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supplemento al numero 160 dell’8.4.2010
L
e amministrazioni devono com-
prendere e non comprimere la
realtà produttiva e imprenditoria-
le”. Ne è convinto Leonardo Agueci, pre-
sidente dell'Istituto vite e vino della
Regione siciliana che da sempre coordi-
na la partecipazione delle aziende
dell'Isola al Vinitaly di Verona. Secondo
il presidente, “un grande segnale deve
essere dato evitando di avviare iniziati-
ve promozionali sovrapponibili con
quelle di altre strutture regionali, cer-
cando di scegliere un percorso di com-
plementarietà”. Tra le proposte, una col-
laborazione tra Irvv e assessorato regio-
nale per le risorse agricole e alimentari
nella formulazione dei bandi per la
comunicazione e la promozione. “Una
comunione di intenti”, precisa, “che
diventi una fusione di carattere operati-
vo”. Ed è proprio quello che accadrà
quest'anno: Irvv e assessorato uniti per
garantire una partecipazione costrutti-
va alle imprese dell'Isola.
Una partecipazione che, in netta con-
trotendenza rispetto alle aspettative
suggerite dalla crisi dell'intero settore
agricolo, ha visto un aumento del
numero delle aziende siciliane e delle
dimensioni degli stand delle maggiori.
“La crisi -,spiega Agueci - può essere
un'oppportunità per capire in che dire-
zione va il mercato”.
E non dimentica il primo anello della
filiera.“Un aiuto ai produttori deve
venire dalla politica”, propone. “Si tratta
dell'anello più debole dove nascono i
comitati spontanei e anche quello
senza il quale si perde il legame col ter-
ritorio”, precisa, “e a loro dobbiamo
ricordare che la promozione del vino
viene fatta per fare acquistare maggio-
re valore all'intera filiera, non solo agli
anelli più a valle”.
Non solo.“Quest'anno abbiamo accolto
la rivoluzionaria idea che il vino è lega-
to al territorio”, spiega Agueci, “così il
padiglione Sicilia sarà un percorso
ragionato, un viaggio tra i nostri vini e il
loro territorio, una vera e propria
mappa delle aree ad alta vocazione viti-
vinicola”. Saranno presentati, infatti,
anche circuiti enogastronomici e per-
corsi di promozione turistica che lega-
no il vino siciliano alla fruizione del ter-
ritorio. “Centro del padiglione sarà
un'area che ospiterà eventi, seminari e
convegni”, prosegue, “perché se non si
punta in questo momento a promuove-
re un settore così importante per l'eco-
nomia della Sicilia si commette un gros-
so errore”.“Per questo”, spiega,“abbiamo
voluto confermare l'impegno preso
l'anno scorso con VeronaFiere per il
padiglione che ci ospita ormai da anni e
che rappresenta il secondo padiglione
più grande dell'intera struttura fieristi-
ca”.
Il limite più grande della Sicilia? Il presi-
dente non ha dubbi: l'eccessiva buro-
crazia.“In altre regioni d'Italia, ad esem-
pio, i finanziamenti per la comunicazio-
ne e la promozione vengono utilizzati e
sfruttati in maniera più efficace ed effi-
ciente”, spiega, “un gap che va colmato
prima possibile”. Appena tornato dal
Prowein di Dusseldorf, in Germania,
dichiara:“Alcuni dati sono incoraggianti
e per il vino siciliano si inizia a intrave-
dere qualche spiraglio di luce”.
A dare un segnale sono le stesse azien-
de.“Quest'anno il Vinitaly si fa quasi a
totale carico delle aziende vitivinicole,
che non si sono tirate indietro”, prose-
gue, “con costi che ammontano a oltre
1,2 milioni di euro”. Una sfida alla crisi?
Certamente una forte risposta.
Annalisa Ricciardi
“I vini di Sicilia si bevono per ricordare mai
per dimenticare”, questo lo slogan di Dario
Cartabellotta, direttore dell’Istituto regio-
nale della vite e del vino, che presenta lo
spirito della nuova Sicilia del Vinitaly.
“Abbiamo un’enologia che può incantare i
consumatori del mondo”, dichiara il diret-
tore. E la Sicilia del vino lo fa con una
nuova veste che mette in risalto tutto il
suo splendore: 17 aree tradizionalmente
vocate alla viticoltura, 17 percorsi tra le
bellezze architettoniche, archeologiche,
naturalistiche. “Così come da bambini
andavamo alla piccola Italia di Rimini per
comprendere meglio il territorio italiano,
così il padiglione offrirà una visione com-
pleta dell’Isola. Questa nuova modalità di
esposizione è la strada migliore per potere
mettere in evidenza la differenza enologi-
ca come la peculiarità che può rendere
grande la Sicilia”. Una filosofia innovativa
che rafforza il legame imprescindibile tra il
territorio vitivinicolo, la storia e la cultura
dell’Isola. “C’è sempre stata una rispon-
denza tra la storia vitivinicola e le domina-
zioni che si alternarono. Ai tempi degli
angioini o degli spagnoli,la viticoltura subì
un arresto. Invece con l’avvento di domi-
nazioni forti dal punto di vista culturale,
produttive e ottimiste, la viticoltura visse
un periodo florido”. La Sicilia che vede
Carabellotta è una Sicilia che ha cambiato
ruolo e lo dimostrano anche le innovazio-
ni con cui si presenta alla manifestazione,
dagli spumanti ai vini dolci, come il
Moscato Zucco, riportato alla luce dopo
trent’anni di assenza dal mercato.
“Il settore del vino, gli imprenditori ci
hanno creduto. E’ così che la Sicilia ha fini-
to di assolvere alla cura delle anemia altrui.
Oggi si fa attività economica sul vino sici-
liano”. Ma secondo Cartabellotta, deve
essere fatto ancora tanto per sostenerla e
promuoverla, non solo a causa del peso
della crisi ma anche perché si vive in
un’epoca in cui è forte la campagna contro
l’acool, che potrebbe influire e frenare il
comprato. Così esorta a vedere il vino con
una diversa prospettiva:“Il vino non è alco-
ol,dobbiamo fare capire che è un valore
del territorio. Questa è una differenza fon-
damentale che dobbiamo riuscire a mette-
re in evidenza nelle nostre strategie di
marketing”.
La viticoltura andrebbe vista anche nel suo
valore agroambientale.“Anche se non riu-
scissimo a rendere produttivi di quali-
tà i 120.000 ettari coltivati a vite, una parte
di questi può rimanere coltivata a vite pro-
prio per la valenza ambientale che ha il
vigneto, che può avere lo stesso ruolo del
bosco come polmone verde”.
Un commento sul Vinitaly arriva anche dal
vicpresidente dell’Irvv Giancarlo Conte: “È
la più importante kermesse per il vino sici-
liano,ecco perché le aspettative dell’istitu-
to sono molto positive. Abbiamo in pro-
gramma numerosi incontri e dibattiti sul
vino in generale ed in particolare sui distil-
lati, grappe in particolar modo e sul
Marsala, prodotto che necessita di una
promozione mirata perché fa parte della
storia del trapanese”.
M.L.-D.T.P.
Il presidente dell’Istituto della vite e del vino
Agueci: “Per il nostro vino dati incoraggianti
Ma le amministrazioni devono comprendere
la realtà imprenditoriale”
“Spiragli
di luce”
“Qui si beve perricordare”
Il direttore dell’Irvv Cartabellotta: “La nostra enologia ha le caratteristiche
per incantare il mondo, dunque il vino non serve a dimenticare”. Conte:
“Più attenzione per il Marsala”
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in redazione il 30-03-2010
Il vicepresidente Giancarlo Conte Il presidente dell’Irvv Leonardo Agueci
Il direttore Dario Cartabellotta