Clientelismo

mariapdellerba 427 views 4 slides Mar 10, 2018
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competenze di cittadinanza


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Il clientelismo Da istituzione romana a fenomeno mafioso Enrico Girlando Mario Marangolo Matteo Cerè

Che cos’è? Il clientelismo è una forma di coinvolgimento politico che si basa sul rapporto patrono-cliente: il primo garantisce al secondo una sorta di “protezione“, il secondo ricambia con fedeltà e sostegno.Come interagisce il clientelismo con la corruzione? In realtà i due termini non indicano fenomeni poi così differenti, si dice che la corruzione comporti uno scambio tra decisioni pubbliche e denaro, mentre il clientelismo tra protezione e consenso, e che mentre la corruzione comporta un agire illegale, il clientelismo, per quanto disdicevole e dannoso per il benessere generale dello stato, non sia illegale nel senso più stretto del termine. Ad ogni modo, e per chiarirci le idee, entrambi comportano relazioni di scambio che contribuiscono nella rovina le istituzioni e dello stato nella sua interezza. Come se ciò non bastasse, il clientelismo impedisce di programmare in maniera coerente la spesa pubblica, giacché gran parte del denaro pubblico non viene più riservato alla pubblica utilità ma finisce, appunto, ad alimentare nuove clientele.Al diretto impoverimento dello stato, che perde risorse atte al suo mantenimento in favore dell’alimentazione di clientelismo e corruzione, oltre che all’utilizzo dei poteri istituzionali in maniera scorretta, consegue direttamente la malamministrazione.Oltretutto essa, quando molto diffusa, provoca sfiducia nel godimento dei diritti di cittadinanza, ossia fa sì che il cittadino normale si convinca di non poter richiedere alle istituzioni pubbliche il riconoscimento di ciò che gli spetterebbe di diritto, spingendolo invece a ricercare canali privilegiati, provocando così l’innalzamento della domanda di clientelismo e corruzione, dando nuova linfa e facendo ricominciare il nefando circolo.Questa crisi di regolazione sociale ha creato terreno fertile per il dilagare delle organizzazioni di stampo mafioso e criminale http://www.pensieronuovo.it/tag/clientelismo/ http://kaosenlared.net/globalicemos-la-igualdad/

Il clientelismo romano Il cliens, in età romana, era quel cittadino che, per la sua posizione nella società si trovava ad adempiere ad una serie di obblighi nei confronti di un "patronus", a sua volta obbligato nei confronti del cliente. La relazione si chiamava "relazione di patronato". L'istituto della clientela, sviluppato agli inizi della storia di Roma in quanto rapporto giuridico, andò assumendo una dimensione essenzialmente sociale nell'età imperiale.Dionigi di Alicarnasso fa risalire l'istituzione della relazione tra Cliens e Patronus a Romolo, che dopo aver suddiviso il popolo romano in patrizi e plebei, ne definì un rapporto gerarchico, attribuendo ai Patrizi il patronato dei Plebei. Tra gli obblighi dei clientes ci sarebbero stati quelli di aiutare economicamente il patrono quando necessario, maritarne le figlie, riscattarlo quando catturato e fatto ostaggio, e concorrere alle spese che il patrono avesse dovuto affrontare per accedere ad una magistratura. In origine i clientes non avevano personalità giuridica, in quanto la loro rappresentanza attiva e passiva in giudizio spettava ai patroni, che su di loro agivano come pater familiasAi tempi di Traiano quest'uso era tanto diffuso che si era stabilita per ogni famiglia signorile una tariffa, la sportularia, corrispondente a sei sesterzi per persona. Spesso la sportula era una risorsa per sopravvivere: avvocati senza cause, insegnanti senza alunni, artisti senza commissioni si presentavano alla porta del patronus per la sopravvivenza quotidiana. Anche quelli che avevano un mestiere aggiungevano la piccola entrata della sportula al loro reddito e prima di andare al lavoro, ancor prima che facesse giorno, si mettevano in fila per la sportula. L'importanza di un potente era commisurata alla clientela che rumorosamente lo svegliava ogni mattina per la salutatio matutina. Il dominus avrebbe perso in reputazione se non avesse ascoltato le lagnanze o le richieste di aiuto e non avesse risposto ai saluti della folla che lo attendeva dall'alba. Una rigida procedura regolava questo rito quotidiano della clientela. Il cliens poteva anche raggiungere la casa del patronus a piedi piuttosto che in lettiga ma, obbligatoriamente, doveva indossare la toga e non azzardarsi a chiamarlo confidenzialmente per nome: al magnate ci si rivolgeva sempre chiamandolo dominus, pena il ritorno a casa a mani vuote.L'obbligo della toga, indumento di una certa importanza e quindi costoso, costituiva una difficoltà per molti: accadeva allora che fosse lo stesso patronus a donarla in particolari e speciali occasioni assieme alla cinque o sei libbre d'argento corrisposte ogni anno.Il turno per ricevere l'elargizione non veniva stabilito in base all'ordine di arrivo ma in base all'importanza sociale, per cui i pretori sopravanzavano i tribuni, i cavalieri i liberi e questi a loro volta i liberti. Le donne non partecipavano a questa assistenza quotidiana né come patrone né come clienti, salvo il caso di vedove che chiedevano per sé quanto il patronus aveva fatto per il cliente ormai defunto oppure quando il cliente si portava dietro a piedi o in lettiga le mogli malridotte e presumibilmente malate per indurre il signore a più generose donazioni. http://www.goldenkiteforum.com/gallery/showimage.php?i=5859&catid=newimages http://www.romanoimpero.com/2010/09/i-clientes.html?m=1

Il clientelismo moderno Il clientelismo moderno, insieme alla corruzione, oltre ad annientare i valori fondanti della società civile, rappresenta il terreno d’incontro tra mafia, politica e pubblica amministrazione. Clientelismo, affarismo e corruzioni varie rendono gli apparati dello Stato pronti a essere infiltrati e piegati agli accordi tra politica e mafia. In questo tipo di rapporto, la corruzione, il clientelismo e il voto di scambio giocano un ruolo centrale e decisivo e costituiscono la porta d’ingresso dell’illegalità nei gangli vitali dello Stato. Nella politica moderna il Clientelismo ha in buona parte mantenuto lo stesso significato che aveva nell’antica Roma. Infatti, in cambio del voto, o dell’appoggio alle sue posizioni all’interno di un partito, l’uomo politico assicura ai suoi “clientes” dei favori di vario tipo. Soprattutto favori di tipo economico, garantendo loro la possibilità di partecipare all’amministrazione pubblica, o di gestire appalti per opere pubbliche, spesso senza neanche avere i titoli per ricoprire tali cariche. Quindi avviene una serie di patti e scambi senza fine.
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