composizione degli Articoli profetali, dànno notizie in grande
abbondanza; se non che queste debbono essere sempre
rigorosamente vagliate, riscontrandole con le relative deposizioni de'
suoi compagni di sventura, le quali, d'altra parte, debbono essere
vagliate egualmente con molto rigore, poichè senza dubbio non tutte
degne di fede.
Diremo d'un tratto esservi ogni motivo di ritenere, che l'idea della
vicina fine del mondo, nella maniera da lui concepita, sia stata
l'espressione de' suoi intimi convincimenti, non già un trovato per
raggiungere maliziosamente il suo scopo, in cui si comprendeva un
alto interesse pubblico, e al tempo medesimo un interesse
personale, il compimento degli alti destini a' quali si credeva nato;
bensì egli stimò conveniente trarre da tale idea un sollecito partito,
sembrandogli i tempi molto propizii, per iscuotere il giogo spagnuolo
e fondare il sistema di governo politico-religioso, che aveva
immaginato poter dare all'umanità un assetto felice. Innanzi
l'estremo anelito del mondo doveva godersi il secolo d'oro, ma
occorreva far qualche cosa per conseguirlo; doveva godersi la santa
repubblica antevista da' profeti, da' filosofi, da' savii d'ogni genere,
ma occorreva pure arditamente conquistarla e difenderla. Di certo
nell'ultimo periodo della sua dimora in Roma, e ne' sette mesi che
passò in Napoli, egli ebbe a rivedere i tanti libri di profezia e di
astrologia, che troviamo da lui citati ne' suoi Articoli profetali, e che
gli sarebbe stato impossibile avere in Stilo. Così, oltre i libri de'
Profeti e dell'Apocalisse, avea rovistato i detti di S.
ta Brigida, S.
ta
Caterina, Dionisio Cartusiano, S. Serafino da Fermo, S. Vincenzo
Ferrer, Abate Gioacchino, fra Girolamo Savonarola, tutti in somma
quei pensieri di menti esaltate e però inferme, venerati e sostenuti
con uno strano abuso di così dette figure, che darebbero argomento
interessante per una storia, la quale narrasse almeno i principali tra
gli enormi danni da essi recati. Aggiuntevi le considerazioni fatte da
Lattanzio Firmiano, S. Ireneo, S. Giustino, S. Berardino, Clemente
Alessandrino, Tertulliano, Vittorino, S. Sulpizio, Martino, Origene, ed
inoltre i detti delle Sibille, dei Filosofi, de' Poeti, compresi Dante e
Petrarca, avea trovato una colluvie di ragioni in sostegno della sua