dettagli di pratica, come un supplemento al mio.” (Discours prélimin.
aux Elém. de mus.)
BÉííinÉlli (ab. Saverio) exgesuita assai noto in Italia e fuori per il
gran numero delle dotte sue opere, era nato in Mantova l'anno 1718,
e cessò di vivere nel dì 13 settembre 1808, a 90 anni dell'età sua.
Egli era stato professore di belle lettere e di storia per sette anni nel
collegio dei Gesuiti di Parma sino al 1759, dove gli si confidarono
delle più illustri famiglie d'Italia, e d'alcuna eziandio di oltre monti
cento e più giovani, che con valor d'ingegno, ardor di ben fare, ed
emulazione di studj alle di lui moltiplici industrie largamente
risposero. Frutto di codeste lezioni fu la dottissima opera del
Bettinelli intitolata: Risorgimento d'Italia negli studj, nelle belle arti e
ne' costumi dopo il mille, tom. 2 in 8º, Bassano 1786, nella quale
benchè non tratti egli di proposito della musica, ragionando però con
viste filosofiche di tutte le belle arti, incidentemente dovette
discendere anche a questa; e nel capitolo, che è il quarto del
secondo tomo, su la musica, tesse egli in brieve la storia del tardo
rinascimento di quest'arte nell'Italia, de' suoi successivi progressi, e
dell'attuale suo stato con osservazioni piene di precisione e di gusto,
e con tale leggiadria di stile e chiarezza, che merita ben la
preferenza sopra qualunque altro storico, il quale con pesante ed
inutile erudizione ne spaventa i lettori. La conseguenza, con cui egli
conchiude questo capitolo, è che sin ora la musica non ha trovato il
suo vero risorgimento per niun modo ed età nell'Italia. “Oserò io dire
agli Italiani, egli dice, come altri disse a' Francesi, voi non avete
musica? Egli intese troppo poca, ed io troppa intenderei dire. Tutto è
pieno di canto, e di suono, ma dov'è la Musica? dove quell'arte
sicura; che principalmente unita alla poesia parla, dipinge, muove,
rapisce, come altrove ho detto? Mi guardin pur bieco dall'alto delle
loro scene, ed orchestre i professori, e i dilettanti, tra' quali non son
del bel numero uno. Io dirò loro un'altra sentenza più ardita, ed è
Voi non avete orecchio, ed io l'ho, perchè ho quello della natura, voi
quello della professione, e del pregiudizio. Ma basta... allora
troverem forse il risorgimento di quest'arte quando avremo
l'equivalente d'una Poetica di Aristotele, e di Orazio, di una Rettorica