dormisse, egli non si moveva e non parlava, buddista dell'amore,
perchè in nulla l'altissima sensazione venisse scemata.
Giammai aveva inteso la sua vita svolgersi ed allargarsi con tanta
dolcezza, come un fiume largo e felice che se ne va innamorato al
mare, nella bellezza della pianura verde, sotto il sole, appena appena
mormorando sotto i giuncheti: giammai si era sentito così inondato
di una letizia pura, dove egualmente si fondeva l'appagamento dello
spirito e dei sensi, la delizia del cuore e dei nervi. Delibava,
intensamente, completamente, quella letizia, nella immobilità, nella
passività dell'uomo felice.
Donn'Angelica, ogni tanto, lo guardava con un lento moto di occhi.
Buttata in quell'angolo, ma non rannicchiata, non raggomitolata, con
quella bella compostezza di forme e di pose che era la sua grazia,
ella pareva si riposasse, senza troppo abbandono e senza troppa
rigidità. Non dormiva, no, tenendo gli occhioni scuri spalancati e
rivolgendoli, tratto tratto, quietamente, su colui che l'amava, — ma
tutte le linee del volto si erano quasi ammollite, arrotondate nel
riposo.
Come i fanciulli, come certe donne che riprendono la infantilità,
dormendo, il cui volto si ringiovanisce, si addolcisce, ridiventa
ingenuo e bonario, ella aveva, in quel momento di calma, l'aria di
una fanciulletta, di un'adolescente creatura ingenua. Era scomparsa
l'apparenza di donna vestita con la pompa di un ballo: il mantello
pareva il vestito di una educanda, un vestito morbido e candido,
senza forma, castissimo, un manto verginale: e lo scintillio dei
brillanti nei capelli neri, sulla mano piccola, pareva raggio di luce,
non ricchezza fulgida di gioielli. Ella era ridiventata giovanetta, in una
pura essenza spirituale di bellezza e di grazia, in un riposo che era
anche un rinascimento.
Niuna fiamma si accendeva nei begli occhi pieni di ombra e pieni di
pace; nessun sorriso veniva a dissuggellare le labbra chiuse e
arcuate come quelle delle statue, non una parola usciva da quelle
labbra. Anche ella era immobile, la piccola mano pareva di cera sul
bianco della stoffa, il volto si delineava sul fondo cupo della carrozza,