per raccontare il
processo di decadimento della materia, ritenuto universalmente negativo, ma fisiologico,
esplorando con una serie di sequenze in time-lapse ciò che succede quando il nostro cibo
va a male. L’iraniano Utopia, di Hamed Vaghari e Hengameh Safaeipour, trasporta tra le
interminabili corsie di un supermercato il sogno di un consumismo meno sfrenato. Nello
sperimentale Atomic Ghost, della francese Cendrine Robelin, girato in Super8 sulle
spiagge di Gravelines, città sede di una delle più potenti centrali nucleari d’Europa,
affiorano i ricordi di un’infanzia inquieta e di un passato vissuto come un fardello da cui
liberarsi. Chi Zi, dei cinesi Hee Young Pyun e Jiajun Oscar Zhang, è il diario visivo di un
viaggio in una città, nella parte settentrionale del Paese, un tempo centro di estrazione
petrolifera. A uno scenario di abbandono si sovrappongono le immagini di una cittadina
contemporanea, oggi fiorente, ma forse destinata anch’essa a trasformarsi in ghost town.
L’inglese Haulout, dei fratelli Evgenia Arbugaeva e Maxim Arbugaev, segue il biologo
marino Maxim Chaliev nelle remote coste della Siberia orientale, oltre il Circolo Polare
Artico, documentando l’arrivo in massa di oltre centomila trichechi: una concentrazione
straordinaria, la maggiore del Pianeta, dovuta al riscaldamento globale e allo scioglimento
completo dei ghiacci nel Mare dei Ciukci, che non offre più ai mammiferi marini zone di
riposo intermedie nel corso della loro annuale migrazione. In The Savior, dell’iraniana
Soheila Pourmohammadi, la piccola protagonista, figlia di un pescatore, segnata nel
profondo dalla morte della madre, reagisce alla perdita liberando di nascosto dal padre i
pesci destinati al mercato e restituendoli all’acqua. Film d’animazione, Nós, del
portoghese Nelson Fernandes, infine, è un viaggio in stop motion attraverso la conflittuale
condizione umana: guerre, solitudine, natura, incontri si susseguono in una poetica
animazione su carta.

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MADE IN ITALY

Inaugurata lo scorso anno, la sezione non competitiva Made in Italy è diventata in fretta
un buon catalizzatore della nuova produzione ambientale del cinema nazionale, in tutti i
formati, e quest’anno presenta 33 titoli tra corti, medi e lungometraggi, ricomprendendo
sia film dal vero, sia film d’animazione.
Diversi titoli sono dedicati a una riflessione, spesso amplificata dal periodo pandemico, sul
mondo della natura. Alpinestate (mercoledì 8 giugno, ore 20.00, Cinema Massimo – Sala
Soldati), di Michele Trentini, attraverso una serie di “inquadrature-visioni”, evoca la
meraviglia e la complessità di alcuni paesaggi alpini, pensati con nostalgia durante il
lockdown e riscoperti nel periodo estivo. La proiezione sarà seguita da un incontro con il
regista.
Uno dei fiori più noti al mondo, nelle sue connessioni profonde con il resto della natura, è
protagonista di Orchids (martedì 7 giugno, ore 17.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di
Vincenzo Guarnieri e Umberto Costamagna. La vita delle orchidee selvatiche, che dipende
dalla relazione con i funghi microscopici del suolo, con gli insetti impollinatori e con gli
esseri umani, diventa nel cortometraggio un modello di come vengono assicurati
l’equilibrio e la salute del Pianeta. La proiezione sarà seguita da un incontro con i registi.
Chi sta uccidendo i nostri lupi? (venerdì 10 giugno, ore 18.00, Cinema Massimo – Sala
Soldati), di Samer Angeloni, è un piccolo docuthriller che ci porta nel Parco Naturale Alpi
Marittime. In Italia la mobilitazione per la conservazione delle specie animali ha aiutato i
lupi a ricolonizzare parte del loro areale storico. Eppure centinaia di esemplari sono stati
ritrovati morti negli ultimi anni: un fenomeno su cui indagano esperti e guardie forestali.
La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista. È il diario per immagini di un
viaggio in canoa lungo il Volturno Zio Riz (martedì 7 giugno, ore 22.00, Cinema Massimo
– Sala Soldati), della regista e fotografa Raffaela Mariniello, che accompagna lo spettatore
dall’originaria armonia naturale dell’oasi protetta sempre più giù, lungo il fiume, fino alla
foce nella città di Castel Volturno, nel caos urbano. La proiezione sarà seguita da un
incontro con la regista.
Isole (mercoledì 8 giugno, ore 21.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Desirée Alagna,
esplora la relazione irrisolta con la perdita e l’utopia insita nell’idea stessa di isola.
Realizzato con materiale d’archivio, il cortometraggio ricostruisce infatti la storia dell’Isola
Ferdinandea, nata da un’improvvisa eruzione nel 1830 a largo di Sciacca e scomparsa dopo
soli sei mesi. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista. Nel surreale
cortometraggio di animazione Graziano e la giraffa (martedì 7 giugno, ore 19.00, Cinema
Massimo – Sala Soldati), di Fabio Orlando e Tommaso Zerbi, un uomo affamato di salsicce

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compra un fornetto a microonde che lo trascinerà in un mondo allo stato selvaggio. La
proiezione sarà seguita da un incontro con i registi. Un altro cortometraggio di
animazione, L’occhio della balena (venerdì 10 giugno, ore 20.00, Cinema Massimo – Sala
Soldati), di Giorgia Bonora, Francina Ramos, M. Lucia Schimmenti e Tess Tagliaferro, ci
porta in un villaggio di balenieri. Qui, una bambina assiste agli ultimi istanti di vita di una
megattera spiaggiata e stabilisce una connessione profonda con il gigante marino. La
proiezione sarà seguita da un incontro con le registe. Be(e)ing Alive (lunedì 6 giugno, ore
21.30, Cinema Massimo – Sala Rondolino), di Vincenzo Notaro, è il racconto di un anno di
pandemia, in cui il pensiero umano interroga il presente, il corpo è costretto a rimanere
chiuso in casa, gli esseri umani si scoprono fragili, mentre le api, connesse alla natura,
sciamano nei campi e continuano il loro lavoro incessante per mantenere in vita il nostro
Pianeta. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista. Docu-fiction interamente
realizzata con materiali di archivio, Ai bambini piace nascondersi (domenica 12 giugno,
ore 19.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Angela Norelli, immagina un mondo in cui i
piccoli degli umani sono creature tribali antichissime misteriosamente estinte in pochi
anni. Di loro non restano che immagini, come quelle che una studiosa eredita dal diario di
un collega partito per l’Amazzonia, convinto di poter trovare nella foresta l’ultima tribù di
bambini rimasta sulla Terra. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista.

Altri film mediano il legame con la natura e con la terra attraverso il rapporto con gli altri,
con chi le cura e ne conosce o esplora i segreti e la bellezza. Il ciliegio di Rinaldo (sabato
11 giugno, ore 18.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Alessandro Azzarito, è la storia
dell’amicizia tra Emanuele, giovane rampollo di una famiglia di medici, e Rinaldo, un
vecchio senza figli, che sfida la morte per insegnare a Emanuele a “leggere la natura” e a
realizzare il suo sogno, diventare contadino, nonostante le pressioni e i desideri diversi
della famiglia. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista e il protagonista del
film Emanuele Rendo.
Rapporti umani e legame con la natura e il paesaggio sono al centro anche di Sacro
moderno (domenica 12 giugno, ore 19.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Lorenzo
Pallotta: il giovane Simone, tra esitazioni e nuove consapevolezze, porta avanti tradizioni
e memorie della piccola comunità montana di Intermesoli, che sta a poco a poco
scomparendo, mentre Filippo se ne allontana spiritualmente e mentalmente. La
proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
Giuseppe Morandi, impiegato comunale, negli anni ’60 ha fotografato e filmato (con una
cinepresa 8mm) gli ultimi riti dei paisan, i braccianti e i salariati agricoli della Bassa Padana,
a Piadena in provincia di Cremona. Quelle immagini tornano ora a rivivere in Paisan, ciao
(martedì 7 giugno, ore 20.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Francesco Conversano e

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Nene Grignaffini, un film sulla memoria, l’appartenenza di classe, i diritti dei lavoratori,
ma anche una riflessione sulla fragilità della terra. La proiezione sarà seguita da un
incontro con il regista Francesco Conversano.
La bicicletta e il Badile (sabato 11 giugno, ore 22.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di
Maurizio Panseri e Alberto Valtellina, è la cronaca di un viaggio “sostenibile” sulle orme
del grande alpinista Hermann Buhl, che un venerdì del luglio 1952 partì da Innsbruck in
bicicletta, risalì la valle dell’Inn, scalò in solitaria la parete nord-est del Pizzo Badile e con
gli stessi mezzi tornò a casa, riuscendo a essere al lavoro il lunedì mattina. La proiezione
sarà seguita da un incontro con i registi.
Cosa c’è di strano in tutto questo? (lunedì 6 giugno, ore 18.00, Cinema Massimo – Sala
Soldati), di Mauro Bartoli, è un ritratto di Ivan Fantini, chef che avrebbe potuto continuare
una carriera di successo nell’olimpo della ristorazione, e invece si è dato alla ricerca di una
cucina più vera, sostenibile e naturale, abbandonando la grande distribuzione e optando
per i prodotti recuperati dallo scarto. La proiezione sarà seguita da un incontro con il
regista e Ivan Fantini, protagonista del film.
Da anni, Roberto Cavallo corre lungo tutta l’Italia, da nord a sud, portando un messaggio
che pone una domanda: quali sono le impronte che lasciamo sul nostro pianeta? In
risposta, il runner ha inventato e promuove un’attività sportiva del tutto originale, il
“plogging”, che unisce la corsa in montagna alla raccolta dei rifiuti incontrati lungo la
strada. The Peacerunner (giovedì 9 giugno, ore 18.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di
Diego Zicchetti, racconta la sua storia e quella del progetto Keep Clean and Run+, l’ecotrail
percorso ogni anno da ecoatleti che si impegnano a ripulire i territori attraversati. La
proiezione sarà seguita da un incontro con il regista, il protagonista del film Roberto
Cavallo e Roccandrea Iascone, responsabile Area comunicazione del Consorzio Ricrea.
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Altri film ancora raccontano l’attualità del territorio in aree diverse della Penisola. L’ultimo
calore d’acciaio (venerdì 10 giugno, ore 20.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di
Francesco De Filippo e Diego Cenetiempo, muovendosi lungo un itinerario poetico e di
forti suggestioni, ricostruisce il passaggio dall’industria pesante – che ha caratterizzato la
produzione del XIX e del XX secolo – alla logistica gestita da sistemi digitali alla Ferriera, il
noto impianto siderurgico di Trieste, chiuso dopo 123 anni e numerosi passaggi di
proprietà. La proiezione sarà seguita da un incontro con i registi.
Con Paesaggio fragile (mercoledì 8 giugno, ore 20.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di
Michele Trentini, arriviamo in Val Visdende, la valle alpina situata nel Comelico rimasta
profondamente segnata dalla tempesta “Vaia”. Oggi, la presenza discreta di alcuni abitanti
e visitatori segnala la graduale rinascita di queste straordinarie aree boschive, rivelando

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la fragilità di un territorio affascinante che resiste nonostante le difficoltà. La proiezione
sarà seguita da un incontro con il regista.
Il documentario Il respiro del riso (venerdì 10 giugno, ore 18.00, Cinema Massimo – Sala
Soldati), di Bruno Rizzato e Pietro Plaia, si concentra su un’area del comune di San Raffaele
Cimena, alle porte di Torino, un territorio unico, che fa parte della riserva della biosfera
MAB Unesco “Collina Po”. Qui, in un’area di 120 ettari, una coltivazione sostenibile, come
quella del riso, che fa parte della storia e della tradizione, viene perseguita tutt’oggi con
passione e dedizione per l’ambiente, conferendo al territorio una rara ricchezza
paesaggistica. La proiezione sarà seguita da un incontro con i registi.
A volte sono le tradizioni più antiche a suggerire pratiche coerenti con le attuali esigenze
di sostenibilità. Stracci (martedì 7 giugno, ore 17.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di
Tommaso Santi, mette in luce una realtà molto nota a chi frequenta Prato, dove da decine
e decine di anni gli indumenti di lana usati vengono raccolti e differenziati per poi
riutilizzare il filato per la produzione di nuovi capi di alta qualità: un esempio virtuoso di
economia circolare e di sostenibilità dell’industria tessile, a cui si contrappone, però, il
sempre più serio problema ambientale provocato dal consumismo “usa e getta” del fast
fashion. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
Tra le montagne più alte delle Alpi, il Cervino, vetta di confine, domina due delle mete più
note degli appassionati di sport invernali. Two Headed Mountain (mercoledì 8 giugno, ore
20.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Jacopo Marzi, ci mostra, in un confronto diretto,
quanto accaduto durante la pandemia da Covid 19 a Breuil-Cervinia, sul versante italiano,
dove vigevano rigide restrizioni, e a Zermatt, sul versante svizzero, dove i flussi turistici
sono stati regolati in modo molto diverso. La proiezione sarà seguita da un incontro con il
regista.
Ci spostiamo al Sud con Tardo Agosto (mercoledì 8 giugno, ore 21.30, Cinema Massimo –
Sala Soldati), di Federico Cammarata e Filippo Foscarini, nella sperduta campagna
siciliana, tra i paesaggi di un’isola ferita, dove il suono intermittente delle cicale, i fumi
degli incendi, il rumore del vento e della pioggia si mescolano in una dimensione sospesa
e in un repentino cambio del tempo che segna la fine di un’estate soffocante. La
proiezione sarà seguita da un incontro con i registi. I ribelli del cibo (martedì 7 giugno, ore
19.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Paolo Casalis, racconta quattro storie di
altrettanti piccoli produttori di cibo, sospesi tra obiettivi minimi – la sopravvivenza
economica – e ambizioni altissime: cambiare il mondo dell’alimentazione, dominato dalla
grande distribuzione e dal cibo di bassa qualità. Il microcosmo coeso dell’Alto Adige, dove
tradizione e innovazione procedono di pari passo, fa da sfondo alle loro esperienze e a
tematiche tanto attuali quanto globali. La proiezione sarà seguita dall’incontro “Food
Wave: Catch the Future”, a cui intervengono, dopo i saluti di Michela Favaro, vicesindaca

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della Città di Torino, Emanuela Vita, project manager di Food Wave, Maria Bottiglieri,
dell’Ufficio Cooperazione internazionale e pace della Città di Torino, Giosuè De Salvo, di
Mani Tese ONG. Sono inoltre previsti interventi delle dieci associazioni giovanili torinesi
selezionate dal bando Food Wave.
Con Il seme del futuro (giovedì 9 giugno, ore 20.00, Cinema Massimo – Sala Soldati)
Francesca Frigo segue l’attività di Giorgio Vacchiano, esperto di gestione forestale, che
presa una pausa dall'insegnamento all’Università, torna nei boschi della sua infanzia, in
Valle d'Aosta, tra quelle foreste alpine in cui sono particolarmente manifesti gli effetti dei
cambiamenti climatici e in cui si avverte più forte la necessità di elaborare strategie in
grado di preservare un habitat essenziale per la nostra sopravvivenza sul Pianeta. La
proiezione sarà seguita da un incontro con la regista e con Giorgio Vacchiano,
protagonista del film. Chiamo, nessuno risponde (lunedì 6 giugno, ore 21.30, Cinema
Massimo – Sala Rondolino), di Davide Demichelis, ci porta in una delle valli più selvagge e
affascinanti del Piemonte. Nella conca di Elva, in alta Val Maira, incontriamo Franco
Baudino, 73 anni, da sempre montanaro per scelta, che racconta il suo amore per la
montagna e la sua gente, le storie di un tempo e le tradizioni di una terra abbandonata da
quelli della sua generazione, ma forse, chissà, domani ripopolata da quanti faranno scelte
diverse. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
Dopo Mirabilia Urbis, Milo Adami torna sulla figura di Antonio Cederna con Appia Antica
(sabato 11 giugno, ore 20.00, Cinema Massimo – Sala Soldati). Guida di un breve viaggio
a piedi lungo la regina viarum – luogo fuori dal tempo, museo diffuso percorso da romani
e turisti di tutto il mondo, oggi tutelato dal Parco Archeologico dell’Appia Antica – è
nuovamente l’attore Giuseppe Cederna, che ricorda le battaglie condotte dal padre,
giornalista e urbanista, nel 1965, per salvare l’area dalla speculazione edilizia e dai progetti
di privatizzazione. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
Chemical Bros. (giovedì 9 giugno, ore 22.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di
Massimiliano Mazzotta, si concentra sull’industria del fluoro con un’indagine che parte
dalle miniere di Silius e si spinge lontano. Dalla Sardegna, passando per il Veneto e
arrivando fino al Peak District National Park del Derbyshire, in Gran Bretagna, il film
mostra le terribili conseguenze e i danni irreversibili che l’estrazione di fluorite, la
produzione e l'utilizzo del fluoro a livello industriale nel passato hanno causato
all’ambiente e alla salute di persone ignare. La proiezione sarà seguita da un incontro con
il regista.
Dove ti porta il vento (…è tempo di gru) (venerdì 10 giugno, ore 18.00, Cinema Massimo
– Sala Soldati), di Alessandro Ghiggi, ci riporta in Piemonte, nei territori circostanti i Laghi
di Caselette e il Lago Borgarino, lungo la linea di un’importante rotta per molte specie di
uccelli. Qui da oltre vent’anni Daniele Reteuna e la sua associazione naturalistica si

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occupano in particolare del fenomeno migratorio delle gru. La proiezione, organizzata in
collaborazione con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema, sarà seguita da un
incontro con il regista e alcuni rappresentanti dell’Associazione Naturalistica Le Gru.
TerrEmoticon (lunedì 6 giugno, ore 19.30, Cinema Massimo – Sala Rondolino), di Paolo
Pisanelli, segue il percorso teatrale con cui gli studenti dell’Istituto Superiore De Gasperi -
Battaglia di Norcia hanno messo in scena la propria drammatica esperienza di vivere in
luoghi dove la terra trema. Il testo nasce dai messaggi WhatsApp che i ragazzi si sono
scambiati nell’ottobre tragico del 2016: una rielaborazione che traspone l’evanescenza di
una comunicazione rapida e iconica in una dimensione creativa di teatro e di cinema di
comunità. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
Venezia altrove (sabato 11 giugno, ore 20.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Elia
Romanelli, è un viaggio nell’immaginario creato nel mondo dalla città lagunare. In luoghi
improbabili, ispirati in modi grotteschi o romantici alla città lagunare – un istituto di bellezza
a Zagabria, un centro commerciale a Instanbul, un villaggio di pecore in Romania… – cinque
persone che non hanno mai messo piede a Venezia, ma hanno un legame con la
Serenissima, raccontano le loro storie. La proiezione sarà seguita da un incontro con il
regista.
Voci d’acqua (venerdì 10 giugno, ore 22.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Fabio
Pasini, è il diario di una discesa in canoa, intrapresa dal regista con il figlio dodicenne,
lungo il fiume Taro e il Po, fino a raggiungere il mare: un viaggio attraverso un paesaggio
in continua trasformazione, in una delle aree più produttive d’Italia in cui la natura sa
ancora regalare spazi selvaggi impensabili. La proiezione sarà seguita da un incontro con
il regista.

Tre documentari, infine, affrontano temi globali di bruciante attualità. One Earth – Tutto
è connesso (mercoledì 8 giugno, ore 17.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Francesco
De Augustinis, mostra quanto e come il sistema alimentare mondiale sta
compromettendo in modo irreversibile il fragile equilibrio del Pianeta. Dalla Cina, nuovo
gigante della produzione di cibo, ai laboratori della “Food Silicon Valley” in Olanda, alle
terre contese alle popolazioni indigene in Brasile, alle minacce globali per la salute
dell’uomo, alle questioni etiche sottese al nostro rapporto con la natura, il documentario
affronta temi apparentemente lontani tra loro, rivelando come tutto sia connesso e tutto
concorra alla crisi ambientale globale. La proiezione sarà seguita da un incontro con il
regista. Speck. Un destino cambiato (lunedì 6 giugno, ore 18.00, Cinema Massimo – Sala
Rondolino), di Martina Scalini, ci porta all’interno di un allevamento intensivo di maiali,
attraverso la telecamera nascosta tra i bottoni della giacca di un ragazzo impegnato in
un’indagine sotto copertura: un viaggio in uno di quei luoghi che in Italia sono lontani dai

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centri abitati, invisibili ai più e non sempre accessibili, e dove si entra in un mondo di
brutalità quasi irreale. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista.
Il documentario Plastic War (lunedì 6 giugno, ore 19.30, Cinema Massimo – Sala
Rondolino), di Catia Barone e Leonardo Lo Frano, prodotto da Rai Documentari, è un
viaggio tra le lobby del “materiale del secolo”, gli interessi delle grandi aziende, lo scempio
ambientale, l’inganno del greenwashing: un intreccio che produce profitti di 840 miliardi
di euro nel solo mercato europeo della plastica e del suo indotto, una guerra che si
combatte anche nelle stanze di Bruxelles, ma che appare persa sulla spiaggia di Castel
Volturno, da anni immortalata nel suo degrado dal fotografo campano Giovanni Izzo. La
proiezione sarà seguita da un incontro online con l’autrice Catia Barone.


PANORAMA

La sezione non competitiva Panorama presenta 12 lungometraggi, perlopiù inediti in
Italia. I film proposti quest’anno, scelti tra i recenti titoli internazionali meritevoli della più
ampia circuitazione, sono di particolare rilievo sia per l’importanza dei temi trattati, sia
per la qualità della realizzazione, e costituiscono esempi riusciti dell’efficacia nella
comunicazione scientifica raggiunta dal cinema ambientale di nuova generazione.
La sezione ospita anche alcuni film del passato, da scoprire o riscoprire, tra cui rientra il
titolo con cui viene reso omaggio a Franco Piavoli, insignito dal Festival del Premio “Stella
della Mole” (in passato “Movies Save the Planet”) per la poetica estremamente coerente
e personale delle sue opere, nutrite dall’attenzione costante nei confronti della natura,
del paesaggio, dei ritmi della vita, umana e non umana. Terzo capitolo di un trittico iniziato
nel 1982 con Il pianeta azzurro e proseguito con Nostos, il ritorno, Voci nel tempo
(domenica 12 giugno, ore 17.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), realizzato dal regista nel
1996, è girato nel piccolo borgo mantovano di Castellaro Lagusello, dove la ciclicità della
vita, dall’infanzia alla vecchiaia, è colta nella quotidianità semplice del paese e dei suoi
abitanti in sincrono con lo scorrere delle stagioni. La proiezione sarà seguita da un
incontro con il regista.
Solutions (lunedì 6 giugno, ore 18.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), della danese
Pernille Rose Grønkjær, è il reportage di un incontro che ha visto per dieci giorni scienziati
e specialisti di fama internazionale riuniti nel deserto del New Mexico per discutere dei
problemi più urgenti del Pianeta. Studiosi di discipline ambientali, economiche, politiche,
esperti di social media, istruzione, tecnologie legate all’intelligenza artificiale si sono
confrontati su nuovi paradigmi e soluzioni per rendere più sicuro il futuro dell’umanità in

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un ambizioso think tank a cui la regista ha avuto accesso esclusivo prima che il mondo
fosse bloccato dalla pandemia. Al termine della proiezione gli studenti di EACT -
Laboratorio di Comunicazione Ambientale del Corso di Economia dell’Ambiente, della
Cultura e del Territorio, Università di Torino, intervisteranno la regista (online).
Coproduzione tedesco-danese, Into the Ice (martedì 7 giugno, ore 20.30, Cinema Massimo
– Sala Cabiria), di Lars Henrik Ostenfeld, è la cronaca sensazionale di una spedizione
nell’isola considerata “il termometro della Terra”, la Groenlandia, dove il regista segue le
ricerche di tre glaciologi di fama mondiale. Il loro obiettivo è misurare sul campo, con
discese mozzafiato nelle cavità ghiacciate fino a 180 metri di profondità, a quale velocità
si stanno realmente sciogliendo i ghiacci artici, per comprendere meglio quali saranno le
conseguenze dei cambiamenti climatici nel nostro prossimo futuro. La proiezione sarà
seguita da un incontro online con il regista.
Produzione francese, Allergy Alert (mercoledì 8 giugno, ore 18.30, Cinema Massimo – Sala
Cabiria), di Cosima Dannoritzer, approfondisce il fenomeno delle reazioni avverse a
molteplici sostanze – dalle arachidi al polline, dal pelo dei gatti agli acari della polvere –
ormai dilaganti in tutto il mondo. A fronte delle previsioni degli esperti, secondo cui entro
il 2050 una persona su due soffrirà di allergie, il film illustra le interazioni tra genetica,
fattori ambientali e il nostro moderno stile di vita, oggetto di nuovi e rivoluzionari studi
per la prevenzione e il trattamento. La proiezione sarà seguita da un incontro con la
regista.
Il canadese Coral Ghosts (giovedì 9 giugno, ore 18, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di
Andrew Nisker, è il ritratto del biologo marino Tom Goreau, dominato nella sua vita da
due grandi passioni: la prima, ereditata dal padre, per la fotografia naturalistica, la
seconda per lo studio e la difesa delle barriere coralline, negli ultimi cinquant’anni in
inarrestabile diminuzione per effetto dell’inquinamento, delle attività umane e del
riscaldamento globale. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista e (online) il
protagonista.
Persona [no] humana (venerdì 10 giugno, ore 17.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria),
degli spagnoli Álex Cuéllar e Rafa Sánchez, è la storia di Sandra e Cecilia, detenute in
condizioni pessime senza aver commesso alcun crimine, e della lunga battaglia legale
intrapresa dalla ONG Proyecto Gran Simio affinché le due femmine di orango e scimpanzè,
vissute sempre in cattività negli zoo argentini, potessero ottenere la libertà e il
riconoscimento dei loro diritti. La proiezione sarà seguita da un incontro con Isabella
Pratesi, direttrice del Programma di conservazione del WWF Italia.
A ogni edizione il Festival ripropone un film del passato, documentario o di fiction, di
particolare interesse ambientale. Quest’anno la scelta non poteva non ricadere su Soylent
Green – 2022: i sopravvissuti (sabato 11 giugno, ore 17.30, Cinema Massimo – Sala

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Cabiria), diretto nel 1973 da Richard Fleischer, che immagina una Terra irreversibilmente
inquinata, sovrappopolata, riarsa da una perenne estate, una New York con più di 40
milioni di abitanti, afflitta da una povertà dilagante e una scarsità mortale di beni e risorse
primarie. Del fantathriller tratto dal romanzo Largo! Largo! di Harry Harrison che, alla
scadenza e al netto delle esagerazioni distopiche, si rivela tra i più lungimiranti nella
categoria dei film ambientati nel futuro già passato, parleranno, al termine della
proiezione, Enzo Lavagnini, critico cinematografico, Vince Tempera, musicista, e Steve
Della Casa, direttore del Torino Film Festival.
Con First We Eat (sabato 11 giugno, ore 21.30, Imbarchino del Valentino; in replica
domenica 12 giugno, ore 21, Cinema Elios, Carmagnola - TO) la canadese Suzanne Crocker
traduce plasticamente in immagini il concetto di conversione ecologica, raccontando con
humour l’esperienza della sua “normale” famiglia, che nel selvaggio Yukon, a soli 300
chilometri dal Circolo Polare Artico, ha deciso di bandire da casa tutti i cibi del
supermercato, vivendo per un anno solo di quanto pescato, cacciato, raccolto e coltivato.
La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista.
L’inglese Rebellion (sabato 11 giugno, ore 22.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), diretto
da Maia Kenworthy ed Elena Sánchez Bellot, è la biografia di uno dei gruppi ambientalisti
in più rapida espansione negli ultimi anni. A partire dalle testimonianze dei fondatori, il
film ricostruisce la storia di Extinction Rebellion (XR), dalla nascita in Inghilterra nel 2018
al diffondersi in tutto il mondo delle azioni di protesta pacifica e di disobbedienza civile
con cui il movimento socio-politico non violento chiede ai governi di mobilitarsi contro i
cambiamenti climatici e le più pressanti emergenze ambientali. La proiezione sarà seguita
da un incontro online con le registe.
Con Two Minutes to Midnight (domenica 12 giugno, ore 16, Cinema Massimo – Sala
Cabiria) la regista, fotografa, videoartista israeliana Yael Bartana ci trasporta in una nazione
immaginaria con un governo tutto al femminile, interpretato da un gruppo di attrici. Di
fronte alla minaccia di un Paese nemico, il governo si riunisce in una “Peace Room”,
contrapposta alla “War Room” del Dottor Stranamore, per decidere se procedere a un
disarmo unilaterale consultandosi con esperte della vita reale, che entrano via via in scena.
La discussione tra “vere” consulenti per la difesa, soldatesse, avvocatesse, attiviste per la
pace e per i diritti umani, personalità politiche, ci mostra che cosa potrebbe accadere se il
mondo fosse governato dalle donne, tema ricorrente nel Festival di quest’anno.
Il francese 140 km a l’Ouest du paradis (A Distant Thud in the Jungle, domenica 12 giugno,
ore 20.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di Céline Rouzet, ci porta sulle alture del Papua
Nuova Guinea, dove le tribù indigene si abbigliano per riti ormai senza significato a
beneficio di turisti in cerca di esotismo e vendono le loro terre a compagnie petrolifere in
cerca di nuovi giacimenti. La proiezione sarà seguita da un incontro online con la regista.

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A Traveller’s Guide (domenica 12 giugno, ore 21.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), degli
olandesi Ton Van Zantvoort e Josefien Van Kooten, è frutto di otto anni di viaggi in giro
per il mondo: un diario visuale, in cui le immagini dei più diversi ambienti, umani e naturali,
si ricompongono in una riflessione ampia sull’impatto del turismo di massa sul Pianeta, la
solitudine dell’uomo, le diseguaglianze sociali, il nostro rapporto con gli animali e con la
natura. La proiezione sarà seguita da un incontro online con il regista.


ECOKIDS

Come sempre, il Festival riserva uno spazio al pubblico dei più piccoli e delle loro famiglie
con il programma Ecokids (domenica 12 giugno, ore 16, Cinema Massimo – Sala Soldati),
che quest’anno presenta undici cortometraggi, quasi tutti di animazione. Selezionati tra
la più recente produzione internazionale, i film proposti hanno in larga parte come
protagonisti i bambini stessi e il loro rapporto con la natura e con l’ambiente. In V Lese (In
the Woods), della ceca Ivana Češková, un bambino ferito in un bosco trova aiuto insperato
negli spiriti degli animali selvatici; in The Earth, dell’iraniano Mohamadreza Keiwanfar, il
piccolo protagonista di una spedizione spaziale trova rifiuti umani persino su Marte; in
Tadeo, della messicana Mariana Musi, un giovanissimo e impaziente piantatore di alberi
deve imparare a rispettare i tempi della natura, mentre in Spring Tree, del cinese Shichao
Tang, un ragazzo deve capire che è impossibile ridonare la vita a una pianta che l’ha
perduta. E ancora, in Marea, dell’italiana Giulia Martinelli, una famiglia molto speciale
deve confrontarsi con alti e bassi quotidiani; in Si viene de la Tierra (When It Comes from
the Earth), dell’ungherese Katalin Egely, una bambina incontra a ritmo di cumbia la magia
di un mondo sostenibile, mentre in A Heatwave, dell’egiziana Salma Hamdy Ghonim, la
piccola protagonista, tormentata dal caldo provocato dal cambiamento climatico, trova la
salvezza in un albero.
Un altro gruppo di cortometraggi ha invece come protagonisti incontrastati gli animali:
Ursa - Nordlysets Sang, della norvegese Natalia Malykhina Bratli, segue le avventure di
un piccolo orso polare alla ricerca della sua mamma tra i ghiacci dell’Artico; in
Affendomino, del tedesco Ulf Grenzer, una scimmia rinchiusa in uno zoo fa un incontro
che le cambia la vita; lo statunitense HuManatee, di Sea Jin Park, è una storia di solidarietà
di cui sono protagonisti una medusa e un lamantino ferito da una barca a motore, mentre
nella produzione spagnola Bo and Trash, di Tatjana Skorlupkina, un cane abile chimico
riesce a sconfiggere l’orribile mostro di spazzatura creato dagli umani.

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ECOEVENTI

La sezione Ecoeventi ricomprende in quest’edizione una grande varietà di appuntamenti
– panel, incontri, una mostra fotografica, masterclass, presentazioni di iniziative e progetti –
che testimonia la vitalità e l’impegno su molteplici fronti artistici e culturali del mondo
ambientalista.

➢ PANEL E INCONTRI
Ospite speciale di quest’edizione, Vandana Shiva sarà protagonista di due appuntamenti
del Festival, a iniziare dal dibattito “La terra contro la guerra” (giovedì 9 giugno, ore 20,
Cinema Massimo – Sala Cabiria) a cui l’ambientalista e attivista indiana interverrà con Luigi
Ciotti, presidente del Gruppo Abele, di Libera e di Casacomune, e Lucio Cavazzoni, già
fondatore di Alce Nero e ora presidente di Good Land. A partire dalle parole pronunciate
nello scorso aprile dalla stessa Vandana Shiva in occasione della Giornata mondiale della
Terra, l’incontro approfondirà l’incompatibilità tra la necessità urgente di “prendersi cura
della terra” – quale fonte del diritto umano e delle altre specie alla vita e al sostentamento –
e la devastazione e distruzione del suolo e della natura provocata dai conflitti. A seguire,
Vandana Shiva riceverà il premio “Dalla Terra alla Terra”, promosso da Biorepack e
attribuito alla fondatrice della Research Foundation for Science, Technology and Natural
Resource Policy a riconoscimento del suo costante impegno personale e professionale
nell’affrontare i problemi legati al suolo e nel proporre soluzioni utili per la salute, la
sicurezza alimentare e la biodiversità.
Nella mattinata successiva, l’intervento di Vandana Shiva aprirà il panel “Donne e crisi
climatica” (venerdì 10 giugno, dalle ore 9.30 alle 17, Fabbrica delle “E”), organizzato dal
Festival con Casacomune, Scuola e Azioni. Dopo il saluto della vicesindaca della Città di
Torino Michela Favaro e del direttore del Festival CinemAmbiente Gaetano Capizzi, con
Vandana Shiva interverranno al dibattito Anna Brambilla, dell’ASGI - Associazione per gli
Studi Giuridici sull'Immigrazione, Suzanne Mbije Diku, presidente dell’Associazione
Redani, Eleonora Evi, parlamentare dei Verdi Europei, Isabella Pratesi, direttrice
Conservazione del WWF Italia, Luigi Ciotti, Maria Chiara Giorda, storica delle religioni e
Cinzia Scaffidi, giornalista. La giornata propone una riflessione ampia su alcune
trasformazioni che cominciano a intravedersi nel mondo della politica e che tentano oggi
di mettere in evidenza la figura femminile e il suo ruolo. Le donne, nei Paesi in cui sono
responsabili degli approvvigionamenti familiari o delle colture, risultano le più esposte agli
effetti dei cambiamenti climatici, ma altrove riescono ad essere motore di cambiamento.
Nel settore dell’industria e dell’agricoltura, le donne offrono esempi virtuosi di

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trasformazione di aziende inquinanti o di attenzione a modelli di produzione sostenibile
che le pongono oggi al centro dei nuovi processi di conversione ecologica, intesa come
presa di coscienza individuale tradotta in pratiche rispettose del comune bene
ambientale.
Al termine della mattinata sarà servito ai partecipanti il pranzo “buono con le persone
giuste” (ore 13.30-15), preparato dalle donne migranti accolte nelle strutture del Gruppo
Abele con eccedenze alimentari recuperate da diversi mercati cittadini: un momento di
condivisione, per rilanciare il valore sociale del cibo e sottolineare l’urgenza di ridefinire i
nostri stili di vita e di consumo. Nel pomeriggio (ore 15.30, Binaria Centro Commensale)
verrà presentato il libro di Cinzia Scaffidi Il profitto e la cura. La sostenibilità e le voci che
non abbiamo ascoltato nel corso di un incontro con l’autrice condotto dalle giornaliste
Mirta Da Pra Pocchiesa e Elena Ciccarello.

Poetessa, scrittrice, saggista, Antonella Anedda, a cui viene assegnato in quest’edizione il
Premio letterario “La Ghianda”, sarà ospite del Festival per un incontro (sabato 11 giugno,
ore 18, Circolo dei lettori) a cui interverranno Serenella Iovino, docente di Italian Studies
and Environmental Humanities presso la University of North Carolina, e lo scrittore e
poeta Tiziano Fratus. Il dialogo a tre sarà occasione per un excursus sulla produzione
letteraria dell’autrice, che dagli esordi fino al suo volume più recente, Le piante di Darwin
e i topi di Leopardi, ha dimostrato un appassionato interesse per il mondo della natura,
tradotto nei suoi versi in un profondo attaccamento alla “terra”, sia la terra del sé, l’intima
sospensione dove le parole vengono ostentate, sia la terra in quanto opera di una costante
crescita ed evoluzione.
Appuntamento immancabile del Festival, il “Punto” di Luca Mercalli (martedì 7 giugno,
ore 20.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria) che illustra lo stato di salute del Pianeta si
incrocerà quest’anno con la cronaca più attuale, analizzando le conseguenze ambientali
della guerra. Il report stilato dal noto meteorologo si soffermerà soprattutto sui riflessi
del conflitto russo-ucraino nelle politiche ambientali internazionali e sui rallentamenti –
se non le brusche inversioni di tendenza – da esso imposti agli appena avviati processi di
transizione ecologica, che avrebbero bisogno di pace e sono invece oggi penalizzati dal
distoglimento di fondi e risorse a favore di una generale corsa al riarmo.
Gli studi sul microbiota delle piante, nostre prime alleate per affrontare le emergenze
globali, potranno aiutarci, e aiutare il Pianeta, a vivere meglio? La domanda è al centro del
dibattito dedicato a “Il mondo segreto delle piante e dei robot. Ispirarsi all'invisibile della
natura per immaginare il futuro” (sabato 11 giugno, ore 15.30, Cinema Massimo – Sala
Soldati), a cui interverranno Paola Bonfante, docente di Biologia vegetale all’Università di
Torino, e la biologa Barbara Mazzolai e che sarà moderato da Vincenzo Guarnieri,

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biochimico e comunicatore della scienza. Organizzato dal Festival con il Dipartimento di
Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, Università di Torino, e con CNR – Istituto per la
Protezione Sostenibile delle Piante, in occasione del Fascination of Plants Day, l’incontro
esplora le potenzialità dei nuovi studi sulla composizione e sull’organizzazione degli
organismi vegetali nella robotica bioispirata, le cui svariate applicazioni potrebbero offrire
soluzioni concrete per proteggere il clima e la biodiversità.
In occasione del dibattito verrà proiettato il cortometraggio The 21st Sense, diretto da
Christian Battiferro.

Organizzata dal Festival con il Premio per la comunicazione in neuroscienze “Aldo
Fasolo”, la tavola rotonda “La comunicazione scientifica nella società multimediale”
(mercoledì 8 giugno, ore 10.30, Circolo dei lettori) affronta un tema di stringente attualità.
A partire dall’assunto che, in un mondo stravolto da cambiamenti ed eventi anche
drammatici, una comunicazione efficace è fondamentale per veicolare correttamente il
senso della ricerca scientifica e per contrastare il dilagare delle fake news, l’incontro
approfondisce le possibilità di utilizzo del video e di un approccio multimediale per veicolare
un’informazione rigorosa alle diverse componenti della nostra società. Alla tavola rotonda
partecipano Andrea Calvo, docente di Neurologia presso il Dipartimento di Neuroscienze
“Rita Levi Montalcini” - Università di Torino, Silvia De Marchis, neurobiologa e presidente
del comitato scientifico del Premio “Aldo Fasolo”, Giuseppe Tipaldo, docente di Sociologia
della Pseudoscienza e Metodi digitali presso il Dipartimento di Culture, Politiche e Società -
Università di Torino, Beatrice Mautino, comunicatrice e divulgatrice scientifica, Samer
Angelone, ricercatore presso il Department of Evolutionary Biology and Environmental
Studies - Università di Zurigo e presidente della Swiss Science Film Academy.

➢ MOSTRA EPOTY - ENVIRONMENTAL PHOTOGRAPHER OF THE YEAR
Giunto alla 15^ edizione, il concorso Environmental Photographer of the Year (EPOTY),
che presenta le più suggestive opere fotografiche a tema ambientale realizzate nel mondo
durante il corso dell’anno, fa tappa a Torino. Il Festival, in collaborazione con l’Università
di Torino nell’ambito del cartellone di eventi culturali di UniVerso - Osservatorio
permanente sulla contemporaneità, presenterà infatti circa 30 opere selezionate tra le
finaliste delle ultime due edizioni del premio. Allestita nel Palazzo del Rettorato
dell’Università di Torino, la mostra sarà aperta al pubblico dal 7 giugno al 31 agosto 2022.
Organizzato da CIWEM - Chartered Institution of Water and Environmental Management,
WaterBear e Nikon Europe, EPOTY, che lo scorso anno ha ricevuto quasi 7000 scatti, di
fotografi professionisti e amatoriali, provenienti da 119 nazioni, intende celebrare la
capacità umana di sopravvivere e innovare attraverso immagini in grado di richiamare

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l’attenzione sul nostro impatto sul Pianeta, ispirando stili di vita più sostenibili. Il concorso
sostiene le urgenti call to action degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite
e si pone come una piattaforma internazionale per promuovere la consapevolezza delle
emergenze ambientali, che, nella connessione complessa di sviluppo, riduzione della
povertà, uguaglianza, sicurezza e azione per il clima, richiedono uno sforzo senza
precedenti da parte di tutti i settori della società per essere affrontate.

➢ MASTERCLASS DI WERNER BOOTE
L’amicizia del Festival con Werner Boote quest’anno si traduce, oltre alla presenza del
regista viennese in giuria, in un’esclusiva masterclass rivolta ad appassionati e
professionisti. Autore poliedrico, Boote nella sua formazione e esperienza professionale
ha attraversato diversi ambiti, dal teatro alla sociologia, dalla musica al cinema di finzione,
fino al documentario, con cui ha raggiunto la notorietà internazionale grazie ai suoi film
legati alle tematiche ambientali più urgenti e dibattute nella nostra contemporaneità. Al
suo genere di eccellenza sarà dedicata la masterclass proposta al Festival, in cui verranno
affrontati molteplici temi: dalla crescita professionale del regista, allo sviluppo di uno stile
personale, dalle tattiche strategiche da adottare durante la realizzazione di documentari
fino alle tecniche per renderli più emozionanti.

➢ CINEMAMBIENTE VR
Anche in quest’edizione il Festival propone, nelle sale CineVR allestite dal Museo
Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana, alcune opere fruibili in realtà immersiva,
replicando un’iniziativa inaugurata l’anno scorso con notevole riscontro di pubblico. I
quattro titoli selezionati, che consentono ai visitatori di sperimentare una nuova e
coinvolgente dimensione del cinema ambientale, saranno in programmazione giornaliera
continuativa per tutta la durata del Festival. Strands of Mind, del tedesco Adrian Meyer,
offre un’intensa esperienza immersiva trasportando con un viaggio psichedelico lo
spettatore in un mondo oltre i confini della normale percezione, in luoghi magici e
misteriosi, alieni eppure in qualche modo familiari. Produzione tedesco-brasiliana,
Saranà, di Pedro Rodolpho Ramos, è una composizione audiovisiva immersiva che integra
musica elettroacustica e arte digitale: un’opera ispirata ai cambiamenti dei linguaggi per
effetto delle migrazioni e degli scambi culturali, in cui parole e frasi in idiomi diversi
emergono e si immergono in un paesaggio sonoro di rumori della natura, toni musicali,
suoni vocali.
Primo film di montaggio in VR, Montegelato, dell’italiano Davide Rapp, ci trasporta nel
piccolo paradiso naturale del Lazio, nel Parco Regionale della Valle del Treja, set di
innumerevoli produzioni cinematografiche: centinaia di sequenze si ricompongono in un

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collage tridimensionale delle famose Cascate così come sono state riprese in 180 pellicole,
serie tv e spot pubblicitari. Produzione belga-canadese, Marco & Polo Go Round, di
Benjamin Steiger Levine, realizzato con riprese volumetriche in 3D, è una love story
immersiva, con una svolta surreale, in cui una coppia si confronta simultaneamente con
le difficoltà della propria relazione e con le forze naturali della Terra.

➢ PRESENTAZIONI DI PROGETTI
Come nella passata edizione, un ulteriore spazio è riservato alle presentazioni di progetti,
promossi da enti e organizzazioni sensibili al tema ambientale, a cui il Festival collabora
direttamente o di cui condivide intenti e finalità.

Fa tappa anche quest’anno al Festival, sostenendo il film Tout commence, CINE - Cinema
communities for Innovation, Networks and Environment, il progetto con il quale Slow
Food, insieme a partner italiani e internazionali – tra cui CinemAmbiente – intende
sostenere i cinema rilanciando il loro ruolo all’interno delle comunità locali. Tra le
iniziative sperimentate quest’anno con successo figura una serie di proiezioni, di film
prevalentemente europei, il cui programma è stilato in collaborazione con
CinemAmbiente e i cinema locali coinvolti nel progetto, situati nell’area tra Bra e
Cherasco, nel Canavese e all’estero, in Croazia. Alle proiezioni si sono affiancati eventi
complementari (degustazioni, dibattiti, concerti, escursioni e laboratori per bambini),
organizzati dai cinema stessi, insieme a soggetti del proprio territorio, con l’obiettivo di
inserire le sale in reti più ampie, capaci di alimentare la loro attività a lungo termine.

Torna al Festival anche Food Wave - Empowering Urban Youth for Climate Action, il
progetto quadriennale, cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del
programma Europaid DEAR, finalizzato a dare a ragazze e ragazzi dai 15 ai 35 anni gli
strumenti per guidare la transizione globale verso un sistema alimentare sostenibile entro
il 2030. D’intesa con CinemAmbiente, il Comune di Torino, che aderisce al progetto con
altre 17 città europee, ha selezionato tra tutte le diverse sezioni del Festival una serie di
sei film legati specificamente al tema della sostenibilità alimentare. Food Wave collabora
inoltre con il Festival per tre iniziative conviviali, due apericena solidali alla Mole
Antonelliana (in occasione dell’inaugurazione di domenica 5 giugno, ore 20, e della festa
di premiazione, domenica 12 giugno, ore 20) e il “pranzo buono con le persone giuste”
(venerdì 10 giugno, ore 13.30-15, Fabbrica delle “E”) servito ai partecipanti al panel
“Donne e crisi climatica”.

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Partecipa al Festival, sostenendo i film A Thousand Fires e Ressources, la masterclass di
Werner Boote e contribuendo all’organizzazione della serata inaugurale del 5 giugno,
Mindchangers: Regions and Youth for Planet and People, progetto cofinanziato dalla
Commissione Europea nell’ambito del Programma DEAR, che vede come capofila la
Regione Piemonte e il Consorzio delle ONG Piemontesi tra i partner. L’iniziativa prevede il
finanziamento di oltre 100 progetti nei sei Paesi europei del partnernariato, con cui
raggiungere almeno 300mila giovani, di cui circa 10mila saranno coinvolti attivamente in
azioni di educazione e promozione di pratiche e stili di vita sostenibili, capaci di contribuire
alla transizione ecologica in modo equo e duraturo.

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