che gli erano passati nell'anima in quell'istante solenne. Vi sono di
questi momenti che decidono dell'avvenire, e nei quali le impressioni
più disparate si succedono, si accumulano, si combattono nella
mente con la rapidità della folgore, lasciandovi un solco che il tempo
non potrà scancellare. E benchè la vecchiezza inesorabile lo abbia
raggiunto, infiacchendogli le membra, imbiancandogli la chioma, Ugo
rivive ancora a quei sentimenti, a quelle impressioni. Egli la vede
ancora, la donna bellissima, com'ella era in quel giorno, spaventata,
indifesa contro le seduzioni ch'ella infantilmente aveva evocate, la
vede ancora con la chioma disordinata, con gli occhi pieni di lagrime,
di voluttà, di terrore, con le labbra scolorite, tremanti, che parevano
dire: — Se tu non hai pietà di me, io non ho più forza per resistere.
— Ugo rammenta ancora la lotta breve, ma terribile ch'egli dovette
durare, quando a fronte della sperata ebbrezza dei sensi egli pensò
all'ignominia, di cui stava per macchiarsi, sorprendendo la virtù di
una soave ed ingenua creatura; al disprezzo eterno ch'egli avrebbe
provato di sè medesimo se avesse tradito l'ospitalità di un amico
d'infanzia, al lutto che sarebbe piombato per colpa sua in quella
casa. Due voci gli parlavano al cuore: l'una gli diceva — osa, —
l'altra lo ammoniva — fuggi. — Beato lui che ascoltò la voce più
onesta, beato lui che, composto il volto a una dignità dolce a un
tempo e severa, potè fisar con ferma pupilla la smarrita giovinetta, e
prendendole ambe le mani, sclamare: — Perdonate! — Uscì
frettoloso di quella stanza senza più guardar dietro a sè, e sceso
nello studio dell'amico suo subì pazientemente la lettura della sua
Memoria sulla legislazione mineraria, facendo le viste di approvarla,
quantunque avesse ben altro pel capo. Il tempo minaccioso aveva
fatto metter da parte la gita ideata, onde Ugo ed Alberto
s'intrattennero a lungo di vari argomenti. Non oserei dire che le
risposte d'Ugo fossero tutte a proposito, ma l'altro era così
dolcemente maravigliato di poter discorrere de' suoi soggetti favoriti,
che non s'accorgeva nemmeno delle distrazioni del suo interlocutore.
Il fruscìo d'una veste femminile interruppe quel colloquio, e una vaga
e spigliata personcina comparve sulla soglia. Era Giulietta. Ugo
impallidì, ma, quand'ebbe posto gli occhi sulla donna leggiadra, vide
ch'ella non serbava più traccia del passato turbamento, ch'ella era