nuovo vincolo di parentado, cioé, che il Re desse a Giovan Battista
Marzano figliuolo del Principe, Beatrice sua figliuola, che poi fu
Regina d'Ungheria, la quale fu subito mandata a Sessa ad Elionora
Principessa di Marzano come pegno di sicurtá e di certa pace. Ma
non passó guari, che il Principe fu fatto incarcerare dal Re, il quale
avendo mandato a pigliar subito il possesso di tutto il suo Stato, fece
venire in Napoli la Principessa, e li figli insieme con la figliuola sua,
ch'avea promessa per moglie al figliuol del Principe.
Il Duca Giovanni vedendosi tolti i suoi partigiani, s'accordó col Re
d'andarsene dove gli parea, e gli fu data sicurtá, e se n'andà in
Ischia; ed il Re, dopo avere interamente ridotta tutta la Puglia,
l'Aquila e tutto l'Apruzzo a sua divozione, non gli restava altro, che
limpresa d'schia, ove erasi ritirato il Duca d'Angid, che veniva
guardata da otto galee, le quali ogni di infestavano anche Napoli; ne
potendo il Re venirne a capo, fu necessitato mandare in Catalogna al
Re Giovanni d'Aragona suo zio, per far venire Galzerano Richisens,
con una quantita di galee di Catalani per finire in tutto queste
reliquie di guerra; onde il Duca vedendo tutti i partigiani suoi, o
morti o prigionieri o in estrema necessita, deliberd partirsi dal Regno,
ed imbarcato con due galee, se n'andà in Provenza: dopo la di cui
partita essendo venuta l'armata de’ Catalani, fu dal Toreglia, che
comandava lIsola, proposto trattato per mezzo di Lupo Ximenes
d'Urrea Vicerè di Sicilia, di renderla; ma perche il Re Alfonso avea
fatta Ischia colonia de' Catalani, dubitando il Re Ferdinando, che
costoro non alzassero le bandiere del Re d'Aragona suo zio, e lo
facessero pensare allimpresa del Regno, si contentó fare larghissimi
patti al Toreglia, con liberar Carlo suo fratello, che poc'anzi avea fatto
prigione, e dargli cinquantamila ducati, e restituirgli due galee, che
avea prese: ció che fu subito eseguito, e Ferdinando rimase padrone
dellisola.
Scrive Giovanni Pontano, che nel partir il Duca Giovanni dal Regno,
lascid ne’ Popol, e massimamente appresso la Nobiltá un
grandissimo desiderio di se, perch'era di gentilissimi costumi, di fede
e di lealtá singolare, e di grandissima continenza e fermezza, ottimo
Cristiano, liberalissimo, gratissimo, ed amatore di giustizia, e sopra la