ALL THE INVISIBLE CHILDREN
Un altro film che fa pensare…
Vittorio ha portato a scuola questo film. È ad episodi che narrano la vita di alcuni bambini che,
ancor oggi, vivono in condizioni disumane.
Sono affrontati i temi dello sfruttamento dei bambini-soldato, del lavoro minorile, dei bambini di
strada, dei ragazzi con genitori tossicodipendenti e malati di AIDS.
Siamo stati particolarmente colpiti dall’episodio di Blanca, una ragazzina sieropositiva, canzonata e
rifiutata da compagne e dai loro genitori, che scopre, in modo drammatico, di avere padre e madre
tossicodipendenti e sieropositivi e di essere lei stessa sieropositiva.
Tanza, un bambino soldato, ci ha messo davanti agli occhi la realtà di nostri coetanei che vedono
morire in guerra gli amici. Per non parlare di quel fotografo di guerra che, davanti ad un proprio
reportage, si sente male, ricordando i suoi primi scatti in zona bellica da bambino.
L’episodio che ci ha toccati di più, però, è stato quello delle due bambine, una ricca e una trovatella
poverissima, accomunate da una bambola gettata dalla prima e raccolta dal “nonno” della seconda.
La piccola agiata era infelice, perché figlia di genitori separati e aveva violenti scatti d’ira. La
piccola orfana, pur vivendo in condizioni di grande povertà, era serena con il “nonno” che l’aveva
trovata e accudita con immenso amore. Lui raccoglieva immondizia e accantonava qualcosa per
poter mandare a scuola la sua piccola. Un giorno, vedendo una matita in terra, si chinò per
raccoglierla, prima cosa “scolastica” per la sua bambina, ma fu investito e ucciso da un camion. La
piccola, senza mai staccarsi dalla sua bambola, fu sfruttata come venditrice di rose e lì incontrò la
bambina ricca che riconobbe il proprio giocattolo e davanti al sorriso della compagna, sorrise e
cantò, salvando se stessa e la madre dal suicidio.
Il gesto del raccogliere la matita, secondo noi, fa capire quanto amore il nonno aveva per la piccola
e quanto voleva per lei un futuro migliore.
L’episodio si conclude con la piccola felice su un banco di scuola e il nonno che, dall’alto, sorride.
È un film molto duro che, secondo noi, è riservato a ragazzi dai 14, 15 anni in poi.
È un pugno nello stomaco; a tratti è commovente, ma lascia senza parole e senza fiato, quasi vuoti,
con gli occhi spalancati pieni di lacrime.
Alunni di cl.2^, cl.4^ e cl.5^