condizioni, e dopo lunghi negoziati; dovette rinunciare ai suoi diritti
sulla Lorena, pagare dugento mila scudi di taglia, e maritare sua
figlia primogenita, Jolanda, al principe Ferrì, figlio del conte di
Vaudemont. Per cagione di questa, Renato II, duca di Lorena e
figliuolo di Ferrì, pretese poi d'avere il regno di Napoli
[96].
Mentre Renato era prigioniere, Elisabetta sbarcava a Napoli senza
danaro e senza soldati. Ella faceva capitale soltanto dell'appoggio de'
partigiani della sua famiglia, costretta di abbandonarsi in loro balia.
Alfonso, poco d'accordo co' suoi stati d'Arragona, non era di lei più
ricco, e tutti due trovavansi ridotti, per fare la guerra, pressocchè alle
sole forze del regno di Napoli. E per tal modo dipendevano dalle
fazioni a vicenda trionfanti o vinte, e più ancora dagl'intrighi, dalla
venalità e dalla gelosia dei varj loro condottieri, e de' principi
feudatarj, che loro vendevano a caro prezzo i proprj soccorsi. Giovan
Antonio Orsini, principe di Taranto, era il principale appoggio della
fazione d'Alfonso, mentre che Giacomo Caldora
[97], condottiere, che
fu creato duca di Bari, poi contestabile del regno, sosteneva la causa
di Renato. Tutti due non davano che piccole battaglie pei loro
principi; ma le inaudite vessazioni ch'esercitavano nelle province,
dove si trovavano accantonati, spingevano i popoli alla ribellione, e
staccavano ora dal partito d'Angiò, ora da quello d'Arragona i
gentiluomini o le città ch'eransi mostrate le più attaccate alla causa
dell'uno o dell'altro re.
Papa Eugenio aveva rinunciato alla conquista del regno per sè
medesimo, ed aveva abbracciata la parte di Renato. Commise a
Giovanni Vitelleschi, patriarca d'Alessandria, che aveva nominato
cardinale nel 1437, d'entrare nel regno per sostenere gli Angioini, e
questo guerriero prelato, che non distinguevasi dagli altri condottieri
che per essere più perfido e crudele, venne ad accrescere le
sventure delle province napoletane, senza rendere molto più forte il
partito che difendeva
[98].
Non può osservarsi senza maraviglia che Filippo Maria Visconti prese
parte in questa guerra per sostenere nello stesso tempo le due
fazioni. Da una parte mandò negli Abruzzi Francesco, figlio di Niccolò