Piccola Città - RadioG Giulianova piccola pdf 64.pdf

luisaferretti81 68 views 26 slides Mar 06, 2025
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About This Presentation

PICCOLACITTA’, SETTIMANALE DI RADIO GIULIANOVA.
Supplemento del Radio G Notizie.
Autorizzazione Tribunale di Teramo n. 135.
Registrazione presso il Registro della Stampa del 5.2.1977.
Direttore Responsabile: Francesco Marcozzi.


Slide Content

Alla fine il cittadino s’incazza. E
non potrebbe essere diversamente.
S’incazza perché ricevere multe
macroscopiche con decurtazione
dei punti sulla patente per le multe
al semaforo intelligente (ma, come
più volte detto, solo per il Comune,
s’incazza perché si sente
perseguitato e perde la pazienza e
fa uso di una scopa e s’incazza
anche ha dovuto pagare una
somma di 900 euro per le multe
subite in città. Noi abbiamo dato da
anni un giudizio negativo sul come
viene gestita la Polizia municipale e
lo ribadiamo, e possiamo farlo
perché le multe le abbiamo pagate
tutte. Un fatto personale, per una
volta, però, ci si deve permettere
Ieri mattina per un balzo di
corrente, si è fermata la radio.
Siamo corsi dall’Annunziata (dove
eravamo a fare un servizio sulle
passerelle e di questo parleremo
anche perché i vigili c’entrano) e
siano tornati in piazza Roma, s de
della radio, sistemandoci per un
FEBBRAIO 2025 NUMERO 64
QUANDO ALLA FINE
LA GENTE “S’INCAZZA”
di Francesco Marcozzi
attimo in divieto di sosta, E’ vero. Il
tempo di riattivare il computer e
siamo usciti e sui parabrezza c’era la
multa. L’auto dei vigili è passata, ha
visto la macchina del sottoscritto ,
che è il secondo più
contravvenzionato di Giulianova e
che paga) nemmeno speedy
Gonzales avrebbe fatto più
velocemente. Quindi multe per fare
le multe. Senza un minimo di
collaborazione. Abbiamo cercato di
capire chi avesse fatto la multa ma
non mettono il nome, si fa
riferimento ad una sigla ed era
appartenente al numero 39.
(segue)
IN QUESTO NUMERO
RADIO G GIULIANOVA
90,7 100,2 MHZ
QUANDO ALLA FINE
LA GENTE “S’INCAZZA”
LA POLITICA RICHIEDE
SOSTANZA
SELEZIONO LIBRI CHE
HANNO LE GAMBE
CHI SI SCORDA IL
PASSATO PUÒ RIPETERLO
GEORGES BIZET:
UN MAESTRO
DELLA MUSICA FRANCESE
A 150 ANNI DALLA MORTE
TANTI AUGURI A TE
LA RIFLESSIONE
di Carlo Maria Martini
“Primavera di febbraio
reca sempre qualche
guaio.”
IL PROVERBIO

DALLA PRIMA PAGINA 2
E abbiamo amici anche noi del
nemico (giurato) ed abbiamo
appurato che si tratta di un vigile
appena “importato” da Mosciano, il
vigile Albani, un giuliese
purosangue anche se ormai li
prendiamo tutti da fuori (ne stanno
per arrivare altri due). Ora ci siamo
informati sempre dal “nemico” ed
abbiamo appurato che, anche se
non c’è una direttiva, mai come
quest’anno sono state elevate tante
multe fino a superare la somma
record di 725.000 euro di
contravvenzioni incassate dal
Comune nel 2023 come denunciato
in Consiglio comunale dal
consigliere Franco Arboretti, Non
solo ma nel bilancio triennale 25-
26-27 sono previste per ogni anno
sanzioni fino a 700.000 euro. E’
chiaro che l’aumento è dovuto
anche al semaforo intelligente che
però non è omologato, si è scoperto
ora e, grazie ad una sentenza del
giudice di pace che ha dato ragione
al cittadino che ha fatto ricorso e
quindi ora teoricamente potrebbero
fare ricorso tutti i
contravvenzionati e non sappiano
se anche quelli che hanno pagato
con la valanga di punti decurtati su
ogni patente. Noi abbiamo sempre
lodato l’assessore Marco Di Carlo
per come organizza manifestazioni
ed eventi ma lo abbiamo criticato
per la “gestione” della polizia
municipale. Era favorevole lui
all’installazione del semaforo
intelligente e lo era anche il
comandante dei vigili, Roberto
Iustini con il presupposto che così
si sarebbe fatta educazione strada-
le. Non ci pare se le multe sono
aumentate ogni anno vuol dire che
nemmeno le sanzioni sono calate e
quindi i semafori intelligenti
(perché ne sono due, c’è anche
quello all’incrocio tra di via
Montello e la Nazionale) non hanno
svolto alcuna azione calmieratrice.
Ora crediamo che sia avvilente
ridurre il compito dei vigili sia
esclusivamente ( o quasi) quello di
elevare le multe. Passano con l’auto,
vedono auto in sosta vietata,
scendono, elavano multe e se ne
ripartono. Ma non li vediamo quasi
mai nel piazzale della stazione dove
non si fanno infrazioni tipo divieto
di sosta, non c’è la
microcriminalità. E poi l’andare a
piedi è praticamente sconosciuta,
ovviamente quando si fanno le
multe. L’ultimo vigile che
ricordiamo andava sempre a piedi è
stato Camillo Di Febo, che, andato
in pensione, si è trasferito a
Recanati, temendo di poter essere
multato anche lui, non solo ma
l’amministrazione comunale ha
spinto gli agenti ad andare in auto e
così dopo l’ultimo modella della
Ibrida, ha comprato loro anche la
Jeep Avanger. E torniamo a ieri
mattina, quando dopo aver visto
Albani in piazza Roma, lo abbiamo
notato taccuino in mano nel
parcheggio dell’ospedale. A fare il
suo dovere, naturalmente. Poco
prima, c’era la manifestazione
annunciata da Patrizia Casaccia,
relativa all’abbattimento delle
passerelle tra le due file dei palazzi
perché pericolose. Aveva messo un
mezzo lenzuolo appeso con (segue)

DALLA PRIMA PAGINA 3
la scritta “Siamo ancora qui”. Ha
rivelato che il comandante Iustini le
aveva detto che ci voleva
l’autorizzazione come uno
striscione ma all’ufficio preposto
del Comune le avevano sostenuto il
contrario e lei non aveva chiesto
nessuna autorizzazione. Al colmo
della manifestazione si è vista
transitare l’Ibrida dei vigili e con
grand ottimismo la Casaccia ha
esclamato: <Vedete, i vigili vengono
controllare>. Noi non ci abbiamo
creduto neppure per un attivo ed
infatti l’Ibrida è passata ed è
scomparsa tra gli edifici della 167,
forse già con direzione Piazza
Roma. Non vogliamo infierire, ma
tra le cose accadute, c’è anche
quella di una mamma che aveva il
permesso di sostare nell’apposito
stallo in via Thaon De Revel perché
ha un figlio con un particolare
patologia, sulla quale, di recente, si
è tenuto a Giulianova anche un
convegno. Ebbene, la signora era
parcheggiata regolarmente e, anche
volendo, non poteva muoversi,
perché le avevano danneggiato le
gomme. Il vigile è transitato ed ha
elevato la multa sbagliando due
volte. Mal’errore più grande è che il
Comando quella multa non l’ha mai
voluta togliere e la signora l’ha
regolarmente pagata. Chiudiamo
così come abbiamo iniziato
l’articolo: “Attenzione che, alla fine,
la gente s’incazza”.
P.S.
Quando abbiamo pubblicato sulla
nostra pagina Facebook la notizia
del vigile colpito con una scopa, nel
leggere i commenti, anche se
questo non è assolutamente
educativo, abbiamo potuto scorgere
che la grande maggioranza dei
commenti era a favore della donna.
Sbagliando, perché mai ricorrere
alla violenza. Ma questo
atteggiamento dà anche il segno di
quanta gente sia davvero incazzata
in città.

CULTURA E SOCIETA'
Qualche giorno fa assistevo ad un
confronto fra politici locali, davvero
misero nei contenuti e mi domandavo
se è sufficiente la buona volontà o
qualche mandante ‘importante’ per
fare politica o c’è bisogno di una
discreta preparazione nel prendersi
cura della cosa pubblica. Ecco che mi
son tornate alla mente alcune frasi del
cardinale Carlo Maria Martini, che
durante gli anni del suo mandato ha
trattato a fondo i temi della politica,
del lavoro, della giustizia, della
solidarietà, della tolleranza. Egli
diceva “Non domandiamoci se siamo
credenti o non credenti, ma pensanti o
non pensanti.” “La politica è l'unica
professione senza una specifica
formazione. I risultati sono di
conseguenza.” “Criticare con amore è
un'arte.”
1 "Non domandiamoci se siamo
credenti o non credenti, ma pensanti o
non pensanti." – Qui si sottolinea
l'importanza del pensiero critico e
consapevole, piuttosto che una
semplice adesione a ideologie o
credenze. È un invito a riflettere e a
essere attivi nella propria
comprensione del mondo.
2. "La politica è l'unica professione
senza una specifica formazione. I
risultati sono di conseguenza."–
Questa affermazione mette in luce la
mancanza di preparazione
professionale nella politica, il che può
condurre a decisioni e risultati non
ottimali. Rappresenta una critica alla
selezione dei leader politici e al (segue)
5
LA POLITICA RICHIEDE SOSTANZA
di Domenico Canazza

CULTURA E SOCIETA' 6
sistema formativo che li sostiene.
3. "Criticare con amore è un'arte."–
Criticare in modo costruttivo e con
empatia è fondamentale per migliorare
le cose senza ferire. Questo aforisma
valorizza l'idea che le critiche
dovrebbero essere fatte con l'intento di
aiutare e non di ferire, trasformando
l'atto di criticare in un gesto di
supporto.
Pertanto la mia riflessione vuole essere
di aiuto, vuole portare un contributo.
La politica, a differenza di altre
professioni che richiedono una
formazione specifica e certificazioni, si
basa spesso sulle abilità dei singoli,
sulle capacità di comunicazione e
comprensione delle dinamiche sociali
ed economiche. Di conseguenza, i
risultati possono variare notevolmente
a seconda delle competenze personali,
delle esperienze e delle visioni di
ciascun politico. Questa mancanza di
una formazione standardizzata può
portare sia a innovazioni positive sia a
decisioni inefficaci. Inoltre, la
complessità delle sfide moderne
richiede sempre più competenze
multidisciplinari, che non sempre sono
presenti nei politici.
Pertanto, è fondamentale che i cittadini
siano attenti e critici nella scelta dei
propri rappresentanti, valutandone le
capacità e la preparazione. Una società
che premia il pensiero critico e il
dialogo costruttivo può contribuire a
formare leader più preparati e
responsabili.
Criticare con amore, come suggerito,
diventa allora uno strumento
essenziale nella vita politica e sociale.
Significa offrire feedback sinceri, ma
con l'intento di migliorare e costruire.
In questo modo, si promuove un
ambiente dove il confronto non è visto
come uno scontro, ma come
un'opportunità di crescita reciproca.
In conclusione, il futuro della politica e
della società dipende dalla nostra
capacità di pensare in modo critico, di
formare leader competenti e di
interagire con empatia e rispetto. Solo
così potremo affrontare le sfide del
nostro tempo con saggezza e umanità.
Un impegno collettivo verso questi
ideali non solo rafforza le istituzioni
democratiche, ma arricchisce anche il
tessuto sociale, creando una comunità
più coesa e resiliente. Educare le nuove
generazioni all'importanza del dialogo
aperto e costruttivo, fornendo loro gli
strumenti per analizzare e
comprendere la complessità del
mondo, è un investimento nel nostro
futuro comune.
Inoltre, la valorizzazione della diversità
di opinioni e culture all'interno della
società contribuisce a una visione più
ampia e inclusiva, capace di accogliere
e integrare punti di vista differenti.
Questo approccio non solo favorisce
l'innovazione e il progresso, ma
rafforza anche il senso di appartenenza
e solidarietà tra i cittadini.
Lavorare insieme, con comprensione e
rispetto reciproco, ci aiuterà a
costruire un mondo più giusto e equo
per tutti, dove ciascuno possa sentirsi
parte attiva e contributiva di un
progetto comune. (segue)

CULTURA E SOCIETA' 7
Riflettendo su queste affermazioni,
emerge l'importanza del pensiero
critico e della riflessione profonda su
temi che riguardano la nostra società e
il nostro ruolo in essa. Il pensiero
critico ci invita a non accettare
passivamente le informazioni e le
opinioni, ma a esaminarle, metterle in
discussione e sviluppare le nostre idee.
In un mondo complesso e in continua
evoluzione, la capacità di pensare in
modo indipendente e critico diventa
essenziale per affrontare le sfide
quotidiane e contribuire positivamente
al benessere collettivo. Inoltre, la
critica costruttiva, espressa con amore
e rispetto, è uno strumento potente
per promuovere il cambiamento e il
miglioramento. Essa richiede sensibilità
e empatia, qualità che elevano il nostro
dialogo e arricchiscono le relazioni
umane.

IL PERSONAGGIO
La Di Felice Edizioni è stata fondata da
Valeria Di Felice nel 2010, seguendo
una forte vocazione per la poesia. Nel
corso degli anni hanno preso vita altri
progetti editoriali aperti alla narrativa
del Mediterraneo. Al momento sono
cinque le collane: Il gabbiere diretta da
Leandro Di Donato (poesia straniera),
La carena diretta da Silvia Elena Di
Donato (poesia italiana), Gliocchi del
pavone diretta da Rita El Khayat
(romanzi sul Mediterraneo), Racconti
Zeta diretta da Daniele Cavicchia
(racconti), I contemporanei del futuro
diretta da Paola Tiberii (classici
dell’800-inizio 900). La politica
editoriale presta molta attenzione
all'attività di traduzione come
strumento strategico per avvicinare
culture, tessere relazioni e
incoraggiare il confronto tra orizzonti
conoscitivi diversi. In particolare, essa
è interessata alla letteratura di lingua
araba (Widad Nabi, Samira Albouzedi,
Hassan Najmi, Fatiha Morchid, Abd El
Mohsen, Murad Sudani, Yousef al
Mahmoud, Nazìh Abu 'Afash, Hadi
Danial, Ashraf Fayadh, Ahmed
Masoud).Prossime uscite: Per la poesia
Un continente chiamato corpo della
poetessa siriana curda Widad Nabi, La
memoria di una casa della poetessa
olandese Fleur Bourgonje, l’opera
omnia del poeta Pietro Civitareale. Per
la narrativa Giornale di bordo del
filosofo Ermanno Bencivenga, Ci sono
formiche sperdute? di Bruno Pompili. I
prossimi progetti: l’uscita di (segue)
9
SELEZIONO LIBRI CHE HANNO LE GAMBE
di Azzurra Marcozzi
foto di Paolo Soriani

IL PERSONAGGIO 10
una &#3627408412;&#3627408424;&#3627408421;&#3627408421;??????&#3627408423;?????? &#3627408413;?????? ??????&#3627408423;&#3627408429;&#3627408427;&#3627408424;&#3627408425;&#3627408424;&#3627408421;&#3627408424;?????????????????? &#3627408414;&#3627408413;
&#3627408414;&#3627408429;&#3627408423;&#3627408424;&#3627408422;&#3627408430;&#3627408428;??????&#3627408412;&#3627408424;&#3627408421;&#3627408424;?????????????????? &#3627408413;?????? &#3627408429;&#3627408427;??????&#3627408413;??????????????????&#3627408424;&#3627408423;?????? &#3627408425;&#3627408424;&#3627408425;&#3627408424;&#3627408421;??????&#3627408427;?????? che
sarà diretta da Carlo Di Silvestre e
Leandro Di Donato e la nascita di un
&#3627408428;&#3627408414;&#3627408422;&#3627408414;&#3627408428;&#3627408429;&#3627408427;??????&#3627408421;&#3627408414; &#3627408413;?????? &#3627408425;&#3627408424;&#3627408414;&#3627408428;????????????.
Valeria Di Felice, non solo editrice ma
anche autrice di pregio ha pubblicato le
sillogi L’antiriva (2014), Attese (2016) e Il
battente della felicità (2018, seconda
edizione 2019). Le sue poesie sono
state pubblicate in Marocco (2012),
negli Emirati Arabi (2015), in Romania
(2016 e 2022), in Palestina e Giordania
(2017), in Tunisia (2020), nei Paesi Bassi
(2021), in Spagna (2021). Nel 2016 ha
curato l’antologia poetica La grande
madre. Sessanta poeti contemporanei
sulla Madre, nel 2017 la miscellanea di
critica e poesia Alta sui gorghi, nel 2019
il volume Antonio Camaioni. Nell’ordine
del caos, nel 2024 Leandro Di Donato e
il suo canto mai finito. Nel 2018 ha
tradotto, in collaborazione con
Antonella Perlino, il libro di racconti
della scrittrice marocchina Fatiha
Morchid, L’amore non è abbastanza.
Nel 2023, per la prima volta in Italia ha
tradotto e curato le poesie della
contessa Anna De Brémont, Sonetti e
poesie d’amore. Sue poesie sono
apparse in varie antologie
internazionali tra le quali La prezentul
continuu. Patruzeci de poeti italieni
contemporanei (Editura Cosmopoli,
Bucarest 2021) con la traduzione di
Eliza Macadan, e El pajaro de fuego.
Veintisiete poetas italianas entre dos
siglos a cura di Emilio Coco (Silaba
Editores, Colombia 2024).
Valeria, editrice ed autrice. Ricordi il
primo libro che ti fece innamorare e
quali autori, ancor oggi, ispirano il tuo
cammino?
Dino Campana con i Canti orfici e
Freud con L’interpretazione dei sogni
sono i primi due libri che mi hanno
iniziata all’esplorazione di un altrove,
dentro e fuori di me. Freud con il suo
scavo nell’inconscio mi ha invogliata ad
immergermi nella mia vita onirica, con
gli strumenti che potevo avere in quel
periodo, appena quindicenne. Dino
Campana ha dilatato il potenziale della
mia immaginazione, sempre alla ricerca
di quel quid rivelatore. Se al principio
della mia memoria ci sono questi due
capisaldi, entrambi ancorati al buio
della notte e al passo del viandante,
durante il mio percorso ce ne sono
molti altri. Solo qualche nome per la
poesia: Montale, Luzi, Rimbaud, Trakl,
Hikmet.
Quando hai maturato l’idea di dare vita
alla tua casa editrice e quali difficoltà
incontrano gli editori in quest’epoca?
Avevo sei anni e chiesi a mia madre:
“Come si fa pubblicare un libro di
favole?” Mi ha sempre affascinata la
figura dell’editore con la sua capacità
quasi magica di trasformare un testo in
un libro, ma soprattutto con la sua
possibilità di scelta. Avere l’illusione, o
forse la certezza seppur piccola, di
contribuire alla costruzione di un senso
collettivo. Come? Selezionando i libri
che hanno le gambe, quei libri che
camminano nel tempo. Ed è così che a
ventisei anni, pochi giorni dopo
essermi laureata a Bologna, tornai in
Abruzzo e decisi di fondare nel 2010 la
Di Felice Edizioni, una realtà editoriale
che negli anni ha rafforzato la sua
identità crescendo insieme a un
pubblico di lettori di nicchia che (segue)

IL PERSONAGGIO 11
condividono con interesse la visione
della casa editrice.
Ad oggi la tua casa editrice è una di
quelle realtà in cui si pubblica “per
merito”. Quali peculiarità deve avere un
autore per essere pubblicato?
Innanzitutto guardiamo solo il testo e
non il potenziale di mercato legato alla
visibilità o notorietà dell’autore. Nel
nostro catalogo ci sono nomi affermati
e anche autori di opere prime. Questo
è già un dato in controtendenza che
però ci consente di lavorare sulla
qualità come criterio prioritario per la
valutazione. Ciò potrebbe sembrare
una non-strategia o una scelta
incurante del contesto editoriale, ma
per me rappresenta un disequilibrio
imprenditoriale che vuole con tutte le
forze resistere all’abbaglio di fioriture
(successi) inconsistenti e transitorie
per abbracciare un ideale di scrittura
che non sia intransitiva,
autoreferenziale. Credo che sia
importante avvicinare il Lettore a
nuove istanze critiche e a nuovi spazi
di riflessione e interazione. Per questo,
un testo dovrà essere affine al progetto
delle nostre collane, incarnando uno
sguardo – poetico o narrativo che sia –
attento nello spingersi oltre i confini
del senso comune e soprattutto nel
mettere in relazione il lettore con se
stesso o con l’altro. Un libro che non
sia in grado di fare ciò rimane
incompiuto, finisce presto la sua ragion
d’essere. Sullo stesso piano, c’è la
ricerca del linguaggio. Ricerca non
significa ricercatezza o artificiosità a
tutti i costi. Significa mettere al
servizio della parola la propria sensi-
bilità e creatività per costruire una casa
linguistica capace di contenere
l’ispirazione senza avere la percezione
di un imminente crollo…
Se guardiamo “l’autore”, sicuramente la
fiducia e un atteggiamento
collaborativo, il sentirsi insieme e
accanto nelle soddisfazioni e nelle
difficoltà, aiutano a vivere con spirito
propositivo lo stesso percorso. Non è
un requisito per la selezione –
ovviamente – ma posso dire che
quando è così, i risultati sono sempre
più gratificanti per entrambi le parti.
Come nasce il sodalizio tra la Di Felice
Edizioni e la letteratura in lingua
araba?
All’inizio è stata pura fascinazione
derivata dall’incontro con la musicalità
della poesia araba. In seguito, si è fatta
strada la curiosità di entrare dentro il
mondo arabo (in tutte le sue
espressioni e diversità) attraverso la
lente della parola poetica. Pian piano la
curiosità si è trasformata in desiderio
di conoscere e approfondire quelle voci
evocative e soprattutto eversive, di un
mondo così vicino geograficamente e
così distante nella percezione
collettiva. Dal 2010 ho avuto modo di
pubblicare raccolte poetiche di voci
marocchine, palestinesi, siriane,
egiziane, libiche: poeti tutti diversi
nella propria fisionomia letteraria, ma
tutti uniti nell’intuizione di autenticità
profonda e soprattutto nel coraggio di
esprimersi in contesti più difficili dei
nostri. (segue)

IL PERSONAGGIO 12
A breve festeggerete il vostro 15°
compleanno, quali progetti sono alle
porte del futuro?
Sono già venti i libri programmati per il
2025, tra titoli di poesia straniera,
italiana, narrativa e classici
dell’Ottocento. Continueremo a
collaborare con la Compagnia dei Merli
Bianchi per la rassegna La pintica dei
libri a Giulianova e con il Comune di
Martinsicuro – Cultura e Biblioteca per
la rassegna NEON. Libri intorno e
dentro il pianeta.
Di prossima inaugurazione sarà uno
spazio di ricerca dedicato alla poesia,
soprattutto di impegno civile, che
prevede la pubblicazione di almeno due
volumi l’anno. Il progetto si chiamerà
PAROLE CHE RODONO, che riprende
un verso di Antonio Camaioni, poeta
che si è sempre contraddistinto per la
forza corrosiva della sua poetica. Ogni
volume prevede un focus di
approfondimento su una figura poetica
del passato e una intervista a un poeta
contemporaneo i quali hanno
contribuito con la loro produzione a
battaglie sociali importanti o che si
sono caratterizzati per la fibra di una
parola intensa e culturalmente
impegnata; una sezione dedicata a
saggi e una alla selezione antologica di
poeti italiani o stranieri che si
accordano al filo argomentativo di ogni
volume.

IL FATTO
Il Giorno della Memoria del 27
Gennaio scorso, appare ai miei occhi
come il più difficile che abbiamo
attraversato dal 2001 ad oggi, da
quando questo giorno, per legge
voluta con prima firma di Furio
Colombo, fu celebrato per la prima
volta.
Il 27 Gennaio ricorda e vuole far
ricordare una tragedia che speriamo
non sarà mai eguagliata, quella in
particolare dello sterminio
programmato e realizzato di circa
6.000.000 milioni di ebrei europei nei
campi di concentramento e di
sterminio nazisti e nelle stragi
perpetrate negli anni della seconda
guerra mondiale dai nazisti e dai loro
alleati fascisti italiani e non solo, in
Germania e nei paesi occupati dalla
Germania. In questo giorno che
ricorda la liberazione del campo di
Auschwitz-Birkenau in Polonia, da
parte delle truppe dell’Armata Rossa
sovietica, noi ricordiamo ovviamente
anche coloro che furono compagni di
prigionia e di assassinio degli ebrei: i
Rom e i Sinti, in un numero che si
presume intorno alle 500.000
persone, gli omosessuali, i Testimoni
di Geova, i disabili fisici e psichici, gli
oppositori al nazismo e al fascismo e i
prigionieri di guerra.
Auschwitz era appunto un campo di
sterminio, come lo furono Treblinka,
Sobibor, Majdanek, Chelmno e Belzec,
tutti situati in Polonia; campi il cui
scopo unico era è quello di uccidere i
prigionieri che vi giungevano, in
particolare gli ebrei, e non (segue)
13
CHI SI SCORDA IL PASSATO PUÒ RIPETERLO
di Emanuele Fiano

IL FATTO 14
dunque un campo di concentramento
come a volte erroneamente si dice. Ad
Auschwitz si valuta che furono uccisi,
cioè gasati quasi sempre e poi
inceneriti, circa un milione e
duecentomila persone, in gran parte
ebrei. Questi campi erano il
compimento finale della “Soluzione
finale” ideata dai nazisti e codificata
formalmente nella Conferenza di
Wansee del Gennaio del 1942, per la
cancellazione di tutti gli ebrei
d’Europa. Quello che chiamiamo, con
parola coniata allo scopo di descrivere
l’indescrivibile, nel 1947 dall’avvocato
Lemkin, “Genocidio”. Ovvero progetto
e poi realizzazione dell’assassinio di un
intero popolo.
L’eliminazione sistematica degli ebrei
divenne in questi centri una vera
propria operazione industriale; questi
campi erano organizzati come
fabbriche di morti. I deportati che li
venivano convogliati erano considerati
“pezzi” ed il processo che doveva
eliminarli, pensato come una catena di
montaggio; dal loro arrivo nei vagoni
bestiame, al loro ingresso nelle camere
a gas, fino al loro incenerimento nei
forni crematori. L’unico scopo di questi
campi era dunque quello di inghiottire
ebrei vivi e di eliminarli nel maggior
numero e nel minor tempo possibile.
Perché dunque l’obbligo del ricordo
quest’anno è stato secondo me più
complicato ?
Intanto perché va sempre più
assottigliandosi il numero di
sopravvissuti che possono testimoniare
direttamente ciò che hanno vissuto e
visto nei campi di sterminio, e perché
la testimonianza diretta rimane il
miglior antidoto contro le fake-news e
la falsificazione della storia che circola
in particolare sui social e che tende
sempre più frequentemente a negare
quanto accaduto o a ridimensionarlo, e
poi principalmente perché il ricordo
della Shoah, la distruzione di una parte
grandissima degli ebrei europei detto
con parola ebraica, quest’anno verrà
messa a confronto, comparata,
affiancata a quanto di tremendo è
successo a Gaza, nella guerra con
Israele. E già da molti mesi la
discussione sull’uso della parola
Genocidio per Gaza, cosa secondo me
sbagliata, nel merito e nella
dimensione, senza voler sminuire la
tragedia della guerra a Gaza, farà si che
spesso nelle celebrazioni del 27
Gennaio, vi saranno molti che vorranno
o pretenderanno di parlare della guerra
tra israeliani e palestinesi, che
condanneranno Israele equiparandolo
ai nazisti, che tenderanno a stemperare
l’unicità di un inferno come Auschwitz,
per renderlo assimilabile a quello che è
successo a Gaza.
Ma la storia non può essere
considerata come un’insalata russa,
che, come la giri, la mescoli e la rigiri, ti
ritorna sempre con la stessa faccia. No,
la storia ha il suo verso, il suo
funzionamento, il suo orientamento, i
suoi dettagli. (segue)

IL FATTO 15
Quella di Auschwitz e degli altri campi,
quella della distruzione degli ebrei
d’Europa, e prima di questo delle leggi
razziali che in Germania dal 1933 e in
Italia dal 1938, esclusero gli ebrei da
qualsiasi consesso o attività sociale,
culturale o economica, sono un fatto
storico tragico ed unico, una tremenda
storia di distruzione e di morte attuata
da uomini come noi, con lo stesso
colore del sangue e della pelle,
cresciuti nella culla della cultura
europea, educati nelle migliori scuole
ed università, uomini comuni o convinti
nazisti, ma entrambe i tipi, feroci
assassini. Dunque, ciò che fecero loro
potrebbe ricapitare, essi non erano
marziani ma uomini come noi, schiavi
di ideologie di morte da rifiutare
sempre. Questo è il succo della lezione
che ne traiamo: chi si scorda il passato
può ripeterlo. Confonderlo con altre
storie del presente non aiuta a
migliorarlo.

MUSICA
Dmítrij Dmítrievič Šostakóvič, uno dei
più influenti compositori del XX secolo,
ha lasciato un segno indelebile nella
storia della musica. Nel 2025 si
commemorano i cinquant’anni dalla
sua morte, avvenuta il 9 agosto 1975.
Questa ricorrenza offre l’opportunità di
riflettere sulla sua vita, sulla sua
musica e sul contesto storico e culturale
che ha influenzato il suo lavoro. Nato il
25 settembre 1906 a San Pietroburgo,
Sostakovic è cresciuto in una Russia
che stava attraversando profondi
cambiamenti sociali e politici. La sua
formazione musicale iniziò a un’età
precoce, e il suo talento emerse
rapidamente. Dopo aver studiato al
Conservatorio di Leningrado, il suo
primo successo arrivò con la Sinfonia
n. 1, composta quando aveva solo 19
anni. Questo lavoro catturò l’attenzione
del pubblico e della critica, segnando
l’inizio di una carriera straordinaria.
Tuttavia, la vita di Šostakóvič non fu
priva di sfide. La sua carriera si
sviluppò durante il regime stalinista,
un periodo caratterizzato da
repressione e censura. Le sue opere
furono spesso soggette a critiche da
parte del governo sovietico, che cercava
di controllare l’arte e la cultura. La sua
musica, densa di emozione e
innovazione, divenne un mezzo per
esprimere la sua visione del mondo, ma
anche un modo per affrontare le
pressioni politiche. (segue)
17
DMITRIJ DMITRIEVIC SOSTAKOVIC
CINQUANT’ANNI DALLA MORTE E
L’EREDITÀ DI UN GENIO MUSICALE
di Sergio Piccone Stella

MUSICA 18
La musica di Šostakóvič è nota per la
sua complessità, la sua profondità
emotiva e la sua capacità di riflettere la
tumultuosa realtà sociale e politica
dell’Unione Sovietica. Le sue
composizioni spaziano da sinfonie e
concerti a opere, musica da camera e
composizioni per pianoforte. La
Sinfonia n. 7, è particolarmente
significativa, poiché fu scritta durante
l’assedio di Leningrado nella Seconda
Guerra Mondiale e divenne un simbolo
di resistenza. Le sue opere spesso
mescolano elementi di ironia, sarcasmo
e profonda tristezza. In molte
composizioni, Šostakóvič utilizza il
linguaggio della musica per comunicare
messaggi complessi, talvolta critici nei
confronti del regime. Ad esempio, la
sua Sinfonia n. 5 è stata interpretata
come una risposta alle critiche ricevute
dal governo, una sorta di ritorno all’
ordine che mascherava una profonda
angoscia. Šostakóvič non ha composto
in un vuoto, ma piuttosto in un
contesto di tumulto politico e sociale.
L’Unione Sovietica, sotto la guida di
Stalin, era caratterizzata da una forte
repressione e da un’ideologia che
cercava di controllare ogni aspetto
della vita, compresa la cultura. Gli
artisti e i compositori erano spesso
costretti a navigare tra le aspettative
del regime e il loro desiderio di
esprimere la propria creatività. Le sue
opere possono essere viste come una
risposta alle pressioni esterne, ma
anche come un’espressione della sua
identità e della sua individualità. La
capacità di comunicare sentimenti
complessi e sfumature emotive ha reso
la sua musica universale, trascendendo
le barriere culturali e temporali. (segue)

MUSICA 19
Cinquant’anni dopo la morte, l’eredità
di Šostakóvič è più viva che mai. La sua
musica continua ad essere eseguita e
apprezzata in tutto il mondo, ed
oggetto di studio e analisi. La capacità
di affrontare tematiche universali come
la sofferenza, la resilienza e la speranza
ha fatto sì che le composizioni
rimanessero rilevanti anche in contesti
moderni. Inoltre, la sua vita e la sua
musica hanno ispirato generazioni di
compositori e musicisti. Šostakóvič ha
dimostrato che l’arte può essere un
potente strumento di comunicazione e
resistenza, capace di affrontare le
ingiustizie e di dare voce a chi non ha
voce. La commemorazione dei
cinquant’anni dalla morte di Dmítrij
Dmítrievič Šostakóvič offre
l’opportunità di riflettere su una figura
che ha segnato la storia della musica e
della cultura. Attraverso le sue opere,
Šostakóvič ha saputo esprimere le
complessità dell’animo umano e le sfide
di un’epoca difficile. La sua musica
continua a ispirare e a commuovere,
dimostrando che l’arte ha il potere di
trascendere il tempo e lo spazio,
parlando a generazioni di ascoltatori in
tutto il mondo. La sua eredità è una
testimonianza della resilienza dello
spirito umano e della capacità della
musica di affrontare le avversità,
rimanendo sempre una forma d’arte
viva e vibrante.

LA RIFLESSIONE 21
di
“La politica è l'unica professione senza una
specifica formazione. I risultati sono di
conseguenza.”
CARLO MARIA MARTINI

I PROSSIMI NATI
PICCOLA CITTÀ, SETTIMANALE DI
RADIO G GIULIANOVA.
SUPPLEMENTO DEL RADIO G
NOTIZIE.
AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI
TERAMO N. 135 REGISTRO
STAMPA DEL 5.2.1977.
PROGETTO GRAFICO
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DIRETTORE RESPONSABILE
FRANCESCO MARCOZZI.
Domenica 2 febbraio
Compleanni: Sabrina Beccaceci,
Gianmarco Gialluca, Sabrina
D’Ascanio, Francesco Terrani,
Sandra Di Filippo, Antonella Di
Maurizio, Maristella Rastelli,
Annamaria Postuma, Vanessa Grossi,
Mauro Di Pietro, Luigi Baratiri,
Renato Ferretti, Ida Scarponi.
Lunedì 3 febbraio
Compleanni: Edoardo D’Angelo,
Federico Nepa, Luana Monaco,
Valeria Di Cola, Massimiliano
Geroni, Sandra Lena, Raffaele
Masseroni, Marco Di Odoardo,
Giordano Costantini.
Martedì 4 febbraio
Compleanni: Mimmo Daniele,
Daniela Tarquini, Francesca Pistilli,
Sibilla Di Virgilio, Fiammetta Ielo,
Fulvio Ferri, Gianni Dario.
Mercoledì 5 febbraio
Compleanni: Vito Pepe, Mauro Bruni,
Giovanni Di Pietro, Ilari Di Luigi,
Giusy Branella, Adele Ridolfi.
Giovedì 6 febbraio
Compleanni: Giusy Gargano, Antonio
Marzi, Maria Pulcini, Luca Ramaglia,
Davide Barlafante, Barbara
Gambacorta, Domenico Cudini,
Patrizio Visentin, Paolo Della Valle.
Venerdì 7 febbraio
Compleanni: Alfredo Testoni,
Giancarlo Paolucci, Ercole Core,
Simone Di Ferdinando, Walter Varani,
Giuliano Granata, Federico Morelli.
Sabato 8 febbraio
Compleanni: Luciano Massarotti,
Mario Di Francescatonio, Lorenzo
Tassoni, Rita Ruffini, Gianni Di
Bonaventura, Marco Petrucci, Silvia
Cesarini, Guerino Sposetti, Maria
D’Antonio, Leonardo Gasparrini,
Pietro Tamaro.
22
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a cura della redazione
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Domenica 9 febbraio
Compleanni: : Marco Bontà, Ruggero
Sabatini, Simona De Giorgis, Jonny
Formaggia, Emiliano De Mattheis,
Silvana Di Gianvittorio, Cristina
Imbimbo.
Lunedì 10 febbraio
Compleanni: Mario Lamolinara,
Massimo Bellocci, Gabriele Cicioni,
Danilo Testoni, Maria Rosaria La
Morgia, Gilberto Leone, Marco
Lacomba, Elisabetta Semproni,
Tommaso Zanni, Alfiero Luciani.
Martedì 11 febbraio
Compleanni: Elga Paoloni, Mirella
Salvatore, Giovanni Posabella,
Marilena Rossi, Adele Ranalli, Rita
Pantoni, Luisa Marozzi.
Mercoledì 12 febbraio
Compleanni: Arino De Berardis,
Fabrizio Ferrante, Emilio Tuccella,
Luca Castorani, Vito Simone,
Francesco Tiberi, Francesca Ricci,
Massimo Di Teodoro, Fabrizio Di
Massimantonio, Gabriele Pedicone,
Antonietta Di Felice, Maria Felicioni.
Giovedì 13 febbraio
Compleanni: Jonathan Di Pietro,
Giuseppe Cantoro, Simone Falà,
Simone Niscola, Angelo Cori,
Gaeatano Mazza, Stefania Vanni.
Venerdì 14 febbraio
Compleanni: Stefano Cordone, Dario
Avolio, Stefano De Angelis, Paolo
Santini, Ilaria Virgili, Aldina Ianni,
Luigi Valiante.
Sabato 15 febbraio
Compleanni: Daniele Niscola, Andrea
Rosati, Carlo Mastrodonato, Raffaele
Nardi, Monia Cerasi, Maria Di
Lodovico, Danilo Cerquitelli, Rossella
Mattiucci, Marja Sinko.
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FRASI CELEBRI 24

LA VIGNETTA 25
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