Harold, poi che ebbe sorvolato in tutta l'Europa e in gran parte
l'America, egli avea fissato la sua dimora nella Spagna e
propriamente in quelle terre di fuoco, nell'Andalusia, dove ogni cuore
è un vulcano. Qualche cosa del cielo di Africa è del cielo della
Spagna meridionale, che sembra quasi dar la mano alla terra dei
Negri. Ci è tra l'Andalusia e l'Africa uno stretto rapporto: quasi due
sorelle strappate a viva forza dalle braccia l'una dell'altra, queste due
terre par che si congiungano di soppiatto sotto il canale di Gibilterra.
Il suolo, le acque, la coltura sono le stesse al di qua e al di là dello
stretto: Ceuta è spagnuola come Cadice è africana.
Il Baronetto avea comprata, nel cuor delle Algarve, siccome abbiam
detto più sopra, una vasta tenuta addimandata di Sierra Blonda,
imperocchè situata a piedi di una montagna su cui era una arena
biondissima. Questa Contea, abbandonata da secoli per l'aridità delle
sue terre infuocate, era composta di casamenti a metà bruciati nelle
guerre moresche e di grandi estensioni di terreno, dette despoblados
(spopolati) nelle quali il pensiero si rattrista come nei deserti. Questa
tenuta col titolo annesso era costato al Baronetto seicentomila pezzi
duri. In tutta la Spagna egli era conosciuto ormai sotto il nome di
Conte di Sierra Blonda. Quando, dopo lunga fatica, un uomo
perviene alla cima della Montagna Bionda, e volge uno sguardo
intorno a sè, l'anima sua è presa da spavento e da tristezza,
scorgendo in sul capo un cielo ardente, e intorno intorno alla
montagna uno spazio immenso arido e solitario, balze a picco, rifugio
di uccelli di rapina, pendici scoscesi in su le quali neppure un'ombra
di vegetazione, se togli nel fondo di qualche valle, dove, accanto un
fiume o ad un ruscello, si vede spuntare un filo di verdura e qualche
abitazione che attesta la vita e l'industria. Che cosa aveva indotto il
Baronetto ad acquistare questo deserto? Niente altro che il capriccio
e quella specie di stravagantissima eccentricità che formava il nucleo
del suo carattere e della sua vita. A venti anni, padrone di sè
medesimo e di una fortuna incalcolabile, egli si era fatta una legge
d'inventar sempre nuovi piaceri, nuovi divertimenti, di uscire dai
sollazzi comuni, di assaporare con gusto e raffinatezza tutto il
pizzicante della vita. Egli non faceva niente di quello che avrebbero