continuò senza sosta, durante trenta minuti, sino all’apertura della
porta della tipografia.
Egli si rivide, quand’era ancora un piccolo scolaro, e lasciava
quotidianamente la classe per galoppare aL’Inchiesta. Indolenzito,
confuso da quelle lotte incessanti, egli non correva tanto svelto:
aveva le braccia tutte lividure per i colpi ricevuti, e qua e là persino
delle piaghe che marcivano: aveva il mal di capo, i lombi addolorati e
il cervello pesante, che glimulinava per vertigine.
Non giocava nella ricreazione e non lavorava neanche; persino il
rimanere tranquillamente seduto sulbanco era per lui una vera
tortura. Viveva in unincubo continuo di cui non intravedeva la fine.
Perchè non poteva a sua volta picchiare Testa di Formaggio? — si
domandava spesso; — così le sue miserie sarebbero terminate. Non
gli veniva neppure in mente ilpensiero di starsene lì, a lasciarsi
picchiare una volta per sempre da Testa di Formaggio, senza
reagire. Etutti i giorni, egli si trascinava sino al vicoletto delgiornale,
con le reni spezzate, disgustato ma sempre paziente, per affrontare
il nemico che, anch’egli malconcio, avrebbe certamente accettato la
pace, senza tutta la banda di monelli, in faccia ai quali conveniva
ostentare un orgoglio che talvolta gli dava fastidio. Un pomeriggio,
dopo venti minuti di lotta disperata in attesa di un Knock-out
definitivo, combattimento condotto secondo norme severe che
escludevano lepedate, i colpi all’addome e sull’avversario atterrato,
Testa di formaggio, ansante, titubante, propose aMartin di ritenersi
pari. E Martin d’oggi, col caponelle mani, ricordò con orgoglio il
piccolo Martin d’allora, che, vacillante, ansante, soffocato dal sangue
che gli colava dal labbro spaccato, e ch’egli inghiottiva, s’avanzò
titubante su Testa di formaggio, sputò un sorso di sangue, per poter
parlare e gli gridò chenon potevano essere pari neppure se Testa di
formaggio cedeva. Testa di formaggio non cedette e la lotta
continuò.
Il giorno dopo, l’altro, i giorni seguenti, la lotta quotidiana si rinnovò.
All’atto di mettersi in guardia,le braccia gli facevano male, un male
angoscioso, ei primi colpi dati e ricevuti gli strappavano le viscere;