farmi compagnia; dopo, per di più, esser corsa voce della mia
partenza e della mia gita; non saprei davvero veder modo come
oramai ritrarmi con onore di mio marito e mio. La cosa è andata
tanto avanti, e tanto maggiormente, in quanto v'ho proceduto con la
piena intelligenza e buona volontà dello stesso mio marito, dopo
aver bene considerata ogni cosa. Del rimanente, la Signoria Vostra
non deve per questa mia andata concepir nell'animo affanno o
sospetto di sorta. Affinchè ella sia bene informata di tutto, sappia
che io prima me ne vo' a Marino, e quindi di lì, in compagnia della
detta madonna Agnesina, me ne vo' incognita a Roma per far la
debita visitazione delle chiese ordinate a conseguire il santo Giubileo.
Io non avrò a mostrarmi e neppure a parlare con persona alcuna;
mentre, pel tempo che starò a Roma, andrò ad alloggiare in casa del
fu cardinal Savello: abitazione codesta buona e convenientissima al
desiderio mio, in mezzo a' partigiani de' Colonnesi; abbenchè
intenzione mia sarebbe di tornare per la maggior parte del tempo a
stare a Marino. Sicchè Vostra Signoria deve senza alcun dubbio
contentarsi di questa mia andata, e non pigliarne dispiacere alcuno.
E quantunque tutte le addotte ragioni siano efficacissime a indurmi
non solo a continuare il mio viaggio, ma bensì a farmelo
intraprendere ove non fussi ancora partita; tuttavolta, quando per
avventura mi ritrovassi di non essere partita, non mica per dubbio
veruno o disturbo che io conosca potesse nascermene, ma solo per
desiderio di soddisfare la Signoria Vostra, in questa come in ogni
cosa, avrei abbandonato quel progetto. Se non che, al punto ove ne
sono, e quando Vostra Eccellenza avrà letto questa mia lettera, son
certa che dell'andar mio sarà contenta. Ed io ne la prego e supplico.
E perchè possa con più contentezza e soddisfazione d'animo pigliare
questo Giubileo; voglia significarmi con una sua diretta a Roma esser
proprio così, ch'ella, cioè, se ne contenti. Altrimenti io ne starò in
continua agonia e affanno. Mi raccomando alla buona grazia di
Vostra Eccellenza. — Assisi, 21 marzo 1500.»
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Agnesina da Montefeltro, della quale parla la lettera, sorella di
Guidobaldo, donna piena di spirito e d'intelligenza, erasi sposata con
Fabrizio Colonna, che più tardi divenne un gran capitano italiano.