come gestire emozioni e sensazioni fisiche spiacevoli.pdf

nadinebenedetti1981 17 views 26 slides Dec 24, 2024
Slide 1
Slide 1 of 26
Slide 1
1
Slide 2
2
Slide 3
3
Slide 4
4
Slide 5
5
Slide 6
6
Slide 7
7
Slide 8
8
Slide 9
9
Slide 10
10
Slide 11
11
Slide 12
12
Slide 13
13
Slide 14
14
Slide 15
15
Slide 16
16
Slide 17
17
Slide 18
18
Slide 19
19
Slide 20
20
Slide 21
21
Slide 22
22
Slide 23
23
Slide 24
24
Slide 25
25
Slide 26
26

About This Presentation

Questo breve testo si rivolge a chi gestisce con fatica o con pochi risultati le proprie emozioni in un determinato periodo o da molto tempo. Pur essendo un po’ più adatto a persone giovani, esso fornisce aiuto anche a persone che hanno raggiunto o superato la mezza età elencando diversi titoli ...


Slide Content

Nuovamente corretto, ampliato e riordinato il giorno 16 dicembre 2024
COME GESTIRE EMOZIONI
E
SENSAZIONI FISICHE SPIACEVOLI
Questo breve testo si rivolge a chi gestisce con fatica o con pochi risultati le proprie emozioni in un determinato
periodo o da molto tempo. Pur essendo un po’ più adatto a persone giovani, esso fornisce aiuto anche a persone
che hanno raggiunto o superato la mezza età elencando diversi titoli di buoni libri e alcuni consigli su come
adeguare lo stile di vita nei periodi in cui si vive uno stress davvero eccessivo.
Consiglio di leggere senz’altro almeno le frasi sottolineate, che rendono possibile comprendere subito quali sono
gli argomenti, senza quindi spaventarsi della lunghezza del testo e senza giudicarlo inadatto a sé
prematuramente.
Esso contiene in ordine sparso alcuni brani tratti da due lunghi testi online e si propone di fornire informazioni
altrettanto utili più brevemente, quindi con maggiore selezione dei titoli di libri e senza segnalare la maggior
parte degli indirizzi web in essi citati, che, oltre a implicare un maggior dispendio di tempo e energia, potrebbero
essere ansiogeni in determinate situazioni. Non si deve pensare che io ritenga sia necessario accogliere tutti i
consigli che questo testo fornisce (del resto precisazioni di suggerimenti banali rintracciabili anche nelle riviste e
nei forum) e nemmeno che io preveda la lettura di tutti i libri citati: io credo che si dovrebbe scegliere quali
indicazioni seguire con tranquillità e darsi tutto il tempo necessario diluendo pratiche e letture anche nel corso di
qualche anno se lo si preferisce. Si consideri questo testo quindi un’opportunità e non come un dovere o un peso
in più. C onsiglio di conoscere per primi i libri di Lucio Anneo Seneca a cominciare da La tranquillità dell'animo,
La vita felice e La brevità della vita.
Questo documento è utile soprattutto perché obiettivamente è difficile trovare al riguardo buone letture da soli
anche con l’aiuto fondamentale di internet, ma d’altro canto spesso non aiuta chiederne a studenti e laureati di
Psicologia e affini: molte delle dichiarazioni e dei consigli elargiti in abbondanza dalle riviste in edicola si
contraddicono e soprattutto sono finalizzate alle vendite, mentendo a volte su questioni di grande importanza; i
libri di self-help sono troppi, spesso ripetitivi e non certo sempre ben fatti (le affermazioni della cosiddetta
“psicologia positiva” possono essere anzi dannose in alcune situazioni); utilizzare i piani di studio online dei siti
di varie università di psicologia o chiederne ad uno studente o laureato di Psicologia, Scienze dell’Educazione o
Scienze Sociali serve in genere fino ad un certo punto se l’intento è di ottenerne del tipo che dia soluzioni, perché
sono senza dubbio poco numerosi i testi universitari che trattano di ciò (il cosiddetto “intervento sul caso”) e in
non pochi indirizzi di psicologia non sono presenti nemmeno in minima parte; inoltre per chi ha davvero bisogno
di un po’ di aiuto possono essere esasperanti le contraddizioni dei manuali di psicologia o educazione nei
programmi di indirizzi diversi o all’interno dello stesso indirizzo e a volte dello stesso manuale; infine ottimi testi
di celebri psicanalisti del passato non vi sono presenti se non per accenni e a volte vi sono travisati a causa della
moda attualmente dominante imposta dall’associazione degli psichiatri pur tra critiche numerosissime (presenti
anche in molti dei testi universitari stessi e peraltro non solo in quelli di psicologia).
So anche che ci sono online molte altre pagine che elencano una serie di libri e dritte, ma spesso la selezione è in
esse basata su interessi economici, mentre io mi baso unicamente sulla mia esperienza personale.
A qualunque età acquisire gradualmente l’abitudine di trarre sostegno da alcuni libri la cui utilità è stata
sperimentata più volte e perfino da semplici testi come questo porta con il tempo ad assumere molto meno spesso
farmaci con sostanze psicotrope non prive di effetti collaterali, a beneficiare di psicofarmaci più leggeri e a
chiedere meno a medici, psicologi, familiari e amici o alla preghiera anche quando non è possibile rinunciare al
loro aiuto… purché ovviamente si metta in pratica davvero quanto si è letto e periodicamente si torni a leggere i
contenuti più significativi. Se si trova difficile abituarsi ai paragrafi/capitoli segnalati dei libri di Jung e di Di
Giovanni, li si legga per ultimi semplicemente. Un tentativo andrebbe proprio fatto, perché non esistono altri
modi per sapere se qualcosa funziona o meno.


Procuriamoci i libri per servircene, non per metterli in mostra. (…) Se tornerai agli studi, sfuggirai al tedio e non ti
sentirai di peso a te stesso e inutile agli altri (…) e saranno i migliori a venire da te. Perché la virtù, per quanto
nascosta, viene a galla. Chi ne sarà degno potrà scoprirne le tracce (…) Grazie alle fatiche altrui, veniamo guidati
verso grandi verità strappate alle tenebre e portate alla luce (…) e possiamo così spaziare attraverso i secoli. (…)
Nessun autore (…) nessuno dei cultori della vera scienza, si farà negare, nessuno mancherà di congedare più felice, più
amico, il visitatore, né lo lascerà andare via a mani vuote; e tutti potranno andarli a trovare, di notte e di giorno (…)

Nessuno di costoro ti spingerà alla morte, ma tutti ti insegneranno ad affrontarla; nessuno sciuperà i tuoi anni, anzi
aggiungeranno i loro ai tuoi. Non dovrai temere alcun pericolo dalla loro conversazione e amicizia, e non ti costerà
caro onorarli. Che felicità, che bella vecchiaia attendono chi diventa loro amico! Avrà qualcuno con cui consigliarsi
sulle sue decisioni, dalle più piccole alle più grandi (…) Qualcuno da cui ascoltare la verità senza timore d’offesa e
una lode senza timore di adulazione; qualcuno da cui prendere esempio. Si suol dire che i genitori non ce li possiamo
scegliere (…) Ebbene, gli ingegni più nobili formano delle famiglie: scegli a quale vuoi appartenere. E con l’adozione,
riceverai non solo un nome, ma anche un patrimonio di conoscenze, che non dovrai custodire con parsimoniosa
diffidenza; anzi, diventerà più ricco quanto più lo dividerai con altri. (L. A. Seneca)
IN GENERALE I LIBRI DA ME MAGGIORMENTE CONSIGLIATI
Per ben avviare da soli in completa sicurezza un processo di guarigione da ogni forma di nevrosi può essere sufficiente
leggere alcuni buoni testi tenendo presente che è indispensabile rintracciare le opere complete di Carl Gustav Jung in
una biblioteca o cercare almeno quelli qui citati in varie biblioteche oppure online e basarsi sulla selezione che farò nel
corso di questa lunga serie di consigli, perché i libri di Jung sono voluminosi e costosi (comunque esiste la possibilità di
avere un’introduzione ai temi affrontati da Jung leggendone le citazioni nel libro qui citato di Storr e il glossario e
l’elenco delle opere e dei loro capitoli nelle ultime pagine della sua autobiografia Ricordi, sogni, riflessioni, che però
contiene alcune interpretazioni ingenue di sogni personali e racconti altrui dovute probabilmente alla tarda età in cui è
stata scritta): Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (Celi), che propone soluzioni adatte anche
agli adulti, Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock), almeno per le pagine sulle tecniche cognitivo-comportamentali e
possibilmente per quelle degli ultimi capitoli sui casi di malasanità, i migliori testi di psicologia di Jung e di Fromm (più
oltre do indicazioni più precise), Solitudine. Ritorno a se stessi (Storr), L’io e i meccanismi di difesa (A. Freud), Test
della personalità (Sanavio-Sica), Marte e Venere si innamorano di nuovo (Gray), L'orologio della mente (Slepoj),
Dialoghi e Lettere a Lucilio (Seneca), Come funziona la legge di attrazione (Losier), L'autostima nei bambini
(Frascarolo-Moutinot), Il magico potere del riordino (Kondo), L'arte del rilassamento, della concentrazione e della
meditazione di Levey (testo di cui leggere soprattutto l’esercizio di flusso, il rilassamento progressivo, la meditazione
che sfrutta proprio emozioni e pensieri distraenti e la respirazione in nove parti) e pagine online sulla respirazione
pranayama, sugli esercizi yoga con le braccia stando in piedi, sui mudra ed eventualmente su altri semplici esercizi di
rilassamento. Tecniche proibite di persuasione (Allen) ha difetti vistosi, ma può essere d’aiuto. Ritengo utili anche
Piccola guida per persone intelligenti che non pensano di esserlo (Millètre), Diversità, devianza e terapie (Salvini-
Galieni), buona parte di Creatività (Balconi-Erba), almeno il secondo volume di Il secondo sesso (De Beauvoir), Uscita
di sicurezza (Silone), Donne che corrono coi lupi (Pinkola Estes), i cap. 5, 7 e 9 di Il drago come realtà (S. De Mari), Il
mondo incantato (Bettelheim), Il libro dell’es (Groddeck), I persuasori occulti (Packard), Mobbing (Guglielmi).
Naturalmente ritengo preziosi alcuni testi online sull’autodifesa e penso sia utile anche leggere un testo qualunque sulle
tecniche di persuasione dei venditori che hanno un contatto diretto con il cliente (es. quello di Di Giovanni poco più
oltre citato in aggiunta a quello di Allen). Anche alcuni capitoli di Imparare a leggere (Bettelheim e Zelan) e
Psicopatologia della vita quotidiana (Freud) possono offrire un certo sostegno (sono dedicati a lapsus, atti mancati,
blocchi e simili fastidi derivati da processi inconsci che la psicologia cognitiva di oggi rinnega ma che non per questo
hanno smesso di verificarsi e sono meno reali). Di Freud, a parte il libro ora citato, io ritengo utile con certezza solo il
suggerimento di avviare l'autoanalisi con una liberatoria espressione scritta dei dialoghi e dei fatti del passato che
ristagnano nella memoria e bloccano l'energia, astenendosi da spiegazioni, commenti e giudizi e cestinando il tutto in
seguito e, per chi ha una nevrosi sessuale, il capitolo sui sogni d’angoscia del suo noto libro sui sogni. Sinossi di
Psichiatria è invece, considerato nel complesso, un libro duro e che può rattristare eccessivamente, perciò quando si è
sotto stress è preferibile leggerne solo le pagine sulle tecniche cognitivo-comportamentali, considerando con attenzione
l’indice e sfogliando i capitoli che sembrano essere pertinenti. Questi libri sarebbero stati sufficienti per me, poiché vi si
descrivono le possibilità di malpractice nella Sanità e nel settore socio-assistenziale pubblico e privato e fastidi comuni
e soprattutto perché vi si chiarisce come descrivere ad altri e come gestire e/o risolvere gradualmente i problemi nervosi
che la maggioranza tende a fraintendere volontariamente o meno. Tra essi i più importanti sono forse quelli che elenco
nel paragrafo dedicato alle cosiddette tecniche cognitivo-comportamentali, leggendo il quale si deve tener presente che
le tecniche spiegate da Celi, da Ruiz e dai coniugi Sadock sono semplici e anzi spesso intuitive, nonostante
l'ipertecnicismo (il vocabolario non quotidiano) e il carattere reificante (che fa sembrare oggetti le persone) della
terminologia che le definisce e le descrive, ma che il fatto di poter tenere per sempre tra le mani almeno un libro che ne
riporta esempi tratti dal vissuto di molte persone offre un enorme sostegno a una persona sola e da tempo sofferente tra
l'indifferenza o l'ignoranza di chi la circonda.
Nel seguito del documento spiegherò meglio in cosa questi libri siano d’aiuto, preciserò riguardo l’opera di Fromm e
Jung e darò altri titoli di libri di autori non citati in questo paragrafo. Darò sempre la preferenza a saggi e manuali, ma in
coda in una breve nota elenco titoli di racconti, fiabe, romanzi, serie tv e film utili.
Nella mia libreria ci sono diversi altri libri utili recenti o molto datati, ma è indispensabile che quelli a cui tornare di
frequente siano pochi se si vuole che conferiscano stabilità interiore. Comunque per chi desidera conoscere brani di altri
e molto diversi libri incoraggianti in un testo relativamente breve segnalo http://www.slideshare.com/citazioni-su-

intelligenza-e-coraggio.
Per trovare questi libri e magari altri di simili usate i cataloghi online delle biblioteche e il prestito interbibliotecario e
consultate Google e i siti Internet di varie università per poi cercare i testi sul sito di Libraccio, da Amazon e altrove.
Chi ha necessità di risparmiare deve prendere bene degli appunti sui capitoli qui indicati oppure fotocopiarli a casa o in
negozio (la legge permette di fotocopiare da libro una certa percentuale di pagine). È consigliabile farlo soprattutto con i
capitoli dei libri di Jung rintracciati in biblioteca oppure online e con le pagine sulle tecniche cognitivo-
comportamentali di Sinossi di Psichiatria e i manuali di Sarteschi-Maggini e Di Giovanni acquistabili su libraccio.it o
su Amazon.
C osa si dovrebbe soprattutto conoscere della psicologia è ciò che segue:
- metodi, limiti e vantaggi dei tre orientamenti cognitivo-comportamentale, psicodinamico e sistemico-relazionale,
insuperabili limiti dei test psicologici e psicometrici e di ogni perizia psicologica o psichiatrica, sintomi psicosomatici
tipici, problem solving e catalogate tecniche cognitivo-comportamentali, peculiarità delle emozioni primarie, classiche
fasi del dolore, crisi di mezza età, tipi di memoria (per concetti, elenchi di dettagli, di procedure, ecc.), modi
generalmente diversi di affrontare le difficoltà in uomini e donne e in introversi ed estroversi, caratteristiche tipiche
della minoranza con centro cerebrale nell'emisfero destro, meccanismi di difesa inconsci primitivi, misure di sicurezza,
distorsioni tipiche della percezione e del giudizio, errori cognitivi comuni, compulsioni e coazione, complessi
(d’inferiorità, narcisista, ecc.), disturbi coinvolgenti l’alimentazione e l’immagine di sé, bisogno di mentalizzazione,
concezione junghiana della nevrosi come difesa controproducente e involontaria dalla realtà, dai contrasti interiori
irrisolti e/o dalla propria personalità (dall’essere/esprimere se stessi quando i familiari sono molto diversi da sé e ostili),
leggi della violenza (in particolare da parte dei gruppi sull'individuo o su altri gruppi, degli uomini su un certo tipo di
donne, dei genitori, degli adulti su bambini e adolescenti, dei leader sui sottoposti, di politici e pubblicitari su chi non
vuole pensare, di utenti di internet), analisi dei sogni, reti neurali e neuroni specchio, telepatia accertata tra esseri umani
(e tra animali e tra umo e animali domestici), legge d'attrazione o sincronicità (gli esperimenti fatti, ciò che ne hanno
scritto alcuni esperti di fisica, il suo ruolo ipotizzato nella meccanica quantistica, nella evoluzione naturale, in incontri e
incidenti, nell’astrologia, nell’utilizzo dell’I Ching, ecc.); almeno qualche vaga nozione delle altre leggi dell'inconscio
collettivo illustrate da Jung e da altri psicanalisti celebri quali Bowlby, Winnicott, Groddeck e Freud, leggi dedotte
dall’osservazione di un gran numero di casi e che andrebbero se non altro fatte considerare come ipotesi per via del loro
ripetersi nel presente indipendentemente dalla negazione di molte di esse e dalla negazione addirittura dell’inconscio
stesso che sono tipiche di molti testi liceali e universitari in uso attualmente: diversi tipi di attaccamento del bambino
alla madre e della autonomia del bambino in presenza di quest’ultima, fasi dello sviluppo infantile, complessi materni,
sviluppo in alcuni figli degli aspetti positivi e negativi della personalità e della vita tralasciati dai genitori a causa di
paure o di eccessi, incontri attirati dall’inconscio dei genitori attivo sui figli, comunicazione e unità inconsce tra i
bambini e i loro genitori naturali; “possessione” della coscienza da parte dell’inconscio e prevalere del “trickster”;
azione indiretta dell’inconscio manifesta in intuizioni, incidenti, lapsus e azioni mancate o dall’apparenza di
straordinarie coincidenze e a volte anche in malattie; “archetipi” intesi come simboli collettivi e come schemi di
comportamento ereditari influenzanti il contenuto di sogni e allucinazioni e, in alcuni casi e per loro autonoma
iniziativa, anche il comportamento; numerosi limiti e alcune possibilità della cosiddetta “psicologia positiva”; utilità
degli antichi strumenti offerti dalla riflessione stoica, della pratica della meditazione e del contatto solitario con la
natura. Quanto al rifiuto dei testi scolastici e universitari di informare su alcune di queste leggi della vita psichica e di
negare l’esistenza dell’inconscio sia personale che collettivo (quest’ultimo inteso anche come fonte ed esito
dell’evoluzione della specie), si dovrebbe riflettere sul fatto che si tratta di negazioni a priori e quindi contrarie alla vera
mentalità scientifica, anche se sono oggi di moda tra gli psicologi.
Segnalo che una nevrosi comporta in genere anche sintomi fisici da somatizzazione, invece non comprende
allucinazioni, deliri e periodici e bruschi cambiamenti molto accentuati e immotivati che dipendono tipicamente da
psicosi o in generale da malattia mentale vera e propria e chiarisco che non ha senso eliminare il termine “nevrosi” e la
sua distinzione da “psicosi”, come impongono le attuali direttive dell’APA: i sintomi della nevrosi differiscono
nell’intensità più che nel tipo dai difetti comuni e una nevrosi non è che un’involontaria e controproducente difesa dalla
forza dell’istinto e dal contrasto tra le esigenze di istinti diversi, della morale e delle forze del mondo esterno; in
famiglie ostili spesso è anche o soprattutto un’automatica difesa dalla propria personalità, cioè la conseguenza di un
inconscio rifiuto della propria natura osteggiata dai parenti intolleranti di tendenze e capacità dissimili dalle loro, tanto
che guarisce in questi casi quando si trova il modo di esprimere se stessi. Grazie ai libri giusti è possibile risolvere i
problemi che io e molti altri hanno saputo superare troppo tardi quali attacchi di panico, disturbo ossessivo-compulsivo,
fobia sociale e mutismo selettivo - per esprimersi come vuole l’ampiamente criticato sistema di catalogazione delle
malattie nervose attualmente in uso (il DSM ) - oppure i tipici sintomi di una seria nevrosi - per esprimersi in modo più
sensato e utile come faceva Jung. Nell’analisi fatta da Jung dell’Ulisse di Joyce contenuta in Civiltà in transizione:il
periodo tra le due guerre, trovate infatti un lungo elenco e un esempio in letteratura dei sintomi tipici di una nevrosi
seria, quindi del subire la "possessione" dell'inconscio (in sintesi COAZIONE, FOBIE, OSSESSIONI, “AFFETTI”, COMPLESSI, dove
con coazione si intende automatismi cioè tendenza ad agire e parlare senza esprimere ciò che si pensa e vuole come in
preda a dei tic): questo modo di vedere nell’insieme questi problemi è senz’altro più utile che l’invenzione di circa 400
malattie nervose (“disturbi mentali”) dell’attuale DSM, il manuale il cui utilizzo è oggi obbligatorio per psicologi e
psichiatri nonostante sia criticato aspramente in quasi tutti i manuali universitari delle Facoltà che lo citano nei

programmi (le critiche più acute sono contenute nel capitolo 9 di Diversità, devianze e terapie di Salvini – Galieni, un
libro alla portata di tutti sebbene sia uno dei testi di una specialistica). Blocchi emotivi e automatismi non sono insoliti e
infatti non mancano di rappresentarli fiabe tradizionali (rimando a Richetto dal ciuffo di Perrault e a I cigni selvatici e
La sirenetta di Andersen), racconti anche abbastanza recenti (ad esempio Quando l'ultima porta si chiude di T. Capote),
serie TV e film (considerate tra le produzioni cinematografiche e televisive La stanza di Marvin e poi i personaggi Eliot
di Scrubs e Phoebe e Chandler di Friends). Riguardo a Richetto dal ciuffo, il senso della fiaba è più chiaro appena si
comprende che non solo per Enrichetto, ma anche per la sua principessa non c’è stata magia di sorta e non perché
l'amore renda Enrichetto cieco ai suoi difetti (il commento finale di Perrault non tiene conto del fatto che il suo
cambiamento è apprezzato da tutti e non solo dal suo innamorato), ma perché non era la stupidità a bloccarne
l'espressione e a ostacolarne la riflessione, tanto che in tutta la fiaba si fa intendere in modo indiretto che lei non era
stupida come era creduta e si credeva lei stessa, il che del resto Richetto esplicitamente afferma fin dal loro primo
incontro con quell’osservazione acuta su chi in generale ha o non ha “spirito”, alla quale rimando; il caso di Pollicino -
intelligente quanto disprezzato capro espiatorio della sua famiglia - non è molto diverso ed è inoltre ricorrente in diverse
fiabe che un personaggio intelligente parli poco o non parli affatto per un lungo periodo e che ciò lo metta in pericolo a
causa dell’immagine che altri se ne fanno (rimando a La sirenetta e a I cigni selvatici, la cui vicenda torna, poco
modificata nell’essenziale, in altre fiabe): dovreste leggere tutto ciò ricordando cosa siano i blocchi emotivi, cosa
significhi avere una qualità diversa e non inferiore di intelligenza e come quasi sempre bambini dotati e inoltre bambini
e adulti introversi, affetti da particolari nevrosi o eccentrici (cfr. con Jung), persone con la caratteristica fisica delineata
da Milletre e persone in modalità “essere” (cfr. con Fromm) sono considerati stupidi dai loro opposti naturali. Due
conseguenze certe delle carenze nella comunicazione o nell’autoespressione e soprattutto di una seria nevrosi trascurata
sono l'isolamento sociale e un tipo particolarmente crudele di solitudine che implica l'impossibilità di riposo (perfino in
se stessi) e un senso di straniamento e vuoto: si tratta dell'esasperazione di un disagio e di uno stato di cose ben noti e
diffusi nella società attuale (al di là delle analisi fatte da Fromm o Marx alla società moderna, rimando ad almeno le
seguenti canzoni di G. Gaber: Cerco un gesto naturale, L’impotenza, Quando sarò capace di amare, Io e le cose, Il
grido). Si dovrebbe riflettere su questi concetti mentre si leggono le pagine dedicate ai disturbi ossessivo-compulsivi, da
tic e simili in Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock's) e in Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e
psicoterapia (F. Celi). Ai paragrafi 2.3 e 3.1 di Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle
scienze umane troverete informazioni introduttive su lapsus, libere associazioni, atti mancati, tragiche dimenticanze,
memoria, attenzione automatica e neuroni specchio, ma informazioni più utili al riguardo sono, come già accennato, in
Imparare a leggere (Bettelheim e Zelan) e Psicopatologia della vita quotidiana (Freud). Per me, comunque, su questo è
risultato determinante soprattutto leggere tutte le pagine sparse nell’opera di Jung dedicate al prevalere dell'"Ombra"o
comunque al tema della “possessione” e in particolare i seguenti capitoli: oltre a quello citato La lotta con l’ombra
contenuto in Civiltà in transizione: dopo la catastrofe, anche Animus e anima in Due testi di psicologia analitica e
Psicologia della figura del briccone in Archetipi e inconscio collettivo per tenere presente come siano a volte una
coscienza in crisi e continui dubbi a favorire caos e perdita di controllo e che essa può prendere un volgare carattere che
fa apparire molto inferiori di quanto si è e che fa compiere gaffes e vere assurdità per sé molto dannose come nel caso
che Jung definisce "prevalere del "trickster”: pensate a tutto ciò prima di giudicare quando cogliete nei modi e nelle
azioni altrui o nei vostri molte contraddizioni. Al tema “possessione” è connesso in parte il concetto stoico di
heimarmene e quello degli ostacoli all’evolversi della “coscienza di sé” affrontati da Jung in Mysterium coniunctionis.
Mi sono stati utili anche i paragrafi su esaltazione e complesso d’inferiorità dell’ultimo capitolo di Ricerche
sperimentali e gli accenni ai due giovani e al topos dell’impiccagione all’albero in Simboli della trasformazione.
In Io e l’inconscio, verso la fine – credo – di Tipologia psicologica in Tipi psicologici e in altri suoi libri, Jung offre con
obiettività a chi ha una nevrosi molte ragioni per sperare e sollevare almeno un po’ la propria autostima. Anche Lo
spirito nella fiaba (il capitolo di Fenomenologia dello spirito nella fiaba) in Archetipi e inconscio collettivo aiuta a
vedere nella giusta prospettiva la responsabilità personale. Incoraggianti possono essere anche i seguenti testi su
fortuna, sfortuna e legge di attrazione: La fortuna si trova sulla via della ragione (M. Montaigne); le parti 2ª e 3ª del
libro IV e i capitoli 1,2,3 dell’epilogo di Guerra e pace (L. Tolstoj); La sincronicità come principio di nessi acausali in
La dinamica dell’inconscio, il cap. Conclusione: la scienza e l'inconscio e la parte finale del paragrafo Il Sè: simboli
della totalità del cap. Processo di individuazione in L'uomo e i suoi simboli e il commento alla tavola X/A in Empiria
del processo di individuazione in Archetipi e inconscio collettivo (C. G. Jung); Psicopatologia della vita quotidiana (S.
Freud); Come funziona la legge d’attrazione (M. J. Losier); (forse L’anima gemella di A. Ford); il quinto capitolo di
Delitto e castigo (capitolo la cui lettura deve peraltro tener presente la scena – molto più avanti – della confessione alla
polizia quando il protagonista in un primo tempo rinuncia alla propria libertà e fermezza e se ne va con un niente di
fatto a causa dell'ennesima coincidenza fortuita apparentemente favorevole); il quattordicesimo capitolo e l’ultimo di Il
giocatore (F. Dostoevskij); Nemesi o la sapienza delle cose in La sapienza degli antichi (F. Bacone). Un esempio
positivo di espressione della legge di attrazione senza nemmeno un vero e proprio impegno per attivarla è in La tregua
di Levi, perché ogni volta che l'autore e protagonista si distacca dal suo gruppo va incontro a inaspettata fortuna.
L’aspetto migliore di questa pericolosa legge, l’armonia e l’ordine che può conferire a un’esistenza, è espresso con
maestria in L’insostenibile leggerezza dell’essere (M. Kundera). Per non illudersi sulla forza della legge di attrazione si
può anche solo tener conto del messaggio di fiabe note come L'abete di Andersen e inoltre confrontare La valle della
luna di London con Furore di Steinbeck. In molte fiabe e in molti romanzi sono l'imprudente curiosità e l'eccesso ad
"attirare" la sfortuna: in L'asino d'oro di Apuleio il protagonista e Psiche, per natura curiosi e, a un dato momento, felici
senza misura, vanno incontro a una lunga e imprevedibile serie di sventure. La nevrosi attira frequenti incidenti e

incontri sfortunati. Anche l'inconscio di genitori ostili ai figli attrae ostacoli, coincidenze negative e cattivi incontri,
oltre che a volte malattie, nella vita di questi ultimi (rimando per esempio a Lo sviluppo della personalità e alle pagine
sull'heimarmene di C. G. Jung).
IN DETTAGLIO I LIBRI CITATI E ALTRI TITOLI UTILI
INTRODUZIONE ALLE CLASSICHE TECNICHE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
E AD ALTRE SOLUZIONI UTILI
IN PARTICOLARE PER CHI HA UNA NEVROSI VERA E PROPRIA
O CARATTERISTICHE CHE LO RENDONO MARCATAMENTE DIVERSO DALLA MAGGIORANZA
Quanto ai libri e ai siti web più utili per apprendere soluzioni ampiamente sperimentate a molti diversi problemi nervosi,
le classiche TECNICHE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI di base, e altre soluzioni utili ai problemi nervosi e comuni, leggete il
paragrafo che segue con attenzione e tenendo ben a mente che i termini tecnici contenuti in esso e nei libri citati
esprimono in genere concetti semplici.
Per le tecniche così chiamate vere e proprie il testo di riferimento è Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e
psicoterapia (F. Celi), un libro che dovrebbe stare in ogni casa. Anche in Sinossi di Psichiatria (Kaplan – Sadock's) ne
trovate di importanti, in particolare nei paragrafi dedicati ai vari disturbi da tic e di panico e nel cap. 28. Chi può li
integri con pagine online, se ve ne sono, su deriflessione, sulle reazioni ai più comuni errori cognitivi, su Habit reversal
(risposta competitiva), sui diari (di cose belle accadute o realizzate, di pensieri automatici, di compulsioni, di ossessioni
e di rituali), ma credo che questo manuale vada sfogliato (ne trovate citati altri capitoli in questo documento).
Tra quelle descritte da Fabio Celi in Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia, le tecniche che io
considero più importanti e meno scontate sono quelle dette modellaggio, rafforzamento (diffe-renziale), role playing,
esposizione con desensibilizzazione sistematica, estinzione e problem solving/coping seguite da generalizzazione. Il
modellaggio (partecipe) è un concetto chiave, dato che indica il bisogno di procedere per gradi e dando grande valore
agli sforzi fatti nella direzione giusta. In particolare consiglio di apprendere a fare un'analisi funzionale e di scrivere una
gerarchia delle situazioni ansiogene e delle difficoltà di compiti decisi per l'allenamento, se ci si sente bambini
disegnando un termometro della paura/ansia o una torta dove segnare la percentuale di senso di colpa. Poi è bene
compilare un diario di osservazione, elaborare un progetto di due mesi e realizzare una scheda di osservazione
sistematica a cadenza settimanale e, con un po' di autoironia, un contratto educativo con indicati per scritto proposta,
esposizione progressiva alla situazione ansiogena e rafforzatore di scambio (una sorta di premio), quindi un compito
graduato magari in forma di token economy. La token economy utilizza per i bambini gettoni e premi, ma gli adulti
possono utilizzare rafforzatori simbolici come faccine smile sulla scheda e ideare un solo grande premio adeguato
all'età. Bisogna avvalersi anche delle tecniche dell'interdipendenza positiva, della prevenzione della risposta (nell'ERP è
accompagnata dalla esposizione progressiva appunto), della dilazione della risposta e, in casi particolari e di rado, di
costo della risposta (una sorta di punizione). Esposizione e prevenzione delle risposte prendono l'aspetto caratteristico
della risposta competitiva se sono applicate in disturbi da tic e ossessivo-compulsivi, quando cioè è fondamentale
evitare di cedere a un tic per evitare di rafforzare lo spiacevole impulso preventivo – e l' "ingiunzione paradossale" –
con il breve sollievo che deriva dall'esaudirlo, rendendo il vizioso meccanismo alla lunga irresistibile: la tecnica è detta
habit reversal (consiste in azioni sostitutive che rendono inattuabile il tic al sopraggiungere dell'impulso motorio o in un
tipo di respiro rallentato e ritmico in caso di sopravveniente tic vocale/verbale). A livello cognitivo la terapia
paradossale è simile. Sono utili per calmarsi anche la desensibilizzazione e rielaborazione con movimenti oculari
(osservare un oggetto che si muove avanti e indietro) e la vecchia tecnica di respirare in un sacchetto di carta
(quest'ultimo in caso di iperventilazione). Eviterei invece il floading, che è troppo traumatico e rischioso (la gradualità è
necessaria nell'affrontare le fobie specifiche). L'ipnosi è una tecnica che richiede una competenza e onestà difficili da
trovare e che crea forti dipendenza e transfert e inoltre richiede l'adesione a precise regole e a volte l'uso di farmaci non
privi di rischi.
Altre tecniche citate da Celi si possono trovare in altri libri con i nomi più diversi e riguardano la riflessione,
l'accettazione dei propri disturbi, la concentrazione e il prendere altri a modello: stop del pensiero, dialogo interno,
analisi dei pensieri intrusivi, ACT (mindfulness, meditazione, rilassamento – per esempio "applicato" o autogeno -
biofeedback, metafora della guerra a se stessi, esercizi paradossali come quello del "non pensare a una torta"),
modellamento comune o simbolico (quest'ultimo mediante l'invenzione di storie a lieto fine su persone con disturbi e
problemi simili), ABC cognitivo con moviola (un "riavvolgere il nastro"), educazione e ristrutturazione cognitiva
razionale e emotiva, feedbeck informativo, analisi del compito, lavoro sugli stili di attribuzione, sull'autostima e
sull'autoefficacia, training di assertività e abilità sociali, visualizzazione emotiva e scoperta e immaginazione guidate.
Sconsiglio di apprenderle in gruppo (fatelo da soli o con una persona fidata e con attenzione alla privacy). Il
biofeedback si pratica con elettrodi sulla fronte o ai lati della mandibola o sulle mani ecc. e serve a segnalare per tempo
aumento di contrazione muscolare o perdita di calore, per educare a reagire nell'immediato.

Ovviamente, nessuna tecnica comportamentale è utile senza abituarsi per gradi a vigilanza e costanza e tutte danno
maggiori risultati se si fa comprendere un po' agli altri la ragione di certi comportamenti e che si sta affrontando il
problema con metodo e qualche risultato. Fare un istogramma delle difficoltà superate settimanalmente è utile.
L'esposizione si può praticare anche con la realtà virtuale o le videoconferenze e in Internet delivered CBT oppure farla
in vivo da soli o con l'aiuto dato dal contatto telefonico con una persona guida e amica che conosca le tecniche di
problem solving e role playing elaborate. Forse è possibile istruire un familiare, il partner o un caro amico nell'uso a
nostro vantaggio delle tecniche della perturbazione strategicamente orientata, della risposta riflessa, del decentramento
strategico e della relazione d'aiuto. Credo però che solo una persona in possesso di laurea magistrale in psicologia
seguita da anni di specializzazione a indirizzo comportamentista possa applicare con un minimo di possibilità di
successo le tecniche del reframing (connotazione positiva), del teacher training e del parent training (CPC-CBT) nel
caso di insegnanti e genitori ostili o indifferenti...
In Sinossi di psichiatria trovate un esempio di come superare per gradi una fobia specifica abbastanza diffusa e un
elenco dei vantaggi della modalità "supportiva" della terapia psicanalitica – simile alla terapia cognitivo-
comportamentale – e sulle altre sue modalità dette "espressiva" e "psicanalisi" (...) Può essere utile la visione sintetica
espressa dal cosiddetto modello ORGI di Schein, in cui osservazione (O), reazione (R), giudizio (G) sono da
considerare sottoposti di continuo al rischio di distorsioni percettive e di giudizio, meccanismi di difesa "arcaici",
"misure di sicurezza" e in genere ad impulsività e alla tendenza a soffocare sentimenti importanti e sensazioni confuse,
spiacevoli e non convenienti, cosicché solo il frequente sottoporli tutti e tre a verifica permette l'intervento (I) corretto
(solo la chiarezza sui motivi per cui si dovrebbe agire in una certa direzione rende poco probabile sbagliare percorso).
Infatti, se è vero che l'autoanalisi è imprescindibile, a questo fine è indispensabile conoscere molto bene ciò che distorce
più spesso percezione e giudizio in ambiti diversi e soprattutto quali misure di sicurezza si tende ad adottare per
carattere e quali sono i meccanismi difensivi inconsci che ogni individuo in una certa misura subisce e deve riconoscere
e quali si attivano in situazioni e contesti particolari: la demistificazione è spiacevole e risulta faticosa, gli autori da
tenere presenti sono molti (i manuali universitari di Sanavio-Sica, Kaplan e Sadock’s, Sarteschi-Maggini, Castiello
d’Antonio, Zammuner, Del Corno-Lang, Di Giovanni e Allegri), le classificazioni sono in parte diverse quasi per ogni
libro di testo e dovrebbero essere considerati anche libri non universitari, ma consiglio di cominciare con il leggere i
paragrafi molto chiari e utili su meccanismi di difesa arcaici, complesso d'inferiorità e profezia che si autoavvera in
Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle scienze umane. In Sinossi di psichiatria inoltre ci
sono alcuni consigli utili riguardo almeno a quanto segue: alcuni semplici metodi di rilassamento (progressivo,
mediante rilascio controllato da stimolo differenziale, training d'applicazione, oltre a quello autogeno); la compilazione
di una registrazione del pensiero automatico (riportando data, ora, situazione, pensiero, emozione) e di risposte
alternative a esso; un monitoraggio scritto di almeno uno dei "rituali" e del tempo che nel complesso essi richiedono
ogni giorno a chi ha uno dei disturbi della categoria ossessivo-compulsiva (registrando ora, situazione, sensazione,
pensieri-ossessioni, tipo di rituale e sensazioni seguite all'eseguirlo); la previsione scritta di una serie di interventi
possibili in caso di sovrageneralizzazione, astrazione selettiva, eccessiva responsabilità, il prevedere senza prove
sufficienti, auto-riferimento, catastrofizzazione e pensiero dicotomico, cioè di quegli errori cognitivi così comuni in chi
tende a svalutarsi e deprimersi (le tecniche sono quelle intuitive di smascheramento della logica erronea, stabilire criteri
di somiglianza tra casi, fare un diario dei successi per non dimenticarli, disattribuzione dei fallimenti se necessario e
specificazione dei fatti probabili che causano esperienze negative, specificare fattori diversi nel presente che possono
dare risultati diversi rispetto al passato, calcolo delle probabilità che accada il peggio e concentrazione sul fatto che non
è accaduto, dimostrazione su come gli eventi possono essere valutati come un continuum); un utile esempio su come
affrontare un'irascibilità eccessiva conseguente a trascorsi maltrattamenti nella famiglia d'origine (naturalmente si
sottolinea l'urgenza di trovare un denominatore comune tra ciò che scatena la rabbia e quindi di individuare quegli
schemi di diffidenza e di diritto che in genere nascono da un istintivo e comprensibile bisogno, divenuto pretesa, di non
farsi mai più maltrattare da nessuno). Altre terapie suggerite in Sinossi di psichiatria sono quella detta dell'implosione,
l'immersione e il condizionamento avversivo (non è chiarito ciò a cui esse si riferiscono, ma se con immersione
s'intende qualcosa di simile al floading credo che andrebbe evitata; credo anche che andrebbe evitato il
condizionamento avversivo se ha troppa attinenza con le punizioni o con l'elettroshock allo stimolo). Evitate di
assumere quei farmaci che a volte si prescrivono per velocizzare l'apprendimento dell'estinzione (il loro uso è
controverso). Nello stesso manuale si citano CBITS e TARGET, due terapie comportamentali simili alla CBT ma ideate
appositamente per trattare il disturbo da stress post traumatico. Inoltre il manuale cita il "diagramma autobiografico"
proposto da Meyer un tempo, la CAM (medicina alternativa e complementare costituita da musica, yoga, integratori) e
le tecniche della cosiddetta "psicologia positiva", quali il questionario dei punti di forza VIA-IS con successivo piano di
usare una delle 5 qualità principali individuate in sé in un ambiente nuovo o con una persona nuova, il diario
settimanale o mensile delle tre cose andate molto bene e il dare molta attenzione alle proprie migliori aspettative e alle
proprie responsabilità (gli autori del manuale però giustamente sottolineano la vaghezza di tali tecniche e il pericolo e
semplicismo sia di attribuire grande potere alla propria fede nelle aspettative positive sia di colpevolizzare se stessi per
eventi e situazioni di cui i responsabili possono invece essere altri, magari genitori o partner abusanti). Nel testo si
sottolinea inoltre l'importanza che sulla stabilità mentale hanno il risiedere nello stesso ambiente e l'insieme dei rapporti
meno intimi e apparentemente irrilevanti (questo vale soprattutto per le donne durante la crescita, ma non solo, come
dimostrano molti casi d'inaspettata depressione, alcolismo, ecc. in adulti sposati trasferitisi altrove dopo aver instaurato
nella città originaria legàmi sociali, lavorativi, ecc).
Divesità, devianze e terapie (Salvini-Galieni) in particolare descrive, con esempi, l'applicazione della realtà virtuale al

trattamento di fobie (es. insetti, claustrofobia, agorafobia, paura di parlare in pubblico, volare), specificando che la
realtà virtuale può non impedire recidive se gli schemi su di sé non vengono modificati in altro contesto, che non è
adatta per superare sindromi fobiche complicate, ha costi elevati e gestione tecnica complessa da parte di un gruppo di
quattro persone. La prima seduta è riservata all'addestramento all'uso dell'apparecchio e alla rilevazione della baseline
degli indicatori psicofisiologici, che sono misurati prima senza e poi con casco e mediante sensori alle dita rilevatori
della frequenza cardiaca e dell'attività elettrodermica, mentre lo stimolo fobico è osservato passivamente e si avvicina
magari mentre per esempio il braccio è sfiorato con un bastoncino, ecc. Le sedute successive iniziano con 4 minuti di
rilassamento con musica e immagini per confrontare gli indici psicofisiologici e consentire di associare in seguito alle
situazioni fobiche anche il relax sperimentato; poi avviene l'esposizione all'oggetto temuto, ma per decisione e secondo
modalità determinate dal soggetto, che si muove e lo muove e a volte "zittisce" (il suono associato viene silenziato o
attivato ma senza l'immagine) e ciò prima parlando allo sperimentatore e poi usando anche un joystick e un
telecomando con cui si può anche far sparire l'oggetto. Nelle ultime sedute a un dato momento viene passato alle cuffie
il ritmo cardiaco rallentato all'insaputa del soggetto. È interessante notare in proposito l'osservazione che l'eliminazione
o riduzione del suono riduce molto la paura e l'ansia (potete facilmente verificarlo usando dei tappi di cera Quies la
prossima volta che dovrete affrontare un'esperienza per voi ansiogena. Tale procedura della realtà virtuale può essere
naturalmente considerata durante esercizi autonomi di immaginazione attiva (una tecnica economica e prudente
consigliata in libri di ogni genere in caso di paure eccessive). Ricordo comunque che chi soffre di fobie o
autolesionismo può trovare utile anche leggere il capitolo sulla fobia degli alieni di Civiltà in transizione: dopo la
catastrofe di Jung e forse Ossessioni, fobie e paranoie di Freud, oltre ai saggi citati più sopra e più avanti di Celi, De
Beauvoir, Bastianoni, Storr e Salvini.
Su www.videogametherapy.it si informa sull'uso dei videogiochi per aiutare ad affrontare paure ma anche ansia,
depressione o disturbo da stress post-traumatico, ma non è chiaro però se sia possibile scaricare i videogame evitando di
coinvolgere gruppi e psicoterapeuta (se no, ciò potrebbe bastare a sconsigliare questo approccio, perché il pericolo
rappresentato dai gruppi e dal contatto con queste figure professionali è sempre considerevole). La psicoterapia con i
videogiochi è un'introduzione recente in Italia su cui ci si può informare online, ma è sconsigliabile se si svolge in
gruppo e se non è possibile evitare di coinvolgere uno psicoterapeuta, sempre perché la prudenza richiede privacy e di
evitare estranei la cui moralità non è garantita dal titolo di studio (è inevitabile ribadire questo concetto), ma anche
perché ci si può concentrare sulle emozioni esclusivamente da soli.
Con schermo del PC ed elettrodi si svolge anche il neurofeedback, una tecnica di biofeedback che si effettua anche in
ospedale e che serve per concentrarsi e riduce in alcune persone i sintomi di emicrania e ADHD (per i bambini
l'impostazione dello schermo è simile a quella di un videogioco), ma occorre tener presente che in diverse persone il
computer crea appunto mal di testa, nervosismo e difficoltà di concentrazione, come del resto altri apparecchi elettrici.
Chi soffre di balbuzie o ha figli che ne soffrono dovrebbe leggere alcuni dei più recenti manuali di formazione dei
logopedisti, oltre a rivolgersi a uno di loro (io conosco alcune delle tecniche impiegate grazie a un racconto senza
pretese di Nicholas Evans, Insieme con i lupi).
Cercate online informazioni sullo "script di riverberazione" illustrato da Di Giovanni in Psicologia della
comunicazione.
In Dialoghi ininterrotti (P. Bastianoni) si cita la deriflessione, che è semplicemente distogliere il pensiero da un
problema al momento insormontabile per concentrarlo sul futuro e su un progetto.
Tra i libri di Carl Gustav Jung sono importanti come guida nel comportamento mirato a risolvere problemi nervosi in
particolare i capitoli La lotta con l'ombra (in Civiltà in transizione: dopo la catastrofe), La tecnica di differenziazione
tra l'io e le figure dell'inconscio, I tentativi di liberazione dell’individualità dalla psiche collettiva e la seconda metà del
capitolo Anima e animus (in Due testi di psicologia analitica) e Fantasie dell'inconscio, Nevrosi e fattori etiologici
dell’infanzia e Un caso di nevrosi di una bambina (in Freud e la psicanalisi); in particolare Un caso di nevrosi di una
bambina descrive i vari passaggi con cui si è permesso a una bambina di superare dei problemi che avevano provocato
in lei dei sintomi nevrotici anche psicosomatici e gli altri capitoli spiegano come affrontare e gestire umore
inspiegabilmente depresso, cattive tendenze e fantasie nevrotiche. Analisi individuali più complesse, a causa
dell’apporto di molti sogni o mandala, eseguite secondo i metodi elaborati da Jung sono descritte nel cap. Simboli di
un’analisi individuale di L’uomo e i suoi simboli a cura di Jung e nelle pagine dedicate alla donna alle prese con i
mandala nel cap. Empiria del processo di individuazione in Archetipi e inconscio collettivo (dei due quello più
voluminoso), mentre generali istruzioni con numerosi esempi tratti da casi reali al riguardo si trovano nel cap. Processo
di individuazione del citato ora L’uomo e i suoi simboli. Tuttavia trovo che si riesca ad apprendere meglio le soluzioni
date in questi testi se si approfondisce che cosa Jung intenda con dissociazione dall’inconscio, possessione, prepotenza
dell’Ombra, trickster e nevrosi: può quindi aiutare leggere in seguito anche almeno quei capitoli selezionati in
http://www.slideshare.com/guida-per-gli-utenti-delle-biblioteche di Due testi di psicologia analitica, Archetipi e
inconscio collettivo, Mysterium coniunctionis, Ricerche sperimentali, Simboli della trasformazione, Civiltà in
transizione:il periodo tra le due guerre, Lo sviluppo della personalità, Freud e la psicanalisi. Credo anche che guidare
in modo razionale il proprio comportamento richieda nozioni sulle proiezioni, sul transfert e controtransfert e sul
fascino: Jung affronta questi comportamenti del giudizio in alcuni dei libri ora citati, ma anche in Pratica della
psicoterapia nei capitoli 4 e 5 di Psicologia dell’inconscio e nei capitoli I rapporti della psicoterapia con la cura
d’anime e Il bene e il male nella psicologia analitica di Psicologia e religione.
Di Erich Fromm è importante soprattutto leggere L’arte di ascoltare, per le soluzioni che fornisce sull’autoanalisi a
partire dal presente e anche dalle sensazioni fisiche e per le spiegazioni sulle ragioni per cui l’autoanalisi va imparata e

preferita a qualsiasi soluzione in studio o di gruppo.
Un buon suggerimento di Freud è di avviare l'autoanalisi con una liberatoria espressione scritta dei dialoghi e dei fatti
del passato che ristagnano nella memoria e bloccano l'energia, astenendosi da spiegazioni, commenti e giudizi e
cestinando il tutto in seguito.
In Solo bagaglio a mano, Romagnoli riporta il consiglio seguito da lui stesso e da alcuni reduci da grandi traumi di
raccontare l’esperienza dolorosa vissuta servendosi di una lingua straniera per per mantenere un certo distacco e non
rivivere il trauma.
Ricordo nuovamente che L'orologio della mente di Slepoj offre consigli per affrontare molti diversi problemi e lo fa con
poche parole, che Imparare a leggere di Bettelheim e Zelan non solo insegna a superare i lapsus nella lettura con calma
autoaccettazione, ma mostra come la lettura possa diventare un ottimo strumento per fare autoanalisi e creare benessere.
Meno semplice è imparare a cambiare percorso attraverso l’interpretazione di incidenti e di alcune malattie fisiche con
l’aiuto offerto da Freud in Psicopatologia della vita quotidiana e Groddreck in Il libro dell’Es. In Tecniche proibite di
persuasione (S. Allen) sono esposte con ordine altre altre tecniche soprattutto di comunicazione e per incitare se stessi a
fare qualcosa di utile. Bisogna tener presente che Marte e Venere si innamorano di nuovo di Gray, Solitudine:ritorno a
se stessi (A. Storr)e i libri citati di Seneca e in parte anche Dialoghi ininterrotti (P. Bastianoni) sono i libri da
considerare in caso di lutti e separazioni (da Gray si viene guidati su come scrivere utili lettere a sé e agli altri per
chiarire e gestire le proprie emozioni, anche da cestinare subito dopo), ricordando che di Storr è importante al riguardo
il capitolo sul lutto e in generale il capitolo sulla differenza tra effetti della solitudine volontaria e di quella forzata.
L'autostima nei bambini (Frascarolo-Moutinot), come il libro appena citato di Gray, informa su come gestire le
emozioni in genere, oltre che i traumi infantili, e secondo me va letto. Sulla gestione efficace delle emozioni, leggete
anche la pagina Wikipedia sul film Disney Inside Out. Come funziona la legge d’attrazione di Losier e Il magico
potere del riordino di Kondo spiegano come utilizzare le tecniche dei diari, delle liste dei desideri (queste ultime
soprattutto a partire da ciò che non si vuole con trasposizione in forma affermativa) e della selezione e del riassetto di
armadio, arredamento e oggetti personali per scoprire ciò che piace davvero, agire di conseguenza e attrarre qualcosa di
corrispondente. Piccola guida per persone intelligenti che non sanno di esserlo (Millètre) offre un suggerimento dietro
l'altro a chi fa parte dell'esigua minoranza con il centro cerebrale a destra. In L'arte del rilassamento, della
concentrazione e della meditazione (J. Levey) leggete almeno le pagine su esercizio di flusso e respirazione in nove
parti (simile al Pranayama) e inoltre su meditazione che sfrutta proprio i pensieri e le emozioni distraenti e su gestione
delle emozioni (lo schema su egocentrismo e maturità). Tenete presenti le pagine online sui mudra più semplici e sugli
esercizi yoga semplicissimi da eseguire restando eretti e solo con le braccia (es. accompagnare il respiro sollevando e
incrociando le braccia due volte davanti a sé). Per quanto sorvolino su molti aspetti negativi della convivenza con
animali, L'anello di re Salomone (K. Lorenz) e La felicità è un cucciolo caldo (A. Montes de Oca) offrono
testimonianze sincere su come trarre da essa grande sostegno, soprattutto in periodi storici duri o nella malattia (fisica o
mentale).
La terza e quarta età possono essere affrontate meglio leggendo libri sull’argomento, ricordando che ne vengono citati
in Politica dei servizi sociali di Ferrario, nei libri del liceo delle scienze umane (exmagistrali) e nel libro citato di
Bastianoni e che anche la citata De Bouvoir ne ha scritto. Per quanto riguarda la crisi di mezza età e l’invecchiamento si
dovrebbe tener conto anche dei citati libri di Gray e Storr e inoltre di Gli stadi della vita in La dinamica dell’inconscio,
il capitolo o paragrafo Il matrimonio come relazione psicologica in Lo sviluppo della personalità e se possibile anche le
pagine sul problema dei contrari (enantiodromia), sul fascino e sulla “persona” (il modo in cui ci si presenta) come
compromesso sociale in Due testi di psicologia analitica (C. G. Jung), ma anche curiosare sulle risposte ai lettori delle
riviste in edicola e su pagine online su vaginismo, matrimoni bianchi e gruppo degli asessuali. Per riflettere sulle scelte
sessuali e sulla gravidanza, io consiglio soprattutto il secondo volume di Il secondo sesso di De Beauvoir, la quale non
era però informata sugli effetti collaterali della pillola anticoncezionale.
Di Seneca offrono soluzioni utili in modo efficace soprattutto La tranquillità dell’animo, La brevità della vita, la vita
felice, L’ira e forse anche La vita ritirata (o contemplativa) e Consolazione alla madre Elvia.
Donne che corrono coi lupi (C. Pinkola Estes) offre alle donne consigli e soluzioni precise e graduali, considerando i
problemi femminili più difficili e quelli più frequenti in alcune fasi della vita (per farsi un’idea del libro forse è meglio
leggere per primo il cap. 6).
Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicanalitici delle fiabe (B. Bettelheim) accompagna, attraverso
l’analisi di fiabe più e meno note, i cambiamenti di infanzia e adolescenza e incoraggia a diventare se stessi, integrando
in sé faticosamente tendenze discordanti tra loro o problematiche: l’autore cerca di illustrare anche ciò che vale per ogni
altra fase evolutiva, dando speranza e conforto a chi accetta rischi, sofferenza e profondità; il testo può quindi fornire
qualche aiuto nel chiarire e incoraggiare l’integrazione nella personalità di impulsi contrastanti , regressivi, prematuri o
distruttivi e in generale gli sforzi personali di superare tenaci paure e maturare.
Consiglio i cap. 5, 7 e 9 di Il drago come realtà (S. De Mari) per i consigli riguardo problematiche come emarginazione,
anoressia, rivalità femminile, abusi sessuali dei genitori.
I persuasori occulti (V. Packard) aiuta molto a conoscere se stessi e a difendersi da pubblicità, eccessi di politici e
dell’ingerenza degli psicologi nel mondo del lavoro.
È importante leggere questi libri con senso critico e per svilupparlo è necessario attendere di averli letti tutti prima di
seguirne i consigli e di valutare le opinioni espresse dagli autori, che spesso esprimono pareri diversi oppure espongono
opinioni soggettive su questioni religiose: in particolare consiglio di correggere le affermazioni di Gray sull’”anima
gemella”, sulla “persona giusta” e sull’importanza delle relazioni affettive intime leggendo quanto ne pensa Storr nel

citato libro di quest’ultimo sulla solitudine, di leggere almeno L’arte di ascoltare di Fromm prima di seguire il consiglio
di rivolgersi a psicoterapeuti e gruppi di sostegno che danno Gray e i coniugi Sadock e Ruiz e infine di reagire al
paragrafo un po’ delirante sulla provvidenza nella fantasy nell’ultimo capitolo del libro di De Mari riflettendovi con
distacco grazie all’autobiografia e a Risposta a Giobbe di Jung; quanto al libro pur bellissimo e rasserenante di
Groddeck dovreste, oltre che evitare le lettere X, XIV, XVIII e XX, dare poco credito ai commenti su lutto e
fisiognomica e alle generalizzazioni sulle origini psichiche di gravi malattie e circa l’interiorità di uomini e donne intesi
come categorie.
Consiglio di leggere http://www.slideshare.com/analisi-dei-sogni-con-mitologia-e-alchimia oppure in
http://www.slideshare.com/simboli (quest’ultimo raccoglie insieme il testo sull’analisi dei sogni, quello sull’astrologia
e le analisi del testo che fanno riferimento prevalentemente a nozioni di psicologia e alchimia) .
Leggere il riassunto http://www.slideshare.com/meccanismi-di-difesa-e-altre-distorsioni-del-giudizio può risultare
importante in alcune situazioni.
Naturalmente un testo, anche online, sull’autodifesa che segnali quali siano gli abusi più frequenti in vari ambienti e
suggerisca di volta in volta come affrontarli, altri libri di self-help e tutte le pagine internet che aiutano a risolvere
problemi di carattere pratico (scuola, lavoro, casa, abiti, farmaci, ecc.) integrano al meglio questo paragrafo.
Consiglio http://www.slideshare.com/come-gestire-emozioni-e-sensazioni-fisiche-spiacevoli e/o, in particolare per i
consigli pratici espliciti o impliciti della serie di citazioni da testi di Jung, Fromm, Celi, Losier, Gray, Moutinot e Kondo
e per il paragrafo finale, http://www.slideshare.com/citazioni-su-intelligenza-e-coraggio.
Per esperienza e letture posso garantire che la narrativa e i film sono utili soprattutto se a lieto fine pur non essendo
superficiali, ma non devono precedere né tanto meno possono sostituire manuali e saggi: potete trovarne un elenco
abbastanza breve nel testo ora citato http://www.slideshare.com/come-gestire-emozioni-e-sensazioni-fisiche-spiacevoli.
Ogni tanto valutatevi con dei test su coping, problem solving, locus of control e cognizione sociale quali almeno COPE,
CISS e TOPS, con la precauzione di farlo in privato e cestinando il tutto fuori casa subito dopo (rimando al paragrafo
sui test psicologici più oltre nel documento).
Rimando anche al buono schema riassuntivo di metodi, limiti e vantaggi sui tre orientamenti psicodinamico, cognitivo-
comportamentale e sistemico-relazionale nella tabella 4.1 di Il colloquio nell'assistenza sociale (Allegri-Palmieri-
Zucca).
Conoscere bene ciò che distorce di solito il nostro giudizio e le protezioni che per noi sono più istintive è il primo passo
per poterci liberare sia di questi automatismi che dei sintomi nevrotici, i quali sono esagerazioni dolorose e involontarie
di reazioni difensive inconsce comuni a tutti. Inoltre – lo ribadisco – conoscenze precise al riguardo aiutano a
difendersi dagli abusi di chi diagnostica a caso il disturbo di personalità. I manuali universitari di Psicologia che
contengono capitoli su inconsci meccanismi di difesa (sono quelli detti “primitivi”) “misure di sicurezza” e altre forme
di distorsione del giudizio sono molti e arricchiscono – con punti di vista peraltro meno vincolati alle teorie di certo non
sempre valide di Sigmund Freud – il vecchio ma bel libro di sua figlia Anna più sopra qui citato, tuttavia suggerisco di
cercarne il riassunto online privo di gergo settoriale e cioè scritto in linguaggio quotidiano e forma scorrevole del
documento http://www.slideshare.com/meccanismi-di-difesa-e-altre-distorsioni-del-giudizio oppure di limitarsi a
informarsi su questo argomento nei paragrafi esposti con semplicità e dal contenuto limitato all’essenziale del manuale
Intrecci. Psicologia e pedagogia per terzo e quarto anno (rimando all’indice) e al capitolo 2-VIII del vecchio manuale
di Psichiatria di Sarteschi-Maggini, entrambi reperibili online.
Per riflettere sul mio passato e sulla natura mia e di chi conosco a me sono stati molto utili anche Lo sviluppo della
personalità, il capitolo sul complesso materno e sull’archetipo del vecchio saggio del più voluminoso dei due Archetipi
e inconscio collettivo, L’importanza del padre nel destino dell’individuo in Freud e la psicanalisi e i capitoli Il
problema dei tipi nella conoscenza degli uomini e Descrizione generale dei tipi in Tipi psicologici e Il problema del
tipo di atteggiamento in Due testi di psicologia analitica di Jung, Avere o essere e Il linguaggio dimenticato di Fromm,
Il libro dell’es di Groddeck, Il secondo sesso di De Beauvoir e Piccola guida per persone intelligenti che non pensano
di esserlo di Millètre; sono utili forse anche alcuni libri di M. R. Parsi (non li ho però letti). Creatività (E. Balconi – M.
Erba) mi è stato utile per le informazioni che contiene sull’utilità della narrazione (anche quella autobiografica), sulle
famiglie più tipiche di dislessici e artisti e per i suoi chiarimenti sulle forme meno note di dislessia.
Tenete presente in particolare le seguenti citazioni di cui è indicata la fonte in chiusura.

"Per definizione il vero trauma è un evento che va oltre la tollerabilità del sistema nervoso (…) Ad avere conseguenze è
piuttosto un’atmosfera costante (…) Un’esperienza si succede all’altra, per cui alla fine si ha un cumulo di eventi
stratificati che, un po’ come succede per le nevrosi di guerra, giungono a un punto di lacerazione provocando nel
paziente la malattia (…) Nel caso della paziente in questione e in altri simili esistono traumatizzazioni analoghe, ma il
nucleo della struttura caratteriale non subisce danni seri. Anche se il quadro esteriore fa pensare a una sofferenza grave,
stante l’integrità del nucleo del carattere e la sana costituzione, con l’aiuto di un trattamento terapeutico è senz’altro
possibile guarire la nevrosi reattiva in breve tempo (…) Anche senza la psicanalisi, una persona può giungere a
cambiamenti profondi (…) [Alcuni] videro l’assurdità, l’ingiustizia, l’orrore (…) Quelle persone erano quasi

irriconoscibili. Erano completamente diverse, e questo unicamente sulla base di un’esperienza sconvolgente, a cui
seppero reagire con autonomia. La maggior parte della gente non possiede questa capacità, perché è ormai diventata
troppo insensibile (…) Per accedere all’inconscio non occorre la psicoanalisi, ma soltanto un certo interesse e un certo
coraggio per voler davvero arrivare a ciò che è dentro di noi (…) Prendere coscienza del corpo, e non solo del respiro,
ma di tutto il corpo e della sua contrazione, è per me un’importante integrazione della presa di coscienza psichica (…)
La differenza tra una persona repressa e interiormente contratta e un’altra, interiormente rilassata e che ha eliminato la
maggior parte delle sue rimozioni, è rilevabile nel suo atteggiamento corporeo (…) Quanto più una persona è libera
interiormente, tanto più libero sarà anche il suo corpo (…) Attribuirei dunque una maggiore importanza all’esperienza
del Sé in senso psicoanalitico, che si può comunque migliorare con i metodi della percezione e del rilassamento del
corpo, che a loro volta portano a una maggiore autonomia (…)Capire a che punto si è arrivati nel corso della vita, quali
sono le conseguenze di ciò che si fa, quali gli obiettivi essenziali (in genere inconsci), oppure se la vita è senza scopo
(…) [il] motivo per cui, sebbene si abbia dormito abbastanza, il giorno prima ci si sentiva così stanchi. E allora si scopre
che magari si aveva paura, e a quel punto ci si può chiedere perché e scoprire che si era molto irritati. Oppure ci si può
domandare perché il giorno prima si aveva mal di testa (…) È noto che l’emicrania, per esempio, esprime un’irritazione
costantemente rimossa e un risentimento continuo, e mantiene l’interessato in uno stato di tensione. Molte malattie
psicosomatiche hanno questa funzione. Durante l’autoanalisi non ci si dovrebbe porre delle domande generiche, per
esempio che cosa è accaduto nella nostra infanzia, perché le cose vengono in mente solo ponendosi domande che
mirano a scoprire ciò che si prova. Ci si può chiedere che cosa si è provato incontrando una certa persona (…) E si tratta
di sperimentare le proprie sensazioni, non di rifletterci sopra: l’importante è ciò che realmente si prova. Allora si scopre
che in effetti troviamo una certa persona assolutamente insopportabile, o che ne abbiamo paura. Magari non la
ingiuriamo, ma la troviamo simpatica o le sorridiamo nella convinzione che potrebbe esserci utile (…) Si dovrebbe
iniziare in modo semplice e diretto, senza progetti grandiosi né teorie complicate, prendendosi ogni giorno una
mezz’ora, e provando a rivivere ciò che si è vissuto il giorno precedente. A poco a poco scopriremo una quantità di cose
(…) Chi tenta e pratica l’autoanalisi con pazienza (…) svilupperà una certa capacità di tenere le cose per sé, dentro di
sé, senza “traboccare” in continuazione. Tenere un diario sulla propria autoanalisi la rende qualcosa di poco vivo (…) È
molto più importante annotare e conservare i sogni (…) Una percezione subliminale può generare l’intuizione
inconscia che una persona nuova rappresenta un pericolo e provocare un incubo su questa persona per esprimere paura e
comunicare questo giudizio alla coscienza (…) Il punto è solo quali siano i cambiamenti da avviare, di quale intensità e
qualità e che non manchino di realismo e non vadano oltre le possibilità individuali del momento (…) Facendo
autoanalisi si eviterà il grande pericolo di arrivare a dipendere dall’analista." (L’arte di ascoltare di E. Fromm)
"Le prime impressioni infantili accompagnano costantemente l’uomo (…) È un’esperienza comune che scoppino dei
conflitti tra la personalità formata dall’educazione e dalle altre influenze dell’ambiente infantile e il vero e proprio
orientamento individuale nella vita. Di questo conflitto cadono preda tutte le persone destinate a condurre una vita
autonoma e creativa (…) Esistono genitori che, a causa del loro comportamento contraddittorio, trattano i figli in modo
talmente insensato che la malattia dei bambini appare inevitabile (…) I bambini nevrotici, sotto influssi più sani, (…)
spesso guariscono molto meglio che a casa anche senza nessun trattamento medico. Esistono moltissimi nevrotici che
erano chiaramente tali già da bambini (…) Alcuni nevrotici si liberano poco per volta tra continue lotte." (Freud e la
psicanalisi di C. G. Jung)
"In varie fantasie involontarie il nevrotico rivela un desiderio di fuga dalla realtà; c'è in esse qualcosa che ora maschera
difficoltà reali, ora esagera delle piccolezze. Un regolare fenomeno concomitante è il complesso parentale. Se l'energia
psichica (la libido) non viene o non può venire pienamente utilizzata per il lavoro di adattamento alla realtà e la vita è
oziosa o priva di iniziative, c'è introversione e coazione e la libido ristagna, diventa autonoma, regredisce, si volge
all'oggetto a portata di mano e alle fantasie infantili e causa costrizioni, paure eccessive, angosce, dipendenze ossessive,
ricordi vivaci, preoccupaziojne per cose che da tempo non dovrebbero essere più importanti o anche accumulo di atti
mancati, dimenticanze e lapsus o maggiore efficacia delle fantasie produttrici di sintomi fisici. L'informazione illumina
sulle reali possibilità e posizione e libera l'energia psichica rimasta intrappolata, portando ad assumere un atteggiamento
critico e obiettivo verso i desideri e un impiego utile di essa. Durante la guarigione i sogni, anche quando non ben
compresi a livello cosciente, possono diminuire le paure e apportare una maggiore sicurezza nei sentimenti." (Nevrosi e
fattori etiologici dell'infanzia, Fantasie dell'inconscio e Un caso di nevrosi in una bambina in Freud e la psicanalisi di
C. G. Jung). In questa citazione ho tralasciato molto e non ho segnalato i punti in cui ho omesso parole e frasi e non ho
rispettato l'ordine di frasi e periodi.
"Nelle nature nevrotiche (...) c'è quasi sempre notevole unilateralità dell'atteggiamento cosciente: (...) non si riesce ad
appoggiarsi a più di una o magari due funzioni psichiche (pensiero, sensazione, intuito, sentimento),(...) perciò
l'inconscio diviene ostile (...) e nocivo contro ogni saggezza, raziocinio ed energia (...) ** si abbarbicava al suo mondo
intellettuale (...) contro ciò che riteneva la sua malattia, ora invece deve abbandonarsi ada essa, (...) e non nel senso di
cedere senza resistenza, ma di fare del malumore, (...) anche quando si trova in forma di fantasie, (...) il proprio oggetto
(...) Non dobbiamo concretare le fantasie e (...) non dobbiamo prenderle alla lettera; esse non sono la cosa, esse sono la
sua espressione (...) Rendendo coscienti le fantasie, (...) la coscienza si ampia grazie ai contenuti inconsci, (...)
l'influenza dominate dell'inconscio viene gradualmente demolita, (...) le funzioni psichiche cui non è data la preminenza
(inconsce) vengono assimilate (...) e avviene così un cambiamento della personalità." (La tecnica di differenziazione tra

l'io e le figure dell'inconscio in Due testi di psicologia analitica di C. G. Jung)
"Se vengono intese come simbolo, le fantasie ci offrono l'indicazione di cui avevamo bisogno per proseguire la nostra
vita in armonia con noi stessi. Accostare a esse altre analogie per associazione spontanea cosciente o grazie a
conoscenze generali, (...) è un approccio valido, perché di alto valore vitale e capace di portare realizzazione nella vita,
non perché principio razionalisticamente dimostrabile o giusto. Si tratta di capire cosa porta progresso di vita e seguire
quel sentiero finché una chiara indicazione dell'inconscio indica che si sta in buona fede sbagliando e cioè finché si ha
perdita di energia psichica o un entusiasmo smodato o sogni che indicano unilateralità dell'atteggiamento cosciente. Chi
possiede questa fedeltà a se stesso troverà la via per uscire dalla nevrosi. La fedeltà a se stessi è una funzione morale.
Alla fine è il fatto morale a decidere tra salute e malattia. Significa falsa strada, errore e malattia scostarsi dal
presentimento del Sé, come senso intermedio in cui confluiscono le forze contrastanti che agiscono sulla vita dell'uomo.
Chi vi è costretto dai sintomi nevrotici e dai loro effetti su chi ha più vicino, deve integrare i contenuti inconsci del Sé.
Bisogna considerare certi pensieri come fatti naturali, dando attenzione anche a ciò che si dice in uno sfogo affettivo
anche se sembra stravagante, invece di dimenticarlo e sminuirlo, ed evitando di sostenere le opinioni non pensate ma
aprioristiche, fisse e sempre pronte perché fondate solo su premesse inconsce. Si può rivolgersi alla psiche inconscia
che produce pensieri, fantasie e comportamenti dannosi domandando in maniera personale, in modo da agevolare la
relazione con essa e tanto più personalmente questa viene trattata, tanto meglio." (tratto probabilmente dalla seconda
metà del cap. Anima e Animus e credo il cap. I tentativi di liberazione dell'individualità dalla psiche collettiva in Due
testi di psicologia analitica di C. G. Jung... Non posso riprendere il testo e nei miei appunti il secondo titolo è ripetuto;
comunque dovrebbe essere esatto se è questo il cap. successivo a quello sulla personalità Mana). In questa citazione ho
tralasciato molto e non ho segnalato i punti in cui ho omesso parole e frasi e non ho rispettato l'ordine di frasi e periodi.
"La sensazione dell'individuo di essere debole può venire compensata inconsciamente dall'emergere di desideri di
potere e ordine e sogni ricchi di volenza, ma la maggioranza non sa comprendere, integrare, queste compensazioni
dell'inconscio, che così favoriscono asservimento allo Stato e totalitarismo; inoltre ciò che scompare dal proprio
inventario psicologico affiora facilmente nelle vesti di un vicino ostile. È impensabile la pace, perché gli istinti bellicosi
non sono estirpabili dall'uomo. La pace è inquietante, poiché prepara la guerra. Ma l'unica lotta per cui valga la pena di
impegnarsi è la lotta contro la volontà di potenza dell'Ombra personale." (La lotta con l'ombra in Civiltà in transizione:
dopo la catastrofe di C. G. Jung). In questa citazione ho tralasciato molto e non ho segnalato i punti in cui ho omesso
parole e frasi e dove non ho rispettato l'ordine di frasi e periodi.
"La vita dei bambini di oggi è più convulsa e carica (...) e dà loro poche occasioni di organizzarsi da soli (...) È stata
messa in luce la frequente comorbilità del deficit di attenzione/iperattività e altri Disturbi (...) Stimolano le polemiche i
problemi di dipendenza che un farmaco può indurre e i rischi di iperdiagnosticare un disturbo per poi curare
magicamente con una medicina anche normali comportamenti del bambino, magari solo un po' fastidiosi per l'adulto
(...) Con Lorenzo [iperattivo con un probabile Disturbo oppositivo (...) problemi sociali ed emozionali e personalità
disarmonica] ho cominciato una token economy centrata sui tempi d'attenzione e subito dopo (...) l'ho associata
all'automonitoraggio, (...) con rafforzamento informativo, (...) modellaggio, osservazione sistematica e autovalutazione
(...) Tutto questo ha prodotto, nel giro di qualche mese, incrementi dei tempi d'attenzione da quasi nulli (...) fino ai 45
minuti della seduta (...) Dopo questa, 15 minuti di giochi (...) avevano la funzione di rinforzamento e di ulteriore
opportunità per esercitare le capacità attentive e di autocontrollo (...) Dopo un anno di lavoro con piccoli obiettivi
comportamentali e con l'analisi funzionale, (...) iperattività e aggressività si sono ridotte e le bizzarrie verbali e i
ritualismi sono diventati quasi un'eccezione (...) Il bambino ha raggiunto anche qualche risultato dal punto di vista
scolastico (...) Anche le maestre sono più adeguate (...) Il successo porta successo, (...) anche se Lorenzo non è guarito
(...) e ha alti e bassi, (...) coerentemente con quel che si sa di questi disturbi." (Psicopatologia dello sviluppo. Storia di
bambini e psicoterapia di F. Celi)
“Avete con la famiglia magari un rapporto solo genetico (…) Non è la vostra vera famiglia (…) Restiamo schiacciate
quando la famiglia (…) insiste per farci piegare sui nostri difetti invece di percepire la crudeltà che ci turbina attorno,
all’interno della psiche o fuori nella cultura (…) Cerchiamo di essere magari gentili quando invece dovremmo essere
consapevoli (…) Ma il premio previsto per la gentilezza nell’oppressione è a volte un trattamento anche peggiore (…)
Donne cresciute senza una buona madre (…) spesso si lamentano: “Non ne posso più di badare a me stessa” (…) Ma ci
troviamo espulse da un comodo angolino, (…) perché qualcosa ci attende al di là ed è il nostro fato (…) Se avete tentato
di adattarvi a un certo stampo e non ci siete riuscite, probabilmente avete avuto fortuna (…) L’esiliata è allontanata da
tutti e nel contempo è sospinta proprio nelle braccia della sua vera pelle (…) Non è mai un errore cercare ciò di cui si ha
necessità. Mai. C’è qualcosa di utile in queste torsioni e tensioni: qualcosa si è temprato (…) Non è una situazione
auspicabile, ma molti sono i doni dell’esilio (…) Rimuove i piagnucolii, consente un’acuta introspezione, intensifica
l’intuito (…) concede (…) la prospettiva che l’insider non potrebbe mai ottenere, (…) fa desiderare ardentemente (…)
una cultura adatta e (…) induce la donna a continuare a cercare e, se non riesce a trovare la cultura che la incoraggia,
decide di costruirsela da sé (…) Vi dicono che siete un’individualista, (…) che un anticonformista è veleno per la
società. Ma nei secoli è stato dimostrato che (…) restare ai margini (…) è dare un contributo utile (…) Siate gentili, ma
non ascoltate i consigli dei miopi (…) Le anatre sono anatre, e i cigni sono cigni (…) Se vi hanno dato dell’insolente,
dell’incorreggibile (…) siete sulla buona strada (...)

All'interno della psiche c'è un aspetto innato che (...) è contro lo sviluppo, (...) un antagonista derisorio e sanguinario,
(...) che separa una donna dalla sua natura (...) e dall'intuito (...) È presente anche in chi ha avuto buoni genitori (...)
Appare nei sogni (...) e nelle fiabe (...) La traccia lasciata da (...) questo fattore nella psiche femminile (...) è non
percepire che i nostri intimi desideri non corrispondono alle nostre azioni (...) Ecco il perché delle procrastinazioni che
fanno nascere l'odio di sé e della vergogna lasciata lì a suppurare (...) Esiste anche una censura naturale di tutti gli eventi
negativi e dolorosi che capitano (...) E molte sono le cose che cercano di sedurre e allontanare dalle scarpette rosse fatte
faticosamente da noi stesse a mano (...) Ma quando (...) la vecchia vita sta morendo, neanche i migliori rimedi potranno
nascondere questo fatto (...) Bisogna saper vedere la distruzione e il torpore dentro se stessi (...) E, poiché quando
illuminiamo una qualche parte della nostra psiche, altrove si addensa una più profonda oscurità, (...) una donna
coraggiosa svilupperà proprio l'aspetto più misero di sé, (...) indagherà il peggio (...) Una donna che ha perso gli istinti
giusti per se stessa (...) può tornare alla vita (...) L'istinto perduto (...) ritorna quando una donna presta grande attenzione
ascoltando, guardando e sentendo il mondo circostante e poi agendo (...) con efficienza, con tutta l'anima (...)
Memorizziamo le trappole, il modo in cui sono fatte e vengono messe (...) Comunque, gli istinti non si ritirano senza
lasciare echi (...) se anche una donna è trattenuta dal pugno della proprietà e della critica o è a un passo dalla distruzione
per i suoi eccessi (...) Una voce selvaggia sussurra in tutti noi: resta qui, resta qui abbastanza a lungo da far rinascere la
speranza, (...) e avanzare lentamente, (...) per diventare forte, tentare la prova che funzionerà (...) non importa in quanto
tempo o con quale stile." (Donne che corrono coi lupi di C. Pinkola Estes)
LIBRI UTILI A TUTTI
I consigli raccolti da semplici riviste e riordinati nel lungo paragrafo finale di http://www.slideshare.com/citazioni-su-
intelligenza-e-coraggio sono ben selezionati, ben scritti e molto utili (data la sua semplicità, l’ho riportato anche in coda
a questo documento).
L'autostima nei bambini di Frascarolo-Moutinot e le pagine di Wikipedia sul film Disney Inside Out aiutano ad
affrontare i traumi dell’infanzia.
Tecniche proibite di persuasione di Allen suggerisce qualche metodo per motivarsi con l'immaginazione attiva di certe
situazioni e per allontanare ricordi negativi lavorando sul modo di immaginarli e soprattutto elenca varie domande utili
da porsi/da porre quando si vuole stroncare lamentele proprie e altrui e spronare se stessi e altri a prendere l'iniziativa
riguardo a una certa azione utile, facendo innanzitutto notare il vantaggio di porle in modo che la risposta a ognuna
delle domande sia affermativa.
Come funziona la legge d’attrazione di Losier e Il magico potere del riordino di Kondo spiegano come utilizzare le
tecniche dei diari, delle liste dei desideri (queste ultime soprattutto a partire da ciò che non si vuole con trasposizione in
forma affermativa) e della selezione e del riassetto di armadio, arredamento e oggetti personali per scoprire ciò che
piace davvero, agire di conseguenza e attrarre qualcosa di corrispondente.
Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere e Marte e Venere si innamorano di nuovo di Gray insegnano a
scrivere delle lettere consapevoli del significato delle emozioni e dei malintesi più diffusi: lettere utili, anche se poi
cestinate, a se stessi, al partner e alle persone importanti della propria vita per poter agire con più criterio e maggiore
libertà dai condizionamenti del proprio vissuto e da quelli culturali. Psicologia della comunicazione di Di Giovanni
citato è troppo poco umile e contiene troppo pochi esempi per essere di grande aiuto, però dedica qualche spazio a una
soluzione utile quanto poco presente alla maggioranza delle coppie (almeno quelle giovani) e delle famiglie e che
l'autore definisce capacità di riverberare: è la disponibilità a riflettere a voce e sinceramente sul punto di vista opposto al
proprio senza rinunciare a priori alla propria opinione sentendosi così avviliti e isolati, ma anche senza insistere su una
contrapposizione frontale per fare cambiare idea all'altro o per prevaricare (si dà rilievo a ciò che si ha ancora in
comune e si mette al primo posto il rapporto). I saggi di Gianpaolo Lai (La conversazione immateriale e La
conversazione felice) offrono esempi di comunicazione e chiariscono errori, permettendo forse di comunicare un po'
meglio.
Quanto al lutto, leggete il capitolo pertinente o in generale l'intero Solitudine, ritorno a se stessi (A. Storr) tenendo
presente che gli psichiatri tendono erroneamente a trattare il lutto con antidepressivi o altri psicofarmaci e che la linea di
demarcazione tra normale lutto e patologia da essi tracciata è labile e arbitraria (in generale consiglio di esprimere in
casa e in particolare da soli e di nascondere agli altri l'intensità e la durata del dolore e soprattutto l'eventuale rabbia
provata, cercando naturalmente nel frattempo di affrontare e superare l’esperienza grazie a buoni libri e magari forum
online dove le persone vedove la condividano positivamente e solo in rete, se ve ne sono). Il tema del lutto è affrontato
da Seneca in alcune delle lettere al suo giovane amico Lucilio e in alcuni dialoghi (ad esempio nell’intero dialogo A
Marcia, ma in un certo senso anche in quello rivolto a sua madre Elvia). Marte e Venere si innamorano di nuovo di
Gray è molto utile per superare un lutto o una separazione e in parte anche Dialoghi ininterrotti (P. Bastianoni), anche
se quest'ultimo si dilunga troppo nelle pagine dedicate al dolore o per lo meno spiega poco - al confronto - di cosa
concretamente hanno fatto le persone autrici delle varie testimonianze per riuscire a superare i loro lutti (e le loro
terribili nevrosi causate da traumi assimilabili in parte a un lutto).
Per quanto riguarda la crisi di mezza età (35 anni per le donne e 45 per gli uomini in genere) e l’invecchiamento si legga
ciò che segue: Gli stadi della vita in La dinamica dell’inconscio, il capitolo o paragrafo Il matrimonio come relazione
psicologica in Lo sviluppo della personalità e se possibile anche le pagine sul problema dei contrari (enantiodromia),
sul fascino e sulla “persona” (il modo in cui ci si presenta) come compromesso sociale in Due testi di psicologia
analitica (C. G. Jung), ma anche curiosare sulle risposte ai lettori delle riviste in edicola e su pagine online su

vaginismo, matrimoni bianchi e gruppo degli asessuali. Per riflettere sulle scelte sessuali e sulla gravidanza, io consiglio
soprattutto il secondo volume di Il secondo sesso di De Beauvoir, la quale non era però informata sugli effetti collaterali
della pillola anticoncezionale; Marte e Venere si innamorano di nuovo (J. Gray); L'amore dannoso e Amori imperfetti di
M. R. Parsi (non li ho però ancora letti); Il desiderio e la ricerca della completezza in Solitudine: ritorno a se stessi (A.
Storr); pagine online sulle classiche fasi del dolore; informazioni online sulla “teoria della mente” e sulla capacità
metacognitiva e di metarappresentazione in uomini e donne nella psicologia attuale; pagine relative dell'opera di Erik
Erikson scelte a partire dalle informazioni che Wikipedia dà su questo psicanalista e sulle otto fasi di sviluppo da lui
individuate (per non farsi condizionare dalle discutibili affermazioni di Erikson sulla presunta necessità di avere figli
basta tenere presenti gli altri libri di questo paragrafo). Oggi nei libri di testo scolastici si afferma che la crisi di mezza
età è poco diffusa e molto dipendente dal contesto sociale e dal periodo storico, ma ciò mi sembra troppo in contrasto
con le ricerche di Jung sulla sua ricorrenza tra i primitivi e con l'esperienza e osservazione di molti. Nelle pagine di
alcuni indirizzi online su vaginismo e sessuologia clinica si parla di un numeroso gruppo online di persone di solito con
titolo di studio medio-alto accomunati dal non avere rapporti sessuali, tra i quali molti sposati felicemente da anni, e
della natura e dei vantaggi del vaginismo e del non fare sesso per le più diverse ragioni e ciò con articoli in inglese di
vari medici e testimonianze di alcune donne (alcune delle quali in italiano).
Donne che corrono coi lupi di Pinkola Estes è utile in ogni capitolo alle donne e in particolare a quelle molto diverse
dalle famiglie d’origine e offre molte soluzioni precise a diversi problemi.
Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicanalitici delle fiabe (B. Bettelheim) accompagna, attraverso
l’analisi di fiabe più e meno note, i cambiamenti di infanzia e adolescenza e incoraggia a diventare se stessi, integrando
in sé faticosamente tendenze discordanti tra loro o problematiche: l’autore cerca di illustrare anche ciò che vale per ogni
altra fase evolutiva, dando speranza e conforto a chi accetta rischi, sofferenza e profondità.
Uscita di sicurezza, L’eredità cristiana e altri scritti di Silone possono fornire un sostegno a chi ha perso il contatto con
se stesso e si sente solo a causa della permanenza in gruppi particolari e vuole ritrovare la capacità di una espressione e
comunicazione sincere e il gusto dell’introspezione e dei rapporti a due nell’amicizia o delle relazioni di coppia.
I persuasori occulti (V. Packard) aiuta molto a conoscere se stessi e a difendersi da pubblicità, eccessi di politici e
dell’ingerenza degli psicologi nel mondo del lavoro.
L'anello di re Salomone di Lorenz e La felicità è un cucciolo caldo di De Oca indicano cosa si deve e non si deve fare
per ottenere il massimo dalla compagnia e dall'empatia di un animale domestico.
Riguardo all’invecchiamento, più duro per alcune persone che per altri, eventualmente raccogliete alcune informazioni
online circa le riflessioni sull'età matura e sull'invecchiamento di De Beauvoir, Levinson, Cumming, Henry, Havighurst,
Atchley, Cattell, House e Baltes oppure sulle corrispondenti teorie del disimpegno, dell'attività, della continuità e degli
eventi esterni stressanti, sulla psicologia dell'arco di vita e sui concetti di young-old, intelligenza fluida o cristallizzata,
memoria di tipo procedurale, semantica, autobiografica e prospettica, marker events della transizione tra strutture di vita
e polarità giovane-anziano della fascia d'età 40-65 anni. Nel fare queste ricerche online o nei testi di psicologia anche
semplicemente liceali si tenga conto che il vocabolario pseudo-scientifico esprime spesso concetti molto semplici e che
ci si abitua presto a questo linguaggio fastidioso (a volte un mero travestimento di banalità). Considerate Il diario di
Jane Somers (D. Lessing), che però può rattristare, e il racconto L’età della discrezione in La donna spezzata (S. de
Beauvoir). Riguardo alle Case di riposo segnalo l'esperimento di Langer e Rodin del 1976 sugli effetti positivi
dell'incrementare in esse le possibilità di scelta dei degenti. Informatevi sul servizio domiciliare dell'ADI agli anziani
soli e su AUSER. Consultate i siti web delle associazioni di volontariato più note come ANPAS e MISERICORDIE
D’ITALIA (si occupano anche di primo soccorso, emergenze), delle 15 associazioni raccolte nel SUMMIT PER LA
SOLIDARIETÀ (per malati cronici e disabili) e delle reti di associazioni da consultare per informazioni generali sul
volontariato come MOVI e CNCA. Segnalo le associazioni VIDAS e ANT Italia onlus per l'assistenza ai malati
inguaribili. In Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle scienze umane si dedica a temi
attinenti anche alla vecchiaia il paragrafo 4.3 e si segnalano Andare in pensione (G. Sarchielli), Il concetto di età (L.
Sugarman), La resilienza (B. Lyrvenik), L'invecchiamento cognitivo come processo naturale (A. Reffieuna), ma si tratta
di libri che io non ho letto. Leggete il capitolo dedicato agli anziani di Politica dei servizi sociali di Ferrario e tenete
presente la ricca bibliografia a fine capitolo. Segnalo il capitolo La sfida demografica di Il Welfare State è ancora
sostenibile? (RBA). In La dimensione psicologica degli ultimi anni del liceo delle scienze umane trovate pagine sulla
restituzione del ruolo che accompagna la vecchiaia nell'occidente industrializzato in particolar modo e sulla grande
considerazione che si ha per gli anziani in altre culture. Segnalo le lettere 58 e 78 di Lettere a Lucilio (L. A. Seneca) e Il
dolce morire (De Santis, Gallucci e e Rigliano) su malattia, eutanasia e simili, ma non leggete la lettera 58 e il libro di
De Santis nei periodi o anni in cui vi sentite ansiosi, perché ci sarà tempo per farlo quando si sarà in grado di leggerli
con distacco e senza conseguenze negative. Il tema del suicidio assistito viene trattato anche in Sinossi di Psichiatria
(Kaplan-Sadock's), ma in modo immorale. Informatevi anche sulla clinica svizzera che pratica l'eutanasia (il prezzo
richiesto è esorbitante). Referendum e discussioni in Italia sul tema dell'eutanasia devono essere note. Leggete le pagine
online sulle cure palliative, sul biotestamento e soprattutto sui due casi di suicidio assistito in Italia e sull’associazione
Luca Coscioni che lavora per ottenere il diritto all’eutanasia volontaria anche in Italia. Il cap. 15 di Diversità, devianze
e terapie (Salvini-Galieni) informa sulle pratiche per ridurre lo stress nei malati di cancro.
Se, anche a prescindere dai recenti studi sui geni, bastano un EEG e una fRMN per attestare la corrispondenza a livello
fisico di molti disturbi mentali, è significativo tuttavia che sia gli autori di Sinossi di psichiatria che Celi sottolineano
che le tecniche cognitivo-comportamentali o la maturazione naturale durante la crescita portino spesso a un
cambiamento a livello di onde cerebrali e neuroni anche quando non siano utlizzati né farmaci né scariche elettriche.

Celi nel suo manuale consiglia gli psicofarmaci solo a chi ha in forma molto grave disturbi ossessivo- compulsivi. In
Sinossi di Psichiatria, gli autori raccomandano più volte le tecniche comportamentali come prima scelta anche in tali
casi, come per ogni altro disturbo mentale (danno risultati duraturi, senza ricadute né effetti di astinenza e perciò la
regola sarebbe teoricamente di non prescriverli mai senza aver verificato con domande precise se il paziente conosce già
bene queste tecniche).
PER CHI DESIDERA INTERPRETARE I PROPRI SOGNI SIGNIFICATIVI

Consiglio di leggere http://www.slideshare.com/analisi-dei-sogni-con-mitologia-e-alchimia oppure
http://www.slideshare.com/simboli.
Le regole del sognare non sono generali e i sogni sono suscettibili di interpretazioni diverse a seconda del tempo e delle
persone (...)
Nella vita l’unione degli opposti è ottenuta attraverso ascolto di sé, analisi dei sogni, riflessione distaccata, idee e
concezioni capaci di soddisfare il simbolismo dell’inconscio collettivo (l’”aqua doctrinae” dell’alchimia) e soprattutto
attraverso il riconoscimento delle proiezioni inconsce (quelle degli altri su di sé, quelle del proprio lato oscuro sugli
altri, quelle della parte inconscia profonda della propria personalità su esponenti del sesso opposto e ciò che si fantastica
su se stessi) ed è quindi un equilibrio parziale ottenuto per gradi nel corso dell’esistenza e perseguito perché lo stato di
conflitto interiore è troppo contrario alla vita: i simboli “unificatori” sono creati dall’inconscio proprio come
compensazione dell’opposizione all’io cosciente dei lati negativi o considerati inaccettabili di sé, oltre che
probabilmente per indicarci l’esistenza di un centro della personalità diverso dall’io e comprendente e accentrante la
porzione conscia e quella inconscia e in parte barbara e inconoscibile, anche al fine di infondere in noi una salutare
incertezza.Tra i simboli unificatori onirici i più frequenti sono i mandala, i quali in genere sono in forma di fiore o
stanze o contenitori (soprattutto circolari o quadrati) con eventuali gradini, croci o ripartizioni a croce, scale a
chiocciola, spirali-vortici o “occhi” della coda di pavone aperta disegnati su carta o incisi sulla carne o sul guscio di un
animale o ruote con raggi e, al centro, spesso un oggetto contenente acqua o prezioso (es. una perla) e/o di variegati
colori o un animale altrettanto colorato (spesso un pesce o un uccello); simboli unificatori sono però anche gruppi di tre
o quattro animali o persone di sesso diverso rappresentanti le funzioni psichiche (intuito, sentimento, ecc.), dove è la
funzione del sognatore meno utilizzata coscientemente a simboleggiare e portare il messaggio dell’anima, intesa
semplicemente come porzione in noi dell’inconscio collettivo accomunante tutti e tutto. La buia caverna in alchimia è
un tipico simbolo del vaso dell’opus e di congiunzione di opposti, perciò potrebbe avere tale significato anche nei sogni
e ciò è anzi probabile perché essa è assimilabile ad un contenitore (...)
Una sfera (uovo, roccia, occhio o altro) è sempre anche simbolo del Sé e quindi se ci sono più sfere nel sogno alcune
possono anche indicare persone vicine al sognatore (amici, ecc.). Un viso illuminato dal sole e un corpo umano nudo
bianco quasi splendente, come il sole e altre sfere di luce, sono altri simboli di illuminazione interiore e di ciò che
affascina nel Sé e nelle immagini simboliche e attive su di noi che vediamo in sogno oltre che dell’”anima”. L’occhio,
oltre che il Sé, o il mandala, indica spesso la coscienza e l’introspezione naturalmente e anche dio; un animale o un
oggetto con tanti occhi indica invece l’inconscio, perché esso può essere considerato alla stregua di una coscienza
multipla.
Il Sè può essere rappresentato anche da un oggetto intessuto da molti fili di tipo diverso. Tra le più frequenti
rappresentazioni del Sè ci sono certamente cristallo e pietra. Il cristallo rappresenta bene l’unione di materia bruta e
principio ordinatore spirituale grazie alla sua struttura complessa. Una pietra ovale o tonda, lucida o grezza, raccolta,
sfregata o in posizione significativa è sempre un simbolo importante del Sè, perché è adatta a suggerire il carattere più
intimo e vero di una persona, la parte di se stessi che si avverte come avulsa dal continuo flusso di emozioni, pensieri,
attività ed eventi: se la pietra è lucida, essa è come uno specchio in cui la psiche inconscia di ciascuno può percepire il
proprio potere; lo sfregarla indica l’impegno di vivere accettando incombenze quotidiane e dolore, sebbene possa essere
anche un’allusione alla credenza di alcuni primitivi che così se ne aumenti il valore mistico; versarvi sopra dell’olio
ricorda pratiche sacre antiche, note anche attraverso la Bibbia.
Elemento unificatore è l’equivalente inconscio di un intelletto ben equilibrato da sentimento, intuito e istinto, una guida
che nei sogni di frequente è rappresentata da acqua (es. fontane, pozzi), argento (come colore o materiale), fuoco, argilla
(spesso umida), sostanze viscose, sale, acqua salata, lacrime, albero di corallo, luna, sole, drago, serpente, bambini,
nani, gnomi o simili.
L’intelletto cosciente utilizzato dal sognatore può essere simboleggiato da uno specchio o altra superficie riflettente. Un
intelletto troppo freddo, rigido, tagliente, penetrante e quindi pericoloso può essere rappresentato da oggetti taglienti o
aguzzi e, mi sembra, anche da un uomo sconosciuto spesso con pizzetto o capelli rossi, il quale può a volte
rappresentare anche la parte dell’inconscio personale con radici anche in quello collettivo che è meno accettabile per la
coscienza (quella che Jung chiama “Ombra” ed è la parte di sé volgare, debole, vile o astiosa che di solito si trova in
opposizione forte all’Io cosciente); mi sembra di ricordare che questa parte di sé spregevole possa apparire anche come
meticcio o uomo poco civilizzato.
Nei sogni le stanze nella forma e nella disposizione stesse indicano l’organizzazione della personalità oppure lo stato
più o meno cosciente e meno sviluppato delle funzioni psichiche (intuito, sentimento, pensiero, sensazione) del
sognatore o l’equilibrio o squilibrio dei mandala spontanei (soprattutto cerchi, quadrati e rettangoli protettivi dalla
dispersione della concentrazione e dal pericolo di essere sommersi) quali rappresentazioni del rapporto tra la coscienza
del sognatore e l’inconscio; la direzione del movimento verso destra nei sogni indica che un contenuto inconscio cerca

di divenire cosciente e non trova troppa resistenza da parte dell’Io, mentre la direzione verso sinistra segnala il
pericoloso procedere verso l’inconscio con il rischio di esserne sommersi e restarvi intrappolati (...)
Persone viste in lontananza in modo confuso, anche se poche, valgono per massa indeterminata e perciò rappresentano
l’inconscio. Figure prive di viso sono esseri del tutto senza coscienza. Una pluralità (di animali, persone, nani o
bambini, ecc.) in un sognatore non schizofrenico comunica al sognatore che egli in un dato periodo è più vicino allo
strato antico e indeterminato della psiche collettiva o che si sta identificando con un gruppo (famiglia, comunità
religiosa ecc.). L’inconscio collettivo nei sogni ha spesso l’aspetto di folla, branco, brulichio, ibridi, animali selvatici,
uccelli, cani e scritte incomprensibili, terra verdeggiante o mare (entrambi possono nascondere pericoli ignoti e a volte
doni sorprendenti), fiume o acqua in generale (vapore, ecc.), vento, nave, villaggio, albero, legno, chiesa, cucina,
capriolo, cavallo, orso, ragno (con molti occhi e dalle trappole quasi invisibili), pavone (perché anch’esso ha molti
“occhi” sulla coda ed è inoltre colorato e alato). Credo che gli stessi simboli possano essere attribuibili a Madre natura
(il mondo degli istinti anche soccorrevole) e all’anima del mondo o del sognatore (soprattutto capriolo dal volto umano,
cavallo bianco, uccelli, vento, chiesa, albero con acqua, nave).
Anche i numeri sono significativi: secondo un testo di alchimia ogni perfezione si basa sulla triade misura, numero e
peso. Il 3 indica in genere nei sogni conflitto e dinamismo interiore e qualcosa che spinge all’unità e provoca così
eventi, come quando due triangoli uguali formano un quadrato, e può rappresentare tre delle funzioni psicologiche
spinte all’unità dall’azione della quarta più inconscia. La triade nei sogni è frequente e può avere anche altri significati:
può rappresentare le radici inconsce delle tre funzioni psichiche o anche la parte peggiore e più rifiutata dall’Io
dell’inconscio personale pensata come un insieme di 3 funzioni psichiche di tipo inferiore; dal conflitto diretto tra triade
superiore e triade inferiore delle funzioni nascono dinamismo e tensione psichici. Il 3+1 è un modello tipico della
gestione della quaternità da parte dell’inconscio e infatti nell’alchimia e – mi sembra – anche nei sogni capita spesso
che tre elementi siano raggruppabili insieme mentre il quarto abbia una posizione particolare o sia di tipo particolare;
l’incertezza tipica dell’inconscio tra 4 e 3 indica anche oscillare tra spirituale e fisico e natura incerta della verità, dato
che sono quattro le funzioni psichiche che determinano un giudizio totale ma la quarta funzione psichica è collegata
all’inconscio collettivo al punto da avvicinare la totalità che include spirito e materia/fisicità ed è misteriosa. Di certo il
4 indica unità (spesso anche i multipli) come l’1.
Per i dettagli sull’interpretazione dei sogni rimando al sito web citato.
PER POCHI INTERESSATI ALLE DIFESE DI BASE DALLA PERSUASIONE OPERATA DA GIORNALI E TV
Una persona in difficoltà potrebbe, interpretando dal punto di vista del debole gli stratagemmi del classico cinese I 36
stratagemmi con commenti di M. Faccia, trarne molti consigli, tenendo presente che dei 34 stratagemmi di
Schopenhauer alcuni richiamano i 36 del classico cinese in quanto spesso implicano la capacità di creare o sfruttare
"vuoti": la difesa consiste nel cercare i limiti dell'avversario, cioè i punti deboli delle sue relazioni, le sue imprecisazioni
o generalizzazioni, gli aspetti di ciò che afferma che sono sì validi ma privi del consenso dei più per ignoranza diffusa,
ecc. Per difendersi dalle altrui manipolazioni è importante leggere anche I persuasori occulti (Packard), Uscita di
sicurezza, L’eredità cristiana, La scuola dei dittatori e altri saggi di Silone, Mobbing (Guglielmi), La nuova
manomissione delle parole (G. Carofiglio) e altri testi sul tema e forse almeno l’ultima parte di Psicologia politica
(Catellani), quest’ultimo soprattutto per gli esempi tratti da dialoghi di politici italiani e per l’elenco dei modi per
evitare di rispondere alle domande giuste ma scomode, sebbene sotto diversi altri aspetti sia migliore Psicologia della
politica a cura della stessa autrice. In seguito informatevi con atteggiamento mentale critico sui sintomi che secondo il
DSM caratterizzano il disturbo da stress psicosomatico: se lo farete con adeguato bagaglio culturale, vi apparirà chiaro
che alcuni di quei “sintomi” non sono tali dato che non sono solo coloro che sono reduci da un trauma a considerare
cattiva la maggior parte della gente e che tale giudizio si basa in genere su molte esperienze e letture.
PER COLORO CHE SOFFRONO FISICAMENTE
Molto utile in prospettiva è informarsi sulle malattie comuni o non rare e sui più utilizzati esami diagnostici, sfruttando
anche i siti web degli ospedali grandi o specializzati e dei poliambulatori privati con più sedi, un’enciclopedia medica,
un recente dizionario medico (deve contenere diverse schede di approfondimento, che vanno lette, sottolineate e
ripassate), un manuale di biblioteca di concorso per infermieri e l’indirizzo mail dei laboratori per analisi private del
sangue e delle urine, tenendo presente che l’eventuale ansia creata dall’informarsi su diverse malattie è temporanea, può
essere ridotta dilazionando le letture nel corso di una stagione e viene presto sostituita in genere dalla calma che di
solito accompagna qualunque conoscenza che ponga in una condizione di maggiore indipendenza dagli altri; la lettura
dei bugiardini dei farmaci che si stanno assumendo e una buona selezione di quelli indispensabili attraverso ricerche
accurate online (forum, bugiardini online, protocolli online sull’utilizzo di alcune categorie di farmaci, farmacie con
shop online) e molte brevi telefonate a diverse farmacie preferibilmente non in zona.
Almeno se non si vive in condizioni fortunate, può essere opportuno attenersi a ciò che segue (è importante anche per
capire quanto lo stress influenzi un problema di salute ed è quasi indispensabile per chi è ansioso o soffre di una nevrosi
almeno o soprattutto se è introverso): mantenere una dieta molto sana e regolare; un po' di tempo per osservarsi; una
compressa di Flexiban ogni tanto o, meglio, una goccia o due di Laroxyl; l'abitudine agli esercizi di respirazione,
stretching e rilassamento e a qualunque altro modo per rilassarsi in casa senza TV, computer, ecc. (album da colorare
per adulti, giochi a carte o dama, narrativa a lieto fine, un peluche sono alla portata di quasi tutti); il risiedere e

soprattutto il dormire in ambienti caldi riscaldati a metano, evitando termosifoni elettrici e simili mezzi (non basta non
sentire freddo grazie a coperte e abiti – è l’aria a dover essere calda – e gli apparecchi elettrici sono dannosi); l’andare a
letto presto e a volte dopo aver utilizzato Aquasal spray nasale e soprattutto il dormire in una stanza buia, pulita,
ordinata e aerata mezz’ora prima, con un cuscino antiacaro dalla federa lavata spesso, preferibilmente senza oli
essenziali e profumo (per evitare reazioni allergiche o simili e mal di testa) e, in caso di bruxismo, con un paradenti o,
se la mandibola è asimmetrica, con uno o due ciucci da bimbi maggiori di 6 mesi (il bite su misura è molto costoso);
l’uso in inverno di un tapis roulant magnetico, evitando apparecchi elettrici e biciclette da camera (sono dannosi
soprattutto per le donne) e l’abitudine a 20 o 25 minuti di passeggiata a passo veloce o a salire 50 gradini ogni giorno
nelle stagioni meno fredde; l’uso dei tappi di cera Quies per proteggersi a volte da vicini di casa e soprattutto da
condomini e coinquilini; la revisione degli obiettivi personali con una selezione attenta e un'organizzazione adeguata
degli spazi personali (spesso si rivela sorprendentemente importante possedere una comoda poltrona o un divanetto
nella stanza da letto e sfogliare il catalogo Ikea, le foto online di case in vendita di vip e quelle degli alberghi), del
guardaroba (al limite vestendo “classico”/abbastanza formale ad ogni età e in ogni contesto), dei prodotti per la cura
dell’aspetto fisico (tenendo presenti almeno le linee Ceramol, Sella, Vea, Sebamed, Cicatridina, Bioderm Cica, Acneffe
sun, Bionike, Dermafresh e Bioscalin e prodotti come Propast pomata e Emoform dentifricio), delle attività (evitando
possibilmente lavori a diretto contatto con il pubblico senza telefono, pc o macchinari a fare da schermo e/o dove i
contatti con i colleghi o il titolare sono frequenti e poco formalizzati ed evitando anche non solo l’università, ma anche
qualsiasi scuola superiore non professionale e con un numero di anni maggiore di tre o tre più due e attività superflue e
faticose come la ricerca di informazione precisa su film, libri di narrativa, serie televisive e online, musica e arte
figurativa recenti e non); il contatto con la natura in tranquillità (visita a luoghi montani con laghi e boschi non troppo
lontani da soli o in coppia anche con treno e autobus e selezione di foto di riviste economiche non online); il recarsi alla
piscina termale più vicina un pomeriggio ogni tanto o qualche vacanza alle terme convenzionate (questo se potete
immergervi in acqua e ricordando che al costo di 55 € di ticket un ciclo di queste idroterapie all’anno è per tutti un
diritto per legge ed è più sicuro evitare il getto creato per la zona cervicale); l'evitare sistematicamente o il più possibile
persone critiche e invadenti (sfruttando i già consigliati tappi per le orecchie e durante l’adolescenza a costo di passare
molto tempo in biblioteca e in camera da letto e restare in banco da soli a scuola); il limitare molto le uscite con più di
una o due persone e ancora di più la frequentazione di bar, locali, palestre, piscine comuni, spiagge affollate e centro
città; l’evitare gruppi religiosi e politici e, se l’intento è di trovarvi amici, anche quelli di volontariato; pur cercando un
partner, l’astenersi da ogni tipo di attività sessuale se non si riesce sufficientemente a parlare per difendersi e
condividere, si è predisposti alle infezioni o si è assolutamente decisi a non avere figli; ovviamente l’acquisizione delle
conoscenze di base di psicologia attraverso i libri giusti; l’autosservazione e qualche esame medico fatto in convenzione
o privatamente dopo alcune ricerche online e la lettura di enciclopedia medica e altro (rimando al paragrafo pertinente).
In certi casi, quando il bisogno di tranquillità è maggiore, è utile anche seguire i seguenti consigli: evitare lunghe
chiacchierate al telefono e l’uso smodato di pc e smartphone; limitare l’uso dei social network a fini di studio e
lavorativi e ai contatti con pochi amici; evitare il telefono fisso, abitualmente non rispondere a chiamate da numero
sconosciuto, non aprire a chi bussa senza invito e al limite fare staccare citofono e campanello o comunque in qualche
modo renderli inutilizzabili (per chi vive solo o con il partner o un amico è senz’altro possibile e non è insolito,
soprattutto se si è già per due volte stati sorpresi da scampanellate notturne o frequenti e inutili da parte di vicini o
estranei decisi a dare fastidio o intimidire); evitare sempre parrucchiere ed estetista, comprare online con Paypal il più
possibile, mandare a volte al proprio posto un familiare o il partner in farmacia e biblioteca o al supermercato e recarsi
in qualunque negozio dopo aver letto un elenco online degli abusi che vi si praticano più di frequente ed essersi
preparati a reagirvi con prontezza.
Tra gli abusi più fastidiosi e riprovevoli non rari nei negozi si ricordi che non mancano mai purtroppo i due seguenti:
trasformare il malcapitato in “oggetto”, approfittandone in modo particolarmente sfacciato e nello stesso tempo
cercando di danneggiarne l'immagine (per esempio colpevolizzandolo di un incidente avvenuto in negozio e
accampando la pretesa che vi rimedi di persona, causandogli un danno estetico provvisorio, vendendogli una sua foto
mal fatta o mal scelta, curiosando tra il materiale consegnato, facendogli proposte ridicole o dannose, truffando sul
prezzo inventando difficoltà, sfruttandolo per farsi pubblicità o per diffondere una lamentela, ecc.); senza ragione
evidente rivolgersi all'interlocutore come ad un bambino, a un individuo “incapace”, malato di nervi, fisicamente
indisposto o invalido, a un cane, ecc. (facendogli fretta, con il tono o la scelta del lessico o degli argomenti, inventando
ridicole scuse, dando assurdi nomi al rapporto, fingendo premura, interpretando a caso silenzi o brevi risposte,
facendosi accompagnare al banco da un saccente studente di Psicologia o facendolo incontrare con una persona malata
di mente oppure considerata tale quando si sa che verrà in negozio, ecc.).
Qualunque sia lo stile di vita che si sceglie di condurre si tenga conto che i sintomi fisici più comuni dello stress sono i
seguenti: febbricola (3-5 linee) in genere, anche se dopo un trauma possono essere normali per mesi anche periodici
giorni di febbre più alta accompagnati da malessere ma senza sintomi da raffreddamento o gastrointestinali; astenia
immotivata e di durata non molto lunga (anche una astenia avvertibile solo in certi periodi però può essere sintomo di
pressione bassa, anemia e ipotiroidismo pensando solo alle malattie più comuni); insonnia o disturbi del sonno; dolori
muscolari o articolari mutevoli per zona o intensità che possono regredire senza farmaci nell'arco di alcuni giorni
(soprattutto a spalle, arti, schiena e osso sacro, anche se il dolore all’osso sacro può indicare anche una pericolosa ciste
pilonidale oppure essere dovuto allo stare seduti a letto a lungo senza aver messo sopra il materasso un cuscino da
40x40 cm); unghie fragili; lieve perdita dei capelli; formicolii, intorpidimento o pesantezza agli arti e soprattutto alle
gambe (è però anche un sintomo caratteristico di vasculiti, fibromialgia o di malattie dei nervi e dei muscoli richiedenti

diversi esami diagnostici); lunghi brividi; stipsi senza sangue nelle feci e nè improvvisa nè molto ostinata; dolori
addominali diversi da quelli né intensi né duraturi del quadrante superiore destro (normali in genere e dovuti a processi
intestinali in quella zona particolare); tenesmo saltuario senza sangue nelle urine e non legato a situazioni particolari
(come le mestruazioni - fare attenzione attenti allo spotting premestruale - o come una fase di alimentazione poco sana o
un viaggio); mal di testa anche molto forte e duraturo senza disturbi della vista e senza né aura nè dolore al cuoio
capelluto e non accompagnato da una sofferenza muscolare tale da rendere difficile muoversi; leggero indebolimento
del sistema immunitario (se duraturo può però indicare comunque disturbi seri richiedenti anche ecografia addominale e
esami del sangue diversi dall’emocromo); in assenza di altri sintomi diversi da malessere e stanchezza, nodo alla gola o
anche dolore forte alla parte frontale del collo o nella zona dello stomaco o del petto che possono migliorare molto o
regredire con una compressa di Flexiban (tiroiditi o patologie della gola, forti periodiche contratture conseguenti
all’astensione da un farmaco ad azione rilassante pesante assunto a lungo e problemi cardiaci sono possibili in questi
casi ma non frequenti); senso improvviso e temporaneo di vuoto alla testa; restrizione saltuaria del campo visivo senza
altri sintomi; movimenti involontari; paralisi o indebolimento di un lato del corpo senza altri sintomi. Dopo un
intervento chirurgico è possibile avere forti dolori causati da somatizzazione, in aggiunta a quelli causati dall'intervento
e da infezioni o altre complicazioni che seguono. Una nevrosi può manifestarsi con sintomi fisici accentuati concentrati
comunque in un arco di tempo breve. Molti dei sintomi elencati più sopra possono essere causati anche da malattie
organiche o funzionali e lo sono sempre quando sono costanti nel tempo o si presentano in modo non variabile, quindi
localizzati e con fasi cicliche o periodiche (nessuna malattia psicosomatica ha una manifestazione regolare nell'arco di
diverso tempo o almeno questo è ciò che in genere si dice e osserva, nonostante tra le categorie diagnostiche del DSM
ci sia anche un disturbo somatoforme che contraddice tale affermazione) e/o si accompagnano a molti altri sintomi
rilevanti, soprattutto dai 45 o 50 anni in poi. Cercate eventualmente elenchi online di tutti i più comuni sintomi da
somatizzazione da stress chiaramente tali o che possono dipendere anche da malattie non psicosomatiche.
Si dovrebbe tenere presente comunque che sensazioni fisiche ed emozioni spiacevoli a volte sono inconsapevoli
reazioni difensive, per quanto spesso controproducenti, un po’ come i meccanismi di difesa inconsci e le distorsioni del
giudizio più deleteri.
Molti di coloro che ripetono a ogni occasione che "la vita è bella" sostengono che si ammala solo chi lo vuole e tra
questi ottimisti sono molti i sedicenti religiosi, sebbene in non pochi libri si trovi definito il Male proprio come questo
loro appiattire la realtà, questo loro ridurre a nulla qualsiasi cosa sia di per sé problematica e complessa. Costoro
affermano che non ci si ammala fisicamente se non si è vittimisti ma "positivi" e concentrati sui propri interessi, sugli
"altri" e soprattutto sul lavoro: sembra proprio che a nessuno sia permesso disturbare il sogno sulla bellezza e sulla
giustizia della vita con la verità e limitare il divertimento altrui con richieste d'aiuto, esplicite o immaginarie (con
"immaginarie" intendo implicite o deducibili anche quando in chi ne soffre manca ormai perfino l'intenzione di chiedere
aiuto). Sembrerà a molti quasi un crimine il mio ricordare l'origine spesso ignota delle medesime malattie non infettive
in persone di indole e condizioni di vita molto diverse e l'esistenza delle malattie congenite e di malattie causate da una
grande varietà di fattori indipendenti dalla volontà, essendo infatti diverse patologie provocate e mantenute nell'infanzia
e nell'adolescenza dalle scelte dei genitori (lo Stato attribuisce ai genitori un potere enorme sui figli da questo punto di
vista, anche se in teoria ammette la revoca della patria potestà), derivanti dall'appartenenza stessa a una certa famiglia
(familiarità di geni) o a determinati sesso o età, dall’abitare in un certo luogo, create da altre malattie ormai croniche o
non ancora curate a causa di problemi economici o dell'incompetenza, dell'indifferenza o delle intenzioni
ostentatamente ostili dei medici o infine provocate da farmaci (sono moltissime), da interventi chirurgici e, a volte,
anche da alcuni esami diagnostici e ovviamente dallo svolgere determinati lavori (si sa che non si può sempre scegliere
e comunque sono molte). Occorre tenere conto anche delle malattie funzionali dai sintomi spesso evidenti o dolorosi e
in genere croniche (fibromialgia, sindrome del colon irritabile). Nel cap. 31 di Sinossi di Psichiatria (Kaplan-Sadock)
potete raccogliere comunque utili informazioni sulle malattie congenite di causa genetica (è certo ma poco noto che
sono molto più frequenti se la gravidanza avviene dai 32, 35 e soprattutto 40 anni) o provocate da test sul feto o da
virus, alcol, fumo, droga assunti dalla madre durante la gravidanza. Anche coloro che sono abituati a stabilire per cosa è
"normale" soffrire e per cosa non lo è dovrebbero rassegnarsi ad accettare la realtà o almeno trovare più opposizione
quando vaneggiano e a costoro vorrei soprattutto far presente le tre seguenti verità, su cui è giusto riflettere: la
percezione del dolore fisico viene aumentata in intensità e durata dal perdurare di ciò che lo provoca e ciò accade per
ragioni fisiologiche e non certo solo a causa del peggioramento della condizione emotiva tipica dei dolori delle malattie
croniche o lunghe (patologie tanto peggiori di quelle di breve durata, per quanto dolorose possano essere); inoltre
esistono malattie che aumentano la percezione del dolore fisico (ad esempio la fibromialgia) e condizioni innate che
comportano una percezione dei sensi più alta di quella comune (nascere col centro cerebrale nell'emisfero "sbagliato"
implica tale ipersensibilità fisica, oltre che emotiva); del resto esistono anche malattie che aumentano la sensibilità alle
emozioni – per lo meno, per fare un esempio online credo si riporti anche questo tra i sintomi di un abbassamento del
cortisolo sotto la norma, problema indipendente dallo stress in genere, dato che lo stress aumenta e non fa scendere il
livello di tale ormone o almeno certamente fa questo nei maschi (una minore protezione naturale dalle emozioni
negative non può che peggiorare il modo di reagire al dolore fisico e predisporre a malattie). Queste condizioni possono
sommarsi nello stesso individuo...Peraltro ci sono sintomi di alcune malattie straordinariamente simili agli attacchi di
panico, tanto per citare un disturbo nervoso noto a molti almeno di nome: è il caso del feocromocitoma. Una malattia,
inoltre, può essere organica anche quando l’esordio avviene in corrispondenza di un’emozione, come ad esempio nel
caso dell’angina pectoris oppure della cefalea di origine epatobiliare. E una malattia organica può coesistere con una
muscolotensiva, contribuire nel creare gli stessi sintomi: avviene per esempio nel caso del bruxismo e dalla cefalea da

bruxismo complicata da algia facciale atipica oppure da una cefalea di causa prevalentemente organica. Infine tengo a
fare un'osservazione sull'ipocondria: chi, in un certo periodo, è ipocondriaco e soffre molto delle proprie malattie e
fragilità fisiche, ne trova dove non ci sono e teme molto la morte, spesso è tale a causa di malattie frequenti fin
dall'infanzia e poco o per nulla riconosciute e/o curate dai familiari, di maltrattamenti e di una pesante nevrosi, perchè
ciò comporta sempre l'insorgere di un cattivo rapporto con il proprio corpo (l'ipocondria può insomma dipendere dal
non aver ricevuto le cure mediche e dall'essere stati colpevolizzati dai familiari per malattie causate da loro con
l'insufficiente informazione, la cattiva alimentazione e il poco igiene); spesso inoltre un ipocondriaco è un individuo che
né ha vissuto, né sta vivendo, né sa come fare a vivere e quando una persona si trova in tale stato la responsabilità non è
mai solo nè principalmente sua e il rimedio è nell'esatta informazione e nell'aiuto altrui per migliorare la propria qualità
di vita; ancora più spesso un ipocondriaco è semplicemente una persona, spesso giovane, che non ha la possibilità di
informarsi sulle malattie da solo (non sa che si può informarsi sulle malattie online o non ha i termini giusti da inserire
nel motore di ricerca), né ha quella di vivere nonostante una salute malferma e di difendersi col denaro e la legge dalla
malasanità (non ha un lavoro adatto a una persona indebolita dal dolore fisico, non riceve sostegno dai genitori e fratelli
e nemmeno ha o si impegna abbastanza per trovare un partner o veri amici che lo accettino com'è, lo aiutino a guarire e
a difendersi o almeno gli diano il calore necessario a insistere nei tentativi a lui possibili, lo accompagnino alle visite e
agli esami e dividano con lui casa, dispiaceri, spese e fatica di informarsi) e allora si sente in balia dei familiari, delle
malattie, di qualunque parere delle persone non competenti e dell'arbitrio di ogni medico malintenzionato, svogliato o
di malumore.
In ogni caso la, conoscenza, comunque appresa, almeno dei pochi concetti e metodi fondamentali in psicologia non è
cosa da cui possa trascendere una persona nevrotica o predisposta in tal senso. Solo un individuo molto ignorante,
viziato dalla fortuna o indifferente al dolore altrui può ignorare che non bisogna mai affidarsi agli spropositi che si
sentono ripetere ovunque dai più su come risolvere i problemi.
PER CHI È TENTATO DI RICORRERE A MESSE DI GUARIGIONE, GRUPPI DI PREGHIERA, PELLEGRINAGGI O PSICOLOGI
Tutto è anche un peso e ha vantaggi e svantaggi, ma a conti fatti l’impegno nella lettura e nel cambiamento di abitudini
ci costa meno di tante altre iniziative. È pericoloso e poco utile, infatti, affidarsi completamente agli psicofarmaci o
anche solo chiedere agli altri molto, che si tratti di un familiare, di un amico o del medico generico (quanto agli
psicologi rimando ad altri paragrafi e spero non serva avvisare ancora di tenersi alla larga dagli psichiatri e appena è
possibile e aver poca fiducia nei giudici). È ancora più pericoloso e in genere inutile, poi, affidarsi al caso o ad
opportunità irrazionali oppure comunque rarissime e basate su ciò che si è sentito dire, come i miracoli di Lourdes e
delle messe di guarigione e gli effetti dei pellegrinaggi in Terrasanta, Medjugorje o altrove: queste esperienze spesso 1)
peggiorano le condizioni fisiche dei malati (a causa delle fatiche e dei disagi del viaggio, della permanenza in luoghi cui
non si è abituati o dove il clima è diverso e anche dall’aumento della probabilità di subire contagi a causa
dell’affollamento e della provenienza molto varia dei pellegrini); 2) appesantiscono e amareggiano con la delusione
quasi inevitabile (se la maggioranza dei visitatori ottenesse guarigione o miglioramento in questo modo, l’afflusso a
questi luoghi sarebbe costante e immenso); 3) deprimono o avviano rapporti insinceri e dannosi (a causa degli incontri
che in questi luoghi si fanno con persone con serie malattie oppure mentalmente poco equilibrate); 4) implicano il
rischio di subire gravi violenze fisiche (quelle di terroristi e di gruppi di satanisti, che possono colpire anche gli
accompagnatori); 5) espongono al pericolo di essere manipolati, umiliati e derubati da criminali travestiti da santoni (a
volte si fingono missionari o filantropi e sono benestanti laureati la cui capacità di raggiro e diffamazione è grande); 6)
comportano spese e stress proprio quando il denaro e l’energia sono particolarmente necessari a causa delle necessità
che spingono di solito i credenti a queste esperienze (problematiche richiedenti cure mediche o altre soluzioni
impegnative).
Tutto questo a volte consegue anche all’entrare a far parte di gruppi di preghiera, come dimostra l’esperienza purtroppo.
La ricerca del miracolo è una scorciatoia quanto lo è l’appoggiarsi troppo ad altri individui non certo molto meno deboli
o fallibili di noi, ma nella vita solo pochi fortunati ottengono risultati senza sforzo e anzi in genere è già difficile
ottenere molto quando ci si impegna ogni giorno per anni in un progetto faticoso avviato nella soluzione giusta… passo
dopo passo.
In Sinossi di psichatria si avverte che sono pochi gli psicologi cognitivo-comportamentisti qualificati in Italia e si
suggerisce di contattarli e fare le sedute di psicoterapia online, ma io credo che niente di davvero personale si dovrebbe
mai comunicare attraverso Internet (se in rete l'anonimato non sempre protegge, è quasi nulla la possibilità di privacy
quando volto e/o dati personali sono accessibili) e che sia meglio insistere nel trarre il massimo dai libri giusti o al
limite usare il treno... Si dovrebbe evitare anche qualsiasi tecnica comportamentale di gruppo, perché è, al contrario,
necessario essere prudenti nell'accostare persone dai problemi simili ai propri per evitare di essere ulteriormente notati,
marchiati e "ghettizzati" e/o peggiorare a causa di una sorta di contagio o della dipendenza dal leader o per l'accrescersi
conseguente del distacco da coloro che sanno gestire meglio le emozioni almeno fuori casa e conformarsi quando
necessario. Trovo giusta e da rilevare l'idea di Fabio Celi che la psicoterapia dovrebbe essere breve e anche bella e
quella di Rado che essa dovrebbe servire soprattutto a imparare a sperimentare sentimenti piacevoli. Infine vi ricordo
che, non solo per i comportamentisti come Celi, ma anche per celebri psicanalisti del passato di altro indirizzo quali
Lacan e Reich, essa dovrebbe avere una data conclusiva prevista e svolgersi secondo metodi standardizzati. Bisogna
considerare infatti il pericolo della dipendenza e il rischio di aver a che fare con psicologi incompetenti, malati di mente
o criminali. Anche il codice deontologico degli psicologi stesso afferma che ogni psicoterapia dovrebbe avere durata

limitata, basarsi esclusivamente sui manuali, prevedere incontri periodici in cui fare il bilancio di quanto si è affrontato
e risolto e dei progetti e soprattutto dichiara che ogni tipo di rapporto deve essere interrotto se non ha dato risultati o è
troppo difficile (si dà per scontato ciò che già Jung e altri avevano notato: chi ha un problema serio, specie se giovane e
solo, di solito non riesce a chiudere un rapporto con uno psicologo, per quanto inutile o dannoso si sia rivelato, perchè
con l'aumentare del malessere a causa dello psicologo aumenta anche la debolezza). Un professionista della salute
onesto deve difendere il paziente anche da se stesso (per cambiare molto bastano un tumore al cervello o altra malattia
cerebrale, una seria crisi di mezza età, qualche grave imprevisto economico, alcuni lutti ravvicinati, ecc). Ogni
contatto/rapporto fuori dallo studio con lo psicoterapeuta è vietato in tutti i libri universitari e nel codice deontologico
ed è pericolosissimo per tutti, ma soprattutto per gli adolescenti. Se cercate informazioni su cosa intendo per utile
psicoterapia (ma in realtà qualunque vero conversare), potete tener presente i seguenti termini che contraddistinguono
un approccio simile (oltre alla già citata psicanalisi "supportiva"): formative-assessment con approccio volto allo
sviluppo della consapevolezza e partecipazione alla valutazione dell'intervistato e/o con criterio idiografico, principio di
indeterminazione, indirizzo motivazionale o al limite psicodinamico (nelle ricerche online evitate quindi ciò che ha a
che vedere con l'approccio nomotetico, una visione globale e la narrazione). Bisognerebbe fare attenzione a bloccare in
sé il desiderio dell'ascolto fine a se stesso, perché esso è un noto effetto placebo che spesso nasconde per qualche tempo
la mancanza di un aiuto effettivo da chi dovrebbe guadagnarsi il denaro accettato con un'azione dagli effetti duraturi e
giustificante gli anni e il titolo di studio. Io sconsiglio più volte in questo e altri documenti online di rivolgersi a
psicologi e psichiatri, conoscendone bene gli abusi del passato e del presente, e tuttavia ammetto che in alcuni casi farlo
possa essere utile e che sia comunque utile se si sceglie bene lo psicoterapeuta: dovete però assolutamente prima
leggere il codice deontologico degli psicologi online e almeno il libro citato di Celi, L'arte di ascoltare di Fromm e
probabilmente un elenco dei biases più frequenti degli psicologi, poi dovete assicurarvi che si tratti di un vero
psicoterapeuta (deve avere il titolo di studio di Celi e nessun altro) e dovete giudicarlo anche in seguito, pronti a
lasciarlo se non dà soluzioni del tipo descritto da Celi e non dà limiti di tempo abbastanza precisi e limitati (progetti
precisi con periodici incontri in cui fare il punto e decidere se continuare è utile in base a risultati già ottenuti e alle
necessità ulteriori) o almeno questo è quello che si deve fare se si ha un disturbo nervoso vero e proprio e dei problemi
seri. Bisogna comunque chiudere subito ogni rapporto con chi non dà solo soluzioni apprese in libri universitari recenti
e avvalorate quindi dall'esperienza di moltissime persone, perchè in psicoterapia l'iniziativa personale del terapeuta è
molto pericolosa. Ogni buona psicoterapia "supportiva/comportamentale" va integrata con autoanalisi quotidiane
dell'esperienza recente (da ricollegare di volta in volta al passato), delle fantasie della veglia, di incubi e sogni e dei
complessi (quelli materni, di inferiorità, ecc.), oltre che con azioni coscientemente mirate a migliorare le proprie
condizioni esteriori di vita (a cominciare da arredamento, abiti, alimentazione, studio, attività del tempo libero e
possibilmente lavoro e residenza): la psicoterapia non può sostituire iniziativa e impegno personali! Inoltre quando sono
presenti debolezza, malessere, fastidi gastrointestinali e sbalzi di umore o di peso non dallo psicologo si deve recarsi,
ma nei laboratori di analisi e nei poliambulatori anche privati per esami diagnostici mirati su cui informarsi su libri e
web e soprattutto dal farmacista dopo necessarie ricerche sia online che condotte telefonando a farmacisti di comuni o
città diversi sulle malattie più comuni e i farmaci più usati.
Ricordiamoci del messaggio fondamentale, contenuto nella citazione in corsivo all'inizio del documento, di una persona
notevole come Lucio Anneo Seneca, definito da molti particolarmente adatto a un'epoca come la nostra, ma in realtà per
secoli un punto di riferimento importante nella vita di moltissime persone. Seneca è l'unico autore i cui libri siano
sempre sul mio comodino nella camera da letto.
BREVE NOTA SU NARRATIVA, SERIE TV E FILM UTILI
Della narrativa di qualità a lieto fine almeno parziale adatta sia ad adulti che a bambini la seguente è tale da
conosolidare gli sforzi compiuti nell'apprendere attraverso manuali e saggi le tecniche cognitivo-comportamentali e in
generale un atteggiamento aperto e attivo: Matilda (un racconto fondamentale per ogni bambino e ragazzo che dai
familiari venga spesso incompreso e offeso e inoltre abbandonato per molte ore a guardare la televisione o all'inattività;
è un racconto sull'enorme aiuto che può derivare dalla lettura dei libri giusti a chi è solo e da leggere presto per trarne il
massimo aiuto, ignorando l'inutile film che ne è stato tratto e che nè lo sostituisce affatto nè lo rappresenta); Pippi
Calzelunghe (un libro polemico e straordinario che potrebbe aiutare molto soprattutto chi prende troppo sul serio gli
insegnanti e i benpensanti e chi tende purtroppo a cercare una illusoria autostima attraverso i voti scolastici); Racconti
dalla valle dei Mumin (una serie di racconti davvero molto utili per gli insicuri di ogni genere sull'importanza di avere
una vera casa e di essere sinceri almeno quando è più importante esserlo); La piccola Fadette (un racconto che
consiglierei a quelle bambine che, poiché sono molto trascurate dalla famiglia e vengono trattate con indifferenza
superficiale anche fuori dall'ambiente familiare, non adeguano il proprio aspetto fisico e comportamento alle esigenze
dei più); come La casa desolata, Tempi difficili (ottimi libri per chi ha genitori che diano poca importanza al benessere
derivante da rapporti incentrati sulla condivisione/creazione di sentimenti caldi e sani e da un ambiente esteriore
confortevole e accogliente); Grandi speranze (un libro sulla gratitudine e sulla generosità con un finale di grande
apertura); Il circolo Pickwick (dal capitolo 15 in poi un libro per chi conosce già alcuni degli aspetti peggiori della realtà
e ha bisogno di un sorriso non ingenuo ma caldo e di credere possibili un'allegria non vuota, generosità e fedeltà almeno
in una persona e in un rapporto); Il patto col fantasma (per accettare i ricordi più dolorosi); Richetto dal ciuffo (fiaba
importante soprattutto per chi fatica molto a comunicare ciò che pensa e sente); I cigni selvatici (idem); La sirenetta

(idem e inoltre una fiaba utile a chi si sente diverso dagli altri); Il lino (una fiaba per chi ha bisogno di un atteggiamento
meno chiuso alle possibilità del futuro e che consiglio di leggere dopo aver letto L'abete); La regina delle nevi (lunga e
ben scritta, è prima di tutto la fiaba per chi vede cambiare in peggio fratelli, sorelle e compagni di gioco o ha perso
l'abituale fonte di calore e serenità, purché la si legga senza illudersi sulla possibilità che quel lieto fine sia realizzabile
per tutti e sperando piuttosto di ritrovare in altri l'amore perduto); L’abete (una fiaba utile a chi tende a illudersi); La
fanciulla che calpestò il pane (una fiaba per chi, a torto o ragione, prova rancore al punto da soffrirne e sa che il
perdono non è amore); Raperonzolo (sul possibile superamento della solitudine se pur tardivo e senza sicurezze
economiche); Il soldatino di stagno e Michele Strogoff (sul valore e sui costi della fermezza); Pinocchio (un racconto
per chi non sa capire cosa desidera di più e rimanere fedele ai propri propositi); Il pazzo e la fanciulla (un bellissimo e
strano racconto per chi non è amato dai genitori biologici o adottivi, per chi è stato a lungo umiliato, per chi non sa
liberarsi della paura); La storia infinita (un ottimo libro per un bambino che ama leggere, a scuola si annoia ed è
vittima di bullismo e/o ha perso un genitore); Il signore degli anelli (un libro che chiudo sempre con una strana
tristezza, e che tuttavia continuo a rileggere e che mi accompagnerà forse negli anni); Le cronache del mondo emerso
(un buon libro per chi ha bisogno di trovare un motivo per vivere e si sente vittima del destino; contiene una scena di
sesso ma è davvero solo accennata); L’ultimo elfo (un racconto molto originale che consiglierei soprattutto agli orfani e
agli esasperati dalle pretese altrui sulla cura dell'aspetto fisico e in particolare dell'abbigliamento); il primo terzo di
L'ultimo orco (un romanzo fantasy ma a sfondo storico molto brutto nel complesso ma nella prima parte utile per chi
non può contare sull'ambiente o sui genitori per avere il necessario e per i vegetariani o aspiranti tali disposti a mettere
in discussione la propria decisione); Coraline (un racconto per chi ha a che fare con il lato oscuro dei familiari); La
principessa sposa (un libro che aiuta a riflettere sull'ingiustizia della vita, da regalare a chi compie 10 o 11 anni); Harry
Potter e l'ordine della fenice (un libro per studenti alle prese con insegnanti inetti e aggressivi); Zanna bianca, Il lupo
dei mari e Il richiamo della foresta (purchè non letti troppo presto e per primi: a causa dei contenuti violenti rischiano
di distogliere dalla lettura per anni un bambino sensibile o sofferente); Il libro della giungla primo e secondo (sul
coraggio dei diversi, è un racconto "tonificante" e in linea con il contenuto della poesia If dello stesso autore); Il tifone,
Al limite estremo, Lord Jim e Gioventù; Huckleberry Finn (un racconto divertente e straordinario per chi deve decidere
da solo tra principi contraddittori); Piccole donne (un libro che moltissimi dicono di aver letto, ma dei cui messaggi
fondamentali quasi nessuno vuole tener conto; va letto con adeguata introduzione, perché il giudizio reale sui
personaggi e sulle loro scelte è a volte celato ed espresso in modo indiretto); Il giro del mondo in ottanta giorni (un
libro per chi ha bisogno di convincersi del valore di ciò che è imprevisto); Le tribolazioni di un cinese in Cina (un libro
su come difficoltà e rischi possano rendere più apprezzabile la vita); Il talismano; I tre moschettieri (un gran bel libro
sull'amicizia e sul pericolo che si corre fidandosi troppo presto o lasciandosi sopraffare dalla passione che non si
comprende; contiene scene di sesso solo accennate anche se non isolate); il capitolo con il dialogo di Athos e
D'Artagnan sui compensi non materiali ricevuti alle azioni rischiose e onorevoli con il tempo in Il visconte di
Bragelonne (o in Vent'anni dopo?); Balla coi lupi; Cime tempestose; Jane Eyre (un romanzo per chi ha bisogno di
contare su di sè e di sperare di ottenere molto con il tempo sia da una fermezza conquistata e mantenuta sia dalla propria
sensibilità); Il giovane Holden, Che cosa sapeva Maisie e Le belle immagini per i più grandi, forse di 12 anni. Nicholas
Nickleby e Martin Chuzzlewit, contengono descrizioni ed episodi durissimi, ma sono secondo me i più bei libri di
Dickens, perciò li consiglio almeno a chi ha più di 10 anni. Consiglio anche dello stesso autore Dombey e figlio a chi ha
almeno questa età. Martin Chuzzlewit contiene una satira mordente soprattutto nei capitoli sul viaggio in America, scene
drammatiche ed è un romanzo che rende facile vedere il valore di tutto ciò che, per quanto appaia in un primo tempo e
sia considerato dai più debole o ridicolo, finisca per splendere facendo da contraltare a un egoismo così esasperato da
poter risultare nauseante e pericoloso anche a chi, pur non assomigliando ai personaggi descritti, ha una certa
dimestichezza con ipocrisia e cinismo. Avendo letto moltissimo in tanti anni, non sono cieca ai difetti di Dickens come
artista, ma so che non è, nella maggior parte delle sue opere, minimamente paragonabile al cinico e delirante Dumas
(non lo stimo affatto), o semplicemente uno scrittore di libri per ragazzi, che non è un caso e se ne è scritto molto e si
continua a citarlo oggi (a proposito di Irving e Smith per esempio), che è lo scrittore che preferisco dopo Conrad e che
conoscerlo tanto tardi non è certo stato un bene per me. Comunque consiglio di cominciare questa lista con la
letteratura inglese.
Non ho inserito in questo elenco Il piccolo principe, perché non mi sembra un racconto incoraggiante, per quanto utile
sotto altri aspetti e bello. Cuore (E. De Amicis) è un libro che sa responsabilizzare i bambini, ma miope a dir poco.
Consiglio di leggere Peanuts per la prima volta da bambini, almeno dai 9-10 anni (anche se è un fumetto, lo inserisco
qui per la sua utilità e perché è ormai un classico, un po' come Mafalda, ma ancora più utile).
Della sterminata narrativa di qualità recente e datata per giovani e adulti seleziono pochi titoli tra i libri con un finale
lieto o non intenzionalmente negativo: Il mondo secondo Garp (un romanzo saggio quanto divertente per chiunque si
trovi a gestire le paure che incidenti, criminalità e in comprensione generano inevitabilmente); L'uomo che sussurrava
ai cavalli e Nel fuoco (sul lento e faticoso processo di guarigione o adattamento che gli handicap fisici e mentali
richiedono); Gli eredi dell'Eden (romanzo di formazione, può essere di sostegno anche a chi si sforza di aver cura
dell'ambiente e di sensibilizzare gli altri al riguardo); Nelle terre estreme (a età diverse l'esigenza di un'esistenza priva
della sicurezza apparente del denaro, dei percorsi tracciati dai genitori e dalle convenzioni); L'insostenibile leggerezza
dell'essere (per vedere la bellezza in ciò che appare casuale e trovare la speranza di comprendersi almeno nel rapporto
di coppia); Insieme con i lupi (zeppo di difetti, mostra però bene il carattere liberatorio e l'enorme valore dei rari
rapporti di coppia non basati sul giudizio e sulla paura del giudizio del partner); Resurrezione (il libro migliore di
Tolstoj, un romanzo su come il destino creato dai difficili rapporti tra uomo e donna possa condurre, per vie inaspettate,

a circostanze e incontri decisivi per una rinascita a una vita più consapevole e particolarmente adatta alla propria
natura); La peste (il romanzo di Camus su come malattie e ignoranza possano essere combattute senza disperazione e
soprattutto senza cinismo); Cronaca di una morte annunciata (per sperare che dall'isolamento non voluto il perseverare
sincero in autonomia guidi oltre gli ipocriti legami convenzionali fino a far conseguire indipendenza e affetti sinceri);
Delitto e castigo (il rapporto di coppia e l'amicizia come ancore di salvezza dall'ingiustizia incontrastabile); Vino e pane
e Fontamara (romanzi intensi di Silone su cosa può far superare la paura e l'egoismo e porta alcune persone a decidere
di andare allo sbaraglio); La mia Africa (libro splendido sui doni imperituri del destino e della memoria); Ritratto di un
artista da giovane (per chi comincia a comprendere di avere un senso al di là dei legami cui sente di non appartenere
creati dalla famiglia, dalla scuola, dal gruppo, dalla religione o dalla patria); Il taccuino d'oro (per donne che con
coraggio e indipendenza dagli schemi politici e psicanalitici vogliono affrontare grandi o comuni problemi e riuscire a
immaginare almeno una seconda parte della vita più serena per sé e per chi convive con la malattia mentale); La
signora Dalloway (per chi sa sentire il valore che assumono anche i legami a distanza tra i compromessi, i fallimenti e i
crudeli tradimenti dell'esistenza); L'asino d'oro (per uscire dall'ordinaria follia e liberarsi della schiavitù del sesso e delle
passioni); L'uomo senza qualità (per cogliere il legame illuminante tra argomenti apparentemente lontani con la logica
di un filosofo e con le similitudini mai scontate di un grande artista, riflettendo e accogliendo intuizioni con equilibrata
razionalità).
Tra i film e le serie TV consiglio almeno le serie Friends e Scrubs (quest'ultima serie nonostante il grave incensamento
di psichiatri e psicologi e le menzogne sugli antidepressivi e altre simili cadute di stile qua e là che non si trovano - anzi
– in Friends, soprattutto in quello delle prime serie) e tra i molti film utili vorrei ricordare qui, in quanto pertinenti
anche al tema della salute o dell’apparire diversi dalla maggioranza, Million Dollar Baby, Io e Annie, Il diavolo veste
Prada, Ricche e famose, La mia vita senza me, Le ragazze dei quartieri alti, Gli anni in tasca, La stanza di Marvin,
Buon compleanno Mr Grape, Benny e Joon, Oh Serafina, La valle dell’Eden, Sul lago dorato, La febbre del sabato
sera, La febbre, Il laureato, Il fiore del mio segreto, Legami, Donne sull’orlo di una crisi di nervi, Volver, The
Millionaire, Norma Rae, Il favoloso mondo di Amélie, Lezioni di piano, Fahrenheit 451, Figli di un Dio minore,
Harvey, Colazione da Tiffany, Forrest Gump, La vita è meravigliosa, Balla coi lupi, Harry ti presento Sally e, per
considerare anche gli anime e la fantasy, Inside Out, [Anime ITA] Touch – Prendi il mondo e vai OAV 4 Crossroad,
Harry Potter e l’ordine della Fenice, Un bambino di nome Charlie Brown, La bella e la bestia, Buon anno con Winnie
the Pooh, Dumbo, Coraline, Mary Poppins.
IL PARAGRAFO FINALE DI HTTP://WWW.SLIDESHARE.COM/CITAZIONI-SU-INTELLIGENZA-E-
CORAGGIO
Scegliere il futuro esprime la fiducia nel sentirsi sostenuti dalla vita giorno dopo giorno. A volte si vive la mancanza di
tempo come giustificazione per non affrontare la complessità o per sfuggire alle responsabilità e allora si può rischiare
di diventare schiavi del tempo: cogliere il valore del tempo è cambiare direzione, riprendersi il tempo necessario a
ritrovare quello perduto, fermarsi, scendere nei paesaggi interiori del proprio essere, riscoprire il tempo interiore,
riannodare i fili che legano ciò che è dentro e ciò che è fuori secondo legami chiari di causa-effetto.
Quando l’immaginazione e la connessione interiore sono attivi, l’intuito è esatto ed è giusto fidarsene e non mancherà la
forza per il mutamento, ma potrà mancare un contatto saldo con la realtà e si dovrà, per muoversi, trovare un solido
punto fermo nel proprio carattere da cui poter far partire i cambiamenti. La meditazione è uno dei modi migliori per far
emergere dal profondo le risposte alle proprie domande. Avere un obiettivo preciso è il primo passo per ottenere ciò che
si desidera nella vita. Ognuno racchiude in sé un’inesauribile forza e con la determinazione può attivare questo
potenziale: questa forza attiva si può far coincidere con il “maestro interiore” (voce interiore, intuito, istinto, ragione)
che guida e fa comprendere chi si è e qual’ è la direzione di crescita personale e fa trovare soluzioni e nuovi punti di
vista per realizzare i propri desideri.
Se le energie mentali sono disperse su troppi fronti sarà difficile poter sperimentare il senso di pienezza che si prova
raggiungendo ciò che ci si era prefissato, ma quando si comincia a capire quali sono i propri desideri più importanti, cui
subordinare e indirizzare il resto, si intravede come raggiungerli e allora il mondo esterno risuona con l’universo
interno. Avere un obiettivo chiaro e concreto facilita l’individuazione di priorità, consentendo di gestire meglio il tempo
a disposizione e facendo sentire pieni di energia, mentre avere la consapevolezza che ogni giorno si sta facendo
qualcosa per avvicinarsi alla realizzazione del proprio obiettivo farà sentire motivati e soddisfatti, perché impegni,
doveri e anche riposo e distrazione assumeranno un nuovo significato e perché appariranno nella mente lampi, ricordi
dimenticati che dimostreranno che l’energia attivata dal pensiero e dalle emozioni ha aperto la strada a nuove realtà.
Quando c’è un desiderio sincero e profondo e attraverso l’intenzione si dà origine a una serie di eventi anche fortuiti
finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo e si ottengono risultati sperati, si rafforza la propria consapevolezza e la
comprensione della legge universale di causa-effetto, e ci si sente collegati al flusso dell’esistenza. Il primo passo da
compiere è organizzare i propri pensieri in vista di uno scopo preciso, tenendo conto che maggiore sarà il livello di
dettaglio, più grande sarà l’impronta energetica che si saprà costruire in sé e che si inizierà a emettere come un’onda che
si propaga nel mondo esterno: 1. fare una lista scritta di desideri (da 5 a 10) ordinati per importanza 2. sul primo
desiderio va concentrata l’attenzione con la profonda convinzione che sia possibile realizzarlo e che si è in grado di
farlo 3. il pensiero deve seguire il desiderio e l’emozione di gioia che ad esso si associa 4. Come il pensiero, anche le
azioni dovranno essere indirizzate coerentemente al suo raggiungimento.

Il percorso nel quale pensiero ed energia si fondono può essere agevolato oppure rallentato, ostacolato, deviato.
L’educazione ricevuta può scollegare dall’intenzione e l’abitudine consolida nella mente schemi di cui è necessario
liberarsi per riappropriarsi di una visione personale delle cose. Riconoscere la verità che muove le proprie azioni è la
chiave per far scorrere l’energia. La creatività è la condizione essenziale di tutti, è in tutti e quando è latente e soffocata
dai blocchi psicologici o da routine o pigrizia mentale, può essere facilmente riportata alla luce, se si ha il coraggio di
riconoscerla e l’entusiasmo per esprimerla.
Diventare adulti può significare a volte accettare di non poter condonare o perdonare, ma anche smettere di limitarsi ad
attendere o presumere servizi o compensi o mappe (anche se essenziali) o di incontrare chissà chi e chissà cosa prima di
iniziare a vivere, godendosi il godibile senza farsi condizionare dai gusti o dalle pretese altrui e affrontando con tutte le
energie i problemi: mirando alto e adeguandosi ai propri limiti del momento per superarli poi, si deve osservare tutto
considerandone l’estraneità profonda rispetto a sé e chiedere e attivarsi per ottenere dagli altri e dalla vita ciò che si
vuole a piccoli passi imperfetti, accettando anche di trovare sostegno “nel come, anziché nel cosa”. Un adulto non è chi
si arrangia (nessuno si arrangia) ma chi ha un atteggiamento attivo, conta su di sé anche quando non è al livello dei più
e si impegna a partire dai gradini più bassi senza fare e premunirsi più del necessario, sicuro di essere nel giusto nel
scegliere il sentiero più semplice per sè pur di restare sulla strada giusta per portare a termine tutto ciò che ha intrapreso
(dalla realizzazione di un progetto in parte ostacolato all’osservazione-analisi di un’intuizione): chi ha davvero
autostima può scegliere regolarmente tra le strade moralmente sane la più facile, come una persona davvero in armonia
con se stessa e indipendente sceglie la taglia più comoda di un abito nuovo con la massima tranquillità.
Per vivere pienamente l’importante è liberarsi presto dell’eredità emotiva del passato, rimuovere le convinzioni ristrette
su chi si è e i blocchi che si frappongono tra sé e la parte più autentica e vitale e che hanno lì le loro radici. Molta
energia è sprecata per trattenere ricordi o situazioni lasciate in sospeso: sciogliere le questioni insolute e riconciliarsi
con ciò che è stato è uno dei modi più efficaci per recuperare una grande quota di questa energia, da utilizzare per i
propri obiettivi: alcuni gesti non si possono perdonare, perché le conseguenze potrebbero essere state troppo dolorose e
perdurare, ma, meditando regolarmente, si può arrivare a pensare ciò che è avvenuto in uno stato di calma, aprirsi al
nuovo, sperimentando leggerezza e benessere (per distaccarsi dalla paura, ad esempio del “padre-padrone”, provare a
scrivere ciò che ha creato paure durante la giornata, rileggerlo prima della meditazione del giorno successivo
accogliendo le paure senza giudicarle e perdonandosi per il provarle e subirle). Se un genitore o un marito non si rende
conto di cosa sia l’amore e tende a bloccare dal punto di vista sentimentale e pratico, l’atteggiamento migliore poi è
ignorarlo senza rispondere alle provocazioni ed evitando di vivere in funzione di ciò che fa o dice ,perché per far
giungere un futuro diverso occorre nutrire la chiara intenzione di abbandonare il presente e il passato, senza dimenticare
ma anche senza farsi trascinare e contaminare.
Ogni incontro inoltre porta con sé un messaggio, perché può essere uno specchio del mondo interno proiettato al di
fuori di sé: può essere utile decifrare questo messaggio, comprendendo quale sia lo stimolo di cui si ha bisogno in un
certo momento per risolvere un problema, per dare impulso al lavoro, attuare quei cambiamenti da tempo in
programma. In questa prospettiva, i nemici a volte sono in parte complici. In ogni caso trovare una soluzione ai conflitti
è possibile in generale quando si rifiuta la fretta, non si danno limiti di tempo arbitrari, si riflette sul punto di vista
dell’altro senza abbandonare il proprio a caso, ma anche senza arroccarsi sulle proprie posizioni come in guerra: così
nasce la possibilità di creare e le tensioni diventano stimoli e non solo sventure e a questo punto si può parlare di
ascolto.
Resta vero comunque che è indispensabile liberarsi legami che si sono trasformati in buona parte da risorse in ostacoli o
impedimenti per valorizzare ciò che apporta benessere e avvicina alla personale realizzazione, per quanto di poco si
disponga. Le relazioni più significative con gli altri possono creare limiti nell’espressione di alcune parti di sé: le
persone possono aumentare le energie, fornendo sostegno e positività, o possono sottrarle, in un processo di
svalutazione e sabotaggio. Spesso alcune persone compaiono in momenti particolari della vita, offrendo la possibilità di
un cambiamento (e può trattarsi anche di un cambiamento necessario, ma che non li deve né assecondare, né
coinvolgere per apportare beneficio): l’intuito, se è il riflesso di un’armoniosa connessione interiore, mette nelle giuste
condizioni per riconoscere la persona che è entrata, anche solo un frammento di tempo, nella propria vita e le emozioni
che essa suscita (per esempio fiducia nell’altro e in sé, amore o appunto paura e disagio, sospetto o dipendenza) sono un
sistema interiore da utilizzare per interpretare il significato dell’incontro, purché non si basi il giudizio solo su di esse.
Un altro modo di interpretare bene un incontro è osservare gli esiti delle azioni eseguite su consiglio della persona
conosciuta o in relazione a lei: incidenti o esiti particolarmente negativi spesso indicano che frequentare quella persona
avrà conseguenze deleterie e non indicano solo che non sa comprendere il carattere e le esigenze di chi essa pretende di
guidare o coinvolgere nelle sue personali iniziative o che questa manca di saggezza o equilibrio, ma spesso anche che
inconsciamente si sente di dover allontanarsene e così a livello non cosciente si provoca da sé lo sbaglio o la sfortuna,
un po’ come quando si cerca di attuare un proprio progetto senza sentirsela o sentirlo davvero.
A volte è proprio indispensabile allontanarsi in fretta, proprio come è fondamentale frenare il proprio modo di essere più
esteriore quando tradisce profondamente l’io interiore. Una delle cose peggiori da fare è bloccare o cristallizzare la
comunicazione per paura di destabilizzare la relazione o una situazione, perché tacere è mortificarsi e pone il seme di
astio e recriminazione e indebolisce e poi perché meccanismi troppo razionali e controllanti contrastano il concetto di
spontaneità che è alla base del benessere e di una relazione appagante: una relazione di qualsiasi genere (anche di
coppia) solida non è una relazione ferma, ma un rapporto in grado di assorbire i cambiamenti, le perturbazioni, le
novità, cambiando di poco o molto, ma senza stravolgere la propria natura e rimanendo soddisfacente mantenendo
intatto l’essenziale (la stima, l’apprezzamento reciproco al di là della consapevolezza dei difetti dell’altro, la

disponibilità all’ascolto, la fiducia nella capacità dell’altro di venire incontro a desideri e bisogni diversi dai suoi).
A volte un comportamento o un rapporto risultano deleteri anche solo perché non hanno una precisa e valida
giustificazione, perciò quando non si vede un buon e chiaro motivo per stare in un ambiente che crea anche disagi
bisogna allontanarsi e, se nel frattempo si è subito un danno grave, si deve ricordare che ci sono molti modi a distanza
di sicurezza e col tempo per informarsi quanto basta per inquadrare l’accaduto, distaccarsene emotivamente, trarne
insegnamento e magari anche combattere chi è responsabile del male ricevuto e delle sue conseguenze, mentre restando
si può rischiare un danno profondo e duraturo e indebolirsi al punto da non poter più reagire in alcun modo: occorre
seguire non solo i ragionamenti altrui, ma anche, dall’esterno, gli sviluppi delle loro vicende per giudicare secondo un
metro non personale e così fermare il flusso delle cose anziché seguirlo; inoltre con gli altri è importante non rendere
tutto problematico, non tentare di capire ciò che non si riesce a capire, guardare solo ai fatti, alle azioni nel complesso
mantenendo sempre una certa distanza, senza voler scandagliare l’animo e le recondite motivazioni di chi dice una cosa
e poi ne fa un’altra e si comporta ambiguamente in modo contraddittorio, perché ciò non solo è tempo perso, ma spesso
significa cadere e rimanere impigliati in una trappola tesa dagli altri, consapevolmente o meno.
Commenti e critiche possono stimolare a rendere più efficaci il punto di vista e le azioni, ma se alla base di queste
pressioni c’è una volontà di comando e di prepotenza che non rispetta le esigenze e la natura personali, queste possono
trasformarsi in una gabbia mentale: per adeguarsi alle aspettative degli altri si sprecano inutilmente molte energie…
Limitazioni potrebbero derivare anche dai modelli proposti dai media, dalle scuole o dalle religioni e allora bisogna
essere fermi nel riconoscere che la propria direzione può discostarsi di molto dai percorsi intrapresi dalle altre persone e
imparare da soli (attraverso letture adeguate e non dogmatiche) a gestire le emozioni senza frequentare chi cerca di
imporre agli altri la sua ricetta contro i mali del mondo o si presenta come santo o esperto in intimità magari perché
professa una fede o ha conseguito una laurea in Psicologia e facoltà affini.
Anche quando si tratta di semplici gusti come musica e letture, è necessario darsi il tempo di conoscersi bene, facendo
per esempio periodicamente il vuoto di attività e interessi, come condizione perché i più adatti a sé emergano in modo
naturale.
Ritrovare se stessi e vivere su un piano di assoluta autenticità è il modo più diretto per sentirsi ed essere liberi. Libertà
significa essere se stessi pienamente in ogni luogo, in ogni momento, è arricchire l’universo con il proprio punto di
vista: passare dalla teoria alla pratica significa assumersi la responsabilità di essere liberi in quanto veri, a costo di
scontentare qualcuno, di rinunciare a qualcosa e di commettere errori, di fare meno ma fare subito e così aggiornare lo
stile di vita alla realtà interiore e conoscere i propri limiti, in modo da non andare in panico o sentirsi inetti e indifesi a
ogni compito difficile o che non si sa se sia alla propria portata.
Deambulando si sospende un equilibrio acquisito e, attraverso una fase di squilibrio controllato, si acquista un nuovo
equilibrio, ma stando un passo avanti a prima. Così si può muoversi nella vita, affinando via via l’abilità e aggiungendo
grazia ed eleganza all’efficacia.
L’acqua scorre e prende la forma di ciò che la contiene, pur rinnovandosi continuamente, nasce, scorre, si fa strada
senza fatica tra macigni aggirandoli, scava il letto che agevolerà il suo fluire e mentre cammina, agisce, non sta mai
ferma, muta continuamente eppure rimane sempre se stessa, anche sotto forma di ghiaccio o vapore, e vive libera dalle
tossine psicologiche nel mare, che, quando è mosso, porta a riva messaggi lanciati da chissà quale sponda: occorre far
muovere le cose fuori di sé, rimuovendo tutto ciò che è cristallizzato e che si è fermato dentro e facendo tanti piccoli
progetti, tenendo conto che il segreto per una vita ricca consiste nel sostituire al possesso lo scambio e gioire del flusso
infinito della realtà e che un atteggiamento mentale fluido e consapevole è davvero la chiave per vivere serenamente,
affrontando con entusiasmo le sfide che la vita propone ogni giorno.
Una visione rigida delle cose blocca su posizioni che tolgono ogni possibilità di ripensamento e di cambiamento, perciò
essere flessibili e attenti ai mutamenti rappresenta una strategia efficace, oltre che per raggiungere i propri obiettivi, per
vivere in modo più rilassato e nello stesso tempo in contatto profondo, leggero e libero con le cose, percependone il
valore in relazione alle esigenze personali.
Cambiare punto di vista fa sperimentare nuovi aspetti della realtà e scoprire aree inesplorate del proprio carattere.
Allenare se stessi ad attraversare le esperienze in modo fluido fa sentire nutriti da esse e arricchiti, perché la ricchezza è
una forma mentale, un modo di pensare e di comportarsi riguardo il modo in cui si tratta se stessi e gli altri e
l’abbondanza che si è disposti a vedere nel mondo.
Spesso la società con le sue costruzioni culturali crea degli ideali che a volte si trasformano in miti, i quali allontanano
da questa dimensione ciclica e trasformativa secondo dinamiche frequentemente legate al concetto di possesso e che si
portano dietro paure legate alla perdita:si innescano lotte vane per mantenere tutto sempre uguale a se stesso, con
grandissimo consumo di energie, ma i cambiamenti avvengono nonostante tutti gli sforzi per contrastarli.
Cambiare è la chiave per scoprire nuove parti di sé, nuovi modi di essere, per vivere… È abbandonare i vecchi schemi e
le inutili paure e aprirsi alla sperimentazione: sarebbe possibile, al di fuori del mutamento, dare valore e significato alle
cose? Cambiare è quella risorsa irrinunciabile che porta con sé l’esperienza che si trasforma nella saggezza che dà
profondità alle percezioni, offrendo una ricchissima variabilità e facendo sentire parte dell’esistenza.
Imparare l’arte di lasciar accadere le cose è essenziale: fare andare le cose esattamente come si vuole è impossibile, dato
che l’imprevisto scombina sempre i piani. Occorre seguire delle linee guida e poi essere elastici, inserendo
l’imponderabile nei propri piani, evitando una eccessiva reattività ovvero di reagire con battutine, dispetti e
testardaggini a tutto. Creare continuamente categorie, ordinare e progettare comporta poi che anche quando tutto
funziona si avrà la sensazione di non potersi mai rilassare, perché si percepirà di vivere in un mondo stretto. Si può però
mantenere il controllo in una condizione di maggiore apertura e rilassamento lasciando vivere le emozioni senza farle

trasparire e inoltre passando dalla modalità logica di usare la mente a quella metaforica, perché esiste la verità del
collegamento oltre a quella più superficiale della separazione: si può fissarsi sulle differenze oppure aprirsi a ciò che
unisce per quanto sia meno evidente. Un primo passo è quello di sforzarsi di superare l’identificazione con i propri
pensieri per poter imparare a osservare tutto da diversi punti di vista e arrivare a conoscersi al di là degli impulsi
automatici o condizionati: è come passare da guardare dal buco della serratura a guardare il mondo da una cima di una
montagna attivando una vista laterale e panoramica. Anziché sforzarsi di controllare la realtà dall’esterno se ne diviene
partecipi, fluendo con la corrente e gli eventi, anziché cercare di deviarli o tenerli fermi, cosicché si può finalmente
rilassarsi, godersi il paesaggio, annusare profumi portati dalla brezza. Un altro passo è superare l’idea che le facoltà
razionali siano l’unico modo per interpretare la realtà e, senza rinunciare alla razionalità, ampliare le possibilità della
mente allenandola a osservare ciò che rende simili due manifestazioni e integrando nell’osservazione, oltre al livello
affettivo ed esteriore, il piano simbolico: ogni persona, evento, situazione è un segnale sulla strada al di là del male e del
bene, a volte attirato da un zona profonda di sé e è potenzialmente rilevabile dalla mente allenata man mano che
aumenta l’esperienza e familiarità con la voce dell’intuito e delle emozioni. Si può non essere sostenuti dalla famiglia e
da chi si ha intorno e indeboliti da limiti creati oltre che dall’ambiente dalla propria natura innata, ma si è pur sempre
sostenuti dalla realtà, che spesso, per le sue leggi impersonali intrinseche, dona davvero le informazioni e occasioni
desiderate, almeno se si persevera e si prova davvero a ottenere, anche se soli, ciò che si desidera e di cui si necessita di
più, di volta in volta, appena e come si può. Basta esporsi del tutto e senza adagiarsi in nessuna situazione per imparare
a conoscere i vari limiti posti dalle leggi della realtà e dal destino.
La zona di comfort è un termine usato in psicologia per designare quel senso di benessere che si prova quando ci si
muove in un ambito di cui si conosce tutto per cui ci si comporta in modo sicuro, tutto appare routine e si è molto
consapevoli delle proprie capacità e dei propri punti di forza, punti di riferimento e abitudini consolidate che mettono a
proprio agio, complice a volte un senso di inadeguatezza e un’identità penalizzata che possono impedire di vedere il
cambiamento, novità e sorprese come opportunità. Occorre lasciare tale zona di comfort per entrare nella zona sana e
naturale dell’apprendimento, accantonando scetticismo e diffidenza a favore del coraggio e della propria forza di
volontà. L’istinto, il cui scopo è la conservazione della vita di una specie e non la realizzazione individuale, ha in sé dei
meccanismi coattivi e ripetitivi che spingono a un eccesso di protezione rispetto ai propri spazi vitali, ad assumere
schemi rigidi che garantiscono stabilità più che felicità, sicurezza anziché comunicazione e che allo scambio e
all’intuito fanno preferire l’impulso, alla percezione la sensazione, all’elasticità la rigidità, alla creatività l’istinto
protettivo: esso porta a chiudere i canali della vita anziché a mantenere un corretto equilibrio tra differenti piani di
percezione, mentre la conoscenza vera implica l’essere disposti ad avere poche certezze e a mettersi in discussione e
imparare attraverso continui scambi con il mondo.
Non si deve pretendere di basarsi su un sistema di cassettini per ogni cosa dove chiudere tutto, perché non spaventi,
perché il vero ordine è nella natura, dove ogni cosa ha un senso e si combina con ordine ma senza freddezza. Nemmeno
si può dare un significato a tutto ciò che accade (anche perché i veri segnali sarebbero così soffocati) o pensare di farsi
valere davvero attraverso una competenza priva di autoindulgenza.
Anche vedere il mondo in modo schematico, tutto bianco o nero, risponde in modo similmente sbagliato al bisogno di
sicurezza e di costruire solide categorie mentali di riferimento: sviluppare la coscienza dello spazio interiore aiuta a
mantenere un equilibrio dinamico, a trovare un rapporto migliore con energie e pulsioni particolarmente intense. Chi
tende a estremizzare, a perseguire obiettivi con determinazione estrema, a cercare l’intensità e magari la teatralità ha
particolarmente bisogno di comprendere la relazione tra gli opposti (spazio-tempo, potenzialità-potere, conscio-
inconscio, espansione-contrazione, vuoto-pieno) e di allenarsi a percepire le sfumature e apprezzarne il valore.
Se i modi indecisi non sembrano dare sicurezza, bisogna considerare poi che un modo di fare molto sicuro o spavaldo
spesso rivela menefreghismo, sentimenti poco profondi e inaffidabilità.
Molti provano imbarazzo a mostrarsi emotivamente coinvolti di fronte al dolore altrui e ciò non dipende dal distacco
degli altri ma dalla difficoltà a esprimere le proprie emozioni: da bambini la libera manifestazione delle emozioni non è
stata ancora raffreddata, perciò occorre avvicinarsi a quella dimensione dell’infanzia e la sensibilità aiuta a farlo.
Una persona emotiva, se è fortemente motivata, può diventare forte e creare una corazza impenetrabile a critiche e
dubbi e d’altra parte il mondo è così pieno di gente che è o vuole apparire super sicura di sé, che una persona che non
ha paura di mostrarsi ipersensibile può suscitare anche interessi e istinti di protezione.
Poi si deve considerare che, come per i difetti fisici non correggibili che anziché cercare di nascondere è meglio a volte
rendere più visibili, ironizzandoci su e facendone punti di richiamo, così è meglio investire le proprie energie non
nell’insistere nel cercare di cambiare caratteristiche fastidiose del carattere con cui si è nati o che ormai fanno troppo
parte di sè, ma cercare di limitarne le conseguenze con azioni mirate e farsi perdonare con autoironia e con le proprie
qualità e con programmi non lontani generosi per il momento in cui si sarà superata una certa fase problematica, quando
lo stress le accentua.
Anche quando tutti gli sforzi per far emergere la parte migliore di sé vengono fraintesi e nessuna delle proprie relazioni
dà la gioia che vi si ricerca, non si deve considerare la fragilità una condanna, ma un’indicazione di ciò su cui porre
l’attenzione in particolare per chiedersi per esempio “Se non ci si ama perché dovrebbero farlo gli altri? Se ci si ritiene
insicuri e non si riesce a gestire le debolezze perché gli altri dovrebbero sceglierci come amici e punti di riferimento?”
Tutti sono deboli, nessuno escluso, ma alcuni sanno accettare le proprie fragilità trasformandole in peculiarità degne di
nota e, partendo dai difetti costruiscono su di essi la loro unicità, altri si lasciano travolgere dalle proprie fragilità,
ingigantiscono le paure e sono incapaci di gestire positivamente le proprie emozioni: intraprendendo un “lavoro” sulle
proprie emozioni, non si avrà più col tempo bisogno di cercare rassicurazioni nell’occhio dell’altro, ci si sentirà forti e

sicuri nelle proprie insicurezze e si sarà capaci di mostrare ciò che si vale. Una sensibilità fuori dal comune è capace di
produrre molti frutti, di capire il prossimo e col tempo di rassicurare coloro che si trovano nelle difficoltà vissute
personalmente e poi superate o in altre situazioni dolorose.
Paure e dubbi possono spingere però ad assumere un atteggiamento di sospensione e attesa per cui le questioni paiono
irrisolvibili e l’altro irraggiungibile, così il desiderio di solitudine si accentua. A una chiusura emotiva che porta a dare
risalto agli aspetti negativi si reagisce trovando il modo giusto di esprimere ciò che si sente e ciò che si pensa, dando il
giusto risvolto alla comunicazione: gli strumenti possono essere i più disparati, l’importante è riuscire a comunicare ciò
che si è per essere pronti a vedere le opportunità.
A causa della legge d’attrazione di energie simili (che risponde non solo alle azioni, ma alle intenzioni, alle emozioni e
all’attenzione ovvero al pensiero e alle parole), dopo un evento doloroso e sfortunato occorre accogliere tutto senza
voler ignorare ed eliminare a forza l’accaduto, ma anche senza pensare a ciò che manca o a principi di merito che
portano a coltivare l’attesa (cioè la sensazione di mancanza che “attirerà” eventi che impoveriscono): bisogna
concentrarsi subito sulle possibilità del momento di stare meglio e quelle future di gestire diversamente le cose e sulle
sensazioni positive di una situazione sbrogliata e serena evitando di rimuginare con i seguenti pensieri tipici nello
sconforto: a) cosa ho fatto di male per meritarmi questo?; b) una cosa del genere non mi capiterà mai più; c) perché
sono stato così stupido ? d) la sfiga mi perseguita; e) ho un brutto presentimento e avrà pur un significato…
Un aiuto contro i pensieri negativi è metterli tutti insieme, dopo averli accolti e ascoltati con accettazione e lucidità
insieme (senza disprezzo, ribellione, prediche), e lasciarli poi fluire, volgendo l’attenzione ad altro (magari svolgendo
un’attività qualsiasi), accettando il fatto che non si può ingannare la mente, che bisogna evitare di fingere utilizzando
parole che nascondono disperazione e risentimento: presi in una spirale negativa occorre entrarci ed esplorarla, infatti,
perché altrimenti i pensieri e gli impulsi rifiutati escono in modo spiacevole (in incubi, automatismi deleteri o eventi
molto negativi).
L’atteggiamento fatalistico blocca la realizzazione mettendo in una condizione di attesa e di dipendenza dagli altri.
Davanti a un problema, in sintesi, non bisogna rimandare il momento di affrontarlo né evitarlo ma essere flessibili e
ripetersi: “OK, oggi sta andando così… ma io posso farcela e non mi spezzerò”, così da sentire di avere il controllo
della situazione- perché la si affronta anziché crogiolarsi nella rabbia- e da sostituire un pensiero negativo con uno
positivo.
Quando poi la sensazione è quella di sentirsi del tutto paralizzati nonostante gli sforzi di procedere come in certi incubi,
bisogna solo aver chiaro che si tratta solo di una sensazione e restare presenti a se stessi, consapevoli di quello che si
prova e si vuole e coscienti che l’impossibilità di realizzare i progetti è solo attuale: non mollare, individuare i punti
deboli e raddrizzare il tiro.
Due domande da porsi quando si soffre a causa del fatto che un desiderio importante non si realizza: “Sono
psicologicamente e fisicamente in condizione di incontrare e gestire l’oggetto desiderato?” “Accetto l’eventualità di non
incontrarlo?” Se la risposta anche a una sola delle domande è no, c’è la possibilità che la strada sia ostacolata da una
propria inconscia volontà. Ad esempio si può avere un’enorme bisogno di libertà, una libertà prima di tutto mentale, e
non essere pronti a diventare indipendenti, autonomi, non aver ancora davvero liquidato il passato (tornando sugli
errori) e non aver trovato ancora un motivo per vivere tali da voler davvero cambiare, mettere a frutto quanto si è capito
e affermare le proprie verità, personalità, esigenze di gioie e amore (quindi della libertà e dello spazio per viverli). Se la
risposta alle due domande indicate invece è sì, bisogna fare spazio (anche esteriore) a quanto si vuole ricevere e allenare
la mente a vivere come se l’oggetto del desiderio ci fosse. Se un desiderio è irrealizzabile o e troppo difficile da
realizzare, troppo oneroso o non si realizza da tempo nonostante l’atteggiamento migliore, bisogna forse lasciare una
porta aperta, ma puntare su altro per essere felici, ricordando che del resto i desideri non sempre corrispondono ai
bisogni più profondi e a quelli che, essendo stati creati dalle esperienze più forti vissute, richiamano la maggior parte
delle energie inconsce e che forse sono stati “scritti” da un destino che non ammette molto altro e che del resto dà
abbastanza.
A volte poi la caduta di un sogno porta – per reazione dell’energia distoltavi di colpo – alla realizzazione in breve di
altri sogni (più realizzabili) e pertanto non è cosa troppo negativa, anche se bisogna passare momenti in cui tutto è
confuso e ci si sente in balìa degli eventi.
Altre volte si sognano legàmi sentimentali quando si vive una fase di rivoluzione, un momento di passaggio tale da aver
bisogno di spazio e per cui i legàmi sono freni: essi perciò diverranno dannosi o poco gestibili, tanto che genereranno
problemi da sbrogliare inevitabilmente in futuro, cioè quando invece si potrebbe ottenere dei legàmi adatti e opportuni
grazie all’esaurirsi di quel momento di tesa evoluzione.
Può essere inutile combattere o sognare quando nessuna delle sponde appare in grado di accoglierci: meglio calmarsi,
fidarsi di stessi e del tempo e lasciarsi andare con serenità al corso delle cose, consapevoli che la soluzione giusta deve
emergere con naturalezza nella mente.
C’è poi, chi, per natura ha un bisogno particolare di entusiasmo e tende a farsi fiction mentali, a proiettarsi sempre
avanti e a colorare il presente e il futuro, fraintendendo e conservando ciò che non merita attenzione in realtà e
impedendo che arrivi ciò che serve e ciò che, insegnando ad amare, radica nella realtà e cancella un’indifferenza,
magari poco consapevole ma dannosa.
Per chi ha passione, come per chi tende a riflettere molto, non c’è niente di più importante di toccare con mano la
realtà… soprattutto quella che gli altri intravedono come realtà, uscendo ed esponendosi alle critiche, a verifiche attive
circa l’opportunità di certi desideri, gestendo le situazioni in modo indipendente da schemi, toccando il cuore e il corpo
di chi si ama.

La soluzione al fatto che l’originalità e la diversità sono percepiti come minaccia dai più, è fare il prima possibile i conti
con i lati imprevedibili di sé, accettando ad esempio i cambiamenti d’umore, i momenti di esaltazione e chiusura,
prendendosi per mano e poi cominciando ad aprirsi al mondo senza aspettative o pretese. Mantenere un costante
contatto con la consapevolezza dei propri automatismi e con le proprie reali emozioni e progetti è indispensabile:
emozioni per troppo tempo soffocate, come possono divampare in modo pericoloso e prendere il sopravvento, possono
creare una confusione interiore che brucia sul nascere ogni iniziativa.
Essere pronti a cambiare punto di vista per una qualsiasi piccolezza o non saper preservare i rapporti dagli sbalzi
d’umore significa essere influenzabili: per non essere facili prede delle illusioni e non sbagliare con facilità, bisogna
rilassarsi e imparare ad apprezzarsi per quello che si vale, ricordando che si può essere emotivi, soggetti ad alti e bassi
d’umore, e un po’ lenti nel rendersi conto di ciò che accade ( trascinati da voglia di vivere e da entusiasmi affettivi), ma
nello stesso tempo essere lucidi, critici e profondi nei giudizi e capaci di darsi e amare e che il materiale per
l’evoluzione e le risorse più profonde nascono proprio da innati curiosità e entusiasmo: l’entusiasmo è una carica
evolutiva da manipolare e utilizzare in modo originale e, se è vero che richiede cautela (è bene avere i piedi per terra),
non si deve impedirsi di godere pienamente degli stati d’animo e di realizzare quello che si ha in mente.
Se non si è del tutto coinvolti in quello che si fa, la vita può diventare frenetica perché si tenderà a correre
forsennatamente nel tentativo di trovare quella partecipazione emotiva che purtroppo in questi casi può essere solo
frenesia: bisogna accogliere il messaggio di quella frenesia e svagatezza, che spesso nascondono la cosa più bella che
ciascuno ha, ovvero il desiderio di essere se stessi, di esprimersi, di lasciarsi guidare da emozioni e istinti meglio
corrispondenti ai desideri, evitando quanto inchioda nella solitudine, nella passività e in un doloroso stato di attesa e
dipendenza. Dalla frenesia poi è facile passare alla vera e propria alienazione e poi al fare troppo spesso qualcosa che si
considera insensata e sbagliata per sé, il che porta a un grave squilibrio mentale.
Riassumendo, quando tutto sembra uguale in una dimensione finta e senz’anima, basta invece aprire la porta,
immergersi in sé e nell’acqua delle emozioni: si capirà quali sono i punti deboli della personalità e gli schemi che
impediscono di evolvere, che non si è voluto vedere, le ragioni per cui non si è riusciti ancora a ottenere ciò che si
voleva. Non si deve fermarsi solo all’idea di aprire la porta, ma essere convinti di farlo, mettersi in gioco senza alcuna
limitazione e proseguire oltre la prima tappa per aprirne uno spiraglio. Non bisogna farsi prendere dalla fretta per
nessuna ragione nè autocommiserarsi, ma disidentificarsi dai propri pensieri. Bisogna anche tenere ben separati i
concetti di conflitto e confronto, aprendosi al dialogo, pur difendendo con tenacia e in parte con aggressività le
percezioni, le idee, le intuizioni nelle quali si crede di più. In ogni caso se si inizierà il cammino con la mente carica di
convinzioni, esse diventeranno presto fumose finché la nebbia che limita il passo sarà spazzata via dalla
consapevolezza: alcune idee torneranno valide ma saranno più le novità che le conferme. Fatta chiarezza nel cuore, il
pensiero acquisterà peso, diverrà vibrazione ed emozione: l’aria diventerà acqua, all’intuizione si sommerà il sesto
senso, all’intelligenza si potrà aggiungere valore grazie al cuore. Dopo essere state messe alla prova e quindi raffreddate
dal confronto con gli altri o nella mente, le idee si tramuteranno in sensazioni e forse in qualche momento molte cose
funzioneranno all’unisono e ottime idee e intuizioni incontreranno la situazione perfetta per diventare creatività, intesa
non come capacità di produrre effetti artistici, ma come l’essenza dell’uomo e della vita. Quando le contraddizioni tra i
propri impulsi e il contrasto tra convinzioni e modo di vivere vengono osservati con mente aperta, ci si mette in
discussione e si viene portati anche a mettere in dubbio il mondo intorno: la realtà appare un calderone, dove tutto può
succedere e dove diventa percepibile un sentiero con i suoi segnali da decifrare per capire la strada più adatta a sé, per
esprimersi, per non essere soli e per stare meglio senza tradirsi: poichè l’indifferenza non esiste e non si può scegliere
cosa è in sintonia con la propria natura particolare, aver chiaro ciò che piace e fa sentire vivi e ciò che non piace o che
porta il cuore a rivoltarsi è come la luce sulla strada giusta. I segnali e la capacità di coglierli e interpretarli in tempi
utili infatti aumentano man mano che aumenta attenzione interna, coraggio e disponibilità; ciò che interessa e occupa di
più diventa l’inclinazione della mente, cosicché crescono le capacità e si superano, oltre alle illusioni, anche molti
limiti, fino a che seguire diviene proseguire, poi inseguire e quindi perseguire. Si può arrivare così a conoscersi sempre
più intimamente, come in certi sport o nel Tai Chi, in cui l’allievo che corregge i propri errori davanti allo specchio e
con l’aiuto del suo maestro, piano piano sviluppa dentro di sé una sensibilità, una sorta di sesto senso, che gli fa intuire
subito se il movimento è corretto e rende più veloce ed esatta la percezione dei movimenti e delle intenzioni di
movimento altrui. Vivere con autoconsapevolezza e autonomia è anche il mezzo per arrivare a capire ciò che si desidera
più profondamente, nel senso di quel motivo personale per vivere la propria vita che si impone da sé con forza lungo
quella strada a un certo punto. A volte si potrà percepire un filo che lega agli altri e che sembra far filare tutte le cose:
non è quello del procedere razionale, che si ha paura di smarrire. In ogni fase del processo è indispensabile tenere nota
delle intuizioni importanti per dare realizzazione alle idee (anche solo su un foglio).
P: S. SULL’ISTRUZIONE SCOLASTICA: Rimando a http://www.slideshare.com/scuole.italiane