scuole italiane......................pdf

nadinebenedetti1981 25 views 22 slides Dec 24, 2024
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About This Presentation

Riflessioni sui limiti del sistema scolastico italiano e consigli per non farsene danneggiare, anche attraverso una serie di letture utili


Slide Content

Corretto e completato il giorno 16 dicembre 2024
NOTA: nelle versioni precedenti errori vistosi con un copia-incolla rendevano incomprensibile un lungo paragrafo sui
licei e c'era poca chiarezza anche in un altro paragrafo sulla scuola, che è stato modificato anche in questa data.
SCUOLE ITALIANE

“Il nostro sistema didattico di norma mira a educare la gente ad avere conoscenza a guisa di un possesso (…) Le scuole sono le
fabbriche in cui vengono prodotti questi pacchi-conoscenza per tutti (…) dai quali gli studenti pescano un po’ qui, un po’ là (…)
Ognuno è divenuto il proprietario di un insieme di affermazioni fatte da qualcun altro (…) In effetti gli individui del tipo “avere” e
non “essere” mostrano la tendenza a sentirsi turbati da pensieri nuovi (…) Il sistema scolastico non è fatto per favorire la conoscenza
e l’emancipazione dell’individuo, come nessun’altra istituzione sociale del resto.”
(E. Fromm)
“La condizione della scuola italiana è oggi profondamente in crisi. I riformisti ritengono che essa sia in tale stato perchè fornisce un
sapere non solo inadeguato alla società attuale, ma anche statico (...) I descolarizzatori affermano che la crisi della scuola è
rappresentata dal fatto che essa ha del tutto esaurito la funzione storica assegnatale dalla società tradizionale. Oggi è la stessa società
che, attraverso una miriade di agenzie educative, è diventata una comunità educante.”
(P. Boccia, Concorso DSGA. Manuale completo per tutte le prove 2018)
"I ragazzi italiani che arrivano alla Maturità sono sotto la media OCSE secondo i test Programme for International Student
Assessment (...) Gli adulti hanno trasformato la scuola in uno stipendificio senza valutazione del merito, degli insegnanti prima e
degli studenti dopo. Metterlo, il merito, nel nome del Ministero serve a nulla: va messo nel contratto (...) Gli studenti alle elementari
vanno meglio (...) ma la distanza tra il Nord e il Sud dell'Italia si produce già alle elementari e in 15 anni è triplicata (...) E spesso al
Nord gli insegnanti sono del Sud. Non è una questione genetica, ma una degenerazione disoccupazionale (... ) Tanti cercano solo di
sistemarsi e avere il posto fisso (...) I ragazzi nella media vengono culturalmente impoveriti da questa scuola" (Davide Giacalone,
giornalista di La Ragione)
Dobbiamo (…) conoscere la storia e conoscere la psicologia (…) Ogni tanto ci guardiamo in faccia e ci chiediamo come abbiamo
fatto a bruciare le streghe in piazza o mettere i bambini sui treni per Auschwitz. Ci siamo riusciti grazie al conformismo (…) Non
solo in ridicoli film, ma addirittura sui libri di scuola il fascismo e il nazismo sono descritti come branco di lupi su un inerme popolo
di agnelli (…) La realtà è l’opposto.
(S. De Mari)
REGOLAMENTO SCOLASTICO E SALUTE E STRUMENTI PER INTERVENIRE SUI DEFICIT INTELLETTIVI: se lo ritenete
utile per altri motivi o se potete procurarvelo a prezzo molto basso, leggete i paragrafi 2.3, 2.4, 2.5 della prima parte e 3.6.24 e 2.12
della seconda parte di Concorso DSGA. Manuale per tutte le prove 2018 (P. Boccia). Informatevi in particolare sulle leggi sui
disabili, sugli individui con problemi di apprendimento (DSA) o con BES, sulle vaccinazioni obbligatorie per i bambini e sulle scuole
domiciliari. Potete trovare diverse informazioni su i piani individualizzati per individui con disabilità, BES e DSA online o ad
esempio nel manuale per la prova scritta per i concorsi per DSGA più recenti; www.orizzontescuola.it. A volte online si trova
scontata almeno un'edizione di Pedagogia speciale, testo base del corso universitario omonimo. Leggete i capitoli 7-10 di
Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (F. Celi). Può essere utile il paragrafo 5.5 di Il colloquio
nell'assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca) su chi ha figli disabili. Rimando a riviste specializzate su disturbi
dell'apprendimento, www.anastasis.it e www.airpa.it e alla rivista Terra Nuova . Informatevi sulle scuole alternative con didattica
innovativa per bambini soprattutto e su ipertesti e altri mezzi offerti dalla tecnologia per agevolare chi ha deficit di tipo intellettivo di
forma lieve, media o grave. Segnalo i libri-gioco di Maffai come ad esempio Destinazione Bellatrix, che insegna la matematica, i
progetti Scratch, serious games come Lego Serious Play e www.ludi-network.eu/products. I disabili in futuro potranno contare su
migliori dispositivi AT (tecnologia assistiva) per muoversi, ecc. grazie a progetti come SPE-3D-APP sulle sedie a rotelle.
Il manuale citato di Celi elenca anche strumenti per chi ha problemi di apprendimento: ipertesti; ipermedia; software didattici per
DSA; a scuola tutoring e apprendimento collaborativo anche collegando tra loro i computer tramite Sistemi Autore; Superquaderno
(molto utile per cominciare); trattamenti subless/lessicali/balance/neuropsicologici; piattaforme web ePRO e Ridinet (quest'ultima
con sessioni quotidiane di 15 minuti, feedbeck informativo e grafico delle prestazioni), reading trainer informatico; programmi
informatici con apprendimento senza errori e con punteggio-feedbeck, analisi del compito con curricula e molti sotto obiettivi e aiuti
grafici per l'apprendimento di calcoli o lettura o anche dell'uso del denaro, cioè della cosidetta matematica funzionale; giochi con
lettere e sillabe come tombola, memory e domino; software Lettura di base 1 e 2, Fondiamo le letterine e Memoria di base;
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cartoncini con lettere; scheda di osservazione sistematica con lettere e sillabe. Per le malattie gravi ci sono la strategia SODA, il
software Mind reading e, di uso più controverso, la comunicazione facilitata con macchina da scrivere elettrica e con un educatore a
sostenere il polso. In Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock's) si cita il tutoraggio con PC per bambini con ritardo nel linguaggio
causato da problemi nell'elaborazione degli stimoli uditivi.
In questo settore le innovazioni sono continue e dovete aggiornare queste informazioni, se siete interessati.
CONOSCENZE PSICOLOGICHE E NEUROLOGICHE DI BASE PER OPPORSI AI PREGIUDIZI PIÙ DIFFUSI
SULL'INTELLIGENZA DEI PIÙ GIOVANI E SULL'EDUCAZIONE FAMILIARE E SCOLASTICA: L’autostima nei bambini (F.
Frascarolo-Moutinot); i paragrafi con le linee di intervento deicapitoli 7-10 e 19 e 23 di Psicopatologia dello sviluppo. Storie di
bambini e psicoterapia (F. Celi); (Il magico potere del riordino di M. Kondo); Creatività e intelligenza, Eugene Blauler nel secondo
capitolo (e Creatività e arte nel primo capitolo) di Creatività (E. Balconi e M. Erba); Piccola guida per persone intelligenti che non
sanno di esserlo della neurobiologa specializzata in Neuroscienze B. Milletre; i capitoli e brani sparsi dedicati alla conoscenza, ai
metodi e ai programmi stabiliti per le scuole e agli studenti in Avere o essere (E. Fromm); Imparare a leggere (B. Bettelheim e K.
Zelan); Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell'intelligenza e Educare e comprendere. Stereotipi infantili e apprendimento
scolastico (H. Gardner); Come un romanzo (D. Pennac); le pagine sui bambini cosiddetti prodigio, su quelli ipercritici, quelli
esuberanti e quelli troppo timorosi, sulle conseguenze di studiare a scuola anziché privatamente e su ragioni ed effetti della violenza
di familiari e insegnanti sui bambini in L’istituzione oratoria (M. F. Quintiliano); le pagine sull’approccio giusto ai bambini molto
timorosi nell’opera di L. A. Seneca; le pagine sui bambini dotati di una eccessiva immaginazione e sensibilità, indifesi contro il senso
di colpa e perciò timorosi delle novità e particolarmente bisognosi di routine, sugli introversi e sulla particolare profondità e
pericolosità del dolore dei giovani in Zibaldone (G. Leopardi); il capitolo Il bambino dotato in Lo sviluppo della personalità (C. G.
Jung); le pagine sugli introversi in Descrizione generale dei tipi e Il problema dei tipi nella conoscenza degli uomini in Tipi
psicologici (idem); le pagine sulle figlie con le reazioni più deboli ai soprusi della madre e quelle sulle donne che vestono male,
hanno poca manualità e vivono in modo confuso la prima metà della vita in Complesso materno in Gli aspetti psicologici
dell’archetipo della madre (capitolo di Archetipi e inconscio collettivo) e in Lo sviluppo della personalità (idem); le pagine sui
percorsi più positivi durante l’età adulta delle donne in cui predomina il cosiddetto “Animus” in Anima e Animus in Due testi di
psicologia analitica (idem); altre pagine dell’opera di Jung sugli effetti sulla personalità di Animus, Anima e Ombra e infine altre
ancora con esempi di psicoterapia sui bambini (sfogliate gli indici di tutti i suoi libri e isolate quelli che nel titolo contengono questi
termini o fanno pensare a questi temi).
Non c'è commento a questo gruppo di letture che possa riassumerne i concetti principali senza ripetere quanto ho già scritto in altri
punti del documento, perciò qui vorrei solo far riflettere su come a scuola non viene mai inquadrata l’aggressività crudele con cui
psicologi e psichiatri e, grazie soprattutto alla loro connivenza, moltissime persone in ogni ambiente trattano bambine e ragazze che
appaiano loro incapaci di gestire la propria emotività e si finge di ignorare le nozioni particolareggiate al riguardo dovute
all’esperienza e allo studio della storia e dei miti e divulgate da libri specializzati e onesti. Viene da chiedersi, di fronte
all’accanimento della maggioranza degli insegnanti stessi sulle studentesse emotive (spesso peraltro tali soprattutto perché vittime di
gravi abusi da parte dei familiari e dei compagni di classe, oltre che del’età), perché essi non riportano mai notizie che possano far
comprendere la portata di un disprezzo tanto generale in ogni società, come per esempio quando a proposito dell’Inquisizione
medievale non dicono che venivano bruciate come streghe anche le bambine. In scuole di ogni livello comunque si vedono professori
poco competenti in psicologia e negli aspetti dell’istruzione umanistica meno formali e superficiali e inoltre instabili e aggressivi: nel
giudicare i ragazzi maestri e professori sono in genere indifferenti rispetto alle loro condizioni di vita e reali possibilità e agiscono in
contraddizione con i messaggi dei testi e dei programmi e con ciò che di più essenziale si richiede a un educatore (leggete in
proposito almeno Lo sviluppo della personalità di Jung). Spesso gli insegnanti sono molto ignoranti dei classici della letteratura e del
meglio della saggistica e questo sembra valere in particolare per gli insegnanti d'Italiano (a volte sembrano addirittura vantarsene,
adducendo come alibi prima gli studi liceali e universitari e poi i concorsi, che di fatto non li obbligano a leggere altro che una serie
di aridi manuali). Ci sono anche casi di professori che contattano la psichiatria a proposito dei loro studenti (rischiando quindi di
rovinare loro la vita intera) senza sapere assolutamente nulla di dove, come e con chi passano le loro giornate, oppure, pur
conoscendone in parte i problemi oggettivi, non considerandoli e facendosi guidare da antipatia personale, magari provocata proprio
dalla reazione istintiva nell'alunno alla frustrazione dell’esigenza di ricevere dai suoi insegnanti informazioni essenziali sugli aspetti
quotidiani del vivere e una vera cultura (al posto delle quattro nozioni vuote che gli vengono ripetute a scuola, che non servono a chi
da sempre subisce l'incuria o i maltrattamenti dei familiari) oppure suscitata da quell’emotività eccessiva che è lo stato normale di
chiunque da giovane viva da diverso tempo una situazione di estremo disagio. E non ho mai conosciuto un insegnante che tenesse
conto del fatto che un ragazzo non è un adulto che può aver superato quelle difficoltà nel rapporto con l’autorità tipiche della maggior
parte dei ragazzi e che sono particolarmente difficili da dominare e accentuate in quelli tra loro che sono stati maltrattati dai
familiari. Avverto che quanto ho scritto su maestri e professori bulli non è un fatto discutibile e che insegnanti nevrotici, ignoranti e
aggressivi sono quasi la norma a ogni livello dell'istruzione scolastica, anche a quello universitario: si concedono moltissime libertà,
indifferenti ai regolamenti scolastici e a volte alle minime norme di buona e sana condotta, tanto non vengono in genere denunciati e,
quando lo sono, al massimo vengono semplicemente trasferiti in una nuova istituzione scolastica (magari perfino in una scuola o
università più vicina alla loro abitazione). Il fatto è che i bulli a scuola sono attratti dalla cattedra: l'insegnamento della materia
italiano alle scuole superiori non comporta di fatto alcun vero impegno e nemmeno criteri obiettivi e ben delimitati per i voti, al
contrario di ciò che implica l'insegnare ad esempio matematica, e perciò è naturale che questo insegnamento sia amato dalle persone
più pigre e più aggressive tra coloro che decidono di insegnare. In fondo ci devono essere delle ragioni se letteratura, cinema d'autore
e saggi di psicologia anche recenti hanno così spesso messo sotto accusa il sadismo degli insegnanti (in particolare quelli d'Italiano),
se nei gialli spesso è a questa categoria che appartengono assassini e viziosi, se i porno sadomaso spesso sono ambientati in aule
scolastiche e se i telegiornali periodicamente parlano di insegnanti sempre più nevrotici, mentre i quotidiani fanno stupire gli ingenui
con qualche atto di violenza per strada di qualche insegnante arrestato poi in aula.
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RACCONTI E FIABE UTILI PER DISSIPARE DEI PREGIUDIZI DIFFUSI SULL'INTELLIGENZA DI BAMBINI E RAGAZZI:
Tempi difficili (C. Dickens); Matilda (R. Dahl); Pippi Calzelunghe (A. Lindgren); Pollicino e Richetto dal ciuffo di C. Perrault.
Riguardo a Richetto dal ciuffo, il senso della fiaba è più chiaro appena si comprende che non solo per Enrichetto, ma anche per la sua
principessa non c’è stata magia di sorta e non perché l'amore renda Enrichetto cieco ai suoi difetti (il commento finale di Perrault non
tiene conto del fatto che il suo cambiamento è apprezzato da tutti e non solo dal suo innamorato), ma perché non era la stupidità a
bloccarne l'espressione e a ostacolarne la riflessione, tanto che in tutta la fiaba si fa intendere in modo indiretto che lei non era stupida
come era creduta e si credeva lei stessa, il che del resto Richetto esplicitamente afferma fin dal loro primo incontro con
quell’osservazione acuta su chi in generale ha o non ha “spirito”, alla quale rimando; il caso di Pollicino - intelligente quanto
disprezzato capro espiatorio della sua famiglia - non è molto diverso ed è inoltre ricorrente in diverse fiabe che un personaggio
intelligente parli poco o non parli affatto per un lungo periodo e che ciò lo metta in pericolo a causa dell’immagine che altri se ne
fanno (rimando a La sirenetta e a I cigni selvatici, la cui vicenda torna, poco modificata nell’essenziale, in altre fiabe): dovreste
leggere tutto ciò ricordando cosa siano i blocchi emotivi, cosa significhi avere una qualità diversa e non inferiore di intelligenza e
come quasi sempre bambini dotati e inoltre bambini e adulti introversi, affetti da particolari nevrosi o eccentrici (cfr. con Jung),
persone con la caratteristica fisica delineata da Milletre e persone in modalità “essere” (cfr. con Fromm) sono considerati stupidi dai
loro opposti naturali.
INADEGUATEZZA DELLA SCUOLA A PREPARARE ALLA VITA: lettera 49 di Lettere a Lucilio (L. A. Seneca); Senofonte e
Machiavelli in Operette morali (G. Leopardi); il secondo capitolo di La scuola dei dittatori (I. Silone); anche solo per un
inquadramento storico il capitolo L'università di massa: espansione, crisi e trasformazione e soprattutto il capitolo Cambiamento
senza riforma: la scuola secondaria superiore negli ultimi trent'anni in Fare gli Italiani. Scuola e cultura nell'Italia contemporanea
(a cura di S. Soldani e G. Turi) del 1993 e possibilmente anche un testo analogo più aggiornato da ricercare a Scienze Politiche o
altrove); la seconda metà del capitolo La lettura in Walden, o la vita nei boschi (H.D. Thoreau); i capitoli sull’istruzione scolastica di
Avere o essere (E. Fromm) e Lo sviluppo della personalità (C. G. Jung); Educare al comprendere. Stereotipi infantili e
apprendimento scolastico (H. Gardner); Come un romanzo (D. Pennac). Da sempre sono stati scritti libri di ogni genere contenenti
critiche ai programmi scolastici inutili per i più giovani, che hanno bisogno prima di tutto di conoscere la natura umana e le leggi
della violenza e della stupidità che regolano la vita sociale (il testo più antico che ho letto in proposito è Satyricon di Petronio, che
attacca la scuola nelle prime pagine). Informatevi anche sul giudizio che in genere si riserva o si riservava alla banalizzazione
tradizionale della poesia di Francesco Petrarca e a Dante Alighieri nelle scuole italiane prerisorgimentali e all'estero (rimando almeno
a Il Pentameron di W. S. Landor , al giudizio di Goethe in Viaggio in Italia e all'introduzione di Guido Bezzola a Rime di Petrarca
nell'edizione BUR). Segnalo Scuola e società (J. Dewey) e il programma di Lipman che, negli anni '70 del '900, riprese alcune delle
idee di Dewey, le quali sono da considerare insieme alla citazione da Bruner nel primo modulo di La dimensione psicologica per
ultimi anni del liceo delle scienze umane (per la critica al metodo sia di Bruner che di Dewey) ma anche insieme al paragrafo 1-2.3 di
Dialoghi ininterrotti (P. Bastianoni) sul laboratorio espressivo closlieu di Arno Stern e imitatori; Il mondo è la prima scuola
(Comenio). Leggete per intero il paragrafo 7 del capitolo 4 di Progettare la ricerca empirica in educazione (Coggi-Ricciardi) oppure
pagine online sui molti limiti (del resto intuibili o noti a tutti per esperienza) di predizione (a livello lavorativo) e di valutazione
(obiettiva!) delle prove scolastiche tradizionali e soprattutto sulle innovazioni utili seguenti tra quelle già sperimentate da qualche
tempo almeno in America: scale prodotto e tabelle sul modello Guildford per assegnare il voto, "portfolio" (show case o di
presentazione), prove "semistrutturate" come gli utilissimi saggi brevi su eventi e situazioni determinati su cui argomentare con
specificati criteri di elaborazione (es. 10 righe, 2 esempi concreti, almeno 5 argomentazioni) e stesure di testi diversi dai temi e tra
loro (es. un messaggio informativo, una descrizione, una lettera di consigli, un testo pubblicitario, un saggio a carattere personale, un
elaborato con uno stimolo di natura visiva, un riassunto, ecc.), "reattivi di profitto", prove "oggettive" con risposte prestrutturate e
standardizzate nella loro creazione e valutazione, prove "strutturate di classe" (create dall'insegnante, ma abbastanza simili a quelle
oggettive) e soprattutto prove di problem solving applicato a situazioni di vita corrente a carattere interdisciplinare (prove proposte
dal movimento detto della valutazione autentica) e programmi di alternanza scuola-lavoro (es. PCTO). È auspicabile che le inchieste
di INVALSI e IEA possano rilevare un utilizzo sempre crescente di queste nuove forme di valutazione anche in Italia. Tutte le nuove
prove introdotte di recente sarebbero probabilmente davvero utili se si accettasse di ridurre molto il numero di quelle tradizionali (in
particolare temi a casa e in classe e interrogazioni orali) e se inoltre si accettasse di svecchiare i programmi (andrebbero alleggeriti di
tutto ciò che è ripetitivo, lontano dalla vita e inadatto all'indirizzo di scuola superiore e universitario prescelto) oltre che d'inserire in
ogni scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado corsi indispensabili per la salute psicofisica e per la vita pratica e
lavorativa (informatica, educazione civica, diritto, economia, servizi sociali, psicologia e medicina). Se ci si decidesse a questo,
basterebbe a rendere l'istruzione qualcosa di razionale che ogni singolo studente, in anonimato o in consiglio di classe, avesse la
possibilità di denunciare e documentare (con filmati autorizzati, ecc.) un abuso ripetuto da parte degli insegnanti (qualora fossero
molto aggressivi o si discostassero nella valutazione dalla prescrizione – presente nei manuali di Scienze dell'Educazione e della
Formazione – di annotare i quesiti, socializzare con gli studenti i criteri di valutazione e utilizzare per essa testi modello, criteri,
livelli prestabiliti e standard imposti dal Ministero). Invito a leggere i testi di tre vecchie canzoni italiane: Pigro (Ivan Graziani),
Dopo il liceo che potevo far (Edoardo Bennato) e Il niente di Marco Masini, sempre che sia quest'ultima quella sua canzone in cui si
parla di disoccupati avanzi dei licei. Queste canzoni potrebbero accompagnare un utile confronto tra i programmi vuoti delle materie
umanistiche delle scuole medie superiori e dei licei scientifico, classico, linguistico e artistico da un lato e quelli densi di temi di
attualità scottanti e di pagine dedicate allo sviluppo della personalità del liceo delle scienze umane, che pur tra tanti difetti andrebbe
imitato in tutte le scuole superiori di primo e secondo grado.
Nel capitolo sulla scuola secondaria superiore del vecchio libro di testo di Scienze Politiche Fare gli italiani: scuola e cultura
nell'Italia contemporanea del 1993 a cura di Soldani-Turi si esprimeva tra le righe il desiderio comprensibile che l'età in cui
concludere la scuola dell'obbligo venisse estesa ai 16 anni (provvedimento preso in seguito) e fosse ridotto il divario tra scuole
professionali e licei, ma non si considerava che a fare la differenza non è affatto la durata di un corso di studi ma sono gli
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insegnamenti (i programmi e il controllo sulla preparazione e sul comportamento degli insegnanti al lavoro) e che sono davvero molti
i problemi e i rischi comportati da una spesa eccessiva per la formazione in termini non solo di denaro ma di energia (la salute e il
benessere di un adolescente sono ben più fragili di quanto credono i più), senza considerare poi che ormai perfino nei manuali creati
per i test d'ingresso all'Università, cui dovrebbero preparare alcuni pesanti licei che non danno alcuna informazione utile a livello
pratico, si sconsiglia esplicitamente qualsiasi Facoltà non scientifica con l'eccezione di Giurisprudenza d'indirizzo attinente alla
comunicazione, consiglio giustificato se si considera la lughezza eccessiva di molti corsi di laurea, ottenuta con continue inutili
ripetizioni nei manuali dello stesso indirizzo e iper-frammentazione in indirizzi, le alte percentuali di laureati disoccupati o male
occupati e ciò che si sa delle raccomandazioni e del rischio che si corre a dipendere dai genitori a 18 o 19 anni. In fondo che la
tendenza a protrarre gli ITS da uno a tre anni sia considerata da molti contro ogni buon senso e allarmante non è senza ragione.
Comunque l'imposizione di studi troppo lunghi è oggi una delle ragioni principali addotte da chi non è benestante per giustificare agli
altri la decisione di non avere figli.
Tuttavia credo che si debba riflettere sui problemi analizzati nel capitolo citato del vecchio manuale universitario per valutare quanto
sia oggi ancora valido di quanto vi si affermava nei paragrafi che riporto qui di seguito: "La classe politica per conservare improvvisa
e tende ad appiattirsi sul presente (...) Basta far finta di sperimentare facendo diventare tutto sperimentale, (...) accettare (...) anche
soluzioni molto avanzate confidando che, per il loro stesso essere tali, rimarranno bloccate nell'iter parlamentare tutte (...) salvo
eventuali e caotici provvedimenti d'urgenza (...) Al carattere di urgenza viene spesso associato l'attributo di sperimentale (...) e un
certo provvedimento sperimentale resta di fatto in vigore a tempo indefinito, indipendentemente da riscontri e verifiche (...) Per via
amministrativa invece si possono fare (...) pezzi di riforma (...) incisivi, ma, (...) mancando un progetto d'insieme, c'è una carenza di
visione complessiva, che ostacola la partecipazione italiana ai programmi della CEE, rende difficile il reciproco riconoscimento di
titoli di studio e ignora il problema di una definizione di una comune politica dell'istruzione (...) L'ostruzionismo della maggioranza
rappresenta uno dei fattori principali dell'immobilismo, insieme alle resistenze degli insegnanti e all'immutabilità della burocrazia
ministeriale". Il capitolo in questione metteva sotto accusa anche le asserzioni non provate e le argomentazioni slegate da riscontri
pratici di alcuni politici e pedagogisti, dai quali ogni tanto si è isolato qualche esempio anche pochi anni fa (ricordo ancora un caso
discusso a Che tempo che fa), mentre tralasciava di ricordare le gravi responsabilità di chi ha i propri interessi localizzati nel mercato
librario nel persistere delle consuetudini dannose delle scuole superiori, oltre che delle Università. Il capitolo si apriva per altro
ricordando che in Italia la scuola secondaria di secondo grado era rimasta inalterata in linea di massima dal 1923, sottolineava quindi
che essa era la stessa da sette decenni, alla data di pubblicazione del testo (1993), salvo alcune modifiche non attinenti ai programmi
soprattutto degli anni '60... Dal 1993 in poi non mi risulta che i programmi o altro siano stati riformati, a meno che non si consideri
terza prova, cambiamenti apportati da informatica e nuove tecnologie, PCTO anche nei licei, calcolo del voto di maturità tenendo
conto anche della media degli ultimi tre anni e tentativo recente di adeguarsi ad alcuni test standardizzati provenienti dall'estero tra
ovvie e meritate difficoltà di ogni genere. Mentre i programmi restano retrogradi con qualche elemento in genere facoltativo di
novità, credo che si continui a rifiutarsi di applicare norme scritte e condivise standard nell'attribuzione dei voti (il bullismo degli
insegnanti delle materie umanistiche ne sarebbe forse troppo colpito). Al massimo ci sono state sperimentazioni isolate senza riforma
generale, le quali peraltro potrebbero essere a volte criticate decisamente: è il caso, ad esempio, di un tipo di liceo scientifico ridotto
da cinque a quattro anni aumentando il numero di ore settimanali in un corso di studi già molto pesante senza eliminare il superfluo e
senza introdurre tecniche necessarie e soprattutto materie che dovrebbero essere considerate indispensabili in ogni scuola (rimando ai
paragrafi pertinenti di questo testo sui limiti dei programmi in uso); ed è anche il caso del mio liceo scientifico i cui organizzatori
negli anni '90 hanno consentito di evitare il corso di latino solo a chi fosse disposto a fare superflue ore in più di matematica, senza
tenere in alcuna considerazione che questa materia si studiava già in modo approfondito e il fatto che si tratta di una matematica
molto astratta della quale nessuno sforzo dei libri di testo e degli insegnanti fa mai apparire l'utilità, al contrario di quanto all'estero
spesso si fa perfino con i bambini, e di cui è impossibile scorgere un qualunque esito pratico per chi non si laureerà in Ingegneria, al
contrario di quando si potrebbe affermare di corsi ben fatti di psicologia, economia, diritto, ecc.
L'egoismo dei burocrati allergici al nuovo, anzi a qualunque cambiamento di routine, e in generale la pigrizia speciale di chi è
indifferente al bene comune e ha il gusto del potere hanno, del resto, già bloccato in Italia a lungo molte iniziative culturali
importanti, come ad esempio la riorganizzazione di molte biblioteche, che all'estero invece sono spesso ben fornite e organizzate e
non di rado di straordinaria efficienza (so che in passato gli studenti italiani venivano dirottati all'estero per le loro ricerche e forse è
ancora così).
CLASSICI DELLA LETTERATURA E POCHI TESTI RECENTI UTILI PER COMPRENDERE LE RAGIONI PER CUI GLI
STUDI SCOLASTICI POSSONO RISULTARE MOLTO PERICOLOSI PER LA SALUTE FISICA E PSICOLOGICA E PER LO
SVILUPPO DELLA PERSONALITÀ: Giorni felici in Nel ventre della balena e altri saggi (G. Orwell); i capitoli finali di I
Buddenbrook (T. Mann); Il giovane Holden (Salinger); i capitoli 8 (su Simona), 19 (su Stefano) e 23 (su Silvia) di Psicopatologia
dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (F. Celi); l'elenco di biases degli insegnanti in Progettare la ricerca empirica in
educazione (Coggi-Riciardi); il capitolo su Carrie di On writing (S. King); pagine online sui peggiori casi di bullismo e su quelli di
stupro nelle scuole italiane negli ultimi trent'anni (reati quasi mai puniti e spesso puniti in modo offensivamente lieve); il cap. 31.19
sugli aspetti legali del bullismo a scuola e sulla criminalità giovanile e il paragrafo sulla sparatoria a scuola del 1999 in Colorado e
del 2005 in Minnesota di Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock's); i capitoli finali sui figli di Ivan di La valle dell’eden (J.
Steinbeck); i capitoli relativi allo studente Kolja, i paragrafi che riguardano la decisione di Alësa di non proseguire gli studi e il
comportamento di comportamento di Ivan a scuola e il paragrafo in cui si afferma esplicitamente che non sono pochi i ragazzi che
perdono la salute – non sempre recuperabile... – per aver voluto affrontare l’impegno di 5 anni di vero studio in I fratelli Karamazov
(F. Dostoevskij) e notizie sul modo di vivere la scuola dell’autore nella sua biografia; i capitoli e i paragrafi sull’istruzione di Paul e
Rob in Dombey e figlio (C. Dickens); il racconto Esame di concorso (da Il bosco degli urogalli di M. Rigoni Stern); Paula (I.
Allende); i capitoli sulla malattia del marito di Eustasia in Ritorno al paese (T. Hardy); il racconto L’età della discrezione in La
donna spezzata (S. de Beauvoir); il racconto Rancore e nuvole (A. Tabucchi). Non sottovalutate le intelligenti critiche alla scuola
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contenute nei classici per bambini Matilda di R. Dahl, Pippi Calzelunghe di A. Lindgren e Tempi difficili di C. Dickens. Informatevi
comunque su BES e DSA - categorie in uso nelle scuole da qualche tempo per classificare gli studenti - e chiedetevi come la
maggioranza in genere si serve e si è sempre servita di ogni "etichetta" affibbiata agli altri e cosa possono comportare per lo sviluppo
psicologico e per la salute fisica le sovradiagnosi di un disturbo mentale (sempre più frequenti di quanto non si creda, dato che è
particolarmente difficile giudicare bambini e ragazzi e che, se per qualsiasi giudizio umano esiste la possibilità dell'errore, tanto più
gli sbagli sono possibili quando non c'è interesse a non farli a causa della posizione di debolezza in cui si trovano gli alunni rispetto
agli adulti). Consiglio di consultare Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock’s) per conoscere gli effetti collaterali limitanti o gravi degli
psicofarmaci che vengono spesso impiegati con i bambini e gli adolescenti soprattutto a causa delle pressioni o del bullismo degli
insegnanti e della loro indifferenza al bullismo tra coetanei. Fate delle ricerche online per scoprire se io sono l’unica persona che
desidera la possibilità per bambine e ragazze di scegliere anche scuole pubbliche riservate solo a femmine e studi da privatista a ogni
età. Tenete presente anche che la legge italiana stabilisce che per i minori di 14 anni non sia mai prevista la galera qualunque reato
compiano e che per i ragazzi tra i 14 e i 18 anni la possibilità e il tipo di pena per i reati dipendano totalmente dall'arbitrio del giudice
e che i minori di 21 anni in molti casi possono essere condannati semplicemente al lavoro nelle cooperative ecc. anziché alla galera
(anche per questa informazione potete eventualmente far riferimento anche al citato libro per la prova scritta del concorso DSGA).
Consiglio di evitare le esagerazioni che di recente si trovano nelle riviste dove alcuni lettori vi sfogano l’odio per il voto: non è il
caso di considerare i voti inutili, si dovrebbe però ottenere che non fossero pubblici, che le lezioni fossero filmate da telecamere (la
scuola non è un ambiente privato e i ragazzi devono poter documentare sia gli abusi dei docenti che quelli dei compagni), che nessun
insegnante fosse libero di pretendere o premiare molto risultati che non ha fatto nulla per preparare (la possibilità di fare una buona
ricerca e di contare su una serie di buoni libri non deve dipendere dalla fortuna personale).
SCUOLA E LAVORO (TENENDO CONTO CHE GLI INDIRIZZI INSERITI QUI ANDREBBERO VERIFICATI, PERCHÉ
ALCUNI DI ESSI SONO IL RISULTATO DI RICERCHE ONLINE SVOLTE ANNI FA E perché NON HO MODO DI
AGGIORNARE DI CONTINUO QUESTE INFORMAZIONI): informatevi sul portfolio di presentazione e sullo show case portfolio
(ad esempio al paragrafo 7 del cap. 4 di Progettare la ricerca empirica in educazione di Coggi e Ricciardi). Se lo ritenete utile per
altri motivi o se potete procurarvelo a prezzo molto basso leggete i paragrafi da 1.8 a 1.15, 2.2, 2.3 della prima parte di Concorso
DSGA. Manuale per tutte le prove 2018 (P. Boccia): eccetto che per la parte sul diritto del lavoro, civile, costituzionale e di famiglia,
vi consiglio di non leggere il resto del libro di Boccia o di farlo con senso critico, perché è zeppo di idealismo assurdo e ripetitive
illusioni che nulla hanno a che vedere con la realtà, cioè con la natura della maggioranza degli insegnanti e degli alunni; questo libro
comunque è incompleto, perché spesso non spiega le leggi citate e non sempre indica le sanzioni quando illustra certe leggi recenti e
perciò dà l’impressione che tali leggi siano prese in giro, vuote parole come quelle sulle competenze che le ASL, i genitori e la
didattica dovrebbero avere idealmente, secondo alcuni sociologi… (è il caso per esempio delle leggi art. 99 del R.D. n. 965/1924 e
art. 42 del CCNL/1995 che vincolano gli insegnanti a essere presenti in classe anche cinque minuti prima e dopo l’ingresso degli
alunni e durante gli intervalli e in generale della legislazione che attribuisce loro parte della responsabilità degli atti di bullismo tra
alunni). Vi consiglio tutte le pagine online sui CORSI PROFESSIONALI TRIENNALI per formare ottici, odontotecnici e segretari d’azienda
(corsi brevi e utili, frequentabili dopo le scuole medie e adatti anche alle ragazze e a chi non può contare su una famiglia affezionata
ed economicamente stabile, su energie e salute perfette - tutte condizioni indispensabili per fare l'Università e/o una scuola di 5 anni,
specie se più impegnativa di Ragioneria - e su un carattere e un aspetto adatti a evitare di essere oggetto di bullismo e di diffamazione
in ambienti importanti come sono molte scuole superiori e molti dei luoghi di lavoro dei genitori di chi le frequenta): per quanto poi
una segretaria d'azienda sul lavoro debba essere davvero molto energica e di solito di aspetto curato e piacevole, un titolo di studio
simile a volte torna utile anche a distanza d'anni per trovare qualche mansione impiegatizia minore presso piccole aziende o per
essere integrato da corsi brevi attinenti, è comunque probabilmente migliore di un diploma liceale non seguìto da altri studi almeno
per chi non è adatto ai lavori statali e non ha molta predisposizione ad attività manuali e tecnologia; inoltre, se accompagnato da
esperienze lavorative e/o seguìto da altri corsi professionali triennali di tipo diverso, è forse ormai probabilmente più utile anche di
alcune lauree. Informatevi circa la possibilità di inserirsi a Ragioneria dopo il diploma di Segretario d’Azienda facendo dei corsi
integrativi ed un esame per evitare di iniziare dalla prima classe e informatevi anche sull’esistenza di scuole serali di Ragioneria,
perché, se dopo questo diploma triennale è possibile inserirsi in quarta o almeno in terza classe, la scuola serale permetterebbe di
lavorare part-time fino al diploma di scuola quinquennale: questa possibilità è importante soprattutto se si ha bisogno di sfruttare
l’adolescenza per darsi qualche possibilità lavorativa in più iscrivendosi dopo il diploma di Segretario d’Azienda ad un altro
professionale triennale di tipo molto diverso, che si concluderebbe raggiunti i 20 o magari 21 anni e quindi tardi per frequentare
scuole diurne con degli adolescenti. Esistono anche dei corsi Alberghieri triennali che rilasciano diplomi utili a trovare qualche
mansione lavorativa nel settore e che possono essere preceduti o seguìti nell'adolescenza da un corso professionale triennale di
tutt'altro tipo per consentire maggiori sbocchi, restando inoltre nel tempo integrabili da due anni di studio che procurano la maturità
di scuola Alberghiera. La maturità, quindi un diploma di scuola quinquennale, è richiesta e come titolo basta in alcune occupazioni
lavorative cui Ragioneria e Alberghiero, grazie agli insegnamenti di tipo amministrativo, preparano di certo più dei licei, anche se è
necessario qualche corso ulteriore; inoltre una maturità è sfruttabile anche per iscriversi eventualmente a un ITS (ne esistono anche
per lavori non ipertecnologici e di un anno) e per partecipare a corsi del Fondo Sociale Europeo che rilasciano la certificazione
informatica ECDL (questo va affrontato solo dopo la lettura dei manuali d'informatica per principianti e non e inoltre dopo qualche
lezione privata da conoscenti): gli studi e le mansioni negli alberghi non implicano sempre grande abilità nelle lingue straniere o
contatto con la cucina e non sono tutte a stretto contatto col pubblico o caratterizzate da un lavoro di squadra continuo e poco
formalizzato (esistono quelli di tipo amministrativo e di gestione dei locali) e in Italia il settore turistico dà molto lavoro; inoltre
grazie ai convitti (magari in montagna) questi corsi sono un'ottima prima soluzione per chi non sta bene con la famiglia e sente o sa
di non potervi fare affidamento, ma può indurla a pagare almeno i primi tre anni di questa scuola e del convitto, magari contribuendo
grazie a lavori estivi part-time non necessariamente a contatto diretto col pubblico (il convitto in particolare non è spesa da poco,
soprattutto nelle località montane, ma in certe situazioni la lontananza dalla famiglia e il contatto precoce col mondo del lavoro e con
la natura sono condizioni quasi indispensabili al benessere presente e futuro). Il futuro non è mai prevedibile e non è detto che dopo
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la maggiore età i genitori siano gli unici a poter pagare il proseguimento degli studi o che non si possa indurli a farlo mediante la
legge o pressioni sui loro conoscenti e accenni alla ricaduta sulla loro immagine se si tratta di studi sensati e non del tipo arte e/o
spettacolo (è uno dei motivi per cui è importante mantenere legami con le persone del paese in cui si è cresciuti). Informatevi anche
su tutti i lavori per cui è ancora richiesto il diploma e solo il diploma di una scuola di 5 anni. In particolare informatevi sul titolo di
studio necessario per lavorare agli sportelli di poste, aziende ASL, ospedaliere e simili, pur tenendo presenti gli svantaggi che
presentano questi lavori d'ufficio e per di più statali… L’esperienza personale e quella di alcuni miei conoscenti mi ha portato a
pensare che, soprattutto se famiglia, salute o capacità offrono poche garanzie, è preferibile fare uno o due diversi professionali di 3
anni uno di seguito all’altro di cui uno adatto a essere seguito da 2 anni serali o almeno diurni (nella formula 3+2 codificata od
ottenuta con esame da privatista) piuttosto che impegnarsi in una scuola superiore quiquennale o addirittura puntare tutto sulla laurea.
Informatevi anche sulle scuole superiori quadriennali nei cui corsi prevalgono informatica e lingue straniere e sui vari istituti tecnici.
Informatevi su come purtroppo venga spesso richiesto dai potenziali titolari di essere automuniti e di risiedere nella stessa città se non
nelle vicinanze. Raccogliete informazioni online e in Sinossi di Psichiatria su come un minorenne già abbastanza indipendente e con
un progetto chiaro e prudente abbia anche per legge maggiori diritti e protezione dalle decisioni autoritarie dei genitori rispetto a un
ragazzo molto poco autonomo nel lavoro e in altri aspetti di vita pratica (oltre a una dimostrata disponibilità all'impegno,
probabilmente servono sufficienti conoscenze nei settori di studio-lavoro, abbigliamento, salute fisica e gestione delle emozioni e
anche qualche nozione su affitti, guasti domestici, bollette, risparmi e documentazioni relative al reddito). Tenete presenti i licei
quadriennali con un'ora in più al giorno, un rientro pomeridiano per materie utili (es. Biologia, Programmazione 3D, Robotica),
laboratori (anche in ambito biomedicale) e PCTO (orientamento e alternanza scuola-lavoro in estate) e simili, ma io sconsiglio
vivamente i licei e soprattutto queste scuole così impegnative a chiunque sia per natura troppo studioso o diverso dalla maggioranza e
a chi non possa contare sulla famiglia con certezza assoluta per ottenere un lavoro nel caso in cui in quei quattro lunghi anni malattie
(sono anche troppo frequenti quando l'impegno richiesto è alto), bullismo, problemi economici, cattivi incontri o altro imprevisto
impediscano di arrivare al diploma o di renderlo utile con studi successivi. Informatevi sugli ITS, perché portano a trovare lavoro
molto più della laurea. Se non siete persone molto sensibili, informatevi sul corso breve ASS, che è più gestibile per chi non ha un
fisico forte rispetto a un OSS (il diploma OSS procura lavori simili a quello del badante e perciò richiede una certa forza fisica oltre a
una sensibilità non eccessiva). Raccogliete informazioni online e presso conoscenti sui motivi per cui oggi l'Università e la laurea
stessa spesso non procurano lavoro (soprattutto su costi eccessivi, ripetitività degli esami e dei libri di testo con conseguenti grandi
numero e lunghezza dei corsi, necessità del 3+2 con due tesi per partecipare alla maggioranza dei concorsi, concorsi truccati,
percentuale molto alta di laureati e rifiuto da parte di non pochi datori di lavoro di persone laureate perché ritenute più consapevoli
dei propri diritti, più disposte ad andarsene per un lavoro migliore, meno abituate al lavoro o troppo preparate per dipendere da
titolari non laureati...). Quando sentite parlare di "formazione continua", pensate a quella dell'adulto e soprattutto ai master (corsi di
un anno dopo la laurea breve o di 5 anni). Se volete iscrivervi all'Università, acquistate uno dei libri di University Test delle Facoltà
che richiedono un test d'ingresso con quesiti di argomento molto vario come quella di Medicina e Chirurgia: nell'introduzione
troverete anche un elenco delle Facoltà in generale e di quelle a numero chiuso e un riepilogo delle nozioni richieste di chimica,
biologia, fisica, matematica, cultura generale e capacità logica. // Vi consiglio di tener presente che i profili più richiesti attualmente
sono per STEM (materie scientifiche) e le lauree in legge se con specializzazione in comunicazione e di visitare
ticonsiglio.com/concorsi-pubblici ma anche di consultare le classifiche online sui migliori posti di lavoro (tempo fa uno di essi fu
stimato quello di cassiere del discount Lidl). Tenete presente i campus delle professioni digitali (es. 99 e lode, organizzato anche dalla
rivista Io donna o #EY4NextGeneration) e altri corsi e workshop che insegnano a redigere un curriculum interessante, creare un buon
video di presentazione, parlare in pubblico (public speaking) e poi i corsi di personal branding e digital writing. Informatevi sulle
testimonianze di chi ha ottenuto un buon posto di lavoro (le donne dovrebbero curiosare sulla rivista Io donna l'8 marzo di ogni anno,
perché il numero speciale di quest'anno era interessante da questo punto di vista). Segnalo i corsi per il lavoro al CAAF, che danno
una preparazione utile a gestire alcuni aspetti pratici della vita a prescindere dal servizio stagionale. Segnalo anche un indirizzo o due
cui appoggiarsi per considerare LAVORI NON A CONTATTO COL PUBBLICO (come it.finance.yahoo.com/notizie/Lavoro-dieci-mestieri-yfin-
234929441.html;http://www.diredonna.it/lavori-ideali-per-timidi-68888.html). Diversi lavori non costringono al contatto diretto col
pubblico, grazie alla mediazione di pc, telefono o macchinari, oppure almeno non obbligano a contatti molto frequenti o poco
formalizzati con i clienti e i colleghi o con il titolare e tra questi ci sono almeno i seguenti: telefonista presso callcenter, assistente
alla poltrona dentistica in piccoli studi di periferia con un dentista solo, commesso per la disposizione della merce negli scaffali dei
supermercati, operaio e impiegato in aziende di dimensioni medie o piccole, ottico, odontotecnico e forse alberghiero con mansioni
amministrative o di gestione dei locali. Il lavoro di autista di autobus e camion può essere considerato anch'esso un lavoro che non
obbliga allo stress del contatto continuo e imprevedibile con gli altri, ma attualmente ha turni disumani se l'autobus ha percorso
extraurbano ed è molto pesante se si guida un camion. Su DHS Club si annuncia forse ancora la possibilità di lavorare da casa
(anticipando del denaro):l’acronimo sta per Discount Home Shoppers Club, un nuovo tipo di telelavoro senza orario.
Http://www.hunt2work.it/index.aspx invece offre ancora, credo, la possibilità di arrotondare attraverso la promozione di prodotti
alimentari su Internet con il passaparola tra i propri contatti. // Chi è senza idee sul LAVORO IN GENERALE può farsi forse ispirare da
jobcrawler.it, utilizzare TalkinPills, lo strumento gratuito Career Express di Linkedin e frequentare blog, gruppi e community come
it.mashable.com// Per trovare UN SECONDO LAVORO si può vedere ad esempio http://millionaire.it/6-idee-per-arrotondare-lo-stipendio;
www.cassaintegrazione.it/lavorare-da-casa-per-arrotondare-la-cassa-integrazione; http://www.girlpower.it/mondo/guide-pratiche/i-
lavoretti-per-arrotondare.php. Uno dei migliori siti, di aiuto e di stimolo, nell’impresa di trovare un secondo lavoro adatto è forse
ancora http://thebizbiz.blogspot.com. Da non disdegnare i siti delle varie agenzie di lavoro, come obiettivolavoro.it. Alcuni tipi di
secondo lavoro sono comunque i seguenti: consulente finanziario (per chi lavora in banca); infermiere, badante, insegnante di
sostegno; assistente di bambini e i ragazzi con handicap mentali o fisici; babysitter (se fatto con neonati o poco più, nei weekend o
in alcune altre serate, è un lavoro adatto a molte persone e in particolare a chi studia o ama la lettura e non si sente bene con
bambini più grandi) e dogsitter; mediatore culturale negli ospedali (per chi conosce bene una lingua straniera parlata da una buona
percentuale di immigrati in Italia); guida turistica presso i parchi cittadini; addetto all’ufficio stampa per conto di eventi, fiere e
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congressi; addetto alle multisale dei cinema; maschera nei teatri; centralinista e addetto alla reception delle cliniche private;
telefonista presso centri di telemarketing (per aziende che si occupano di vendere pentole, biglietti di teatro per beneficenza, tappeti,
servizio di epilazione con il laser, ecc.: in questi casi consiglio di cercare aziende che offrano un minimo di stipendio fisso oltre alla
provvigione e che regalino qualcosa ai potenziali clienti che contattano per invitarli nei centri delle esposizioni di prodotti e
trattamenti da vendere); hostess nei musei; personale di sicurezza presso i locali; venditore di sigarette o barista in discoteca;
barista o cameriere part time (le sere dei finesettimana) in bar, pub, pizzerie o ristoranti; forse cassiere part time in supermercati,
locali e saloni di parrucchieri (il sabato c’è un afflusso maggiore di clienti). // Può essere utile raccogliere in modo ordinato le idee
sui LAVORI ESTIVI adatti a sé tra le proposte su www.studenti.it., Monster, Infojob, Carceyet, Jobrapido, Cliccalavoro (basta scrivere
“Lavori estivi” nello spazio aperto dal comando “Ricerca”), Job in country e altre pagine online della Coldiretti, su www.fotoplus.it,
nei siti di organizzatori di vacanze per disabili o di centri estivi per lo studio o l’intrattenimento per ragazzi, su Clubanimazione, tra le
offerte di villaggi turistici (consultare i siti dei maggiori tour operator italiani), di piscine e comuni parchi, cittadini e non, e
ovviamente nei siti dei parchi acquatici e divertimento (a proposito di questi ultimi ricordate che non vi sono richiesti solo animatori,
artisti ed esperti degli animali esibiti, ma anche addetti alle prenotazioni, alle biglietterie, ai servizi bar o ristorante e alla pulizia e
persone che aiutino a salire e scendere e a rispettare le norme sulle giostre). Tenete presente che con un profilo curato su Facebook è
più facile in estate trovare lavori in genere basati solo sul passaparola (babysitter, catsitter, dogsitter, innaffiatura delle piante del
giardino o del terrazzo di persone andate in ferie, ripetizioni di ragazzi rimandati in alcune materie, tata di bambini o disabili per
coppie in vacanza, ecc.) e che nei periodi estivi non è molto difficile sostituire in città cassieri dei supermercati e forse anche
commessi o impiegati aziendali durante le loro ferie oppure farsi assumere per la stagione con diverse mansioni in negozi, ristoranti,
pizzerie, hotel, alberghi, centri termali e centri benessere dei maggiori luoghi di villeggiatura in montagna o sul mare. Può essere
utile appropriarsi delle nozioni principali dei testi in programma nei corsi di Formazione permanente e degli adulti, di Selezione del
personale/Gestione delle risorse umane e di Progettazione professionale e career counseling di Psicologia sociale, del lavoro e delle
organizzazioni. Basarsi sui test di personalità e delle organizzazioni invece può essere a volte dannoso, perché nessun testing è valido
per tutti e in ogni situazione. Almeno fino a qualche anno fa in questo contesto venivano usati semplici test della personalità come
IGPF-5, Myers-Briggs, ACL e BFQ e probabilmente alcuni dei test per valutare l'assertività e le strategie di coping e problem solving
come CISS, test su valori professionali e attitudini nel lavoro come TOM e SPV e test di abilità cognitive come il DAT-5, se non
anche test dell'intelligenza emotiva come il MSCEIT. Forse altri test sono citati nel programma del corso "Pedagogia Sperimentale:
modelli e procedure per l'educazione degli adulti". Un questionario sugli interessi e sulle caratteristiche personali durante l'attività
lavorativa si trova nell'introduzione di Scienze Infermieristiche University Test per esempio, ma porta a tre profili psicologici di
lavoratore in cui è difficile riconoscersi se appena si possiede qualche contraddizione nel carattere a causa dell'esperienza personale.
Forse altri test sono citati nei manuali corrispondenti al corso universitario “Pedagogia sperimentale. Modelli e procedure per
l’educazione degli adulti” (io però non li ho letti).Tenete presente che probabilmente non c'è lavoro dove il mobbing non possa
verificarsi, ma che esso è più frequente nei contesti di lavoro d'ufficio dove i dipendenti sono molti e interdipendenti e il carico di
lavoro alto, nel settore dei trasporti e nei campi educativo e sanitario (rimando al gruppo Violenza e lavoro più oltre). Chi cerca un
lavoro ha bisogno di conoscere siti web, banche dati, intermediari e contatti, ma è difficile in Italia ricevere un orientamento
professionale e, mentre si lavora in azienda, è anche pericoloso (il segreto professionale in generale sembra non essere una virtù
italiana, secondo molti scrittori vecchi e recenti e l'esito dell'headhunting in Italia è una conferma recente). Consiglio di leggere i
paragrafi 5.3 e 5.4 di Il colloquio nell'assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca) sull'orientamento al lavoro e di informarvi anche
online su borse lavoro, tirocini formativi in convenzione con il Centro per l'Impiego, assunzioni presso cooperative sociali, bonus
lavorativi del Fondo Sociale Europeo. In Politica dei servizi sociali (P. Ferrario) oppure online troverete informazioni sui CAAF, sui
sindacati più importanti (CGIL, CISL, UIL, UGL), sul terzo settore, sull'economia sociale: cooperative sociali di tipo A e B, recenti
piccole cooperative con fini non tipici, onlus, IPAB, settore noprofit, volontariato (FIVOL) e mutuabilità. Segnalo LEGA DELLE
COOPERATIVE, FEDERSOLIDARIE TÀ, COMPAGNIA DELLE OPERE e CONSORZIO GINO MATTARELLI, perchè citati nel
mio manuale di cittadinanza attiva e inoltre segnalo che le associazioni di volontariato ENDAS, ANPAS e GIOC si occupano anche
di inserimento lavorativo.
Un consiglio che spesso si trascura di dare ed è sempre valido è che se avete dei nemici numerosi o accaniti e pochi amici e nessun
familiare a difendervene oppure se non avete un aspetto e un guardaroba impeccabili e un carattere adeguato, per natura o arte, alle
pretese della maggioranza, dovete assolutamente evitare tutti i lavori dove il contatto con il pubblico è diretto, cioè non mediato da
PC o telefono, e dove il contatto tra colleghi non è molto limitato. In particolare evitate in questi casi di lavorare in gelaterie, bar,
pub, negozi, ecc. e questo ad ogni età (anche giovanissimi, perché titolari e clienti sono sempre pronti a diffamare con esiti duraturi e
non hanno alcuna comprensione per limiti naturali dipendenti da inesperienza o da condizioni familiari). Del resto questi sono luoghi
che non è prudente frequentare nemmeno come clienti. In mancanza di diploma, grandi opportunità o ambizioni, scegliete piuttosto
lavori più prudenti come telefonista in periferia con incarichi semplici di presentazione e invito con omaggio invece che di vendita
(non di rado si svolgono in ambienti spaziosi e piacevoli e mirano a dare ai venditori la possibilità di smerciare oggetti e servizi utili,
perciò non si deve sottovalutare la possibilità di lavorare a volte in modo continuo che danno questi lavori, purchè sia previsto il part-
time con un fisso di almeno 400 euro, con o senza provvigione aggiunta) o anche in centro presso operatori telefonici con l'incarico
di assistenza ai clienti (per quanto quest'ultima mansione sia di solito a contratto breve e non rinnovato, può essere un buon inizio o
un buon secondo lavoro per chi è pieno di energia, spigliato e abituato al PC), operaio, baby sitter (meglio o soltanto serale di neonati
o bambini sotto i due anni presso famiglie), pulizie di uffici e locali (purchè solo in orario di chiusura) e di alberghi modesti e magari
assistente alla poltrona dentistica presso piccoli ambulatori di periferia (lavoro che non implica nè l'aver colleghi nè contatti coi
pazienti che non siano mediati, molto limitati e preformati e che consente di svolgere altri lavori perché part-time).
Tenendo conto del messaggio allarmante di libri come Il costo umano della flessibilità di Gallino (libro vecchio di qualche anno ma
ancora valido e comunque utile come punto di partenza per altre letture sul mondo attuale del lavoro) e altri libri simili, non è un
filantropo chi consiglia scuole superiori di più di tre anni e che non preparino a un lavoro preciso da poter iniziare a svolgere prima
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dei 18 anni a chi non ha la certezza o almeno ottime possibilità di arrivare alle mansioni più qualificate e pagate grazie al sostegno di
entrambi i genitori, alla salute, all'aspetto fisico e al carattere estroverso e poco sensibile o ai nervi saldi (tutto ciò infatti vale ben più
delle capacità intellettuali e della disponibilità all'impegno)...E in molti casi anche questo può essere un rischio e può essere
preferibile consigliare scuole serali eventualmente successive e di abbreviare il percorso scolastico con quei corsi appositi che
permettono di fare l'esame da privatista (al di là dell'utilità di iniziare presto a svolgere un lavoro che piace e al di là dell'opportunità
di avere dei risparmi personali, c'è chi ha bisogno di intraprendere studi impegnativi in certi ambienti e di rassegnarsi a stare a
contatto con compagni di classe e insegnanti solo dopo aver avuto il tempo e la possibilità di adeguare a certe regole non scritte
aspetto e comportamento e inoltre di maturare e stabilizzarsi sia attraverso lavori part-time ripetitivi e implicanti molti meno contatti
diretti con altri sia attraverso numerose ricerche online e letture in biblioteca). Non è un filantropo chi consiglia indiscriminatamente
di iscriversi a scuole superiori di quattro o cinque anni o all'università, non è tale almeno considerando l'imprevedibilità della salute
personale e delle risorse economiche familiari, il cambiamento enorme dei programmi di alcuni licei in terza classe, le leggi sulla
responsabilità genitoriale sui figli maggiorenni, il precariato, l'immigrazione, la rapidità dell'evoluzione di tecnologia e mode e la
pretesa di molti titolari di cambiare di continuo dipendenti e di assumerli solo sotto i 23 anni (nelle gelaterie è o fino a pochi anni fa
era la prassi) o sotto i 30 o 35 anni (tanto che essere costretti dalle necessità economiche a suicidarsi a 40 anni, se non prima, è
sempre più frequente). Inoltre non vanno mai sottovalutati altri aspetti propri in particolare dei licei che elenco nella nota sui licei più
oltre.
Peraltro è sempre sconsigliabile comunque proporsi di laurearsi in generale se non si può contare su un rapporto di grande fiducia e
serenità con la famiglia: tutte le Facoltà, comprese quelle più semplici e prive di obbligo di frequenza, richiedono che si abbia la
certezza di pagare non solo tasse e libri fino alla laurea, ma anche la possibilità di disporre di una residenza silenziosa e piacevole
(almeno nel periodo più vicino agli esami quasi tutti gli studenti trovano difficile studiare in aula studio e se vivono altrove si recano
a casa dei genitori) e che si possa inserire nel curriculum esperienze lavorative importanti o almeno diversificate
contemporaneamente allo studio e ricavare dei risparmi per ovviare a imprevisti che possono risultare altrimenti deleteri e vanificare
anni d’impegno (la legge non obbliga i genitori a nulla, che che se ne dica); inoltre non si può contare sulle possibilità concesse dalla
laurea abbastanza da studiare senza fare altro; riviste e forum on line confermano che oggi pagare un affitto tutti i mesi senza il
contributo dei genitori è impossibile per la maggioranza delle persone giovani e non giovani e con tanto di curriculum adeguato,
figurarsi per studenti; infine la tesi di laurea non è una formalità per molti, dato che ci si stanca tra lavoretti e studio con il tempo e
che a forza di esami orali e basati su una selezione piccola e precisata di testi ci si disabitua con gli anni allo scritto e a lavori di
ampio respiro (molti infatti si fanno fare la tesi da altri a pagamento anche se hanno una media alta, e ciò richiede prudenza, fortuna e
denaro – 1.000 Euro almeno per la tesina di un corso triennale).
Vi consiglio di raccogliere una serie di testimonianze su chi, pur non essendo ciellino, ha frequentato per uno o più anni una scuola
privata di CL (sono scuole che possono rovinare la vita intera a chi non appartiene al Movimento Comunione e Liberazione).
Informatevi su chi ha cambiato scuola superiore in seconda o terza classe o ha lasciato una facoltà universitaria dopo aver sostenuto
alcuni esami.
Credo che sia utile ribadire ora che sembra consigliabile non limitarsi a studiare, ma fare durante l'estate e qualche pomeriggio della
settimana alcune esperienze lavorative prudentemente prive di contatto diretto con il pubblico in modo da affrontare lo studio senza
rischiare di prenderlo troppo o troppo poco sul serio e da avere maggiore probabilità di trovare una soluzione o saper abbandonare
tempestivamente se la situazione nella classe della scuola serale si rivelasse insopportabile o troppo rischiosa. Si deve anche darsi il
tempo di leggere quanto è più adatto a rafforzare se stessi: i romanzi di formazione e i saggi di psicologia e di storia reperibili in
biblioteca e su Amazon ed eventualmente le pagine online sulla dieta sana, sulle malattie più comuni, sull'arredamento, sugli affitti,
sul lavoro, sulle leggi sugli abusi dei genitori e sul modo migliore di documentarli in modo da difendersene o da preparare in segreto
la difesa prima della maggiore età quando i rischi possono essere maggiori. Bisogna aver chiaro che si perde moltissimo tempo,
molta energia e si può perdere la salute per sempre con le letture e i compiti che costituiscono i programmi dei licei e di altre scuole
superiori (assolutamente essi non preparano alla vita). In ogni caso dopo le scuole dell'obbligo un ragazzo dovrebbe scegliere di fare
le superiori di più di tre anni solo se si è nutrito con un'alimentazione sana fino ad allora e gode di buona salute, se è certo di cosa
entrambi i genitori vogliono in realtà (al di là delle menzogne che spesso si dicono per dare una certa immagine ai vicini o ai clienti),
se ha già compreso qual'è il metodo di studio più adatto a sè (chi ha un cervello con il centro cerebrale a destra o ha forme note o
poco note di dislessia ha necessità particolari) e soprattutto se ha ormai valutato bene le proprie capacità di autocontrollo, appreso le
abitudini essenziali per avere sempre un aspetto fisico abbastanza curato e dotato l'armadio di abiti adatti (ciò per evitare problemi
con compagni di classe e insegnanti, che, oltre a essere rogne inutili - dato che non si viene nemmeno pagati per sopportarle -, sono
in genere anche più grandi e difficili da gestire di quelli che possono sorgere svolgendo dei lavori ripetitivi e privi sia di contatto
diretto col pubblico sia di contatto frequente con colleghi e titolari). Lavorare fa maturare e radica nella realtà più che la scuola e di
radici soprattutto si ha bisogno prima della maggiore età.
ISTRUZIONE E RELIGIONE: Il capitolo sulla scuola e sull’Università fasciste in Il Fascismo (I. Silone); i paragrafi sulle scuole
americane che si opposero anche in tempi recenti all’insegnamento della teoria darwiniana in molte introduzioni a L’origine delle
specie di C. Darwin; i capitoli sull’istruzione del clero – in particolare gesuita – in Il rosso e il nero e in La certosa di Parma di
Stendhal. Fate ricerche approfondite sulle scuole gestite dal clero o da movimenti di facciata religiosa (ad es. Comunione e
Liberazione o CL) e in particolare informatevi sul comportamento di studenti e insegnanti appartenenti a tali movimenti con chi si
iscrive senza appartenervi e magari nemmeno conoscerlo, sulle conseguenze molto durature e decisive che può avere frequentare tali
scuole nel futuro dei diplomati a causa del ruolo estremamente influente nelle università, negli ospedali e in molti altri ambienti
rivestito in genere dai genitori della maggioranza degli studenti e sul rispetto o non rispetto in tali scuole dei programmi stabiliti dallo
Stato, delle leggi fatte per favorire le scuole meno abbienti e di quelle per garantire la casualità nella scelta della scuola esterna e
delle materie da portarvi all'esame di Maturità. Informatevi infine infine sulle leggi, in vigore da pochi anni, sulle scuole "parentali" e
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su come da una parte possano essere utili per le piccole vittime di bullismo e dall'altra possano venire sfruttate da genitori integralisti
per privare i figli del confronto con chi ha una mentalità diversa e più aperta o razionale della propria e per favorire ancora di più la
possibilità che i benestanti a volte hanno di "comprare" il diploma ai figli, tutti ragazzi che, a torto o ragione, sembrano ad alcuni già
a dir poco favoriti ai test di ingresso delle Facoltà a numero chiuso (conosco personalmente un ragazzo appartenente a un grande e
influente Movimento dichiaratamente cattolico che anni fa ha ricevuto domande e risposte al test di ingresso di Scienze della
Comunicazione e un altro ragazzo che si è diplomato in un liceo dopo aver avuto la media del 4 per 5 anni) e agli esami di Concorso
orali con colloquio motivazionale privato.
RAPPORTO TRA DECADENZA DELLA LINGUA E INVOLUZIONE DI PENSIERO, EQUILIBRIO MENTALE, SOCIETÀ,
POLITICA, ARTE DI OGNI GENERE: Libri sull'uso corretto della lingua nazionale, a cominciare da Parlare l'italiano (E.
Lombardi Vallauri); blog online che con intelligenza critichino la peggiore letteratura di recente pubblicazione (es. Cercando Oblivia
di Pippo Russo); l’opera di Jung sugli automatismi nevrotici; lettera 114 di Lettere a Lucilio (L. A. Seneca); Fahrenheit 451 (R.
Bradbury); la prima metà di 1984 e il saggio La politica e la lingua inglese in Nel ventre della balena e altri saggi (G. Orwell); il
capitolo sulla comunicazione usata dai politici in Psicologia politica (P. Catellani); La nuova manomissione delle parole (G.
Carofiglio); saggi recenti o pagine online sugli espedienti dei giornali per eludere i fatti (in Italia un testo di riferimento al riguardo è
La scomparsa dei fatti di M. Travaglio); resoconti di messaggi zeppi di frasi fatte (“scendo in campo”, ecc.) di noti politici attuali (ad
es., gli interventi di Pippo Russo su ?); le pagine sull’abitudine di usare le parole nel modo in cui si usa il denaro e su quel genere
diffuso di conversazione comunicante un senso di vuoto per astrazione dalle vere esperienze di I cosiddetti sani. La patologia della
normalità (E. Fromm) e di L’uomo senza qualità (R.Musil); le pagine sull’impoverimento e condizionamento dell’immaginazione di
Lezioni americane (I. Calvino) e di altri saggi.
CULTURA AL SERVIZIO DELL’EGO, DELLE MODE E DEI PREGIUDIZI: le lettere numero 88 e 108 di Lettere a Lucilio (L. A.
Seneca); Degli scienziati e dei letterati e altro sul tema in Massime e riflessioni, caratteri e aneddoti (Chamfort); almeno le citazioni
delle Lettere di Chandler che trovate online; il racconto Rancore e nuvole in Piccoli equivoci senza importanza (A. Tabucchi); il
capitolo XXIX di Middlemarch (G. Eliot); i capitoli sul l’attività di scrittore del marito della protagonista in L’amante di lady
Chatterley (D. H. Lawrence); i capitoli 95, 96, 40 (fino all’ingresso in caserma) di L’uomo senza qualità ( volume primo) (R. Musil);
Il Parini ovvero della gloria in Operette morali (G. Leopardi); i saggi Del parlare spedito o lento, Del conversare e Del mentire e,
per certi aspetti, La pedagogia , quest'ultimo con cautela, per la mescolanza eccessiva di saggezza e pregiudizi e per l'impostazione
confusa (M. Montaigne); Modi e stratagemmi per avere ragione (A. Schopenhauer); i capitoli iniziali sul lavoro in libreria di Fiorirà
l'aspidistra (G. Orwell). Invito a riascoltare le canzoni Pigro (I. Graziani) e Il battito (I. Fossati). Riguardo agli abusi ed errori nelle
valutazioni scolastiche tradizionali (temi, interrogazioni orali, ecc.) rimando al paragrafo 7 del capitolo 4 di Progettare la ricerca
empirica in educazione (Coggi-Ricciardi), anche se sono note a tutti e del resto facilmente intuibili.
VALIDE RAGIONI PER SCRIVERE: (Prefazione di T. Capote al suo Musica per camaleonti;) prefazione di I. Calvino al suo Il
sentiero dei nidi di ragno; prefazione di F. Cordelli a La mia Africa (K. Blixen); Rivolta e arte in L’uomo in rivolta (A. Camus);
Lezioni americane (I. Calvino);il capitolo 122 di Le stesse cose ritornano di L’uomo senza qualità (R. Musil); il saggio Perché scrivo
in Nel ventre della balena e altri saggi (G. Orwell); I Mandarini (S. de Beauvoir); L’importanza del racconto nel secondo capitolo di
Creatività (E. Balconi e M. Erba); Psicologia analitica e arte poetica in Civiltà in transizione: il periodo tra le due guerre (C. G.
Jung); la critica di Leo Marx al finale di Huckleberry Finn (nell’edizione Einaudi). Forse può essere utile leggere qualche commento
online sulla cosiddetta “Medicina narrativa” o sugli “strumenti narrativi” in psicologia e un testo universitario come La mente
discorsiva (Harrè-Gillett). Considerate ovviamente anche almeno quanto affermano Cicerone in De oratore e Lombardi Vallauri in
Parlare l'italiano a proposito dell'utilità che ha lo scrivere quando si mira a pensare e parlare bene per riuscire a difendersi e ad avere
successo.
IL “GENIO DEL CUORE”: Lezioni americane (I. Calvino); i saggi Che effetto fa a un contemporaneo, Montaigne, Come dobbiamo
leggere un libro? e Una stanza tutta per sé (V. Woolf); un’introduzione a L’insidiosa modestia della corazza (M. Moore);
l’introduzione di M. Guidacci a Poesie di E. Dickinson; Il fanciullino (G. Pascoli); il capitolo La magia della lettura in Imparare a
leggere (B. Bettelheim e K. Zelan). Sulla creatività rimando agli esercizi 50, 78, 79 e 82 del cap. 10 di La ricerca empirica in
educazione (Coggi-Ricciardi) oppure a pagine online sulle sue dimensioni seguenti: capacità di identificare problemi anche dove altri
non ne vedono, fluidità ideativa (avere molte idee su un tema dato, trovare più di una soluzione a un problema, trovare un grande
numero di oggetti con una funzione o accomunati da un particolare, ideare vari finali a una storia), fluidità espressiva (saper
strutturare bene del materiale semantico e saper trovare molti sinonimi, antonimi, derivati), flessibilità (capacità di interpretare un
messaggio da diversi punti di vista, di produrre molte classi con contenuto semantico figurativo-simbolico omogeneo, di proporre
impieghi diversi dello stesso oggetto), originalità (abilità nel trovare soluzioni insolite o nell’utilizzare informazioni per trasferirle a
situazioni nuove). C’è un bel libro o capitolo di Nietzsche sul maestro interiore che non riesco più a identificare, ma da esso ho tratto
l’espressione “genio del cuore”.
UN AIUTO PER INTERPRETARE DA SOLI ALCUNI PRODOTTI DI NARRATIVA: Un libro liceale di analisi del testo dei primi
due anni di liceo scientifico (non è l'antologia, attenzione); Simboli della trasformazione, i capitoli sui simboli sulla mitologia di
Archetipi e inconscio collettivo, Psicologia e alchimia, La psicologia della traslazione illustrata con l'ausilio di una serie di
immagini alchemiche in Pratica della psicoterapia, L'uomo e i suoi simboli, La conoscenza di sé in Mysterium Coniunctionis (C. G.
Jung). Può essere molto utile anche leggere Il drago come realtà (S. De Mari), Albero e foglia (Tolkien), Il linguaggio dimenticato
(E. Fromm), le lettere XXIV, XXVIII e XXIX di Il libro dell'Es (G. Groddeck) e il capitolo La magia della lettura in Imparare a
leggere (B. Bettelheim e K. Zelan). Segnalo Donne che corrono coi lupi (C. Pinkola Estes), per i rimandi a miti e fiabe. Segnalo i
saggi di Chesterton su molti validi scrittori del passato (es. su Dickens). Segnalo Il mondo incantato. Uso, importanza e significati
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psicanalitici delle fiabe (B. Bettelheim). Psicopatologia della vita quotidiana di Freud va tenuto presente per quanto afferma sui
numeri. Freud cita un vecchio libro, che non ho letto, sul legame tra sogni e mitologia greca antica, Ricerche sperimentali sui
fantasmi musicali (Ruth), che potrebbe forse essere utile. È propedeutico all’analisi delle opere letterarie anche leggere analisi
dettagliate dei profili zodiacali (considerando segno e ascendente) in riviste e online, perché molti scrittori vi hanno da sempre fatto
riferimento per costruire i loro personaggi. Vi ricordo che Fromm ha scritto un'analisi di Il processo di Kafka e Jung ne ha scritta una
di Ulisse di Joyce e un'altra di un libro meno noto. Consiglio di leggere http://www.slideshare.com/analisi-dei-sogni-con-mitologia-
e-alchimia e la mia analisi di Il trono di spade di Martin in http://www.slideshare.com/guida-alla-scelta-dei-libri-per-bambini-e-
ragazzi o entrambe raccolte in http://www.slideshare.com/simboli, che verrà ampliato ancora. Rimando
ahttp://www.slideshare.com/simboli-dell-astrologia. Meno utili sono le analisi di classici e di testi recenti contenute in alcune pagine
online come ad esempio http://www.slideshare.com/analisi-del-testo-personali.
IMPARARE A FARE RICERCHE E A SCRIVERE BENE DA AUTODIDATTI SENZA FREQUENTARE I LICEI E LE ALTRE
SCUOLE NON PROFESSIONALI: Informatevi su come fare la "ricerca avanzata" in Internet dai siti dei servizi bibliotecari degli
atenei, ricordando che se siete iscritti o accompagnati da un iscritto all'Università, potete avere gratuitamente accesso a banche dati
molto curate che in genere per gli esterni sono a pagamento. Consiglio di visitare un sito web su come fare un buon articolo di ricerca
e quindi su come scrivere bene le ripartizioni "pagina del titolo", "abstract", "introduzione", "metodo", "risultati" e "discussione"
(eventualmente leggete le pagine relative al Publication Manual del sito web di APA o il capitolo 13 Comunicazione in psicologia di
Metodologia della ricerca in psicologia, edizioni McGraw-Hill). Nei capitoli su progettazione e analisi civica di un manuale di
cittadinanza attiva ho trovato indicazioni utili su come scrivere dossier , rapporti, resoconti e progetti. Le fonti per fare una ricerca
sono, nell’ordine, le seguenti: enciclopedia, dizionari specialistici (es. di psicologia), manuali, testi monografici, repertori, banche
dati. La ricerca in rete va alternata alla ricerca in biblioteca per integrare le fonti e verificare dove si trovano i testi (OPAC). Se si
vuole conoscere fonti tipicamente usate dagli istituiti di statistica (Istat, Sistan, Eurostat) e da organizzazioni quali Onu, Fao, Bit,
Unesco e Oms si può leggere il capitolo 11 di Metodologia e tecniche della ricerca sociologica (P. Corbetta) e in particolare
informarsi sulle relative riviste, su metaanalisi (integrazioni di risultati di varie analisi), su annuari (raccolte di ricerche comuni, cioè
a base amministrativa) e sulle indagini campionarie ad hoc. Tra gli annuari, il mio manuale di cittadinanza attiva cita di interessanti la
Guida delle regioni (di informazioni anche politiche e culturali) e gli annuari dei ministeri (ogni ministero ne ha uno). La statistica
non rende più affidabili i dati e non supplisce alla loro povertà, ma aiuta a leggerli perché consente di trovare elementi paradigmatici,
costanti e raggruppamenti, di riassumere i dati in cifre o tabelle o grafici, di calcolarne la variabilità, il margine d’errore e quindi la
distribuzione, di fare rapidamente confronti, di cogliere differenze e le loro possibili cause, di appurare interessi e relazioni tra i vari
fattori coinvolti, di standardizzare procedure e test e di mettere un po’ d’ordine in ciò che per natura è complesso e sfuggente
(importante è in particolare conoscere il coefficiente di correlazione di Parsons, che misura la forza di relazione tra due oggetti in
esame quantificabili), tuttavia secondo me andrebbe applicata solo per ricerche importanti e per cui è necessaria: rimando
eventualmente a Progettare la ricerca empirica in educazione di Coggi e Ricciardi e per conoscere diagrammi e tabelle e trovare le
formule ben spiegate a Metodologia e tecniche della ricerca sociologica (P. Corbetta), che nella seconda metà è ricco di grafici e
informazioni chiare e quasi sempre comprensibili anche a chi non ha dimestichezza con la materia. Per interpretare grafici e tabelle
può essere utile il cap. 11 al paragrafo 3 di University Test Scienze Infermieristiche, per citare un testo della Mc Graw-Hill che ho già
consigliato altrove nel documento (contiene quesiti tipici ad esempio su variazione percentuale, aumento percentuale e diminuzione
percentuale in rapporto alle variazioni di numero effettivo degli oggetti osservati). È emerso che ciò che porta a ottenere voti alti
all’Università è soprattutto avere un ampio vocabolario (ovviamente anche settoriale). Chi sta cercando di imparare a scrivere bene in
italiano e vuole un aiuto valido per abituarsi a dare una struttura ai propri scritti e per renderli meno prolissi possibile ed “efficaci”,
può ben cominciare con il leggere più volte le prime orazioni di Demostene e le sue Filippiche, magari integrando con la lettura della
“risposta” di Eschine, e inoltre almeno le orazioni Pro Milone e Pro Roscio di Cicerone. Segnalo le Orazioni giudiziarie (Lisia) e
consiglio di leggere i discorsi di generali e ambasciatori contenuti in Storia della guerra del Peloponneso di Tucidide (iniziate con il
confrontare il discorso dei Corinzi agli Spartani del libro I, 68 con i discorsi contro Filippo di Demostene). Prima di leggere
Quintiliano (mi riferisco a L’istituzione oratoria), Tacito (mi riferisco a Dialogo sull’eloquenza, per quanto sembra che non fu forse
lui il vero autore), Cicerone (mi riferisco al De oratore), lo Pseudo-Longino (mi riferisco a Il sublime), leggete le orazioni di
Demostene e di Cicerone, perché questi autori le citano di continuo. Il cap. 4 di Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni)
riassume le figure retoriche principali e il cap. 6 le regole di comunicazione che danno senso e coerenza a un testo, a una
comunicazione. Segnalo anche le Orazioni funebri di Bossuet, anche se non le ho lette e se non so se sia possibile trovarle tradotte in
italiano. Considerate pure anche dei libri recenti sullo scrivere o parlare bene in italiano (ad esempio quello di Vallauri e quelli in
genere ivi pubblicizzati) e ricordate che online esistono dei test sull'uso della nostra lingua. Sono utili anche i corsi a pagamento che
insegnano a parlare in pubblico (corsi con istruzioni precise, esercizi e telecamera). In biblioteca si trovano libri che insegnano a
scrivere lettere e mail da scambiare nei rapporti di lavoro e formali (gli esempi che vi troverete sono utili). Diversi scrittori noti autori
di best sellers abbastanza recenti hanno scritto dei saggi sulle proprie tecniche narrative, ma si tratta di testi per aspiranti narratori:
segnalo Lezioni americane di I. Calvino, Come salvare Piggy Sneed di J. Irving (di questo scrittore segnalo anche il romanzo su uno
scrittore Il mondo secondo Garp) e On writing di King (di quest'ultimo però consiglio di confrontare i consigli con certe prefazioni,
secondo me più ragionevoli, scritte da Tabucchi, Conrad e Calvino). Esiste una collana di libri recenti e classici chiamata La scuola
del racconto. Ciò che aiuta di più a esprimersi a fini più pratici è però piuttosto frequentare molto persone che parlano sempre in
italiano corretto e rinunciare totalmente all'uso del dialetto e alla lettura di libri mal scritti (mantenere questo proposito per un anno
può bastare a cambiare per sempre le abitudini di chiunque). Consiglio anche di evitare di leggere letteratura recente senza una buona
guida per non peggiorare il proprio modo di pensare e scrivere e invito nuovamente a confrontare le migliori pagine (quelle non
recenti) online di Pippo Russo (Cercando Oblivia) con il saggio di Orwell La politica e la lingua inglese e la lettera 114 di Lettere a
Lucilio di Seneca su questo argomento, che per me è particolarmente importante avendo molto sofferto della mancanza di consigli
sulle letture più adatte a me e avendo perso molto tempo e molte energie anni fa leggendo sia molti classici della letteratura che
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alcuni best sellers recenti inadatti: occorre davvero diffidare delle fascette promozionali, di molti editori senza coscienza, di chi
premia e pubblicizza la spazzatura, di chi ha inventato i cosiddetti “casi letterari” e di chi ne decide in modo insensato e soprattutto
delle scuole con i loro assurdi programmi, del governo che li stabilisce e degli insegnanti che non vi rimediano dando le informazioni
culturali necessarie a tutti. Leggete il blog di Russo e anche le pagine di Fromm e altri studiosi sulla scuola e capirete se sto
criticando chi scrive e si arricchisce oggi con i romanzi per livore e invidia o per ragioni più serie.
COSA SI DOVREBBE INSEGNARE IN OGNI SCUOLA: Le spinte da più parti a rinnovare radicalmente la scuola italiana fanno
emergere che occorre fare spazio a migliori prove e insegnamenti e rendere coerente l'istruzione nel suo insieme: io ritengo che, oltre
a eliminare Religione ed Educazione Motoria dalle scuole medie e superiori, si dovrebbe soprattutto imporre molti limiti all'arbitrio
degli insegnanti di Italiano e modificare i programmi di Italiano e Latino, perché è palesemente assurdo che nelle materie
umanistiche le valutazioni siano del tutto soggettive, che in una scuola diversa dal Liceo Classico si venga costretti a studiare il
Latino, lo Stilnovo e l'opera di Dante, Tasso, Petrarca e Boccaccio, che in ogni scuola si studino gli stessi autori più di una volta e che
per di più agli insegnanti sia concesso di poter assegnare perfino un tema di letteratura a settimana e inoltre letture obbligatorie
dannose come sono senz'altro alcuni classici di D'Annunzio, Fogazzaro e Huysmans. Alle scuole medie e superiori il tempo e le
energie così guadagnati potrebbero essere impiegati in prove più utili tenendo presenti le prove “oggettive” e “semistrutturate”
discusse nei manuali di Scienze dell’Educazione e della Formazione e ciò che in questi manuali si scrive sul modo di effettuare e
compilare ricerche.
Si dovrebbe insegnare la storia sottolineando costantemente le motivazioni degli eventi e i molti punti in comune tra i fatti del
passato e quelli del ‘900 e di attualità. Sarebbe importante fare letteralmente girare tra i banchi alcuni classici e testi più recenti ma
validi che possano spingere gli studenti delle scuola media dell'obbligo e di quella superiore ad approfondire in autonomia la
conoscenza della storia, come i testi di storiografi e memorialisti quali Senofonte, Livio e forse Saint-Simon, Hamilton e Solzeničyn.
Soprattutto si dovrebbe far conoscere bene a scuola i saggi più recenti di Primo Levi (non il resoconto della sua esperienza, ma la
successiva riflessione su essa in un ampio contesto e la postfazione al suo primo libro) e memorie e analisi storiche altrettanto ricchi
di riflessioni sempre attuali che quest'ultimo libro quali sono quelli di Tucidide, Cicerone, Seneca, Tacito, Voltaire, Chateaubriand,
Silone, De Beauvoir, Orwell, Foucault, Arendt e Packard. Ancora tuttavia più importante è che la scuola affronti temi d'attualità
attraverso una selezione di saggi e articoli come si può trovare nei libri di testo di sociologia, antropologia e geografia umana del
liceo delle scienze umane e in quelli universitari di psicologia politica e di introduzione alla politica mondiale e mediante rimandi a
film e ad altri libri su questi argomenti non universitari, come ad esempio il saggio citato di De Mari (il suo libro, come quelli di
Silone e Hamilton, aiuta anche a rimediare alla povertà di notizie sul fascismo dei libri di testo in uso), i recenti saggi di Fallaci e
forse quelli di Carofiglio, Canfora, Travaglio e anche i vecchi bestseller della narrativa di Milan Kundera, Simenon, Koestler e quelli
di Smith L'ultima preda e, nonostante la scarsa qualità, La legge del deserto (romanzi che offrono ai lettori ben più che distrazione
nonostante il genere cui appartengono). Secondo me è fondamentale, infatti, che la lettura dei migliori libri del passato sia concepita
dagli studenti come il mezzo per fornire loro metodo nelle loro riflessioni sul presente e che abbiano peso minore le ragioni di
mercato che spingono a pubblicizzare, almeno nei libri di testo liceali, solo saggi e romanzi, oltre che film, recentissimi. E sarebbe
d'aiuto anche che a scuola si accennasse almeno all'esistenza di movimenti come Opus Dei e Comunione e Liberazione, per
permettere di inquadrarli a livello storico o se non altro per la grande influenza che oggi hanno negli ambienti universitari e in molti
altri contesti importanti, a causa dell'alto livello socioeconomico e delle professioni di alto livello dei loro membri.
I libri di testo in programma in ogni scuola o almeno in quelle dell’obbligo dovrebbero inoltre spiegare con sempre maggiore
precisione tutte le nozioni di psicologia principali a cominciare dalle cosiddette tecniche cognitivo-comportamentali vere e proprie e
da meccanismi di difesa, misure di sicurezza, biases e altre distorsioni del giudizio, oltre che illustrare brevemente metodi, limiti e
vantaggi dei tre orientamenti cognitivo-comportamentale, psicodinamico e sistemico-relazionale; ; inoltre gli insegnanti dovrebbero
accennare anche ai libri universitari adatti e fare girare materialmente tra i banchi qualche testo del passato rintracciabile in biblioteca
senza tralasciare di invitare a sfogliare i libri di Erich Fromm e soprattutto, dato che su di Carl Gustav Jung si fa spesso molta
confusione anche in qualche libro di testo scolastico, facendo conoscere di quest’ultimo l'elenco completo delle opere - compresi i
capitoli - e il glossario che si trovano nelle ultime pagine di Ricordi, sogni, riflessioni e alcune citazioni pertinenti (in particolare
quelle contenute in Solitudine: ritorno a se stessi di Storr), perché ciò è più utile per inquadrarne i contenuti principali che leggere
L’uomo e i suoi simboli, testo creato per lo più da suoi assistenti su loro iniziativa proprio per rendere più fruibili al vasto pubblico il
metodo di Jung ma non recante indicazioni precise sul suo pensiero riguardo tipi psicologici e natura e trattamento delle nevrosi.
Si dovrebbe dare precise informazioni su igiene e alimentazione tenendo presenti le esigenze create da malattie comuni anche tra
bambini e ragazzi e la forma in cui i prodotti si trovano nei supermercati e soprattutto sui farmaci più utili e utilizzati e sulle molte
diverse origine delle malattie fisiche e funzionali, affinché non capiti più tanto spesso di sentire affermare da diplomati o laureati che
le malattie vengono solo a chi le vuole.
Si dovrebbe impedire agli insegnanti di lasciare soli gli studenti nella scelta della scuola superiore e di ciò che la seguirà, perché
Internet può non essere sufficiente per informare bene e per tempo sul necessario, perché Internet può non essere sufficiente per
informare bene e per tempo sul necessario: scuole superiori raggiungibili dalla residenza o con convitto che non rendono
indispensabili altri studi pur permettendo di proseguirli, corsi per ottenere la certificazione ECDL, brevi corsi e concorsi post-
diploma, ITS, Università con o senza test d'ingresso, manuali per preparare questi test, master e concorsi post-laurea, vecchie e nuove
occupazioni, servizi online per aiutare nella ricerca del lavoro o di idee su che lavoro fare, agenzie per il lavoro interinale e leggi
importanti e discusse relative al mondo del lavoro.
Le ricerche di tutti in rete (anche attraverso i forum online) e in biblioteca su argomenti di importanza vitale dovrebbero essere
incoraggiate e avere solide basi e un diciottenne si dovrebbe poter orientare, dato che il governo dà ai genitori il diritto di ignorare del
tutto le proprie responsabilità a partire dalla maggiore età dei figli. Proprio il rifiuto della scuola di base di dare ai giovani delle radici
per lo meno fornendo informazioni sulle scuole successive a quelle di primo e secondo grado e sul mondo del lavoro e titoli di libri
validi (classici e testi recenti di storia, attualità e psicologia e sull'arte del vivere e informazioni e esercitazioni di utilità pratica)
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favorisce da una parte gravi abusi da parte di laureati in psicologia esercitanti come psicoterapeuti (con o senza il titolo di studio
necessario per legge e supervisore), dall’altra la crescente strumentalizzazione della religione anche cattolica e il fanatismo reale o
atteggiato di alcuni gruppi anche cristiani di piccole o grandi dimensioni in Italia, fenomeni a volte molto pericolosi e che rovinano
vite intere o lunga parte di esse condizionandone il rimanente. Un individuo senza solide radici culturali è facile preda del
conformismo e più facilmente strumentalizzato dai politici, oltre che una vittima più indifesa della criminalità comune e della
malasanità e un peggior elemento in ogni professione di responsabilità (vi ricordo che la preparazione universitaria di un giudice non
comprende lo studio della psicologia). In ogni caso è esperienza comune che il favoritismo ingiusto e dalle conseguenze a lungo
termine degli insegnanti si avvale della loro facoltà di non informare e quindi dell’ignoranza in cui gli studenti vengono lasciati dai
decreti ministeriali, che nulla fanno per diminuire il divario di privilegi derivante dal tipo di famiglia assegnata dal caso.
Ciò che più conta è che siano fornite dalle scuole di ogni livello per adolescenti le nozioni, indispensabili a tutti noi, di psicologia,
medicina (non semplicemente biologia), informatica, economia, diritto ed educazione civica e ai servizi sociali. Si tratta di accennare
ai contenuti rilevanti, fornire titoli di testi dove lo studente interessato possa approfondire e soprattutto aprire le menti degli alunni
coltivando in loro almeno il dubbio riguardo ciò di cui pochi hanno esperienza diretta.
Entrando in dettaglio e al contempo riassumendo a costo di ripetere alcune cose scritte nei paragrafi e gruppi precedenti, ciò che
dovrebbe essere tra le altre variabili materie sempre compreso in scuole di ogni tipo e livello, sebbene con grado molto diverso di
approfondimento e prevedendo diversi criteri di valutazione, è secondo me l’insieme delle seguenti nozioni:
- informatica //
- test di problem solving di vita concreta; effettuazione di ricerche attraverso enciclopedie (anche quelle in rete, come l’Enciclopedia
dell’Italiano sul sito della Treccani), dizionari specialistici, manuali, testi monografici e repertori, segnalando almeno le altre fonti
tipiche quali riviste specialistiche, annuari (es. Guida delle regioni), indagini campionarie ad hoc e metaanalisi; analisi e realizzazione
di raccolta di dati di ricerca in cifre, tabelle e grafici; analisi di testi pubblicitari, politici e, in misura minore, di narrativa con
attenzione particolare alle figure retoriche e alle altre tecniche più utilizzate in testi che mirano alla persuasione e nelle riviste;
compilazione di articoli di ricerca secondo il modello standard (quello con le ripartizioni pagina del titolo, abstract, introduzione,
metodo, risultati e discussione) e soprattutto di brevi saggi ben argomentati e di lettere formali (anche del tipo da scambiare nei
rapporti di lavoro); stesura di testi particolari (messaggi informativi o pubblicitari, lettere di consigli, descrizioni, riassunti, elaborati
su stimolo visivo e magari anche dossier, rapporti, resoconti e progetti) //
- la storia con continua e sempre maggiore sottolineatura delle motivazioni profonde degli eventi al di là dei pretesti e soprattutto dei
molti punti in comune tra i fatti di rilievo del passato e quelli dell'epoca contemporanea e del presente //
- basi di diritto e educazione civica con particolare attenzione ai metodi di partecipazione e di informazione politiche e alle tecniche
di persuasione e di evitamento (di responsabilità, di risposte precise, ecc.) usate dai politici in Italia, con qualche accenno alle recenti
innovazioni (es. alcuni tipi di gruppi di discussione o le elezioni primarie del 2005) //
- avvocati d'ufficio, CPT e CPU nei tribunali, periti e strumenti davvero utilizzabili nelle controversie dalle organizzazioni civiche o
dal singolo cittadino e cioè dalla cosiddetta "cittadinanza attiva", da conoscere quanto o più di quelli gestiti da partiti e sindacati
(scioperi, manifestazioni per referendum nazionale) e di quelli forse più noti ma meno affidabili della querela penale, dell'esposto, del
ricorso alle decisioni delle commissioni conciliative del Tribunale dei diritti del malato, della disobbedienza civile vera e propria e
del ricorso a conferenze dei servizi o ad altre istituzioni di tutela altrettanto che queste ultime spesso abusate o esistenti solo sulla
carta (gli strumenti più utili di cui informare gli studenti sono almeno la diffida semplice o notificata presso ufficiale giudiziario e
seguita da procedimento civile, ricorso al TAR o, se il soggetto è pubblico, da procedimento penale con riferimento all'art. 328, il
ricorso al pretore del lavoro, il ricorso all'art. 700 del Codice di Procedura Civile, l'intervento ad adiuvandum, il ricorso al TAR con
richiesta di sospensiva, la conciliazione purché per questioni non di malasanità, l'arbitrato, la negoziazione, il ricorso al giudice di
pace, le petizioni, le istanze, la raccolta di firme e adesioni, il referendum regionale, le carte dei diritti, dei servizi e della qualità, le
analisi partecipate della qualità e ben rodate azioni simboliche di sensibilizzazione o dimostrative e provocatrici diverse dai sit-in e
dalle brevi azioni mimate per strada) //
- ASO, fermo di psichiatria, i vari tipi italiani di TSO e lungodegenze nelle sedi del CSM //
- patronati, sindacati per i lavoratori come CGIL, CISL, UIL e UGL, sindacati per gli inquilini come SICET, liste protette per
l’inserimento lavorativo (rif. CAAF e Centro per l’Impiego), pensioni d’invalidità o comuni, indennizzi per infortuni, bonus, NASPI,
assegno familiare, assegno unico e universale, assegno mensile, indennità (di accompagnamento, ecc.), case popolari, consorzi fidi
con fondo di prevenzione anti-usura, associazioni di categoria (es. Confartigianato), associazioni di volontariato con note iniziative
(ad esempio il banco alimentare cui partecipano anche ditte e cooperative e che coinvolge Croce Rossa, Caritas e altri), cooperative e
altre iniziative dell'economia sociale (terzo settore) e servizi sociali //
- leggi sugli affitti, sul mantenimento dei figli maggiorenni e sull'eredità e leggi che favoriscono gli abusi riguardo a queste esigenze
vitali //
- vantaggi e svantaggi di avere i risparmi in banca o posta, conto corrente personale e cointestato, bonifici, versamenti, addebiti
mensili, Paypal, carta di credito, Postamat, Bancomat, PagoPA per bollette e alcune tasse (es. quella sui rifiuti), CAAF, partita IVA,
ISEE, modello ISEU, modello 730, modello Redditi, modello RED // INPS, INAIL, Centro per l’Impiego, Agenzia delle Entrate,
catasto, basi di economia aziendale //
- sintomi psicosomatici tipici, rimedi delle malattie più comuni organiche e funzionali, vaccini e principali esami diagnostici, dando
per scontato sia che ogni studente abbia acquisito alle elementari ciò che concerne la dieta sana e l'igiene (scelta, acquisto e cottura
dei cibi indispensabili e conoscenza dei farmaci migliori contro le malattie gastrointestinali) sia che Internet sia sufficiente per
permettere anche a bambini e ragazzi non sostenuti dalla famiglia di avere un abbigliamento adeguato e di abitare spazi ben arredati;
informazioni chiare sull'origine varia e indipendente dalla volontà delle malattie non infettive sopraggiunte nell’arco della vita e
anche in giovane età (difetti genetici, appartenenza ad una certa famiglia o a determinato sesso o età, nell'infanzia e nell'adolescenza
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scelte dei genitori, abitare in un certo luogo, malattie ormai croniche o non ancora curate, farmaci, interventi chirurgici, alcuni esami
diagnostici, determinati lavori, stress in chi non ha trovato le conoscenze necessarie a gestirlo) e qualche informazione anche sulle
malattie congenite provocate da virus, test sul feto, alcol, fumo, droga e altro durante la gravidanza e sulla loro maggiore frequenza
se la quest’ultima avviene dai 32, 35 e soprattutto 40 anni; chiarimenti su come la percezione del dolore fisico o emotivo venga
aumentata da cause anche fisiologiche innate o sopraggiunte nel corso della vita e sulle diverse e giustificabili cause, durata e
intensità di fasi di ipocondria soprattutto nei giovani //
- metodi, limiti e vantaggi dei tre orientamenti cognitivo-comportamentale, psicodinamico e sistemico-relazionale, insuperabili limiti
dei test psicologici e psicometrici e di ogni perizia psicologica o psichiatrica, problem solving e catalogate tecniche cognitivo-
comportamentali, peculiarità delle emozioni primarie, classiche fasi del dolore, crisi di mezza età, tipi di memoria (per concetti,
elenchi di dettagli, di procedure, ecc.), modi generalmente diversi di affrontare le difficoltà in uomini e donne e in introversi ed
estroversi, caratteristiche tipiche della minoranza con centro cerebrale nell'emisfero destro, meccanismi di difesa inconsci primitivi,
misure di sicurezza, distorsioni tipiche della percezione e del giudizio, errori cognitivi comuni, compulsioni e coazione, complessi
(d’inferiorità, narcisista, ecc.), disturbi coinvolgenti l’alimentazione e l’immagine di sé, bisogno di mentalizzazione, concezione
junghiana della nevrosi come difesa controproducente e involontaria dalla realtà, dai contrasti interiori irrisolti e/o dalla propria
personalità (dall’essere/esprimere se stessi quando i familiari sono molto diversi da sé e ostili), leggi della violenza (in particolare da
parte dei gruppi sull'individuo o su altri gruppi, degli uomini su un certo tipo di donne, dei genitori, degli adulti su bambini e
adolescenti, dei leader sui sottoposti, di politici e pubblicitari su chi non vuole pensare, di utenti di internet), analisi dei sogni, reti
neurali e neuroni specchio, telepatia accertata tra esseri umani (e tra animali e tra umo e animali domestici), legge d'attrazione o
sincronicità (gli esperimenti fatti, ciò che ne hanno scritto alcuni esperti di fisica, il suo ruolo ipotizzato nella meccanica quantistica,
nella evoluzione naturale, in incontri e incidenti, nell’astrologia, nell’utilizzo dell’I Ching, ecc.); almeno qualche vaga nozione delle
altre leggi dell'inconscio collettivo illustrate da Jung e da altri psicanalisti celebri quali Bowlby, Winnicott, Groddeck e Freud, leggi
dedotte dall’osservazione di un gran numero di casi e che andrebbero se non altro fatte considerare come ipotesi per via del loro
ripetersi nel presente indipendentemente dalla negazione di molte di esse e dalla negazione addirittura dell’inconscio stesso che sono
tipiche di molti testi liceali e universitari in uso attualmente: diversi tipi di attaccamento del bambino alla madre e della autonomia
del bambino in presenza di quest’ultima, fasi dello sviluppo infantile, complessi materni, sviluppo in alcuni figli degli aspetti positivi
e negativi della personalità e della vita tralasciati dai genitori a causa di paure o di eccessi, incontri attirati dall’inconscio dei genitori
attivo sui figli, comunicazione e unità inconsce tra i bambini e i loro genitori naturali; “possessione” della coscienza da parte
dell’inconscio e prevalere del “trickster”; azione indiretta dell’inconscio manifesta in intuizioni, incidenti, lapsus e azioni mancate o
dall’apparenza di straordinarie coincidenze e a volte anche in malattie; “archetipi” intesi come simboli collettivi e come schemi di
comportamento ereditari influenzanti il contenuto di sogni e allucinazioni e, in alcuni casi e per loro autonoma iniziativa, anche il
comportamento; numerosi limiti e alcune possibilità della cosiddetta “psicologia positiva”; utilità degli antichi strumenti offerti dalla
riflessione stoica, della pratica della meditazione e del contatto solitario con la natura. Quanto al rifiuto dei testi scolastici e
universitari di informare su alcune di queste leggi della vita psichica e di negare l’esistenza dell’inconscio sia personale che collettivo
(quest’ultimo inteso anche come fonte ed esito dell’evoluzione della specie), si dovrebbe riflettere sul fatto che si tratta di negazioni a
priori e quindi contrarie alla vera mentalità scientifica, anche se sono oggi di moda tra gli psicologi.
NOTA SUI LICEI TRADIZIONALI SENZA CONSIDERARE LE INNOVAZIONI DI PROVENIENZA SOPRATTUTTO
AMERICANA INTRODOTTE DA ALCUNI ANNI, POICHÉ ANCORA SCARSE E NON ACCOMPAGNATE DALLA RIFORMA
RADICALE NECESSARIA PER RENDERLE EFFICACI E COERENTI (RIMANDO AL PARAGRAFO PRECEDENTE
INADEGUATEZZA DELLA SCUOLA A PREPARARE ALLA VITA): I licei in generale vanno, secondo me, sempre sconsigliati ai
più per i seguenti validi motivi: sono impossibili o molto difficili da conciliare con un lavoro contemporaneo o estivo e rilasciano il
tipo di diploma meno utile nel mondo del lavoro; si può accedere a molte se non tutte le Università con qualunque tipo di diploma (o
quasi: informatevi) compresi quelli delle o di alcune scuole professionali, che offrono anche senza essere seguiti da laurea molte più
possibilità nel mondo del lavoro di quelli liceali (il diploma liceale non seguito da laurea è certamente poco o per nulla utile e, se il
liceo è di tipo impegnativo, è certamente un titolo conseguito con un impegno infinitamente sproporzionato alle opportunità
lavorative che offre); eccetto Lettere e Filosofia, tutte le università sono molto costose e affollate; lo studio delle materie affrontate
nei licei è in generale in gran parte inutile, tranne forse nel caso di quello linguistico, che però non è da preferire a scuole che
insegnano diverse lingue in meno anni e insieme all'uso del computer; in ogni tipo di liceo non si offre alcuna guida riguardo alla
lettura di quei classici che aiutano chi desidera davvero migliorare nell'arte di scrivere e ragionare (il liceo delle scienze umane sotto
quest'ultimo aspetto è migliore degli altri, ma non in tutti i libri di testo e a prezzo di moltissime inutili ripetizioni).
Se parzialità e pregiudizi sono propri di scuole di ogni livello, le scuole superiori di 5 anni e in particolare i licei espongono di
continuo al contatto da una parte con insegnanti non solo particolarmente nevrotici e aggressivi ma anche in certi casi molto influenti
anche al di là dell’ambiente scolastico e dall’altra con figli di persone mediamente benestanti e dotate di un certo potere. E qualche
volta a far propendere, se non certo decidere, un insegnante per l'ostracismo di uno studente basta davvero poco, come il trovarlo
spesso sovrapensiero e sconcentrato durante i momenti meno impegnativi della lezione o incapace di risposta pronta alle aggressioni
o il notare in lui poca attitudine per le lingue straniere, una scarsa memoria per le liste di nuovi vocaboli, una brutta calligrafia, una
difficoltà particolare in disegno o i movimenti scoordinati in educazione fisica (gli insegnanti non dubitano che queste siano ragioni
valide per diagnosticare "stupidità" o peggio e per tormentare e danneggiare il prescelto e non sono tenuti a informarsi al riguardo,
nonostante i testi che combattono questo tipo di giudizi non manchino di certo). Si consideri l'aggressività dei molti lavoratori
convinti che il liceo fatto seriamente non sia che una sorta di hobby rispetto a qualsiasi lavoro. Non va sottovalutata nemmeno
l'invidia piena di astio pericoloso di coloro che, non diplomati o con diverso diploma, invidiano i liceali (a volte perfino i figli):
poichè moltissimi scambiano per intelligenza il fatto di essere meglio adattati, inseriti, forti e fortunati quanto a famiglia, costituzione
e salute fisica, questa invidia è pericolosa soprattutto quando il rancore che essa alimenta ha come oggetto quegli studenti e
soprattutto quelle studentesse che non è raro sentir parlare a sproposito o nelle quali non si vedono pronte reazioni e risposte:
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all'amore per lo studio a volte si accompagna una sensibilità eccessiva innata e immodificabile, che predispone a nevrosi ed è causa
frequente dell'insorgere, in alcune situazioni, di automatismi e di una sorta di angoscia inspiegabile che impedisce di parlare e rende
difficile muoversi, una sorta di paralisi con sintomi in parte simili a quelli degli attacchi di panico (essi un tempo erano più
propriamente chiamati crisi di angoscia e non si credeva che fossero accompagnati da palpitazioni nella maggioranza dei casi). Non
dimenticate, infine, quegli uomini semi analfabeti che odiano le donne che leggono (non di rado padri di donne che per natura e
necessità hanno bisogno di studiare).
Quanto all'esame di Maturità sottolineo in particolare che non c’è dubbio che se l'istruzione avesse qualche valore per chi governa, il
voto finale sarebbe calcolato soprattutto in base agli esiti di tutti gli anni scolastici precedenti e che l’esito dell’esame finale sarebbe
considerato solo per dare una decina di punti in più o in meno e inoltre si pretenderebbe o premierebbe solo una tesina compilata in
base a indicazioni fornite dagli insegnanti di letture e di compiti facoltativi: la buona tesina e il buon esito di quei quattro esami finali
non dimostrano tanto intelligenza e conoscenza quanto che lo studente ha avuto la possibilità di controllare la propria emotività
e ricevuto quell’anno e nel tempo stimoli, aiuti pratici e informazioni dalla famiglia o da amicizie con adulti laureati con un livello
almeno medio di cultura, preparate dalle condizioni di vita familiari e frutto del caso; e quando poi tesi e prova attestassero con
certezza anche un’intelligenza pronta e particolare in ogni caso esse non dimostrerebbero minimamente che chi la possiede sia
istruito e allora tanto varrebbe che il diploma consistesse nell’esito di un test del quoziente intellettivo. E poi è evidente che una legge
che permette di basare un giudizio che dovrebbe essere garanzia di un istruzione fornita in cinque anni su pochi esami e su un
colloquio dà modo agli insegnanti di sfogare preferenze personali che possono essere peraltro fondate su ragioni odiose e di
compromettere così la possibilità di studenti preparati e dotati di iscriversi alle università a numero chiuso (la presenza della
commissione esterna non fornisce alcuna garanzia di protezione in proposito! E poi a uno studente che abbia cambiato scuola può
capitare una commissione esterna derivante dalla scuola lasciata, cosa che, quando capita, peraltro di solito non “capita” per caso…).
Negli ultimi anni credo che la legge abbia stabilito che il calcolo del voto finale si basi anche sull’esito degli ultimi tre anni, ma
questo non basta e inoltre è un’innovazione recente che non può mutare la mentalità dominante, mentalità rafforzata per tanto tempo
dalla legislazione precedente e favorita dalla natura della maggioranza degli insegnanti (a cominciare da quelli di Italiano, quasi
sempre dei bulli secondo sia la mia personale e ricca esperienza sia secondo quella di moltissimi altri ragazzi di scuole che non ho
frequentato ma che conosco indirettamente abbastanza bene, sia secondo diversi libri importanti recenti e non).
Il Liceo Scientifico va, secondo me, sconsigliato a tutti coloro che non sono decisi e certi di avere un'alta probabilità, grazie ai
familiari e alla costituzione fisica, di laurearsi e impiegarsi in Ingegneria, Fisica, Medicina e Giurisprudenza e di non subire
conseguenze molto gravi nel caso che un grave imprevisto rendesse diploma o laurea impossibile. Va evitato anche da tutti coloro che
per carattere sono sia ansiosi che studiosi, oltre che ovviamente da chi non sa sempre controllarsi e imitare i compagni. Si tratta di un
liceo molto pesante i cui programmi non comprendono nulla che si possa considerare utile nella vita "pratica" eccetto lo studio
dell'inglese, che però si apprende meglio altrove; data l'irrilevanza degli insegnamenti per chi non otterrà in seguito un altro titolo di
studio, a livello lavorativo questo diploma vale poco o nulla: si può sfruttare nella progettazione l'abilità nel disegno geometrico
coltivatavi, niente di più, e anche per l'AUTOCAD serve qualche ulteriore preparazione sebbene non un altro titolo; per qualunque
altro lavoro il diploma di scuola superiore di cinque anni sia richiesto e al contempo basti – e tali occupazioni lavorative sono
pochissime – vale la necessità di nuovi studi, con la differenza che non vi si potrà minimamente mettere a frutto le conoscenze
acquisite in questo liceo e che col senno di poi si preferirà aver fatto una scuola superiore di pari anni richiedente attitudini tra loro
più uniformi e meno retrograda e stancante – il che si può prevedere accadrà anche a chi troverà utile il diploma di liceo scientifico
dopo l'inserimento nelle categorie protette. A chi si rilassa o diverte negli studi e negli esercizi di matematica può bastare studiare ed
esercitarsi per conto proprio sui manuali liceali acquistati online o leggere libri recenti adatti (per esempio Larsson in Millenium
elogia più volte un testo sulla matematica). Io sono diplomata al Liceo Scientifico e fino a metà della terza classe ho apprezzato
molto la matematica, come avevo fatto alle elementari e almeno in terza media, eppure negli ultimi anni di liceo ho finito con il
trovarla noiosa e più inutile del latino (che pure sono arrivata in quarta ad odiare per la sua assoluta inutilità e per pura stanchezza,
sebbene vi fossi da sempre portata) e per considerare la mia permanenza al liceo dopo i primi due mesi della terza l’errore più grande
della mia vita sia per gli esiti prevedibili a qualunque adulto informato che per quelli imprevedibili (nessun altro mio sbaglio ha avuto
conseguenze così durature e deleterie sul mio stato emotivo e fisico e sulla mia vita familiare, sociale e lavorativa!). Il liceo
scientifico affronta fisica e chimica in modo molto superficiale e approfondisce la matematica in modo eccessivo (impegnativo e
astratto dalla terza classe in poi) e del tutto inutile a chi non si iscriverà a Ingegneria e prevede in Italiano il terzo anno lo studio di
poeti e novellisti che niente hanno a che vedere con l'istruzione e in seguito per due anni inutili ripetizioni di autori già affrontati e il
fastidioso e sterile studio della Divina Commedia; considerate quanto tempo chi lo frequenta perda a tradurre versioni dal latino, il
fatto che oggi, a differenza che ancora nell’Ottocento, le traduzioni in italiano dei classici latini e greci sono moltissime e curate, che
questi libri sono troppo importanti per sprecare tempo a leggerli faticosamente in lingua e che non è vero che il lungo studio del
latino sia utile e necessario ad educare la mente (casomai aiuta chi lo affronta con impegno a renderla agile e versatile, perché il
latino è un lingua molto sintetica e dove le parole possono essere disposte con molta libertà all’interno delle frasi e ci sono casi in cui
poche righe latine richiedono un lungo paragrafo italiano scelto in modo da poter essere interpretato in due sensi diversi - lasciando il
testo latino due possibilità di lettura grazie alla sintesi, ai costrutti impiegati e alla posizione dei vocaboli -, ma questo lo sanno fare in
pochissimi anche in quinta liceo e perciò non va considerato tra i risultati che cinque anni di traduzioni hanno mediamente, mentre
per ottenere che il latino elargisca un minimo di beneficio alla mente basta studiare il latino con una certa serietà per pochi mesi); se
fatto senza mirare solo al “6” fino alla quinta classe esclusa e inoltre senza approfittare di un equa divisione dei compiti con i
compagni, il liceo scientifico è anche pericolosamente snervante, perché le materie in cui vengono assegnati compiti faticosi e molto
abbondanti (latino, italiano, matematica, disegno geometrico) sono diversissime tra loro e la maggior parte delle persone non è
portata per ogni materia (considerate che per esempio al liceo classico invece la matematica è poco impegnativa e il disegno
geometrico è assente, mentre lo studio del greco, caratteristico solo di questo liceo, non è dissimile dallo studio del latino).
Al liceo classico c’è poi un’insistenza assurda e ridicola sulle versioni di Latino e Greco (il Greco non andrebbe insegnato che in
corsi privati al di fuori della scuola); in tutti o in molti licei classici non si insegna l’analisi del testo e la letteratura non italiana e non
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si obbliga a leggere nulla per disposizione ministeriale (nemmeno i classici latini e greci che forniscono il materiale per le versioni),
al punto che la conoscenza di concetti chiave dell'analisi e dei classici di ogni tempo dipende dalla buona volontà degli insegnanti e
degli studenti abbastanza fortunati da avere una guida all'esterno della scuola.
I licei delle scienze umane danno, almeno con il libro di testo Corso di Psicologia per gli ultimi anni, informazioni piuttosto
semplicistiche della psicologia e dell'opera utilissima di importanti psicanalisti come C. G. Jung notizie davvero misere e in parte
persino errate (in un testo viene definito "misticheggiante" e non si accenna nemmeno ai suoi importanti scritti sulle nevrosi). In
questo liceo il libro di testo migliore è forse Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno (io ho l'edizione del 2020) e tuttavia
nella selezione di alcuni dei libri di letteratura e film consigliati questo testo sembra voler consolidare ingenuità da combattere,
dedica poche, per quanto buone, pagine ai meccanismi di difesa inconsci e solo due paragrafi – naturalmente non esaurienti – alle
attuali tecniche cognitivo-comportamentali e accenna solo a uno dei numerosi biases tipici della percezione e del giudizio, oltre ad
ignorare "misure di sicurezza" e percezioni subliminali con le loro tipiche manifestazioni anche fisiche, sebbene questi argomenti
siano probabilmente ciò che di più importante c'è da conoscere della psicologia. Tali lacune sono particolarmente irritanti, perché ciò
che stupisce di più nei libri di testo di questo liceo è l'elevato numero di ripetizioni inutili di argomenti da uno all'altro comportante
perdita di tempo, oltre che spese superflue. Soprattutto questi licei possono favorire un atteggiamento superficiale verso gli altri
introducendo l'argomento dell'uso dei test per giudicarli e facendo riferimento al DSM che è davvero molto criticato online e anche in
molti testi universitari (è ormai indispensabile considerarlo indipendentemente dall'ignoranza e arroganza delle sue classificazioni);
in particolare ogni Liceo delle Scienze Umane inoltre illude su cosa realmente di solito avviene negli ospedali e negli studi degli
psicologi e su attendibilità e legalità nella prassi dei test psicologici e psicometrici, generalizza sulle madri moderne e post-moderne,
attribuisce alle donne un istinto materno che l'esperienza di molti e la cronaca nera dimostrano inesistente e che fu già sconfessato da
molti studiosi in passato (la De Beauvoir per esempio), identifica impropriamente la maturità di coppia con l'avere figli,
deresponsabilizza i criminali (perfino i nazisti) con argomentazioni ignoranti e facilmente confutabili da chi conosce la storia e legge
con senso critico giornali e riviste, glissa del tutto sull'omosessualità se non per criticare ambiguamente le presunte illazioni fatte di
recente sulle scoperte di genitori dello stesso sesso tra gli animali, incoraggia l'attribuzione sempre funesta di caratteristiche fisiche a
tipi di personalità e malattia mentale e soprattutto attribuisce in un linguaggio pseudoscientifico "etichette" pericolose a tutti senza
dare soluzioni a nessuno (non si fa quasi nulla più che rimandare allo psicoterapeuta!), fa balenare prospettive future estremamente
negative a chi ha "disturbi" mentali (es. quello iperattivo) le cui implicazioni invece l'esperienza dimostra essere spesso molto meno
drammatiche – soprattutto per chi le affronta senza coinvolgere psicologi e psichiatri –, nega l'esistenza della fase della crisi di mezza
età con un'argomentazione contraddetta da studi precedenti (es. quelli sui popoli primitivi) e dall'esperienza di molti, rifiuta ogni
validità e complessità all'astrologia sulla base di nient'altro che vieti pregiudizi e infine favorisce il fossilizzarsi in un atteggiamento
così distaccato e privo di naturalezza da alimentare facilmente indifferenza ed egoistiche tendenze innate a manipolare gli altri e a
conservare a oltranza i propri pregiudizi. Il testo citato Intrecci dedicato a sociologia e antropologia introduce molti temi di attualità e
ciò è un enorme passo avanti rispetto alle altre del tutto inutili (sotto questo aspetto) scuole italiane, ma riguardo all'immigrazione è
estremamente parziale. Comunque i licei delle scienze umane oggi non servono a molto senza la successiva laurea in Scienze
dell'Educazione e Formazione, ovvero presso una facoltà costosa, affollata, richiedente esame di ammissione e impegnativa (molti
anni, alcuni esami molto simili, libri di testo che presentano numerose ripetizioni, numerosi libri di prezzo variabile ma sempre
abbastanza alto nei programmi della maggior parte dei corsi, laboratori obbligatori, lavori di gruppo a lezione, diversi esami scritti,
non pochi corsi in cui la frequenza non è obbligatoria solo in teoria).
NOTA SUGLI STUDI LETTERARI: Nelle Facoltà “umanistiche” stesse sono previsti corsi formalistici aridi e gli stessi miseri
programmi di letteratura italiana, la stessa gravissima indifferenza riguardo alla lettura dei libri citati e la stessa mancanza di
educazione dello spirito critico che si trovano alle scuole superiori. Alla Facoltà di Lettere oggi si iscrivono anche persone che hanno
il diploma di istituti professionali, ma non è questa l'unica ragione dell'ignoranza di molti laurati in questa Facoltà: non vi si insegna
nè pratica infatti l’analisi del testo, non si accenna a nulla della letteratura non italiana e non si obbliga gli studenti a leggere nè
classici nè libri recenti, tanto che molti laureati in Lettere sono ignoranti in modo vergognoso e, non solo non conoscono nemmeno
focalizzazione e figure retoriche, ma non sanno citare nemmeno i nomi dei principali capolavori di letteratura, storiografia, filosofia e
psicologia (un bagaglio di conoscenze indispensabile a tutti e soprattutto a chi vuole capire qualcosa e giustificare un titolo di studio
che lo presenta agli altri come detentore di una cultura umanistica). Ora, per esempio, pensate a cosa Jung, Freud e Fromm scrissero
sulla necessità per tutti di conoscere la letteratura e il passato e acquisire uno spirito critico! Mi sembra bene sintetizzare il mio
pensiero al riguardo rimandandovi a quanto degli studi letterari scrissero Seneca, London, Silone, Tabucchi o perfino il cantautore
Graziani e cioè bollandoli come quanto esiste di più arido, inutile, assurdo e dannoso per la sensibilità, la tranquillità e la cultura. Chi
ha molta sensibilità ne viene inizialmente attratto quanto ne rimane invischiato chi di sensibilità è particolarmente privo. Gli studi
letterari costituiscono una trappola per tutte le persone sensibili e bisognose di apprendere e sviluppare le proprie doti migliori. Non è
affatto un caso che da sempre molti insegnanti di Italiano in scuole di ogni livello non abbiano letto nessuno o quasi nessuno dei testi
di psicologia che io cito nel primo gruppo principale e abbiano letto pochissimi dei capolavori letterari e storici di ogni tempo e
riflettuto autonomamente e profondamente sulle proprie letture ancora meno; non è un caso che numerosissimi insegnanti di Italiano
anche dei licei siano privi quasi totalmente di coscienza, di una intelligenza che non sia semplicemente manipolatoria, di una
memoria di natura non meccanica (definisco meccanica la memoria per i dati non legati da concetti, come serie di nomi, date,
numeri, ecc.) e di obiettivi e interessi non dipendenti dal prestigio personale e dal potere (insisto a sottolineare che a scuola i bulli
sembrano concepire una attrazione molto forte per la cattedra). Per comprendermi leggete il modo in cui, per esempio, Maria Corti,
nelle sue analisi sulla semiotica e sulla comunicazione letteraria, esprime i propri concetti anche più semplici o banali (nei paragrafi
dell’introduzione al libro e ai vari capitoli per esempio), oppure sfogliate quegli aridi insulsi elenchi di nomi, date e poche notizie
rimasticate che sono i manuali di letteratura della Facoltà di Lettere (dove vi ricordo che non si richiede mai la lettura delle opere
citate nei manuali), qualche studio sulla metrica usata in poesia (quella del passato per lo più), alcuni testi di filologia romanza e
un manuale di glottologia. Ho buttato anni nello studio del latino (ero arrivata a tradurlo con rapidità e, almeno quando potevo farlo
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nei compiti scritti e quindi senza la classe intera a osservarmi, anche senza vocabolario e con attenzione istintiva e pronta alla sua
pluralità di interpretazioni), ho frequentato parte di quasi ogni corso di Lettere Moderne, dato la maggior parte dei suoi esami (usando
i crediti liberi di un altro corso di laurea è possibile anche se non si è iscritti,almeno se il proprio indirizzo ha molti esami in comune
con Lettere moderne), ho dato anche un esame di Lettere classiche e ancora oggi, a più di 40 anni, ripenso a quel tempo speso così
male con grande amarezza. In ogni caso tenete presente che oggi alla Facoltà di Lettere il corso di Latino è pensato per principianti
per dare la possibilità di superare l'esame anche agli studenti con diploma di scuola professionale o che comunque non hanno
conosciuto questa materia di studio.Chi vuole scoprire gli aspetti interessanti di latino e greco farebbe meglio probabilmente a
leggere libri come quelli di Nicola Gardini.
È utile in particolare raccogliere informazioni su programmi e prospettive lavorative reali di laureati in Filosofia e in Lettere (in
particolare chi ha bisogno di essere indipendente dalla famiglia d’origine per le più varie ragioni, dovrebbe certamente evitarle,
soprattutto se non ha il carattere o l’aspetto adatto a lavori di segreteria o a dare ripetizioni o se crede di ottenere davvero così una
cultura umanistica o ancora se pensa di scegliere l’indirizzo di Arte e Spettacolo). Anche il corso di Turismo culturale non offre
sempre opportunità lavorative e quello di Mediazione culturale favorisce gli immigrati. Riguardo al DAMS, avverto che gli studenti
che lo frequentano sono spesso disprezzati dagli altri studenti universitari e dai lavoratori e maltrattati perfino dagli insegnanti
universitari e dagli addetti alla segreteria del dipartimento di arte e spettacolo stesso, oltre che dagli altri insegnanti universitari (a
volte è capitato che un insegnante proveniente da Scienze dell'a Comunicazione si sia rifiutato di accogliere al corso tutti gli iscritti
del DAMS disinteressandosi apertamente del regolamento). Chi vuole iscriversi a licei e Facoltà umanistiche per coltivare certi
interessi e abitualmente risponde alle critiche altrui in proposito che eventualmente poi si adatterà a svolgere lavori umili, come se
facesse così una concessione al mondo, consideri che lavorare come operaio semplice o babysitter o dare ripetizioni non è, al
contrario di come dicono molti, cosa facile o possibile per tutti, prima di tutto perché anche in questi ambiti in genere vengono
richiesti esperienza ed inoltre carattere e aspetto conformati secondo stereotipi e pregiudizi, e poi perché, per quanto riguarda le
ultime due attività, sono indispensabili determinati conoscenti e solitamente anche l’appartenenza a gruppi o associazioni (ci sono
gruppi di universitari e laureati che danno ripetizioni in ogni città e chi cerca una babysitter oggi in genere si rivolge ad associazioni
che le raggruppano e organizzano), mentre un operaio deve essere disponibile e poter lavorare in ambienti rumorosissimi e adeguarsi
magari al contatto con sostanze cancerogene o tossiche, oltre a fare anche turni di notte (per i quali è richiesto già al colloquio di
assunzione di essere auto muniti). Del resto perfino lavorare come addetto alle pulizie non è semplice come si usa dire, dato che: 1)
occorre l’auto per il materiale, soprattutto se si tratta di farlo per ditte specializzate 2) respirare spesso e per ore le esalazioni dei
detersivi non è solo fastidioso ma anche dannoso e può provocare allergie che possono impedire di continuare a svolgere quel lavoro
3) chi organizza la pulizia di ospedali, condomìni, stazioni, strade, ecc… spesso utilizza “pazienti” della Psichiatria 4) per pulire case
private occorre ingraziarsi persone a volte orribili con il conformismo più assoluto e spesso sopportare comunque di essere umiliati e
pagati poco e in nero, oltre che di venire fisicamente affaticati in modo eccessivo.
COSA PUÒ CAPITARVI A SCUOLA SE SIETE DEI DIVERSI: Riguardo al bullismo, vorrei far riflettere su come a scuola non
viene mai inquadrata l’aggressività crudele con cui psicologi e psichiatri e, grazie soprattutto alla loro connivenza, moltissime
persone in ogni ambiente trattano bambine e ragazze che appaiano loro incapaci di gestire la propria emotività e si finge di ignorare
le nozioni particolareggiate al riguardo dovute all’esperienza e allo studio della storia e dei miti e divulgate da libri specializzati e
onesti. Viene da chiedersi, di fronte all’accanimento della maggioranza degli insegnanti stessi sulle studentesse emotive (spesso
peraltro tali soprattutto perché vittime di gravi abusi da parte dei familiari e dei compagni di classe, oltre che dell’età), perché essi
non riportano mai notizie che possano far comprendere la portata di un disprezzo tanto generale in ogni società, come per esempio
quando a proposito dell’Inquisizione medievale non dicono che venivano bruciate come streghe anche le bambine. In scuole di ogni
livello comunque si vedono professori poco competenti negli aspetti dell’istruzione umanistica meno formali e superficiali e inoltre
instabili e aggressivi: nel giudicare i ragazzi, maestri e professori sono in genere indifferenti rispetto alle loro condizioni di vita e
reali possibilità e agiscono in contraddizione con i messaggi dei testi e dei programmi e con ciò che di più essenziale si richiede a un
educatore (leggete in proposito almeno Lo sviluppo della personalità di C. G. Jung). Ci sono anche casi di professori che contattano
la psichiatria a proposito dei loro studenti (rischiando quindi di rovinare loro la vita intera) senza sapere assolutamente nulla di dove,
come e con chi passano le loro giornate o senza tenerne conto e facendosi guidare meramente da antipatia personale, magari
provocata proprio dall’esigenza, normale in un bambino e in un ragazzo molto trascurato o maltrattato dalla famiglia, di ricevere dai
suoi insegnanti informazioni essenziali sugli aspetti quotidiani del vivere e una vera cultura, al posto delle quattro nozioni vuote che
gli vengono ripetute a scuola, oppure suscitata da quell’emotività eccessiva che è lo stato normale di chiunque da giovane viva da
diverso tempo una situazione di estremo disagio. E non ho mai conosciuto un insegnante che tenesse conto del fatto che un ragazzo
non è un adulto che può aver superato quelle difficoltà nel rapporto con l’autorità tipiche della maggior parte dei ragazzi e che sono
particolarmente difficili da dominare e accentuate in quelli tra loro che sono stati maltrattati dai familiari. Avverto che quanto ho
scritto su maestri e professori bulli non è un fatto discutibile e che insegnanti nevrotici, ignoranti e aggressivi sono quasi la norma a
ogni livello dell'istruzione scolastica, anche a quello universitario: si concedono moltissime libertà, indifferenti ai regolamenti
scolastici e a volte alle minime norme di buona e sana condotta, tanto non vengono in genere denunciati e, quando lo sono, al
massimo vengono semplicemente trasferiti in una nuova istituzione scolastica (magari perfino in una scuola o università più vicina
alla loro abitazione). Inoltre non vanno mai sottovalutate le parzialità comuni a insegnanti di scuole di ogni livello, pregiudizi e
comportamenti interessati che portano questi ultimi a esaltare violenti rozzi e dall'intelligenza scarsa o notevole ma oltremodo arida e
rigida (debole quindi anche se perfetta per tutte le università e la maggior parte dei lavori) purché abili nel rispettare norme non
scritte. Gli insegnanti in genere sono sempre pronti a tacciare di stupidità gli emotivi al loro primo blocco ostinato - con il disprezzo
dei libri di Bettelheim e dei padri della psicanalisi che ci si può ben aspettare - e ad ostacolare con ogni mezzo gli emotivi e i
nevrotici più imprudenti o più irritanti a causa della loro diversità e fragilità o del loro bisogno di giustizia: si può affermare che la
causa principale del bullismo e delle sue conseguenze, spesso gravi anche dal punto di vista fisico, sono gli insegnanti, al punto che a
volte lo provocano dal nulla con critiche continue alla vittima scelta, così cercando di spingere gli alunni ad allearsi nel bullismo in
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cambio di voti più alti e aiuti di ogni genere all’esame finale. E bisogna tener presente anche il fatto che molti degli individui che più
contano socialmente cercheranno probabilmente sempre di impedire a emotivi e nevrotici (più spesso ragazze che ragazzi) di ottenere
il diploma (soprattutto liceale) e laurea o di far dare loro un voto finale basso, perché in generale non si vuole che queste persone
considerate inferiori si presentino agli altri come diplomati e inoltre perché si vuole rendere loro con ogni mezzo difficile difendersi
(il giusto rancore inevitabilmente accumulato da simili vittime è per gli intolleranti pericoloso) e lavorare (li si vuole umiliati e
sfruttati...del resto qualcuno deve pur esserlo, dal loro punto di vista!). Si cerca a volte di fare lo stesso, del resto, con chi ha qualche
deficit di apprendimento o non sa concentrarsi e studiare: so che ci sono insegnanti di scuole elementari e medie alla caccia costante
di questi limiti e che chiedono con insistenza incredibile che ogni studente appena sotto la media venga isolato in classi a parte con
chi ha veri e propri handicap o venga definito clinicamente come portatore di un deficit intellettivo e assegnato a un insegnante di
sostegno e lo fanno giustificandosi con il bisogno di non far restare indietro gli altri, come se si trattasse di un’azienda! Considerate
che il troppo impegno e l’ansia alle scuole superiori hanno già compromesso la salute fisica, l’equilibrio mentale e tutta la vita sociale
e lavorativa di molti giovani. Né dai compagni né dagli insegnanti i più deboli e i “diversi” sono ben accettati a scuola nemmeno al
Liceo Scientifico e Classico o alla facoltà di Lettere, dove chi è sensibile agli stereotipi presume assurdamente che debbano
raccogliersi persone sensibili o per lo meno istruite, educate e tolleranti, al punto che niente vi salverà in questi ambienti se non
potete evitare di farvi notare e di essere giudicati dei diversi, nemmeno se studiate con disciplina e possedete interesse spontaneo,
tenacia, sensibilità e intuito letterari, qualche abilità nello scrivere e doti intellettuali di collegamento, di analisi, di sintesi, di logica,
se non proprio una buona memoria meccanica: anche chi inizialmente si stupirà delle vostre capacità e si dimostrerà tollerante
evitando di aggredirvi o dandovi voti alti e giudizi scritti elogiativi, finirà col tempo certamente per credere di essersi illuso o di
essere stato ingannato da voi e per considerarvi stupidi o per considerare insignificanti le capacità innegabili dimostrate, cioè per
vederle in qualche modo annullate dal vostro stato di pazzi, di “mezzi pazzi” (“idioti”, borderline) o perfino “ritardati”, perché la
nevrosi degli adolescenti e dei giovani è forse l’argomento su cui hanno più e ben scritto Jung e Fromm e le capacità di chi ha il
centro cerebrale a destra sono state chiarite da Millètre, eppure quasi tutti vivono come se non fosse mai stata fatta e scritta alcuna
osservazione al riguardo. Le ragioni del disprezzo saranno un’interrogazione andata particolarmente male, strane brutte copie dei
compiti in classe, tic verbali o fisici, pianti o infantilismi passeggeri in momenti di stress, parole o azioni contraddittorie, molti
momenti sovrappensiero o episodi di timore, ansia, aggressività e pretese non spiegati per timidezza, ecc.. Salvo rare eccezioni,
nessuno vuole accettare che una persona con alti (magari molto alti) possa avere bassi tali da apparire ai più incomprensibili anche in
una persona mediocre (per quanto occasionali tali “bassi” siano), perché ciò fa sentire costretti o spinti a sopportarne le debolezze
imprevedibili: quasi tutti sono alla costante ricerca di qualcuno con le caratteristiche adatte a fare da valvola di sfogo e anche da
comodo oggetto di paragone per esaltare se stessi e inoltre quasi tutti possono tollerare un violento criminale infinitamente più
facilmente di una persona spesso debole e ridicola (dal loro punto di vista), che non diverte, non si arrangia, non fa fare bella figura,
non condivide alcuni loro gusti od obiettivi, non si adatta (magari anche solo per un forte e innato senso di giustizia), non sa recitare
sempre la stessa parte e chiede o sembra chiedere loro comprensione e aiuto più ancora che tolleranza e giudicarli per la mancanza di
tutto ciò (e il motivo per cui una persona è in un certo periodo in modo appariscente e fastidioso debole e/o diversa non ha mai
importanza per la stragrande maggioranza delle persone che né cerca tale motivo né lo accetta se le viene infine spiegato).
SINTESI SU COSA SI DEVE ASPETTARSI DAGLI INSEGNANTI IN OGNI TIPO DI SCUOLA: Riguardo al bullismo tipico di
molti insegnanti e in particolare degli insegnanti di Italiano, si deve considerare peraltro che esso può significare subire aggressioni
continue che sono a volte molto serie e concentrate su un unico studente, altre volte più spensierate ma letteralmente al livello dello
sfottere dei tredicenni: conosco insegnanti che non si sono certo negati il piacere di tacciare di stupidità e tormentare anche dopo
l'abbandono o la conclusione della scuola qualunque studente nevrotico esasperatosi per queste loro abitudini indipendentemente
dalle lodi e dai voti alti assegnatili prima di quello sfogo magari pure indiretto; ci sono comunque insegnanti che hanno concentrato
sistematicamente le loro "battutine" su almeno quattro o cinque studenti in ogni loro classe, sottolineandone nel modo più volgare la
timidezza o debolezza, il non essere apprezzati dai compagni, il non essere più vergini e l'avere mestruazioni, malattie e tic fisici e
verbali e ovviamente i difetti fisici o dell'abbigliamento (una ragazza né bella né fashion deve aspettarsi, perfino negli ultimi anni di
liceo, di essere definita "brutta" dalla cattedra a più riprese e può subire violenze anche fisiche durante le lezioni... magari in
palestra). Non mancano però gli insegnanti (di liceo, universitari, ecc.) che si concentrano su un solo studente, fissandolo
costantemente o comunque con insistenza in aula mentre fa lezione a tutti. Ci sono insegnanti che arrivano a difendere un preteso
diritto alla violenza fisica dalla cattedra, subito dopo il verificarsi di un atto di bullismo violento su uno degli studenti, per esempio
parlando in questi termini della violenza negli stadi, spostando il discorso sulla violenza di genere oggi o nella storia (quest’ultimo
caso capita ovviamente se la vittima della violenza è una studentessa!). Gli insegnanti a volte sono persone prive di vita personale o
sociale che investono troppo sulla scuola, fino a imporsi di continuo, a partecipare alle feste di compleanno degli studenti sedicenni
fuori dell'istituto, telefonare a casa di alcuni, inviare mazzi di fiori a studentesse di bell'aspetto, andare a letto con una studentessa
durante una gita scolastica, fare spostare di banco periodicamente tutti facendo sempre in modo di avvicinare studenti incapaci di
difendersi ai bulli più aggressivi, dare voti fantasiosi (un esempio che conosco è “Uno meno meno“, voto dato dall’insegnante di
Italiano a un mio compagno di liceo, e un altro esempio è -1, -2, ecc. ovvero la serie sotto zero ottenuta da un’insegnante liceale di
latino togliendo un voto per ogni singolo errore nella traduzione) oppure, nel giudizio di fine anno, fare la "media" tralasciando un
voto scritto alto (dicendo magari di aver perso il componimento), giudicando arbitrariamente le interrogazioni di uno studente con
voti alti negli scritti (dichiarando che il modo di dare le risposte esatte nell'orale non è di loro gusto o interrogando chi è chiaramente
fisicamente indisposto) dando voti bassissimi a compiti sì mal fatti ma riguardanti libri del tutto inutili e inadatti agli studenti scelti in
base a gusti personali, esasperando con l'obbligo a tradurre dal greco o dal latino sempre lo stesso paragrafo o perfino decidendo il
voto di uno degli studenti di ogni classe in base a criteri di giudizio folli (ad esempio il criterio di un mio insegnante fu di dividere
per tre il numero di temi svolti a casa) e tutto ciò senza mai il minimo timore di una denuncia. Ci sono anche insegnanti che fanno
leggere ai compagni di classe, ai colleghi e a psichiatri i temi di alcuni studenti per sfruttarne i giudizi personali lì espressi a loro
svantaggio, magari anche sfruttando l’articolo 57 sullo stato di necessità se lo studente mostra depressione o si esprime sul suicidio. Il
17

fatto è che il governo e le consuetudini rendono difficile denunciare un professore se non è la classe intera a richiederlo e a
documentare gli abusi (il che è raro) e soprattutto ciò che gli studenti possono ottenere dalla denuncia si limita al trasferimento
altrove del docente (per gli insegnanti non c'è mai un danno economico e anzi ciò può tradursi per alcuni di loro in un vantaggio, con
un risparmio notevole sulla benzina se la nuova scuola è molto più vicina alla loro residenza). Quasi sempre questi insegnanti sono
sostenuti attivamente da studenti aizzati di varie classi e dai colleghi, alcuni dei quali partecipano alla diffamazione, all'umiliazione e
agli altri abusi nei confronti della vittima che più è presa di mira. A volte alcuni studenti arrivano a contattare per anni ogni tanto i
genitori di un compagno a sua insaputa se li vedono indifferenti o ostili al figlio e desiderano approfittarsi delle apparenze che gli
sono contro (come accade in genere in famiglie simili) a suo danno. Per quanto riguarda i docenti, spesso si tratta di insegnanti con
una competenza fittizia (magari si vantano di conoscere a memoria la Divina Commedia o... i pochi libri di testo in programma!), di
persone troppo prive di coscienza e sensibilità per leggere, comprendere o accettare gli insegnamenti elargiti dai capolavori della
letteratura, della filosofia e della storiografia di ogni tempo, da saggi e manuali di psicologia, dai manuali di politica mondiale e a
volte anche dai testi recenti su questioni di attualità. Bisogna ammettere che frequentemente gli insegnanti di Italiano di licei e
università sono persone prive di un bagaglio personale di buone letture, perché in Italia ci si laurea in Lettere e ci si specializza senza
essere tenuti a leggere; inoltre ci sono insegnanti che quasi si vantano di aver letto e di leggere poco, magari affermando di essere
troppo impegnati a prepararsi per continui concorsi pubblici quanto prima della laurea per gli esami: la situazione è insomma agli
antipodi di quella delle migliori università americane di Lettere, se è veritiera la descrizione che ne fanno alcuni romanzi come Il
mondo secondo Garp di Irving. Ci sono anche insegnanti di Italiano che basano la loro convinzione di essere intelligenti e competenti
sui loro risultati in alcune materie scientifiche o sulla loro capacità di memorizzare in fretta dati non legati da concetti (numeri di
telefono, il vocabolario di un'altra lingua, gli ingredienti di un cocktail, ecc.), come se ciò avesse qualche attinenza con le capacità
innate e acquisite necessarie agli insegnanti di tale materia (forse i saggi di Jung, Gardner e Millètre potrebbero dar loro qualche
delucidazione al riguardo, ma gli insegnanti non sono tenuti dalla legge a adeguare ad essi le loro convinzioni narcisistiche e
arroganti). Ciò in genere torna loro utile quando seguono la prassi della maggioranza degli "insegnanti" di Italiano, che non
insegnano in genere a fare una ricerca e nemmeno come scrivere un buon tema, un saggio breve e ben argomentato, una lettera di
carattere formale o il risultato di una ricerca con tanto di adeguata presentazione e grafici o almeno una buona risposta sintetica e
precisa e si limitano a ripetere quanto è scritto nei soliti pochi libri di testo e a dare quasi quotidiani “giudizietti” del tutto arbitrari di
fronte a un pubblico di sottomessi o cinici spesso incapaci o ignoranti. Nelle università è poi frequente agli orali il disporre per ultimi
gli studenti presi di mira se li si sa preparati o abili in modo da poter più facilmente porre loro domande al di sotto del livello medio o
insensate e per poter nascondere agli altri le loro capacità e i voti inadeguati. Nelle università capita spesso anche che gli studenti
vengano disposti senza il dovuto ordine casuale tra due insegnanti dello stesso corso quando il programma di uno dei due sia
notoriamente molto più semplice. Ciò che più è importante ricordare riguardo alle conseguenze del contatto con gli insegnanti è
comunque, secondo me, il rischio che corrono gli studenti privi dell'appoggio della famiglia e ansiosi o con una vera e propria
nevrosi (rimando al paragrafo precedente).
Informatevi comunque su BES e DSA - categorie in uso nelle scuole da qualche tempo per classificare gli studenti - e chiedetevi
come la maggioranza in genere si serve e si è sempre servita di ogni "etichetta" affibbiata agli altri e cosa possono comportare per lo
sviluppo psicologico e per la salute fisica le sovra-diagnosi di un disturbo mentale (sempre più frequenti di quanto non si creda, dato
che è particolarmente difficile giudicare bambini e ragazzi e che, se per qualsiasi giudizio umano esiste la possibilità dell'errore, tanto
più gli sbagli sono possibili quando non c'è interesse a non farli a causa della posizione di debolezza in cui si trovano gli alunni
rispetto agli adulti.
Tenete presente anche che la legge italiana stabilisce che per i minori di 14 anni non sia mai prevista la galera qualunque reato
compiano e che per i ragazzi tra i 14 ei 18 anni la possibilità e il tipo di pena per i reati dipendano dall'arbitrio del giudice. In questo
contesto non stupisce che al telegiornale spesso non si metta in evidenza la vera natura dei casi gravi di bullismo e che le riviste
sminuiscano il ruolo, in realtà decisivo, degli insegnanti, attribuendo la colpa ai genitori e a TV, Internet e videogiochi.
Sul bullismo dei compagni di scuola online e sulla grande aggressività su Facebook e altrove in rete leggete gli articoli sulle riviste,
pagine internet e almeno Il mondo nuovo. Manuale di educazione civica digitale (A. B. Saladini).SINTESI SU COSA SI DEVE
ASPETTARSI DAGLI INSEGNANTI IN OGNI TIPO DI SCUOLA: Riguardo al bullismo tipico di molti insegnanti e in particolare
degli insegnanti di Italiano, si deve considerare peraltro che esso può significare subire aggressioni continue che sono a volte molto
serie e concentrate su un unico studente, altre volte più spensierate ma letteralmente al livello dello sfottere dei tredicenni: conosco
insegnanti che non si sono certo negati il piacere di tacciare di stupidità e tormentare anche dopo l'abbandono o la conclusione della
scuola qualunque studente nevrotico esasperatosi per queste loro abitudini indipendentemente dalle lodi e dai voti alti assegnatili
prima di quello sfogo magari pure indiretto; ci sono comunque insegnanti che hanno concentrato sistematicamente le loro "battutine"
su almeno quattro o cinque studenti in ogni loro classe, sottolineandone nel modo più volgare la timidezza o debolezza, il non essere
apprezzati dai compagni, il non essere più vergini e l'avere mestruazioni, malattie e tic fisici e verbali e ovviamente i difetti fisici o
dell'abbigliamento (una ragazza né bella né fashion deve aspettarsi, perfino negli ultimi anni di liceo, di essere definita "brutta" dalla
cattedra a più riprese e può subire violenze anche fisiche durante le lezioni... magari in palestra). Non mancano però gli insegnanti (di
liceo, universitari, ecc.) che si concentrano su un solo studente, fissandolo costantemente o comunque con insistenza in aula mentre
fa lezione a tutti. Ci sono insegnanti che arrivano a difendere un preteso diritto alla violenza fisica dalla cattedra, subito dopo il
verificarsi di un atto di bullismo violento su uno degli studenti, per esempio parlando in questi termini della violenza negli stadi,
spostando il discorso sulla violenza di genere oggi o nella storia (quest’ultimo caso capita ovviamente se la vittima della violenza è
una studentessa!). Gli insegnanti a volte sono persone prive di vita personale o sociale che investono troppo sulla scuola, fino a
imporsi di continuo, a partecipare alle feste di compleanno degli studenti sedicenni fuori dell'istituto, telefonare a casa di alcuni,
inviare mazzi di fiori a studentesse di bell'aspetto, andare a letto con una studentessa durante una gita scolastica, fare spostare di
banco periodicamente tutti facendo sempre in modo di avvicinare studenti incapaci di difendersi ai bulli più aggressivi, dare voti
fantasiosi (un esempio che conosco è “Uno meno meno“, voto dato dall’insegnante di Italiano a un mio compagno di liceo, e un altro
esempio è -1, -2, ecc. ovvero la serie sotto zero ottenuta da un’insegnante liceale di latino togliendo un voto per ogni singolo errore
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nella traduzione) oppure, nel giudizio di fine anno, fare la "media" tralasciando un voto scritto alto (dicendo magari di aver perso il
componimento), giudicando arbitrariamente le interrogazioni di uno studente con voti alti negli scritti (dichiarando che il modo di
dare le risposte esatte nell'orale non è di loro gusto o interrogando chi è chiaramente fisicamente indisposto) dando voti bassissimi a
compiti sì mal fatti ma riguardanti libri del tutto inutili e inadatti agli studenti scelti in base a gusti personali, esasperando con
l'obbligo a tradurre dal greco o dal latino sempre lo stesso paragrafo o perfino decidendo il voto di uno degli studenti di ogni classe in
base a criteri di giudizio folli (ad esempio il criterio di un mio insegnante fu di dividere per tre il numero di temi svolti a casa) e tutto
ciò senza mai il minimo timore di una denuncia. Ci sono anche insegnanti che fanno leggere ai compagni di classe, ai colleghi e a
psichiatri i temi di alcuni studenti per sfruttarne i giudizi personali lì espressi a loro svantaggio, magari anche sfruttando l’articolo 57
sullo stato di necessità se lo studente mostra depressione o si esprime sul suicidio. Il fatto è che il governo e le consuetudini rendono
difficile denunciare un professore se non è la classe intera a richiederlo e a documentare gli abusi (il che è raro) e soprattutto ciò che
gli studenti possono ottenere dalla denuncia si limita al trasferimento altrove del docente (per gli insegnanti non c'è mai un danno
economico e anzi ciò può tradursi per alcuni di loro in un vantaggio, con un risparmio notevole sulla benzina se la nuova scuola è
molto più vicina alla loro residenza). Quasi sempre questi insegnanti sono sostenuti attivamente da studenti aizzati di varie classi e
dai colleghi, alcuni dei quali partecipano alla diffamazione, all'umiliazione e agli altri abusi nei confronti della vittima che più è presa
di mira. A volte alcuni studenti arrivano a contattare per anni ogni tanto i genitori di un compagno a sua insaputa se li vedono
indifferenti o ostili al figlio e desiderano approfittarsi delle apparenze che gli sono contro (come accade in genere in famiglie simili) a
suo danno. Per quanto riguarda i docenti, spesso si tratta di insegnanti con una competenza fittizia (magari si vantano di conoscere a
memoria la Divina Commedia o... i pochi libri di testo in programma!), di persone troppo prive di coscienza e sensibilità per leggere,
comprendere o accettare gli insegnamenti elargiti dai capolavori della letteratura, della filosofia e della storiografia di ogni tempo, da
saggi e manuali di psicologia, dai manuali di politica mondiale e a volte anche dai testi recenti su questioni di attualità. Bisogna
ammettere che frequentemente gli insegnanti di Italiano di licei e università sono persone prive di un bagaglio personale di buone
letture, perché in Italia ci si laurea in Lettere e ci si specializza senza essere tenuti a leggere; inoltre ci sono insegnanti che quasi si
vantano di aver letto e di leggere poco, magari affermando di essere troppo impegnati a prepararsi per continui concorsi pubblici
quanto prima della laurea per gli esami: la situazione è insomma agli antipodi di quella delle migliori università americane di Lettere,
se è veritiera la descrizione che ne fanno alcuni romanzi come Il mondo secondo Garp di Irving. Ci sono anche insegnanti di Italiano
che basano la loro convinzione di essere intelligenti e competenti sui loro risultati in alcune materie scientifiche o sulla loro capacità
di memorizzare in fretta dati non legati da concetti (numeri di telefono, il vocabolario di un'altra lingua, gli ingredienti di un cocktail,
ecc.), come se ciò avesse qualche attinenza con le capacità innate e acquisite necessarie agli insegnanti di tale materia (forse i saggi di
Jung, Gardner e Millètre potrebbero dar loro qualche delucidazione al riguardo, ma gli insegnanti non sono tenuti dalla legge a
adeguare ad essi le loro convinzioni narcisistiche e arroganti). Ciò in genere torna loro utile quando seguono la prassi della
maggioranza degli "insegnanti" di Italiano, che non insegnano in genere a fare una ricerca e nemmeno come scrivere un buon tema,
un saggio breve e ben argomentato, una lettera di carattere formale o il risultato di una ricerca con tanto di adeguata presentazione e
grafici o almeno una buona risposta sintetica e precisa e si limitano a ripetere quanto è scritto nei soliti pochi libri di testo e a dare
quasi quotidiani “giudizietti” del tutto arbitrari di fronte a un pubblico di sottomessi o cinici spesso incapaci o ignoranti. Nelle
università è poi frequente agli orali il disporre per ultimi gli studenti presi di mira se li si sa preparati o abili in modo da poter più
facilmente porre loro domande al di sotto del livello medio o insensate e per poter nascondere agli altri le loro capacità e i voti
inadeguati. Nelle università capita spesso anche che gli studenti vengano disposti senza il dovuto ordine casuale tra due insegnanti
dello stesso corso quando il programma di uno dei due sia notoriamente molto più semplice. Ciò che più è importante ricordare
riguardo alle conseguenze del contatto con gli insegnanti è comunque, secondo me, il rischio che corrono gli studenti privi
dell'appoggio della famiglia e ansiosi o con una vera e propria nevrosi (rimando al paragrafo precedente).
Informatevi comunque su BES e DSA - categorie in uso nelle scuole da qualche tempo per classificare gli studenti - e chiedetevi
come la maggioranza in genere si serve e si è sempre servita di ogni "etichetta" affibbiata agli altri e cosa possono comportare per lo
sviluppo psicologico e per la salute fisica le sovra-diagnosi di un disturbo mentale (sempre più frequenti di quanto non si creda, dato
che è particolarmente difficile giudicare bambini e ragazzi e che, se per qualsiasi giudizio umano esiste la possibilità dell'errore, tanto
più gli sbagli sono possibili quando non c'è interesse a non farli a causa della posizione di debolezza in cui si trovano gli alunni
rispetto agli adulti.
Tenete presente anche che la legge italiana stabilisce che per i minori di 14 anni non sia mai prevista la galera qualunque reato
compiano e che per i ragazzi tra i 14 ei 18 anni la possibilità e il tipo di pena per i reati dipendano dall'arbitrio del giudice. In questo
contesto non stupisce che al telegiornale spesso non si metta in evidenza la vera natura dei casi gravi di bullismo e che le riviste
sminuiscano il ruolo, in realtà decisivo, degli insegnanti, attribuendo la colpa ai genitori e a TV, Internet e videogiochi.
Sul bullismo dei compagni di scuola online e sulla grande aggressività su Facebook e altrove in rete leggete gli articoli sulle riviste,
pagine internet e almeno Il mondo nuovo. Manuale di educazione civica digitale (A. B. Saladini).
Progettare la ricerca empirica in educazione (Coggi-Ricciardi)
"Nelle interrogazioni orali (...) la serie di domande costituisce spesso un campione accidentale (...) e anche la formulazione dei
quesiti non è sempre attenta agli obiettivi e alle competenze di cui si intende verificare il raggiungimento nè alla loro importanza, (...)
oltre a non essere sempre chiara, tanto che in alcuni casi può pilotare la risposta o contenere trabocchetti voluti, (...) e al non avere
sempre lo stesso grado di difficoltà (...) Altri fattori di distorsione possono derivare (...) dal fatto che l'insegnante potrebbe assumere
toni più e meno cordiali a seconda della stima e delle attese nei confronti dei diversi studenti (...) Inoltre interferiscono effetti di
selezione legati per esempio alla memoria e all'attenzione dell'insegnate, che, non annotandosistematicamente l'andamento del
colloquio, rischia di prendere in considerazione solo gli aspetti che l'hanno impressionata maggiormente. Linterpretazione dei
risultati, infine, spesso non avviene sulla scorta di criteri predefiniti e quindipuò ancorarsi all'opinione pregeressa che il docente ha
dello studente o a qualche sua caratteristica particolare, come la fluidità verbale, la sicurezza, l'appartenenza socio-culturale, il
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genere, ecc. (...)
Le interrogazioni scritte tradizionali (...) sono sottoposte a critiche in parte simili a quelle evidenziate per le interrogazioni orali (...)
Nel tema in particolare (...) le capacità comunicative (...) sono controllate in situazioni non spontanee e su argomenti che possono
avere diversa rilevanza emotiva per gli studenti. Le tracce inoltre possono richiedere conoscenze ed esperienze, che sono presenti in
modo differenziato negli stessi (...) Dalle tracce generiche (...) sono stimolati (...) divagazioni e sviluppi imprevisti non
adeguatamente valutabili (...) Se la formulazione include titoli e passi di libri noti, (...) questo può rendere ovvio lo svolgimento (...)
É stato messo in evidenza riguardo al tema anche ciò che segue: la mancanza nei valutatori di un criterio stabile per la correzione; la
carenza di fedeltà nelle rilevazioni; gli effetti di alone nel giudizio; gli effetti di ordine nella correzione dei compiti; gli effetti di
ancoraggio di giudizio che mette in relazione un protocollo con quello precedente; le difformità presenti nella formulazione dei
giudizi.”
Rivista Io donna marzo 2022 (questa citazione non tratta di bullismo e pertanto l’autore dell’articolo non sminuisce la gravità
dell’accaduto)
“É lui per primo che chiede conto ai genitori. Ha 21 anni ed è stato ai domiciliari con l'accusa di aver stuprato Bianca (...) durante la
notte di Capodanno (...) La madre, dal figlio informata, non denuncia (...) Un altro genitore legato al caso si affida a un boss di
periferia per togliere il figlio dai guai. Nessuno spende una parola per Bianca, la sedicenne stuprata da un gruppo (...) La difesa
impulsiva di un ragazzo da parte del genitore è interpretata come tacito assenso (...) A scuola vediamo adulti (...) che liquidano come
ragazzate il gesto di un figlio che butta il compagno in un bidone della spazzatura (...) Ci sono tanti episodi simili (...) in cui si tende
ad attaccare e sottomettere chi si identifica come portatore di una fragilità intollerabile, una ragazza, un disabile, una persona diversa
per il colore della pelle o altro. É stato sempre così (...) La fatica oggi è vissuta come un peso (...) e l'insofferenza per il non vedere
subito ripagato l'impegno genera nei ragazzi comportamenti inadeguati (...) Per trovare un'identità autonoma i ragazzi si rifugiano in
quella di gruppo. Se si sentono inadeguati o confusi, nel gruppo scelgono comportamenti devianti per fare propria un'identità forte e
compensativa (...) I reati sono spesso possibili per i meccanismi di disimpegno morale, quei trucchi che la mente usa per minimizzare
ciò che si fa, attribuire la colpa alla vittima o deumanizzarla (...) La sopraffazione è alimentata anche da una sottocultura mediatica
(...) Secondo Lancini, se dopo i 20 anni non usi internet sei spacciato e sotto i 20 anni se lo usi sei dipendente (...) La rete è un luogo
dove puoi sentirti onnipotente a patto che per esistere tu l'abbia fatta grossa (...) L'individualismo, ovvero la cultura del successo
anche sui social, la competizione e l'assenza di dialogo sono i modelli che proponiamo. I genitori ascoltano di più i figli, ma non i
loro fallimenti (...) E se c'è gente pronta a chiamare i vigili in pieno pomeriggio per 10 minuti di percussioni suonate da un ragazzo,
quando branchi di adolescenti minacciano o fanno chiasso a tarda notte restiamo in silenzio e immobili per paura di ritorsioni (...) La
cultura dello stupro è alimentata poi dal porno, dalle pressioni dei pari e da moderne e sbagliate idee sulla sessualità maschile (...) E il
modo in cui trattiamo i bambini ne modella il cervello. Chi si sente amato e accudito sarà in grado di resistere meglio alle pressioni
del branco (...) Non è giusto ricorrere a giustificazioni semplicistiche come "i maschi sono maschi", I maschi non hanno sentimenti”,
"il testosterone rende i maschi sconsiderati e nervosi" (...) e affermare che i maschi non parlano è solo un alibi. Uno sguardo di dolore
non ha bisogno di parole.”
ALCUNI CLASSICI UTILI MA NON ESSENZIALI DI AUTORI SOLITAMENTE NOTI ALLE SUPERIORI : Tutta l’opera non
segnalata qui di Jung, Fromm, Sciascia, Pirandello, Verga, Svevo, Brancati, Silone, de Beauvoir, Hemingway, Dostoevskij, Kafka,
Musil e Thoreau. Delle orazioni di Cicerone, oltre a quelle consigliate nel terzo gruppo e nel quarto ho apprezzato anche le seguenti:
Catilinarie, La divinazione, Pro Pisone, Pro Murena, Filippiche (almeno la quinta e la tredicesima), Pro Quinto Ligario, Pro Archia
e forse anche Pro lege Manilia, e De provinciis consularius (quelle che io trovo scritte meglio sono comunque le precedentemente
citate Pro Milone e Pro Roscio). Utili ma non essenziali sono anche i seguenti testi: il resto delle Orazioni di Demostene; Moralia
(Plutarco); i libri satirici maturi di Mark Twain; Il Gattopardo (capitoli non citati) (Tomasi di Lampedusa); L’uomo senza qualità
(capitoli non citati) (Musil); per intero Il Satyricon (Petronio); Nel ventre della balena e altri saggi (saggi non citati) (Orwell); La
montagna incantata (T. Mann); Il naso ( Gogol); Viaggio al termine della notte (L. F. Céline); il saggio di London sui quartieri poveri
in Inghilterra; Lettere a una professoressa (Don Milani); Tristram Shandy (L. Sterne); Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (C.
E. Gadda); Decamerone (Boccaccio), Dei delitti e delle pene (Beccaria), Lettere persiane e altro di Montesquieu; Padri e figli
(Turgenev), Orlando furioso (Ariosto). Non so se consigliare lo Zibaldone di Leopardi: l’ho trovato esasperante, ma il primo quarto
del primo volume e l’ultimo del secondo mi sono stati utili. Utili sono poi Storie ferraresi (G. Bassani) e forse anche l’intero Scene
di vita ecclesiastica (G. Eliot), Il sindaco di Casterbridge (T. Hardy), Canne al vento (Deledda) e Educazione sentimentale
(Flaubert). Bello, ma poco utile Il giardino dei Finzi-Contini. Utili sono i libri restanti degli Annali (Tacito). Non guasta leggere tutti
libri di T. Livio e Notti attiche (Aulo Gellio). Potete trovare utile leggere anche Il muro (J. P. Sartre), ma è un libro molto deprimente.
Potreste leggere Il Leviatano (J. Hobbes), Aut-aut (S. Kierkegaard), Elogio della follia (o stoltezza) di Erasmo da Rotterdam con
introduzione e Pensieri (Pascal). I Viceré (F. De Roberto) fa pensare a Il gattopardo di Lampedusa. Leggete quando potete
Conversazione in Sicilia e Il garofano rosso (Vittorini). Non ho ancora letto i Dialoghi di Luciano, di cui vi consiglio di leggere la
trama su Wikipedia prima di tutto. Non ho ancora letto nemmeno i Memorabilia di Senofonte, ma segnalo questo libro che credo
consista in una raccolta di detti di Socrate. Non ho letto gli scritti di Galilei e nemmeno quelli di Leonardo da Vinci, ma li segnalo
perché mi incuriosiscono. Segnalo Viaggio in Italia (H. Taine), Cronache italiane (Stendhal), forse i libri incentrati sull’Italia di H.
James e i racconti e i romanzi di Maupassant. Mi incuriosisce Dizionario dei luoghi comuni (Flaubert). Forse è giusto segnalare qui
Declino e caduta dell’impero romano (E. Gibbon), gli scritti storici di Tocqueville, Discorsi (Bismarck) e la Storia d’Italia in 20
volumi scritta da I. Montanelli in collaborazione con R. Gervaso e M. Cervi, per quanto di rado libri simili su eventi e personaggi
della storia siano conosciuti dagli studenti.
INUTILI CLASSICI CITATI COMUNEMENTE ALLE SUPERIORI: Evitate decisi tutta l’opera di Dante e quella di Tasso e poi il
Morgante (Pulci), Orlando innamorato (M. M. Boiardo); Il cortigiano (Castiglione), la serie di Gargantua e Pantagruel (Rabelais),
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Don Chisciotte (M. de Cervantes) e i capolavori di Calderòn de la Barca e Lope de Vega. Evitate I racconti di Canterbury (G.
Chaucer). Evitate la narrativa di D’Annunzio, Buzzati, Fogazzaro, Natalia Ginzburg (concordo con il critico che ha definito “un libro
ebete” Lessico familiare), Jane Austen, Gabriel Garcia Marquez (tranne Cronaca di una morte annunciata e forse, se avete tempo,
Cent’anni di solitudine), Huysmans, Hugo, Moravia, Morante, Fitzgerald (tranne Il grande Gatsby) e Oscar Wilde. Evitate pure gran
parte dell’opera di T. Mann. Evitate Confessioni di un italiano (Nievo), Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo, Le affinità
elettive e I dolori del giovane Werther (W. Goethe). Ignorate I paradossi di Oscar Wilde, La ricerca del tempo perduto di Proust
(tranne il volume La prigioniera), Morte a Venezia, Doctor Faustus e gli altri libri di T. Mann (eccetto I Buddenbrook, romanzo
confuso oltre che insensibile, ma che è necessario leggere, e La montagna incantata) e infine Ulisse di Joyce almeno per intero
(prima di accingersi a leggerlo in modo consecutivo e determinati a finirlo, consiglio di leggere il commento a quest’opera di C.
Jung). Evitate Le illusioni perdute e alcuni altri libri dell’esaltato Balzac, del quale pure molti libri hanno indiscusso valore. Io vi
consiglio di evitare di leggere il notissimo Guerra e pace di Tolstoj, eccetto i capitoli segnalati da me nei gruppi precedenti, perchè il
giudizio espresso su Sonja è tra i più ignoranti, insensibili e grezzi della storia della letteratura, il percorso di maturazione di Pierre è
limitato, la morale del farsi i fatti propri in campagna è stupida e claustrofobica, la vita di coppia presentata come ideale mal
impostata, il porre a esempio universale Karataev è assurdo… Non sembra davvero lo stesso autore del meraviglioso Resurrezione:
so che Guerra e pace è un libro lodato da molti, ma io non sono l’unica persona colta e dotata di esperienza a disprezzarlo per ciò che
non riguarda la guerra, come potreste appurare leggendo il commento di Ripellino e di Simone de Beauvoir e alcune delle
introduzioni pubblicate per i libri successivi di Tolstoj (ho riportato nell’ultima parte di questo documento una mia vecchia
conversazione su Guerra e pace). Di Tolstoj evitate anche Anna Karenina. Da evitare anche i seguenti libri: Il maestro e Margherita
(M. Bulgakov); Le anime morte (N. Gogol); Memorie del sottosuolo (Dostoevskij). Di Faulkner ho letto poco, ma sconsiglio almeno
i primi libri (sono testi di protesta sociale molto crudi e che poco hanno a che fare con la letteratura, come del resto scrissero in
molto, fra cui Virginia Woolf). Non sentitevi obbligati a leggere Forster, Kerouac e Roth! Evitate L’interpretazione dei sogni, tranne
il capitolo sui sogni d’angoscia (a meno che non vogliate informarvi sui complessi meramente sessuali), Totem e tabù e I motti di
spirito (Freud). Evitate quei testi di Voltaire che qui non ho indicato, quindi i racconti. Sconsiglio Viaggio in Grecia (Pausania) e, per
quanto non me la senta di sconsigliare di leggere l’opera di Erodoto, tuttavia non biasimerei chi lo disprezzasse e evitasse…
Sconsiglio la lettura dell’opera di Tommaso d’Aquino (può bastare forse leggere quanto ne scrive Joyce in Ritratto di un artista da
giovane), San Agostino, Ovidio, Aristotele (eccetto i libri 3 e 4 dell’Etica Nicomachea e tutta la Poetica), Platone (rimando
all’opinione di Nietzsche su Platone e in particolare su Socrate), Virgilio e Omero (al massimo leggete i passi selezionati di
un’antologia liceale o il contenuto e qualche informazione su Wikipedia) Consiglio di leggere i Dialoghi socratici solo con la
disponibilità a trovare il modo di ribattere alle affermazioni più assurde e idealiste di Socrate (per un colpo d’occhio immediato
sull’arroganza illogica di Platone leggete le risposte di Menone nella seconda metà del dialogo omonimo senza leggere le battute di
Socrate: è esilarante). Non amo Erodoto, la sua Pizia, i suoi pettegolezzi e la sua misoginia! Non è molto utile, anche se piacevole,
La nascita della tragedia (Nietzsche). Evitate l’incomprensibile Così parlò Zarathustra di Nietzsche e il libro sulla volontà di
Schopenhauer. Evitate le Confessioni di Sant’Agostino (un libro dal messaggio orrendo) e il mal scritto e banale Pensieri di Marco
Aurelio (me ne piace solo il primo capitolo, cioè i ringraziamenti). Leggere Essere e tempo di Heidegger è faticoso, anche se dopo
qualche pagina ci si abitua al linguaggio e comunque si viene sempre aiutati dalla brevità dei capitoli, perciò piuttosto io rimando al
riassunto ben fatto su Wikipedia. Evitate le lettere degli scrittori (sono personali e spesso noiose). Non cercate di leggere tutte le
poesie degli autori di cui leggete e vi viene fatto il nome, perché occorre molto tempo, non è molto utile e a volte ci si pente della
ricerca (come ad esempio nel caso del libro sovraccarico di immagini angoscianti di Lucano, l’opera noiosa di Pindaro, i primi
orrendi e idioti 25 sonetti di Shakespeare e tutta l’assurda Antologia Palatina).
ALCUNI TESTI COMUNEMENTE MOLTO SOPRAVVALUTATI CHE POSSONO ILLUDERE E ADDORMENTARE
SENSIBILITÁ E SENSO CRITICO: I libri di Paulo Coelho e simili; testi contemporanei tratti dalla televisione (che bisognerebbe
peraltro sempre evitare…) o ricalcati sul suo stile; letture adolescenziali come i libri di Hermann Hesse, Goethe e Gibran; molti dei
saggi di Emerson; classici della poesia come le poesie del Dolce Stil Novo.
CLASSICI OBBLIGATORI O SPESSO CONSIGLIATI ALLE ELEMENTARI E ALLE MEDIE DA PREPARARE
ASSOLUTAMENTE CON LETTURE PRECEDENTI DAL CONTENUTO NÉ DI PURA EVASIONE NÉ CRUDO: I libri di Primo
Levi (soprattutto Se questo è un uomo) e di Jack London e Le mie prigioni di S. Pellico.
NOTA SULL’ARTE FIGURATIVA (MATERIA DELLE SCUOLE DELL’OBBLIGO E DI MOLTE SCUOLE SUPERIORI): Non
amo l’arte figurativa e anzi la rispetto poco, anche se ho studiato i manuali universitari (identici a quelli liceali) e ho perfino cercato
di rispondere alle assurde domande rivoltemi agli esami (“Come si chiama questo quadro di Fontana” – una tela strappata quasi
identica a diversi altri suoi quadri -, “Che esatte dimensioni ha questo quadro di Caravaggio? In che città si trova ora? Come si
chiama il museo che lo esibisce”)… Mi scuso con chi ama questa sedicente forma d’arte, ma davvero non riesco a capire cosa vi sia
di artistico nemmeno negli affreschi di Michelangelo: io credo infatti che l’arte sia spirito e non sono l’unica a tenere l’arte figurativa
in poca considerazione per la sua scarsa capacità comunicativa (opinione in parte simile l’ebbero per esempio Seneca, Schiller e
George Eliot; potreste considerare anche quanto Jung, in Tipi psicologici, ha scritto sul “tipo sensazione” e ciò che la storia ci ha
tramandato su celebri, quanto odiosi, estimatori d’arte come Verre, Luigi XIV o magari Huysmans e D’Annunzio. Posso capire che
un pittore si senta spinto a dipingere da un impulso creativo, ma non riesco a vedere come arte il suo risultato.
Comunque con questa nota vorrei soltanto far capire che non aiuta a vivere conoscere dipinti e statue (neanche quelli surrealisti o
ancora più vicini al nostro sentire). Sfogliare manuali di storia dell’arte (figurativa) e visitare musei è utile solo se la propria
sensibilità è per natura molto ricettiva in tal senso oppure per sfoggiare conoscenze: molti considerano infatti la conoscenza della
storia dell’arte figurativa vera e propria cultura e segno di intelligenza e temperamento tranquillo e serio... Tenete presente che in
alcune biblioteche ci sono riviste sull’arte interessanti ogni mese.
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NOTA SULLA MUSICA (MATERIA DELLE SCUOLE DELL’OBBLIGO): Da adolescente e nella prima giovinezza ho ascoltato
musica ogni giorno per stordirmi, per rilassarmi o per cercare conferme su di me nei testi o nella corrispondenza dei miei gusti con
quelli di altri. Solo dopo i 25 anni ho apprezzato davvero la musica e in ogni caso ho impiegato tanti anni a scoprire e scaricare liste
di canzoni tra quelle dei più grandi e noti artisti del passato recente e non recente. Ho imparato tardi ad ascoltare e cercare musica in
misura molto limitata e attenta alla privacy e, per cercarla e ascoltarla, sono stata a lungo danneggiata dalle radiazioni degli
apparecchi e inoltre da condòmini e coinquilini, nuovi conoscenti o estranei curiosi e abituati a giudicare dai gusti musicali gli altri,
come ad usare tutti gli altri test psicologici più ignoranti appena conviene loro. Insicura per via dell’età e dell’ambiente familiare,
ricerche e ascolti mi hanno lungamente caricato di ansia, distratto da compiti e incombenze urgenti e peggiorato i complessi dolorosi
che non potevo superare. Scrivo tutto ciò perché vorrei che nessuno aggiungesse alle difficoltà innumerevoli di una vita difficile
quella di tenere un comportamento simile: non bisogna sentirsi in dovere di conoscere e ascoltare musica, di avere e dichiarare gusti
precisi al riguardo, di possedere MP3 forniti di album e raccolte da esibire (non si tratta di un bel vestito o di un’auto costosa, ma di
arte e comunicazione) o cui appoggiarsi (la musica è al massimo un piacere… il sostegno nella vita viene da ben altro). Non bisogna
nemmeno pensare che rinunciare alla musica sia escludersi da esperienze fondamentali (io credo che non lo sia, sebbene io stessa
abbia più volte ascoltato con grande emozione alcuni dei dischi di Jarrett e dei Pink Floyd) o da chi la ascolta (si può ben parlar
d’altro e poi si può accettare comunque un invito ad un concerto). Non si tratta di non ascoltarla mai, ma di non farlo spesso, di non
impegnarsi per farlo e di rimandare serenamente gli ascolti a poche occasioni provocate dal caso e ad età e periodi in cui si è
tranquilli e consapevoli degli svantaggi, dei rischi e dei reali vantaggi connessi a queste ricerche ed esperienze. Comunque oggi
Internet permette di conoscere la musica con molta meno spesa e meno tempo che in passato.
NOTA SUL CINEMA D’AUTORE: Quando avevo 20 anni ho visto moltissimi film del cosiddetto cinema d’autore italiano di un
tempo e diversi capolavori del passato non italiani e ho trovato utile per orientarmi nella scelta le liste di titoli recuperate al
dipartimento di spettacolo dell’università di Lettere della mia città (almeno un centinaio di titoli potete recuperarli così: se non ne
trovate di appese a porte e librerie, chiedete all’insegnante di storia del cinema valutato più competente dagli studenti). Quanto al
cinema di oggi, non potendo più usare tablet e pc a lungo, non sono purtroppo molto informata, ma credo che con qualche ricerca
online paziente e libera dai giudizi più conformisti si possano ricevere ottimi suggerimenti. Non consiglio di leggere i manuali di
storia del Cinema, perché molti di essi non sono che un ammasso di date e nomi. Piuttosto leggete libri come Autoritratto e Il cinema
secondo Hitchcock (Truffaut), Conversazioni su di me e tutto il resto (W. Allen) e altri libri simili e toglietevi la curiosità su nomi e
date su Internet.
Il documento online http://www.slideshare.com/citazioni-utili-per-avviare-un- processo-di-maturazione , che mira a far
conoscere classici della letteratura, della psicologia, della filosofia e della storiografia e altri testi utili come libri di testo liceali,
diversi manuali universitari, alcuni romanzi e soprattutto saggi recenti, riviste e pagine online con l'intento di agevolare la
riflessione su problemi fondamentali e sempre attuali.
Rimando anche a http:// www.slideshare.com/come-conoscere-bene-la-storia e http://www.slideshare.com/ guida-per-gli-utenti-delle-
biblioteche
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