Gli oppositori, che sino allora avevano accusato il Sella di troppo
corta vista, gli contrastavano ora questo disegno di un quinquennio;
la battaglia alla camera fu vivissima: solo la paura in tutti di
rovesciare con lui il ministero gli lasciò anche per questa volta la
vittoria. Poi nell'ultima esposizione del 1873 egli vinse ancora
salvando il pareggio da altri aumenti di spese militari e soffocando la
Camera con disperata energia nelle strette dell'eterno dilemma, o
restare nell'orbita dell'«omnibus» già votato o perire nel mare senza
riva del disavanzo. Ma la sua posizione politica era diventata
insostenibile. Sella potè ancora resistere qualche tempo, poi travolto
da una coalizione parlamentare, quando già il pareggio finanziario, al
raggiungimento del quale aveva sacrificato tutto se stesso, era in
vista, cadde dal ministero per non più risalirvi.
Questo onore del pareggio doveva qualche anno dopo toccare al
Minghetti, perchè dietro ogni Cristoforo Colombo vi è sempre un
Amerigo Vespucci.
Ma l'eroe della finanza italiana, in questa lotta decennale senza
tregua e senza conforto, fu il Sella. Aspro, agile, indomito, egli
resistè a tutto, alle diserzioni di partito, agli odii di corte, alle
esecrazioni di piazza: gli avvolgimenti della politica non poterono mai
impaniarlo; volle onestamente, immutabilmente, salvare l'onore della
nazione nel campo economico, come Garibaldi l'aveva salvato nel
campo militare e Mazzini in quello morale. Ministro e deputato, egli
fu l'incubo del parlamento, che non potè mai sottrarsi all'influenza
del suo pensiero e della sua volontà. La sua media natura spiegò
nella mutabilità di questa lotta virtù imprevedibili. Di geologo egli si
mutò improvvisamente in finanziere, crebbe a uomo di stato quando
alla caduta dell'impero napoleonico il governo stremato dalla lunga
abitudine del vassallaggio alla Francia tremava ancora dell'andare a
Roma. Sdegnò popolarità e fama: fu austero, ironico come la più
parte dei moralisti che passano dall'ammonizione all'azione; ebbe
attività incomparabile, che lo rese vecchio a cinquant'anni, e l'uccise
anzi tempo.