In questo volume…
XXVI
Strumenti
Capitolo 2 L’impresa come sistema “sostenibile” 65
La governance della sostenibilità in Telecom
La governance della sostenibilità all’interno di Telecom Italia è garantita, per lo più,dal presidio delle attività
di: 1) reporting; 2) pianificazione.
Per il reporting di sostenibilitàTelecom si avvale di un set di circa 500 KPI, derivanti dall’analisi delle
linee-guida del GRI-G4 Comprehensive(Global Reporting Initiative), dei principi del Global Compact, delle
indicazioni degli stakeholderse dei questionari inviati dalle principali Agenzie di rating ai fini dell’ammissione
agli indici borsistici di sostenibilità.
La gestione dei KPI avviene su una piattaforma software centralizzata sulla quale vengono gestite anche
le altre applicazioni aziendali che governano i processi contabili, finanziari e di controllo. Ciò consente anche
la condivisione di dati tra le varie piattaforme per garantire la massima integrazione della sostenibilità nei
processi aziendali. Lepersone che lavoranopresso tutte le aree operative del Gruppo, provvedono alla
raccolta e all’inserimento dei dati che alimentano il sistema, i quali vengono poi controllati centralmente
dal team di CSV (Corporate shared value).
La pianificazione delle azioni di sostenibilità da mettere in campo si articola in quattro fasi:
individuazione delle aree di miglioramento della performance di sostenibilità;•
confronto tra le aree di miglioramento e i progetti che il Gruppo prevede di effettuare per finalità di•
business;
definizione di interventi mirati sulle aree di miglioramento;•
monitoraggio delle aree che occorre presidiare per mantenere il livello di performance raggiunto.•
Il confronto tra la pianificazione effettuata dalla funzione CSV e le disponibilità delle linee operative avviene
in modo sistematico permettendo l’equilibrio tra costi e benefici.
Tra le tematiche di maggior rilievo costantemente monitorate rientrano le questioni ambientali. Le te-
matiche sociali attinenti alle relazioni con la comunità sono coordinate per lo più dalla funzione CSV, mentre
il sociale inerente alle persone che lavorano nel Gruppoè gestito dalla direzione People Value.
Infine, utile evidenziare che le azioni in materia di sostenibilità sono sottoposte alla supervisione del
Comitato per il Controllo e i Rischi, che esercita una funzione di alta supervisione in materia di CSV, vigilando
sulla coerenza delle azioni realizzate con i principi posti dal Codice Etico del Gruppo.
Fonte: http:// www. telecomitalia. com/ tit/ it/ sustainability/ our- approach/ governance- engagement/ engagement.
html.
funzionali non solo agli obiettivi strettamente economici dell’impresa, ma anche alla
creazione di valore per tutti gli stakeholders e per la Comunità nel suo insieme.
La sostenibilità dipende, però, anche da “come” l’impresa individua il valore
atteso dagli stakeholders, ovvero le esigenze che essa intende soddisfare organi-
camente alle proprie attività di business. Quella del “come” è una questione di-
rimente, poiché l’impresa potrebbe stabilire in modo del tutto autonomo quali
obiettivi sociali e ambientali perseguire, insieme a quelli economici, e,di conse-
guenza, come gestire il business rispetto agli stakeholders. In questo caso, l’im-
presa più che essere “sostenibile”, dimostrerebbe avere un certo grado di filan-
tropia. Può avere un ruolo anche molto importante nella creazione di benessere
collettivo,ma il fatto che ciò derivi da un atto del tutto discrezionale e unidi-
rezionale rappresenterebbe un limite intrinseco cruciale. La sostenibilità è, infatti,
legata anche al grado di coinvolgimento degli stakeholders nelle decisioni stra-
tegiche dell’impresa, e in particolare quelle da cui maggiormente dipende l’im-
patto ambientale e sociale della sua attività e del modo di competere. Per questo,
Parte I La strategia nel sistema impresa
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Sintesi
Il capitolo illustra i principi della “sostenibilità” applicati all’impresa; in particolare è spiegato il concetto di
“shared value”, basato sui principi dell’economia civile. Con riferimento all’impresa, sono descritte le fasi tipiche
di sviluppo dell’approccio alla gestione sostenibile, evidenziando l’impatto positivo sul vantaggio competitivo
e le modalità di progressivo coinvolgimento degli stakeholders. Il tema dello stakeholders’ engagement è poi
ripreso nel paragrafo finale del capitolo.
Il capitolo si sofferma anche sugli orientamenti delle principali istituzioni internazionali a favore dello svi-
luppo sostenibile e i conseguenti indirizzi dati al mondo delle imprese. Nella terza parte, il capitolo analizza
le principali misure favorevoli alla sostenibilità nell’ambito delle funzioni aziendali: le operations, il marketing,
la gestione dei fornitori, la gestione del capitale umano. Particolare attenzione viene data allo sviluppo delle
relazioni con le Comunità dei territori ove l’impresa ha localizzato proprie importanti strutture produttive.
Il capitolo discute anche l’innovazione tecnologica e del modello di business nella prospettiva del miglio-
ramento del grado di sostenibilità dell’impresa e le problematiche di governance. Nella parte finale sono ap-
profondite le problematiche inerenti l’innovazione nella relazione con gli stakeholders e il conseguente coin-
volgimento dell’impresa nell’innovazione sociale.
Domande ed esercizi
Domande di verifica
Che cosa si intende per “shared value” e perché questo1.
concetto affonda le sue radici nel filone di pensiero
dell’“economia civile”?
Quali sono le funzioni tipiche del “manager della so-2.
stenibilità” in un’impresa?
Quali sono le tre determinanti del grado di sostenibilità3.
dell’impresa?
Quali sono i criteri dal lato dei ricavi e dei costi per4.
la valutazione economico-finanziaria di un’azione di
sostenibilità?
Quali sono i potenziali vantaggi della sostenibilità sulla5.
“brand equity” di un prodotto o di un servizio?
Quali sono i principi fondamentali stabiliti nel Libro Ver-6.
de dell’UE “Promuovere un quadro europeo per la re-
sponsabilità sociale”?
Quali funzioni ha il “Global Reporting Initiative”?7.
Nella gestione delle risorse umane, quali sono gli am-8.
biti dove sono più comuni i programmi di sostenibilità?
Perché la “discriminazione dei prezzi” può essere una9.
strategia utile alla sostenibilità?
Come si distinguono le misure per la sostenibilità da10.
quelle filantropiche?
In quale modo la “proposta di valore” può essere inno-11.
vata nella prospettiva della sostenibilità?
Quali aspetti della governance dell’impresa possono es-12.
sere rilevanti per rafforzare l’orientamento verso la ge-
stione sostenibile?
Quali sono le quattro caratteristiche del processo di13.
“stakeholders’ engagement”?
A cosa serve la matrice di materialità?14.
Quali sono i vantaggi e i limiti della matrice di mate-15.
rialità?
Test a risposta multila
Quando l’impresa è sostenibile?1.
□ Quando raggiunge stabilmente l’equilibrio econo-a.
mico e il vantaggio competitivo.
□ Quando riesce a soddisfare in modo equilibratob.
gli obiettivi di tutti gli stakeholders interni ed
esterni.
□ Quando riesce a operare in modo efficiente senzac.
ricorrere a supporti esterni (finanziatori, fornitori
ecc.).
Il responsabile della sostenibilità in una grande2.
impresa è normalmente:
□ un dirigente che risponde a un direttore (primaa.
linea).
□ un direttore (prima linea).b.
□ una figura di “esperto”, in alcuni casi anche ester-c.
no (consulente).
Il “Cause related marketing” è:3.
□ una strategia di marketing molto collegata allaa.
causa primaria che l’impresa vuole raggiungere.
Capitolo 6 Le strategie di crescita 203
di diversificazione guida la crescita dell’impresa in business diversi da quello di origine; tale diversificazione si
caratterizza per un certo grado di correlazione tecnologica, produttiva o di mercato tra i vari business diversificati.
Nella nostra epoca, lo sviluppo internazionale è un percorso praticamente ineluttabile non solo per le grandi
imprese, ma anche per quote sempre maggiori di medie e piccole imprese.
Domande ed esercizi
Domande di verifica
Spiegare le condizioni che rendono conveniente l’inte-1.
grazione verticale.
Illustrareifattoridicostochedeterminanolacon-2.
venienzaomenodiunasceltadiintegrazioneverti -
cale.
Spiegare i vantaggi specifici dell’integrazione verticale3.
a valle nella gestione del rapporto con i distributori.
Spiegare che cosa si intende per “quasi-integrazione4.
verticale”.
Illustrare il concetto di diversificazione distinguendone5.
le varie tipologie.
Indicare i tre criteri distintivi del grado di correlazione6.
della diversificazione.
Spiegare come è possibile misurare il grado di diversi-7.
ficazione di un’impresa.
Illustrare le principali ragioni alla base della strategia8.
di diversificazione.
Illustrare le spinte all’internazionalizzazione di origine9.
interna all’impresa.
Spiegare le spinte all’internazionalizzazione di origine10.
esterna.
Test a risposta multipla
All’aumentare dell’integrazione verticale di1.
un’impresa, aumenta:
□ il livello di outsourcing.a.
□ il valore di mercato dei suoi prodotti.b.
□ il valore aggiunto che l’impresa genera in propor-c.
zione al valore della produzione che realizza.
Nella fase di introduzione del ciclo di vita del set-2.
tore, il grado di integrazione verticale è normal-
mente:
□ molto elevato.a.
□ molto basso.b.
□ non è prevedibile.c.
La diversificazione si dice conglomerale quando:3.
□ l’impresa si espande in settori privi di collegamentia.
industriali o di mercato con quelli di origine.
□ l’impresa entra in mercati molto vicini a quelli inb.
cui precedentemente operava.
□ esistono legami di natura tecnologica ma non dic.
mercato tra i business dell’impresa.
All’aumentare del grado di diversificazione, au-4.
menta:
□ il rischio totale d’impresa.a.
□ la complessità organizzativa.b.
□ la correlazione tra i business aziendali.c.
La teoria di Dunning spiega gli investimenti diret-5.
ti esteri come trainati da:
□ vantaggi: market seeking, low cost seeking, na-a.
tural resource seeking.
□ vantaggi: labour seeking, low cost seeking, natu-b.
ral resource seeking.
□ vantaggi: market seeking, low cost seeking, com-c.
petitive seeking.
Bibliografia
Testi di riferimento generali
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cura di), Perspectives on positive political economy, Cambridge
University Press.
Volpato G. (1986), Concorrenza, impresa, strategie, Bologna, il Mulino.
Parte II La gestione aziendale in chiave strategica
436
zione tra Lean Production e Six Sigma, fino alla recentissima World Class Manufacturing. L’aspetto peculiare
di questa metodologia, che per il resto non fa altro che sistematizzare e riproporre concetti noti, è l’attenzione
fortissima ai costi. Questo aspetto della performance aziendale, se pure mai dimenticato, ovviamente, in ambito
operativo, era rimasto decisamente snobbato dalla teoria. Questa ritrovata attenzione a livello metodologico,
ha suggerito agli autori di dedicare un intero paragrafo agli economics delle operations, ovvero alla gestione
delle operations dal punto di vista della determinazione dei costi.
L’ultimoparagrafoèstatodedicatoaltrattamentodellespecificitàdellaproduzionediservizi.Troppo
spessosisottolineacomeprodurrebenioerogareservizinonpresentasostanzialidifferenzedalpuntodi
vistadellametodologiaperlagestionedelleoperations.Purvero,èbeneanchebilanciaresottolineando
chealcunepeculiaritàdeiservizisiriflettonoinpeculiaritàdelflussoproduttivoearrivanoamodificarela
complessitàdellasuagestione.
Domande ed esercizi
Domande di verifica
Illustrare I principali modelli di operations e come essi1.
si differenziano in base al volume e alla varietà della
produzione.
Per quale motivo la strategia delle operations necessita2.
di essere continuamente aggiornata?
Che differenza passa tra le decisioni strutturali e quelle3.
infrastrutturali?
Illustrare I principali criteri per la localizzazione delle4.
facilities.
Illustrare I caratteri peculiari delle strategie chasee5.
level.
Quali sono I principali vantaggi e svantaggi di integrare6.
verticalmente le attività produttive?
Quali sono le attività e gli obiettivi della pianificazione7.
e controllo della produzione?
Illustrare le differenze tra logica Push e logica Pull.8.
Illustrare le categorie di costo che intervengono nella9.
fase di programmazione aggregata della produzione.
Illustrare I modelli per la gestione e il controllo delle10.
scorte.
Indicare le caratteristiche peculiari del Material Requi-11.
rement Planning rispetto al Just in Time.
Illustrare I principi cardine che accomunano tutte le12.
metodologie per l’operations improvement.
Perché risulta efficace l’integrazione tra Lean Produc-13.
tion e Six Sigma?
Illustrare come è strutturato il budget di produzione.14.
Che cosa si intende con il termine servitization?15.
Test a risposta multipla
Nella produzione make to stock quando avviene1.
la vendita del prodotto?
□ Prima dell’approvvigionamento dei materiali ne-a.
cessari per la produzione.
□ Durante la fase di produzione.b.
□ Dopo la fine dell’intero processo di produzione ec.
di assemblaggio.
Il Master Production Schedule è costituito da:2.
□ un elenco dei prodotti da realizzare, suddivisi pera.
famiglia e per grado di complessità.
□ un piano che definisce i prodotti da realizzare, lab.
loro quantità e i tempi entro i quali devono essere
disponibili.
□ un sistema di pianificazione strategica configura-c.
ta sulla base di priorità e urgenze.
Per un sistema MRP i dati di input sono costituiti3.
da:
□ il Master Production Schedule, i lead time di pro-a.
duzione, di assemblaggio, di acquisto, la disponi-
bilità dei diversi codici, la distinta base.
□ il Master Production Schedule, i lead time di pro-b.
duzione, la disponibilità dei diversi codici, la se-
quenza delle fasi di processo.
□ il Master Production Schedule, i lead time di ac-c.
quisto, la disponibilità dei diversi codici, la capa-
cità del sistema produttivo.
Il sistema Just in Time richiede soprattutto:4.
□ un’accurata previsione della domanda di mercato.a.
□ un assiduo collegamento con la rete dei fornitori.b.
□ la costituzione di un elevato stoccaggio di partic.
e componenti.
Box Strumenti
Approfondiscono alcuni temi di interesse per la disciplina, illu-
strandoli nel dettaglio.
Alla fine di ciascun capitolo, oltre alla sintesidei contenuti, sono
presenti domande di verificae test a risposta multipladi auto-
valutazione per verificare il proprio livello di comprensione e
di apprendimento.