fabbricato ed opposto un altro dagli assediati, ai quali non
mancarono mai in sì lungo tempo di difesa rinforzi di gente e di
viveri dalla parte del mare. Ardeva di voglia il conte Maurizio di
sloggiar di colà i pertinaci assedianti; ma così terribili erano i loro
trincieramenti, tanti i fossi e i canali che conveniva superare, ch'egli,
tuttochè provveduto di buon esercito, non si attentò mai di mettersi
a sì pericolosa impresa. Perciò, affine di fare una potente diversione,
elesse di passare all'assedio dell'Esclusa, piazza di mare di tal
conseguenza, che pareggiava, se non anche vantaggiava, Ostenda.
Colà si portò egli sul fine del mese di aprile, e, non ostante la gran
copia dei canali ed acque stagnanti che circondano quel luogo, vi si
accampò e trincierò con sicurezza d'impossessarsene, se non
coll'armi sue, colla fame degli assediati, che scarseggiavano non men
di munizioni da guerra che di viveri. Tentò il Velasco, generale della
cavalleria dell'arciduca, d'introdurvi soccorso; ma, sconfitto, ebbe
fatica a salvarsi con que' pochi che non restarono ivi uccisi o prigioni.
Venne il principio d'agosto; e perchè s'intese agonizzante quella
piazza, Ambrosio Spinola, benchè suo malgrado fu spinto
dall'arciduca a tentar pure miglior fortuna per soccorrerla; ma
anch'egli trovò insuperabili impedimenti, sicchè con perdita d'alcune
centinaia de' suoi fu forzato a retrocedere. Perciò non potendo più
reggere alla fame quel presidio di quasi quattro mila soldati, capitolò
con patti onorevoli la resa. Uscirono essi portando piuttosto l'effigie
di scheletri e cadaveri che di uomini viventi. Questa rilevante perdita
tal rabbia cagionò, e così accrebbe lo spirito del valore nei cattolici
assediatori di Ostenda, che a gara Italiani, Spagnuoli, Valloni e
Tedeschi, superato il fosso, presero anche due baluardi; e benchè
dietro ad essi trovassero nuovi tagli e ripari, erano pronti a far le
ultime pruove; quando gli assediati esposero bandiera bianca, ed
ottennero nel dì 21 di settembre onesta capitolazione. Se ne andò
libera quella guarnigione di quattro mila soldati tutti sani e vegeti,
perchè sempre era ivi stata abbondanza di viveri per li frequenti
soccorsi. Vi si trovò infatti tanta copia d'artiglierie, vettovaglie, e
munizioni, che fu una maraviglia. Così terminò l'assedio di Ostenda
con somma gloria del marchese Spinola, e gaudio inesplicabile
dell'arciduca Alberto: assedio memorando anche ai secoli venturi, sì