Corso SALIGIA: ovvero i 7 vizi capitali - XIV anno accademico 2014 Pag. 3
Il tipo Sette
Passione: Gola
Comportamento compulsivo: Edonista; Persuasore
Fissazione cognitiva: Evitare la sofferenza
Il Sette ha avuto una famiglia con un padre poco visibile, distante, nell’ombra e con una madre fragile, sola,
accentratrice che ha esaltato e nutrito narcisisticamente il figlio, instaurando con lui un rapporto molto intenso,
perché aveva bisogno di sentirsi amata e sostenuta. Costretto fin da piccolo a vestire il ruolo paterno mancante, ha
creduto di essere lui l’autorità e ha combattuto il padre con superbia, arroganza e dispregio: un imbroglio di fondo che
ha segnato profondamente la sua vita, impedendogli di contattare la sua fragilità e insicurezza di bambino per la
mancanza di un sostegno reale.
Soffrendo segretamente la mancanza del padre e non sentendosi in alcun modo protetto, ha cercato riparo dalla paura e
dal tremendo senso di pericolo, rifugiandosi nelle illimitate possibilità dell’immaginario e nell’illusoria certezza della
sua grandiosità. Possiamo definire la passione della «gola» come una speciale avidità e insaziabilità per ottenere
gratificazioni.
Dotato di grande resistenza fisica e mentale, ama suddividere la sua inesauribile energia lavorativa in diversi progetti e
attività parallele; la restrizione del campo d’azione non è congeniale alla sua esuberanza, ma le troppe iniziative gli
impediscono di dover fare i conti con le sue reali capacità e con la sua aura di «grandiosità».
Ha un’arroganza nascosta, un’illogica convinzione di essere destinato al successo e pretende il riconoscimento dagli
altri; la mancanza di umiltà e l’aria di superiorità sono tanto irrazionali quanto ingiustificate, ma molto visibili.
Il tipo Otto
Passione: Lussuria
Comportamento compulsivo: Eccesso
Fissazione cognitiva: Vendetta, Sadismo
La storia familiare dell’Otto è una storia dura, densa di difficoltà e violenza: un padre aggressivo, incongruente,
poco sensibile, che ha approfittato dell’innocenza del figlio per divertirsi, deriderlo, umiliarlo e allo stesso tempo
lo ha investito di responsabilità nei confronti degli altri membri della famiglia, facendolo sentire grande e
instaurando poi con lui un rapporto conflittuale per la contesa del potere. La madre che, con una presenza
remissiva e rassegnata, non lo ha protetto anzi, bisognosa d’affetto e d’amore, ha approfittato dalla sua facciata forte per
ricevere sicurezza.
In quell’atmosfera in cui non si è mai sentito protetto, ha imparato a fidarsi solo di se stesso, a non ascoltare gli altri a
non credere alle loro ragioni, a non cedere, a rifiutare i propri limiti al di là di ogni ragionevolezza. Nell’azione in cui
nega il «sentire», l’Otto si sottrae alla profondità del contatto intimo, all’autenticità del proprio mondo interno, alla
ricchezza dei sentimenti, facendosi sfuggire il senso della vita stessa, in nome del sentirsi forte.
Possiamo definire la passione della lussuria come una predilezione a vivere situazioni eccessive, a infiammarsi per ogni
sorta di stimolo; a trovare soddisfazione nelle emozioni intense. La ricerca dei sapori forti ha per lui il gusto della
semplice routine in quanto, essendosi reso imperturbabile e cinico, ha bisogno di situazioni particolarmente
coinvolgenti e suggestive per avere la percezione di esistere.
Il tipo Nove
Passione: Accidia
Comportamento compulsivo: Inerzia psico-spirituale
Fissazione cognitiva: Mediazione
La storia familiare del Nove è di un bambino trascurato, messo in ombra dai fratelli, rimproverato se esprimeva
la propria idea, cui è stato imposto il ruolo di pacificatore fra i componenti della sua famiglia: doveva essere
silenzioso, forte, consolare, rallegrare, minimizzare problemi e conflitti. Gli è stato chiesto di aiutare gli altri ad
andare d’accordo, di rasserenare una atmosfera intrisa di ansia e paura, accettando di non essere ricambiato.
Ha imparato precocemente ad annullarsi, distogliendo l’attenzione da se stesso, a non dare importanza ai propri bisogni,
desideri, emozioni, non manifestarsi in modo diretto, non avere iniziative autonome.
Possiamo definire la passione dell’accidia come una pigrizia della psiche più che una tendenza all’inattività, un rifiuto a
vedere in profondità, un rendersi sordo alle proprie voci interne, una sorta di avversione per l’indagine psicologica che
porta la persona a una grave perdita di senso di essere e di esistere con determinazione
Questa pigrizia mentale induce il Nove a non impegnarsi a fondo nelle cose, temporeggiare, distrarsi, darsi da fare in
minuzie e magari rimandare le occupazioni importanti; è flemmatico, sembra gli manchi il fuoco della passione; ha una
tolleranza e un’impassibilità che lo portano a essere riluttante al cambiamento e accettare la realtà così com’è arrivando
a una «sindrome di realismo», di altruismo e di bontà d’animo talmente eccessivi da rasentare la grettezza mentale e
l’ottusità.
Abnegazione, sopportazione, iper-adattamento lo conducono alla strategia di «fare il morto per rimanere vivo».