mandarono con grande apparato ai Reggiani otto ambasciatori,
persone che tutte erano state più volte insignite dell'ufficio di
Podestà di città cospicue, a pregarli di non far pazzie, come i
Modenesi, e non rovinare la patria; e si fermarono a Reggio non
pochi giorni, ed io li ho veduti, ed ho loro fatto visita, perchè in quel
tempo io era addetto al convento di Reggio. (Gli ambasciatori
Parmigiani erano: Matteo da Correggio, Bonacorso di Montecchio,
Rolando Putagio, Rolando degli Adegherii, Ugolino Rossi, Egidiolo di
Marano, e due popolani, i cui nomi non ricordo). Ai quali i Reggiani
risposero che avessero pur eglino cura e sollecitudine di custodire la
loro Parma, ch'essi s'adoprerebbero a custodire la città propria, a ciò
non cadesse a ruina. E i Reggiani diedero risposta di questo tenore,
perchè tanto in Parma che in Reggio regnava una certa ambizione e
gelosia, quasi volessero dire: O medico, cura te stesso. In Reggio,
oltre il partito imperiale, già da lungo tempo espulso, vagante ed
errante in esilio, s'erano formati due partiti tra quelli che tenevano
per la Chiesa, dei quali uno si diceva il superiore, e l'altro l'inferiore.
Del partito superiore della città di Reggio erano principali personaggi
e Capitani: Azzone Manfredi, Antonio Roberti, Tomasino suo figlio, e
Matteo Fogliani co' suoi seguaci. Del partito inferiore erano capi:
Rolandino di Canossa, Francesco Fogliani, il suo fratello Prevosto di
Carpineti co' suoi aderenti, Guido da Albareto, Ezzelino suo figlio, ed
un altro Rolando, Abbate di Canossa, Scarabello, Manfredino di
Guercio, Ugo di Corrado, Corradino suo figlio, Giacomino de' Panzeri,
Tomasino suo figlio, Bartolomeo dei Panzeri, Zaccaria suo figlio,
Guglielmo de' Lupicini Abbate di S. Prospero (che fece pace coi
Bajardi e si rimase nel suo monastero) e Garsendonio de Lupicini
(costui poi disertò, abbandonando il partito, e fece adesione a
Matteo Fogliani, e s'imparentò con lui, accettando una figlia per
moglie al proprio figliuolo Ugolino), finalmente Guido de' Lupicini, e
più altri. In Parma poi vi era questa divisione: Obizzo Sanvitali
Vescovo di Parma coi di lui seguaci era capo dell'una parte; dell'altra
parte era Ugo Sossi germano consanguineo di lui, essendo figli di
due sorelle, ed ambidue nipoti di Papa Innocenzo IV. Per Ugo Rossi
tenevano quelli da Correggio e molti altri notabili Parmigiani. Queste
sono pompe ed ambizioni da lasciarsi in disparte e degne dello