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BeatriceChiappini1 14 views 3 slides Apr 17, 2025
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Commento Fight Club | Beatrice Chiappini
Una vita tra consumismo e violenza
Dalla trama ambigua, travolgente e talvolta sconcertante è senza dubbio il romanzo Fight Club Di
Chuck Palahniuk. La narrazione ruota attorno alla vita del protagonista, un personaggio anonimo
tormentato dallo stress e dall’insonnia, che su consiglio del medico inizia a frequentare centri di
sostegno per malati terminali, al fine di apprezzare ancora la propria vita. Qui conosce Marla, una
ragazza problematica che come lui partecipa a questi incontri per confortarsi. Un giorno incontra un
tale, Tyler Durden, che sarà per lui una sorta di guida, tra la religione, il lavoro l’amore e i piaceri
della vita. I due dopo un’azzuffata, inizieranno ad aprire club segreti cui scopo è picchiarsi per
picchiarsi.
Per tutta la lettura del romanzo, il lettore sarà accompagnato da un
senso di smarrimento crescente e solo facendo attenzione ai
dettagli, riuscirà a mettere insieme i pezzi, fino alla soluzione
finale. L’autore vuole attraverso la narrazione, denunciare il
carattere consumista della società in cui viviamo. Ad oggi questo
fenomeno continua a crescere sempre di più, poiché attraverso i
social e le pubblicità, l’uomo è spinto a desiderare cose di cui non
ha bisogno, per aumentare il consumo dei prodotti:
"Compri mobili. Dici a te stesso, questo è il divano della mia vita.
Compri il divano, poi per un paio d'anni sei soddisfatto al pensiero che, dovesse andare tutto
storto, almeno hai risolto il problema divano. Poi il giusto servizio di piatti. Poi il letto perfetto. Le
tende. Il tappeto. Poi sei intrappolato nel tuo bel nido e le cose che una volta possedevi, ora
possiedono te."
Fondamentale è la figura di Tyler, che con il suo carattere freddo e forte, affronta diversi argomenti,
come: la religione e l’amore. Ma il più importante è il senso della vita, che ad oggi è strettamente
legato all’essere consumista della società. Poiché l’uomo basa la propria esistenza sul lavoro, per
comprare cose di cui non ha bisogno e per alleggerire la frustrazione che egli prova ogni giorno, nel
vivere in una realtà in cui la politica non ti è amica, la truffa è il pane quotidiano ed è più importante
apparire perfetti agli occhi degli altri, piuttosto che stare bene con sé stessi.
Tutto ciò causa nel protagonista un forte stress che non gli permette di dormire, tant’è che il medico
lo ha obbligato a partecipare a degli incontri di malati terminali. Questi nel sentir il loro dolore,
prova giovamento e si ripudia, poiché ne approfitta per sentirsi “amato”:
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Commento Fight Club | Beatrice Chiappini
“Per questo amo tanto i gruppi di sostegno, se la gente pensa che stai morendo, ti presta tutta la
sua attenzione.”
Qui incontra Marla, figura fondamentale per lo sviluppo della storia. Anche lei partecipa a questi
gruppi per lo stesso motivo del protagonista e alla sua visione infatti questi deve fare i conti con il
suo essere bugiardo.
“In questo preciso momento la menzogna di Marla riflette la mia menzogna e io non vedo altro che
menzogne. Nel mezzo di tutta la loro verità.”
Per questo la odia, la odia talmente tanto che la ama, solo con lei infatti riesce per la prima volta a
provare il vero amore e ciò lo mette dinanzi all’effettiva realtà.
Il progetto caos e tutto ciò che comporta, derivano infatti dal tentativo dell’uomo di ribellarsi al
motivo del suo stress e a suo padre (che viene paragonato a Dio), mai stato presente e impossibile
modello di vita.
“«Se sei maschio e sei cristiano e vivi in America, tuo padre è il tuo modello di Dio» dice il
meccanico. «E se non hai mai conosciuto tuo padre, se tuo padre prende il largo o muore o non è
mai a casa, che idea ti fai di Dio?»”
Proprio qui subentra il suo alter ego Tyler, ciò che lui avrebbe sempre voluto essere, il suo rifugio in
una realtà che non gli appartiene, di cui non è padrone e che vuole a tutti i costi distruggere.
“«Se ti perdi d’animo prima di aver toccato il fondo,» dice Tyler «non ce la farai mai davvero.»
Solo dopo il disastro si può risorgere. «E’ solo dopo che hai perso tutto» dice Tyler «che sei libero
di fare qualsiasi cosa.»
La consapevolezza della doppia identità arriva nel momento in cui la violenza sfugge di mano, da
semplici lotte si arriva ad omicidi, risvegliando il protagonista in un mondo inguaribile, ancora più
violento. Egli prova a riappropriarsi della propria identità tentando di uccidere l’altro lui, sfociando
in una lotta contro il proprio io, in cui si esce vincitori solo se più forti di sé stessi.
Personalmente ho trovato la lettura in alcuni punti molto confusionaria, tant’è che più volte ho
dovuto rileggere lo stesso passo per poterne comprendere a pieno il significato e ciò mi spingeva a
voler abbandonane la lettura. Ma allo stesso tempo, la trama di Fight Club è estremamente
travolgente, ogni capitolo o almeno la maggior parte lasciano il lettore con il fiato sospeso oppure
con un’idea che verrà poi sconvolta nel capitolo successivo.
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Commento Fight Club | Beatrice Chiappini
La mia attenzione si è soffermata particolarmente sul personaggio di Marla, l’unica donna che
appare nel romanzo, la quale deve contare sulle proprie forze per sopravvivere in un mondo in cui
l’uomo ha sempre la meglio. Non ama chiedere aiuto, cerca infatti di reprimere il suo lato più
debole, anche se non nasconde le sue condizioni. Si fa forza dinanzi alla vita, rimanendole
impassibile e da lei non si aspetta niente di buono, dopo un passato di dipendenze e dolore.
Ciononostante è un pilastro fondamentale per lo sviluppo della vicenda. Marla arriva proprio per
sostenere il protagonista del quale lei ne è l’esatta immagine riflessa.
Entrambi infatti si conoscono con una bugia, frequentano gruppi di sostegno per cercare conforto
nella sfortuna degli altri ed entrambi sono delusi dalla vita, seppur in modo differente. L’uomo
ormai si è abbandonato alla volontà della società dinanzi ad una vita monotona fatta di lavoro e
frustrazione. Mentre la donna ne è la vittima.
L’uomo disprezza Marla, poiché convinto che sia in una relazione con Tyler e non capisce come
questa possa averlo scelto al suo posto, ne è geloso, ma non vuole ammetterselo. In realtà Tyler è il
suo lato negativo, che prova in tutti i modi a nascondere, ma è anche l’unica parte di sé che ha avuto
il coraggio di provare amore e di meritarsi Marla, che in realtà non percepisce la doppia identità del
compagno, ma gli sarà notevolmente d’aiuto.
Posso dire che Marla per alcuni aspetti mi somiglia, sempre d’aiuto per tutti, ma poco per se stessa,
che non ama chiedere aiuto, per non disturbare e che prova e vuole farcela solo con le proprie forze.
Vede del buono nelle persone ed è disposta a dare sempre una “seconda possibilità”, infatti a seguito
alle malelingue del compagno, lei lo abbandonò, ma poi è tornata da lui per salvarlo.
Ciò nasce infatti dalle scarse aspettative nei confronti della società. Secondo la mia opinione,
oggigiorno è di moda la maleducazione, più si è crudeli con gli altri, più si è considerati forti e un
modello da seguire. Mentre colui gentile e disponibile, viene disprezzato e ignorato.
Accosterei quindi questa trama alla canzone “IO” di Marracash, entrambe sono la denuncia di un
mondo fatto di maschere, in cui l’essere come la società vuole è meglio dell’appagamento con sé
stessi. Proprio come per il “protagonista anonimo” del libro, oggi risulta quindi difficile
comprendere chi sia l’IO fasullo e chi l’IO reale. Invitano lo spettatore a riflettere su ciò che
definisce realmente la sua felicità e gli aprono gli occhi alla consapevolezza che in realtà la società
non fa niente per lui e che è lasciato a sè stesso. E lo spinge quindi a riconoscere le bugie che si
racconta e a iniziare a cercare la verità delle cose
Chiappini Beatrice 4^E
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