giovani, con orrore e scandalo dei vecchi. Intanto si raccoglievano
quattromila ottocento lire milanesi in sottoscrizioni: il governo
cedette, per pochi soldi, pietre e legnami, e il famoso folignate
Piermarini, l'architetto che aveva innalzata la Villa Reale di Monza, i
teatri della Scala e della Canobbiana, il palazzo Belgioioso, ed altri, fu
chiamato a erigere il teatro, o a dir meglio, a compiere un miracolo,
costruendo con pochi denari, sul vecchio tempio di Dio, un nuovo
tempio del diavolo, perchè l'arte teatrale era ancora dai torcicollo
giudicata arte di perdizione.
Se non che, cambia la scena: cambia d'improvviso la fortuna
francese, e si rovescia su Milano la valanga austro-russa col nuovo
Attila, Suvaroff, che per tredici mesi si diverte a derubare, a
offendere i cittadini spaventati, con le violenze più selvaggie. I lavori
per il teatro rimangono interrotti: ma anche la reazione feroce,
quando Dio vuole, cessa: e, come baleno, ritorna Napoleone,
quell'«omett del cappellin», come lo chiama il Porta in un brindisi, e i
lavori del teatro si compiono presto.
Se dobbiamo badare al Poligrafo, giornale letterario di quel tempo, si
spesero più di centomila lire per la riduzione dell'edificio a teatro.
Rimase, per altro, qual era, la rozza facciata dell'antica chiesa, molto
brutta, e, in compenso, fu conservata una magnifica porta dello stile
del periodo sforzesco, che in mezzo alla volgare manìa di cattivi
restauri e di vendite ancor più volgari, fu lasciata anche oggi qual
era. Il teatro fu costruito a quattr'ordini di loggie: nessuna divisione
di palchi, nessuna distinzione pei posti. Fratellanza repubblicana
anche in teatro, fratellanza perfetta, nei posti come nei soci. Andrea
Appiani, il pittore principe del tempo, classicista del pennello
elegante, regalò il sipario, da lui dipinto, rappresentante la Virtù che
saetta e pone in fuga i Vizi. Il Vaccani dipinse i parapetti delle loggie
a finto bassorilievo; buoni scenografi approntarono gli scenari.
E seguì la prima solenne rappresentazione dell'Accademia, la quale
contava la bellezza di sessanta accademici attori e di venticinque
«iniziati» (si chiamavano proprio così!), mentre le piovevano
continue protezioni dall'alto e incoraggiamenti d'ogni dove. Nella