bella novità che mi dirà domani! Ma io non resterò qui a sentirmela
dire, nemmeno per sogno; che! Domattina me ne ritorno a
Vicenza.... e non mi vedrà più, no; mai più!... Se aspetta da me “la
parola di coraggio e di conforto„ la aspetterà un pezzo. A sentirla lei,
dovrei dunque farle coraggio, perchè mi pianta?... Dovrei confortarla,
perchè mi tradisce? Questa è nuova davvero! “Ricordati che io sono
molto infelice!„ Ma perchè lo vieni a contare a me, se sei infelice?...
A me, che lo sono più di te e per cagion tua?
— Però.... però, qualche cosa ci deve esser sotto, — pensava
Prandino abbandonando la finestra e camminando in su e in giù
nella cameretta, mentre si spogliava, — qualche cosa ci deve esser
sotto. È impossibile che sia così cattiva di cuore. Certo, certo quella
strega della D'Abalà, c'entra in gran parte nella faccenda. Sembra
che sia lei innamorata del Maggiore. È con lui tutta moine, tutta
finezze.... Maledetta!... Quello che ha in corpo, scommetto che non è
un figliolo: ma è un sacco di malignità! Ma io vorrei sapere perchè
l'Elisa deve sottomettersi a sua figlia, e rendersi infelice lei, e far
infelice me, per i capricci e le simpatie di casa D'Abalà. — Che il
Maggiore la voglia sposare? Senza dubbio, non può essere
altrimenti. Ma se avesse aspettato due o tre anni, quando avessi
avuto uno stato, l'avrei sposata io.
A questo punto, Prandino chiuse le finestre, spense il lume e entrò
nel letto: egli sperava, allo scuro, di poter avere un po' di riposo, ma
invece si trovò peggio. Vedeva il numero 40 fra le braccia del numero
43, e nell'eccitamento della fantasia, il numero 40 era ancora più
bianco, ancora più biondo, ancora più bello del solito, e il 43 più
nero, più vecchio, più brutto: — e il povero ragazzo si voltava
smaniando nel letto, mentre le zanzare, ch'erano entrate in camera
dalla finestra, ch'egli avea lasciata aperta per tanto tempo, col lume
acceso, gli raddoppiavano l'agitazione e il tormento.
Ah! se non fosse stato povero, allora.... allora l'avrebbe sposata lui
subito, domani. Ma con duecento quindici lire, non poteva già
pensare di metter su casa! Che figura farebbe egli adesso, a Vicenza,
quando vi fosse giunta la notizia del matrimonio della Navaredo con