Speciale Cronache Di Gusto Per Vinitaly

Cronachedigusto 198 views 32 slides Sep 20, 2010
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Slide Content

La Sicilia
che ce la fa
La Sicilia
che ce la fa
Andare oltre
di Fabrizio Carrera
P
er la Sicilia è un
Vinitaly della svolta,
almeno nell’allesti-
mento. Speriamo che lo sia
anche nei risultati positivi
per le tante cantine siciliane
desiderose di portare a casa
nuovi contatti commerciali e
nuovi contratti di vendita.
Tuttavia non possiamo
nascondere che la crisi c’è e
se ne sentono ancora gli
effetti. La stessa pattuglia di
aziende presente al padi-
glione 2 è, bene o male,
costante ma molte cantine
quest’anno ci sono, aggre-
gate sotto il nome di consor-
zi,associazioni od enti locali.
Mentre a sfogliare l’indice
dei partecipanti balza agli
occhi rispetto agli anni pas-
sati l’assenza di qualche
nome qui e là. Segno che il
momento non è dei migliori.
SEGUE A PAGINA2
Supplemento al numero 160 dell’ 8.4.2010 di www.cronachedigusto.it 
settimanale on line di enogastronomia Direttore Fabrizio Carrera 
L’Irvv:
“Spiragli
di luce”
Vini che
sfidano
il tempo
Il decennio breve
C
he decennio è stato quello appena trascorso per il
vino italiano? Il 44°Vinitaly a cui dedichiamo questo
supplemento di Cronache di Gusto assieme al nostro
primo evento all’interno di Veronafiere dedicato proprio al
millesimo 2000, è l’occasione per tentare di tracciare un
bilancio.
SEGUE A PAGINA3
Napolitano
tra gli stand
della fiera
Zaia:
l’Isola che
piace
Quelle 24
etichette da
non perdere
Il prezzo
dei vigneti
in Sicilia
4
9
15-18
PAGINA
PAGINA
PAGINE
5
11
24
PAGINA
PAGINA
PAGINE
Nonostante la crisi, 250 aziende hanno 
prenotato un posto al Vinitaly. Le strategie 
per superare il momento difficile: 
puntare di più sulla qualità   
PAGINE2-3,6-7
         

2
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
N
on una, ma di Sicilia que-
st’anno al Vinitaly ve ne
sono tante quante sono le
Doc.
Si volta pagina insomma in nome
del territorio, o meglio delle tante
varietà contenute in una stessa
Isola. Il padiglione, il cui allesti-
mento è stato anche rinnovato,
resta sempre il 2 ma viene diviso
in due grandi macroaree: Sicilia
Occidentale e Orientale.
All’interno di queste macroaree
“c’è - spiega il direttore generale
dell’Irvv, Dario Cartabellotta - un
ambito territoriale di riferimento,
ovvero un’area in cui si vuole
essere inseriti ai fini della valoriz-
zazione della propria identità
aziendale/territoriale da indicare”.
Sono più di 250 le aziende vitivi-
nicole siciliane che prendono
parte all’edizione 2010 del
Vinitaly di Verona, in programma
dall’8 al 12 aprile, dove vino, turi-
smo e cultura sono i protagonisti.
“Un viaggio tra i vini di Sicilia, -
commenta il presidente dell’Irvv,
Leonardo Agueci - con il padiglio-
ne che diventa una rappresenta-
zione concreta,una vera e propria
mappa,delle aree ad alta vocazio-
ne vitivinicola.Eventi, seminari e
convegni, sono ospitati in un set-
tore del padiglione Sicilia”.
Tra questi una novità, il
“Taste&buy”.
Si svolge l’8 aprile e consiste in
undici incontri durante i quali
trenta buyer provenienti da tutto
il mondo incontrano novanta
aziende siciliane. Intanto sono
diciassette i territori,divisi in sigle,
in cui è stata divisa la Sicilia del
vino. Et sta per Etna, M per
Marsala, Ag per Agrigento Valle
dei Templi, Ml per Monreale, Sr
per Siracusa e Noto,V per Vittoria,
Ts per Terre Sicane, As per
Segesta, MM per Messina, E per
Erice, CS per Contea di Sclafani,
CN per Castelli Nisseni,IE per Isole
Eolie (accomunato a Messina), P
per Pantelleria, Pa per Piazza
Armerina, e poi ci sono gli itinera-
ri di Mamertino e Malvasia.
Sandra Pizzurro
Un’Isola, tanti itinerari
Il nuovo allestimento del padiglione 2 prevede la suddivisione in Sicilia Occidentale 
e Orientale e poi in diciassette percorsi che corrispondono ai territori del vino
CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA
C
hi c’è insomma, ce l’ha
fatta. Ed è già un bel risul-
tato. E c’è chi ha superato
alla grande il 2009, l’annus horri-
bilis, e chi lo ha superato per un
soffio e soffre un po’.
Non è questo il momento per
tracciare i bilanci ma piuttosto
per delineare aspettative. Anche
in queste pagine registriamo la
novità di un allestimento total-
mente nuovo che ha fatto mugu-
gnare non poco i produttori e
che segna una svolta nell’impo-
stazione dell’immagine del vino:
non una Sicilia ma tante Sicilie,
ben 17,tante quanti sono i terri-
tori che sono stati individuati.
Una decisione che non trascura
più l’aspetto della zona e delle
sue peculiarità. Forse per troppo
tempo si è puntato alla Sicilia e
basta.
Oggi bisogna andare oltre e
forse una scelta che oggi appare
intempestiva, quella fatta
dall’Istituto regionale della Vite e
del vino, domani sarà vista inve-
ce come una scelta lungimirante
che ci troverà pronti ai nuovi
appuntamenti con il mercato
globale.In queste pagine dun-
que la Sicilia dei territori,la Sicilia
che ce la fa, e tante aziende ed
etichette da non perdere. Ve ne
elenchiamo nelle pagine interne
ben 24, a simbolo delle tante
sfaccettature enologiche di cui
siamo capaci. Oltre il Nero
d’Avola, sicuramente. Bianchi,
rosati e rossi, Doc e Docg, colline
e montagne, bollicine e vini da
meditazione. Ecumenici. Con
qualche assenza necessaria e
dovuta. Perché non si può fare di
tutta l’erba un fascio. Ma anche
dando un’occhiata a nuove ten-
denze, a chi persegue la filosofia
di produrre con interventi del-
l’uomo in vigna e in cantina sem-
pre più ridotti.Anche questo è
un modo di andare oltre. E quel-
lo che oggi sembra solo una
moda per pochi,siamo quasi
certi, domani diventerà il solco
da percorrere per tutti. Notizie e
interviste ai protagonisti, recen-
sioni, piccole inchieste. Come
quella sul prezzo medio dei ter-
reni vitati in Sicilia che fotografa
meglio di tante analisi economi-
che la crisi della vitivinicoltura.
Con qualche pregevole eccezio-
ne che deve fare riflettere quei
produttori di vino troppo sicuri
di se.
Che è una categoria più diffusa
di quel che pensiamo.Anche tra i
siciliani,soprattutto tra i siciliani,
che spesso ritengono ogni pro-
prio vino come la cosa più buona
al mondo.Senza accorgersi di
esagerare e di chiudere così pre-
ventivamente le porte al con-
fronto e alla voglia di migliorare.
Andare oltre, dunque. Il futuro ci
attende.
Fabrizio Carrera
Andare oltre
>>>
CONTINUADALLAPRIMA PAGINA
C
Dieci anni fa eravamo qui
a brindare al vino e ai suoi
successi - il momento era
euforico - i trend di crescita signi-
ficativi, i consumi altrettanto, i
fatturati alle stelle,l’immagine
delle cantine in grande spolvero,
c’era nell’immaginario collettivo
la sensazione che finalmente il
vino italiano stava vivendo una
stagione d’oro. Il padiglione 2,
quello della Sicilia registrava il
più grande balzo in avanti in
fatto di aziende partecipanti.
Eppure nel momento in cui la
gloria sommergeva il mondo del
vino, stava cominciando la crisi. E
nel decennio successivo, adesso
lo possiamo dire, è accaduto di
tutto. Un declino accentuato
dall’11 settembre dell’anno
dopo, dalla considerazione che
con quel disastroso attentato
alle Torri Gemelle nulla sarebbe
più stato come prima. E così è
stato. In quel Duemila insomma
avevamo toccato il culmine e
non ce ne siamo accorti. Gli anni
successivi sono stati un lento
ripiegarsi su se stessi.Quella
voglia di investire che aveva con-
tagiato parecchie imprese del
Nord verso la Sicilia,per esempio,
si è esaurita. Meno soldi in circo-
lazione, più paura e forse meno
convenienza. Poi ci sono messi
pure l’avvio dell’euro che stravol-
to il nostro senso del denaro, la
Sars (ricordate la malattia che si
diffuse ad Oriente?), il dollaro
giù,e anche alle fiere, Vinitaly
compreso, si cominciarono a
vedere meno stranieri. Lo svilup-
po nel nome del vino cominciò
ad essere diseguale. Tutti un po’
impauriti abbiamo guardato
poco al resto del mondo. Poi nel
2008 sappiamo tutti così succes-
so. La crisi si è fatta verticale, tutti
giù per terra a guardarci attoniti
e storditi. Come una bufera,
come una guerra mondiale con
milioni di morti. Ma c’è chi ha
resistito e resiste per fortuna. E
sono tanti.
In Sicilia ci sono anche altri pro-
blemi: ci siamo innovati poco,
abbiamo ignorato la comunica-
zione, siamo stati distratti difron-
te alle nuove sensibilità ambien-
tali che giorno dopo giorno sta-
vano affiorando. L’unica verà
grande novità siciliana di questo
decennio è stata l’Etna. Che ha
fatto riscoprire l’importanza del
territorio; che ha acceso e accen-
de l’interesse di giornalisti,
addetti ai lavori e imprenditori
con voglia di investire sul vino.
Perché l’Etna abbia avuto questo
grande successo, secondo noi,
non è difficile da spiegare: un
contesto unico, anche dal punto
di vista climatico; un territorio
sconosciuto ai più;qualche bravo
imprenditore bravo a sdoganare
il vulcano più alto d’Europa; un
vino da bere più elegante che
potente, assolutamente in linea
con il nuovo gusto prevalente
che ha detto basta con
quell’America con cui Parker e
seguaci ha dettato legge fino alla
fine del Duemila,per l’appunto.
La storia dell’Etna che forse non
ha eguali nel resto d’Italia per
interesse e velocità di crescita ci
impone una riflessione su una
parola molto pronunciata e poco
applicata nei fatti.La parola è ter-
ritorio. Dopo questo decennio è
l’unica parola che esce vincente
e più forte che mai. In Italia. Ma
soprattutto in Sicilia. Alla faccia
del vino in bric che si prende in
cantina come se fosse una gran-
de bottiglia; alla faccia delle
masse critiche che dovrebbero
governare l’economia.
Alla faccia di chi vuole relegare il
vino in un angolo come un pro-
dotto senza identità. Non ce la
faranno.Il Territorio sarà più forte
e non è un caso che la T sia maiu-
scola.
Accanto a queste si fanno sem-
pre più spazio giorno dopo gior-
no altre parole. Come innovazio-
ne. E come sostenibilità. Le
comincino a studiare bene i
nostri amici produttori. Saranno
quelle che scandiranno i prossi-
mi anni.
E saranno quelle che faranno
dimenticare puiù in fretta questo
nostro decennio breve.
F. C.
Il decennio breve
>>>
Il padiglione
2 dedicato
alla Sicilia,
quest’anno 
è rinnovato 
(foto d’archivio 
di una precedente
edizione)

3
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
S
i potrebbe dire che la crisi non le ha
fermate. Non ha fermato quelle oltre
250 aziende vitivinicole siciliane che
hanno prenotato un posto all’edizione
2010 del Vinitaly di Verona. Ed è la quaran-
taquattresima volta che la fiera apre le
porte al mondo del vino italiano.
Quest’anno lo fa con un motto:“Guardare
oltre la crisi”.
E questa volta la presenza della Sicilia a
Verona è all’insegna di quella che è stata
definita una strategia coordinata.Non solo
una nuova organizzazione del padiglione
e una rivisitazione di tutta la disposizione
degli stand, ma un sistema per evitare
spese folli e garantire comunque alle
aziende siciliane una vetrina importante.
Non ci saranno più stand dei vari rami
della Regione, ma la cabina di regia sarà
unica,“un modo per evitare una promo-
zione fine a se stessa - spiega Titti
Bufardeci, assessore regionale alle risorse
agricole -.
Al Vinitaly l’amministrazione regionale è
presente con un programma unico e coor-
dinato. Così possiamo accoppiare cultura,
arte, territorio al vino in modo razionale e
non disarticolato come avveniva negli
anni scorsi. La nostra è una nuova filosofia
che tiene fede alle linee guida dettate
dalla cabina di regia per gli interventi in
promozione comunicazione, che puntano
a una razionalizzazione degli investimenti
e a una qualificazione complessiva del-
l’identità siciliana”. Sono le aziende que-
st’anno a dover far fronte ai costi di parte-
cipazione, una spesa che nel totale
ammonta a oltre 1,2 milioni di euro. Come
dire: la crisi economica non ferma il setto-
re vitivinicolo siciliano che, nonostante la
contrazione dei consumi, punta a un
immediato rilancio proprio dalla kermesse
veronese.
Tra i momenti forti della manifestazione,la
presentazione de “Il circuito di Bacco-Il
Mito nei luoghi del vino”, organizzato dal-
l’assessorato regionale al Turismo, nell’am-
bito degli eventi del “Circuito del Mito”,
insieme al Movimento turismo del vino e
l’associazione Amici dello spettacolo.
“L’enoturismo - ha detto Strano - oggi non
è quindi più un comparto di nicchia, ma
una risorsa trasversale e coniugabile con
le altre forme di attrazione del turista, sia
organizzato che individuale”.
Gaetano La Mantia
La crisi non ferma le aziende
siciliane, che quest’anno hanno speso
complessivamente 1,2 milioni 
per partecipare al Vinitaly
L’assessore Bufardeci: “Quest’anno
una strategia coordinata”
Sicilia, 
250 posti 
a Verona
Bottiglie di vino pronte per una degustazione

4
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
L
e amministrazioni devono com-
prendere e non comprimere la
realtà produttiva e imprenditoria-
le”. Ne è convinto Leonardo Agueci, pre-
sidente dell'Istituto vite e vino della
Regione siciliana che da sempre coordi-
na la partecipazione delle aziende
dell'Isola al Vinitaly di Verona. Secondo
il presidente, “un grande segnale deve
essere dato evitando di avviare iniziati-
ve promozionali sovrapponibili con
quelle di altre strutture regionali, cer-
cando di scegliere un percorso di com-
plementarietà”. Tra le proposte, una col-
laborazione tra Irvv e assessorato regio-
nale per le risorse agricole e alimentari
nella formulazione dei bandi per la
comunicazione e la promozione. “Una
comunione di intenti”, precisa, “che
diventi una fusione di carattere operati-
vo”. Ed è proprio quello che accadrà
quest'anno: Irvv e assessorato uniti per
garantire una partecipazione costrutti-
va alle imprese dell'Isola.
Una partecipazione che, in netta con-
trotendenza rispetto alle aspettative
suggerite dalla crisi dell'intero settore
agricolo, ha visto un aumento del
numero delle aziende siciliane e delle
dimensioni degli stand delle maggiori.
“La crisi -,spiega Agueci - può essere
un'oppportunità per capire in che dire-
zione va il mercato”.
E non dimentica il primo anello della
filiera.“Un aiuto ai produttori deve
venire dalla politica”, propone. “Si tratta
dell'anello più debole dove nascono i
comitati spontanei e anche quello
senza il quale si perde il legame col ter-
ritorio”, precisa, “e a loro dobbiamo
ricordare che la promozione del vino
viene fatta per fare acquistare maggio-
re valore all'intera filiera, non solo agli
anelli più a valle”.
Non solo.“Quest'anno abbiamo accolto
la rivoluzionaria idea che il vino è lega-
to al territorio”, spiega Agueci, “così il
padiglione Sicilia sarà un percorso
ragionato, un viaggio tra i nostri vini e il
loro territorio, una vera e propria
mappa delle aree ad alta vocazione viti-
vinicola”. Saranno presentati, infatti,
anche circuiti enogastronomici e per-
corsi di promozione turistica che lega-
no il vino siciliano alla fruizione del ter-
ritorio. “Centro del padiglione sarà
un'area che ospiterà eventi, seminari e
convegni”, prosegue, “perché se non si
punta in questo momento a promuove-
re un settore così importante per l'eco-
nomia della Sicilia si commette un gros-
so errore”.“Per questo”, spiega,“abbiamo
voluto confermare l'impegno preso
l'anno scorso con VeronaFiere per il
padiglione che ci ospita ormai da anni e
che rappresenta il secondo padiglione
più grande dell'intera struttura fieristi-
ca”.
Il limite più grande della Sicilia? Il presi-
dente non ha dubbi: l'eccessiva buro-
crazia.“In altre regioni d'Italia, ad esem-
pio, i finanziamenti per la comunicazio-
ne e la promozione vengono utilizzati e
sfruttati in maniera più efficace ed effi-
ciente”, spiega, “un gap che va colmato
prima possibile”. Appena tornato dal
Prowein di Dusseldorf, in Germania,
dichiara:“Alcuni dati sono incoraggianti
e per il vino siciliano si inizia a intrave-
dere qualche spiraglio di luce”.
A dare un segnale sono le stesse azien-
de.“Quest'anno il Vinitaly si fa quasi a
totale carico delle aziende vitivinicole,
che non si sono tirate indietro”, prose-
gue, “con costi che ammontano a oltre
1,2 milioni di euro”. Una sfida alla crisi?
Certamente una forte risposta.
Annalisa Ricciardi
“I vini di Sicilia si bevono per ricordare mai
per dimenticare”, questo lo slogan di Dario
Cartabellotta, direttore dell’Istituto regio-
nale della vite e del vino, che presenta lo
spirito della nuova Sicilia del Vinitaly.
“Abbiamo un’enologia che può incantare i
consumatori del mondo”, dichiara il diret-
tore. E la Sicilia del vino lo fa con una
nuova veste che mette in risalto tutto il
suo splendore: 17 aree tradizionalmente
vocate alla viticoltura, 17 percorsi tra le
bellezze architettoniche, archeologiche,
naturalistiche. “Così come da bambini
andavamo alla piccola Italia di Rimini per
comprendere meglio il territorio italiano,
così il padiglione offrirà una visione com-
pleta dell’Isola. Questa nuova modalità di
esposizione è la strada migliore per potere
mettere in evidenza la differenza enologi-
ca come la peculiarità che può rendere
grande la Sicilia”. Una filosofia innovativa
che rafforza il legame imprescindibile tra il
territorio vitivinicolo, la storia e la cultura
dell’Isola. “C’è sempre stata una rispon-
denza tra la storia vitivinicola e le domina-
zioni che si alternarono. Ai tempi degli
angioini o degli spagnoli,la viticoltura subì
un arresto. Invece con l’avvento di domi-
nazioni forti dal punto di vista culturale,
produttive e ottimiste, la viticoltura visse
un periodo florido”. La Sicilia che vede
Carabellotta è una Sicilia che ha cambiato
ruolo e lo dimostrano anche le innovazio-
ni con cui si presenta alla manifestazione,
dagli spumanti ai vini dolci, come il
Moscato Zucco, riportato alla luce dopo
trent’anni di assenza dal mercato.
“Il settore del vino, gli imprenditori ci
hanno creduto. E’ così che la Sicilia ha fini-
to di assolvere alla cura delle anemia altrui.
Oggi si fa attività economica sul vino sici-
liano”. Ma secondo Cartabellotta, deve
essere fatto ancora tanto per sostenerla e
promuoverla, non solo a causa del peso
della crisi ma anche perché si vive in
un’epoca in cui è forte la campagna contro
l’acool, che potrebbe influire e frenare il
comprato. Così esorta a vedere il vino con
una diversa prospettiva:“Il vino non è alco-
ol,dobbiamo fare capire che è un valore
del territorio. Questa è una differenza fon-
damentale che dobbiamo riuscire a mette-
re in evidenza nelle nostre strategie di
marketing”.
La viticoltura andrebbe vista anche nel suo
valore agroambientale.“Anche se non riu-
scissimo a rendere produttivi di quali-
tà i 120.000 ettari coltivati a vite, una parte
di questi può rimanere coltivata a vite pro-
prio per la valenza ambientale che ha il
vigneto, che può avere lo stesso ruolo del
bosco come polmone verde”.
Un commento sul Vinitaly arriva anche dal
vicpresidente dell’Irvv Giancarlo Conte: “È
la più importante kermesse per il vino sici-
liano,ecco perché le aspettative dell’istitu-
to sono molto positive. Abbiamo in pro-
gramma numerosi incontri e dibattiti sul
vino in generale ed in particolare sui distil-
lati, grappe in particolar modo e sul
Marsala, prodotto che necessita di una
promozione mirata perché fa parte della
storia del trapanese”.
M.L.-D.T.P.
Il presidente dell’Istituto della vite e del vino
Agueci: “Per il nostro vino dati incoraggianti
Ma le amministrazioni devono comprendere 
la realtà imprenditoriale”
“Spiragli 
di luce”
“Qui si beve perricordare”
Il direttore dell’Irvv Cartabellotta: “La nostra enologia ha le caratteristiche
per incantare il mondo, dunque il vino non serve a dimenticare”. Conte:
“Più attenzione per il Marsala”
Editoriale De Gustibus Italia
supplemento al numero 160
www.cronachedigusto.it
settimanale on line 
di enogastronomia dell’8.4.2010
Direzione, redazione ed amministrazione: 
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Testi a cura di:Pasquale Buffa, 
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archivio di Cronache di gusto
Impaginazione: ConsoleDesign - Palermo
Tipografia: Mediagraf S.p.A. 
Noventa Padovana (Pd) 
(Edizione teletrasmessa)
Autorizzazione del tribunale di Palermo 
numero 9 del 26-04-07
Concessionaria per la pubblicità: 
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via Catania 14, tel. +39 091 7302750 
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Questo numero è stato chiuso 
in redazione il 30-03-2010
Il vicepresidente Giancarlo Conte Il presidente dell’Irvv Leonardo Agueci
Il direttore Dario Cartabellotta

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supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
Abraxas
Avide
Benanti
Ceuso
Duca di Salaparuta
Gulfi
Martinez
Murana
Planeta
Riofavara
Spadafora
Tasca d'Almerita
Abraxas Passito di Pantelleria Doc
Barocco Cerasuolo di Vittoria Doc
Serra della Contessa Etna Doc
Ceuso Custera
Duca Enrico
Neromaccarj
Marsala Vergine Riserva 
Martingana
Chardonnay
Eloro Doc
Schietto Cabernet Sauvignon
Cabernet Sauvignon
S
uperare la barriera della
qualità, che indiscutibil-
mente c’è, e dimostrare
che la Sicilia è tra i migliori anche
in termini di longevità. Cronache
di Gusto sbarca al Vinitaly e lo fa
con un grande evento dedicato
ai vini siciliani,per trasmettere un
nuovo messaggio su cui ancora
c’è molto da dire. L´Isola mette
alla prova i suoi vini d’annata e
provoca i palati di esperti e sem-
plici appassionati, con un wine
tasting che vuole porre al centro
dell´attenzione il gusto di
un’enologia buona anche dieci
anni dopo.
Così, in occasione del Vinitaly,
giorno 8 aprile alle 14, presso la
Sala Argento del Palaexpo, la
redazione del giornale on-line di
enogastronomia organizzerà la
degustazione dal titolo “I vini sici-
liani alla sfida del tempo: annata
2000”. Un´occasione, ideata in
collaborazione con l´Istituto
regionale della Vite e del vino,
che permetterà a giornalisti,
buyers e addetti ai lavori, di assa-
porare i prodotti delle dodici
aziende isolane Abraxas, Avide,
Benanti, Ceuso, Duca di
Salaparuta, Gulfi, Martinez,
Murana, Planeta, Riofavara,
Spadafora e Tasca d'Almerita.
"Vogliamo comunicare che la
Sicilia del vino non è solo qualità,
ma anche longevità – spiega il
direttore di Cronache di Gusto,
Fabrizio Carrera –. E, su questo
versante, l´Isola ha ancora molto
da dire, sia attraverso le aziende
storiche che per mezzo di quelle
emergenti. Quella del wine
tasting – continua – è una formu-
la sperimentata con successo in
occasione di altri tre eventi orga-
nizzati in Sicilia, con tipologie e
annate diverse. Adesso, con una
punta d'orgoglio, saremo dentro
al Vinitaly, la più importante fiera
dell'enologia, a trasmettere un
nuovo messaggio per la Sicilia
del vino".L´appuntamento è fis-
sato, dunque, per giorno 8 aprile
alle 14, presso la Sala Argento del
Palaexpo del Vinitaly, a Verona.
Paola Pizzo
L’8 aprile presso la sala argento del Palaexpo, 
una degustazione di dodici edichette del 2000
organizzata dalla redazione di Cronache di gusto
in collaborazione con l’Irvv
I vini siciliani 
sfidano il tempo
I partecipanti 
e le etichette
AziendaVino
Calici pronti per un wine tasting

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supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
I
l  Vinitaly, promozione e
immagine del vino,ma anche
momento di riflessione sulla
crisi.La doppia faccia della meda-
glia veronese si riflette sul padi-
glione Sicilia, come in ogni altra
regione. E così, facendo il punto
su chi c’è e chi non c’è quest’an-
no si ritorna a doman-
darsi da un lato qual è
lo stato d’animo dei i
produttori siciliani, e
dall’altro quali sono le
novità.
Partendo proprio dalla
crisi, è stato l’Istituto
Regionale vite e vino a
dare la possibilità ai
consorzi di fare promo-
zione del territorio. La
“Misura 133” ha fatto sì che
numerose realtà rurali possano
entrare a pieno titolo all’interno
del padiglione siciliano. Oltre a
questo la già lungamente citata
suddivisione in Doc di prove-
nienza ha suscitato entusiasmo
di molti.Tra questi Salvo Foti, che
partecipa al Vinitaly con i Vigneri,
il consorzio di produttori legati
dall’amore per la vigna e dalle
tecniche vinicole rigorosamente
bio. I Vigneri saranno presenti
anche in piccola parte alla fiera
organizzata dall’as-
sociazione Viniveri,
che promuove il vino
biologico.
Tra gli espositori sici-
liani anche Giusto
Occhipinti dell’azien-
da Cos che sarà a
Vino Vino Vino.
Ma come si sentono i
produttori siciliani
rispetto alla crisi? La
tempesta sembra essere ormai
lontana per i più. Michele Di
Donato, dell’azienda Avide di
Ragusa racconta: “La nostra
azienda si è difesa attaccando,
ma è fondamentale investire in
marketing ed in qualità per poter
andare avanti”.
Dello stesso parere anche Vito
Catania dell’azienda Gulfi:
“Bisogna proporre qualità costan-
te per superare le difficoltà”.
Anche Marco de Grazia del-
l’azienda Tenuta delle Terre Nere
di Randazzo, spiega di non soffri-
re la crisi, e di partecipare al
Vinitaly sia nel padiglione Sicilia
con la propria azienda, che tra i
distributori con la Marc De Grazia
Selections, la società di promo-
zione dei vini italiani nel mondo.
Tante le novità di quest’anno,
come il nuovo Marzaiolo di
Riofavara (Ispica-Ragusa):
“Abbiamo sperimentato una tec-
nica tipica della zona della
Borgogna per affinare il mio
bianco.L’idea è nata dalla recen-
te collaborazione con Peter
Vinding” racconta il proprietario
Massimo Padova. Altra novità
Riofavara,è la sperimentazione di
uno spumante del Marzaiolo con
qualche accenno di Moscato “E’
solo una prova - spiega Padova -
ma vogliamo testare i consensi
del pubblico”. Novità anche per la
Avide, che presenterà in antepri-
ma alla fiera veronese il Frappato
spumante, ultimo prodotto del-
l’azienda ragusana.
Anche Valentina Nicodemo, che
ha avviato la sua avventura con
Iudeka a Caltagirone (Catania), è
pronta a confrontarsi con la crisi:
"Nei momenti di difficoltà si tro-
vano gli stimoli migliore e le
grandi possibilità, noi ci confron-
tiamo ogni giorno con la Serie A
del vino e devo dire che abbiamo
anche delle belle soddisfazioni".
Laura Di Trapani
Le aziende della Sicilia orientale a Verona puntando sulle offerte dell’ultim’ora. Il giudizio
comune: “Per superare il momento difficile bisogna puntare di più sulla qualità”
Ma per molti
produttori
il momento 
più duro
è ormai passato
Ed ecco i vini
pronti 
al debutto
al Vinitaly
>>>
La prima volta di Michele Faro
Il produttore gestisce l’azienda Pietradolce a Solicchiata di Castiglione di Sicilia. “Sono a Verona con
l’emozione del neofita”
Dall’Etna a Verona, passando per
ottomila bottiglie. È il primo
Vinitaly per Michele Faro,giovane
produttore che con i familiari
gestisce l’azienda Pietradolce a
Solicchiata di Castiglione di
Sicilia,sul versante nord dell’Etna.
Sarà a Verona, ma al padiglione
Veneto, nello stand di Cuzziol, la
società che distribuisce la sua -
per ora - unica etichetta:il rosso
Etna Doc Archineri.
A Verona c’è con l’anteprima del-
l’annata 2008.In tutto ottomila
bottiglie e un consulente di fama
come Carlo Ferrini. «Sono al
Vinitaly con la passione e l’emo-
zione del neofita - ammette
Michele Faro -. Per me e la mia
famiglia quella del produrre vino
è un ritorno alle radici». I suoi
nonni, sia paterni che materni,
producevano vino, la sua famiglia
oggi è a capo di una delle princi-
pali imprese vivaistiche del Sud
Italia con base tra Riposto ed
Acireale.E a Carruba di Riposto
da non molto tempo hanno
anche inaugurato un elegante
resort dal nome Donna Carmela.
Insomma,agricoltura e acco-
glienza, tutto nel nome del terri-
torio. Aggiunge Michele Faro:
«Quella di essere diventato un
produttore di vino è un’esperien-
za esaltante ed impegnativa.Al di
là delle finalità commerciali
tengo a sottolineare che siamo
sempre alla ricerca della qualità
non trascurando mai il carattere
artigianale dei nostri vini.Perché
Ferrini? Ci serviva una guida tec-
nica, abbiamo scelto lui perché ci
piaceva lo stile,poi abbiamo
apprezzzato anche le sue dosi di
umiltà e la totale passione per la
terra». Faro con l’Archineri è alla
seconda vendemmia. «Il 2007 è
stata una vendemmia elegante,
quella dell’anno dopo che abbia-
mo portato qui a Verona direi che
è elegante ma con più carattere».
L’azienda ha anche in progetto la
produzione di un bianco e di un
cru, un rosso da un antico vigne-
to con 70 anni di età sempre a
Solicchiata.
Ma bisognerà attendere per
entrambi la vendemmia 2011.
F.C.
Vito CataniaMichele Di Donato Valentina Nicodemo
Nuove proposte 
contro la crisi
Un momento della vendemmia in un vigneto siciliano
Michele Faro

7
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
è chi spera di riuscire a
interessare gli importa-
tori esteri, chi invece si
vuole concentrare sul
mercato italiano, o chi ancora
punta sull'horeca piuttosto che
sulla grande distribuzione. Con
queste scommesse arrivano al
Vinitaly di Verona le aziende più
o meno emergenti della Sicilia
occidentale.
Diversi obiettivi ma da raggiun-
gere con una unica strategia:
puntare sul territorio. Per il Baglio
del Cristo di Campobello,
nell'Agrigentino si tratta del
primo Vinitaly. “Un'occasione per
presentare i nostri vini e promuo-
vere la nostra azienda”, spiega il
titolare, Carmelo Bonetta, “ma
sarà anche un luogo di incontro e
di confronto che speriamo ci
porti nuove opportunità di mer-
cato”.
“Quest'anno arrivamo all'appun-
tamento veronese con la consa-
pevolezza di interpretare le esi-
genze del mercato”, spiega Piero
Buffa, responsabile commerciale
dell'azienda Castellucci Miano di
Valledolmo (Palermo),“un merca-
to che cerca vini che siano
espressione del territorio da cui
provengono”. Per questo l'azien-
da punta tutto sugli autoctoni,
producendo vini particolarmente
apprezzati in Germania, Svizzera,
Austria e Stati Uniti.
A definire la fiera “una vetrina
utile per le aziende ma anche per
gli importatori” è Annamaria
Sala,che gestisce la Tenuta
Gorghi Tondi di Mazara del Vallo
(Trapani), assieme alla sorella
Clara. “In molti, soprattutto dagli
Usa e dalla Svizzera, ci hanno sco-
perto grazie al Vinitaly”, spiega,
“un momento di incontro per chi
ha un vero interesse nel vino e
non si ferma ai soliti nomi”.
Dall'azienda Centopassi di San
Cipirello, nel Palermitano, arriva-
no a Verona due prodotti nuovi,
un bianco e un rosso Igt Sicilia.“Il
nostro è un approccio recente al
mercato, non siamo a regime”,
spiegano dalla cantina, “ma spe-
riamo di confermare i risultati
che abbiamo ottenuto nel 2009
sull'horeca e sull'export”.
Approda con un forte spirito di
ottimismo al salone parallelo dei
vini biodinamici che si terrà  a
pochi chilometri da Veronafiere,
Antonino Barraco, titolare del-
l'omonima azienda di nicchia a
Marsala (Trapani), che dal 2004
punta sull'innovazione di produr-
re bianchi di pianura da invec-
chiamento. “I nostri non sono
grandi numeri, curiamo molto il
prodotto e facciamo poche botti-
glie, per cui ci basta che un paio
di operatori si affezionino a noi
per ritenerci soddisfatti”, spiega.
C'è poi  chi ha deciso di non par-
tecipare alla fiera nella maniera
standard. “Cinque giorni sono
troppi”, precisa,“inoltre pensiamo
che sia meglio per il nostro mer-
cato obiettivo concentrarci sul
territorio e all'estero con iniziati-
ve mirate”, spiega Salvo Ajello,
dell'omonima azienda in contra-
da Giudeo a Mazara del Vallo.“Per
questo abbiamo deciso di orga-
nizzare un momento di incontro
con gli importatori venerdì sera a
Verona”, precisa, “presentando
così un nuovo prodotto, un Syrah
in purezza,che completa la
nostra gamma e sul quale abbia-
mo lavorato negli ultimi anni,
riscontrando una forte territoria-
lità, forse più del Nero d'Avola”.
Infine, c'è chi si presenterà come
espositore in uno stand comune
con altre aziende. É il caso della
cantina Bioviola di Alcamo, nel
Trapanese. Colpa della crisi? Non
sembra.“Il nostro è un mercato di
nicchia:produciamo solo due vini
per un totale di 15 mila bottiglie.
Non abbiamo sofferto molto
della crisi,che può essere letta
come un'opportunità: questo è il
momento migliore per investire
nel mercato vitivinicolo”.
Annalisa Ricciardi
Dalle province di Palermo e Trapani a Verona senza perdere la fiducia. I produttori: “In
un momento di crisi è un’occasione irrinunciabile per mettere in vetrina le nostre etichette”
“Il fascino
del Vinitaly”
Annamaria Sala titolare di Gorghi Tondi azienda di Mazara del Vallo
C’

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supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
C
on la nuova Sicilia del Vinitaly
quest’anno va di scena un calen-
dario ricco di eventi.
Degustazioni, workshop, conferenze,
incontri, si susseguiranno per offrire ad
appassionati e addetti ai lavori spunti
di riflessione e curiosità sulle carte vin-
centi della Sicilia, da quella turistica a
quella gastronomica, da quella cultura-
le a quella artistica. Non mancheranno
gli interventi di personaggi e autorità.
Varcate le porte del padiglione n. 2, chi
deciderà di seguire le orme del vino si
ritroverà a scoprire molto altro.
Già un assaggio di quello che riserva la
Sicilia del vino è stato dato in grande
stile con la serata di gala di apertura del
salone. Uno spettacolo innovativo di
pura energia, creatività e colore dove
l’estro di Filippo La Mantia ha portato
sui piatti le eccellenze e lo spirito
dell’Isola. Partiti con la guest star del
gusto made in Sicily, il testimone passa
ad un'altra di respiro internazionale:
Mick Hucknall. Il leader dei Simply Red,
debutterà nel padiglione Sicilia con la
sua azienda Il Cantante. Assieme
all’enologo Salvo Foti, venerdì 9 aprile,
alle 12, nell’area incontri del padiglione,
Hucknall in conferenza stampa presen-
terà una nuova etichetta, il Cantante
Bianco 2007 e il Cantante Etna Rosso
2003. Seguirà poi la degustazione.
Sempre venerdì 9 aprile sul red carpet
della Sicilia vi sarà anche Vittorio
Sgarbi. Alle ore 14, in vista del 150°
anniversario dell’Unità d’Italia, il sinda-
co di Salemi, terrà la conferenza “Unità
d’Italia, Unità di Sapori”. Incontro sul
legame tra la regione Piemonte e Sicilia
dal punto di vista geografico, enologico
e artistico, che si svolgerà alla presenza
dei produttori delle due regioni. Gli
eventi della Sicilia proseguiranno
anche la sera. Alle 21, è in programma,
nel cuore di Verona, nella cornice sette-
centesca di Palazzo Verità Poeta, la cena
di gala “Un viaggio tra l’azzurro del
mare”. Evento inaugurale facente parte
del progetto per la promozione e valo-
rizzazione del pesce azzurro di Sicilia,
organizzato dall’Irvv e dall’assessorato
regionale alle Risorse agricole e alimen-
tari. La cena prevede piatti a base di
prodotti tipici siciliani e sarà commen-
tata da Gaetano Basile, giornalista eno-
gastronomico. Sabato 10 aprile, ore 13,
presso lo stand Regionale dell’Istituto
della Vite e del Vino, sarà presentato il
progetto. Verrà proiettato il documen-
tario condotto da Tessa Gelisio sulla
filiera del pesce, al termine del quale si
degusterà il pesce in abbinamento ai
vini siciliani. Interverranno: Titti
Bufardeci, assessore regionale alle
Risorse agricole e alimentari; Gianmaria
Sparma, dirigente generale del diparti-
mentodegli interventiper la pesca;
Dario Cartabellotta, direttore Irvv; Tessa
Gelisio, conduttrice del programma
Pianeta Mare di rete 4; Gaetano Basile.
Lo stesso giorno, alle ore 12, l'assessora-
to regionale al turismo, ospite dell'Irvv,
organizzerà una conferenza stampa sul
“Turismo enogastronomico in Sicilia”.
Ad aprire il dibattito sarà l’assessore
Nino Strano. Nel corso dell'incontro
sarà anche presentato “Il circuito di
Bacco - Il Mito nei luoghi del vino”, orga-
nizzato dall'assessorato nell'ambito
degli eventi del "Circuito del Mito": pro-
gramma di spettacoli di teatro, musica e
danza che, da giugno a ottobre, si ter-
ranno all’interno di  25 cantine siciliane.
Nel corso della manifestazione inoltre si
susseguiranno gli appuntamenti del
Taste&Buy esclusivamente dedicati alle
cantine.
Organizzati dall’Irvv, si tratta di incontri
personalizzati  per mettere in contatto
le aziende con i buyer.
Manuela Laiacona
Degustazioni, workshop, conferenze, incontri:
ecco tutti gli appuntamenti al padiglione 2
Tra i momenti clou, anche i Taste&Buy 
dedicati alle cantine e organizzati dall’Irvv
Gli eventi
nell’evento
Il sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi L’assessore al Turismo, Nino Strano

9
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
É
n un primo tempo sembrava
una voce senza fondamento.
Poi però è arrivata la confer-
ma direttamente dal Quirinale.
Salvo imprevisti, il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano
parteciperà al Vinitaly. Anche la
data ormai è certa: sarà a Verona
per due giorni, l’8 e il 9 aprile, seb-
bene si pensa che solo il 9 metterà
pieda alla fiera.
Il presidente, infatti, secondo quan-
to si apprende, arriverà in città la
sera dell’8 aprile per dedicare il
giorno successivo a incontri e visite.
Probabilmente Napolitano e sua
moglie saranno ospiti del prefetto
Perla Stancari nella residenza che
un tempo fu degli Scaligeri.
La visita alla fiera,invece,sarà un’oc-
casione rara. E chissà che il presi-
dente non degusterà anche i vini
del padiglione Sicilia. L’invito è arri-
vato dallo stesso presidente
dell’Istituto della vite e del vino
Leonardo Agueci, che a Palermo,
nel corso della presentazione del
Vinitaly targato Sicilia, ha auspicato
la presenza del capo dello Stato tra
gli stand dell’Isola. Un’ipotesi, che
non è infondata, anche perché
Napolitano dovrebbe aver già pre-
visto un itinerario all’interno della
fiera.
L’obiettivo del Vinitaly è guardare
oltre la crisi e la presenza del presi-
dente della Repubblica appare
come un imput ad andare avanti.
Intanto si punta ad internazionaliz-
zare ulteriormente i visitatori di
Vinitaly, dice Giovanni Mantovani,
direttore generale di Veronafiere,
“così da aumentare le possibilita' di
export, abbiamo lavorato molto, già
a partire dalla chiusura di Vinitaly
2009, sulla promozione all'estero
della manifestazione durante le
tappe del Vinitaly World Tour, che in
un anno ha toccato due volte gli
Stati Uniti, la Russia, Cina, Giappone,
Corea, India e Singapore”.
G.L.M.
Napolitano al Vinitaly
Il presidente della Repubblica, come confermano dal Quirinale, il 9 aprile visiterà la
fiera veronese. Possibile anche un suo tour tra gli stand del padiglione Sicilia 
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano
Anche la "grande tiratura" è sinonimo di qualità.Andando contro
una tendenza sempre più diffusa che vuole rintracciare la bontà del
vino prevalentemente nelle bottiglie dei piccoli produttori, Civiltà
del Bere organizza al Vinitaly una degustazione di 12 etichette di
grandi aziende italiane proprio per ribadire il concetto opposto, che
la grande enologia sta anche nel lavoro dei produttori maggiori.
"L'Italia è patria di alcuni autentici capolavori a grande tiratura - spie-
ga Alessandro Torcoli,caporedattore di Civiltà del bere -.Quest´anno
al Vinitaly presentiamo quindi i 12 vini italiani che per numero di
premi ottenuti a livello nazionale e internazionale e per numero di
bottiglie prodotte rappresentano davvero il nostro made in Italy nel
mondo". L´appuntamento è fissato per venerdì 9 aprile alle 10.30, in
occasione della degustazione delle "12 Blue Chips" del tricolore eno-
logico: quelle etichette che hanno ricevuto almeno due riconosci-
menti di eccellenza dalle 5 principali Guide nazionali. Nell´Olimpo
dei migliori,anche due siciliani per eccellenza:l´azienda Firriato con
Harmonium, Nero d'Avola Igt Sicilia 2007 e l´azienda Planeta con
Cometa, Igt Sicilia Bianco 2008. "In questo modo - conclude
Alessandro Torcoli -, si dimostrerà all´autorevole pubblico interna-
zionale del wine tasting (200 degustatori provenienti da oltre 40
Paesi ndr) che in Italia,contrariamente a qualche giudizio mediatico,
non solo il piccolo è bello. E anche che la globalizzazione ha spinto
alcune griffes del vino verso confini un tempo impensati, replicando
l´eccellenza in quantità apprezzabile". P. P i .
Grandi produttori di qualità: la degustazione 
>>>

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supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
La crisi è al centro dei suoi pensieri.
Risolverla è al centro dei suoi sogni. Titti
Bufardeci, che da pochi mesi regge l’asses-
sorato regionale alle Risorse agricole, stu-
dia soluzioni per contribuire alla ripresa
dell’agricoltura in Sicilia e dare una bocca-
ta d’ossigeno alle imprese del settore.
La Regione quali strade ha deciso di
intraprendere?
“Dobbiamo convincere il governo nazio-
nale e l’Unione Europea a concedere lo
stato di crisi all’agricoltura siciliana. Stiamo
lavorando molto ad una rivisitazione del
Psr.Il nostro obiettivo è riuscire ad ottene-
re delle risorse e delle deroghe da
Bruxelles”.
La situazione è così drammatica?
“La Regione sta facendo uno sforzo enor-
me per far comprendere che stiamo attra-
versando un momento di grande difficol-
tà. Il settore sta soffrendo, abbiamo regi-
strato una contrazione di oltre il 30 per
cento.Ma non abbiamo intenzione di stare
a guardare. In questi giorni riceviamo la
visita dei commissari europei dell’agricol-
tura che visiteranno la nostra regione e
potranno verificare quanto è stato realiz-
zato con i fondi del Piano di Sviluppo rura-
le. Ma sarà anche l’occasione per dimo-
strare concretamente la drammatica situa-
zione della nostra agricoltura, con redditi
che sono stati drasticamente ridotti dalla
crisi dei mercati”.
Le imprese chiedono alla Regione un
maggiore sostegno, anche il presidente
dell’Istituto vite e vino Leonardo Agueci
ha lanciato un appello. Voi, a vostra
volta confidate in un aiuto da Roma o
Bruxelles.Non è forse un circolo vizio-
so? 
“La crisi non ci permette di scegliere altre
strade.Posso dire che stiamo lavorando
con grande impegno per affrontare il pro-
blema di fondo del settore, perché il
mondo del vino non può correre a due
velocità. E stiamo cercando di sfruttare al
massimo le risorse economiche che abbia-
mo e quelle paesaggistiche. Esiste forse al
mondo una regione che può vantare bel-
lezze architettoniche, archeologiche, arti-
stiche e culturali abbinate ad un territorio
ampiamente vocato dal punto di vista
enologico? Eppure gli agricoltori sono
l’anello più debole della catena e vanno
sostenuti per gli sforzi che compiono
anche in termini ambientali, nel mantene-
re vivo il nostro panorama”.
Ma il settore in Sicilia soffre solo la crisi
economica?
“C’è anche un problema strutturale. La
dimensione delle cantine sociali è troppo
ridotta rispetto ai competitori nazionali e
internazionali. Stiamo studiando delle
misure per agevolare processi di aggrega-
zione tra le realtà del territorio. Questo
ragionamento va esteso a tutti i settori
della nostra agricoltura”.
E la peronospora?
“Presenteremo un emendamento alla
legge finanziaria con una dotazione stima-
ta in circa 30 milioni di euro”.
Con che spirito la Sicilia arriva a questo
Vinitaly?
“Il numero delle aziende che hanno aderi-
to e il fatto che la partecipazione sia quasi
totalmente a loro carico è un segno evi-
dente che c’è voglia di mettersi alle spalle
il momento buio. Il Vinitaly, del resto è l’oc-
casione propizia perché resta una vetrina
importante. E non solo per le grandi azien-
de che hanno la possibilità di rafforzarsi,
ma anche e soprattuto per le piccole. I test
and buy per esempio sono un’ottima
occasione”.
Doc Sicilia a cosa le fa pensare?
“A un’arma in più, a maggiore qualità. E
soprattutto alla certezza che con la sua
nascita vincerà la logica dei controlli, dei
laboratori accreditati, della sicurezza. È un
tema che mi sta molto a cuore”
Vendemmia verde?
“Non mi piace.Per fortuna riguarda solo il
2010”.
Gaetano La Mantia
L’assessore regionale: “Il momento di difficoltà è tangibile, 
dobbiamo convincere il governo nazionale e l’Unione
Europea a concedere lo stato di crisi all’agricoltura siciliana” 
Bufardeci, 
pressing su Bruxelles
L’assessore alle Risorse agricole, Titti Bufardeci
“Peronospora? Pronti
30 milioni. Doc Sicilia?
Un’arma in più, vincerà 
la logica della qualità 
e della sicurezza”

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supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
I
l vino siciliano, la crisi economica inter-
nazionale, i mercati di riferimento, gli
Ogm. Abbiamo intervistato il ministro
per le Politiche agricole Luca Zaia che è
stato appena eletto governatore della
regione Veneto.
Zaia per il momento preferisce non pro-
nunciarsi sulla Doc Sicilia.
Ministro Zaia, come vede, oggi il mondo
del vino italiano?
“I vini sono la migliore sintesi dei nostri
territori. La varietà e la qualità delle nostre
produzioni regionali sono riconosciute in
tutto il mondo e sono sempre di più il trai-
no per l’export nazionale all’estero. Il vino
è cultura,è tradizione,è storia,e,per l’Italia,
è una garanzia assoluta di qualità”.
La crisi come può incidere su questo
mercato d’eccellenza?
“Ha ovviamente toccato anche il settore viti-
vinicolo,che,tuttavia, ha saputo reagire. In
particolare,le esportazioni  hanno registrato
un incremento dei volumi (+ 9,1%
all’anno precedente, seppure con un decre-
mento in termini di valori (- 13,7%)”.
Quali sono i mercati che guardate con
più interesse?
“Naturalmente vanno incrementati gli
sforzi sui mercati tradizionali, senza
dimenticare le nuove frontiere: penso alla
Cina, agli Stati Uniti, alla Russia”.
Che idea ha della realtà vitivinicola sici-
liana?
“Rappresenta un tassello importante della
produzione totale del nostro Paese. Amo
molto i vini siciliani, sono un appassionato
di tutte le produzioni di casa nostra, ognu-
na di esse racconta un pezzo d’Italia. È
diventato ormai un appuntamento fisso
per me la vendemmia notturna presso la
tenuta di Donnafugata, a Contessa
Entellina. Una maniera per rendere omag-
gio proprio alla tradizione siciliana vinico-
la”.
Come governatore del Veneto, quale
sarà la sua prima azione in campo eno-
gastronomico?
“Sicuramente continuerò ad occuparmi, in
continuità con la mia attività di ministro
delle Politiche agricole, della tutela e della
valorizzazione dei prodotti tipici del terri-
torio. Il Veneto è la prima regione per
numero di turisti ogni anno e io sono fer-
mamente convinto che il turismo passi
anche attraverso l’enogastronomia e i per-
corsi agroalimentari”.
Ha recentemente firmato il decreto con-
tro il mais Ogm in Italia. Crede che gli
Ogm siano dannosi per la salute?
“Questa firma ha rappresentato un
momento storico per l’agricoltura italiana,è
stato dato un segnale chiaro e in linea con il
volere del popolo, che al 75% non vuole gli
Organismi geneticamente modificati”.
Perché è contrario?
“Il motivo della mia contrarietà non riguar-
da semplicemente i danni per la salute, su
cui gli scienziati restano divisi e su cui pro-
cedono gli studi, ma anche e soprattutto il
futuro della nostra agricoltura”.
Quali possono essere le conseguenze?
“Accettare la coltivazione degli Ogm,
distruggendo così l’identità di ciascun pro-
dotto, vuol dire mettere automaticamente
in cantiere la fine dell’agricoltura”.
Cioè?
“Secondo il buon senso:1.Siamo la culla
della biodiversità, con 4500 prodotti tipici
frutto di secoli e secoli di storia; 2. dove si
coltivano gli Ogm, gli agricoltori non gua-
dagnano di più; basti dire che oggi alla
borsa di Chicago il mais è quotato a 101
euro alla tonnellata, contro i 146 euro/ton
delle borse europee; 3. il mais transgenico,
la cui coltivazione è autorizzata da anni in
Europa,non copre più dell’1% della produ-
zione totale; 4. il vero business delle multi-
nazionali non sarebbe nella coltivazione,
ma nel brevetto delle sementi e delle
eventuali, successiva ibridazioni; in poco
tempo la terra sarebbe nelle mani di pochi
uomini,come è accaduto in India e come si
sta cercando di fare anche nel continente
africano, dove la prima voce che si è levata
a difesa degli africani è quella della Chiesa;
5.gli Ogm non servirebbero a sfamare il
mondo perché non mi risulta che esista un
patto etico per regalare un’eventuale
sovrapproduzione a chi muore di fame; 6.
dove si vendono gli Ogm, i ricchi mangia-
no biologico, i poveri i cibi geneticamente
modificati. Non siamo oscurantisti, ma
gente di buon senso,che rispetta il volere
del popolo”.
Marco Volpe
“La Sicilia punto
di riferimento del vino”
Il ministro e neogovernatore del Veneto, Luca Zaia
Zaia, da ministro a neogovernatore del Veneto: “I mercati a cui
guardiamo sono Cina, Usa e Raussia”. E sugli Ogm: “Il mio no
non riguarda anche e soprattutto il futuro della nostra agricoltura”

12
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
è chi giurerebbe che è
la nuova realtà emer-
gente in Sicilia. C’è chi
invece sostiene che sia
sempre stata importante. Fatto
sta che la provincia vitivinicola di
Messina sta improvvisamente
destando molta curiosità tra gli
addetti del settore. Con le sue tre
Doc, Faro, Malvasia delle Lipari e
la più recente Mamertino, questa
zona della Sicilia si sta sempre più
ricavando uno spazio importante
nel panorama vitivinicolo sicilia-
no.
Stiamo parlando di un territorio
variegato, che si affaccia sul mar
Tirreno e sullo Ionio, che rivolge
le spalle ai monti Nebrodi ed ai
Peloritani, e che comprende
anche le isole Eolie.Zone straor-
dinariamente vocate per la pro-
duzione di vino,benchè diverse
l’una dall’altra.Furnari ad esem-
pio è fresca, ventilata ed asciutta,
mentre Tindari è come se fosse ai
piedi dell’Etna,e dalla montagna
eredita la mineralità. Le isole inol-
tre, che sanno incantare con i vini
dolci e non solo.
Ma la zona del messinese non è
certo nuova al mondo dei vini.
Proprio qui, infatti si è sempre
coltivata la vite e la leggenda
vuole che proprio il Mamertino
sia stato il vino preferito di Giulio
Cesare. Una storia controversa
quella di questo territorio,che nel
1900 comprendeva circa 40.000
ettari vitati in tutta provincia con
oltre 25.000 aziende, che si sono
ridotti notevolmente nel tempo,
basti pensare al comune di
Furnari che dal 1984 ha visto una
diminuzione da 380 ai 60 ettari di
oggi.
“Qui si è sempre fatto vino di
qualità. Solo nel 1900 quando
sono nate le cantine sociali nella
Sicilia occidentale è cominciato il
nostro declino – racconta Alessio
Grasso dell’azienda Compagnia
del vini –. Ma una dimostrazione
della qualità e della popolarità
dei nostri vini è il fatto che fino
agli anni ’30 erano i francesi di
Bordeaux a venire ad acquistare
vino nella piana di Milazzo allo
scopo di fortificare i loro prodot-
ti.Le navi francesi partivano infat-
ti dal porto di Tindari e giungeva-
no a Genova e Bordeaux”. Si dice
poi che un messinese, tale
Lucifero Zirilli, sia stato l’invento-
re dell’innesto del piede america-
no, e che nel mezzo della bufera
della fillossera lui avesse la vigna
intatta. Poco male per un sicilia-
no.
Da allora ad oggi la situazione è
molto cambiata, oltre alla dimi-
nuzione degli ettari, quella pro-
gressiva dei viticultori, che hanno
gettato la spugna. Non tutti però.
C’è chi questa terra non l’ha mai
lasciata nemmeno per un
momento, come Nino Cambria
dell’omonima azienda sorta nel
1864,o come lo stesso Grasso.C’è
invece chi ha ereditato una cultu-
ra, come Nicolas Gatti Russo, del-
l’omonima azienda, e l’ha fatta
sua dal 2004 ad oggi.Nessuno di
essi però è convinto che la pro-
vincia di Messina sia un fenome-
no passeggero,il nuovo terroir in
cui investire dopo l’Etna.“E’auspi-
cabile che ci sia un po’ di atten-
zione su ciò che facciamo,quello
che non credo è invece che sia
solo una moda. Qui ci sono dei
vitigni antichissimi come il
Nocera” spiega Alessio Grasso di
Compagnia dei vini.“La qualità è
inimmaginabile sia con i vitigni
autoctoni che con gli internazio-
nali” spiega Nicolas Gatti Russo.
“Io non direi che sia un fenome-
no,ma soltanto l’appropriarsi di
un territorio da sempre vocato
solo ed esclusivamente alla viti-
coltura.Io dico, era ora che qual-
cuno pensasse alla storia e alla
tradizione della viticoltura mon-
diale”racconta accoratamente
Nino Cambria.
Insomma fenomeno o no, si è
lavorato molto in queste zone
nell’ultimo periodo, ed i risultati
non hanno tardato ad arrivare.
Si è ripreso a produrre
Mamertino,si sta rivalutando
l’uva Nocera ed i suoi possibili
utilizzi e si stanno sperimentan-
do nuovi prodotti per testare il
potenziale del terreno.
Non resta che attendere l’assag-
gio delle nuove annate e dei
nuovi prodotti del messinese,
una terra che fino ad oggi non ha
ricevuto l’attenzione che merita-
va dagli appassionati del settore.
E chissà che Giulio Cesare non ci
avesse visto lungo...
Laura Di Trapani
Con le sue tre Doc, il Messinese è la nuova realtà 
emergente. Vitigni antichi riscoperti, aziende in ascesa
C’
Nancy Astone e Nino Cambria dell’azienda di Furnari
Costa del Tirreno
stella nascente

13
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
Concorso di Bruxelles,
conto alla rovescia
P
alermo si prepara ad accoglie-
re la diciassettesima edizione
del Concours Mondial de
Bruxelles. L’edizione 2010, che vede
per la prima volta l’Italia come sede,
sceglie la Sicilia che batte il Veneto e
la Toscana nelle selezioni come loca-
tion più appropriata. L’Isola è infatti
la regione italiana che negli ultimi
anni ha visto il maggiore incremento
nella ricerca di qualità nel settore
enologico, ma è anche al primo
posto per numero di nuove etichette
presentate negli ultimi anni.
Il Concorso Mondiale si svolgerà dal
23 al 25 aprile in collaborazione con
l’Istituto regionale della Vite e del
Vino:54 le nazioni partecipanti, 7.300
i vini.La giuria sarà composta da due-
centocinquanta esperti tra giornalisti
di settore,tecnici,ed enologi che,
oltre alle degustazioni per le selezio-
ni,avranno modo di partecipare a un
workshop sulle regioni vitivinicole
d'Italia, e alle visite guidate organiz-
zate lungo le vie del vino in Sicilia. Il
programma si aprirà giorno 23 con la
visita della città di Palermo e la cena
di Gala al Palazzo dei Normanni.
Scegliere la Sicilia ha un significato
molto ampio.
Otre al valore commerciale che può
avere, infatti, un distretto regionale
vitivinicolo di successo in un
momento di crisi mondiale, la Sicilia
rappresenta, dal punto di vista eno-
logico,una sorta di continente da
scoprire. Per le sue peculiarità clima-
tiche, essa garantisce, infatti, la pro-
duzione di tipologie di vino molto
diverse:dai liquorosi agli etnei,dai
bianchi ai rossi in diverse declinazio-
ni ancora mai provate.
L’attesa della gara e dell’assegnazio-
ne d’ importanti premi e medaglie si
affianca, così, all’occasione di far
conoscere l’ampio complesso di tra-
dizioni enogastronomiche, storiche e
territoriali siciliane, e riportare la
Sicilia al centro del mondo dell’eno-
logia.
Simona Cultrera
La manifestazione si svolgerà a Palermo dal 23 al 25 aprile in collaborazione con
l’Istituto regionale della Vite e del Vino: 54 le nazioni partecipanti, oltre settemila vini
Degustazioni,
workshop e 
visite guidate
>>>
Al Concours Mondial de Bruxelles saranno chiamati a
comporre la giuria 250 esperti: scrittori, giornalisti e cro-
nisti del vino di grandi teste, nonché i migliori enologi. Il
programma delle quattro giornate dell’evento, dal 22 al
25 aprile, è stato ufficializzato e prevede oltre alle degu-
stazioni di selezione anche workshop e visite guidate
nei territori dei vini siciliani. Si partirà con un workshop
alla scoperta delle regioni vitivinicole d’Italia.Giorno 23,
dopo la prima seduta di degustazione, vi sarà una visita
guidata per mostrare a tecnici e giudici i tesori di
Palermo.Tra questi anche la sede del parlamento regio-
nale, Palazzo dei Normanni, dove sarà organizzata la
cena di gala. Giorno 24 sarà la giornata dedicata alla
città del vino per antonomasia della Sicilia: Marsala.
Dopo la seconda valutazione dei vini in gara, è previsto
un itinerario alla scoperta del vino Marsala. Giorno 25
sarà annunciata la candidatura del Concours Mondial
de Bruxelles 2001 e Palermo sarà nuovamente prota-
gonista delle visite guidate in programma.
M.L.
Ecco il programma della manifestazione: 
parteciperanno 250 giurati, tra scrittori, 
enologi e giornalisti
Calici di vini in una degustazione

14
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
O
ltre lo Stretto. Non solo padi-
glione 2. La Sicilia del vino
approda anche in altri spazi
della maxi-fiera veronese. Quasi una
decina di aziende da anni scelgono
altre location, vuoi perché legate a
società di distribuzione, vuoi per scelte
più strettamente commerciali, vuoi
anche per marcare la differenza.
Sempre al Vinitaly ma con altre colloca-
zioni.
Per esempio c’è Pietradolce, l’azienda
della famiglia Faro che sarà al padiglio-
ne Veneto presso il grande stand della
Cuzziol, società che ha in portafoglio
autorevoli cantine italiane e straniere.
Un debutto in grande stile (ne parliamo
anche in altra pagina). Non è un debut-
to ma un’ulteriore conferma la presen-
za di Salvatore Ajello, titolare dell’omo-
nima azienda nelle colline mazaresi che
sarà presente a Verona in una mega-
festa a Palazzo Giusti,la sera del 9
(ingresso rigorosamente ad inviti).
L’evento è organizzato da Classica, la
società di distribuzione che ha in porta-
foglio quasi una decina di cantine spar-
se in tutta Italia e che da poco tempo è
adesso nelle mani di imprenditori belgi.
Un modo per cambiare la filosofia di
partecipazione alla fiera, in tempi certa-
mente non facili, «ma sarà anche un
modo - come spiega Ajello - per presen-
tare tutte le nuove annate dei miei vini
e la prima uscita de La Méta, un nuovo
Syrah in purezza». Salvatore Geraci, tito-
lare di Palari e produttore di un rinoma-
to Faro Doc sarà presente al Vinitaly nel
padiglione 6, stand D 6, assieme ad altri
colleghi vignaioli a presentare la nuova
annata del Rosso del Soprano e del Faro
Palari.
Giacomo d’Alessandro, patron del-
l’omonima azienda di Agrigento con
una cantina in costruzione a pochissi-
ma distanza dalla Valle dei Templi e un
enologo di talento come Tonino Guzzo,
sarà nello spazio ideato e gestito da
Luca Maroni, padiglione 7 B area
«Trendy oggi, big domani».
D’Alessandro porta le nuove annate e,
in anteprima, l’Insolia, vitigno agrigen-
tino per eccellenza e il Catarratto.
«Abbiamo grandi aspettative, vogliamo
vedere come si muove il mercato italia-
no e speriamo di avere buoni riscontri
dal mercato internazionale», spiega
ancora d’Alessandro.
Per la prima volta sarà al padiglione 2
ma il suo quartiere generale resta al
padiglione Piemonte, stand B 2 e C 2
dove c’è la sua Marc de Grazia selec-
tions con oltre ottanta aziende rappre-
sentate dal punto di vista comemrciale
in tutto il mondo. «Quest’anno sarò
anche in Sicilia, al padiglione 2 e sarà la
prima volta, è vero. Volevo rendere
Tenuta delle Terre Nere completamente
indipendente dal resto, desidero che
cammini con i suoi piedi,mi piace che si
faccia strada in nome del territorio».De
Grazia porterà le nuove annate, per i
base il 2009 e per i cru il 2008 e le
nuove annate delle Vigne di Eli, i vini
dedicati alla piccola figlia Elena. «Un
giudizio sulle annate? Il 2008 un’annata
da gentiluomini, il 2009 invece un mille-
simo difficilissimo che distinguerà gli
uomini dai bambini».Altro siciliano che
sarà in un altro padiglione è Renato De
Bartoli, nome importante dell’enologia
(il padre Marco sarà a Villa Favorita, a
Vinnatur) che sarà al padiglione 7 B,
stand H 6. «È il debutto al Vinitaly della
mia azienda Terzavia - spiega Renato
De Bartoli - starò insieme ad altre cin-
que cantine, due toscane, un piemonte-
se, un friulano e un trentino. A questa
aggregazione abbiamo dato un nome,
”Originae, viticoltori artigiani”.
Un’aggregazione nel nome della quali-
tà e delle caratteristiche aziendali.
Presenterò un Catarratto in purezza che
si chiama Lucido,millesimo 2009 oltre
al bianco Occidens e al rosso Amada».
F.C.
Non solo padiglione 2 per le aziende dell’Isola
al Vinitaly. È il caso di Pietradolce, Palari,
Ajello, d’Alessandro, Tenuta delle Terre Nere,
Terzavia, che in questa edizione della kermesse
sono ospiti tra gli stand di altre regioni
La Sicilia oltre lo Stretto
Tonino Guzzo Giacomo d’Alessandro

15
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
Dalle bollicine etnee, metodo classico, al vino dolce prodotto in una
riserva naturale. Una Sicilia da assaggiare quella che proponiamo in
queste quattro pagine che rappresentano una sorta di guida, di mini
inserto dedicato alle bottiglie da provare. Un viaggio enologico
attraverso 24 etichette,con bianchi,rossi e vini dolci.Uno spacca-
to di una regione che non ha ancora finito di stupire. Non è un
caso che quest’anno per la prima volta il padiglione 2 si offre ai
suoi visitatori con un nuovo allestimento in nome dei territori,
ben 17.
Nel mare magnum del Vinitaly e del padiglione 2, quel-
lo che ospita le circa 250 cantine, abbiamo così prova-
to a darvi qualche indicazione, un po’di suggerimenti.
Vini diversi tra di loro ma tutti con almeno una pecu-
liarità che ci riconduce talvolta al territorio e qualche
altra volta al vitigno, talvolta allo stile enologico (c’è
anche quello,come nel mondo della moda) e qual-
che altra alle tecniche di produzione (i cosidetti
vini naturali). E ancora: piccole cantine e grandi
aziende,vignaioli e colossi del vino. Il Trapanese e
l’Etna, l’isola minore e la collina col vigneto a
perdita d’occhio. C’è di tutto.
In alcuni casi le etichette che vi consiglia-
mo sono prodotte da cantine che non si
trovano al padiglione 2 ma in altre zone
del Vinitaly o, addirittura, presso le fiere
alternative che si svolgono nei dintorni di
Verona. Tutto ciò per tentare di dare un
quadro il più possibile esaustivo della
Sicilia da bere. Recensioni, dati azien-
dali, caratteristiche organolettiche,
una cronaca di profumi e sapori affi-
data a due esperti come Pasquale
Buffa e Francesco Pensovecchio. E poi
la collocazione dello stand e alcune
informazioni di servizio.Il tutto per
rendere più piacevole la sosta di eno-
fili,buyers e giornalisti tra gli stand
siciliani.Tra calici,gomitate, un po’ di
ragionevole caos e voglia di bere
bene e di scoprire nuove chicche.
Ecco la Sicilia del vino che ci piace.
Tanti buoni sorsi a tutti.
C. d. G.
Dalle bollicine dell’Etna al vino dolce di una riserva naturale, 
dalle isole minori alla collina, ecco la Sicilia raccontata attraverso 
i prodotti di piccole cantine e grandi aziende
Ventiquattro vini 
da assaggiare
Recensioni, 
informazioni 
sulle bottiglie 
e dati aziendali 
a cura degli esperti 
di Cronache di gusto
Le degustazioni e le recensioni sono a cura di Pasquale Buffa e Francesco Pensovecchio

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supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
Shiarà Catarratto 2008
Castellucci Miano
10 euro
Una bella storia, quella di una cantina che
risorge e uno splendido vino, questo
Catarratto che cresce su alberelli di oltre
40 anni a 900 metri d’altitudine; a curarne
l’allevamento e la vinificazione c’è uno dei
migliori uomini del vino siciliano, Tonino
Guzzo.Spazza via molti pregiudizi sui bian-
chi isolani incantando con una finezza sor-
prendente dai toni verdi e minerali; in
bocca è ricco di frutto e fresco di un’acidi-
tà che sostiene una struttura di razza; pro-
mette meraviglie a chi avrà la pazienza di
farlo affinare in bottiglia.
Castellucci Miano
Via Sicilia, 1 -  Valledolmo (Pa)
tel. +39 0921.542385 - fax +39 0921.544270
www.castelluccimiano.it
Vinitaly: padiglione 2 - stand 94/E
Degustando la Sicilia
Noblesse Metodo Classico
Benanti 
35 euro
Non poteva mancare in casa Benanti un
Metodo Classico che lascia trasparire, già
dal nome, notevoli ambizioni: la base è di
Carricante in purezza, mantenuto sui lievi-
ti per oltre 18 mesi. Il degorgement del
2008 si veste di un brillante paglierino dai
riflessi verdolini, con un perlage fine e per-
sistente; al naso comunica l’austera nobiltà
del vitigno con rarefatte note di fiori
d’agrumi e mela; in bocca è fresco e armo-
nico, la mineralità vulcanica fa da sottofon-
do e assicura un finale lungo e cristallino.
Azienda Vinicola Benanti
via Garibaldi, 475 - Viagrande (Ct
tel. 0957893677
www.vinicolabenanti.it/
Vinitaly: padiglione 2 - stand 94/E stand 10/A 
Il Cantante Bianco 2007
Il Cantante
28 euro
Star che vive una storia d’amore con la
“Muntagna”, Mick Hucknall si affida al con-
sorzio I Vigneri per la cura dei propri vigne-
ti in varie zone dell’Etna. Questo bianco è
frutto dell’assemblaggio di Carricante,
Minnella, Malvasia e Grecanico.
Emozionante il bouquet, con belle note di
erbe aromatiche e frutta a polpa bianca
ben matura, esaltate da piccanti sfumature
minerali; in bocca la freschezza si armoniz-
za con una carezzevole e morbida rotondi-
tà. Un bianco dell’Etna di esemplare finez-
za, oseremmo dire… Simply white.
Il Cantante 
via Cavour 42 - Sant’Alfio (Ct
tel. +39.095.968203 fax +39.095.7164820
[email protected]
Vinitaly: padiglione 2 - stand 47/C
Mandrarossa
Grecanico 2009
6 euro
Dalla più grande e sana realtà associativa
della Sicilia, le Cantine Settesoli di Menfi,
un bianco autoctono da manuale, piccolo
capolavoro d’equilibrio e piacevolezza dal-
l’entusiasmante rapporto prezzo/qualità:
ha un naso fragrante e intenso di frutta a
polpa gialla con screziature agrumate e
vegetali; in bocca si esprime con gioiosa
generosità,freschezza e sapidità sono in
piena armonia con una morbidezza alcoli-
ca che non prevale sull’insieme, assicuran-
do una bevibilità felicemente affabile.
Cantine Settesoli
SS 115 – 92013 Menfi (Ag)
tel. 092575037
http://www.mandrarossa.it 
Vinitaly: padiglione 2 - stand 108/E
Girgis Extra Catarratto 2007
Azienda Agricola Guccione
14 euro
Naturale è bello e possibile: l’agricoltura
biodinamica ha trovato in Manfredi e
Francesco Guccione due ambasciatori for-
midabili.Fatto con la varietà Extralucido
del diffuso vitigno autoctono a bacca
bianca, ha un colore carico appena velato,
al naso spiccano note definite d’agrumi
maturi, macchia mediterranea e una mine-
ralità argillosa di grande eleganza; l’assag-
gio conferma e amplifica le sensazioni
olfattive,racchiuse in una struttura di sola-
re espressività.
Azienda Agricola Guccione
Contrada Cerasa - Monreale (Pa)
tel. 0916090465 - 0916116686
[email protected]
Manifestazione: Vino Vino Vino 2010 
(fuori Vinitaly) AreaExp di Cerea (Vr)
8-9-10 aprile Stand: Renaissance Italia
Carricante 2009
Planeta
12,50 euro
Solo 6.000 bottiglie, tutte numerate. Il
Carricante, il bianco del vulcano di Planeta,
fa il debutto al Vinitaly. Il versante è quello
nord di Castiglione di Sicilia, 7 gli ettari
vitati a 900 metri di altezza in contrada
Sciara Nuova. Niente legno. Alla vista è
giallo paglierino molto scarico, brillante e
con riflessi verdi. Frutta a polpa bianca al
naso, fiori, agrumi. Sapido e fresco in
bocca, ha uno stile elegante tipico dei
bianchi del nord con,in più,l’inconfondibi-
le nota minerale e “nera” del territorio.
Aziende Agricole Planeta
Contrada Dispensa  - Menfi  (Ag)
Tel. 091327965
www.planeta.it
Vinitaly: padiglione 2 - stand107/E
Dalila 2008
Feudo Arancio
10 euro
Novità assoluta che integra la produzione
del gruppo Mezzacorona, presente in
Sicilia con 950 ettari di vigneti fra Sambuca
di Sicilia e Acate. Si tratta di un blend di
Grillo e Viognier, quest’ultimo vinificato in
barrique: ha un bel colore paglierino dora-
to con riflessi verdolini; i profumi fruttati e
floreali di delicata finezza sono impreziosi-
ti da sfumature di nocciola e intriganti
note minerali marine; in bocca è morbido,
ben sostenuto da acidità e sapidità e ter-
mina con una piacevole coda amarognola.
Feudo Arancio
C.da Portella Misilbesi  -  Sambuca di Sicilia (Ag)
Tel. 0925 579000 
www.feudoarancio.it
Vinitaly: padiglione 2 - stand 106/E
Vinudilice 2008
I Vigneri
22 euro
Rispetto per l’ambiente, le tradizioni locali
e la biodiversità:è il manifesto de I Vigneri.
È fatto con Alicante, Grecanico e Minnella
di un vigneto all’incredibile quota di 1300
metri e vinificato au naturel: dal bel colore
cerasuolo carico, ha un naso che con fran-
chezza impertinente regala deliziose sen-
sazioni di frutti e fiori rossi; le ritroveremo
in bocca, sostenute da una fragrante acidi-
tà e da una sottile vena zuccherina, frutto
della spontaneità della fermentazione.
Imprevedibile e affascinante.
I Vigneri di Salvo Foti
L.go Signore Pietà, 17 – Randazzo (Ct
Tel. +39 - 0933 982942 - Fax 0933.983264 
e-mail: [email protected]
Vinitaly: padiglione 2 - stand 47/C

17
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
Consigli pernon sbagliare
Cerasuolo Vittoria Class. Manene 2007
Paolo Calì
9 euro
I vigneti della famiglia Calì si trovano in
Contrada Salmè a Vittoria, nel cuore del
territorio del Cerasuolo, che qui può fre-
giarsi dell’attributo di “Classico”. Nel 2001
Paolo Calì decide di riprendere la tradizio-
ne familiare legata alla produzione di vino
e pone le basi dell’attuale azienda, che
vede in questo rosso il suo prodotto più
importante: fatto con un 60% di Nero
d’Avola e Frappato, è felicemente espressi-
vo nelle note di composta di fragole e
marasche; in bocca spicca la fragranza di
un frutto assai piacevole e croccante.
Az.Agricola Paolo Calì
via Cancellieri, 48 - Vittoria (Rg
Tel./Fax 0932 510082
www.vinicali.it 
Vinitaly: padiglione 2 - stand 42/C
DOC Cerasuolo di Vittoria,Barocco 2003
Avide
20 euro
Il Barocco 2003 proviene da Bastonaca,
uno dei migliori cru della Docg Cerasuolo
di Vittoria. L’uvaggio ricalca il disciplinare,
60% Nero d’Avola e 40% di Frappato. Per il
lungo affinamento, il Barocco arriva sul
mercato dopo quasi 7 anni dalla vendem-
mia e ha il pregio di essere rotondo e gen-
tile, di avere conquistato con il tempo
quell’armonia che i produttori spesso
dimenticano di valorizzare. Le caratteristi-
che del Cerasuolo di Vittoria sono qui con-
centrate e hanno avuto giustamente biso-
gno dell’adeguato affinamento.
Avide
Corso Italia, 131 - Ragusa (Rg
Tel. 0932 967456 - Fax 0932 731754
www.avide.it
Vinitaly: padiglione 2 - stand 52/C
Nero d’Avola Nerojbleo 2007
Gulfi
14 euro
Al centro della filosofia dell’azienda di Vito
Catania c’è il Nero d’Avola, capace di espri-
mere personalità assai diverse nell’univoca
relazione con il territorio in cui viene alle-
vato.Dai preziosi cru di Pachino agli Iblei,la
vigna Coste di Chiaramonte Gulfi, regala
questo rosso dal carattere varietale incon-
fondibile: ha finezza e piena maturità frut-
tata al naso, esaltate da sfumature minera-
li marine e di macchia mediterranea; in
bocca si apre con asciutta autorevolezza,
mostrando con felicità espressiva la sua
appartenenza al terroir ibleo.
Gulfi
C.da Patria sn  - Chiaramonte Gulfi  (Rg
Tel. 0932 921654 
www.gulfi.it
Vinitaly: padiglione 2 - stand 30/B
Kaid Syrah 2007
Alessandro di Camporeale 
14 euro
Tra le migliori interpretazioni siciliane del
Syrah spicca questo rosso in purezza, pro-
dotto nell’agro di Camporeale dalla fami-
glia Alessandro.Affidabile e assai conve-
niente, va assumendo di annata in annata
una personalità sempre meglio definita,
pur in vendemmie non facili come il 2007:
belli i toni pienamente maturi di frutti di
bosco e spezie, che dialogano elegante-
mente con un legno distinguibile, ma mai
prepotente; in bocca è morbido e sostan-
zioso, con una lunga persistenza dal finale
piacevolmente amarognolo.
Alessandro di Camporeale
C/da Mandranova Camporeale (Pa)
Tel./Fax: +39 0924 37038
www.alessandrodicamporeale.it
Vinitaly: padiglione 2 - stand 167/H
Sagana 2007
Cusumano
16 euro
Le colline ricche di sedimenti di Butera
sono uno dei territori d’elezione del Nero
d’Avola; da qui proviene il rosso-top autoc-
tono di Cusumano: dal colore impenetra-
bile, scorre denso nel bicchiere emanando
profumi di inedita concentrazione e inten-
sità; un vortice sensoriale che lascia quasi
storditi, note di frutti rossi maturi e spezie
dolci si fondono a nuances balsamiche e
tostate; in bocca è monumentale, una
struttura possente e pervasiva che lascia
un lungo ricordo nel finale, nettissimo.
Cusumano
Contrada San Carlo - Partinico (Pa) 
Tel.: 091 890 8713 - 091 890 0589
www.cusumano.it 
Vinitaly: padiglione  2 - stand 165/H
Feudo Montoni Selezione Vrucara 2007
Feudo Montoni
20 euro
Una delle zone con la vocazione più antica
per il Nero d’Avola è quella che ricade nella
denominazione Contea di Sclafani, al con-
fine tra le province di Palermo, Agrigento e
Caltanissetta; qui il nostro vitigno autocto-
no più celebre viene interpretato con
grande rispetto e passione da Fabio Sireci
di Feudo Montoni; la sua Selezione Vrucara
è un rosso di classe eccelsa, fine e austero
nel bouquet, con nobili sfumature di cuoio
e tabacco;in bocca è altrettanto autorevo-
le,setoso, incisivo e persistente nel finale.
Feudo Montoni
Largo Val di Mazara 2 - Palermo
Tel . 091. 513106 Fax. 091.6704406
www.feudomontoni.it
Vinitaly: padiglione 2 - stand 93/E
Duca Enrico 2005
Duca di Salaparuta 
40 euro
Questo rosso non cessa di riservare sorpre-
se ed emozioni.Il nuovo corso della storica
azienda di Casteldaccia non dimentica le
radici e il grande Nero d’Avola Duca Enrico
è uno splendido punto di partenza: l’anna-
ta 2005 offre un naso di aristocratica com-
plessità che fonde sensazioni di fruttato
pienamente maturo a suggestioni spezia-
te e balsamiche; in bocca è regale nel-
l’esprimere una struttura di mirabili pro-
porzioni,tannini vellutati e un finale lunga-
mente persistente.
Duca di Salaparuta 
Via Nazionale s.s. 113 - Casteldaccia (Pa)
tel. 091945201
www.duca.it 
Vinitaly: padiglione 2 - stand 103/R
Don Pietro Rosso 2007
Spadafora
10 euro
L’azienda propone un vino che sintetizza
l’espressività del territorio di Monreale, il
gioco tra vitigni autoctoni ed internazio-
nali,e il rapporto qualità/prezzo. Il Don
Pietro 2007 è un blend di nero d’Avola,
cabernet sauvignon e merlot, bilanciato e
di ottima beva. Il colore è rosso rubino ten-
dente al viola. In bocca è armonico, equili-
brato,pieno.Le note di freschissimi frutti di
bosco, di viola e confettura di prugna tro-
vano una perfetta rispondenza naso-
bocca.Morbido ed elegante in chiusura.
Azienda Agricola Spadafora
Via Ausonia, 90 - Palermo
tel. +39 091514952 - 0916703322
www.spadafora.com
Vinitaly: padiglione 2  - stand 137/G

18
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
Etichette da non perdere
Nero d’Avola 2008
Azienda Agricola d’Alessandro 
7,50 euro 
L’azienda, sorta nel 2006, è al centro di una
serie di creatività che la renderà nei prossi-
mi anni una realtà di fascino.La nuova can-
tina di circa 2100mq, progettata dallo stu-
dio Fontanesi di Roma sulla base del tradi-
zionale baglio siciliano, è a pochi chilome-
tri dalla Valle dei Templi su una superficie
di 2,5 ettari. L’enologo è Tonino Guzzo. Il
nero d’Avola 2006 ha un taglio profumato,
accattivante, pulito. Varietale e definito il
naso. La struttura procura una sensazione
di piacevole morbidezza. Equilibrio com-
plessivo dinamico. Ottimo il prezzo.
D'Alessandro - Dalmin S.r.l.
Zona Ind. (ASI
Agrigento 
Tel.06 42142640 www.dalmin.it
Vinitaly: padiglione 7B - stand F7-G9
Lu Patri 2007
Baglio del Cristo di Campobello di Licata 
30 euro
A due anni dall’uscita, la cantina di Angelo,
Domenico e Carmelo Bonetta vanta un
portfolio di tutto rispetto, forti anche di un
enologo del calibro di Riccardo Cotarella.
Lu Patri è un nero d’Avola proveniente dal-
l’omonimo vigneto esteso 5 ettari. Dal
colore rosso rubino cupo, ha un naso
impetuoso che propone,oltre a nobili note
varietali tipiche del vitigno, un’elegante
speziatura e sentori di tabacco, carruba e
piante officinali. Sapido, è accattivate
anche per il suo tannino rotondo e piace-
vole. Un vino che farà parlare di sé.
Baglio del Cristo di Campobello  
C/da Favarotta S.s. 123 KM 19+200  Campobello
di Licata  (Ag)
Tel.0922 877709 - Fax 0922 883788
www.cristodicampobello.it
Vinitaly: padiglione 2 - stand 35/B 
Kuddia del Moro 2007
Abraxas 
19 euro
“Non solo Zibibbo”: il terroir vulcanico di
Pantelleria non si limita ad ospitare questo
prezioso vitigno, materia prima di grandis-
simi bianchi dolci, ma anche varietà a
bacca nera come Carignano, Grenache e
ovviamente Nero d’Avola; interessante la
scelta, in questo singolare caso, di impian-
tare un clone le cui caratteristiche si avvici-
nano a quelle della Mondeuse e del
Nebbiolo. Il risultato è un rosso di caratte-
re,con evidenti note di macchia mediterra-
nea e prugne mature,dal bel palato morbi-
do e sensuale, ricco e persistente.
Abraxas Vigne di Pantelleria
Contrada Kuddia Randazzo - Pantelleria (Tp)
Tel. +39 091.6116832 • Fax 091.6121798 
www.abraxasvini.com 
Vinitaly: padiglione 2 - stand 150/G
Etna Rosso Archineri 2008
Pietradolce 
20 euro
La storia di Michele Faro e della sua azien-
da riassume quanto di più entusiasmante
l’Etna sta regalando. Dopo la sorpresa del-
l’esordio, ecco la seconda annata del
Pietradolce, fatto con Nerello Mascalese
proveniente da viti di età venerabile e
franche di piede, distribuite su tre vigneti
tra i 600 e gli 800 metri sul versante nord-
est del vulcano, in territorio di Solicchiata.
Il naso è di una finezza incantevole tra sen-
sazioni fruttate, accenni balsamici e una
fiera mineralità; in bocca è aristocratico,
solare, serico e lungamente persistente.
Pietradolce
Contrada Moganazzi -  Solicchiata,
Castiglione Di Sicilia (Ct) tel +39 348 4037792 
www.pietradolce.it
Vinitaly: padiglione 7 - stand B5
Feudo di Mezzo Il Quadro delle Rose 2007
Tenuta delle Terre Nere Etna Rosso 
33 euro
Questo vigneto di un ettaro e trentacin-
que con impianti di Nerello Mascalese e
Nerello Cappuccio datati tra il 1927 e il
1947,regala un rosso inconfondibile per
finezza e personalità: dal bel colore rubino
con riflessi granato, ha un bouquet  di
grande profondità e austera compostezza;
in bocca rivela una stoffa dal piglio deciso,
con tannini ben definiti che fanno da con-
trappunto alla morbidezza complessiva
fino al finale,lungo e pulitissimo.
Tenuta delle Terre Nere 
C.da Calderara - Randazzo (Ct
Tel. 055200311 
www.marcdegrazia.com 
Vinitaly: padiglione 2 - stand 24/B
Doc Etna Rosso, Zero1  2005
Rocca d’Api
18 euro
Passione,entusiasmo e un tocco di visio-
nario ottimismo sono le armi vincenti del-
l’azienda di Eugenio Castorina. Questo
Etna Rosso è fatto con uve biologiche col-
tivate in contrada Verzella, sul versante
nord-est del vulcano: il profilo sensoriale
segue la tradizione già dal colore granato,
che preannuncia i sentori di piena e auste-
ra maturità del bouquet, decisamente vira-
to su toni autunnali; in bocca non si smen-
tisce,rivelando morbidezza,calore, una
punta di dolcezza struggente.
Azienda Vinicola Etna Rocca D’Api 
via Rocca d’Api n°72 - Zafferana Etnea (Ct
Tel. +39 095 7082594 
www.etnaroccadapi.it 
Vinitaly: padiglione 2 - stand 6/A
Azienda agricola Caravaglio Antonino  
Via Provinciale, 33 Malfa - Isola di Salina (Me)
Tel. 090 9844368 - Fax 090 9844368
[email protected] 
Vinitaly: padiglione 2 - stand 4/A
Oro di Dora V.Tardiva Grillo 2007
Gorghi Tondi 
17 euro
Tra le meraviglie dell’oasi dei laghi di
Preola e Gorghi Tondi, l’azienda di Clara e
Annamaria Sala propone la rara Vendem-
mia Tardiva di Grillo dedicata alla bisnonna
Dora. Uniche condizioni pedoclimatiche
dei vigneti, affacciati sul mare, permettono
lo sviluppo della Botrytis Cinerea, la muffa
nobile che marca con una nota inconfon-
dibile il bouquet di questo vino, ben fusa a
sentori di datteri e fichi secchi; in bocca
rivela una struttura elegante e pieno equi-
librio fra la dolcezza e l’acidità.
Tenuta Gorghi Tondi
Mazara del Vallo (Tp) 
Tel. 0923 719741 
www.tenutagorghitondi.it/ Vinitaly: stand
147/G
Malvasia delle Lipari Passito 2008
Caravaglio
24 euro
Tra i protagonisti del ritorno ai fasti di un
tempo della Malvasia delle Lipari c’è
Antonino Caravaglio, che produce uno dei
migliori passiti, coltivati in regime biologi-
co. Il Passito 2008 ha un bel colore dorato
dai riflessi ambrati; al naso è seducente e
solare, con belle note di ginestra, erbe
medicinali e la tipica mineralità vulcanica
del terroir eoliano; in bocca la dolcezza è
ben armonizzata alla freschezza dell’acidi-
tà;morbido e carezzevole, ha un finale di
notevole lunghezza e pulizia.

U
n viaggio tra gli oli extra
vergine di oliva d’Italia.
Cinque giorni, dall'8 al 12
aprile 2010, in cui il re della cuci-
na mediterranea sarà protagoni-
sta a Sol, Salone Internazionale
dell'olio extravergine di qualità.
La manifestazione giunta alla XVI
edizione è aperta a tutti gli ope-
ratori del settore, per poter scam-
biare esperienze pro-
fessionali, incontrare i
leader del mercato, i
buyer nazionali ed
esteri e ricercare solu-
zioni innovative nel
rispetto della più stori-
ca e consolidata tradi-
zione olearia. Grazie
alla concomitanza con
Vinitaly e Agrifood
Club, Sol diventa più
interessante anche per i visitatori
esteri,che possono entrare in
contatto con tutto il meglio della
produzione agroalimentare ita-
liana,presente a Verona nelle sue
mille sfaccettature. L’incontro di
gusti e sapori si realizza piena-
mente oltre che al Sol Goloso,
anche al Ristorante d’Autore, al
Self Service d’Autore gestito
dall’Associazione Giovani
Ristoratori Europei e in tutte le
Cittadelle della Gastronomia,
dove vengono proposti piatti
della tradizione culinaria italiana
preparati da chef di fama interna-
zionale, in abbinamento con i
migliori vini delle aziende esposi-
trici di Vinitaly. Si
tratta di una straordi-
naria possibilità di
valorizzare e pro-
muovere la cultura
alimentare italiana
nel mondo, aumen-
tando nel contempo
le occasioni di con-
tatto commerciale.
Un’occasione che
anche la Sicilia del-
l’olio e l’assessorato regionale
delle Risorse agricole e alimenta-
ri dell’Isola non vuole farsi sfuggi-
re. A partecipare alla rassegna
saranno le imprese più qualifica-
te del settore con l’esposizione
delle più note etichette siciliane.
Secondo quanto riferisce il
Dipartimento interventi infra-
strutturali per l’agricoltura, che
cura l’organizzazione della mani-
festazione, si prevede un’edizio-
ne tra le più importanti degli ulti-
mi anni. Infatti, nonostante la dif-
ficile fase congiunturale che sta
attraversando l’agricoltura e il
settore oleario siciliano, in parti-
colare, la manifestazione parte
con i più buoni auspici.Trentadue
gli espositori, tra imprese indivi-
duali e Consorzi di tutela dell’ex-
tra vergine a Dop che occuperan-
no un’area di circa cinquecento
metri quadrati all’interno del
padiglione C di Verona fiere. Il
programma di comunicazione
prevede diverse iniziative a
cominciare dalle degustazioni
pubbliche,dedicate all’olio extra
vergine e ai più noti prodotti
agroalimentari siciliani,alla degu-
stazione guidata comparativa di
una selezione dei migliori oli di
alta qualità riconosciuta che si
terrà alle ore 10 di venerdì 9 apri-
le presso la sala Mantegna (inter-
na al padiglione C), alla distribu-
zione di materiale informativo
sull’olivicoltura siciliana, sul ricco
patrimonio genetico autoctono,
sulla variabilità sensoriale degli
oli monocultivar e blend a deno-
minazione di origine protetta e
da agricoltura biologica.
Piera Zagone
Alla fiera di Verona anche il Salone internazionale dell’olio extravergine di qualità: 
32 espositori dell’Isola occuperanno un’area di 500 metri quadrati nel padiglione C
Splende il Sol 
perla Sicilia
La manifestazione
giunta alla 
sedicesima 
edizione. Tante 
le iniziative 
tra cui 
degustazioni 
guidate dei 
migliori prodotti
19
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
Olio siciliano, sarà protagonista al  Sol

20
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
N
on solo Vinitaly, in occasione della
44esima edizione del salone enolo-
gico più importante d’Italia, che
aprirà le porte del suo Palaexpo il prossi-
mo 8 aprile per richiuderle cinque giorni
dopo.
Il consorzio Viniveri insieme a La
Renaissance des Appellations,
per il settimo anno consecutivo,
propongono infatti un evento
che mira a raggruppare il mag-
gior numero possibile di piccole
aziende che “credono in una pro-
duzione genuina, dove quello
dell’uomo è soltanto un lavoro di
supporto al naturale processo di
sviluppo”. Così, con il titolo
“VinoVinoVino 2010 – Vini secondo natu-
ra”,dall’8 al 10 aprile l'area espositiva La
Fabbrica del comune di Cerea – a circa 20
minuti da Verona – si animerà di profumi,
sapori, colori provenienti da tutte le parti
del Belpaese, ma anche da Francia,
Slovenia e Austria.
Centoquaranta cantine, insieme ad una
decina di produttori alimentari, esporran-
no i frutti del loro lavoro e della loro dedi-
zione. E tra queste, saranno 10 le aziende
siciliane che non mancheranno l’appunta-
mento con il gusto: Rizzuto Guccione,
Porta del Vento, Arianna Occhipinti,
Bonavita, Romeo del Castello, Barraco, Cos,
Tridente Pantalica, Il Censo e I
Vigneri di Salvo Foti.
Accanto a loro, anche la Fattoria
Scirinda con i prodotti del pro-
prio frantoio e Donna Elvira con i
propri cioccolati.“Il denominato-
re comune delle aziende che
partecipano – spiega Gianpiero
Bea, presidente del consorzio
Viniveri – è la semplicità del-
l’operare. La filosofia dei vini che
presentiamo è quella che ci deve spingere
a cercare di ottenere, ogni volta, delle bot-
tiglie non fatte dall’uomo ma direttamen-
te generate dalla natura.
A partire dalla vigna – conclude – quello
che noi facciamo è un lavoro di assistenza
alla natura e ai suoi processi naturali,
senza che ci siano incisivi interventi
umani”.
Paola Pizzo
Non solo Vinitaly a Verona. Il consorzio Viniveri insieme 
a La Renaissance des Appellations, per il settimo anno consecutivo, 
proprone la manifestazione “VinoVinoVino 2010”
Quei prodotti 
secondo natura
Salvo Foti,
sarà a Vino
Vino Vino
con i Vigneri
In esposizione 
quelle produzioni
nelle quali 
il lavoro 
dell’uomo 
è solo un supporto
Partecipano 
140 cantine, 
dieci siciliane
L’Italia in Cina per creare 
nuovi assaggiatori di vino
L'Italia sarà ambasciatrice del vino
in Cina: l'Organizzazione naziona-
le assaggiatori di vino (Onav) è
stata incaricata dall'Università
Beida di Pechino di formare gli
operatori del settore, cioè ristora-
tori, enotecari, agenti. Lo rende
noto la stessa organizzazione alla
vigilia dell'impegno di Vinitaly,
dove sarà presente con iniziative
e degustazioni per diffondere la
conoscenza del vino di qualità.
Export del Prosecco:
boom negli Usa
Bollicine italiane a stelle e strisce.
Periodo effervescente per il
Prosecco di Conegliano
Valdobbiadene. Dopo il recente
ottenimento della Docg, le bollici-
ne venete confermano il trend in
crescita sui mercati internazionali.
Primo tra tutti quello statuniten-
se, che sembra particolarmente
sensibile al fascino del nostro
vino. Nel 2003 le bottiglie di
Prosecco che volavano oltreocea-
no erano poco più di 500.000.
L'anno scorso sono state oltre
1.600.000 e leprospettive per il
futuro appaiono rosee.
Riapre a Pompei il bar 
più antico del mondo
Nel 79 dopo Cristo era il posto più
alla moda di Pompei. Lì, gli antichi
romani si ritrovavano per incon-
trare gli amici e dividere uno
spuntino fatto di formaggio.Oggi,
a circa due mila anni di distanza,
riapre al pubblico il posto piu'
trendy della città.
Arianna
Occhipinti,
anche lei 
a Verona
Gocce

21
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
Q
ual è il segreto dei vini delle 120
aziende che,nei giorni del Vinitaly,
parteciperanno alla settima edi-
zione della manifestazione parallela
Vinnatur, organizzata nella settecentesca
Villa Favorita di Sarego (in provincia di
Vicenza) l´11 e il 12 aprile? Semplicemente
la natura, niente di più,
come spiega Angiolino
Maule, presidente dell’as-
sociazione Vinnatur.
"Il nostro obiettivo – dice
Maule - sono i vini del ter-
ritorio, l´enologia che pri-
vilegia zero uso di chimica
sia in campagna che in
cantina". Ad essere pre-
sentati saranno, dunque, i
vini di 120 aziende prove-
nienti da 8 diversi paesi
del mondo: accanto agli
80 produttori italiani, infatti, anche le eti-
chette di 40 cantine arrivate da Francia,
Austria, Slovenia, Stati Uniti, Spagna e
Grecia.
Non mancherà neppure una rappresen-
tanza siciliana, con le aziende agricole
Cornelissen Frank, La Moresca, Marco De
Bartoli e Porta del Vento. "Ci sono aziende
biologiche, emodinamiche e biodinami-
che - continua Angiolino Maule - e la rispo-
sta del pubblico è sempre crescente,
soprattutto nei giovani di età compresa tra
i 25 e i 35 anni".
Vinnatur punta, però, anche alla ricerca e
sperimentazione: "Con i soldi che guada-
gneremo - spiega il presiden-
te dell´associazione - in parte
faremo beneficenza, in parte
invece li destineremo alla
ricerca. Per ogni azienda che
partecipa, ad esempio, è pre-
vista un´analisi dei pesticidi
residui dei vini.Lo scorso
anno - sottolinea Maule - su
99 aziende partecipanti 9
erano un po’ inquinate e la
nostra regola è che chi sba-
glia due anni di seguito va
fuori dal nostro gruppo".
Natura e disciplina, dunque, per dei vini di
qualità che del rapporto con la scienza
vogliono fare il loro punto forte: "Nel 2010
- conclude il presidente di Vinnatur -, nove
aziende partiranno in via sperimentale
con un monitoraggio scientifico della qua-
lità delle fermentazioni spontanee".
P.Pi.
Nella settecentesca Villa Favorita di Sarego (in provincia di Vicenza) l´11 e il 12 aprile
la manifestazione parallela Vinnatur dedicata ai vini realizzati senza sostanze aggiuntive
Zero 
in chimica
Hanno aderito 
120 aziende che 
vendoono anche 
da Francia,
Austria, Slovenia,
Stati Uniti, Spagna
e Grecia. 
Presenti anche 
4 produttori 
siciliani
Un momento della vendemmia siciliana

22
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
U
n giovane imprenditore trenten-
ne diventa protagonista del pac-
kaging in legno in Sicilia. Si chia-
ma Antonio Schiavo, la sua azienda
Progetto Legno e si trova a Termini
Imerese.
Milleduecento metri quadrati di stabili-
mento con una produzione annua di 80
mila confezioni, numeri che attestano
un successo imprenditoriale che in
pochi anni ha tolto il monopolio del
packaging da sempre appannaggio
delle aziende del Nord.
Oggi di questa fornitura made in Sicily
ne usufruisce il gotha della viticoltura
siciliana come anche molte cantine
esordienti. “Il connubio vino-legno è
naturale,e nel mio caso si può dire, è
d’obbligo. Sempre più produttori scel-
gono questo tipo di packagnig, perché
dà il giusto valore aggiunto al proprio
vino. È un materiale naturale e soprat-
tutto proviene dalla stessa terra. Sicilia
nel contenuto e nel contenitore”, spiega
Schiavo. Nonostante il periodo di crisi
per la giovane azienda la crescita è
costante, tanto da consentirle di di
stare a testa alta tra molte analoghe
aziende del resto d’Italia, e l’imprendi-
tore spiega il motivo di tale successo:
“E’ stato un guadagno per le cantine
siciliane ritrovarsi un fornitore sul
luogo. Un abbattimento di costi a van-
taggio della qualità dei loro vini. Anche
se c’è crisi comunque gli ordini conti-
nuano ad aumentare, anche perché
diamo la possibilità di fare piccole tira-
ture”.
Un intuizione imprenditoriale premiata
anche dalle esportazioni. Infatti
Progetto Legno fornisce anche le regio-
ni al di là dello stretto, tra cui lo stesso
Piemonte, patria del confezionamento
in legno. Dietro a questo start up in
grande c’è però una solida tradizione di
famiglia. “Ho ereditato questa passione
da mio nonno che lavorava nel campo
del legno. L’azienda invece l’ho eredita-
ta da mio padre, dedita alla produzione
di imballaggi e pallet.Poi nel 2005 ho
deciso di dare questa ulteriore specia-
lizzazione”.
Per l’imprenditore trentenne adesso la
mission è quella di contribuire a far cre-
scere ancora di più il comparto vitivini-
colo, che necessita in loco anche di
aziende produttrici di altri componenti
del packaging, come le vetrerie:
“Mancano aziende che producono bot-
tiglie, sarebbe un punto di forza per
tutti, se si sviluppasse interamente la
filiera del packaging in Sicilia”.
M.L.
Antonio Schiavo, imprenditore trentenne, con la sua azienda
di Termini Imerese è il leader in Sicilia nel settore degli
imballaggi in legno. Ogni anno produce 80 mila confezioni
Dove ti metto la
bottiglia
L’imprenditore Antonio Schiavo
Le famiglie italiane in difficoltà, e ancora una volta sono costret-
te a stringere  la cinghia. La crisi economica, a leggere i dati dif-
fusi dall'Istat sulle vendite del commercio al dettaglio, non è
ancora alle spalle e si affronta riducendo gli acquisti, a partire da
quelli alimentari.
A gennaio - sottolinea l'Istituto di statistica - le vendite comples-
sive sono diminuite dello 0,5%,per i prodotti alimentari il calo è
ancora più forte con un -1% su dicembre (il dato peggiore da
aprile 2007) e un -3,3% su gennaio 2009,il dato tendenziale peg-
giore da marzo 2009, mese considerato di picco per la crisi. La
diminuzione degli acquisti alimentari non ha risparmiato nessu-
no con un calo tendenziale delle vendite della grande distribu-
zione del 3,5% e una diminuzione per i negozi più piccoli del
3,1%. Per il comparto non alimentare il calo complessivo delle
vendite è stato rispettivamente dello 0,3% su dicembre e del
2,3% su gennaio 2009 con una sofferenza maggiore per la gran-
de distribuzione (-2,9% a fronte del -2% delle imprese operanti
su piccole superfici).
Crisi, in calo gli acquisti alimentari
>>>

23
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
A
metà tra uno spettacolo
teatrale e un elogio del
gusto, ecco la serata di
gala, apertura della quaranta-
quattresima edizione del Vinitaly,
palco dello chef siciliano Filippo
La Mantia e, insieme a lui, di tutta
l’Isola a tre punte.
L’organizzazione del più grande
salone del gusto
enologico italiano
ha infatti scelto la
Trinacria (attraverso
l’Istituto regionale
della Vite e del Vino)
con i suoi sapori, i
suoi colori e i suoi
profumi, per aprire la
settimana veronese
dedicata ai vini del
Belpaese,e non solo.
“Quando mi hanno contattato –
racconta lo chef Filippo La Mantia
– ho detto loro che organizzare
questo evento era una cosa a cui
tenevo tantissimo e che per me è
un vero onore ricevere questo
compito arduo ma stimolante al
tempo stesso”. Così, a respirare
l’aria di Sicilia sono state le stanze
di Palazzo della Gran Guardia e i
330 invitati alla cena che si è svol-
ta mercoledì. “Ho pensato ad un
evento scoppiettante – aggiunge
lo chef – che non somigli affatto
alle tradizionali cene monotone e
con un’infinità di portate”.
Per lui, dunque, il restyling di una
sala di circa 900 metri quadrati
colorata di nero e di bordeaux
dove, dall’alto di un palcoscenico
lungo 7 metri e
creato per l’occa-
sione, sono arri-
vati i piatti realiz-
zati dal vivo da
offrire ai com-
mensali. “E’ un
esperimento che
ho portato in
giro per il
mondo, da New
York a Milano,un
progetto a cui lavoro da 5 anni e
che adesso desidero realizzare a
Verona – aggiunge Filippo La
Mantia –.Sono contento che la
Sicilia abbia deciso di appoggiar-
mi in questa avventura che vuole
andare un po’oltre gli schemi
ordinari”.La cena preceduta da un
aperitivo interamente giocato sul
moderno concetto di finger food:
“A base di caponata – spiega lo
chef –, ecco una mousse di
pomodoro e capperi, alla menta,
al limone, al finocchio. Ma anche
alla ricotta e cannella”. Durante la
cena, al bando i secondi piatti,
per privilegiare paste e cous
cous, oltre agli immancabili dolci
della tradizione isolana. “L’idea è
quella di una cucina estempora-
nea che si moduli sulla base dei
prodotti che trovo sul posto”, dice
La Mantia. Prodotti rigorosamen-
te made in Sicily e a presidio Slow
food: dalla lenticchia di Ustica al
cappero di Pantelleria, dall’olio
della Valle del Belice alle fave lar-
ghe di Leonforte. Chicca della
serata di apertura della quaranta-
quattresima edizione del Vinitaly,
la volontà dello chef palermitano
di coinvolgere la gente durante la
preparazione dei piatti: “E’ bello
personalizzarli – conclude –, sia
accontentando i loro gusti che
chiedendo loro di cucinare insie-
me a me davanti a tutti i presenti
in sala”.
E il ruolo della Sicilia nella cena di
apertura della manifestazione
enologica riempie di orgoglio
Leonardo Agueci,presidente
dell’Istituto regionale della Vite e
del vino:“Alla Sicilia quest’anno è
stato offerto il grande onore di
organizzare la serata inaugurale
di gala – dichiara – e per noi è
un’occasione importante. Offrire
il meglio di quello che la nostra
terra ci offre è una grande chance
per far sapere che patrimonio
possiede la Sicilia”.
Paola Pizzo   
Al Palazzo della Gran Guardia la cena d’apertura del Vinitaly firmata Filippo La Mantia.
Lo chef siciliano ha messo in mostra i sapori dell’Isola coinvolgendo gli oltre 300 invitati
Lo chef Filippo La Mantia
Alla serata di gala Sicilia
ospite d’onore
“Ho pensato 
ad un evento 
scoppiettante 
diverso dalle 
tradizionali 
cene monotone 
e con un’infinità 
di portate”

24
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
D
a un minimo di 25 mila
euro a un massimo di 100
mila euro ad ettaro. Sono
questi i prezzi dei vigneti in
Sicilia, prezzi che variano da
Oriente a Occidente in relazione
a molti parametri. A farli crescere
la presenza di acqua, di fabbricati
o la vicinanza ai centri abitati. Ma
in ogni caso, a parte piccole ecce-
zioni, questo sembra il momento
giusto per acquistare. “Ci trovia-
mo in un momento di mercato in
cui la crisi in agricoltura è fortissi-
ma”, spiega Tonino Guzzo, enolo-
go di molte cantine nell’Isola, “si
assiste ad una perdita di valore di
tutto il sistema e, dunque, anche
del vigneto”.
In generale i prezzi sono scesi da
20 al 30% negli ultimi anni.Ma
vediamoli in dettaglio.
Nel Trapanese possiamo partire
da 30 mila euro per arrivare a 70
mila, compresi i diritti di reim-
pianto. “Ciò ovviamente dipende
dal tipo di terreno”, spiega Renato
de Bartoli dell’azienda Tagliavia
di Marsala, “ma se si considera
che il prezzo di un seminativo si
aggira intorno ai 10-15 mila euro
la differenza è significativa”.
Per un ettaro di vigneto non si
superano i 45 mila euro
nell’Agrigentino. “Si parte da un
minimo di 30-35 mila euro anche
se nella zona le transazioni sono
ridotte al minimo”, spiega
Salvatore Li Petri, direttore della
Settesoli,“in questo momento chi
ha un vigneto lo sta coltivando,
non lo vende”.
I prezzi scendono a 25 mila euro
compresi i diritti di reimpianto
nel Palermitano. “I soli diritti si
aggirano intorno ai 3 mila euro”,
spiega Nino Alessandro, di
Camporeale, “un terreno senza
vigna può costare anche 15 mila
euro”.
Proseguiamo il nostro viaggio tra
i vigneti di Sicilia spostandoci a
Oriente.
Qui ci troviamo di fronte a situa-
zioni di nicchia, come quella della
Doc Faro o della Doc Etna.
“Stiamo parlando di una Doc la
cui superficie è limitata a 20 etta-
ri”, spiega Enza La Fauci,“inoltre la
zona negli ultimi anni ha assistito
ad un risveglio incredibile e ad
un incremento del valore dei ter-
reni che è sicuramente fuori mer-
cato, difficile da determinare, cer-
tamente però in controtendenza
rispetto alla situazione generale”.
Passando ai vigneti del Vulcano i
prezzi passano dai 30 ai 50 mila
euro, con costi di diritti di reim-
pianto che si aggirano intorno ai
5-6 mila euro.
“Spesso parliamo di terreni in cui
insistono fabbricati rurali e diffi-
cilmente, anche senza vigna, si
scende sotto i 20 mila euro”, spie-
ga l’enologo Salvo Foti, che pro-
prio sull’Etna ha la sua azienda I
Vigneri.
A fare la differenza, secondo
Massimo Padova dell’azienda
Riofavara di Ispica è anche il siste-
ma di allevamento. “Nella nostra
zona i prezzi passano da 45 mila
euro per un vigneto ad alberello
a 65 per la spalliera”, spiega,“men-
tre per un seminativo scendiamo
a 20-24 mila euro”.
A registrare i prezzi più alti in
assoluto sembra essere l’Isola di
Pantelleria, dove si può arrivare
anche a 100 mila euro ad ettaro.
“In generale qui i vigneti costano
esattamente il doppio rispetto al
resto della Sicilia”, spiega
Salvatore Ferrandes,“o si fa l’affa-
re o l’asta,ma di certo non si parla
di mercato agricolo bensì turisti-
co”. “Il prezzo sale anche perché
c’è una elevata frammentazione”,
spiega l’enologo Nicola
Centonze, consulente di
Abraxas,“inoltre i panteschi sono
molto ricchi, anche grazie all’arri-
vo dei Vip che hanno strapagato
terreni e case, e non hanno biso-
gno di svendere i propri fondi per
avere liquidità immediata”.
Annalisa Ricciardi
Da un minimo di 25 mila euro a un massimo di 100 mila ad ettaro: ecco i prezzi 
dei terreni in Sicilia. I più cari a Pantelleria. Ma negli ultimi anni le cifre sono calate
Vigneto, quanto 
mi costi?
>>>
“Questo Etna è musica”
Mick Hucknall, voce storica del gruppo inglese dei Simply Red, produce da 10 anni vini sul vulcano nel suo vigneto
di cinque ettari. “Sono innamorato di questa terra, ma i vini devono rispecchiare di più i territori siciliani”
Tra un concerto e un'esibizione
trova anche il tempo per produr-
re del vino,del buon vino sicilia-
no.
Mick Hucknall, voce storica del
gruppo inglese dei Simply Red,
ha scovato la sua isola di Paradiso
nelle pendici dell'Etna, in una
cantina-palmento del 1760 adibi-
ta a museo vitivinicolo e sala
degustazione nella zona di
Sant'Alfio e in un vigneto di circa
5 ettari che si trova ad Alberello.
Novemila viti per ettaro, con una
selezione di vitigni autoctoni
etnei (nerello mascalese, nerello
cappuccio, carricante, minnella e
grecanico) perfetti per la produ-
zione dell'Etna Doc, ma anche
venticinquemila bottiglie annue
confezionate.
Sono questi i numeri della sua
tenuta, dalla quale provengono
l'Etna rosso, estratto dalla vigna
ultra centenaria di Castiglione di
Sicilia, e l'Etna bianco che ha ori-
gine a Sant'Alfio.
Cronache di Gusto ha intervistato
Mick Hucknall, per parlare della
Sicilia e della sua enologia con un
produttore che ha prestato il suo
estro anche alla musica.
Dopo 10 anni dal tuo investi-
mento in Sicilia, sei ancora con-
tento?
“Più che contento io direi che
sono ancora innamorato
dell'Etna, dei miei vini e delle mie
bellissime vigne ad alberello”.
Cosa pensi del vino siciliano in
genere?
“In Sicilia ho avuto modo di
assaggiare tanti bei vini, ma solo
pochi vini buoni veramente sici-
liani”.
Quando bevi il tuo vino?
“Nei momenti importanti, quan-
do devo condividere un piacere o
una ricorrenza con i miei collabo-
ratori o i miei amici.
Alcune volte quando sono solo e
desidero essere sull'Etna”.
Nel Regno Unito come hanno
accolto la notizia che sei un
produttore di vino?
“Direi senza tanto clamore, per-
chè ho cercato sempre di comu-
nicare questa mia passione, que-
sto mio hobby, nell'assoluta nor-
malità: un'attività mia privata e
non legata al mio lavoro di musi-
cista”.
Ci puoi suggerire uno slogan
per promuovere la Sicilia o
l'Etna del vino?
“Di fare dei vini veramente e cul-
turalmente siciliani!”
Cosa ne pensi della cucina sici-
liana?
“Dico spesso che la cucina fran-
cese, che amo molto, è la cucina
della domenica, mentre la cuci-
na quotidiana è quella sicilia-
na!”
P.Pi.
Mick  Hucknall, il leader dei Simply Red che produce vino sull’Etna
Un vigneto in una campagna sicilianaUn vigneto in una campagna siciliana

25
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
S
e si guarda il passato si vedono 500
bottai che, in giro per la Sicilia, realizza-
no le “culle” per il vino. Cinquecento
artigiani impegnati in un’arte antica, quella
di conservare, far invecchiare, migliorare con
gli anni il vino.
Oggi a mandare avanti una tradizione è sol-
tanto Girolamo Li Causi, l’ultimo bottaio sici-
liano. Un passato da dirigente della Regione
e un futuro da bottaio a Marsala, dove vie e
lavora ancora, un futuro scritto nel Dna. Li
Causi, infatti, ha ereditato il testimone delle
cinque generazioni di mastri bottai che lo
hanno preceduto.
“A metà degli anni Novanta mio padre
Giuseppe decise di fermarsi – racconta Lo
Causi – prima di andare in pensione, però,
decise di fare un giro in Europa e negli Stati
Uniti, si rese conto che il mercato delle botti
andava ancora avanti, che c’era tanto da fare.
Mi disse come stavano le cose, ci pensai un
po’ e poi decisi di lasciare il mio lavoro alla
Regione e lanciarmi nell’attività di famiglia”.
Nella famiglia Li Causi si parla di botti dai
primi decenni dell'800 e nel 1925 mastro
Francesco fondò la ditta di Li Causi,portando
avanti l'arte di famiglia. Nel laboratorio della
ditta nasce mastro Giuseppe che muove i
primi passi tra cerchi e arnesi.
L'apprendistato di Giuseppe viene diretto
dal padre, che lo obbligava a rifare la stessa
botte non appena il ragazzo terminava di
costruirla fino al raggiungimento della perfe-
zione. Da qui il motto dei Li Causi: due secoli
di esperienza in ogni botte.
I numeri della Marsalbotti sono di tutto
rispetto, ogni anno vengono prodotte dieci-
mila botti in castagno, duemila fra barrique e
tonneaux, 150 grandi botti da venti a cento
ettolitri. “Eppure molti imprenditori siciliani
del vino – dice con un filo di amarezza
Girolamo Li Causi – preferiscono andare
all’estero a comprare le loro botti. Abbiamo
lo stesso rovere francese, la stessa tecnolo-
gia, la stessa affidabilità, siamo la terza azien-
da d’Italia, la prima da Roma in giù. Eppure
continuiamo a vendere più all’estero e oltre
lo stretto che in Sicilia. Sono d’accordo con
chi ci giudicaz malati di esterofilia”.
Un passato da grandi, un presente da artigia-
ni d’esperienza, e il futuro? “Non lo vedo
male. In fondo finché ci sarà vino serviranno
anche le botti”dice l’ultimo bottaio, che ha
un sogno nel cassetto: "Ritornare a produrre
botti per la cantina Florio. Un'azienda impor-
tante per la storia del vino in Sicilia, per me e
la mia famiglia".
Marco Volpe
L’esperienza di Girolamo Li Causi, un passato da dirigente della
Regione, ora ha preso in mano le redini dell’azienda di famiglia, 
a Marsala. “Finché ci sarà vino serviranno anche i contenitori”
L’ultimo bottaio: 
ecco la mia Sicilia
Vino rosso e attività fisica 
il segreto dei super centenari
Per i super centenari, che hanno
superato i centodieci anni, l'attivi-
tà fisica e un'alimentazione ricca
di antiossidanti, tra cui anche un
buon bicchiere di vino rosso,sono
la chiave per mantenersi sani e
attivi il più a lungo possibile. Lo
assicura Mariano Mala-
guarnera, del Dipartimento di
Medicina  interna dell’università
degli studi di Catania, che ha lavo-
rato a lungo con i pazienti cente-
nari.
Uno studio: sì a uno o due 
bicchieri di vino durante i pasti
Bere alcolici senza eccessi, rivela
uno studio italiano che ha guada-
gnato le pagine del 'Journal of the
American College of Cardiology',
fa bene al cuore, anche se si tratta
di un cuore malconcio. Lo studio
condotto dai laboratori di ricerca
dell'università Cattolica di
Campobasso rivela che uno o due
bicchieri di vino al giorno,o l'equi-
valente in birra o altre bevande
alcoliche, riducono il rischio di
morte per qualsiasi causa.
Mediobanca: il vino in Borsa 
ha raddopiato il capitale
In dieci anni, investire nelle socie-
tà del settore vinicolo quotate in
Borsa ha portato quasi a raddop-
piare il capitale contro un mode-
sto +5% della media dei listini
internazionali. Si tratta di uno dei
dati più significativi dell'Indagine
sul settore vinicolo pubblicata
dall'Ufficio studi di Mediobanca.
Gocce
Girolamo Li Causi, l’ultimo bottaio siciliano

26
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
R
appresenta un nome
importante, un´idea
importante: quella di Slow
Food. Un´idea, un concetto, il
"buono, pulito e giusto", che
applica al vino e alla guida al
"Vino quotidiano", curata con
Fabio Giavedoni. Ed è così che
Giancarlo Gariglio "legge" anche
il mondo del vino siciliano.
Gariglio, come viene percepita
la realtà del vino siciliano da
chi vive oltre lo Stretto? 
"Non è più una novità parlare
dell´alta qualità dei prodotti pro-
venienti dalla Sicilia. Negli ultimi
dieci anni questo vino è diventa-
to di moda.Soprattutto il Nero
d´Avola. Ma, essendo un com-
plesso variegato, ci sono zone più
conosciute e altre più di moda,
l´ultima delle quali è l´Etna".
Ma è soltanto una moda?
"Non nel senso di moda-commer-
ciale, ma come prodotto di cui
tutti parlano.Dietro la produzione
dell´Etna c´è una realtà importan-
te.Non so quanto ancora sia per-
cepita dai consumatori, piuttosto
che da esperti e giornalisti, ma
posso dire che sicuramente cre-
scerà, d´altra parte anche i `pro-
duttori dei grandi numeri´ stanno
investendo da quelle parti, que-
sto non va tralasciato".
Faceva riferimento al Nero
d´Avola, è stata un´occasione
persa?
"Credo di no, quello della svendi-
ta di alcune produzioni autocto-
ne molto diffuse è un fenomeno
comune a molte delle denomina-
zioni più importanti. Quando 
c´è il business spesso avvengono
cose di questo genere. Un fatto
legato anche al fatto che le azien-
de agricole magari non riescono
a vendere tutto il vino,da qui i
bassi costi".
Se un produttore siciliano le
chiedesse un consiglio,lei cosa
gli direbbe?
"Come Slow Food tendenzial-
mente cercherei di non dar consi-
gli. Però credo che il vino siciliano
abbia bisogno di essere cono-
sciuto attraverso le sue diversità.
E serve anche diversificazione
nella comunicazione. Allo stesso 
tempo bisognerebbe investire
sui vitigni autoctoni, cercando di
personalizzare la produzione dei
vitigni internazionali, senza stan-
dardizzare le produzioni".
Cosa ne pensa del dibattito
sulla Doc Sicilia?
"A mio avviso le Doc regionali
funzionano bene nelle piccole
realtà,vedi Val d´Aosta e Trentino,
male in quelle più grandi, come
avviene in Piemonte".
Cosa c´è nel futuro del vino sici-
liano?
"È un territorio interessante,
superata la crisi ha tutte le carte
in regola per potersi riprendere e
rimettersi in piedi".
Cosa va fatto per superare la
crisi?
"Uno dei punti fondamentali è
quello di recuperare il consumo
quotidiano, lasciando stare i vini
commerciali che magari costano
quanto quelli di piccoli produtto-
ri che mettono sul mercato chic-
che molto interessanti".
Qual è il vino che preferisce?
"Quello che esprime bene il terri-
torio e il vitigno, regalando gran-
di emozioni".Marco Volpe
Il curatore della guida Slow Food, Giancarlo Gariglio: "Ai produttori dico: il vino 
siciliano ha bisogno di essere comunicato attraverso le sue diversità"
“Vino vuol dire 
territorio”
Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slow Food

27
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
S
e nell’800 l’essenza del viaggio era
l’esplorazione, oggi è il gusto, soprat-
tutto in Sicilia. Qui sapori e territori si
offrono come nuovi itinerari al gastronauta
venuto per scoprire il patrimonio dell’Isola,
così come natura e architetture accolsero ai
tempi i grandi viaggiatori come Goethe.
Sono le tappe dell’associazione le Soste di
Ulisse, percorsi portatori di un nuovo modo
di viaggiare: divertirsi attraverso il gusto.
Nata nel 2002 con un progetto di valorizza-
zione alternativo dell’Isola, oggi l’associazio-
ne coinvolge ben venti ristoranti, quindici
alberghi e una delle pietre miliari della tradi-
zione dolciaria siciliana, la Pasticceria
Bonajuto di Modica. Sono i luoghi che
meglio raccontano e rappresentano le diver-
se aree della Sicilia, di cui proprio il gusto ne
è il
file rouge.Pubblicata ogni anno in 60.000
copie reperibili all’interno del
circuito, è diventata in pochi
anni un vademecum da por-
tarsi sempre con sé nell’esplo-
razione. “Quando ci siamo
associati volevamo promuo-
vere il volto gastronomico
dell’Isola, selezionando solo
quei ristoratori che meglio
rappresentavano l’eccellenza
di tutto il territorio – dice Pino La Rosa,
patron de La Locanda di Don Serafino a
Ragusa e segretario dell’associazione -.
Abbiamo puntato i riflettori sul meglio della
produzione dell’Isola, da quella vinicola a
quella casearia.Condizione sine qua non di
una cucina a chilometro zero e di alta qualità”.
Una nuova chiave di viaggio che ha trovato
subito il consenso del turista tanto da porta-
re l’associazione ad inserire nel progetto
anche le strutture ricettive.“La selezione dei
soci avviene seguendo una procedura ben
definita.Abbiamo uno statuto che prevede
dei requisiti e standard qualitativi ben preci-
si - spiega La Rosa -. Si procede con un’ispe-
zione nell’anonimato, condotta da commis-
sari nominati dall’associazione e che sono
ristoratori e chef. Si verificano se vi sono le
condizioni rispondenti ai nostri parametri, e
cioè la predisposizione a
parlare di Sicilia”. Modus
operandi che rappresenta il
brand di Soste di Ulisse.“Per
noi Soste di Ulisse è un mar-
chio che deve fare sistema
per far parlare di Sicilia nel
mondo. Per questo siamo
severi nella selezione dei
soci. Il nostro è un grande
contenitore di qualità, una garanzia per il
turista”. Se da un lato è nata per far vivere al
turista la Sicilia come avveniva nei gran tour
dell’800, dall’altro soste di Ulisse ha fatto fare
anche un passo avanti all’imprenditoria turi-
stica.“Per noi significa l’antitesi dell’indivi-
dualismo siciliano”, dice La Rosa. Ad avere per
primi scoperto questo nuovo modo di assa-
porare la Sicilia sarebbero stati proprio i sici-
liani. Obiettivo dell’associazione è raggiun-
gere da qui a tre anni i cinquemila soci in
tutto il mondo, ai quali presto sarà dedicato
un nuovo strumento, la fidelity card. Una
carta spedita direttamente a casa che con-
sente sconti ed agevolazioni nel circuito.
Manuela Laiacona
Ecco Le Soste di Ulisse, associazione che racconta la Sicilia attraverso la
gastronomia. Ne fanno parte 20 ristoranti, 15 alberghi e una pasticceria
Il segretario dell’associazione Giuseppe La Rosa
La Rosa, patron della
Locanda di Don Serafino
di Ragusa e segretario 
dell’associazione: 
“Il nostro obiettivo è 
essere una garanzia 
per il turista”
Quando il viaggio
vuol dire gusto
Confagricoltura: necessarie 
misure straordinarie dall’Ue
"Le misure straordinarie Ue sono
necessarie e dovranno coinvolge-
re numerose filiere italiane in
grande sofferenza, dal vino al
latte, dai cereali all'olio". Lo ha
detto il presidente di
Confagricoltura, Federico
Vecchioni, commentando la pre-
disposizione di un pacchetto di
misure immediate dall’Ue in favo-
re del settore agricolo. "Purtroppo
le regioni italiane - ha aggiunto
Vecchioni - rischiano di perdere
1,3 miliardi di euro di risorse non
spese nei Piani di sviluppo rurale:
risorse che devono essere ricana-
lizzate in favore della tenuta delle
imprese agricole in questo diffici-
lissimo momento”.
Sicilia, più controlli sugli alimenti
per la sicurezza
Più controlli sugli alimenti per
garantire la sicurezza dei cittadini.È
quanto previsto dal "Piano
regionale di controllo ufficiale sulla
presenza di residui di fitosanitari
nei prodotti alimentari per il trien-
nio 2010 - 2012", elaborato dall'as-
sessorato alla Salute della Regione
Siciliana.I fitosanitari sono prodotti
che vengono utilizzati in agricoltu-
ra per difendere le piante coltivate
da attacchi parassitari e per elimi-
nare le piante spontanee che
andrebbero a danneggiare le spe-
cie coltivate e il piano di controllo
mira a "programmare e coordinare,
nella Regione Siciliana, le attività
mirate alla verifica della presenza
di residui".
Gocce

28
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
N
ato in Val d’Aosta, gira
l’Italia in lungo e in largo,
ma scommette sull’Etna.
Federico Curtaz, agronomo, pro-
prietario assieme a Silvia
Maestrelli di Tenuta di Fessina,
quindici anni trascorsi in Gaja,poi
una società di consulenza, oggi
lavora in proprio girando per i
suoli di tutta l’Italia e contribuen-
do alla nascita di grandi vini.
Sarebbe forse più facile elencare
le regioni dove non lavora, visto
che quelle in cui presta consulen-
za: sono 12 per un totale di circa
trentatré aziende. Eppure tra tutti
i territori, è la Sicilia ad attrarlo, in
particolare l’Etna dove ha acqui-
stato alcuni ettari e dove da alcu-
ni anni è patron di Tenuta di
Fessina.
“Il lavoro mi ha dato la fortuna di
dover viaggiare molto,ma in ogni
luogo io respiro un’aria diversa,
emozioni differenti” spiega
Curtaz. Gli abbiamo chiesto di
raccontarcela quest’Italia del
vino,tra vizi e virtù,tra grandi
aspettative e cultura millenaria.E’
così che nasce una mappa
dell’Italia che narra se stessa
attraverso il vino di ogni regione.
Il Piemonte, la scuola
“E’lì che ho imparato tutto di
questo mestiere, ed è sicuramen-
te la regione che conosco meglio
in termini di suolo, perché ho
lavorato in tutte le zone.I vini pie-
montesi sono un gesto di serietà,
austeri, seri ed educati, sanno
mantenersi a lungo e non delu-
dono mai”.
L’Alto Adige, terra di sfide
“E’ la forza di aver conquistato la
montagna, l’ostinazione contadi-
na che strappa alla natura un
immenso tesoro. I vini di quella
terra sono longevi ed eleganti,
ma sono il risultato di anni di
sfide, sfide tra l’uomo e la natura”.
Il Veneto, la semplicità
“Credo che il Veneto abbia avuto
il grande merito di non contrad-
dirsi mai. I vini sono semplici,
lineari e piacevolissimi, La loro
bevibilità ne è una dimostrazio-
ne. Sia il Soave, che la Valpolicella
sono zone dove le cose si fanno
per bene, e come tutte le cose
fatte bene, hanno successo. La
semplicità è la chiave interpreta-
tiva dei vini veneti”.
La Liguria, terra di confine
“Non è altro che una lingua di
terra, un nastro adesivo che uni-
sce mare e monti.Ha dei suoli
meravigliosi,varietà autoctone
eccellenti e vini fini ed eleganti.
Ha un solo difetto, è una terra
pigra,pigra come la Maccaja, il
vento caldo che spira in quelle
zone. Lavorare la terra è un
mestiere dove non può esistere
la pigrizia.Ad ogni modo ha
grandi potenzialità”.
L’Emilia Romagna,il vino popo-
lare
“Qui si produce soprattutto
Sangiovese, il vino della gente,
del popolo, quello che si beve
quando ci si diverte. E’ questo il
loro punto di forza reale,anche se
ancora non l’hanno capito.
Avranno successo se sapranno
giocare questa carta”.
Toscana, la bellezza persa negli
specchi
“Una regione splendida, che pro-
duce vini interessantissimi ma
che è un po’ troppo innamorata
di se stessa per confrontarsi con
altri territori. Ha costruito il suo
successo sull’immagine ed oggi
si è persa guardandosi allo spec-
chio. Pecca insomma di narcisi-
smo,ma potrebbe crescere molto
di più, soprattutto se i produttori
la gestissero meglio”.
Le Marche, lo show dei bianchi
di domani
“E’ la terra del più grande vitigno
bianco, il Verdicchio, ecco perchè
dico che il grande futuro del
bianco italiano è qui. Soprattutto
Matelica, è una terra di vini
importanti, longevi e che non
hanno paura di invecchiare”.
Umbria, il cuore
“Ha un enorme potenziale. Sono
piccole gocce di vino stillate da
un cuore pulsante. Orvieto ed in
generale tutta la zona nord a
confine con la Toscana è un terri-
torio che ci riserverà piccole
grandi sorprese”.
Il Lazio,terra di ricostruzioni
“Se pensiamo che il Lazio è uno
dei primi luoghi dove i romani
hanno piantato la vigna,dovrem-
mo solo pensare a ricostruire len-
tamente la qualità di quei vini. E’
necessario risalire riacquistando
il potenziale che abbiamo perdu-
to. La zona dei colli può dare
molto in futuro”.
La Puglia, il mistero
“E’ una regione in fieri, un tram-
polino che non è stato ancora
sfruttato. La Puglia è la terra del
mistero, non ne è stato rivelato il
potenziale. Tra l’altro, si vive
molto bene da quelle parti”.
La Campania, la ricchezza da
svelare
“I suoli campani, sono certamen-
te la miniera per il futuro del vino
italiano. Ho ragione a dire questo,
perchè la genetica e la moltitudi-
ne di vitigni che possiede la
Campania è davvero una ricchez-
za.Posso dire con certezza che ha
tutte le carte per produrre grandi
vini e forse ha anche in mano il
futuro del vino italiano”.
Ed infine la Sicilia, il fascino
“Non posso spendere due parole
per spiegare la Sicilia perchè è
una terra speciale.Il mio rapporto
con questa regione è cambiato
nel tempo e oggi posso dire di
non venire qui solo per il vino,
sarebbe riduttivo. La Sicilia è
molto di più, è un luogo in cui la
natura si avverte molto, esatta-
mente come nei paesi dell’emi-
sfero australe. La luce e la qualità
del terreno sono superiori. Qui si
avverte una forza primordiale
che ti attira a sé, ed è per questo
che è stata terra di conquiste e di
stratificazioni di civiltà. La Sicilia è
il fascino a cui non resisto.E’la
profondità e la diversità sul volto
di chi vi è nato, è qualcosa di
superiore. Inoltre, è un continen-
te a sè, perchè c’è molto differen-
za tra un suolo ed un altro.
Ecco spiegato come mai ho inve-
stito in prima persona sull’Etna,
perchè credo molto nel successo
di questa terra”. Alla fine di questa
carrellata, sorge spontanea la
curiosità di sapere dove vivrebbe
Federico Curtaz, tra tutte le regio-
ni del vino italiano. E’ proprio lui
allora a rivelarci “Vivrei per pro-
fessione a Bordeaux, per passio-
ne in Campania, ma la verità è
che mi piacerebbe accompagna-
re i turisti del vino in giro per
l’Italia per trasmettere loro il
fascino di ogni tipicità”. Insomma
in nessun posto e ovunque.
Laura Di Trapani
Agronomo, nato in Val d’Aosta, ma oggi al lavoro in dodici regioni della Penisola 
“La Sicilia? Una terra piena di fascino. Ho investito sull’Etna perché credo nel suo successo”
Il giro d’Italia
di Curtaz
L’agronomo valdostano Federico Curtaz

29
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
A
coniugare tradizione ed
innovazione è il nuovo
obiettivo delle Strade del
Vino e dei Sapori della Sicilia.
Nate per affermare e far conosce-
re l’identità storica, culturale,
ambientale e gastronomica e per
promuovere le produzioni vitivi-
nicole e le attività agroalimentari,
le specialità enogastronomiche e
le produzioni dell’economia eco-
compatibile, ma anche le attratti-
ve naturalistiche, storiche, cultu-
rali e ambientali presenti sul terri-
torio siciliano, da anni sono metà
di numerosi turisti, esperti del
settore enogastronomico o sem-
plicemente curiosi e avventurieri
alla ricerca di gusti genuini e
mete inesplorate.
Ed è proprio a loro che è dedica-
to il nuovo progetto di inseri-
mento delle strade tra gli itinera-
ri Gps, una mappa interattiva da
poter portare in auto e consulta-
re in ogni momento, che indiche-
rà i sentieri e le vie che porteran-
no al gusto.
Un progetto già in itinere che
come annuncia Angela Salvo,
direttore della Strada del Vino e
dei Sapori dei Castelli Nisseni e
Federazione delle Strade del Vino
e dei Sapori di Sicilia, “porterà
finalmente le strade siciliane al
passo di quelle del Nord, offren-
do una proposta più vasta e a
portata di mano, un tom tom
degli itinerari per rilanciare il turi-
smo dell’Isola”. Inoltre saranno
installati dei totem  in corrispon-
denza dei centri d’accoglienza
turistici dove sarà possibile poter
aggiornare il proprio Gps con le
nuove informazioni.
Ma non finiscono qua le novità,
infatti saranno presentati anche
dei pacchetti con delle caratteri-
stiche del tutto nuove, spiega
sempre Angela Salvo:“Noi abbia-
mo elaborato dei menu a km 0
rigorosamente stagionali e con il
supporto di un sommelier giudi-
ce internazionale. Cibo, vino, cul-
tura e tradizioni in un tutt'uno
offerto a viaggiatori esigenti ma
che, trattandosi di un turismo
medio-alto,sono capaci di porta-
re ricchezza alla nostra Terra”.E
sottolinea: “Per queste ragioni
abbiamo deciso insieme con la
Strada del Vino del Val di Noto,
che si estende lungo le località
del famoso barocco siciliano, di
essere presenti non soltanto ai
workshop ma anche con uno
stand, affiancando così località
note ad altre da scoprire, in un’of-
ferta completa e variegata. Ci
attendiamo adesso non solo una
risposta positiva da parte dei
Tour Operators, ma anche da
parte delle istituzioni affinché
possano darci il necessario sup-
porto per contribuire alla crescita
della Sicilia come meta del turi-
smo di qualità”.
Aurora Pullara
Tradizione e innovazione nel segno del territorio e dei prodotti enologici. Il progetto
già avviato nella zona dei Castelli Nisseni. Angela Salvo: “Una proposta per chi ama
la Sicilia, ecco un tom tom dei percorsi per rilanciare il turismo”
Strade del vino, itinerari 
a prova di Gps
>>>
Gemellaggio tra
Val di Mazara 
e Riva del Garda
Dal nord al sud un solo comu-
ne denominatore: il turismo
enogastronomico. Da Riva del
Garda alle spiagge mazaresi
per una corrispondenza di
gusti e prodotti tipici. E’ il
nuovo progetto di gemellag-
gio turistico tra le Strade del
vino e dei Sapori Val di
Mazzara e quelle trentine, in
particolare Riva del Garda.
Uno scambio di profumi,
odori, sapori e tradizioni eno-
grastronomiche tra loro molto
distanti,non solo geografica-
mente. Due terre con impor-
tanti terroir enologici saranno
protagoniste di un gemellag-
gio gustativo che cercherà di
conciliare le delizia del palato
alla cultura, storia e le nume-
rose attrattive turistiche del
territorio.“Cercheremo di offri-
re al turista – spiega Salvatore
Ajello, presidente delle Strade
del vino e dei Sapori Val di
Mazzara – un territorio che
possa offrire non solo attratti-
ve enogastronomiche, verso
una direzione che porta al set-
tore vinicolo e oleario,ma
anche verso le tradizioni e l’ar-
tigianato della nostra terra,
come le ceramiche,o un sog-
giorno che possa coccolare il
nostro ospite, in strutture
benessere e resort”.
Perché è importante puntare
sulla qualità piuttosto che la
quantità per poter rilanciare
l’immagine della Sicilia, e dei
suoi prodotti,come il vino, che
in questo momento di crisi
generale, è stato un po’ offu-
scato.“Per poter rimanere ben
saldi sul mercato e nell’univer-
so vitivinicolo bisogna punta-
re su una produzione di quali-
tà piuttosto che ai numeri –
sottolinea sempre Ajello – le
aziende che rappresentano
l’immagine della Sicilia nel
mondo, se è necessario, devo-
no avere il coraggio di ridurre
la produzione a favore di una
qualità di livello medio alta, a
differenza di tante cantine che
a prezzi veramente bassi pro-
ducono quantità maggiori ma
di qualità molto discutibile”;
ed è anche per questa ricerca
di prodotti originali e genuini
che nell’ultimo periodo si è
visto un forte incremento del
turismo enogastronomico
individuale proveniente dal
resto d’Italia.
Au.P.
La mappa interattiva da portare in auto 
e consultare in ogni momento, che indicherà i 
sentieri e le vie che portano al gusto siciliano
Angela Salvo, direttore della Strada del Vino dei Castelli Nisseni

30
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
T
ra tutti i vitigni rossi del mondo è
ritenuto il più nobile, sensuale ed
elegante, ed anche il più difficile.
Per il produttore è una vera croce, indo-
mabile, per il consumatore un ginepra-
io sia sotto il profilo della
degustazione sia sotto il
profilo del prezzo. Dai
pochi euro della
California e del Sud-
Africa si può passare alle
centinaia, se non miglia-
ia, della Borgogna, sua
antica zona di origine. Tra
tutti, basta ricordare
Romanée-Conti, Gevrey-Chambertin,
Richebourg.
Il pinot noir è di casa anche nella
Champagne, soprattutto a Reims, dalla
quale nascono emozionanti Blanc de
Noir. In Italia, esigendo comunque il
vitigno un clima duro, il Blauburgunder
ha trovato buona dimora in Alto Adige
(qui è chiamato così) con risultati sod-
disfacenti, anche se non infrequente-
mente criticati.
Insomma con pinot nero non si scherza
e forse proprio per questo, nell’immagi-
nario del produttore ambizioso, costi-
tuisce un richiamo irresistibile, una
sfida da cogliere per dimostrare che il
proprio suolo o microclima, o terroir in
generale, è senza eguali.
Parlare di pinot nero sull’Etna, mettia-
mo da parte la premessa e andiamo al
punto, colpisce non poco. Come reagirà
il vitigno alla montagna, alle diverse e
notevoli altitudini, alle ceneri, alle sab-
bie nere, agli infiniti strati diversi di
lava ed alle escursioni di temperature a
due cifre? Un passo mai compiuto da
alcuno.
Duca di Salaparuta ci
prova a Vajasindi su una
vecchia idea di Giacomo
Tachis. La tenuta, nella
frazione di Passopisciaro
presso Castiglione di
Sicilia (versante nord), si
estende su 8,30 ettari e
due terrazzamenti, il
primo a quota a 700 mt.,
il secondo a 650 mt. Il suolo, dal colore
bruno scuro, è leggero e ricco di schele-
tro, pietra pomice, sali minerali. Le
escursioni termiche arrivano a superare
i 22°C. All’acquisto, avvenuto nel 2002, è
seguito a distanza di un anno l’impian-
to della vigna con una densità di 5.500
ceppi per ettaro e con una produzione
media
calcolata sulle ultime tre vendemmie di
circa 1,0-1,2 kg per pianta. Le operazio-
ni di vinificazione avvengono quasi
totalmente in modo manuale, a partire
dalla vendemmia. Dopo una lieve
macerazione a freddo, il mosto fermen-
ta ad una temperatura tra i 26 ed i 27°C.
Segue la seconda fermentazione (malo-
lattica) in modo naturale. A fermenta-
zione completata il vino affina in legno
piccolo di 3° e 4° passaggio per un anno
circa. Prima annata imbottigliata il
2007, per un totale di 4.000 bottiglie
che approderanno sul mercato nel
maggio del 2010. Prezzo allo scaffale:
25 euro circa.
Il vino si presenta di colore rosso rubino
vivo. Il naso non è deciso, ma piacevol-
mente fragrante e fruttato. Ribes, lam-
poni, mora, ciliegia, cenni frutta scirop-
pata. Terziari in evoluzione. In bocca
predominano le sensazioni sapide e di
rotondità. Col passare del tempo dal
bicchiere si accentuano le sensazioni
odorose. Buone le probabilità di lungo
invecchiamento: il tempo tra l’altro
svolgerà un ruolo fondamentale met-
tendo in evidenza luci e smussando spi-
goli. Un vino da provare e riprovare tra
qualche anno.
Francesco Pensovecchio
Duca di Salaparuta tenta la strada del pinot nero sull’Etna, con il Nawari 2007 
La tenuta è nella frazione di Passopisciaro nel territorio di Castiglione di Sicilia
Vino nobile ad alta quota
Buone 
le probabilità 
di lungo 
invecchiamento
Un prodotto 
da riprovare 
tra qualche anno
>>>
Un bordolese alla corte di Milazzo
Nicolas Pejoux, giovane enologo francese nell’azienda di Campobello di Licata. “La Sicilia? Più attenti alle vendemmie”
Cosa hanno in comune Bordeaux
e Campobello di Licata?
Probabilmente nulla in fatto di
terroir, ciò che condividono però
è la passione per la Sicilia di un
giovane enologo francese, pas-
sione che lo ha portato all’azien-
da Milazzo, per la quale presta
consulenza da alcuni anni.
Nicolas Pejoux lavora a Margaux,
presso lo Chateau Rauzan –
Gassies, ma sembra essere un
appassionato di vini siciliani.Ecco
perchè quando gli è stato propo-
sto di venire a prestare la sua pro-
fesionalità sull’Isola, non solo non
si è tirato indietro, ma si è anche
innamorato di questa terra.
Cosa pensi dei vini siciliani?
“Dal 1999 sono in grande cresci-
ta, non solo in termini quantitati-
vi,perché ci sono più aziende e
più impianti di vigneti, ma anche
in termini di qualità,perché l’Isola
è cresciuta in esperienza e dun-
que in qualità”.
Che consigli daresti ai produt-
tori siciliani?
“Di produrre dei rossi morbidi,
eleganti e setosi. Si trovano molti
vini rossi spessi in giro per la
Sicilia,carichi di tannini e surma-
turi. Proprio la maturazione è il
segreto del buon vino, bisogna
vendemmiare al momento giu-
sto.Per far questo è necessario
assaggiare gli acini zona per
zona, perchè ci potrebbero esse-
re parti di vigneto che maturano
più tardi e se non si vinificano al
momento giusto si rischia di rovi-
nare tutto”.
Da francese cosa pensi delle
bollicine prodotte dall’azienda
Milazzo?
“Il signor Milazzo è per me un
pioniere. I suoi spumanti sono
molto interessanti perchè riman-
gono giovani e freschi anche se
sono invecchiati, resta la morbi-
dezza,ma anche profumi.Inoltre
non è facile reggiungere il perla-
ge dei suoi spumanti”.
Come giudichi l’annata 2009 di
Milazzo?
“È stata una grande annata qui
come in Francia. I rossi sono pro-
mettenti nei profumi ed hanno
tannini soffici e setosi.Credo che
siano stati vendemmiati nel
momento giusto”.
Cosa producete a Chateau
Rauzan – Gassies?
“Facciamo due Second Cru, uno
di prezzo medio sui 15-20 euro,
l’altro tra i 35 ed i 45”.
Cosa pensano dei vini siciliani a
Bordeaux?
“Non li conoscono perchè si con-
centrano sull’enorme produzio-
ne locale.
A Bordeaux non si beve quasi
nemmeno vino di Borgogna”.
Quanto vino si beve a Bordeaux?
“Diciamo che non manca mai la
bottiglia sulla tavola delle fami-
glie bordolesi. Ma quello che fa la
differenza è che sono disposti a
spendere di più per vini di quali-
tà,anche se devo ammettere che
il livello è molto alto,dunque la
spesa è medio bassa”.
Come sta reagendo Bordeaux
alla crisi?
“Gli unici ad avere problemi sono
stati i produttori di bassa qualità,
quelli che vendono il vino a cin-
que euro. Per il resto, gli chateau
famosi non hanno avuto proble-
mi,hanno sempre venduto tutto
o quasi tutto en primeur”.
Come funziona questo tipo di
vendita?
“I compratori assaggiano le
nuove annate dalla botte e se
vogliono acquistare devono
pagare anticipatamente un terzo
della somma totale, alcuni mesi
dopo la seconda parte, fino alla
primavera, che è il momento in
cui devono saldare tutto”.
Cosa ne pensi dell’agricoltura
biologica?
“Sarebbe bello poterla sviluppare
dalle mie parti,invece è molto
difficile e rischioso con l’umidità
che c’è in vigna. In passato abbia-
mo provato ad eliminare i tratta-
menti, ma con scarsi risultati. Qui
in Sicilia è invece possibile con
facilità”.
Che vini bevi?
“Amo molto i rosati della Loira, gli
icewine tedeschi, i vini di Bandol
e qualche etichetta californiana
di Napa Valley prodotta da fran-
cesi”.
Quale cibo siciliano ami di più?
“Il pesce spada, il merluzzo, ma
soprattutto l’olio extravergine
d’oliva”. Laura Di Trapani
L’enologo Nicola Pejoux
Il Nawari, la nuova etichetta di Duca Salaparuta, un pinot nero dell’Etna

31
supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
L
’Istituto della vite e del vino
mette in valigia le speri-
mentazioni più interessanti
e le porta al Vinitaly. Il nuovo
assetto dell’Irvv, fortemente volu-
to dal direttore Dario
Cartabellotta, comprende oggi:
un settore laboratori per le anali-
si dei vini, un settore vitivinicolo
strettamente sperimentale con
una cantina nel territorio di
Marsala, e una unità operativa di
biotecnologia. Quest’ultima, che
rappresenta un’evoluzione in
senso scientifico dell’originaria
struttura di sperimentazione, si
propone d’individuare,attraverso
le biotecnologie applicate alla
viticoltura, strade alternative a
quelle che oggi nel nome della
ricerca tendono a snaturalizzare il
vino.
I tre progetti principali, seleziona-
ti per il Vinitaly dal responsabile
di settore Vincenzo Melìa, confer-
mano l’ indirizzo del’Istituto. Il
lavoro dei tecnici è di altissimo
livello e i vini sperimentali che
saranno portati al Vinitaly sono il
frutto di questa equipe che vede
in primo piano l’enologo
Giuseppe Genna, Antonio
Sparacio e Daniele Oliva.
Il primo vino conferma l’opportu-
nità di sostituire i coadiuvanti di
origine animale comunemente
usati in enologia al fine di chiari-
ficare i mosti prima del filtraggio
e, principalmente nei bianchi, per
abbassare il contenuto di flavo-
noidi ossidabili. Con la vendem-
mia 2008 di uve Catarratto si è
avuta la possibilità di trattare il
mosto in sei differenti test e valu-
tare i risultanti dei rispettivi coa-
diuvanti scelti: animali, vegetali e
di sintesi. I problemi legati all’uso
di sostanze d’origine animale
sono di diversa natura, uno di
questi è la possibilità che queste
possano trasferire allergeni nel
vino. Le due annate, 2008 e 2009,
costituiscono una buona occa-
sione per valutare anche l’evolu-
zione delle caratteristiche gusto-
olfattive del vino così trattato, e
soprattutto  attestare la sua
buona conservazione dopo un
anno di affinamento in bottiglia.
Un altro interessante contributo
dell’istituto al calendario enolo-
gico del Vinitaly è il  recuperato
“Moscato Zucco”. In questo caso
l’intervento dei ricercatori si è
arricchito di spunti storici che
vanno dall’identificazione del
ceppo originario, al recupero del-
l’ambiente ampelografico tradi-
zionale. “Quello del Moscato
Zucco è un progetto a cui tenia-
mo  molto – dice Melìa – in quan-
to riprende un legame col territo-
rio, proprio com’è stato fatto per i
progetti portati avanti a Linosa, a
Pantelleria e a Mozia”. In contrada
Zucco, nei pressi di San Giuseppe
Jato, nel Palermitano, si trovava
nell’800 la tenuta di Enrico Luigi
d’Orleans duca d’Aumale, pro-
duttore del famoso moscato
Zucco che esportava poi in tutta
Europa. La ricerca del clone di
questo antico ceppo è durata tre
anni. In un campo sperimentale
sono state messe a confronto le
varietà più similari, come il M.
Bianco, il M. Rosa, il M.
Fiord’Arancio e il M. Ottonelle.
Adesso, riconosciuto il “Moscato
Bianco Zucco” e recuperata
l’identità ambientale ampelogra-
fica, l’ultimo passo sarà quello di
registrare un marchio collettivo
con relativo disciplinare che lo
tuteli.
Il terzo vino che l’Irvv porterà al
Vinitaly è un Merlot da lieviti
selezionati.Il progetto è partito
due anni fa sull’onda di una pro-
blematica tipica dell’enologia
isolana. “In Sicilia abbiamo sem-
pre avuto il problema di vini dal
tenore alcolico elevato a causa
delle condizioni climatiche –
spiega Oliva – ma da un po’ di
anni è diventato un tema d’inte-
resse mondiale a causa dell’effet-
to serra”. La ricerca di Oliva si è
basata sulla selezione di lieviti
non-saccharomyces che potesse-
ro abbattere in modo naturale il
tenore alcolico sviluppato dalla
fermentazione, in alternativa alle
soluzioni fin’ora adottate che
vedono l’uso di ipertecnologie.“I
lieviti non-saccaromyceus sono
da sempre considerati dei cattivi
fermentatori – continua Oliva –
noi li abbiamo utilizzati con suc-
cesso: alcuni di questi riescono a
rendere i vini meno alcolici e con
un valore elevato di glicerolo,una
delle sostanze che rendono il
vino più morbido al gusto. Il
Merlot 2009 ha lo 0,25% in meno
di alcol e il doppio di glicerolo.
Inoltre,dall’analisi gas-cromato-
grafica, questi vini sono risultati
addirittura più complessi”, ciò
vuol dire che la fermentazione
con questo tipo di lieviti favorisce
la naturale formazione di sostan-
ze volatili che li rendono com-
plessi ed eleganti al naso.
“Nelle nostre sperimentazioni ci
confrontiamo con i principali Enti
scientifici del mondo enologico
come quello di Conegliano –
aggiunge Melia dopo aver pre-
sentato i suoi vini – ma al
momento del confronto diretto
non portiamo progetti: solo
prove tecniche. Al Vinitaly non ci
presentiamo con il «faremo», ma
soddisfatti del nostro «abbiamo
fatto»”.
Simona Cultrera
L’Istituto della vite e del vino porta a Verona tre progetti selezionati per l’occasione dagli esperti
Tra questi il recuperato Moscato di Zucco dopo tre anni di ricerca del clone dell’antico ceppo
Voglia di sperimentare
La sperimentazione dell’Irvv riguarda anche i bianchi
>>>
Il dolce vino del Golfo
È una delle novità principali al
padiglione 2, quello del vino
siciliano. Tappa d’obbligo per i
visitatori.
Un sorso che vale una sosta. È il
vino dolce del Golfo, quando
per golfo intendiamo quello di
Castellammare.
Il territorio è quello quasi ai con-
fini tra le province di Palermo e
Trapani.È il Moscato dello Zucco
che propone l’azienda
Cusumano. Un bianco da des-
sert ottenuto da un vitigno che
cresce in una piccola area com-
presa tra i comuni di Partinico,
Giardinello e Montelepre.
Zucco è infatti una contrada di
quest’area geografica non trop-
po distante dal mare. I
Cusumano ci lavorano da anni,
anche grazie a una ricerca sul
vitigno condotta parallelamen-
te dall’Istituto regionale della
Vite e del vino.
E ora lo tirano fuori in anteprima
al Vinitaly. «Il nome ancora non
c’è ma l’importante è farlo
assaggiare - dice con una punta
di orgoglio Diego Cusumano
che col fratello Alberto gestisce
la cantina -. È da quasi dieci anni
che lo studiamo,ora siamo
pronti. L’annata è il 2007, uva
appassita in cassette da tre chili,
affinamento per due anni in
barrique, dodici gradi, un vino
da meditazione da un vitigno
dimenticato e da un territorio
che non finisce mai di stupire».
Diego Cusumano poi snocciola
un po’ di storia, il lavoro certosi-
no e prezioso del duca Henry
d’Orleans duca d’Aumale, figlio
di Luigi Filippo re di Francia e di
Maria Amelia di Borbone.
Che finì in Sicilia e diventò pro-
prietario di ben 3.300 ettari e si
mise a produrre questo vino
dolce, detto per l’appunto dello
Zucco, che piaceva molto ai suoi
concittadini francesi.
«Ne abbiamo prodotto 6.600
bottiglie da mezzo litro -
aggiunge Cusumano -.
Un piccolo quantitativo, per
adesso, che però ha una pecu-
liarità:il suo vitigno madre è il
moscato bianco ma ha un fortis-
simo legame con un territorio.
Per noi questo è un valore
aggiunto.
Un assaggio in anteprima ci
regala profumi di pera e grande
eleganza e pulizia al palato. Sarà
in enoteca a circa 26-27 euro.
F.C.
Ecco il Mamertino
“Ho sempre sognato di produrre
un vino così e finalmente ci sono
riuscito”.A parlare è Nino Cambria,
viticoltore da una pluricentenaria
generazione che nella sua tenuta
di Furnari produce un Nocera in
purezza. Un vitigno particolare,
poco diffuso se non in quella lin-
gua di terra che si affaccia sulle
Eolie e che è coperta dalla coltre
dei monti Nebrodi, la cui effige
rappresenta un levriero con tre
rose rosse. Un’uva molto rara che
anticamente veniva usata per
produrre il Mamertino, il vino pre-
ferito di Giulio Cesare.
“Alcuni anni fa durante l’espianto
di vigneti ormai veterani, mi sono
accorto che insieme al classico
Nero d’Avola vi erano tantissime
piante di Nocera che fino a quel
momento venivano vinificate
insieme ed usate come vino rosso
classico di Furnari - spiega Nino
Cambria - Il Nocera, caratterizzato
da un colore porpora e da una
persistente morbidezza, mi spin-
se a studiare il clone, dopo qual-
che anno e dopo aver ricevuto la
certificazione lo abbiamo prodot-
to”. Oggi in contrada Mastronicola
i cloni di Nocera sono tutti certifi-
cati poichè solo qualche anno fa
l’Istituto regionale vite e vino lo
ha certificato.
Dopo l’impianto e la coltivazione,
le uve hanno cominciato a dare i
primi risultati, così che Cambria,
non ancora soddisfatto dai risul-
tati raggiunti, decide di buttarsi a
capofitto nell’idea di produrre
Nocera in purezza.
Cambria produrrà circa 30.000
bottiglie di Nocera, di cui non è
stato deciso ancora il nome.
Il vino,che sarà pronto a fine
anno, sarà l’unico ad essere affi-
nato in barrique e verrà presenta-
to in anteprima al prossimo
Vinitaly. Gli appassionati dovran-
no attendere fino ad allora per
assaporare questo antichissimo
vino.
L.D.T.
ANTEPRIME. Il Moscato dello Zucco di Cusumano dall’oblio a Verona. E il Nocera di Cambria tutto da assaggiare
Diego Cusumano