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grossi, e accade che si imbattono in un grande leone, allora i cani, che
sono arditi e forti, non appena lo vedono, gli corrono addosso molto
coraggiosamente. Il leone si gira verso i cani, ma essi appena vedono
che il leone se ne va, gli corrono dietro e lo mordono alle cosce e alla
coda; il leone si gira arrabbiato, ma non può prenderli perché i cani si
sanno mettere in salvo. Il leone si intimorisce per il gran baccano che
fanno i cani e allora cerca un albero dove possa appoggiarsi per
affrontarli. Ma quando il leone si mette in quella posizione, i cani lo
attaccano sempre da dietro. A questo punto il cacciatore mette mano al
suo arco e gli scaglia le saette, una, due volte, finché il leone non è
morto. In questa maniera ne uccidono parecchi, perché non possono
difendersi da un uomo a cavallo che ha due buoni cani.
Nei successivi capitoli Marco Polo descrive brevemente una
serie di città: Cacianfu, Cianglu, Ciangli, Candinfu, Singiu, Lingiu,
Pingiu e Ciungiu.
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Bisogna sapere che della grande provincia del Mangi era
signore e re Facfur
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, che era un grande e potente re per ricchezze,
popolazione e territorio, sicché non ce n'era al mondo uno più grande;
e certamente non ce n'era di più ricco e potente, se si esclude il Gran
khan. Tuttavia non aveva valenti soldati, ma i suoi interessi erano le
donne e il fare del bene alla povera gente. Nella sua provincia non
c'erano cavalli, né erano pratici di battaglie, né di armi, né di eserciti,
perché la provincia del Mangi era un territorio molto ben protetto, in
quanto intorno alle città esistevano fossati d'acqua larga e profonda e
non c'era nessuna città che non ne avesse di un tiro di balestra di
larghezza; per questo, se fossero stati valorosi e addestrati alle armi,
non avrebbero perso le città. Aggiungo che in tutte le città si entrava
attraverso dei ponti.
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Ora, avvenne che nell'anno 1268 dall'incarnazione di Cristo, il
Gran khan Kublay, che regna tuttora, vi inviò un suo barone che aveva
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Nell'ordine: Cacianfu: P'u-chou-fu, ad E del Fiume Giallo (e non ad O).
Cianglu: Ch'ang-lu sul Grande Canale; vi risiedeva un commissario imperiale
per il sale. Candinfu: Chiag-ling, in seguito Tê-chou. Singiu: forse si tratta di
Tung-p'ing-fu. Lingiu: Su-chiw, nello Scheciuan, identificata con Hsü-chou.
Pingiu: P'ci-chou, lungo l'antico corso dello Huang-ho, poi spostata a NE.
Ciungiu: Su-ch'ien o Hsü-ch'ien, sul lato N dello Unah-ho.
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E' un termine di origine persiana, con il quale si indicava l'imperatore
cinese. Nel caso specifico si trattava di Tu-tsong, della dinastia Sung, che
lasciò le cure dello Stato interamente nelle mani del primo ministro.
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Secondo il sinologo J. Gernet, però, lo Stato manteneva un esercito di più
di un milione di uomini.