Sotto alle alture che chiudono il piano, Gradisca si sgrana bianca
lungo la sponda dell'Isonzo, che è indicata da un infoltire di verde,
da uno schieramento solenne di pioppi. Dei giardini, delle ville, dei
recinti, e, quasi fuori del paese, i grandi edifici della scuola normale,
una caserma, degli stabilimenti industriali sui quali le ciminiere si
levano sottili come antenne. Come tutto sembra quieto laggiù, nel
sole!
Alla città fa sfondo il Monte San Michele, che è un'ultima propaggine
del Carso, e più lontano, più in alto, irrompono, azzurre e pallide, le
vette del Monte Re. Ai piedi delle alture, sul limite della pianura,
come la spuma al bordo del mare, è un biancheggiare quasi continuo
di paesi, greggi di case che si dissetano nell'Isonzo. Sdràussina,
Sagrado, Fogliano, San Pietro, e sembra tutto un prolungamento di
Gradisca. Sulle pendici, dei prati verdi, delle boscaglie oscure, delle
strade deserte che serpeggiano ascendendo, delle trincee austriache
abbandonate — lunghe e sottili ferite nere, insolentemente visibili.
Sono probabilmente delle false trincee, incaricate di attirare la nostra
attenzione. Le vere si nascondono, si mascherano con erbe e fronde.
S'incomincia a comprendere.
Le tappe della nostra avanzata sono segnate sulla pianura. Ogni
sosta ha lasciato una linea fulva di terra smossa, un solco di
trinceramenti dai parapetti punteggiati di feritoie, una barriera
oscura che attraversa i prati, sparisce nei vigneti, tocca dei paesi, si
nasconde, si perde. Il più vicino è il fronte sul torrente Versa, il
fronte assunto il primo giorno della guerra, come i comunicati
descrissero. Sono tutte abbandonate, quelle strane arginature della
battaglia che hanno segnato sulla terra una specie di gigantesco
diario della conquista, sono tutte lasciate indietro. La fanteria non si
vede più, è laggiù a Gradisca, tiene quella linea di paesi, tocca il
fiume, si annida nella boscaglia delle rive, pare scomparsa.
Nell'apparente solitudine luminosa del paesaggio, sono i proiettili di
cannone che rivelano vagamente le disposizioni del combattimento,
che lasciano intuire le masse combattenti sotto la coltre delle
vegetazioni. Due o tre stormi di shrapnells austriaci scoppiano sulla