nostri lettori? Oh se eglino la vedessero siccome la veggiamo noi! Ci
sentiamo palpitare il cuore in parlandone, tremar la penna
scrivendone, vorremmo che le febbrili sensazioni che l'immagine di
questa donna ci desta, passassero tutte quante ne' nostri lettori, per
vie più svegliare in essi la simpatia per questo personaggio della
nostra storia. Emma era il tipo della bellezza andalusa: carnagione e
colori di miniatura, occhi di lustrino splendidissimo, sguardo elettrico,
sopracciglia di velluto, labbra alquanto larghette, bottoni di rosa
orientale, denti di una bianchezza abbagliante, sorriso di baiadera,
lunghe le chiome e di un ebano fulgidissimo, cui ella solea portare
divise e scinte dietro gli orecchi, ovvero raggomitolate in grandi giri
sulla coppa del capo.
Ma siffatti particolari del volto di Emma erano un nulla a paragone
delle fattezze del suo corpo, modello di grazia, di avvenenza, di
proporzioni; era nel complesso delle sue fattezze qualche cosa che
sospingeva a riguardarla in estasi di simpatia. Se ella affissava
qualcuno, lo sguardo di lei lasciava un incendio nel cervello di chi ella
avea guardato, siccome interviene allora che si dirizzano gli occhi al
sole, che lascia nel capo del riguardante una confusione
spaventevole di luce e di colori. Ella avea certe maniere di volgere il
capo, di chinar le lunghe ciglia, di fissare obliquamente quegli occhi
di odalisca, avea certe maniere di movimenti, di gesti, ch'erano una
grazia singolare; ci era da smarrire il senno.
Qual'era il carattere morale di questa donzella? Ah! Perchè non
possiam dire di lei quel che dicevano di Lucia, buona, semplice,
modesta, riserbatissima con tutto che sensibilissima! Emma era nel
morale quel che può essere una donna sì ben favorita dal cielo in
dono di bellezza. Ella era così bella, così ricca, così giovane, fornita a
dovizia degli appannaggi della più compiuta educazione! Quale altro
sentimento potea dominare in lei, all'infuora d'un amore
ardentissimo di sè medesima?
Farfalla dalle ali dorate, ella svolazzava libera, leggiera, spensierata e
felice in su i fiori della vita, di cui non conosceva altro che le delizie e
quella specie di cara languidezza che tien dietro a' piaceri. Unica