§. I. Investitura data da Gregorio VII al Duca Roberto.
In questo viaggio, che fece il Papa col Duca Roberto, fu rinovata da
Gregorio l'investitura, che questo Principe da Niccolò II, e da
Alessandro suoi predecessori avea avuto del Ducato di Puglia e di
Calabria e di Sicilia, la qual si legge nelle Epistole
[330] decretali di
questo Pontefice, e porta la data di Cepperano, luogo, che si rendè
poi celebre, per lo tradimento, che quivi il Conte di Caserta fece al
Re Manfredi. In questa investitura è da ammirare la fortezza
dell'animo, e intrepidezza d'Ildebrando, il quale non ostante i così
segnalati e recenti beneficj, che avea ricevuti da Roberto, non volle
però acconsentire, con tutto che si trovasse in mezzo dell'esercito de'
Normanni, di ampliare l'investitura al Principato di Salerno, al Ducato
d'Amalfi, e parte della Marca Firmana, che avea Roberto conquistato
dopo l'investitura di Papa Niccolò, e che allora possedeva; ma
solamente volle investirlo di ciò che i suoi predecessori Niccolò ed
Alessandro aveanlo investito, lasciando sospesa l'investitura per
quest'altri luoghi.
E perchè per quest'atto non s'inferisse pregiudicio alle pretensioni
delle parti, ciascuna espressamente riserbossi le sue ragioni. Roberto
nel giuramento di fedeltà, che diede a Gregorio, promettendo
d'aiutare la Sede Appostolica, e di difendere la regalia e le terre di S.
Pietro contro tutte le persone, nè invaderle, nè cercare d'acquistarle,
ne eccettuò espressamente Salerno, Amalfi e parte della Marca
Firmana, sopra le quali, com'e' dice, adhuc facta non est diffinitio.
All'incontro Gregorio nell'investitura dichiarò solamente investirlo di
ciò, che i suoi predecessori Niccolò ed Alessandro gli avean
conceduto, soggiungendo, de illa autem terra, quam injuste tenes,
sicut est Salernus, et Amalphia, et pars Marchiae Firmanae, nunc te
patienter substineo in confidentia Dei omnipotentis, et tuae
bonitatis, ut tu postea exinde ad honorem Dei, et Sancti Petri, ita te
habeas, sicut et te agere, et me suscipere decet, sine periculo
animae tuae, et meae. Ciò che mostra quanto fosse accorto questo