Esaminiamo prima il brano del Libro degli Atti:
Innanzitutto, bisogna tener presente come si contano i giorni nella Bibbia
−
che
è come lo fanno tuttora gli Ebrei: dal tramonto al tramonto; ossia, la prima
parte del giorno
è in realtà la sera e la notte, e la seconda parte è il mattino
ed il pomeriggio, fino al tramonto, quando inizia il giorno successivo. Cos
ì
leggiamo in Genesi i giorni della Creazione: “fu sera, poi fu mattina ” (Genesi
1:5,8,13,19,23,31), e cos
ì è come si contano i giorni in tutte le Scritture.
Poi, bisogna considerare i tempi verbali. Quindi, noi possiamo facilmente capire
in quale momento si svolgono gli eventi, e a cosa si riferiscono: “mentre
eravamo radunati per rompere il pane ”, frase che i cristiani senza pensarci due
volte interpretano come la celebrazione della santa cena, in realt
à non dice
assolutamente che questo “rompere il pane” abbia a che fare con il culto o
l’adorazione (come vedremo nel verso 11), ma semplicemente con la necessit
à
fisiologica dell’alimentazione, visto che Shaul doveva partire la mattina
presto. Infatti, “mentre eravamo radunati ” indica continuit
à, un azione che si
protrae da un momento precedente. E’ parte dei costumi giudaici mangiare assieme
dopo la celebrazione del culto, atto che si chiama “kiddush”, l’equivalente di
ci
ò che i cristiani comunemente chiamano
“agape”. Quindi, questo primo giorno
della settimana
è quello che per noi in occidente si definisce come
"sabato
sera"; infatti, che era buio si capisce dal fatto che c’erano molte lampade
dov’erano riuniti, e Shaul continuava il suo insegnamento che aveva naturalmente
iniziato durante lo Shabat. La tavola era apparecchiata perch
é egli doveva
partire al sorgere il giorno, ovvero al mattino, e quindi si erano avviati a
mangiare, ma egli continuava il suo discorso. Si prolung
ò fino a tarda notte,
quando accadde il fatto d’Eutico che s’era addormentato. Finalmente, Shaul ruppe
il pane, e ci viene anche detto perch
é: per prendere cibo (non per celebrare la
santa cena!), e poi, all’alba, che era ancora lo stesso primo giorno della
settimana, giorno lavorativo, egli part
ì. Inutile che i predicatori insistano
che si trattava della domenica sera, perch
é è semplicemente impossibile che
l’autore abbia considerato la scadenza del giorno all’occidentale, non essendo
assolutamente in vigore il sistema orario che normalmente conosciamo oggi.
Inoltre, qui non dice che ci siano stati momenti d’adorazione o di preghiera,
cosa che avevano gi
à fatto durante il giorno, nello Shabat, ma semplicemente che
Shaul, dovendo partire, ha voluto dare il suo insegnamento perch
é questi fedeli
avessero la possibilit
à d’ascoltare il pi ù possibile prima della sua partenza.
In pratica, si tratta di uno studio biblico, non della riunione principale in
cui l’adorazione e la preghiera sono gli elementi fondamentali. Quindi, questo
brano non da alcun suggerimento in favore di un culto domenicale, ma piuttosto
lo confuta, perch
é Shaul partì quello stesso giorno al mattino, cosa che non
avrebbe fatto se fosse stato lo Shabat, il giorno in cui egli celebrava il
culto.
In quanto al secondo brano, 1Corinzi 16:2,
è puntualmente interpretato come una
raccolta dell’offerta durante il culto, com’
è consuetudine nelle chiese
cristiane. Se i predicatori facessero un po’ pi
ù d’attenzione a quello che è
scritto, considerando le parole nel modo corretto, non ci vorrebbe molto perch
é
arrivassero alla conclusione giusta: “ciascun di voi metta da parte a casa quel
che potr
à”
− a casa o durante il culto?... In realt à, non c’è il minimo accenno
ad una riunione, n
é che questa raccolta faccia parte dell’adorazione. Ci ò che
Shaul consiglia
è molto chiaro: che si metta da parte quello che si ha in cuore
d’offrire gi
à nel primo giorno lavorativo, perch é non sia poi speso durante la
settimana, come normalmente succede se non si separa il denaro da risparmiare.
In questo modo, quando egli verr
à, ognuno avrà già pronta la propria offerta,
senza bisogno di dover fare una raccolta ad ultimo momento. Non c’
è in questo
brano alcun accenno al giorno in cui si celebra il culto
− in ogni caso, in
tutto il Nuovo Testamento, quando il giorno in cui si radunavano i discepoli per
l’adorazione
è specificato, dice chiaramente che era lo Shabat. Certamente,
questo brano non
è sufficiente per giustificare il culto domenicale, di cui
nemmeno parla. In realt
à, i predicatori, molto impegnati ad insegnare al popolo
che si devono dare molte offerte, e anche la decima (un comandamento della
“Legge”, del quale il Nuovo Testamento non fa’ parola!) utilizzano anche questo
verso per prendere due piccioni con una fava: convincere le persone di celebrare