NewsAmbiente Sentenze SETTEMBRE - DICEMBRE 2024.pdf

MarcoGrondacci1 13 views 27 slides Jan 22, 2025
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About This Presentation

Analisi delle sentenze in materia ambientale di Corte di Giustizia UE e Corte Costituzionale nei mesi Settembre-Dicembre 2024


Slide Content

Periodo da 1° Seembre 2024 – 31 Dicembre 2024


LE NOVITÀ (1) GIURISPRUDENZIALI
SETTEMBRE - DICEMBRE 2024



A cura del Do. Marco Grondacci




ePPriodi ado1°SmP1°bbmP20d4°P1iPrio –imP°P1°bbmP20d4°P20 –4oi0Smb°Pao33biDm4°P obb°Prm°c°PLEDimbi italiana e della
unione europea

ACQUE TUTELA E GESTIONE
Traamento acque reflue urbane numero campioni non conformi (Giurisprudenza
Comunitaria)
N°S4°SmP1°bbmP20d4°P1iPrio –imPLOP1°bPeVP0c03d°PI024 che statuisce
La Repubblica di Malta:
ZPS0SPmA°S10Pm10cm40Pb°PMi od°PS°D° mdi°Pa°dPBmdmS–d°PD(°Pb°PmD-o°Pd°Co°Pod3mS°Pad0A°Si°S–P
1mBbiPmBBb0M°dm–P1°bP o1P°P1°bPS0d1P1iPUmb4mPD(°P°S4dmS0PS°bb°Pd°–Pu0BSmdi°P imS0P 0c0a0 4°lP
adiMmP1iP° °d°P DmdiDm4°lPmPoSP4dmcmM°S40P °D0S1mdio o equivalente, sono venute meno agli
033biB(iPm1P° mPiSD0M3°S–PiSPu0dmP1°BbiPmd–D0biPÀ (
2
) e 10 (
3
) della dire-va 91/271/CEE del
20S iBbi0lP1°bPIePMmBBi0PeqqelPD0SD°dS°S4°PibP4dmcmmento delle acque reflue urbane;
ZPS0SPmA°S10Pm10cm40Pb°PMi od°PS°D° mdi°Pa°dPBmdmS–d°PD(°Pb°PmD-o°Pd°Co°Pod3mS°Pad0A°Si°S–P
1mbbfmBBb0M°dm40P1iPUmb4mP °c°S4di0Smb°PD(°PD0SCoi D0S0PS°bb°Pd°–Pu0BSmdi°P imS0P4dmcm4°lPadiMmP
di essere scaricate in aree sensibili o nei loro bacini idrografici, in modo più rigoroso di quello
1° Ddic0Pmbbfmd–D0b0PÀlP5PA°So4mPM°S0PmBbiP033biB(iPm1P° mPiSD0M3°S–PiSPu0dmP1°bbfmd–D0b0PvP.
4
) di
tale Dire-va, e
– non avendo monitorato gli scarichi di acque refluePod3mS°Pad0A°Si°S–P1mBbiPmBBb0M°dm–P1°bP o1P°P
del nord di Malta al fine di verificarne la conformitgPmiPd°-oi i–P1iPDoiPmbbfmbb°Bm40PhP.
5
), punto B, di
tale dire-va, conformemente alle procedure di controllo previste al punto D dell'allegato I (), è
A°So40PM°S0PmBbiP033biB(iPm1P° 0PiSD0M3°S–PiSPu0dmP1°bbfmd–D0b0PevP°P1°bbfmbb°Bm40PhlPaoS–P9P°PàP
della medesima Dire-va.
TESTO SENTENZA 17/10/2024:
(ca RflflDodim:°od0am:°oflffiodi fl10DoM°S4fl10DoM°S4:ffi u’text=&docid=291260&pageIndex=0&doclan
g=FR&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=3524812


2
P(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8flK8U)/?uri=CELEX:01991L0271-
20140101&qid=1737480127730#tocId6
3
P(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8flK8U)/?uri=CELEX:01991L0271-
20140101&qid=1737480127730#tocId12
4
P(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8flK8U)/?uri=CELEX:01991L0271-
20140101&qid=1737480127730#tocId7
5
P(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8flK8U)/?uri=CELEX:01991L0271-
20140101&qid=1737480127730#tocId23

AREE PROTETTE - BIODIVERSITÀ
Misure orizzontali temporanee estensione al sito di tutela della biodiversità
(Giurisprudenza Comunitaria)
qciocina1pctta1’groc1pP1 PelInPa1dh1pct1.,1lcucffvrc 2024 sulle domande pregiudiziali in relazione
attMasstPmanPgic1pcGtP1arImgtP;1
- 4 paragrafo 1 e 2 Dire-va 2009/147/CE (Dire-va ucmcttP;1mgilcràanPgic1pcGtP1emmcttP1lctàaImPI
6
)
- 6 paragrafi 2 e 4 Dire-va 1992/43 (Dire-va Habitat: conservazione degli habitat naturali e
lcffPiaoeratP1c1pctta1ùgra1c1pctta1)aeia1lctàaImAcI
7
).

Ti1sarImgtarc111
bMmd–D0b0PÀPamdmBdmsPeP°PIPd°Di4mRPN1. Per le specie elencate nell’allegato I sono previste misure
speciali di conservazione per quanto riguarda l’habnlal2GdurGoaraz0ruGsaGptdrabbnbuzffiaGuGsaG
dS1d4LcES4orLSrLoÀora1o°Soro mr 4d4rmdomrLSrLSabribuzione.
hGlasGLzuGpnG0uzuGetzltRG
a) delle specie minacciate di sparizione;
b) delle specie che possono essere danneggiate da talune modifiche del loro habitat;
c) delle specie considerate rare in quanto la loro dtdtsaffintzuG–GpearpaGtGsaGstrtGrndar0ffintzuGsteasuG–
limitata;
LUrLSrm bdora1o°Sor°OordS°OSoL44rcmr1mdT°4 mdormÀenzione per la specificità del loro habitat.
iodroMoÀcmdor or3m cbmES4SraSrboddAr°4b4rLo orbondenze e delle variazioni dei livelli di popolazione.
gsnGqla0Gcuc7rnGesappnLeaztGnzGdar0etsaruGetcuGffitzu di protezione speciale i territori più idonei in
numero e in superficie alla conservazione di tali specie nella zona geografica mari)ma e terrestre
a cui si applica la presente dire)va.
lerB Sr-bmTrDoDVdSrmL4Àm4rDSacdormm 40Oor1odr orapecie migratrici non menzionate all’allegato I
che ritornano regolarmente, tenuto conto delle esigenze di protezione nella zona geografica
mari)ma e terrestre a cui si applica la presente dire)va per quanto riguarda le aree di
riproduzione, di muta e di svernamento e le zone inr°cSraSrbd43m4r orabmES4Sr c04r ord4ÀorLSr
DS0dmES4oer(rbm ora°414Ir0 Sr-bmTrDoDVdSrmÀdSVcSa°44rc2SD14dbmEmr1mdT°4 mdorm mr1d4boES4or
delle zone umide e specialmente delle zone d’importanza internazionale.”

)Mmd–D0b0PxPamdmBdmsPIP°PÀPd°Di4mRPNlerB Sr-bmTrDoDVdSrmL4Àm4r or4114dbcorDSacdor1odrevitare
nelle zone speciali di conservazione il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie
nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state designate, nella misura in cui tale
perturbazione potrebbe avere conseguenze significave per quanto riguarda gli obie)vi della
presente dire)va.
nertcm 4dmIr44abmbor°4° caS4Sro0mT3orLo mr3mlutazione dell’incidenza sul sito e in mancanza
LSra4 cES4Srm bodmT3oIrcr1Sm4r4r1d40oÀ4rLoVVmroppuruGruasnffiffialtGdurGct0bnGncdura0bnGUnG
dS o3mborSbodoaaor1cVV S°4IrS° caSrD4T3SrLSrmbcraGptenasuGtGuetztcnea2GstGqlaltGcuc7rtGaUt4aG
ogni misura compensava necessaria per garanre che la coerenza globale di Natura 2000 sia
tutelata. Lo Stato membro informa la Commissione de orDSacdor°4D1oamT3ormL4Àmboerp4r-bmb4r
membro informa la Commissione [europea] delle misuruGetcduzpa0buGaUt4alu.”



6
Ausl;00cerItcBfficergsaffice0tcGatImgiocio0Tx0xJx0Kx)fi0?uri=CELEX:02009L0147-
20190626&qid=1737468376639#tocId4
7
1Ausl;00cerItcBfficergsaffice0tcGatImgiocio0Tx0xJx0AerP=CELEX%3A01992L0043-20130701&qid=1737469049515

LE DOMANDE PREGIUDIZIALI POSTE ALLA CORTE DI GIUSTIZIE UE
1. Se l’arcolo 4, paragrafi 1 e 2, della dire-va “Uccelli”, in combinato disposto con l’arcolo 6,
paragrafi da 2 a 4, della Dire-va “Habitat”, debba essere interpretato nel senso che esso osta a
disposizioni nazionali (...), che prevedono che le misure speciali di protezione, conservazione e
riprisno delle specie e degli habitat degli uccelli selvaci nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS) si
applichino solo alle “specie di designazione”, vale a dire solo alle specie di uccelli selvaci elencate
nell’allegato I della [dire-va “Uccelli”] e agli uccelli migratori regolarmente presen all’interno di
ciascuna ZPS che, insieme ai criteri per la designazione delle ZPS contenu nella legislazione
nazionale, sono ulizza come indicatori decisivi per la designazione di un territorio come ZPS.

2. Se ai fini di una risposta alla prima quesone sia rilevante il fao che le suddee misure speciali
di protezione, conservazione e riprisno delle specie e degli habitat degli uccelli selvaci nelle
[ZPS] sono essenzialmente misure prevenve basiche di salvaguardia (“misure precauzionali”) delle
ZPS, con applicazione orizzontale, vale a dire per tue le ZPS, e che a tu’oggi non sono sta
adoa nell’ordinamento giuridico greco piani di gesone per ogni specifica ZPS, che definiscano
gli obie-vi e le misure necessarie per raggiungere o garanre la conservazione soddisfacente di
ciascuna ZPS e delle specie che in essa vivono.

3. Se ai fini di una risposta alle quesoni prima e seconda sia rilevante il fao che, sul fondamento
dell’obbligo di valutazione ambientale di proge- e a-vità ai sensi della [dire-va 2011/92] e della
“opportuna valutazione” di cui all’arcolo 6, paragrafi da 2 a 4, della [dire-va “Habitat”], le specie
elencate nell’allegato I della [dire-va “Uccelli”] o gli uccelli migratori regolarmente presen in
ciascuna ZPS siano, nell’ambito di una valutazione degli effe- sull’ambiente di ogni specifico piano
di lavori pubblici o priva, presi in considerazione tu-».


RISPOSTE ALLE DOMANDE PREGIUDIZIALI
Sulla prima domanda: occorre rispondere alla prima quesone dichiarando che l’arcolo 4,
paragrafi 1 e 2, della dire-va «Uccelli» nonché l’arcolo 6, paragrafi da 2 a 4, della dire-va
«Habitat» devono essere interpreta nel senso che impongono agli Sta membri di definire, per
ciascuna ZPS, singolarmente considerata, obie-vi e misure di conservazione riguardan tue le
specie protee nonché il loro habitat. Spea agli Sta membri, ciò facendo, definire priorità in
funzione della rilevanza di tali misure per il conseguimento degli obie-vi di conservazione di tue
tali specie.
Sulla seconda domanda: Tenuto conto della risposta fornita alla prima quesone, non è necessario
esaminare la seconda quesone. Infa-, come risulta dalla risposta alla prima quesone, le misure
di protezione, conservazione e di riprisno adoate sulla base dell’arcolo 4, paragrafi 1 e 2, della
dire-va «Uccelli» e dell’arcolo 6, paragrafi da 2 a 4, della dire-va «Habitat» devono, in linea di
principio, essere fondate sulle esigenze ecologiche specifiche delle diverse ZPS e richiedono di
determinare, per ciascuna ZPS, considerata singolarmente e secondo una gerarchizzazione definita
dallo Stato membro interessato, obie-vi e misure di conservazione riguardan tue le specie di
uccelli menzionate all’allegato I della dire-va «Uccelli» e le specie migratrici non menzionate in
tale allegato che ritornano regolarmente, nonché il loro habitat. Orbene, dalla domanda di
pronuncia pregiudiziale risulta che le misure nazionali di cui traasi nel procedimento principale
sono individualizzate solo in quanto si presume che vadano a beneficio delle specie di uccelli che
giusficano la designazione della ZPS di cui traasi.
Sulla terza domanda: Con la sua terza quesone, il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se
l’arcolo 4, paragrafi 1 e 2, della dire-va «Uccelli» e l’arcolo 6, paragrafi da 2 a 4, della dire-va

VKm3i4m4UlP1°33mS0P° °d°PiS4°dad°4m–PS°bP °S 0PD(° l’obbligo di procedere a una valutazione
mM3i°S4mb°P1iPoSPad0B°c0PmiP °S iP1°bbmPàid°tAmPITe1/92 (Dire-va quadro sulla Valutazione di
hMamc0PfiM3i°S4mb°RPYhfinPiSDi1°P obbmPa0d4m4mP1°BbiP033biB(iP1°diAmS–P1mP4mbiP1i a0 ii0Si:P
Il giudice del rinvio indica, in tale contesto, chelPS°bbMmM3i40P1iP4mb°PAmbo4mi0S°lPAi°S°P°T°com4mP
oSMmSmbi iP1°bbMiMamc0P1°bPad0B°c0P1iPDoiP4dmcm iP oP4oc°Pb°P a°Di°P1iPoDD°bbiP°b°SDm4°PmbbMmbb°Bm40Ph
della dire-va «Uccelli», e sulle specie migratrici che ritornano regolarmente in ciascuna ZPS.
A tal riguardo, è sufficiente rilevare che la realizzmi0S°P1iPoSmP iTmcmPmSmbi iPaoXP° °d°P
complementare ma è, in ogni caso, irrilevante ai fini dell’interpretazione degli obblighi di
D0S °dAmi0S°P1°bb°P9QNP1°diAmS–P1mbbmP1id°tAmPVLDD°bbiUlPb°cmPiSPD0M3iSm40P1i a0 40PD0SPbmP
dire-va «Habitat».
Alla luce dell’insieme di considerazioni che preced0S0lP0DD0dd°Pdi a0S1°d°PmbbmP4°dmP-o° –0S°P
1iD(imdmS10PD(°PbMmd–D0b0PÀlPamdmBdmsPeP°PIlP1°bbmP1id°tAmPVLDD°bbiUPS0SD(WPbMmd–D0b0PxlPamdmBdmsP1mP
2 a 4, della dire-va «Habitat», devono essere interad°4m–PS°bP °S 0PD(°PbM033biB0P1iPad0D°1°d°PmP
valutazioni ambientali di proge- in forza della dire-va 2011/92 non incide sulla portata degli
033biB(iP1°diAmS–P1mbb°P oMM°Si0Sm4°P1i a0 ii0Si:
TESTO SENTENZA 12/9/2024:
(ca RflflDodim:°od0am:°oflffiodi fl10DoM°S4fl10DoM°S4:ffi u’text=&docid=290009&pageIndex=0&doclan
g=IT&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=2025864



Regime derogatorio che consente la caura di esemplari vivi tutela9 dalla Dire:va
Uccelli (Giurisprudenza Comunitaria)
N°S4°SmP20d4°P1iPrio –imP1°bPeqP °c°M3d°PITIÀP(mPstatuito che la Repubblica di Malta,
m10cmS10PoSPd°BiM°P1°d0Bm40di0PD(°PD0S °S4°PbmPDmcodmP1iP° °MabmdiPAiAiP1iP °c°P a°Di°P1iP
udiSBibbi1iP °bAm–DilPAmb°PmP1id°PibPudiSBo°bb0P.Fdingilla coelebs), il fanello (Carduelis cannabina), il
cardellino (Carduelis carduelis), il verdone (Carduelis chloris), il frosone (Coccothraustes
coccothraustes), il verzellino (Serinus serinus) e il lucherino (Carduelis spinus), è venuta meno agli
033biB(iPm1P° mPiSD0M3°S–PiSPu0dmP1°bb°P1i a0 ii0SiP1°bbMmd–D0b0PvP.
8
nP°P1°bbMmd–D0b0PHP.
9
),
paragrafo 1, della Dire-va 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre
2009, concernente la conservazione degli uccelli sebAm–DilPiSPD0M3iSm40P1i a0 40PD0SPbMmd–D0b0PqlP
paragrafo 1, di tale Dire-va.
TESTO SENTENZA 19/9/2024:
(ca RflflDodim:°od0am:°oflffiodi fl10DoM°S4fl10DoM°S4:ffi u’text=&docid=290208&pageIndex=0&doclan
g=it&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=4621167

8
P(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8flK8U)/?uri=CELEX:02009L0147-
20190626&qid=1737468376639#tocId7
9
P(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8flK8U)/?uri=CELEX:02009L0147-
20190626&qid=1737468376639#tocId10

Modalità di conservazione dei si9 tutela9 dalla Dire:va sulla biodiversità
(Giurisprudenza Comunitaria)
)mP20d4°P1iPrio –imPLOPD0SP °S4°SmP1°bPeÀPS0A°M3de 2024 ha fornito una interpretazione
lPlocffaIma1le1mgffc1GtP1loaI1ffcffvrP1pcàgig1pPffglorarc1pP1rPlscuarc1tMarImgtg1E1pctta13PrcQàa1
92/43/CEE (c.d. dire-va Habitat
10
).

L’ARTICOLO 6 DELLA DIRETTIVA HABITAT
“ 1GiurGsuGffitzuGpduenasnGUnGetzpurbaffintzu2GosnGqla0Gmembri stabiliscono le misure di conservazione
zueupparnuGeEuGncdsneaztGass5teetrruzffiaGaddrtdrna0GdnaznGUnGoup0tzuGpduenLenGtGnzluora0GaUGaslrnG
piani di sviluppo e le opportune misure regolamentadSIrmDDSSabdmT3or4r°4bdmÀcm Sr°OoraSm4r
etz'trcnGassuGupnouzffiuGuetstoneEuGUunG0dnGUnGEa7nlat naturali di cui all'allegato I (
11
) e delle specie di
°cSrm vm o0mb4r––r1doaoTroSraSTer
lerB Sr-bmTrDoDVdSrmL4Àm4r or4114dbcorDSacdor1odrevitare nelle zone speciali di conservazione il
degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie nonché la perturbazione delle specie per cui
le zone sono state designate, nella misura in cui tale perturbazione potrebbe avere conseguenze
significave per quanto riguarda gli obie)vi della presente dire)va.
àerrtcm aSmaSr1Sm4r4r1d40oÀ4r4rLSdoÀmDobor°4opptGuGzueupparntGassaGoup0tzuGUusGpnltGcaGeEuG
possa avere incidenze significave su tale sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e
1d40ouIrf4dDmr400oÀ4rLSrcmr4114dbcmr3m cbmES4orLell'incidenza che ha sul sito, tenendo conto
degli obie)vi di conservazione del medesimo. Alla luce delle conclusioni della valutazione
Lo vS°SLoEmrac raSb4rorfmÀ4ram 34rS r1mdm0dmf4rnIr ormcb4dSbArmES4m Sr°4D1oboTrLm4rS r 4d4r
m°°4dL4racrbm or1Sm4r4r1d40oÀ4ra4 bmb4rL414rm3odravuto la certezza che esso non pregiudicherà
l'integrità del sito in causa e, se del caso, previo parere dell'opinione pubblica.
nertcm 4dmIr44abmbor°4° caS4Sro0mT3orLo mr3mlutazione dell'incidenza sul sito e in mancanza
LSra4 cES4Srm bodmT3oIrcr1Sm4r4r1d40oÀ4rLoVVmroppuruGruasnffiffialtGdurGct0bnGncdura0bnGUnG
dS o3mborSbodoaaor1cVV S°4IrS° caSrD4T3SrLSrmbcraGptenasuGtGuetztcnea2GstGqlaltGcuc7rtGaUt4aG
ogni misura compensava necessaria per garanre che la coerenza globale di Natura 2000 sia
tutelata. Lo Stato membro informa la Commissione de orDSacdor°4D1oamT3ormL4Àmboer
Qualora il sito in causa sia un sito in cui si trovm4rcrT14rLSrOmVSbmbrmbcdm orog4rcmra1o°Sor
drntrnlarn2GdtpptztGuppuruGaUUt4uGptslazltGetzpnUurazioni connesse con la salute dell'uomo e la
aS°cdoEEmr1cVV S°mr4rdo mT3ormr°4ao0coEor14aST3ordi primaria importanza per l'ambiente ovvero,
drubntGdaruruGUussaGfitccnppntzu2GaslrnGct0bnGncduraT3SrLSrdS o3mborSbodoaaor1cVV S°4.”



SINTESI DELLA SENTENZA
fiMarImgtg1E1pctta13PrcQàa1VAavPoaoU1Pffsgic1aGtP1qoaI1ffcffvrP1eia1lcrPc1pP1gvvtPGAP1c1pP1srgmcperc1
specifiche intesi ad assicurare, come risulta dall’arImgtg1,21saraGra)g1,1é
12
), di tale dire-va, il
ffaiociPffciog1g21lc1pct1malg21Pt1rPsrPlIig21Pi1eig1ltato di conservazione soddisfacente, degli habitat
iaoeratP1c21Pi1sarImgtarc21pcttc1ngic1lscmPatP1pP1monservazione.

10
1Ausl;00cerItcBfficergsaffice0tcGatImgiocio0Tx0xJx0Kx)fi/?uri=CELEX:01992L0043-
20130701&qid=1737554946127#tocId2
11
1Ausl;00cerItcBfficergsaffice0tcGatImgiocio0Tx0xJx0Kx)fi/?uri=CELEX:01992L0043-
20130701&qid=1737554946127#tocId36
12
1,ffi11fic1ffPlerc1apguaoc1a1igrffa1pctta1srclcioc1pPrcQva sono intese ad assicurare il mantenimento o il rPsrPlIig21Pi1
uno stato di conservazione soddisfacente, degli habPoao1iaoeratP1c1pcttc1lscmPc1pP1)aeia1c1ùgra1lctàaIche di interesse
comunitario.

In parcolare ai sensi dell’arcolo 6, paragrafo 2, della dire-va «habitat» gli Sta membri adoano
le opportune misure (di prevenzione) per evitare, nelle zone speciali di conservazione, il degrado
degli habitat naturali e degli habitat di specie nonché la perturbazione delle specie per cui le zone
sono state designate, nella misura in cui tale perturbazione potrebbe avere conseguenze
significave per quanto riguarda gli obie-vi fissa da tale dire-va.
L’arcolo 6, paragrafo 2, della dire-va «habitat» stabilisca un obbligo generale volto all’adozione di
opportune misure di protezione per evitare, in parcolare, il degrado degli habitat, tale
disposizione non prevede misure precise che gli Sta membri sarebbero tenu ad adoare e lascia
quindi a ques ulmi un margine di discrezionalità nella sua applicazione.
Al fine di valutare se uno stato membro (nel caso della sentenza la Repubblica federale di
Germania) abbia violato, in maniera generale e sistemaca, l’arcolo 6, paragrafo 2, della Dire-va
«habitat», occorre esaminare se la Commissione abbia dimostrato l’esistenza, in un numero
considerevole di si rappresentavi per tale Stato membro, di perdite di superfici significave di
pi di habitat specifici, nonché la probabilità che tale degrado di de- pi di habitat sia stato
provocato dall’omessa adozione, da parte di tale Stato membro, di opportune misure.
Nel caso traato dalla sentenza la Commissione ha dimostrato tali perdite di superfici di habitat, in
parcolare: praterie magre da fieno a bassa altudine e praterie montane da fieno. Ciò, sempre
secondo la Corte di Giuszia, è confermato dal fao che i si di cui traasi sono situa, per quanto
riguarda un po di habitat 6510 (praterie magre da fieno a bassa altudine), in dieci Länder e, per
quanto riguarda il po di habitat (praterie montane da fieno), in cinque Länder di tale Stato
membro, che ne conta sedici, di cui tre cià, ossia Berlino, Brema e Amburgo, aven lo status di
Land.

Inoltre, è necessario constatare che la Commissione ha sufficientemente dimostrato la probabilità
secondo la quale tale degrado dei pi di habitat sia stato provocato dall’omessa adozione di
opportune misure che consenssero di evitare un siffao degrado e che la Repubblica federale di
Germania non ha addoo alcun elemento tale da escludere dea probabilità.
In secondo luogo, per quanto riguarda l’argomento della Commissione secondo cui l’assenza di
sorveglianza specifica nelle zone speciali di conservazione designate per i due pi di habitat sopra
richiama in Germania ha contribuito al degrado di tali pi di habitat, occorre ricordare che,
l’arcolo 6, paragrafo 2, della dire-va «habitat», che stabilisce un obbligo generale di evitare il
degrado degli habitat naturali, lascia a ciascuno Stato membro un margine di discrezionalità in
sede di applicazione e che, in parcolare, quando la Commissione addebita ad uno Stato membro
un inadempimento sistemaco e persistente di tale obbligo dimostrando la probabilità che
l’ina-vità di quest’ulmo abbia come conseguenza il degrado dei sudde- habitat naturali, spea
a tale Stato membro confutare gli elemen di dirio e di fao invoca da tale istuzione.

Secondo la sentenza costuiscono un indizio del fao che le autorità competen di tale Stato
membro trascurano sistemacamente di monitorare regolarmente lo stato di conservazione di tali
pi di habitat. Dato che, secondo le spiegazioni fornite da tale istuzione, è plausibile che una
siffaa insufficienza di sorveglianza di tali autorità abbia contribuito al degrado di de- pi di
habitat nei si che li ospitano e il cui stato di conservazione evolve negavamente, spea alla
Repubblica federale di Germania fornire gli elemen a- a dimostrare l’assenza di carenze da parte
sua nella sorveglianza specifica di tali si.
La conferma di una carenza di monitoraggio sorveglianza da parte della Germania è dimostrata dal
fao che in taluni Länder, non esiste una mappatura precisa relava ai si che ospitano tali pi di
habitat o che il ciclo di mappatura è troppo lungo o, ancora, che il controllo dello stato di de- pi
di habitat manca o si effeua unicamente a campione o è determinato da un evento.

N0admcoc0Pb°PMi od°P1iP 0dA°BbimSmPmaabiDm4°PiSPr°rmania non sono sufficientemente specifiche
a°dPiP i–PiS4°d° m–lPd°B0bmdiP°PD0S °-o°Simbi:P
Infine, sebbene la Germania invochi l’esistenza di accordi di protezione che vincolino i gestori di
1°tP i–lP-o° 4Mob–M0PS0SP1iM0 4dmPD(°P4mbiPmDD0d1iPm33imS0PbM°T°c0P1iPoSmP1i a0 ii0S°P
Biodi1iDmM°S4°PAiSD0bmS4°PD(°PAi°–PbmPu°d–bimi0S°P°DD° iAmP°PbmPMi°–4odmPad°D0D°PS°iP i–P 4° i:P
Di conseguenza, non avendo adoato misure di protezi0S°PBiodi1iDmM°S4°PAiSD0bmS–PD0S4d0PbmP
u°d–bimi0S°P°DD° iAmP°PbmPMi°–4odmPad°D0D°P1°iP i–PD(°P0 ai4mS0PiPIP–aiP1iP(m3i4m4P 0admP
diD(imMm–lPbmPG°ao33biDmPu°1°dmb°P1iPr°dMmSimP(mPAi0bm40PbMmd–D0b0PxlPamdmBdmu0PIlP1°bbmP1id°tAmP
«habitat»
TESTO SENTENZA 14/11/2024:
(ca RflflDodim:°od0am:°oflffiodi fl10DoM°S4fl10DoM°S4:ffi upjsessionid=5186C6EB51D9E4ACAB60E9E947
ECF3A5?text=&docid=292276&pageIndex=0&doclang=IT&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=
6360398

Sistema di sorveglianza delle specie eso9che invasive di rilevanza per la UE
(Giurisprudenza Comunitaria)
N°S4°SmP20d4°P1iPrio –imPLOP1°bPeÀPS0A°M3d°PITIÀPche ha statuito:
1. La Repubblica di Bulgaria, non avendo elaborato °Pmcom40PoSPaimS0P1fmi0S°PoSiD0P0PoSmP °di°P1iP
piani d'azione e non avendo trasmesso senza indugio tale piano d'azione o tali piani d'azione alla
Commissione europea, è venuta meno agli obblighi adP° mPiSD0M3°S–PiSPu0dmP1°bbfmd–D0b0PeGlP
paragrafi 2 e 5, del regolamento (UE) n. regolamento (UE) n. 1143/2014 (
13
) del Parlamento
°od0a°0P°P1°bP20S iBbi0lP1°bPIIP0c03d°PITeÀlPd°DmS4°P1i a0 ii0SiPA0b4°PmPad°A°Sid°P°PB° –d°P
bfiS4d01oi0S°P°PbmP1iTo i0S°P1°bb°P a°Di°P° 0–D(°Pinvasive.
I:P)mPG°ao33biDmP1iP9obBmdimlPS0SPmA°S10Pi –4oi40P0 integrato nel suo sistema esistente un sistema
1iPM0Si40dmBBi0P1°bb°P a°Di°P° 0–D(°PiSAm iA°P1iPdib°AmSmPa°dPbfLSi0S°lPD0Mad°S1°S4°P4oc°Pb°P
iSu0dMmi0SiP1iPDoiPmbbfmd–D0b0PeÀlPamdmBdmu0PIlP1°l regolamento n. 1143/2014, è venuta meno agli
033biB(iPm1P° mPiSD0M3°S–PiSPu0dmP1iP4mb°Pmd–D0b0 14, Paragrafi 1 e 2 (
14
) di tale regolamento.
TESTO SENTENZA 14/11/2024:
(ca RflflDodim:°od0am:°oflffiodi fl10DoM°S4fl10DoM°S4:ffi upjsessionid=5186C6EB51D9E4ACAB60E9E947
ECF3A5?text=&docid=292284&pageIndex=0&doclang=FR&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid
=6360398


13
P(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8flK8U)/?uri=CELEX:02014R1143-
20191214&qid=1737557095072#tocId10
14
(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8flK8U)fl?uri=CELEX:02014R1143-
20191214&qid=1737557095072#tocId18

BENI PAESAGGISTICI
Ricostruzione fabbrica9 si9 nella fascia di trecento metri dalla linea di ba:gia
marina (Giurisprudenza Cos9tuzionale)
)mP20d4°P20 –4oi0Smb°PD0SP °S4°SmPS[PeveflITIÀP(mP1iD(imdm40PbmPiSD0 –4oi0Smbi4gP1iPoSmPS0dMmP
d°Bi0Smb°PD(°PmA°AmPd°iS4d010c0PbmPa0 i3ibi4gP1iPdiD0 4doid°PiPum33diDm–P i–PS°bbmPum DimP1iP4d°D°S40
metri dalla linea di ba-gia marina anche senza conservarne la conformazione e l’ubicazione
originarie («sagoma, prospe-, sedime»), esentando, altresì, dall’obbligo di mantenere le
VDmdmc°di –D(°PabmSiA0boM°4diD(°P°P–a0b0BiD(°UP1°bb’edificio demolito. La stessa disposizione –
mediante il richiamo alle ipotesi escluse dal vincolo di inedificabilità elencate nell’art. 10-bis,
comma 2, della legge reg. Sardegna n. 45 del 1989 ePmBbiPmdc:PeGxlPD0MMmPelPb°c°d°PDnP°P1nlP°PeÀIP
cod. beni culturali – ha, inoltre, precisato che tale facoltà opera nonostante il fabbricato da
demolire e ricostruire ricada in un’area tutelata dmbPaimS0Pam° mBBi –D0P°P1mbPD01iD°P1°iP3°SiP
culturali e del paesaggio.
L’integrazione apportata dalla disposizione in scru–Si0Pdiad01oD°lP imPaod°PD0SPoSmPu0dMobmi0S°P
aizPamd–D0bmd°BBim4mlPibPD0S4°So40Pad°D°tA0P1°bbMiSDi 0P0BB°c0P1°bbMm3bmi0S°P0a°dm4mP1mP-o° 4mP
Corte con la citata sentenza n. 24 del 2022 (
15
nlPD0 \Pdiadi –SmS10PBbiP°T°tP1iPoSmPS0dMmPBigP
di4°So4mPb° iAmP1°bbmP20 –4oi0S°:P
TESTO SENTENZA 151/2024:
(ca Rflfl]]]:D0d4°D0 –4oi0Smb°:i4flmD–0SND(°1mQd0SoSDia.do?anno=2024&numero=151
COMMENTO:
(ca Rflfl]]]:b°,mM3i°S4°:D0MfliS1°,:a(aflMm4°di°fl3°SiImM3i°S4mbifl10cdiSmexqfl3°SiImM3i°S4mbiI
bmID0d4°ID0 –4oi0Smb°IiS4°dAi°S°ImSD0dmI obbmI1i DiabiSmI1iI4o4°bmID0 –°dmP P

15
P(ca RflflS04°1iMmdD0Bd0S1mDDi:3b0B a04:D0MflITIIflTGflD0d4°ID0 –4oi0Smb°I obbmI oa°di0di4m:(4MbLM0d°P

ENERGIA
Impian9 da fon9 rinnovabili ed aree ad usi civici (Giurisprudenza Cos9tuzionale)
)mP20d4°P20 –4oi0Smb°PD0SP °S4°SmPS[PeTGP1°bPITIÀP(mP1iD(imdm40PbmPb°BitMi4gPD0 –4oi0Smb°P1iP
oSmPmd–D0b0P1°bbmPb°BB°Pd°Bi0Smb°P1°bbmPNmd1°BSmPdo3diDm40PNUo4mM°S40P1iP1° –Smi0S°PiSPDm 0P1iP
iS 4mbbmi0S°P1iPiMaimS–P1iP°S°dBi°PdiSS0Am3ibiOlParevede, al comma 1, che “[p]er l’installazione di
iMaimS–P1iPad01oi0S°P1iP°S°dBi°PdiSS0Am3ibiP5P033bigatorio richiedere il parere del comune in cui
insistono le aree individuate, il quale si esprime, con delibera del Consiglio comunale a
MmBBi0dmSmP1°iP1o°P4°diP1°iP o0iPD0Ma0S°S–lP°S4d0PA°S–PBi0dSilP1°D0d iPiP-ombiP °PS°Pad° DiS1°O:P
Secondo la Corte “di per sé, dunque, la mancata inclusione delle aree gravate da usi civici tra quelle
idonee non comporta la loro assoluta inidoneità allMiS 4mbbmi0S°P1iPiMaimS–P1iPad01oi0S°P1iP
°S°dBimP1mPu0S–PdiSS0Am3ibilPD(°PdiMmS°Pm 0BB°cm4m al procedimento autorizzatorio ordinario di
cui all’art. 12, comma 3, del d.lgs. n. 387 del 2003, né tantomeno comporta il divieto di mutarne la
1° –Smi0S°PiSPD0Su0dMi4gPmbPd°BiM°P1°BbiPo iPDiAiDi”.
TESTE SENTENZA 103/2024:
(ca Rflfl]]]:D0d4°D0 –4oi0Smb°:i4flmD–0SND(°1mQd0SoSDia.do?param_ecli=ECLI:IT:COST:2024:103
COMMENTO:
(ca Rflfl]]]:b°,mM3i°S4°:D0MfliS1°,:a(aflMm4°di°flmM3i°S4°IiSIB°S°d°fl10cdiSmeHHflmM3i°S4°IiSI
genere-il-difficile-rapporto-fra-diri--di-uso-civico-ed-energie-rinnovabili

MARE – PORTI – EMISSIONI NAVI

Obbligo degli Sta9 di ridurre le emissioni delle navi per tutelare gli oceani
(Giurisprudenza Internazionale)
Parere (
16
nP1°bP8di3oSmb°PiS4°dSmi0Smb°Pa°dPibP1idic0P1°bPMmre (ITLOS-
17
) deliberato alla unanimità
1°bPD0bb°Bi0P oBbiP033biB(iP1°BbiP 4m–P1iPdi a°cmd°PiPbiMi–P1°bb°P°Mi i0SiPmiPBm P °ddm:PhbPQmd°d°P5Pstato
rilasciato su richiesta (
18
nP1°iPaiDD0biP 4m–PiS obmdiPmPdi D(i0P1iP° –Si0S°Pa°dP°T°c0P
dell’innalzamento del livello dei mari a causa dei Mo4mM°S–PDbiMm–Di:PP
Come ha affermato (
19
) Marta Torre-Shaub (avvocata CNRS Francia
20
) il Parere del Tribunale ha i
Dmdmc°diP1iPmAAimd°PoSPSo0A0P1idic0PiS4°dSmi0Smb°Pd°bm–AmM°S4°PmbbMmaabiDmi0S°P1°BbiP033biB(iP
1°BbiPN4m–PmiP °S iP1°bbmP20SA°Si0S°P1°bb°P7mi0Si Unite sui diri- del mare UNCLOS Nazioni Unite
21
P.1iP °Boi40P20SA°Si0S°nPmbPsS°P1iPD0M3mc°d°PbfiS-uinamento dovuto alle emissioni di #GHG che
Dmo mS0P0PmBBdmAmS0PibPLDmM3imM°S40DbiMm–D0:P

àiP °Boi40PoSmPMimP iS4° iP1°bb°Pamd–PaizP iBSisDm–ve del Parere e successivamente ampi stralci
trado- dal testo del Parere


SINTESI DELLE PRINCIPALI NOVITÀ DEL PARERE DEL TRIBUNALE INTERNAZIONALE PER IL DIRITTO
DEL MARE
Il Parere è molto rilevante, in sintesi, per le sego°S–PdmBi0SiRP
1. il tribunale ha riconosciuto la sua competenza ad esprimersi anche sulle emissioni di gas
DbiMmb4°dmS–PiSPmd°°PMmdiS°lP-oiS1ilPD0Mad° °Pb°P°Missioni da traffico mari-mo
2. Il parere del Tribunale interpreta in modo esten iA0PBbiP033biB(iPad°Ai –P1mPAmdiPmd–D0biP1°bbmP
Convenzione. Gli obblighi vengono estesi anche alleP°Mi i0SiP1iPBm P °ddmPD(°PiMamcmS0P obPMmd°:PP
G:PNiPmT°dMmPibPadiSDiai0PD(°PBbiP 4m–PM°M3diPS°bbMmTd0S4md°Pb°Pad03b°Mm–D(°P1°bbMiS-oiSmM°S40P
marino anche da emissioni di gas serra, comprese quelle del traffico mari-mo, devono
D0S i1°dmd°PBbiPmBBi0dSmM°S–P Di°S–sDiP oBbiP°T°tP1iP1°c0PiS-oiSmM°S40P°P1iPD0S °Bo°SmPiP
10DoM°S–P1°BbiP°S–PiS4°dSmi0SmbiP.hQ22IPL7OQlPL728AD, MPEC etc.).
À:PrbiPN4m–PQmd4°P1°bbmP20SA°Si0S°P(mSS0Pbf033biB0P a°DisD0P1iP 4m3ibid°PDdi4°diP Di°S–sDiP
maad0adim–P obbmP3m °P1°iP-ombiPd°B0b°lP 4mS1md1P°Padm–D(°P°Pad0D°1od°PdmDD0MmS1m4°P1°A0S0P
essere formulate ed elaborate per contrastare l'inquinamento marino dovuto alle emissioni di gas
serra di origine antropica.
5. Le emissioni di gas serra antropogeniche nell'atM0 u°dmPD0 –4oi D0S0PiS-oiSmM°S40P
dell'ambiente marino ai sensi della Convenzione

16
P(ca Rflfl]]]:i4b0 :0dBflsb°m1MiSfli4b0 fl10DoM°S4 flDm °s/31/Advisory_Opinion/C31_Adv_Op_21.05.2024_orig.pdf
17
P(ca Rflfli4b0 :0dBfl°SflP
18
P(ca Rflfl]]]:i4b0 :0dBfl°SflMmiSflDm ° flbi 4I0uIDm ° fld°-o° 4Iu0dImSIm1Ai 0d`I0aiSi0SI o3Mic°1I3`I4(°ID0MMission-
of-small-island-states-on-climate-change-and-internm–0SmbIbm]Id°-o° 4Iu0dIm1Ai 0d`I0aiSi0SI o3Mic°1I40-the-
tribunal/
19

(ca Rflfl]]]:biSa°1iS:D0Mflu°°1floa1m4°flodSRbiRmD–Ai4`R7198668740085846019/?commentUrn=urn%3Ali%3Acomment
%3A(ugcPost%3A7198668738890493952%2C7199066469274374146)&dashCommentUrn=urn%3Ali%3Afsd_comment
%3A(7199066469274374146%2Curn%3Ali%3AugcPost%3A7198668738890493952)
20
2°S4d°PSm–0SmbP1°PbmPd°D(°dD(°P Di°S–s-o°P.27GNn
21
P(ca Rflfl]]]:Mm °:B0A:i4fl i4° fl1°umob4flsb° fl20SA°Sione_10_dicembre_1982.pdf

Effi1 tP1qoaI1Qaroc1pctta1’giàcinPgic1Aaiig1tMgvvtPGg1pP1asstPmarc1àateoanPgiP1pP1Pffsaug1affvPcioatc1a1
qualsiasi a-vità pianificata, pubblica o privata, che possa causare un inquinamento sostanziale
attfaffvPcioc1ffarPig1g1maffvPaffciI1lPGiPCmaIàP1c1paiiglP1attg1locllg1auraàcrlg1cffPllPgiP1
aiorgsPmAc1pP1Gal1lcrra21mgffsrclP1GtP1cTcQ1meffetaIài
bffi1icttMaTrgioarc1tc1srgvtcffaImAc1c1ict1srcpPlsgrrc le misure per contrastare l’inquinamento
ffarPig1Piocilg1ict1lcilg1affsPg1pP1meP1aP1seiI1srcmcpciI21gmmgrrc1rPlscuarc1P1srPimPsP1pP1
aiImPsanPgic1pcP1paiiP1attMaffvPcioc1ffarPig1c1pP1srccauzione
Hffi1 tP1gvvtPGAP1pcGtP1loaI1ffcffvrP1ict1ffPIGarc1c1srcvenire l’inquinamento marino sono di dovuta
diligenza e lo standard di dovuta diligenza è rigorglg21paI1GtP1ctcàaI1rPlmAP1pP1paiiP1GraàP1c1
PrrcàcrlPvPtP1attfaffvPcioc1ffarPig1pcrPàaiI1pa1oatP1emissioni. La dovuta diligenza è un principio del
pPrPug1PiocrianPgiatc1mAc1Pffsgic1aGtP1qoaI1pP1clcrmitare la dovuta diligenza. Ora si veda anche la
Dire-va 2024/1760 (corporate sustainability due diligence acronimo CSDD - QUI)
Nffi1 tP1gvvtPGAP1pP1rPlscuarc1tc1igrffc1pctta1’giàcinione nel senso estensivo interpretato dal parere
del Tribunale riguardano anche quelli di monitoraggio permanente anche in chiave ecosistemica
non sono puntuale.
10. Gli Sta Parte hanno l'obbligo specifico di assilocrc1GtP1qoaI1Pi1àPa1pP1làPtessg21Pi1sarImgtarc1
quelli vulnerabili.
..ffi1 tP1qoaI1Qaroc1pcàgig1apguarc1oeuc1tc1ffPlerc1icmcllarPc1scr1GaraiIrc1mAc1tc1cffPllPgiP1pP1Gal1
lcrra1aiorgsgGciPmAc1lgug1ta1tgrg1GPerPlpPnPgic1g1montrollo non causino danni da inquinamento ad
atorP1qoaI1c1at1tgrg1affvPciocffi1





CHE COSA È IL TRIBUNALE INTERNAZIONALE PER IL DIRITTO DEL MARE
Tt1xrPveiatc1PiocrianPgiatc1scr1Pt1pPrPug1pct1ffarc1]1loaog1PlIoePog1ict1.NH,1patta1’giàcinPgic21Aa1
sede ad Amburgo in Germania. L’ITLOS è un organo giudiziario indipendente che può esprimersi su
oeuc1tc1mgiorgàcrlPc1rctaIàc1a1pctPffPoanPgic1pcttc1zone mari-me, navigazione, conservazione e
GclIgic1pcttc1rPlgrlc1vPgtgGPmAc1pct1ffarc21srgocnPgne e preservazione dell'ambiente marino e
rPmcrma1lmPciICma1ffarPiaffi1



FONDAMENTO GIURIDICO DELLA TITOLARITÀ DEL TRIBUNALE INTERNAZIONALE A RISPONDERE
ALLE DOMANDE SOLLEVATE DAGLI STATI INSULARI
Ti1sarImgtarc21ta1rPmAPcloa1pcGtP1loaI1PiletarP1lP1)gipa1lettMarImgtg1.GH1pct1:cGgtaffciog1pct1
xrPveiatc1mAc1srcàcpc1mAc1SecloMetIffg1sglla1parc1ei1sarcrc1mgiletIàg1dle1eia1SeclIgic1
giuridica se un accordo internazionale correlato agli scopi della Convenzione prevede
specificamente la presentazione al Tribunale di una rPmAPcloa1pP1oatc1sarcrcdffi1fifarImgtg1.GH1srcàcpc1
Pigtorc1mAc1oatc1rPmAPcloa1pP1sarcrc1mgiletIàg1ddeve essere trasmessa al Tribunale da qualsiasi
organismo autorizzato da o in conformità con l'accordo a presentare la richiesta al Tribunale”.
fiMammgrpg1a1meP1)a1rP)crPffciog1tMarImgtg1.GH1]1Secttg1mAc1Aa1PlIoePog1ta1’gffffPllPgic1pcP1sPmmgtP1qoaI1
PiletarP1leP1maffvPaffciI1mtPffaImP1c1Pt1pPrPug1Piocriazionale. Il 31 oobre 2021, l'Accordo ha istuito
la Commissione come organizzazione internazionale cgi1?iIGea1c1“arvepa1c1xeàate1mgffc1
firmatari originari. È stato debitamente registrato presso il Segretariato delle Nazioni Unite in
conformità all'arcolo 102 della Carta delle Nazioni Unite e il 3 febbraio 2022 è stato rilasciato un

D°d–sDm40P1iPd°Bi 4dmi0S°:PfiiP °S iP1°bbfmd–D0b0PG dell'accordo, l'adesione alla Commissione è
aperta a tu- i membri dell'Alleanza dei piccoli Sta–PiS obmdi:P

LE RICHIESTE DEGLI STATI INSULARI AL TRIBUNALE INTERNAZIONALE PER IL DIRITTO DEL MARE
)°P10MmS1°Pa0 4°PmbP8di3oSmb°P 0S0Pb°P °Bo°S–RP
dbombiP 0S0PBbiP033biB(iP a°DisDiP1°BbiPN4m–Pamd–P1ella Convenzione), tra cui ai sensi della Parte XII:
Domanda (a) prevenire, ridurre e controllare l'inquinamento dell'ambiente marino in relazione agli
effe- deleteri che derivano o sono probabilmente deriAmS–P1mbPDmM3imM°S40PDbiMm–D0lP4dmPDoiPibP
riscaldamento degli oceani e l'innalzamento del livello del mare, e l'acidificazione degli oceani, che
0S0PDmo m–P1mbb°P°Mi i0SiP1iPBm P °ddmPmS4d0a0B°Sici nell'atmosfera?
Domanda (b) proteggere e preservare l'ambiente marino in relazione agli impa- del cambiamento
DbiMm–D0lP4dmPDoiPibPdi Dmb1mM°S40P1°BbiP0D°mSiP°Pb'innalzamento del livello del mare e l'acidificazione
degli oceani?"


RISPOSTE DEL TRIBUNALE ALLA DOMANDA (a):
Le emissioni di gas serra antropogeniche nell'atmosu°dmPD0 –4oi D0S0PiS-oiSmM°S40P1°bbfmM3i°S4°P
MmdiS0PmiP °S iP1°bbfmd–D0b0PelPamdmBdmu0PelP 0c0amragrafo 4 (
22
), della Convenzione delle Nazioni
LSi4°P obP1idic0P1°bPMmd°:PhS0b4d°lPiSP4°dMiSiP1iPu0S–P a°DisD(°P1iPiS-oiSmM°S40lPbfiS-oiSmM°S40P
marino da emissioni di gas serra antropogeniche puòP° °d°PDmdmc°dim40PD0M°PiS-oiSmM°S40P1mP
u0S–P4°dd° 4dilPiS-oiSmM°S40P1mPSmAiP0PiS-oiSmM°S40P1mP0PmcdmA°d 0Pbfm4M0 u°dm:P

fiiP °S iP1°bbfmd–D0b0PeqÀlPamdmBdmu0PeP.
23
nlP1°bbmP20SA°Si0S°lPBbiPN4m–PQmd4°P1°bbmP20SA°Sione
(mSS0Pbf033biB0P a°DisD0P1iPm10cmd°P4oc°Pb°PMi od°Pnecessarie per prevenire, ridurre e controllare
l'inquinamento marino dovuto alle emissioni di gas serra antropogeniche e di sforzarsi di
mdM0Simd°Pb°Pad0adi°Pa0bi–D(°PiSPMm4°dim:P8mbiPMisure dovrebbero essere determinate in modo
obie-vo, tenendo conto, tra l'altro, della migliore scienza disponibile e delle norme e degli
4mS1md1PiS4°dSmi0SmbiPa°d–S°S–PD0S4°So–PS°iP4dmcm–P oiPDmM3imM°S–PDbiMm–DiPD0M°P
bfL7F222P°PbffiDD0d10P1iPQmdiBilPiSPamd–D0bmd°Pbf03ie-vo della temperatura globale di limitare
bfmoM°S40P1°bbmP4°Ma°dm4odmPmPelvP[2Pdi a°c0PmiPbiA°bbiPad°iS1o 4dimbiP°PbmP4°Mai –DmP1°iPa°dD0d iP1iP
emissione per raggiungere tale obie-vo. La portata e il contenuto delle misure necessarie possono
variare in base ai mezzi a disposizione degli Sta Qmd–P°Pmbb°Pb0d0PDmamDi4g:P)°PMi od°PS°D° mdi°P
iSDbo10S0lPiSPamd–D0bmd°lP-o°bb°Pa°dPdi1odd°Pb°P°Missioni di gas serra.
L’obbligo di cui sopra è di dovuta diligenza e lo s4mS1md1P1iP10Ao4mP1ibiB°SmP5PdiB0d0 0lP1m–PBbiP
°b°Am–Pdi D(iP1iP1mSSiPBdmAiP°Pidd°A°d i3ibiPmbbfmM3i°S4°PMmdiS0P1°diAmS–P1mP4mbiP°Mi i0Si:PP
In aggiunta all’obbligo di cui sopra sussiste quello del paragrafo 2 (
24
nP1°bbMmd–D0b0PeqÀP1°bbmP
20SA°Si0S°PD(°P5P-o°bb0P1iPm10cmd°P4oc°Pb°PMi od°PS°D° mdi°Pa°dPBmdmS–d°PD(°Pb°P°Mi i0SiP1iP

22
4. per «inquinamento dell’ambiente marino» s’inten1°PbMiS4d01oi0S°P1id°cmP0PiS1iPd°cmlPmP0a°dmP1°bbMuomo, di
sostanze o energia nell’ambiente marino ivi compresi gli estuari, che provochi o possa presumibilmente provocare
effe- deleteri quali il danneggiamento delle risorse biologiche e della vita marina, rischi per la salute umana,
iMa°1iM°S–Pmbb°PmtAi4gPMmdiS°lPiAiPD0Mad° iPbmPa° Da e altri usi legi-mi del mare, alterazioni della qualità dell’acqua
1iPMmd°PD(°PS°PD0Mad0M°cmS0PbMo–bimi0S°lP0aaod°PibP1°Bdm10P1°bb°PmcdmtA°PmM3i°S4mbipP
23
P:PrbiPN4m–Pm10cmS0lP iSB0bmdM°S4°P0PD0SBioS4mM°S4°P °D0S10PiPDm ilP4oc°Pb°PMi od°PD0Su0dMiPmbbmPad° °nte
20SA°Si0S°Pmc°PmPad°A°Sid°lPdi1odd°P°P4°S°d°P 0c0Pcontrollo l’inquinamento dell’ambiente marino, quale che ne sia la
u0S4°lPo mS10PmP4mbPsS°PBbiP 4doM°S–PaizPi10S°iPiSPloro possesso secondo le loro capacità, e si adoperano per
mdM0Simd°Pb°Pdi a°tA°Pa0bi–D(°PiSP-o° 40PmM3i40P
24
PI:PrbiPN4m–Pm10cmS0P4oc°Pb°PS°D° mdi°PMi od°PmESD(WPb°PmtAi4gPD0S10c°P 0c0PbmPb0d0PBiodi 1ii0S°P°P 0c0PibPb0d0P
D0S4d0bb0P imS0PD0S10c°PiSPM010P4mb°P1mPS0SPad0A0Dmd°P1mSSiP1iPiS-oiSmM°S40Pm1Pmb4diPN4m–P°PmbPb0d0PmMbiente, e

Gal1lcrra1aiorgsgGciPmAc1lgug1ta1tgrg1GPerPlpPnPgic o controllo non causino danni da inquinamento
ap1atorP1qoaI1c1at1tgrg1affvPcioc1c1mAc1tfPiSePiaffciog1pcrPàaioc1pa1oatP1cffPllPgiP1lgug1ta1tgrg1
giurisdizione o controllo non si propaghi oltre le aree in cui esercitano diri- sovrani.

L’arcolo 207 della Convenzione al paragrafo 1 recita: B1GgsnGqla0GaUt4aztGsuoonGuGruotsacuz0GafGaG
prevenire, ridurre e tenere soo controllo l’inquinamento dell’ambiente marino d’origine terrestre,
ivi inclusi fiumi, estuari, conduure e installazioni di scarico, tenendo conto delle regole, delle
norme, delle procedure e delle prache raccomandate, concordate in ambito internazionale.”
fiMarImgtg1,.,1pctta1’giàcinPgic1rcmPoa;1N1. Gli Sta, al fine di prevenire, ridurre e tenere pt4tG
controllo l’inquinamento marino di origine atmosferneaGtGlrazpalctp'urnea2GaUt4aztGsuoonGuG
ruotsacuz0Gaddsnea7nsnGasstGpdaffintGaurutGpt4tGsaGstrtGptbraznlvGuGassuGzabnGeEuG7a4tztGsaGstrtG
7azUnuraGtGassuGzabnGuGaurtct7nsnGnccalrnetsa0GzunGloro registri, tenuto conto delle regole, norme e
procedure raccomandate in ambito internazionale, e della sicurezza della navigazione aerea. 2. Gli
Sta adoano, se necessario, altre misure per prevenire, ridurre e tenere soo controllo tale po di
inquinamento.”
Ti1oat1lcilg1GtP1loaI1pcàgig1rPlscuarc0auearc1tc1igrffc21GtP1loaiparp1c1tc1sraImAc1c1srgmcperc1
raccomandate concordate a livello internazionale coiocieoc21ora1tfatorg21icP1orauaI1leP1maffvPaffciI1
mtPffaImP1mgffc1tfd=F’’’1c1tf?mmgrpg1pP1QarPGPffi1

Gli obblighi sudde- sono di dovuta diligenza e lo soaiparp1pP1pgàeoa1pPtPGcina1]1rPGgrglg21paI1GtP1
ctcàaI1rPlmAP1pP1paiiP1GraàP1c1PrrcàcrlPvPtP1attfaffvPcioc1ffarPig1pcrPàaiI1pa1oatP1cffPllPgiPffi11
xeuaàPa1aGGPeiGc1Pt1sarcrc1pct1xrPveiatc21tfaueanPgne dell'obbligo di dovuta diligenza può variare in
valc1attc1masamPo/1pcGtP1qoaI1c1attc1rPlgrlc1pPlsgiibili.

fiMarImgtg1,..1pctta1’giàcinPgic1rPmgrpa1Pt1sarcrc1pel Tribunale, recita: “gsnGqla0GaUt4aztGsuoonGuG
regolamen a) a prevenire, ridurre e tenere soo controllo l’inquinamento dell’ambiente marino
causato da navi che baono la loro bandiera o da espnGnccalrnetsalu1GIasnGsuoonGuGruotsacuz0G
Uu77tztGaburuGu.eaenaGztzGnz'urntruGrnpdu4tGassuGrugole e norme internazionali generalmente
aeeu4alu2GucazaluGa4raburptGsaGetcduluzluGtroaznffiffiazione internazionale o conferenza
Undstca0eaGouzurasu.”
Aggiunge inoltre il Tribunale che ai sensi degli arImgtP1,.G1c1,,,1pctta1’giàcinPgic21GtP1qoaI1Qaroc1
Aaiig1tfgvvtPGg1lscmPCmg1pP1)ar1rPlscuarc1tc1srgsrPc1tcGGP1c1rcGgtaffciI1ianPgiatP1c1pP1apguarc1tcGGP1
c1rcGgtaffciI1c1atorc1ffPlerc1icmcllarPc1scr1auearc1te norme e gli standard internazionali
asstPmavPtP1loavPtPI1oraffPoc1tc1mgffscociI1grGaiPnnanPgiP1PiocrianPgiatP1g1mgi)crcinc1pPstgffaImAc1
per prevenire, ridurre e controllare l'inquinamento dell'ambiente marino da emissioni di gas serra
aiorgsgGciPmAc1srgàciPciI1pa1)giI1ocrrclorP1c1pattfaoffgl)cra1g1auraàcrlg1pP1clla21rPlscQàaffciocffi1

Gli arcoli 197, 200 e 201, le- insieme agli arcoli 194 e 192 della Convenzione, impongono
gvvtPGAP1lscmPCmP1aGtP1qoaI1Qaroc1pP1mggscrarc21pPrcuaffcioc1g1oraffPoc1grGaiPnnanPgiP1PiocrianPgiatP1
mgffscociI21Pi1ffgpg1mgiIieg21lPGiPCmaIàg1c1Pi1vegia1fede, al fine di prevenire, ridurre e
controllare l'inquinamento marino da emissioni di gas serra di origine antropica.
In parcolare, ai sensi dell'arcolo 200, gli Sta Parte della Convenzione hanno l'obbligo specifico
di cooperare per promuovere studi, intraprendere rimcrmAc1lmPciICmAc1c1PimgraGGParc1tg1lmaffvPg1pP1
Pi)grffanPgiP1c1paI1lettfPiSePiaffciog1ffarPig1pa1cffPlsioni di gas serra di origine antropica, sui suoi
percorsi, rischi e rimedi, comprese le misure di miIGanPgic1c1apauaffciogffi1?P1lcilP1pcttfarImgtg1
201, gli Sta Parte hanno l'obbligo specifico di stavPtPrc1mrPocrP1lmPciICmP1assrgsrPaI1letta1valc1pcP1

tMPiSePiaffciog1càcioeatffcioc1maelaog1pa1PimPpciI1g1pa1aQàPo/1làgtoc1lgug1ta1tgrg1GPerPlpPnPgic1c1mgi1orollo non si
propaghi al di là delle zone dove essi esercitano diri- sovrani conformemente alla presente Convenzione.

quali regole, standard e prache e procedure raccomandate devono essere formulate ed elaborate
per contrastare l'inquinamento marino dovuto alle emissioni di gas serra di origine antropica.

Ai sensi dell'arcolo 202 della Convenzione, gli Sta Parte hanno l'obbligo specifico di assistere gli
Sta in via di sviluppo, in parcolare quelli vulnerabili, nei loro sforzi per affrontare l'inquinamento
marino dovuto alle emissioni di gas serra concedendo loro un traamento preferenziale in termini
di finanziamen, assistenza tecnica e servizi specializza pernen da parte di organizzazioni
internazionali.

Gli arcoli 204, 205 e 206 della Convenzione impongono agli Sta Parte
specifici obblighi di monitoraggio, pubblicazione dei relavi rappor e conduzione
di valutazioni di impao ambientale, come mezzo per affrontare l'inquinamento marino da
emissioni di gas serra antropogeniche, a qualsiasi a-vità pianificata, pubblica o privata, che possa
causare un inquinamento sostanziale all'ambiente marino o cambiamen significavi e dannosi
allo stesso araverso emissioni antropiche di gas serra, compresi gli effe- cumulavi

RISPOSTE DEL TRIBUNALE ALLA DOMANDA (b)
L’arcolo 192 della Convenzione afferma che gli Sta hanno l’obbligo di proteggere e preservare
l’ambiente marino.
Secondo il Tribunale laddove l'ambiente marino sia stato degradato, questo obbligo può richiedere
misure per riprisnare gli habitat e gli ecosistemi marini. L'arcolo 192 della Convenzione richiede
agli Sta Parte di ancipare i rischi relavi agli impa- dei cambiamen climaci e all'acidificazione
degli oceani, a seconda delle circostanze.

Ai sensi dell'arcolo 194, paragrafo 5, della Convenzione, gli Sta Parte hanno l'obbligo
specifico di proteggere e preservare gli ecosistemi rari o fragili, nonché l'habitat di specie
impoverite, minacciate o in via di esnzione e altre forme di vita marina dagli impa- dei
cambiamen climaci e dall'acidificazione degli oceani.

Ai sensi degli arcoli 61 e 119 della Convenzione, gli Sta Parte hanno l'obbligo specifico di
adoare misure necessarie per preservare le risorse marine viven minacciate dagli impa- dei
cambiamen climaci e dall'acidificazione degli oceani. Nell'adoare tali misure, gli Sta Parte
terranno conto, tra l'altro, delle migliori conoscenze scienfiche disponibili e dei faori ambientali
ed economici pernen. Tale obbligo richiede l'applicazione dell'approccio precauzionale e di un
approccio ecosistemico.

Ai sensi dell'arcolo 118 della Convenzione, gli Sta Parte hanno l'obbligo specifico di cooperare
nell'adozione di misure necessarie per la conservazione delle risorse marine viven in alto mare
che sono minacciate dagli impa- del cambiamento climaco e dall'acidificazione degli oceani.
COMMENTI:
hps://www.renewablemaer.eu/tribunale-internazionale-dirio-mare-ridurre-emissioni-obbligo-
legale-sta

TESTO PARERE TRIBUNALE INTERNAZIONALE DEL DIRITTO DEL MARE
hps://www.itlos.org/fileadmin/itlos/documents/cases/31/Advisory_Opinion/C31_Adv_Op_21.05
.2024_orig.pdf

RIFIUTI
Mancata chiusura discariche (Giurisprudenza Comunitaria)
N°S4°SmP20d4°P1iPrio –imPLOPeIP °c°M3d°PITIÀ sulle modalità di proroga o chiusura delle
1i DmdiD(°P° i 4°S–PmbPM0M°S40P1°bbmP°S4dm4mPiSPAiBore della Dire-va 1999/31 sulle discariche vale
a dire il luglio 2001.
)Mmd–D0b0PeÀP1°bbmPàid°tAmPad°A°1°PD(°PBbiPN4m–PM°M3diPm10cmS0PMi od°PmESD(WPb°P1i DmdiD(°PD(°P
m33imS0P0c°So40PoSfmo40dimi0S°P0P imS0PBigPiSPuonzione al momento del recepimento della
presente dire-va possano rimanere in funzione soltaS40P °PiPad0AA°1iM°S–P°b°SDm–P1mP1°c0P
md–D0b0PeÀP.
25
nP 0S0Pm10cm–PD0SPbmPMm iMmP4°Ma° –Ai4gP°PmbPaizP4md1iP°S4d0P0c0PmSSiP1mbbmP°S4dm4mP
in vigore della Dire-va quindi al massimo entro il 2009.
Secondo la sentenza: La Repubblica slovacca fa rifediM°S40Pmbb°P1iA°d °PMi od°P1mP° mPm10cm4°lPiSP
amd–D0bmd°P obPaimS0Pb°Bi bm–A0P°PmMMiSi 4dm–A0lPmbPsS°P1iPmcomd°Pbfmd–D0b0PeÀlPb°c°dmP3nlP1°bbmP
1id°tAmPeqqqflGe:PO 0Pad°Di mlPiSPamd–D0bmd°lPD(°P4alune discariche, vale a dire quelle di Bojná,
parte B, Hnúšt'a – Kotlište, Detva – Studienec – II
e
PK0S–mS a°P8° ed°lP 0S0P 4m4°P1°sSi–AmM°S4°P
chiuse, rispe-vamente il 30 giugno 2023, il 13 giugno 2023, il 9 agosto 2022 e il 2 novembre 2022.
)°Pmb4d°P1i DmdiD(°P 0S0PiSPmc° mP1iPD(io odmlPiSPamd–D0bmd°PmPDmo mP1iPDidD0 4mS°Pb°Bm4°PmbP
comportamento dei loro gestori. Orbene, un argomento del genere non può essere accolto, in
-omS40P1mbP4°S0d°Pb°c°dmb°P1°bbfmd–D0b0PeÀP1°bbmP1ire-va 1999/31, nonché dalla giurisprudenza
Di4m4mPmiPaoS–PÀTP°PÀeP1°bbmPad° °S4°P °S4°SmlPdi ob4mPD(°Pb°P1i DmdiD(°P° i 4°S–P10A°AmS0P
di a°cmd°PiPd°-oi i–P1iP4mb°P1id°tAmlPmSD(°Pa°dP-omnto riguarda l'autorizzazione a proseguire la loro
mtAi4gP0lPiSPDm 0PD0S4dmdi0lPbmP1i mtAmi0S°P1°sSi–va, entro il 16 luglio 2009. Tale era il termine
a°dPbmPD(io odmP1°bb°P1i DmdiD(°P° i 4°S–PadiMmP1°b recepimento di tale dire-va che non erano state
d° °PD0Su0dMiPmP-o° 4fob–Mm:P
fibbmPboD°P1iP4oc°Pb°PD0S i1°dmi0SiPD(°Pad°D°10S0lPsi deve constatare che la Repubblica slovacca:
ZPS0SPmA°S10Pm10cm40Pb°PMi od°PS°D° mdi°Pa°dPBmdmS–d°PD(°lPa°dP-omS40PdiBomd1mPYbii°PK0d`lP
Bojná, parte B e parte C
– Prima tranche
, Čadca – Podzávoz, Rajec – Šuja, Ružomberok – Biela Pút»,
Skládka TKO Zubrohlava, Hnúšt'a – Kotlište, Detva – Studienec – II
tranche
lPK0S–mS a°P8° ed°lPKmda`PZP
Pláne e Stropkov – Chotča, discariche, i piani di sAiboaa0P1iP4mbiP i–P°Pb°P°A°S4ombiPMi od°PD0dd°tA°P
imS0P 0c0a0 –Pmbbfmaad0Ami0S°PiSPM010PD(°Pb°P1°Di i0SiP1°sSi–A°P obPb0d0Pad0 °BoiM°S40P
dell'a-vità siano prese sulla base del loro piano di sviluppo o per la loro disa-vazione il più presto
a0 i3ib°lPS0SP(mPdi a°cm40PBbiP033biB(iP1iPDoiPmbbfmd–D0b0PeÀlPmnP°P3nlP1°bbmP1id°tAmPeqqqflGelP°P
ZPS0SPmA°S10Pm10cm40Pb°PMi od°PS°D° mdi°PmESD(WPb° discariche di Stupava – Žabáreň,
Bobogdány, Prietrž, Veronika Dežerice, Skládka KO Duslo, Šahy – Holá Stráž, Židová – Vráble,
Smutná, Hnúšťa – Branzová e Veľká Ves siano chiuse al più presto, è venuto meno agli obblighi ad
° mPiSD0M3°S–PiSPu0dmP1°bbfmd–D0b0PeÀlP3nP1°bbmP1ire-va 1999/31.
TESTO SENTENZA 12/9/2024:
(ca RflflDodim:°od0am:°oflffiodi fl10DoM°S4fl10DoM°S4:ffi u’text=&docid=290016&pageIndex=0&doclan
g=FR&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=2026888


25
(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8flK8U)fl?uri=CELEX:01999L0031-
20240804&qid=1737473848748#art_14

Spedizioni transfrontaliere e nozioni di rifiu9 (Giurisprudenza Comunitaria)
N°S4°SmP20d4°P1iPrio –imPLOP1°bPIePB°SSmi0PITIvP(a1loaoePog1mAc1tMarImgtg1.21saraGra)g1G21tcucra1
b), del regolamento (CE) n. 1013/2006 (
26
) del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno
ITTxlPd°bm–A0Pmbb°P a°1ii0SiP1iPdiso–lP1°AM° °d°Pinterpretato nel senso che l’esclusione dall’ambito
di applicazione di tale regolamento prevista da talc1pPlsglPnPgic21rPGearpaioc1P1rPCeI1srgpgQ1a1
bordo di una nave a seguito di avaria avvenuta in atog1ffarc1CimAW1igi1lPaig1lvarmaI1scr1cllcrc1
rcmescraI1g1lffatII21igi1lP1asstPma1sP[1aP1rPCeI1rPffalI1a1vgrpg1pP1oatc1iaàc1scr1cllcrc1lscpPI21
PilPcffc1atta1iaàc21a1CiP1pP1rcmescrg1g1lffatIffciog21pgsg1mAc1eia1saroc1pP1oatP1rPCeI1]1loaoa1
sbarcata in un porto sicuro a fini di recupero o smatIffciogL1oatc1PiocrsrcoanPgic1]1mgi)grffc1
mbbMmd–D0b0PelPamdmBdmu0PÀlP1°bbmP20SA°Si0S°P obPDgiorgttg1pcP1ffgàPffciI1orail)rgioatPcrP1pP1rPCeI1
scrPmgtglP1c1pct1tgrg1lffatIffciog21Crffaoa1a1“alPtca1il 22 marzo 1989, approvata, a nome della
Comunità economica europea, con la decisione 93/98/CEE del Consiglio, del 1° febbraio 1993.
TESTO SENTENZA 21/1/2025: Ausl;00merPafficergsaffice0@erPl0pgmeffcio0pgmeffcioffi@l)Ljsessionid=24DEBFDD4B83D6F980D7C1CE5
1FB8D95?text=&docid=294435&pageIndex=0&doclang=it&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid
=23633964


Competenze amministra9ve si9 di bonifica di ridoe dimensioni (Giurisprudenza
Nazionale)
)mP20d4°P20 –4oi0Smb°PD0SP °S4°SmPeveflITIÀP(mP1iDAParaog1igi1)gipaoa1ta1SeclIgic1pP1
tcGPQffPo/1mglIoenPgiatc1pP1eia1igrffa1rcGPgiatc1mAc1assegnava ai Comuni le competenze
affffPiPloraIàc1Pi1ffaocrPa1pP1srgmcpera1pP1vgiPCma1lcffstPCmaoc1scr1lPI1PiSePiaI1pP1rPpguc1
1iM°S i0SiP°,Pmd–D0b0PIÀqPà)B PevIflITTxP.
27
).
?Tcrffa1ta1’groc1’glIoenPgiatc1ictta1lciocina1pP1lcGuito riportata:
Tt1mgi)crPffciog1aGtP1ciI1tgmatP1pcttc1)einPgiP1affffPiPloraIàc1aTcrciI1atta1vgiPCma1pcP1lPI1pP1rPpguc1
dimensioni, disposto dalla previsione impugnata, noi1Piàapc1ta1mgffscocina1tcGPltaIàa1clmtelPàa1
dello Stato in materia di ambiente, perché, contrariamente a quanto ritenuto dal ricorrente,
rinviene una sia pure implicita legi-mazione in unaPu0S4°Pb°Bi bm–AmP 4m4mb°lP-omb°P5PibP1:b:PS:PeTÀP
1°bPITIGlPD0M°PD0SA°d–40:P
Come ricordato, l’art. 22 di tale decreto-legge ha loavPtPog1mAc1tc1rcGPgiP1sgllgig1aurPvePrc21mgi1
b°BB°lPmBbiP°S–Pb0DmbiP1iPDoiPmbbMmd4:PeeÀP20 4:lPbe funzioni dalle stesse esercitabili nell’ambito del
procedimento ordinario disciplinato dall’art. 242 cod. ambiente e quelle correlate al modello
srgmcpPffcioatc1lcffstPCmaog1Gcicratc1Piorgpgug1pattMart. 242-bis del medesimo codice.
La mancanza, nella citata disciplina d’urgenza, di un riferimento esplicito al procedimento di cui
all’art. 249 cod. ambiente non è sufficiente ad esclupcrc1tc1mgrrctaoc1)einPgiP1affffPiPloraIàc1pat1
igàcrg1pP1Secttc1mAc1sgllgig1cllcrc1gGGcug1pP1rPattgmanPgic1srcllg1affvPI1ocrrPogrPatP1
infraregionali.
Se, infa-, il legislatore statale ha ritenuto conforme al principio di adeguatezza riconoscere alle
rcGPgiP1ta1)amgto/1pP1mgi)crPrc1aGtP1ciI1tgmatP1tc1)einPgiP1rctaIàc1at1sP[1mgffstcllg1c1arImgtaog1
procedimento di bonifica ordinario, non si ravvisano1raGPgiP1scr1igi1Pimtepcrc1ora1tc1aurPvenPgiP1
pctcGavPtP1tc1sP[1rPpguc1mgffscocinc1lscuaiI1attc1loesse regioni nell’ambito della procedura
lcffstPCmaoa1scr1P1lPI1pP1rPpguc1pPffcilPgiPffi1

26
1Ausl;00cerItcBfficergsaffice0tcGatImgiocio0Tx0xJx0AerP=CELEX%3A02006R1013-20210111&qid=1737558389160
27
1Ausl;00]]]ffiigrffaQàaffiPo0erPIrcl0=,filAeri;iPr;loaog;1°Dd°40:b°Bi bm–A0RITTxITÀITGpevIrmd4IÀqP

4.1.1.– A tale riguardo, occorre ricordare che la disciplina della bonifica ordinaria prevede un
lPGiPCmaIàg1mgPiàgtGPffciog1pcttMaffffPiPloranPgic1rcGionale in funzione sia di controllo, sia di
assrgàanPgic1pcttMaQàPo/1pct1lgGGcug1rclsgilavPtc1pella contaminazione.
Alla stregua del modello procedimentale delineato dall’art. 242 cod. ambiente, le operazioni di
bonifica divengono, infa-, esigibili dal responsabile della contaminazione allorché, all’esito di una
mgffstclla1PipaGPic1srctPffPiarc21rPletIig1lescraI1ign solo i livelli di «concentrazione soglia di
mgioaffPianPgic1é’q’4U21srcpcocrffPiaI1Pi1ffgpg1eiP)grme ex lege, ma anche quelli di
«concentrazione soglia di rischio (CSR)», i quali sgig1rPtcàaI1ffcpPaioc1eia1Vsrgmcpera1pP1aiatPlP1pct1
rischio sito specifica» volta ad accertare, per ciascuna area contaminata, le effe-ve esigenze di
bonifica in base alle conseguenze sulla salute umana1pcrPàaiI1pattMclsglPnPgic1srgteiGaoa1attc1
lgloainc1PiSePiaiI1srclciI1icttc1ffaorPmP1affvPcioatP.
Nel procedimento semplificato ex art. 249 cod. ambiente tale indagine è, invece, soltanto
eventuale, potendo il responsabile dell’inquinamento scegliere di adempiere l’obbligo di bonifica
limitandosi a riportare i valori di contaminazione del sito ai livelli di soglia di contaminazione (CSC).
Ti1gGiP1malg21ictta1vgiPCma1pcP1lPI1pP1rPpguc1pPffcisioni l’analisi del rischio sito specifica non
rPmAPcpc1eia1srgmcpera1pP1assrgàanPgic1srcàciIàa1ffcdiante conferenza di servizi come quella
prevista per il procedimento ordinario, ma confluiscc1pPrcuaffcioc1ict1srgGcug1pP1vgiPCma1
lgugsglog1at1àaGtPg1pctta1rcGPgicffi1
Nella procedura ex art. 249 cod. ambiente, alla semplificazione del riscontro della concentrazione
pcP1mgioaffPiaiI1mgilcGegig1eia1ffaGGPgrc1licttcnna1srocedimentale e un minore impegno
dell’amministrazione regionale, alla quale sono, infa-, affidate funzioni di verifica ex post e non,
come nella procedura ordinaria, di autorizzazione ex ante.
4.1.2.– Non può, poi, trascurarsi che, tra le funzioni regionali susce-bili di essere conferite agli eiI1
locali, ai sensi dell’art. 22 del d.l. n. 104 del 2023, come converto, risultano espressamente
PipPmaoc1aimAc1Secttc1rctaIàc1at1srgmcpPffciog1pP1vgnifica disciplinato dall’art. 242-bis cod.
ambiente, rubricato «Procedura semplificata per le operazioni di bonifica», il quale, per la sua
gscraIàPo/1GcicratPnnaoa21mglIoePlmc1Pt1sarapPGffa1pelle procedure semplificate, di cui
l’iter procedimentale disciplinato dall’art. 249 cod. ambiente e dall’Allegato 4 al Titolo V della Parte
TY1pcttg1locllg1mgpPmc1mglIoePlmc1càPpciocffcioc1eia species.
Anche in questa procedura la semplificazione è legata1at1paog1loreueratc1scr1Pt1Seatc1Pt1tPàcttg1pP1
ogttcravPtPo/1pcttc1lgloainc1PiSePiaiI1alleiog1a1sarametro, coincidendo con quello delle
concentrazioni soglia di contaminazione (CSC), richiede indagini che comportano un minore
impiego di risorse sia da parte del responsabile della contaminazione, sia da parte delle
amministrazioni coinvolte.
4.2.– In definiva, non è condivisibile, perché sforiPoa1pP1eia1GPelICmanPgic1ranPgiatc21ta1srcffclla1
PiocrsrcoaIàa1pa1meP1ffegàc1Pt1rPmgrrcioc21lcmgipg1ta1Seatc1ta1)grffetanPgic1tcucratc1pcttMaroffi1,,1pct1
d.l. n. 104 del 2023, come converto, imporrebbe di escludere dal novero delle funzioni regionali
pctcGavPtP1aGtP1ciI1tgmatP1Secttc1PicrciI1at1srgmcpPffciog1pP1vgiPCma1loreueratffcioc1sP[1lcffstPmc1
ed esperibile in situazioni in cui la limitatezza ssanPatc1pctta1mgioaffPianPgic1]1lPiogffaIma1pP1eia1
minore gravità del rischio ambientale.
5.– Non merita, peraltro, condivisione l’assunto del Governo secondo il quale l’art. 75 della legge
reg. Sardegna n. 9 del 2023 travalicherebbe la compcocina1tcGPltaIàa1srPffarPa1Pi1ocffa1pP1VsPmmgtc1
vgiPCmAcU1aurPvePoa1atta1:cGPgic1qarpcGia1pattMaroffi1G21srPffg1mgffffa21tcucra1d), dello statuto
speciale.
Tale affermazione poggia sull’erroneo presupposto secondo il quale la citata previsione statutaria si
riferisca alla bonifica ambientale.
L’espressione «piccole bonifiche» ivi contenuta – al pari della indicazione, tra le materie di
competenza legislava concorrente di cui all’art. 421srPffg1mgffffa21tcucra1c), dello stesso statuto di

autonomia, delle «opere di grande e media bonifica» è1rPGearpa21Piàcmc21Pt1pPàcrlg1PlIoeog1pctta1
bonifica integrale disciplinato dal regio decreto 13 febbraio 1933, n. 215 (Nuove norme per la
vgiPCma1PiocGratc41c1paGtP1aruffi1H'b1c1lcGeciI1pct1modice civile.
5.1.– A favore di tale interpretazione milita, in primo luogo, l’argomento storico, posto che la
u0dMobmP 4m4o4mdimPiSP Ddo–Si0Pdi mb°PmbPeqÀHP°lP-oPipP21ap1ei1mgioclog1igrffaIàg1ict1Seatc1igi1lP1
rPiàciPàa1eia1ignPgic1pP1vgiPCma1pcP1lPI1mgioaffPiaI assimilabile a quella oggi definita dal codice
dell’ambiente.
Nello statuto speciale sardo la nozione di bonifica, nella triplice declinazione di piccola, grande e
media bonifica, rievoca, invece, la classificazione rPmaàavPtc1patta1mgcàa1igrffaIàa1letta1vgiPCma1
integrale.
L’espressione «piccola bonifica» si rinviene, infa-,PS°BbiPmdc:PeeIP°P °Bo°S–P1°bPd°Bi0P1°Dd°40PGTP
dicembre 1923, n. 3256 (Testo unico delle leggi sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni
paludosi), mentre il richiamo alle «opere di grande e media bonifica» contenuto nell’art. 4, primo
mgffffa21tcucra1c), dello stesso statuto speciale, rimanda alle opere di prima e di seconda categoria
pPlmPstPiaoc1pa1pcug1rcGPg1pcmrcogffi1
5.2.– Nello stesso senso depone il tenore dell’art.1G21srPffg1mgffffa21tcucra1d), dello statuto reg.
Sardegna, nel quale le piccole bonifiche sono associaoc21auraàcrlg1ta1mgiGPeinPgic1NcO21attc1Vgscrc1
di miglioramento agrario e fondiario» e sono precedute dalle parole «agricoltura e foreste».
TESTO SENTENZA 151/2024:
Ausl;00]]]ffimgrocmglIoenPgiatcffiPo0amIgiqmAcpaQrgieimia.do?anno=2024&numero=151


Competenze amministra9ve bonifica di ufficio in danno dell’inquinatore
(Giurisprudenza Cos9tuzionale)
)mP20d4°P20 –4oi0Smb°PD0SP °S4°SmPeveflITIÀP(mP1iDAParaog1PimglIoenPgiatc1eia1igrffa1rcGPgiatc1
D(°P4dm u°diAmPb°PD0Ma°4°S°P°,Pmd–D0b0PIvTPà)B Pev2/2006 alle Provincie.
)Mmd–D0b0PIvTPd°Di4mRPN Qualora i sogge- responsabili della contaminazione non provvedano
pPrcuaffcioc1aGtP1apcffsPffciI1pPlsglI1pat1srclcioc1Ioolo ovvero non siano individuabili e non
provvedano né il proprietario del sito né altri sogGcQ1PiocrcllaI21tc1srgmcperc1c1GtP1PiocràciI1pP1meP
mbbfmd–D0b0PIÀIP 0S0Pd°mbim–P1foEDi0P1mbPD0MoS°P4erritorialmente competente e, ove questo non
provveda, dalla regione, secondo l'ordine di priorio/1CllaI1pat1sPaig1rcGPgiatc1scr1ta1vgiPCma1pcttc1
aree inquinate, avvalendosi anche di altri sogge- pevvtPmP1g1srPàaI21PipPàPpeaI1ap1clPog1pP1assglPoc1
procedure ad evidenza pubblica entro il termine di novanta giorni dalla mancata individuazione del
lgGGcug1rclsgilavPtc1pctta1mgioaffPianPgic1g1pattfamcertato inadempimento da parte dello stesso.
?t1Cic1pP1aiImPsarc1tc1lgffffc1scr1P1srcpcQ1PiocràciI1tc1rcGPgiP1sgllgig1PlIoePrc1assglPI1)gipP1
nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio.”
?Tcrffa1ta1’groc1’glIoenPgiatc1ictta1saroc1pP1lciociza di seguito riportata:
fiMclcmenPgic1pctta1vgiPCma1Pi1àPa1lglIoeIàa1seX1icmessitare di competenze tecniche specifiche e di
rPlgrlc1cmgigffPmAc1lPGiPCmaIàc21oaiog1mAc21a1igrffa1dell’art. 250, comma 1, cod. ambiente, le
amministrazioni tenute a provvedervi possono avvalerlP1aimAc1pP1atorP1lgGGcQ21sevvtPmP1g1srPàaI21
PipPàPpeaI1attMclPog1pP1assglPoc1srgmcperc1ap1càPpcnza pubblica.
La citata disposizione prevede, altresì, che, al finc1pP1aiImPsarc1tc1lgffffc1scr1P1srcpcQ1PiocràciI21
ta1rcGPgic1seX1PlIoePrc1assglPI1)gipP1icttMaffvPog1pelle proprie disponibilità di bilancio.
Ancora, il comma 1-bisP1°bbMmd4:PIvTPD01:PmM3i°S4°PD0S °S4°PmBbiP°S–Pao33tPmP1aueaogrP1pctta1
vgiPCma1pP1lIsetarc1assglPI1ammgrpP1aP1lcilP1pcttMart. 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove
igrffc1Pi1ffaocrPa1pP1srgmcpPffciog1affffPiPloraIàg1c1pP1pPrPug1pP1ammcllg1aP1pgmeffciI1

affffPiPloraIàP41mgi1Pt1)PiPlocrg1pctta1orailPnPgic1ccologica onde avvalersi delle società in house del
medesimo Ministero.
Infine, a fronte delle spese sopportate dalle amminiloranPgiP1ocieoc1atta1lglIoenPgic1pct1lgGGcug1
rclsgilavPtc1pctta1mgioaffPianPgic21Pt1mrcpPog1rclIoeogrPg1]1GaraiIog1pa1srPàPtcGPg1lscmPatc1
immobiliare sul fondo interessato dall’intervento. Tigtorc21scr1cTcug1pcttMapcffsPffciog1lglIoeIàg1
]1mglIoePog1ei1gicrc1rcatc1let1ffcpclPffg1)gipg1PiSePnato (art. 253 cod. ambiente).
6.2.– Dalle disposizioni richiamate si ricava che it1sgocrcIpgàcrc1pP1Piocràciog1lesstcIàg21mAc1tMaroffi
250 cod. ambiente aribuisce, in via primaria, al cgffeic1c21gàc1pcug1cioc1igi1srgààcpa21Pi1àPa1
lglIoeIàa1atta1rcGPgic21Aa1ei1mgiocieog1sui generis21Pi1Seaiog1igi1mgimcric1)einPgiP1c1mgffsPI1pP1
amministrazione a-va, ma l’esecuzione d’ufficio degli interven che l’art. 242 cod. ambiente
impone al responsabile della contaminazione e, dunqec21Pi1pcCiPIàa21pcttc1locllc1gscranPgiP1pP1
ffclla1Pi1lPmercnna21pP1PipaGPic1mgiglmPIàa1c1pP1rPsrPlIig1affvPcioatc1attc1SeatP1SeclI1lP1]1lguraugffi1
Tt1sgocrc1lglIoeIàg1Pi1claffc21mAc1Pt1mgpPmc1pcttMaffbiente assegna alla regione, non figura tra le
)einPgiP1affffPiPloraIàc21pP1mgffscocina1pP1oatc1cioc2 di cui l’art. 22 del d.l. n. 104 del 2023, come
mgiàcrIog21aeogrPnna1tMattgmanPgic1srcllg1GtP1ciI1tocali, né può ritenersi che la sua delegabilità sia
implicitamente ammessa.
3cug1sgocrc1srclcioa21Pi)aQ21lPGiPCmaIàc1pPTcrcinc1mgiocieIlImAc1rPlscug1attc1)einPgiP1è1pP1
mgiorgttg1c1pP1assrgàanPgic1pcttc1aQàPo/1pct1lgGGcug1PiSePiaogrc1è1aurPvePoc1atta1rcGPgic1pattc1
igrffc1mAc1rcGgtaig1P1srgmcpPffciI1pP1vgiPCmaffi1
Esso ha natura composita, in quanto, da un lato, coffc1pcug21at1sarP1pcttMgffgtgGg1sgocrc1
lesstcIàg1lscuaioc1at1mgffeic21igi1lP1clorPilcma1Pi1a- di controllo e di approvazione, ma ha ad
gGGcug1tc1locllc1gscranPgiP1pP1vgiPCma1mAc1aàrcvvc1dovuto compiere il responsabile della
contaminazione, e, dall’altro, presenta la connotazPgic1loreffcioatc1IsPma1pctta1lglIoenPgic1
affffPiPloraIàa21Pi1Seaiog1lgrGc1Pi1mgilcGecina1pcttMinerzia dell’ente pubblico ordinariamente
mgffscocioc1cp1]1àgtog1a1lgsscrPràP1auraàcrlg1tg1làglgimento di a-vità obbligatorie per legge e a
tutela di un interesse pubblico, quale è quello al lgttcmPog1rPsrPlIig1affvPcioatc21mAc1Pt1scrperarc1
dell’inadempimento potrebbe pregiudicare.
6.3.– Alla luce delle considerazioni che precedono, la possibilità di delegare un potere, come
quello ex art. 250 cod. ambiente, in alcun modo assimilabile1attc1)einPgiP1affffPiPloraIàc1
nominavamente indicate dall’art. 22 del d.l. n. 104 del 2023, come converto, avrebbe richiesto
una previsione esplicita.
3Matorgipc21ta1lmctoa1pP1aurPvePrc1atta1rcGPgic1Pt1sgocrc1pP1lglIoePrc1Pt1mgffeic1mAc1igi1lesstPlmc1
all’inadempimento del responsabile della contaminazione concorda con la generale preferenza,
pcleffPvPtc1patta1pPlmPstPia1pcP1srgmcpPffciI1pP1vgiPfica ex ar. 242, 242-bis e 249 cod. ambiente,
per la competenza regionale.
xatc1gsnPgic1lgucipc1eia1àateoanPgic21pa1saroc1pct1tcGPltaogrc1loaoatc1è1eiPmg1lgGGcug1tcGPQffaog1
a definire l’organizzazione delle funzioni amministraIàc1mgrrPlsgipciI1attc1ffaocrPc21mgffc1
tMaffvPcioc21rPmapciI1ictta1srgsrPa1mgffscocina1tcGPllava esclusiva (sentenza n. 189 del 2021) –, di
adeguatezza del livello regionale per la cura degli1PiocrcllP1mgPiàgtI21aàeog21atorcl\21rPGearpg1
all’esigenza di supportare le realtà comunali più piccole, in quanto ritenute inidonee a sostenere un
procedimento, come quello di bonifica, che può richicpcrc1tMPffsPcGg1pP1PiGciI1rPlgrlc1cmgigffPmAc1
c1ei1lgtPpg1assaraog1grGaiPnnaIàgffi1
6.3.1.– Nel senso della conservazione in capo alle regioni della speciale competenza
lesstcIàa1ex art. 250 cod. ambiente depone, infine, lo stesso art. 22 del d.l. n. 104 del 2023, come
mgiàcrIog21t/1pgàc1srclmrPàc1mAc1ta1tcGGc1rcGPgiatc1mAc1mgi)crPlmc1Vtc1)einPgiP1affffPiPloraIàc1pP1meP1
agli arcoli 194, comma 6, leera a), 208, 242 e 242-bis del decreto legislavo 3 aprile 2006, n.
152» disciplini, insieme ai poteri regionali di indirizzo, di coordinamento e di controllo e al

supporto tecnico-amministravo agli en cui sono trasferite le funzioni, l’esercizio, da parte delle
stesse regioni, di poteri sostuvi «in caso di verificata inerzia nell’esercizio delle medesime».
TESTO SENTENZA 151/2024:
hps://www.cortecostuzionale.it/aconSchedaPronuncia.do?anno=2024&numero=151

SOSTANZE PERICOLOSE

Registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche-
REACH (Giurisprudenza Comunitaria)
N°S4°SmP20d4°P1iPrio –imPvP °c°M3d°PITIÀPmT°dMmPD(°PbMmd–D0b0PqÀlPamdmBdmu0PelP1°bP
Regolamento (CE) n. 1907/2006 (
28
) del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006,
concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze
D(iMiD(°P.GOfi2KnlPD(°Pi –4oi D°PoSMfiB°SimP°od0a°mPper le sostanze chimiche, che modifica la
Dire-va 1999/45/CE (
29
) e che abroga il Regolamento (CEE) n. 793/93 del Consiglio e il
regolamento (CE) n. 1488/94 della Commissione, nonché la Dire-va 76/769/CEE del Consiglio e le
Dire-ve della Commissione 91/155/CEE, 93/67/CEE, 93/105/CE e 2000/21/CE, come modificato
dal regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008,
deve essere interpretato nel senso che:
ibPBio1iD°P1°bbMLSi0S°PS0SPaoXP° °d°PiSA° –40P1mbb’Agenzia europea per le sostanze chimiche
.O2KfinP1iPoSPdiD0d 0P1id°c0PmbbM° °Doi0S°P1iPoSP03bligo pecuniario imposto ad una persona in una
1°Di i0S°Pm10cm4mP1mP4mb°PmB°Sim:P
)Mmd–D0b0PIqqlPadiM0PD0MMmP.
30
), TFUE deve essere interpretato nel senso che:
una decisione dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) che comporta, a carico di una
persona, un obbligo pecuniario connesso a una domanda di registrazione di una sostanza chimica
1mPamd4°P1iP4mb°PmB°SimPS0SPD0 –4oi D°P–40b0P° °Do–A0lPmiP °S iP1iP4mb°P1i a0 ii0S°:P
hbPD0M3iSm40P1i a0 40P1°bbMmd–D0b0PeelPamdmBdmu0PGl secondo comma (
31
nlP°P1°bbMmd–D0b0PeGlP
paragrafo 4, secondo e terzo comma (
32
), del regolamento (CE) n. 340/2008 (
33
) della Commissione,
1°bPexPmadib°PITTHlPd°bm–A0Pmbb°P4mdiT°P°PmBbiP0S°di pagabili all’Agenzia europea per le sostanze
chimiche a norma del regolamento n. 1907/2006,
deve essere interpretato nel senso che:
qualora l’Agenzia europea per le sostanze chimiche .O2KfinPD0S 4m–PD(°P 0S0P10Ao–PbmP4mdiTmP
iS4°Bdmb°P°PoSP0S°d°PmMMiSi 4dm–A0PiSP-omS40PbmPa°dsona che ha dichiarato di poter beneficiare di
oSmP4mdiTmPdi10cmPS0SP5PBioS4mPmP1iM0 4dmd°lP°S4d0PiP4°dMiSiPiMamd––lP1iPmA°dP1idic0PmPoSmP iTmcmP
di1oi0S°lP1°c°P1i a0 ii0SiPS0SP° Dbo10S0PD(°P4mb° agenzia dell’Unione proponga un’azione

28
P(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8fl’odi=CELEX%3A02006R1907-20241010&qid=1737457526433
29
P(ca Rflfl°odI
lex.europa.eu/search.html?DTA=1999&SUBDOM_INIT=CONS)Or/à9^8sQO^6F^fi28H1id°D–A°/à8N^NL9à6UH267N)
EG&typeOfActStatus=DIRECTIVE&DTS_DOM=EU_LAW&lang=it&type=advanced&qid=1737457610291&DTN=0045
30
Il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando °D0S10PbmPad0D°1odmPb°Bi bm–AmP0d1iSmdimlPm10cmS0Ple misure
S°D° mdi°Pa°dPbfmcomi0S°P1°bbmPa0bi–DmP1iPD00a°dmzione allo sviluppo, che possono riguardare programmi pluriennali
di cooperazione con paesi in via di sviluppo o progdmMMiP4°Mm–Di:P
31
Pbomb0dmPibPamBmM°S40PS0SP imP°T°com40P°S4d0PibP4°dmine di cui al paragrafo 2, l’agenzia stabilisce una seconda
scadenza di pagamento. Qualora il pagamento non siaP°T°com40P°S4d0PibP °D0S10P4°dMiS°lPbMmB°SimPd° ainge la
domanda.
32
Qualora una persona fisica e giuridica dichiari di mA°d°P1idic0PmPoSmPdi1oi0S°P0P° °Si0S°PMmPS0SPa0 sa dimostrarlo,
l’agenzia riscuote per intero le tariffe o gli onerilPS0SD(WPoSP0S°d°PmMMiSi 4dm–A0:P
Qualora la persona fisica e giuridica che dichiara di poter godere di una riduzione abbia già versato una tariffa o un
0S°d°Pdi10tlPMmPS0SPa0 mP1iM0 4dmd°P1iPmA°d°P1idico a tale riduzione, l’agenzia riscuote il saldo della tariffa o
1°bbM0S°d°Pa°dPiS4°d0lPS0SD(WPoSP0S°d°PmMMiSi 4dm–Ao.
)Mmd–D0b0PeelPamdmBdmsPIlPGP°PvP5PmaabiDm3ib°PMo4m–s mutandis.

33
P(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8flK8U)/?uri=CELEX:02008R0340-
20210621&qid=1737457838773#tocId18

esecuva dinanzi ai giudici nazionali al fine di riscuotere l’onere amministravo in quesone, se
tale onere non è stato pagato entro i termini impar.
TESTO SENTENZA 7/9/2024:
hps://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=289812&pageIndex=0&doclan
g=IT&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=8800330

SUOLO DIFESA
Obblighi degli operatori che commercializzano legno e prodo: da esso deriva9
(Giurisprudenza Comunitaria)
)mP20d4°P1iPrio –imPD0SP °S4°SmP1°bPIePS0A°M3d°PITIÀP(mP 4m4oi40PbMmd–D0b0PIlPb°c°d°P1mPmnPmPDnlP
del regolamento (UE) n. 995/2010 (
34
nP1°bPQmdbmM°S40P°od0a°0P°P1°bP20S iBbi0lP1°bPITP0cobre
2010, che stabilisce gli obblighi degli operatori che commercializzano legno e prodo- da esso
1°diAm–lP1°AM° °d°PiS4°dad°4m40PS°bP °S 0PD(°RP
oSmPa°d 0SmPs iDmP0PBiodi1iDmPD(°P –aobmPoSPD0S4dmco con il quale autorizza la sua controparte
D0S4dmcomb°PmPad°b°Amd°lP oP o°Pi 4doi0SiP0P 0c0Pil suo controllo, legno grezzo o legna da ardere,
1°A°P° °d°PD0S i1°dm4mPoSPV0a°dm40d°UPD(°P°T°comPona «commercializzazione» di «legno e
ad010tP1mP° 0P1°diAm–UlPmiP °S iP1iP4mb°P1i a0 ii0S°lP °lPD0Su0dM°M°S4°PmbP1idic0PSmi0Smb°P
maabiDm3ib°lP4mb°PD0S4d0amd4°PD0S4dmcomb°PS0SP1iA°S4mP1id°cmM°S4°P°Pmo40Mm–DmM°S4°P
proprietaria del legno prelevato a seguito del meroP4mBbi0P1°BbiPmb3°dilPMmPibP1idic0P1iPad0adi°4gP ob
b°BS0Pb°PAi°S°P4dm u°di40P1mP1°cmPa°d 0SmlPdiMm 4mS°P–40bmd°lPiSP° °Doi0S°P1°bPD0S4dmc0P1iPDoiP
4dmcm i:P

N.B. Il Regolamento 995/2010 è stato abrogato dal Regolamento UE 2023/1115 ma con
G°B0bmM°S40P.ITIÀflGIGÀnPb°P Dm1°S°PaizPdib°AmS–P1°l Regolamento sono state spostate di oltre 2
mSSiP 0c0PbMmi0S°P1°bbmPb033`P1°BbiPiS1o 4dimbiPiMportatori esportatori di materie prime e prodo-
b°Bm–Pm1Pmi0SiP1iP1°u0d° 4mi0S°:PIl G°B0bmM°S40P.LOnPS:PqqvflITeTPD0S–SomPm1PmaabiDmd iPfino al 31
1iD°M3d°PITIHPmbPb°BS0P°PmiPad010tP1mP° 0P1°diAm–:
Per una analisi di quanto sopra si veda il post (
35
) sul mio Blog Note di Grondacci.

TESTO SENTENZA 21/11/2024:
(ca RflflDodim:°od0am:°oflffiodi fl10DoM°S4fl10DoM°S4:ffi u’text=&docid=292473&pageIndex=0&doclan
g=IT&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=8513157

34
P(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8flQàFfl?uri=CELEX:32010R0995
35
P(ca RflflS04°1iMmdD0Bd0S1mDDi:3b0B a04:D0MflITIvflTefldinviata-la-applicazione-del.html#more

VIA VAS

Misura di poli9ca e programmazione e natura di Piano/programma sooponibile a
VAS (Giurisprudenza Comunitaria)
N°S4°SmP20d4°P1iPrio –imPLOP1°bPÀP0c03d°PITIÀPD(°P(mP1°Di 0P obb°P °Bo°S–P-o° –0SiP
ad°Bio1iimbiPd°bm–AiPmbbM0BB°c0P1iPmaabiDmi0S°P1°lla Dire-va sulla Valutazione Ambientale
Strategica:
VenPN°Pbfmd–D0b0PIlPb°c°dmPmnP.
36
), della dire-va 2001/42, in combinato disposto conPbfmd–D0b0PGlP
amdmBdmu0PIlPb°c°dmPmnP.
37
), di tale dire-va, debba essere interpretato nel s°S 0PD(°PoSPmc0PD(°PibP
a04°d°P° °Do–A0P1iPoS0PN4m40PM°M3d0PS0SP(mPm10cm40Pin forza di un obbligo giuridico o
mMMiSi 4dm–A0P0P1iPoSPad0AA°1iM°S40Pd°B0bmM°S4md°lPmMMiSi 4dm–A0P0Pb°Bi bm–A0PaoXPD0 –4oid°P
un piano o un programma disciplinato da tale dire-va, qualora il piano o il programma così
m10cm40P1°sSi DmPoSP-om1d0PiSPDoiPbfmcomi0S°P1iP1°4°dMiSm–Pad0B°tPa0 mP° °d°Pmo40dim4mP0P
rifiutata in futuro e soddisfi quindi il criterio di DoiPmbbfmd–D0b0PGlPamdmBdmu0PIlP1iP4mb°P1id°tAmU:P

InPmnPN°Pbfmd–D0b0PGlPamdmBdmu0Pe.
38
), della dire-va 2001/42, in combinato disposto conPbfmd–D0b0PGlP
paragrafi 8 e 9 (
39
), di tale dire-va, debba essere interpretato nel senso che un piano o un
programma che contenga regole specifiche, ancorché «iS1iDm–A°UlPa°dPbfm °BSmi0S°P1iPu0S1iPa°dP
bmPd°mbimi0S°P1iP1°4°dMiSm–Pad0B°tPiSudm 4docodmbilPmbPsS°P1iP 0 4°S°d°PbmP 4dm4°BimP1iPm °c0P
4°ddi40dimb°Pad°Ai 4mP1mPoSPmb4d0PaimS0lPD(°PD0 –4oisce esso stesso la base di una futura strategia di
m °c0P1°bP4°ddi40di0lP5P° 0P 4° 0Pi10S°0PmPD0 –4uire un piano o un programma ai sensi della
dire-va 2001/42.
3nPhSPDm 0P1iPdi a0 4mPmT°dMm–AmPmbbmP °D0S1mP-o° –0S°lPb°c°dmPmnlP °PibPumc0PD(°PoSPaimS0P imP
finalizzato all'assegnazione di risorse implichi che esso debba essere assimilato a un documento di
3ibmSDi0PmiP °S iP1°bbfmd–D0b0PGlPamdmBdmu0PHlP1°bba dire-va 2001/42.

GnPmnPN°Pbfmd–D0b0PvP.dmaa0d40PmM3i°S4mb°PD(°PmDD0Mpagna il piano(programma ai fini del giudizio di
VAS) della dire-va 2001/42, in combinato disposto c0SPbfmbb°Bm40PhP.D0S4°So–PMiSiMiP1°bPGmaa0d40P
Ambientale) di tale Dire-va, debba essere interpretato nel senso che, qualora sia richiesta una

36
Ai fini della presente dire-va:
a) per "piani e programmi" s'intendono i piani e i ad0BdmMMilPD0Mad° iP-o°bbiPD0sSmSim–P1mbbmP20MoSi4à europea,
nonché le loro modifiche
IPD(°P 0S0P°bm30dm–P°fl0Pm10cm–P1mPoSfmo40di4gPmPbiAello nazionale, regionale o locale oppure predispos–P1mPoSfmo40di4gP
a°dP° °d°Pmaad0Am–lPM°1imS4°PoSmPad0D°1odmPb°Bi bm–AmlP1mbPamdbmM°S40P0P1mbPB0A°dS0P°P
IPD(°P 0S0Pad°Ai –P1mP1i a0 ii0SiPb°Bi bm–A°lPd°B0bmM°S4mdiP0PmMMiSi 4dm–A°
37
PI:PFmc0P mbA0PibPamdmBdmu0PGlPAi°S°P°T°com4mPoSmPAalutazione ambientale per tu- i piani e i programmi,
mnPD(°P 0S0P°bm30dm–Pa°dPiP °c0diPmBdiD0b0lPu0d° 4mb°lP1°bbmPa° DmlP°S°dB°–D0lPiS1o 4dimb°lP1°iP4dm a0d–lP1°bbmPB° –0S°P
1°iPdiso–P°P1°bb°PmD-o°lP1°bb°P4°b°D0MoSiDmi0SilP4odi –D0lP1°bbmPaimSisDmi0S°P4°ddi40dimb°P0P1°bbmP1° –Smi0S°P1°iP o0bilP
e che definiscono il quadro di riferimento per l'aut0dimi0S°P1°iPad0B°tP°b°SDm–PS°BbiPmbb°Bm–PhP°Phh della dire-va
85/337/CEE.
38
I piani e i programmi di cui ai paragrafi 2, 3 e 4,PD(°Pa0 0S0PmA°d°P°T°tP iBSisDm–AiP obbfmM3i°S4°lPsono sogge- ad
oSmPAmbo4mi0S°PmM3i°S4mb°PmiP °S iP1°BbiPmd–D0biP1a 4 a 9.
39
PH:PhP °Bo°S–PaimSiP°Pad0BdmMMiPS0SPdi°S4dmS0PS°bbfambito di applicazione della presente dire-va:
IPaimSiP°Pad0BdmMMiP1° –Sm–P° Dbo iAmM°S4°PmP D0aiPdi difesa nazionale e di protezione civile,
- piani e programmi finanziari o di bilancio.
9. La presente dire-va non si applica ai piani e aiPad0BdmMMiPD0sSmSim–PmP–40b0P1°iPdi a°tAiPa°di01iPdi
ad0BdmMMmi0S°PiSPD0d 0.eenPa°dPiPd°B0bmM°S–P.2OnPS. 1260/1999(12) e (CE) n. 1257/1999(13) del Consiglio.

Ambo4mi0S°PmM3i°S4mb°PmiP °S iP1°bbfmd–D0b0PGlPamdagrafo 1, della dire-va 2001/42, la relazione
obbfiMamc0PmM3i°S4mb°P1iPDoiPmbbfmd–D0b0PvP1iP4mb°P1id°tAmRP-omb0dmP imS0PiS1iAi1om4°Pmb4°dSm–A°P
dmBi0S°A0biPmPoSf0ai0S°Pad° D°b4mlP°T°comd°PoSmPAmlutazione dell'opzione prescelta e delle
mb4°dSm–A°PdmBi0S°A0biP oP3m °PD0Mamdm3ib°’P
3nPhSPDm 0P1iPdi a0 4mPmT°dMm–AmPmbbmP4°dmP-o° –0Se, se il requisito previsto dalla dire-va 2001/42
imP 011i umc0PS°bPDm 0PiSPDoiPb°Pmb4°dSm–A°PdmBi0Sevoli siano valutate su base comparabile prima
della scelta dell'opzione prescelta, ma successivamente è solo alla luce dell'opzione prescelta che il
ad0B°c0P1iPaimS0P0P1iPad0BdmMMmP5PAmbo4m40P°P oDD° iAmM°S4°PAi°S°P°T°com4mPoSmPAmbo4mi0S°P
4dm4°BiDmP1°bbfiMamc0PmM3i°S4mb°P.YfiNnPiSPM010Paiz completo. Accurato? »


DECISIONE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA SULLE DOMANDE PREGIUDIZIALI

NobbmPadiMmP-o° –0S°Pad°Bio1iimb°RPrbiPmtP0BB°c0P1°bPdiSAi0PmbbmP20d4°P1iPrio –imP1mPamd4°P1°bP
giudice nazionale non rispondono alle due condizioniPDoMobm–A°Pa0 4°P1mbbmPb°c°dmPmnPmd–D0b0PIP
della Dire-va 2001/42:
mnP1mPoSPbm40lPD(°P imS0P 4m–P°bm30dm–P°fl0Pm10cm–P1a un'autorità a livello nazionale, regionale o
b0Dmb°P0P°bm30dm–P1mPoSfmo40di4gPiSPAi 4mP1°bbmPb0do adozione da parte del parlamento o del governo,
M°1imS4°PoSmPad0D°1odmPb°Bi bm–AmP°lP1mbbfmb4d0lP° °d°PdiD(i° 40P1mP1i a0 ii0SiPb°Bi bm–A°lP
d°B0bmM°S4mdiP0PmMMiSi 4dm–A°P. °S4°SmP1°bPqPMmd0 2023 punto 27 -
40
).
b) Per quanto riguarda la seconda delle condizioni menzionate al punto precedente della presente
sentenza, da una giurisprudenza costante della Corte risulta che i piani e i programmi la cui
adozione è disciplinata da disposizioni legislave o regolamentari nazionali devono essere
D0S i1°dm–PVS°D° mdiUPmiP °S iP°PmiPsSiP1°bbfmaabicazione della dire-va 2001/42 e, pertanto,
o30d1iSm–Pm1PoSmPAmbo4mi0S°P1°bPb0d0PiMamc0PmM3i°ntale alle condizioni da essa previste, che
1°4°dMiSmS0Pb°Pmo40di4gPD0Ma°4°S–Pm1Pm10cmdbiP°PbmPloro procedura di elaborazione. In tal senso, la
Corte ha statuito che, alla luce dell'obie-vo dell'md–D0b0PIlPb°c°dmPmnlP1°bbmP1id°tAmPITTeflÀIlPD(°P5P
-o°bb0P1iPBmdmS–d°PoSPbiA°bb0P°b°Am40P1iP4o4°bmP1°bl'ambiente, e al fine di preservarne l'efficacia, una
misura deve essere considerata «necessaria» qualoraP° i 4mPoSmP3m °PBiodi1iDmP a°DisDmPS°bP1idic0P
Smi0Smb°PD(°Pmo40dimPb°Pmo40di4gPD0Ma°4°S–Pm1Pm1oarla, anche se tale adozione non è
obbligatoria (sentenza del 22 febbraio 2022, punto 37-
41
).

hSPamd–D0bmd°P0BB°c0P1°bPD0S4°S1°d°P°dmPibPad0B°c0PIrlanda 2040 mira a stabilire un piano unificato
e coerente per l'uso e lo sviluppo del suolo nel paese. La NPF stabilisce un quadro di pianificazione
a°dPBoi1md°Pb0P Aiboaa0P°PBbiPiSA° –M°S–PS°iPad0 imi anni e definisce, secondo la sua prefazione,
"obie-vi nazionali e principi chiave che si tradurrmSS0PiSPaimSiPaizP1°cmBbim–P°Pad°Di id:PQ°d4mS40lP
S0SPu0dSi D°P4otPiP1°cmBbiPa°dPbfiS4°d0P4°ddi40di0Pnazionale, ma "consente a ciascuna regione di
svolgere il ruolo principale nella pianificazione e nello sviluppo delle proprie comunità". La NPF è
mDD0MamBSm4mP1mbPQ7)lPD(°P5P1° Ddic0PD0M°PoSmP 4dm4°BimP1°D°SSmb°Pa°dPBbiPiSA° –M°S–Pao33biDiP
di capitale fino a 116 miliardi di euro, che stabilisce le modalità di messa a disposizione dei
sSmSimM°S–Pa°dPbfmcomi0S°P1iP1°4°dMiSm–Pad0B°tPD0S i1°dm–P° °SimbiPa°dPD0S °Boid°PiP
di ob4m–P 4dm4°BiDiPiS1iAi1om–PS°bbmP7QFP°PiS1iAi1omPb°PadiSDiambiP0a°d°PiSudm 4docodmbiPD(°Pad0a0S°P
1iPsSmSimd°P °SmPmTd0S4md°Pb°P-o° –0SiPd°bm–A°Pmbla pianificazione e sviluppo.

N°D0S10PbmP20d4°P1iPrio –imPS°bbmP °S4°SmP-oiP° mminata lungi dal fornire un quadro per
l'adozione di piani o programmi prevedendo le autori4gPD0Ma°4°S–Pm1Pm10cmdbiP°Pb°Pd°bm–A°P

40
P(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8flK8U)/?uri=CELEX:62022CJ0009
41
P(ca Rflfl°odIb°,:°od0am:°oflb°BmbID0S4°S4flh8fl8J8flK8U)/?uri=CELEX:62020CJ0300

modalità di elaborazione, la disposizione del GoverS0PidbmS1° °PD(°P(mPm10cm40PibPad0B°c0PhdbmS1mP
2040, si limita a stabilire, conformemente al prinDiai0PD0 –4oi0Smb°P1°bbmP °amdmi0S°P1°iPa04°dilP
D(°lPmP1iT°d°SmP1°iPa04°diPb°Bi bm–A0P°PBio1iimdi0lPibPa04°d°P° °Do–A0P1°bb0PN4m40P5lPiSPB°S°dmb°lP
° °dDi4m40P1mbPB0A°dS0P0P 0c0PbmP omPmo40di4g:PfiBBioSB°PbmP °S4°SmPD(°PmSD(°P °PibPQd0B°c0PhdbmS1mP
ITÀTPaoXPD0 –4oid°PibP-om1d0P1iPdiu°diM°S40PmiPad0B°tP 0c0a0Si3ibiPmPYhfiP°,Pb°c°dmPmnPamdmBdmu0PIP
md–D0b0PGPàid°tAmPITTeflÀIfl2OPS0SP5P oEDi°S4°PmPd°S1ere obbligatoria la applicazione della VAS in
-omS40PbMmb4dmPD0S1ii0SiPDoMobm–AmP1iPDoiPmbbmPb°c°dmPmnPmd–D0b0PIP1°bbmPàid°tAmPITTeflÀIfl2O:P

20SDbo1°P-oiS1iPbmP20d4°P1iPrio –imPS°bbmP °S4°Sm qui esaminata: poiché la NPF non è un «piano»
0PoSPVad0BdmMMmUlPmiP °S iP1°bbfmd–D0b0PIlPb°c°dmPm), di tale dire-va, e non fa quindi parte di un
ViS i°M°PB°dmdD(iD0UlPfiiP °S iP1°bbfmd–D0b0PÀlPamdmgrafo 3, di tale dire-va, nessuna disposizione di
-o° 4fob–MmPmo40dimPb°Pmo40di4gPSmi0SmbiPmPBio –ficare gli eventuali effe- sull'ambiente di tali
aimSiP0Pad0BdmMMiPa°dPibPM0–A0PD(°P4mbiP°T°tP1°diA°d°33°d0P1mP0di°S4mM°S–P1°Di iPiSPMi odmP4mb°P
come la NPF. La conclusione non pregiudica neppure la valutazione, alla luce di tale dire-va, dei
piani o dei programmi che saranno, se del caso, adocm–PiSPmaabiDmi0S°P1°bb°Pa°d–S°S–P
disposizioni della legge del 2000, come modificata dmbbmPb°BB°P1°bPITeHlPD0Mad° °lPiSPamd–D0bmd°lPb°P
°A°S4ombiPM01isD(°P0P 0 –4oi0SiP1°bbmP7QFP°T°com4° secondo la procedura prevista da tali
disposizioni.

NobbmP °D0S1mP°P4°dmP-o° –0S°RP obbmP3m °P1°bb°PD0SDbo i0SiP obbmPadiMmP-o° –0S°Pad°Bio1iimb°P
S0SP5PS°D° mdi0Pdi a0S1°d°PmP-o° 4°P1o°P-o° –0Si:P
TESTO SENTENZA 4/10/2024:
(ca RflflDodim:°od0am:°oflffiodi fl10DoM°S4fl10DoM°S4:ffi u’text=&docid=290692&pageIndex=0&doclan
g=FR&mode=lst&dir=&occ=first&part=1&cid=4125844


VAS e ao che designa un sito come zona speciale di conservazione ex Dire:va
biodiversità (Giurisprudenza Comunitaria)
N°S4°SmP1°bbmP20d4°P1iPrio –imP1°bPeVP0c03d°PITIÀPD(°P° Dbo1°PbmPmaabiDmi0S°P1°bbmPYfiNPmbbMmc0P
che designa un sito come zona speciale di conservazione ai sensi della Dire-va 92/43/CE, in
quanto non rientra nella nozione di piano programmaP 0c0a0Si3ib°PmPYfiNPmiP °S iP1°bbmPàid°tAmP
2001/42/CE.
TESTO SENTENZA 17/10/2024:
(ca RflflDodim:°od0am:°oflffiodi fl10DoM°S4fl10DoM°S4:ffi u’text=&docid=291255&pageIndex=0&doclan
g=it&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=3524812