di cui mura non erano ancora state rifatte, ed occuparono
Montecoloreto
[83]. Pietro Saccone dei Tarlati, il più formidabile
partigiano che avesse prodotto l'Italia, guastava cogli Ubertini e coi
Pazzi tutte le vicinanze di Bibiena
[84]. Temevasi in Firenze che anche
i Pisani non si unissero a tanti nemici, imperciocchè sapevasi che,
come gli altri Ghibellini, avevano ancor essi mandati i loro deputati
alla dieta di Milano; ma il timore di cooperare all'ingrandimento di un
tiranno prevalse nel consiglio di Pisa al furore dello spirito di partito,
e la repubblica ricusò di prendere le armi contro un popolo, bensì
rivale, ma che solo sosteneva in Italia la causa della libertà
[85].
I Fiorentini spedirono deputati a Giovanni d'Oleggio per chiedere i
motivi d'una aggressione non preceduta da veruna dichiarazione di
guerra, mentre sapevano di non aver dato all'arcivescovo di Milano,
suo padrone, verun motivo di lagnanza, e non avevano con lui
alcuna controversia. Oleggio gli accolse in presenza del suo consiglio
di guerra, e loro rispose in questi termini:
«Il nostro signore messer l'arcivescovo di Milano è potente, benigno
e grazioso signore: e non fa volentieri male ad alcuna persona: anzi
mette pace e accordo in ogni luogo, ove la sua potenzia si stende;
ed è amatore di giustizia, e sopra gli altri signori la difende e
mantiene, e qui non ci ha mandati per mal fare; ma per volere tutta
Toscana riducere, e mettere in accordo e in pace. E levare le
divisioni, e le gravezze, che sono tra i popoli, e comuni di questo
paese. E però che a lui è pervenuto e sente le divisioni e discordie, e
sette, e le gravezze che sono in Firenze, le quali conturbano, e
gravano la vostra città, e tutti i comuni di Toscana, ci ha mandati qui
a fine, che noi vi governiamo, e reggiamo in pace, e in giustizia per
lo suo consiglio, e sotto la sua protezione e guardia. E così intende di
volere addirizzare tutte le terre di Toscana. E dove questo non possa
fare con dolcezza e con amore, intende farlo per forza della sua
potenzia, e degli amici suoi. E a noi ha commesso, ove per voi non si
ubidisca al suo buono e giusto proponimento, che mettiamo la sua
oste in sulle vostre porte, intorno alla vostra città. E che ivi tanto
manterrà quella, accrescendola, e fortificandola continuamente;