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La figura di Salutati e il suo ruolo politico – proseguita da altri importanti umanisti come
Leonardo Bruni e Carlo Marsuppini – introducono l’ultimo aspetto legato all’umanesimo
fiorentino: il sistema politico.
4. La politica
Firenze ha attraversato il Medioevo controllata da poteri superiori (regni barbarici e poi
impero carolingio), durante i quali la città era rimasta praticamente ferma in ogni
aspetto. Sebbene nella Divina Commedia Dante faccia l’elogio dell’antica Firenze (per
voce del suo avo Cacciaguida nei canti XV-XVII del Paradiso) è con la tumultuosa vita
politica autonoma che la città diviene ricca, grande, importante e culturalmente
all'avanguardia. Quando il potere politico è ben saldo nelle mani di un regnante –
qualunque sia la sua forma istituzionale – la cultura rimane prigioniera in un
tradizionalismo inerte. Viceversa la mancanza di un centro forte obbliga allo scambio di
idee, allo scontro, all’incontro … si afferma una cultura più tollerante, più concreta, più
aperta alle novità; spesso più popolare. Anche se il corpo elettorale era ristretto, le
testimonianze di una qualche influenza delle persone comuni nei rappresentanti
istituzionali sono numerose: nelle discussioni in piazza, nelle dinamiche del commercio e
del lavoro, nelle istituzioni di quartiere (parrocchie, confraternite, Arti) ecc. Il risultato è
che a Firenze la diversità di opinione e di credo religioso ha avuto una tolleranza molto
maggiore che altrove. Il ruolo di censore della Chiesa è stato ostacolato dalle leggi
comunali già a partire dal XIII secolo; i processi per eresia furono pochissimi: nel
Trecento i “fraticelli” non furono disturbati dalle autorità (quando catàri e valdesi, negli
stessi anni, conobbero persecuzioni tragiche). Un secolo più tardi, nel 1493, un
predicatore francescano, Bernardino da Fe ltre, si scagliò contro il Comune che
permetteva agli ebrei di vivere a Firenze e prestare denaro: fu espulso nel giro di poche
settimane.
Sarà Cosimo I dei Medici, pochi anni dopo aver abbattuto la repubblica, a istituire, nei
pressi del mercato vecchio, il ghetto per gli ebrei.
Le personalità di spicco dell’umanesimo fiorentino sono: Coluccio Salutati
, Leonardo
Bruni, Leon Battista Alberti, Poggio Bracciolini.
Molti altri, in giro per l’Italia, contribuirono alla riforma della cultura nel corso del XV
secolo. In particolare abbiamo trattato Lorenzo Valla per il suo studio sulla Donazione di
Costantino, in cui dimostrò la falsità del documento attribuito all’imperatore romano
considerato per tutto il Medioevo la base giuridica del potere temporale della Chiesa.
«Giorgio La Pira ricordò a noi tutti che la grandezza di Firenze non sta solo nelle sue
opere d’arte e nei suoi monumenti, ma sopra ttutto nell’aver insegnato al mondo, con la
sua alta lezione umanistica che la dignità um ana non consiste nel padroneggiare le cose,
bensì nell’orientarle verso la libertà, la giustizia e la bellezza.»
Franco Cardini