Francesco fissa sempre Stefania, acceso, sconvolto da quella voce
sommessa, ma calda, armoniosa voluttuosa; quella voce lo esalta, lo
eccita, ma la voce soltanto, senza intendere, senza badare alle
parole, al senso delle parole. Che importa se sia la verità o sieno
tutte menzogne? È la donna che lo ha ripreso, quella donna così
bella e così bionda, che gli è sfuggita, ed ora è tornata, la sola donna
che esiste per lui da due anni, ch'egli vuole da due anni e che è lì,
che ha lì, finalmente!... Essa è lo scopo, la vita, il perchè! Si è
sempre ingannato, ha voluto ingannarsi! Lei, lei, per un'ora, per un
attimo, e che tutto il mondo precipiti!... Che importa a lui di tutto il
mondo?
Stefania, vicina, accarezzandogli le mani, continua a parlare a
parlare, a piangere, a sorridere e a parlare ancora sottovoce,
sommessamente, non più offesa, adirata, nervosa, ma languida,
tenera, appassionata:
— Non ho rimorsi, però; no, non ho rimorsi! Posso aver fatta la mia
infelicità, ma non la vostra! A me sola ho fatto del male, non a voi!
Voi avete lavorato, siete salito in alto! Tutti parlano di voi con
entusiasmo, con ammirazione! Io ho letto tutto, sempre! Mentre voi
mi avete dimenticata, io invece ho sempre vissuto di voi, con voi!
— No! No! Io non ti ho dimenticata, no! E da quella sera che ti
aspetto!... Quando sei stata a casa mia!
La voce di Francesco è rauca, rotta, tremante.... la bella voce di
Stefania continua invece dolcissima, chiara anche fra le lacrime.
— Non volevo più rivedervi! Capivo che non sarei stata più sicura di
me e volevo serbare, chiusa nell'anima, tutta la mia poesia!
Rivedervi? E poi?... Non avevo niente da dirvi perchè vi avevo
perdonato; non avevo niente da chiedervi perchè mi avevate
dimenticata! E ciò è stato possibile, e l'anima ha vinto finchè siamo
rimasti lontani l'una dall'altro... Ma poi, stamattina, appena mi siete
apparso, addio fierezza, dignità, proponimenti, giuramenti... Adesso
andate, andate... vi prego... andate via!