Migliaia e migliaia d'alberi intrecciavano i loro rami frondosi o le loro
foglie piumate, impedendo ai raggi del sole di penetrare fino a terra.
La ricchissima e svariata flora malese, aveva là tutti i suoi campioni.
Si vedevano bellissimi alberi della canfora, coi tronchi così grossi che
cinque uomini non sarebbero riusciti ad abbracciarli, e che esalavano
un acuto profumo; degli splendidi sunda-matune o alberi tristi, così
chiamati perchè i fiori di tali alberi, che esalano un profumo squisito,
non si aprono che di notte; dei pergolati di pepe, piante sarmentose
che si avviticchiano attorno agli alberi, che hanno le foglie
somiglianti a quelle dei nostri fagiuoli e i cui granelli aromatici
disposti a grappolini dapprima verdi, poi rossi e quindi bruni quando
sono giunti a perfetta maturanza; grandi upas, chiamati anche
bohon-upas, snelli, alti oltre trenta metri e coperti di larghe foglie
che formavano dei superbi ombrelli; noci moscate, piante somiglianti
ai nostri allori, alte dai sei ai sette metri, già cariche di noci mature
che esalavano acuti profumi; garofani coi rami già irti di quei
mazzolini aromatici che vengono poi posti in commercio, quando
sono ben seccati, col nome di chiodi di garofano; quindi,
confusamente mescolati, stretti e avviluppati da lunghissimi rotang
che formavano delle vere reti, si vedevano a centinaia alberi che
producono il belzoino, ragia odorifera che scola incidendo il tronco di
quella specie di abeti; alberi della cannella, alberi cotoniferi che
producono una specie di bambagia serica, tecche colossali dal legno
incorruttibile; alberi del ferro coi cui rami si fanno delle mazze
pesantissime che non si possono scheggiare tanto sono resistenti le
fibre di quel legno, ed una infinità d'alberi gommiferi preziosissimi.
Non mancavano però gli alberi da frutta. Di tratto in tratto, in mezzo
a quel caos di vegetali, i naufraghi scoprivano dei mangostani carichi
di quelle frutta deliziose che dànno una polpa bianca, delicata, divisa
in chicchi e che messa in bocca si fonde come un gelato; o dei
manghi chiamati dai Malesi buâ-mamplan ma di qualità inferiore,
essendo per lo più impregnati d'un forte odore di resina; o dei
pombo, grossissimi e succolenti aranci, o dei nefelium che
producono delle frutta racchiudenti una polpa bianca, semi-
trasparente, succosa, dolce ma un po' acidula.