avvisa che non ebbero po' poi tutti i torti coloro che considerarono
quei vinti, quei morti come i precursori ciechi, inconsapevoli, ma
degni de' morituri, i quali, meditandone le gesta, volarono ad altre
battaglie, non pel campanile, sia pure splendido e caro, e per le
mura natali, ma per la gran patria comune, incoronata da' suoi
monti, baciata dal suo duplice mare, e per le sue cento città dalle
mille gloriose torri, sulle quali doveva sventolare finalmente la stessa
bandiera. Chi pugnò per salvare, se non la vita, l'onore dell'antico
Comune, diè il sangue, o Signori, per un'istituzione eminentemente
nazionale; per la più intima, antica e schietta manifestazione della
nostra travagliata nazione e della sua civiltà; per una delle patrie,
senza le quali la gran patria era impossibile. Dante che fu il poeta più
universale, fu altresì il poeta nazionale per eccellenza; ma ei fu il più
splendido fiore della civiltà dei Comuni, coi quali la coscienza nostra
d'italiani pronuncia la sua prima ed incerta, eppure la sua più
italianamente robusta ed efficace parola. Nessun'altra se ne udì più
potente, nonostante le invocazioni del Machiavelli, un altro figlio del
Comune, fino ai dì nostri, fino alla generazione che, incoronata
dall'aureola del martirio e della gloria, ne precede e si dilegua per
l'oscuro sentiero della tomba.
Sappiano le animule blandule, beffarde, leggiere che si aggirano così
amabilmente indifferenti nel circolo vizioso de' sensi e del
sentimentalismo, sghignazzando, sospirando e sbadigliando con
tanta grazia, senza infilar mai la via maestra dello affetto e del
sentimento, e delle quali il numero cresce ad occhio veggente come
le mosche e le zanzare in un'afosa giornata d'estate, ritemprarsi a
quella antica fortezza di propositi, a quell'ardore di entusiasmi,
deplorarne i traviamenti, dirigerli a ben altra, a più nobile meta. I
tesori di abnegazione che i padri nostri prodigarono nelle discordie,
prodighiamoli, una buona volta, nella concordia e nell'amore. Ma
ricordiamo, a ben comprenderli ed a ben giudicarli, che la storia ha
da essere, più che tema di erudizioni e di critiche inesauribili, più che
fredda dimostrazione matematica di ciò che doveva o non doveva
accadere, più che un'alterna vicenda sistematica di demolizioni, di
riabilitazioni e di ricostruzioni, la lampada della vita che i giovani si