Oggetto: “Richiesta presentazione interrogazione sulla vicenda Natuzzi Spa-fondi
pubblici”
“Cari Paolo e Eleonora,
come purtroppo temevamo, le Istituzioni e CGIL-CISL-UIL sembra abbiano messo una
pietra sopra ai 355 licenziamenti che la Natuzzi Spa ha effettuato il 16 ottobre scorso e
stanno assecondando la realizzazione della famosa New Co., che poi dovrebbe assumere
parte dei licenziati. Noi riteniamo che sia proprio il caso di dire: “oltre al danno la beffa”.
Infatti:
- la New Co. non creerebbe neanche un posto di lavoro, in quanto realizzerebbe una
parte del processo produttivo che attualmente la Natuzzi Spa commissiona ad aziende
dell’indotto. Quindi, per ogni neoassunto presso la New Co., un altro lavoratore
perderebbe l’occupazione presso un contoterzista;
- Natuzzi ha già posto il vincolo che solo chi non ha ricorsi legali pregressi con
Natuzzi Spa potrà essere assunto dalla New Co. Così le maestranze saranno
costrette a rinunciare all’impugnazione del licenziamento, oltre ai tanti
contenziosi aperti per risarcimento economico, in cambio di una nuova assunzione
con il Jobs act e con salario d’ingresso.
A fronte di questi “pugni allo stomaco” ai lavoratori, il proprietario della cosiddetta
New Co. godrebbe degli sgravi fiscali previsti per i nuovi assunti e dei soldi stanziati
per l’Accordo di Programma dell’8 febbraio 2013, che ammontano a 101 milioni di
euro.
Ciò detto, i lavoratori ritengono che l’interrogazione presso il Parlamento europeo che
voi proponeste dinanzi ai cancelli di Natuzzi-Jesce2 sarebbe davvero opportuna,
improcrastinabile e darebbe manforte a chi si sta battendo affinché questo scempio non
si concluda.
A tal proposito vi segnalo i punti più oscuri di questa torbida vicenda:
- il 3 marzo 2015 Natuzzi Spa, Cgil-Cisl-Uil di categoria, Ministero del Lavoro, MiSE,
Regione Puglia e Basilicata stipulano il Contratto di Solidarietà, con riduzione media
dell’orario di lavoro del 40%, per circa i ¾ dell’organico della Natuzzi Spa, mentre per il
restante quarto si dispone la collocazione in Cigs e il trasferimento presso il sito di
Ginosa (Ta) che però era dismesso da fine 2013. I lavoratori trasferiti a Ginosa sono gli
attuali licenziati. Numerose volte abbiamo chiesto ai soggetti contraenti come mai
avevano deciso di fare questo pastrocchio trasferendo manodopera presso uno
stabilimento chiuso e riservando un trattamento disuguale tra colleghi, quando si poteva
coprire l’intera forza lavoro col Contratto di Solidarietà, considerato che le vigenti Leggi
in materia prevedono una riduzione oraria fino al 60% rispetto a quella contrattuale. A
questa domanda non è mai giunta alcuna risposta. Appare chiaro che se si fosse stipulato
il Contratto di Solidarietà per tutti, adesso non ci sarebbe nessun licenziato e, di
conseguenza, neanche la possibilità di percepire finanziamenti per una semplice
traslazione da una Società all’altra;
- il 23 settembre si stipula un’intesa denominata “Addendum all’Accordo di Programma
stipulato in data 8 febbraio 2013” in cui si concede un finanziamento pubblico alla
Natuzzi Spa di circa 38 milioni di euro. La Natuzzi Spa per ottenere tale contributo
aveva inviato alle Istituzioni preposte un documento (poi allegato al protocollo
d’accordo) detto Piano di Trasformazione in cui, a fronte dell’elargizione dei fondi
pubblici, si impegnava ad effettuare investimenti per salvaguardare il futuro lavorativo
di 1918 dipendenti. In tale data, tuttavia, la Natuzzi Spa contava 2341 dipendenti.
Dunque, la Natuzzi Spa chiede soldi allo Stato lasciando intendere che avrebbe ridotto
l’organico alle sue dipendenze e lo Stato glielo concede e non si permette di urtare la
suscettibilità di Natuzzi chiedendo: ma il resto dei lavoratori che fine faranno?
Secondo il MiSE i 38 milioni di euro al momento sono bloccati, ma sembra evidente che
nel caso in cui si raggiunga un accordo istituzionale per la ricollocazione di parte dei
licenziati presso la New Co. saranno sbloccati, come è pacifico che poi sarà la New Co.
a chiedere sgravi e contributi a fondo perduto e li otterrà, in quanto formalmente
un’impresa diversa da Natuzzi Spa che assume disoccupati. Spesso si mistificano queste
operazioni dicendo che la Natuzzi Spa dal 2013 in cui dichiarava più di 1700 esuberi si è
impegnata a portare questi ultimi a zero e questo giustifica gli aiuti economici. Si omette
però di dire che quelli che un tempo erano esuberi, poi sono diventati disoccupati, non
c’è una riduzione di esuberi perché i lavoratori ritornano in produzione, ma perché
vengono licenziati.
Pensiamo che ci siano davvero tanti elementi per chiedere che gli enti preposti,
cominciando dalla Commissione europea, focalizzino l’attenzione su questa vicenda
abbastanza singolare in cui un’azienda licenzia e prende anche denaro dei contribuenti.
Per questo vi chiedo di non deludere chi, quel giorno che avete portato la vostra
solidarietà al presidio, ascoltandovi ha riscoperto che la politica onesta, giusta e
schierata dalla parte dei più deboli esiste ancora. Dateci una mano a far sentire la
nostra voce all’interno delle Istituzioni.
Un caro saluto da compagno”.
Felice Dileo
Coordinamento USB-LP Natuzzi Spa