Schiavoni. Giacchè i Piemontesi non aveano voluto aspettare in Novi
l'arrivo di tanti nemici, e s'era perciò aperta la comunicazione de'
Gallispani con Genova, ed inoltre un corpo di circa otto mila tra
Franzesi e Genovesi, condotto dal marchese di Mirepoix, scendendo
dalla Bocchetta, era venuta sino a Gavi, per darsi mano con gli altri:
venne dal maresciallo di Maillebois e dal generale conte di Gages, nel
consiglio tenuto col reale infante e col duca di Modena, fissata l'idea
di far alto in essa Voghera; ed ordinato a questo fine che si facesse
per tre giorni un general foraggio per quelle campagne. Ma ecco
improvvisamente arrivar per mare da Antibo il marchese della Mina,
o sia de las Minas, spedito per le poste da Madrid, che giunto a
Voghera, dopo aver baciate le mani all'infante don Filippo, presentò
le regie patenti, in vigor delle quali, siccome generale più anziano del
Gages, assunse il comando dell'armi spagnuole in Lombardia,
subordinato bensì in apparenza ad esso infante, ma dispotico poi
infatti. Ordinò egli pertanto che tutte le truppe di Spagna si
mettessero in viaggio a dì 14 d'agosto alla volta di Genova. Per
quanto si opponessero con varie ragioni i Franzesi, non si mutò
parere; laonde anch'essi, scorgendo rovesciate tutte le già prese
misure, per non restar soli indietro, si videro forzati alla ritirata
medesima. Marciava questa armata verso la Bocchetta, e già
scendeva alla volta di Genova, facendosi ognuno le meraviglie per
non sapere intendere come que' generali pensassero a mantenere
migliaia di cavalli fra le angustie e le sterili montagne di quella
capitale: quando in fine si venne a svelar l'intenzione del generale
della Mina, o, per dir meglio, gli ordini segreti a lui dati dal gabinetto
della sua corte, cioè di prender la strada verso Nizza, e di menar le
sue genti fuori d'Italia. Di questa risoluzione, che fece trasecolare
ognuno, si videro in breve gli effetti; perchè egli, dopo avere spedito
per mare tutto quel che potè di artiglierie, bagagli ed attrezzi, senza
ascoltar consigli, senza curar le querele altrui, cominciò ad inviare
parte delle sue truppe per le sommamente disastrose vie della riviera
di Ponente verso la Provenza. L'infante don Filippo e il duca di
Modena, rodendo il freno per così impensata e disgustosa mutazione
di scena, si videro anch'essi forzati dopo qualche tempo a tener
quella medesima via, non sapendo spezialmente il primo